la prima meta dell - I Istituto Comprensivo Cassino

EDUCAZIONE FISICA
Basket
ITALIANO
Pascoli , il ruolo
della donna
STORIA
La seconda rivoluzione
industriale
ARTE
Impressionismo
GEOGRAFIA
America settentrionale ,
Stati Uniti d ‘ America
LA PRIMA METÀ
DELL ‘ 800
TECNICA
Carbone e petrolio
MUSICA
Impressionismo
SCIENZE
Sistema endocrino
FRANCESE
I dipartimenti d ‘ oltre mare
INGLESE
L ‘ alimentazione
IL
DECADENTISMO
Nella seconda metà dell’800 si sviluppa in Francia una
corrente culturale destinata ad influire su tutta la
letteratura del 900: il Decadentismo.
Il termine «decadente» fu inizialmente usato con
significato dispregiativo da parte della critica tardo–
ottocentesca per identificare una nuova generazione di
poeti considerati al di fuori della norma sia nella
produzione artistica sia nella pratica di vita.
Il termine fu poi assunto da quegli stessi poeti per
indicare la propria diversità nei riguardi del presente e la
propria estraneità nei riguardi della società.
Il decadentismo è considerato un proseguimento in forma
più estrema di alcuni temi trattati dal romanticismo come:
il sogno, l’immaginazione e la fantasia.
Il decadente come il romantico vive il contrasto tra ciò
che è reale e l’irreale . Questa continua tensione si
traduce poi in stati d’animo malinconici, tendenti al
vittimismo quindi all’autodistruzione.
Tra gli eroi decadenti troviamo la figura dell’inetto, uomo
senza volontà afflitto da una malattia interiore che lo
rende incapace di vivere. Davanti a lui si aprono quindi
due strade: il suicidio e il sogno.
Un’altra figura molto importante tra gli eroi decadenti è la
figura del dandy, individuo vestito in modo stravagante.
IL DANDY
L ‘ INETTO
I principi della poetica decadente possono essere così
riassunti:
L’artista è un veggente, colui che va al di là delle
sensazioni e delle apparenze che normalmente la società
non può percepire;
L’artista è un esteta
La tecnica espressiva utilizzata è quella della poesia pura
e il linguaggio è ricco di metafore, analogie e simboli; la
parola diventa pura e astratta; essa ha valore solo per la
sua musicalità;
La sintassi diventa imprecisa;
La metrica tradizionale lascia il posto al verso libero.
I POETI DEL DECADENTISMO
Pascoli e D’Annunzio sono due poeti, entrambi
appartenenti alla corrente letteraria del Decadentismo,
con caratteristiche ben differenti tra loro; il primo è molto
riservato e introverso, mentre il secondo è più estroverso
ed espansivo e questo loro modo di essere ha
caratterizzato in modo univoco le loro opere.
PASCOLI
D ‘ ANNUNZIO
Giovanni Pascoli :
Pascoli appartiene al Decadentismo, in quanto la sua
poesia non si ispira più agli ideali romantici e positivisti.
Egli ha un carattere riservato, schivo e introverso e vede
la solitudine come una situazione ansiosa, che porta gli
uomini ad unirsi ed aiutarsi tra di loro; dunque il suo
modo di essere traspare nella sua poesia, che risulta
intima e raccolta, rappresentante la vita interiore del
poeta stesso. Il Pascoli è «il fanciullino» che guarda il
mondo con occhi stupiti e «vede» sotto il velo della realtà
il palpito di una vita più profonda.
Gabriele D’Annunzio :
D’Annunzio, pur appartenendo al Decadentismo come
Pascoli, esalta l’operato dell’individuo e ogni forma di
affermazione di sé: secondo la sua concezione il poeta è
un “vate” che ha il compito di indicare all’uomo le
prospettive di un futuro proiettato verso la bellezza e la
gloria. D’Annunzio ha un carattere estroverso che lo porta
ad assumere atteggiamenti teatrali per compiacersi e per
attirare su di sé l’attenzione. Egli ha una concezione
orgogliosa e arrogante della solitudine, che lo porta ad
isolarsi, ma solamente per affermare sugli altri la propria
superiorità di individuo eccezionale. La poesia di
D’Annunzio è, infatti, ricca e lussureggiante, esagerata
perché punta ad esaltare la vita e le esperienze
eccezionali del poeta, al di là del bene e del male.
PASCOLI
Pascoli nacque in Romagna da una famiglia numerosa di
contadini benestanti, colpita però tragicamente quando il poeta
aveva solo 12 anni, dalla morte del padre Ruggero.
Conclusi gli studi iniziò una carriera d’insegnante liceale e poi
universitario senza mai cercarsi una famiglia propria, ma
vivendo sempre all’ombra del nido familiare composto da
madre scomparsa però prematuramente, sorelle e fratelli.
In età matura acquistò una casa di campagna in Garfagnana in
alta Toscana, in cui ricreò le condizioni di vita della sua infanzia
campagnola. La sua fu un’esistenza appartata e borghese.
Pascoli identifica il poeta con il fanciullino, colui che sa
scoprire, oltre le apparenze, un mondo segreto e spesso
inquietante, avvolto nel mistero e dominato dalla presenza
della morte. Il fanciullino vive nel suo habitat naturale della
campagna e del nido, in cui può trovare rifugio dai mali del
mondo e dalle sofferenze della vita adulta, Legati al simbolo
principale del nido sono gli altri motivi tematici pascoliani, in
particolare i morti di famiglia, gli oggetti e gli animali, ma anche
le piante e i lavori della campagna, Pascoli ha saputo rinnovare
in profondità la poesia italiana.
Le principali raccolte poetiche di Pascoli sono
Myriace, canti di Castelvecchio e i Poemetti.
IL RUOLO DELLA DONNA
La condizione della donna è sempre stata caratterizzata da
una situazione di inferiorità sociale, politica e giuridica,
giustificata sempre con la stessa frase «la donna è più debole
dell’uomo». La donna, per secoli è stata relegata solo al lavoro
di madre e di massaia , e in alcuni paesi poteva uscire senza il
marito solo se accompagnata da un’ancella. Per esempio,
nell’età ateniese, usciva solo per le feste religiose, per i
matrimoni, per i funerali. Mentre le donne romane oltre ad
essere mamme custode della casa, erano consigliere
dell’uomo e avevano un’istruzione.
Solo successivamente, acquisisce, gli altri diritti avendo
così pari dignità con l’uomo. Al giorno d’oggi, nonostante
nell’occidente i diritti della donna sono stati accettati ci
sono paesi come i Medio Oriente e tutti i paesi
Mussulmani dove la donna è ancora schiava della sua,
stessa vita, perché non ha, nulla e vive una vita
segregata come nell’antichità.
La donna oggi ricopre importanti ruoli la così detta
«donna menager» in aziende, in politica e in diversi altri
lavori anche se l’uomo stesso, ha paura della donna
perché dentro di lui sa quante potenzialità possiede.
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