Brasile
100 volte acqua
Costruzione di 100 cisterne nella regione di Recife
Luogo:
Regioni del “semi arido” a nordest del Brasile
Destinatari:
Popolazione della regione metropolitana di Recife
Obiettivi generali:
Migliorare la comprensione e la conoscenza da parte delle
comunità sulle caratteristiche naturali e storico-sociali dell’ecosistema semiarido
della regione.
Potenziare
l’accesso
alle
risorse
idriche
delle
famiglie
locali
attraverso
la
costruzione di 100 cisterne.
Migliorare l’approvvigionamento e la gestione delle risorse idriche e la formazione
degli abitanti per un uso efficiente delle stesse.
Contesto:
Le
precipitazioni
sono
uno
dei
fattori
che
influenzano
maggiormente le caratteristiche della regione del “semiarido” a nord est del Brasile
e hanno contribuito in modo determinante al processo di popolamento e di
colonizzazione della regione, determinando anche la varietà di attività economiche.
I principali condizionamenti e limiti che si riscontrano nella regione e che sono
dovuti al tipo di risorse naturali presenti sono: la grande estensione dell’area a
clima semi-arido, la ridotta zona di terra coltivabile, la scarsità di potenziale idrico
ed energetico. Ne consegue il degrado e l’impoverimento delle risorse ambientali, e
quindi la desertificazione.
Intervento:
Il progetto prevede la costruzione di 100 cisterne per lo
stoccaggio di acqua piovana negli stati di Alagoas, Paraíba, Pernambuco e Rio
Grande del nord. Le cisterne saranno gestite dalle comunità rurali, nella
consapevolezza della necessità di garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile.
Importo progetto: 20.000 euro
PER INFORMAZIONI E DOCUMENTAZIONE
Caritas Ambrosiana - Area Internazionale
Via S. Bernardino, 4 - 20122 Milano
Tel. 02.76037.271/324
[email protected]
www.caritas.it
BRASILE
DATI GENERALI
Brasile
Repubblica Italiana
Nome ufficiale
Repùblica Federativa do Brasil
Repubblica parlamentare
Ordinamento dello Stato
Repubblica Federale
Repubblica Italiana
Superficie (kmq)
8.547.400
301.340
Popolazione
198.739.269
58.173.356
Capitale
Brasilia
Roma
Moneta
Real
Euro
Lingua
Portoghese
Italiano
Religione
Cattolica 73,6% Protestanti 15,4% Atei
7,4% Altro 3,6%
Cattolica 90%, altre 10%
Gruppi etnici
Bianchi 53,7%; Mulatti 38,5%;
Neri 6,2%; Altro 1,6%
INDICATORI SOCIO ECONOMICI
Brasile
Italia
Indice di sviluppo umano (da 0 a 1)
0,800
0,945
Classifica indice di sviluppo umano
(su 177 paesi)
70
% Popolazione sotto soglia povertà
(1$ al giorno)
7,5
19
0
Aiuti ufficiali allo sviluppo ricevuti
($ pro capite)
2
0
PIL ($ pro capite)
8.402
28.529
Crescita annua del PIL
1,1
0,7
Debito estero (% del PNL)
19
-
Tasso di inflazione (%)
5,8
3,6
Tasso di disoccupazione (%)
8,9
6,8
Importazioni (% del PIL)
12
30
Esportazioni (% del PIL)
14
29
Spesa educativa (% del PIL)
4,8
4,7
Iscritti scuola primaria (%)
95
99
Iscritti scuola secondaria (%)
78
92
Iscritti università (%)
20
59
Analfabetismo (%)
11,4
1,6
Spesa per la sanità ($ pro capite)
1.520
2.414
Medici (ogni centomila abitanti)
206
606
Spesa Militare (% del PIL)
1,6
1,9
Forze armate
303.000 militari; 243.000 forze di
sicurezza pubblica
216.800; 111.800 paramilitari
Importazione di armi convenzionali
(milioni di $)
323
Esportazione di armi convenzionali
(milioni di $)
1
Energia (consumo pro capite di kg
petrolio-equivalenti all’anno)
1,184
697
860
3,140
INDICATORI SOCIO CULTURALI
Brasile
Italia
Popolazione Urbana (%)
86
68
Crescita annua popolazione (%)
1,2
0,2
Mortalità infantile (su 1.000 nati
vivi)
23
5
Speranza di vita alla nascita (anni)
72
80,2
Quotidiani (ogni mille abitanti)
45,9
109
Radio (ogni mille abitanti)
433
878
Televisori (ogni mille abitanti)
369
494
Internet (ogni mille abitanti)
195
478
Linee telefoniche (ogni mille
abitanti)
230
427
Rifugiati (per paese di origine)
1.404
62
Aeroporti con pista pavimentata
(km)
734
101
Ferrovie (km)
29.295
19.460
Rete stradale pavimentata (km)
96.353
487.700
Totale rete stradale (km)
1.751.868
487.700
Brasile (nome ufficiale República Federativa do Brasil, Repubblica Federale del Brasile), stato
dell’America meridionale, confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guayana
Francese, a sud con l’Uruguay, a ovest con l’Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-ovest
con la Colombia; a est è bagnato dall’oceano Atlantico. Con un’estensione di circa 4.300 km, sia in
lunghezza che in larghezza, e una superficie di 8.547.404 km², è lo stato più grande del continente.
L’estensione costiera raggiunge 7.491 km. Appartengono al Brasile le isole Fernando de Noronha,
l’atollo Das Rocas, gli scogli di São Pedro e São Paolo, l’isola di Trindade e gli isolotti Martin Vaz. La
capitale è Brasilia.
Il territorio del Brasile può essere suddiviso in due vaste regioni naturali: il bacino del Rio delle
Amazzoni, nella sezione settentrionale, e l’altopiano del Brasile, formato da una serie di altipiani che
si estendono per 3.000.000 di km² nella sezione centrorientale.
Il bassopiano amazzonico, interamente percorso dal Rio delle Amazzoni e dai suoi numerosissimi
affluenti e subaffluenti, occupa circa i due terzi della superficie del paese. Si tratta di una regione
prevalentemente pianeggiante, in molte zone paludosa e soggetta a periodiche inondazioni. Il
bassopiano, che coincide in parte con la regione naturale dell’Amazzonia, comprende estese foreste
pluviali (selvas), in molte aree inaccessibili a causa della fitta vegetazione; a nord, la regione è
delimitata dai bassi rilievi del massiccio della Guayana.
L’altopiano del Brasile è un grande basamento eroso di rocce archeozoiche la cui altitudine media
varia dai 700 ai 1.200 metri. Comprende catene montuose e valli fluviali e in numerosi punti si
innalza ripido sulla costa oceanica. Le principali catene montuose dell’altopiano del Brasile
comprendono la Serra di Mantiqueira, la Serra do Mar e la Serra do Espinhaço, che hanno
un’altitudine media di circa 1.200 metri. La parte centro-occidentale del tavolato comprende il Mato
Grosso. Gran parte del territorio dell’altopiano è costituito da vaste praterie (campos) e da grandi
aree boschive. Nella regione del Nordeste, prevalgono gli aridi altipiani, che danno luogo alla regione
denominata Sertão.
La linea costiera, bordata da una stretta fascia pianeggiante, presenta alcune profonde insenature
che creano porti naturali, come quelli di Rio de Janeiro, di Salvador e di Recife.
In considerazione della ragguardevole estensione latitudinale, il clima del Brasile presenta notevoli
differenze da regione a regione, passando da quello tropicale a quello temperato.
Lungo la fascia costiera settentrionale è di tipo tropicale, con temperature mitigate dai venti oceanici
portatori di umidità. Lungo le coste meridionali il clima è caratterizzato da marcate variazioni
stagionali con inverni freddi e una media delle precipitazioni inferiore ai 1.000 mm. Negli altipiani
centrorientali il clima è subtropicale: le temperature variano alle diverse altitudini, con marcate
escursioni diurne, e si verificano spesso lunghi periodi di siccità. Negli altipiani meridionali e
occidentali le precipitazioni possono essere abbondanti, mentre nell’altopiano sudorientale le
temperature variano da subtropicali a temperate. La regione del Nordeste registra condizioni
climatiche estreme, con elevatissime temperature estive (40 °C) e scarse precipitazioni (500 mm).
Nella regione amazzonica il clima equatoriale umido è influenzato dagli alisei che portano abbondanti
piogge. In questa zona, una delle più piovose della Terra (2.000 mm annui), si registra una
temperatura costante di circa 26 °C.
La vegetazione brasiliana è estremamente ricca e diversificata, specie nel bacino amazzonico. Qui
domina la foresta pluviale, in cui la vegetazione è particolarmente rigogliosa e composta da
centinaia di specie di piante distribuite in base al grado di umidità dei suoli: tra queste, palme e
piante della famiglia delle euforbiacee (dalle quali si ricava il caucciù). Lungo la costa crescono
rigogliose foreste di mangrovie, alberi del cacao, palme nane e numerose altre specie. I frutti
maggiormente coltivati sono l’ananas, il mango, la banana, l’uva, l’arancia, il fico e la goiava
(guava). Negli altipiani, la lussureggiante vegetazione lungo le valli fluviali si fa più rada nelle zone
montuose, dove crescono soprattutto specie decidue. Nelle zone temperate abbondano le conifere,
mentre nelle sezioni aride dell’altopiano sono comuni i cactus e una vegetazione di tipo arbustivo.
La fauna del Brasile è estremamente ricca e varia. Tra i mammiferi di grandi dimensioni sono diffusi
il capibara, il puma, il giaguaro e l’ocelot. Non mancano il pecari, il tapiro, il formichiere, il bradipo,
l’opossum e l’armadillo, oltre a vampiri e ad altri tipi di pipistrello. Nelle regioni meridionali sono
presenti numerosissimi cervi. Le foreste sono popolate da diverse specie di scimmie e di uccelli
tropicali, soprattutto pappagalli e tucani. Tra i rettili, numerose le specie di alligatori e serpenti, tra
cui il crotalo muto, il ferro di lancia e il boa. Nei fiumi e lungo la costa atlantica ricchissima è la
popolazione di tartarughe e pesci (tra cui piranha e barracuda).
La popolazione del Brasile è di 198.739.269 abitanti. La distribuzione territoriale è tuttavia poco
uniforme: la maggior parte della popolazione (86%) è concentrata nelle aree urbane delle regioni
costiere e, in particolare, nelle città di São Paulo e di Rio de Janeiro. La densità media del paese è di
23 abitanti per km², tuttavia nella regione dell’Amazzonia ammonta appena a 1 abitante per km².
Il maggior gruppo etnico del paese (53,7%) è costituito da bianchi di origine europea (soprattutto
portoghesi e spagnoli). I neri, gruppo composto da discendenti degli schiavi africani giunti nel paese
nel periodo della colonizzazione e da immigrati provenienti dall’Angola e dal Congo, ammontano al
6,2%. Gli amerindi rappresentano ormai un’esigua minoranza. La forte commistione di etnie fa sì
che mulatti e meticci formino il 38,5% della popolazione complessiva. Nei primi decenni del XX
secolo un considerevole flusso migratorio dall’Europa ha portato in Brasile numerosi italiani,
spagnoli, tedeschi, scandinavi e slavi.
La lingua ufficiale è il portoghese e la religione prevalente quella cattolica. La ricca composizione
etnica ha avuto una forte incidenza nelle pratiche religiose diffuse nel paese. Il 3,6% della
popolazione pratica infatti culti afro-brasiliani, quali il candomblé e la macumba, derivati dal
sincretismo tra il cattolicesimo e diverse religioni amerindie e africane.
L’istruzione primaria in Brasile è gratuita e obbligatoria dai 7 ai 14 anni di età; il tasso di
alfabetizzazione della popolazione adulta è dell’88,6%. Le principali università statali sono quelle di
Brasilia, São Paulo e Rio de Janeiro; vi sono poi le università cattoliche pontificie di Campinas e Rio
Grande do Sul.
Il Brasile, stato tradizionalmente agricolo, ha assistito, negli anni Sessanta e Settanta, a un rapido
sviluppo industriale che ha portato a una considerevole diversificazione del settore economico.
Fiorente è l’industria estrattiva, che sfrutta i giacimenti di ferro e di carbone, e la produzione
siderurgica, chimica e di automobili. Lo stato deve tuttavia risolvere gravi problemi di
disoccupazione, inflazione e debito estero, una delle principali cause, quest’ultima, della miseria del
paese. L’industria poggia sul settore della lavorazione delle materie prime: sono quindi presenti
stabilimenti alimentari e della lavorazione del tabacco, della gomma e della carta. Settori produttivi
e di primaria importanza per l’economia del paese sono inoltre l’industria automobilistica, tessile,
chimica e siderurgica.
Il settore agricolo del paese è basato sui prodotti di piantagione: circa un quarto della produzione
mondiale di caffè, destinata in gran parte alle esportazioni, proviene dai distretti di São Paulo,
Paraná, Espíritu Santo e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei primi produttori mondiali di canna
da zucchero, da cui si ricavano zucchero raffinato e alcol per combustibili, e di cacao. Altre colture di
rilievo sono le oleaginose, quali soia, semi di lino, ricino e palme da olio, e frutta, quali banane,
arance, ananas e noci di cocco. L’allevamento viene praticato in quasi tutte le regioni del paese,
soprattutto negli stati del Sud. Cospicuo è il patrimonio di bovini, più modesto, ma ugualmente
diffuso, quello di cavalli, suini e volatili da cortile. Il settore primario fornisce il 5,1% (2006) del PIL,
occupando il 21% della forza lavoro.
Il Brasile è un paese ricco di risorse minerarie che alimentano un’importante industria estrattiva,
nonostante il loro sfruttamento sia stato ostacolato, fino agli anni Settanta, dalla carenza di capitali
e dall’inadeguatezza dei sistemi di trasporto. La risorsa principale del settore è il ferro, del quale il
paese è il primo produttore del mondo. Il Brasile è inoltre uno dei maggiori produttori di stagno,
cristalli di quarzo e berillio. Lo sfruttamento delle immense risorse minerarie del paese svolge un
ruolo fondamentale nell’economia del paese. Tra queste, manganese, gas naturale, bauxite e mica,
zinco, magnesio, titanio, grafite, rame, platino e mercurio. Più tradizionale è l’estrazione di minerali
preziosi, quali oro, argento e diamanti.
Storia recente del Brasile
Nel gennaio del 2003, viene eletto a presidente della Repubblica Luiz Inácio da Silva, detto Lula.
Lula è diverso dagli altri Presidenti. La sua provenienza è di tipo popolare, conosce la gente e i
problemi del popolo proprio perché lui ci ha sempre vissuto. Il suo slogan PARA UM BRASIL
DECENTE dimostra le sue intenzioni: aiutare chi ne ha più bisogno. L’elezione di Lula, come primo
presidente di sinistra del Brasile, ha suscitato grandi speranze in tutta l’America latina, favorendo
una ventata di cambiamento che ha interessato tutto il continente. Lula ha affrontato con cautela la
difficile situazione del paese, proseguendo nella politica di rigore imposta dal forte debito pubblico e
dagli impegni internazionali; la sua politica sociale, inaugurata con il programma “fame zero”, ha
avuto una portata limitata, riuscendo tuttavia a favorire l’accesso all’educazione e alla sanità da
parte delle fasce sociali più povere e ad avviare una riforma fiscale rivolta a una più equa
redistribuzione del reddito. Durante il primo mandato Lula ha ottenuto i suoi maggiori successi a
livello internazionale, accreditandosi come uno dei principali leader dei paesi in via di sviluppo e tra i
più ascoltati critici delle politiche neoliberiste.
Nonostante alcuni scandali che hanno coinvolto il suo governo, Lula ha conservato una grande
popolarità ed è stato riconfermato alla presidenza del Brasile nelle elezioni di ottobre 2006,
imponendosi al secondo turno sul candidato del Partito socialdemocratico Geraldo Alckmin.
FONTI:
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¾
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¾
¾
¾
Guida del Mondo 2007/2008 Il mondo visto dal Sud, EMI
CIA= The world factbook https://www.cia.gov/cia/publications/factbook/index.html
HDR= Human Development Report 2007/2008 http://hdrstats.undp.org/en/countries/data_sheets/cty_ds_BRA.html
WB= World Bank-World Development Indicators 2009 http://www.worldbank.org
WHO = World Health Organization= http://who.int/countries/en
Brasile, Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2009 http://it.encarta.msn.com © 1997-2009 Microsoft Corporation.
Caratteristiche del semi-arido brasiliano
Il semi-arido brasiliano è un territorio immenso che si estende su una superficie corrispondente a
circa 1/5 di tutto il paese, e comprende nel suo territorio 9 dei 26 stati della federazione brasiliana.
Dal punto di vista politico-amministrativo la situazione è la più frazionata e disomogenea del paese;
la popolazione è quasi un terzo di quella di tutto il Brasile.
L'enorme estensione non ha caratteristiche uniformi: si tratta di un vero e proprio mosaico di
ambienti naturali e gruppi umani. In questo quadro così diversificato, si incontrano problematiche
proprie della regione, come l'accesso all'acqua, e problematiche universali.
Sono presenti grandi spazi rurali e città che si sono sviluppate in maniera disordinata, famiglie di
piccoli agricoltori, coloni e grandi aziende agricole con sistemi di irrigazione all'avanguardia, famiglie
di sem terra, famiglie accampate, molta gente con poca terra, poca gente con tanta terra, operai,
impiegati, comunità indigene, commercianti, artigiani, funzionari pubblici, professori, agenti di
sanità. Questo è il Nordeste brasiliano.
Sono molti gli aspetti che risentono delle particolarità geografiche, ecologiche e sociali delle regioni
secche, primo fra tutti il tipo di vegetazione, che è espressione del clima, così come di altri fattori
ambientali, in una interazione che resiste da lunghissimo tempo e che finisce con il caratterizzare
tutto il quadro naturale. La vegetazione tipica del semi-arido è costituita da piante basse e arbusti, e
solo raramente da alberi che hanno foglie piccole e tronchi spinosi adatti a trattenere gli effetti di
una evaporazione-traspirazione molto intensa.
Le precipitazioni sono uno dei fattori che influenzano maggiormente le caratteristiche del paesaggio
e hanno contribuito in modo determinante al processo di popolamento e di colonizzazione della
regione, determinando anche la varietà di attività economiche.
I principali condizionamenti e limiti che si riscontrano nella regione, dovuti al tipo di risorse naturali
presenti sono:
· la grande estensione dell'area a clima semi-arido
· la ridotta zona di terra sfruttabile
· la scarsità di potenziale idrico ed energetico
A questo elenco di condizioni naturali sfavorevoli, deve aggiungersi un utilizzo di strumenti inadatti e
un mancato potenziamento delle tecnologie, anche a causa della secolare carenza di una politica
pubblica efficiente e in grado di trattare in modo serio la questione dei periodi di siccità. Come
risultato dell'attività di sfruttamento non pianificato e pensato solo sul breve periodo e
sull'emergenza, ne è conseguito il degrado e l'impoverimento della risorse ambientali, e quindi la
desertificazione dell'area.
A causa della particolarità climatica gran parte del territorio del Nordeste è degradato.
I corsi d'acqua scorrono molto lentamente e spesso presentano elevati indici di inquinamento, il che
rende la situazione ancora più seria, in virtù del fatto che l'acqua è il fattore più critico della zona del
semi-arido, costituendo il naturale limite agli insediamenti umani, e nello stesso tempo l'inibitore
delle attività produttive.
La mancanza di una politica concreta rivolta alla conservazione del fragile ecosistema della zona,
oltre che minacciare la sopravvivenza della maggior parte delle specie animali e vegetali, ha creato
seri problemi per gli insediamenti umani comportando un accelerato processo di desertificazione.
Dal punto di vista idrico, il semi-arido si caratterizza per il fatto di avere una media pluviometrica
annuale inferiore ai 400mm.
Oltretutto la distribuzione della pioggia nell'arco dell'anno e sul territorio non è omogenea, anche se
ogni anno si registra un certo livello di precipitazioni; anche negli anni più secchi infatti difficilmente
i valori sono inferiori ai 200mm.
Il deficit idrico è sicuramente il più importante fenomeno naturale, e comporta conseguenze quali:
l’elevato potenziale di perdita di acqua dovuta alla evaporazione-traspirazione, che può arrivare a
2500mm in un anno;
la secchezza dei fiumi, che dovrebbero garantire la qualità e la quantità di acqua per la
sopravvivenza della popolazione locale;
il basso livello di approvvigionamento di acqua piovana a causa di poche e inadeguate strutture per
la raccolta, dal momento che fino ad oggi si è utilizzata una tecnica che punta a concentrare l'acqua
in ampi e spaziosi contenitori, i quali però facilitano fenomeni di evaporazione;
l’immagazzinamento e utilizzo dell'acqua attraverso processi di scolo dai punti di accumulo verso i
punti più bassi del terreno; ma nel passaggio fino al luogo di immagazzinamento l'acqua porta con
sé diversi tipi di sporcizia;
le persone e gli animali condividono la stessa acqua, spesso contaminata.
Altro problema è quello delle variazioni sull'inizio della stagione piovosa, che normalmente dovrebbe
coincidere con l'estate e l'autunno e la grande variazione nella distribuzione delle precipitazioni
durante la stagione piovosa. Ci sono anni in cui le piogge si concentrano nel breve periodo della
stagione piovosa. In altri anni, le precipitazioni annuali raggiungono valori ben più bassi della media,
e questo fenomeno caratterizza gli anni chiamati di "secca".
http://www.finisterrae-onlus.org
Nào a transposiçào!
Continuano le proteste nel nord est brasiliano contro il megaprogetto del Governo Lula di
Spostamento del Rio São Francisco. I Movimenti hanno pubblicato un documento per rendere nota la
loro decisione di continuare a lottare e resistere.
Carta di Sobradinho
Noi, i 93 movimenti popolari e organizzazioni sociali e le 213 persone partecipanti alla Conferenza
dei Popoli del São Francisco e del Semi-árido, svoltasi a Sobradinho (BA), dal 25 al 27 febbraio
2008, rendiamo pubblica la discussione e la decisione di continuare la nostra lotta per la vita del Rio
São Francisco e de Semi-árido brasiliano, contro il progetto di trasposizione, confermando la
adesione e la solidarietà di tutti e tutte.
Abbiamo scelto Sobradinho, come sede della Conferenza, per il suo valore simbolico di resistenza,in
questi 30 anni di opposizione, a cui hanno ridato vigore i 24 giorni di digiuno di don Luiz Cappio alla
fine del 2007. La nostra esperienza, sia di quelli presenti che di quelli lontani, vicino a lui in
quell’occasione, ha saldato mística e política, solidarietà e fede, economia e ecologia, reinventando
le nostre forme di azione e collocandoci a un più alto livello di lotta per la vita.
Nella chiesetta del digiuno abbiamo aperto l’incontro, intorno a brocche e piante del Semi-árido,
mescolando acqua e terra portata dalle delegazioni, tra cui l’acqua torbida del Rio Tietê e la terra del
Cimitero di Perus, dove sono stati sepolti attivisti "desaparecidos" durante la dittatura militare e
"indigenti" del Popolo di Strada di São Paulo.
La Conferenza è stata organizzata in rappresentanza dei diversi segmenti delle regioni implicate e di
altre zone del paese e straniere, con l’obiettivo di fare un bilancio delle lotte, consolidare l’unità tra
realtà e persone coinvolte e definire i passi successivi.
Analizzando la situazione attuale, rifiutiamo ancora una volta questo modello di sviluppo predatorio e
escludente che minaccia sempre più il Pianeta. In Brasile, le politiche del governo federale
mantengono il Paese essenzialmente nella condizione di esportatore di materie prime,come i
minerali e prodotti agricoli e di allevamento, tra cui gli agrocombustibili,una grande "fazendona"
mondiale, come durante il periodo coloniale.
Questo modello persevera la subalternità ai grandi interessi economici internazionali, in assenza di
vere politiche pubbliche per il Nordest, specie per il Semi-árido, imponendo megaopere equivoche e
non necessarie, come la Trasposizione del Rio São Francisco.
Il "socio-sviluppismo" del governo Lula non maschera il suo carattere retrogrado,evidente nelle
opere del PAC -Piano Accelerazione della Crescita -, con la flessibilità di regole per il capitale,
assistenzialismo sociale e cooptazione delle organizzazioni e dei movimenti sociali. In questo quadro,
abbiamo definito i seguenti principi generali e le azioni che faremo:
1. Accesso all’Acqua
Riaffermiamo che l’Acqua é, di per se, un bene e un valore universale e che l’accesso all’acqua è un
diritto umano fondamentale, da secoli negato alla popolazione del Semi-arido, compreso quella del
São Francisco. Il modello concentratore di acqua ha fatto costruire molti e sufficienti bacini e pochi
sistemi adduttori e ancora mantiene quasi metà della popolazione del Semi-árido senza accesso
all’acqua.
La democratizzazione dell’accesso all’acqua deve essere una politica pubblica prioritaria, in tutto il
Semi-árido, basata sul principio che il rispetto dei diritti umani è centrale nella società e deve essere
applicato da parte di qualsiasi governo. Contemporaneamente deve essere incentivata una nuova
cultura dell’acqua, che eviti la dispersione, garantisca la riproduzione di tutte le forme di vita e
promuova l’attitudine idro-ecologica.
2. Rivitalizzazione del rio São Francisco
Riaffermiamo che è urgente e prioritaria una vera rivitalizzazione del São Francisco, che recuperi le
condizioni idriche e socioambientali del fiume e permetta la sopravvivenza di milioni di persone e
ancor più numerose specie che abitano il suo bacino. Per questo è indispensabile interrompere e
controllare lo sfruttamento di Cerrado e Caatinga.
La rivitalizzazione non può essere un progetto frammentario e palliativo, puramente
propagandistico, ma un ampio programma discusso con la società e il mondo scientifico e sottoposto
a rigoroso controllo sociale.
É di questo che il São Francisco necessita, non di un ulteriore abuso.
3. Trasposizione del rio São Francisco
Rifiutiamo senza condizioni la Trasposizione del fiume.
Questa opera riproduce il centenari modello concentratore, che ha escluso milioni di persone da un
accesso all’acqua e da un tenore di vita minimamente degno.
E inutile portare ancora acqua a chi già la ha; destinare le acque a fini essenzialmente economici è
un’opera disumana che viola il principio che l’acqua è un diritto umano fondamentale.
Per questo stesso motivo rifiutiamo i grandi progetti di irrigazione, che favoriscono solamente le
industrie agroalimentari esportatrici.
4. Convivenza sostenibile con il Semi-árido
Consideriamo la Convivenza con il Semi-árido un nuovo paradigma di civiltà, tra i più rilevanti e
grandi temi nazionali, a cui tutta la società brasiliana si deve interessare e comprendere.
Rifiutiamo l’attuale modello di sviluppo cha da secoli perpetua la concentrazione della terra,
dell’acqua e della rendita, escludendo quasi metà della popolazione della regione. Proponiamo un
modello giusto, che garantisca accesso alla terra e acqua, basato sulla Convivenza con il SemiArido,
modello già testato nella sua efficacia da innumerevoli programmi.
Le nostre Azioni
a) Lavoro di base: da intensificare in tutte le regioni, specie nel Semi-árido Settentrionale, ma anche
in tutto il Paese, nel lavoro unitario dei militanti dei vari movimenti e organizzazioni, utilizzando
nuovi sussidi accessibili al popolo, che facciano capire la verità sulla trasposizione e sulle questioni
più ampie relative all’acqua, al suo commercio, alla rivitalizzazione del São Francisco e alla questione
energetica,che divulghino le alternative, rafforzino la coscienza militante e la organizzazione
popolare.
b) Organizzazione e articolazione: realizzare Conferenze Regionali/ Statali; creare nuovo Comitati
contro la Trasposizione; ampliare le articolazioni regionali e del bacino; mantenere l’articolazione e
l’unità di lotta tra il São Francisco e il Semi-árido, tramite il Coordinamento di questa Conferenza;
lavorare partendo da bisogni e alternative (Atlas Nordeste dell’ ANA - Agenzia Nazionale delle Acquee le iniziative di ASA - Articolazione del Semi-Árido), anche nel São Francisco (programma di
rivitalizzazione).
c) Comunicazione: massificare la discussione sui temi del São Francisco, Semi-árido e trasposizione,
considerando i tre interlocutori differenti (urbano, rurale e base dei movimenti); iniziare una
controffensiva alla nuova campagna di propaganda del governo federale; coinvolgere i responsabili
della comunicazione delle varie realtà coinvolti, sia la rete di responsabili per la stampa che i
comunicatori popolari; lavorare di più con radio e internet, monitorando e divulgando quello che
esce sui media.
d) Iniziative di lotta: realizzare marce e altre iniziative creative, in Brasília e altri luoghi, utilizzando
le date del Calendario Nazionale di lotte, in cui inserire i temi São Francisco, Semi-árido e
trasposizione: 8 Marzo - Giorno della Donna, Aprile Rosso / 17 de abril - Giorno Internazionale della
Lotta Contadina, 1º Maggio - Giorno dei Lavoratori, 10-13 Giugno - Giornata delle Organizzazioni
della campagna e della Città; 4 Ottobre - Giorno del Rio São Francisco.
e) Chiese: introdurre i temi nelle preoccupazioni e attività pastorali delle Chiese, specialmente
nell’Assemblea della CNBB - Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile - (2-11 aprile),
distribuendo materiali sussidiari.
Trasformiamo il prossimo 1º Aprile nel "Giorno della menzogna del governo e della verità del
popolo", momento centrale nella nostra agenda di lotte, con attività di protesta e di proposta in tutto
il paese.
Sulle sponde del São Francisco, contemplando le sue bellezze e le sue piaghe,con in fondo la diga di
Sobradinho, diamo un "sorso d’acqua" al fiume, partendo con l’impegno di difendere la Vita. Mística,
Studio e Azione, proposti da Don Luiz Cappio, sono state le espressioni concrete di questo impegno.
Zucche abbellite da nastri colorati, piene di sementi, sono stati i simboli che ogni delegazione ha
portato.
Sobradinho 27 febbraio 2008
Movimento dos Pequenos Agricultores (MPA); Movimento dei "Colpiti" dalle Dighe (MAB); Movimento das Mulheres
Camponesas (MMC); Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST); Movimento Saúde Pirituba - SP (Perupi); Marcha
Mundial das Mulheres; Apoinme; Conselho Pastoral dos Pescadores (CPP); Comissão Pastoral da Terra (CPT); Cáritas;
Conselho Indigenista Missionário (CIMI); Pastoral da Juventude do Meio Popular (PJMP); PJR; Conferência dos Religiosos do
Brasil (CRB); Comunidades Eclesiais de Base (CEBs); Sefras - Serviço Franciscano de Solidariedade; Serviço Justiça, Paz e
Ecologia da Província Franciscana de SP; Serviço Justiça, Paz e Ecologia da Província Franciscana de Imaculada Conceição;
Igreja do Carmo de Belo Horizonte; Congregação Filhas de Jesus (Sobradinho/BA); 1ª Igreja Batista (Santa Maria da
Vitória/BA); Romaria do Grito dos Excluídos; Misereor; Instituto Regional da Pequena Agricultura Apropriada (IRPAA); Centro
Nordestino de Medicina Popular; Consea - PE; Diaconia; PACS; Articulação do Semi-Árido (ASA); ASPTA; CAIS - Centro de
Assessoria e Apoio a Iniciativa Social; Rede Ambiental do Piauí; ABAI - Serviço Paz e Justiça; Instituto Palmas; Museu
Ambiental Casa do Velho Chico; Associação dos Geógrafos Brasileiros - Seção Aracaju; Associação Pequenos Agricultores
Cidadania (APAC); AAPMS; CAA - Centro de Assessoria do Assuruá; SASOP; Associação dos Advogados dos Trabalhadores
Rurais; Escolas Famílias Agrícolas (EFAs); Centro Terra Mar; Comitê da Bacia do rio Salitre; Ecodebate; Sindicatos de
Trabalhadores Rurais; Sindicato dos Trabalhadores em Água e Esgoto no Estado da Bahia (SINDAE); Pólo Sindical Submédio
São Francisco; SINTECT-PE (Sindicato dos Trabalhadores da Empresa de Correios e Telégrafos); Sintagro/BA; Sindprev/RJ;
APLB - Sindicato de Santa Maria da Vitória; Fórum Permanente da Bahia em Defesa do São Francisco; Frente Cearense por
uma Nova Cultura de Água Contra a Transposição; Frente Paraibana em Defesa da Terra, das Águas e dos Povos do
Nordeste; Comitê Paulistano Contra a Transposição; CESE; KOINONIA; ABCMAC - P1+2; ACIDES; AMIDES; Água Viva;
Paróquias: Campo Alegre de Lourdes/BA, Sobradinho/BA, São Francisco de Assis/BA, Paulo Afonso/BA, Nossa Senhora das
Dores; SECON; Rede Social; Jornal Brasil de Fato; Conlutas; Diretório Central dos Estudantes de Minas Gerais; Consulta
Popular; PSOL; PSTU; PUC Minas; DCE UFMG; Universidade de Innsbruck - Instituto de Geografia; UNB; Federação Argentina
de Estudantes de Agronomia; Executiva Nacional dos Estudantes de Veterinária; Grupo Nascer (UFMG); Lições da Terra (PUC
Minas); Federação dos Estudantes de Agronomia do Brasil (FEAB); Geografar - UFBA; UFS - Campus Itabaiana (SE); UNEB;
Povos indígenas - Pipipã, Truká e Tupã; Comunidades Quilombolas, Vazanteiros, Geraiseiras, Catingueiras e pescadores;
Colônia de Pescadores: Z-20 (Ibiaí/MG); Juazeiro, Z-07 (Neópolis/SE); Federação dos pescadores de Alagoas; Reserva
Extrativista São Francisco - Serra do Ramalho.
www.yabasta.it
Agua para vida!
sulle rive del Rio São Francisco
1 agosto 2008
La Carovana si è fermata per alcuni giorni nello Stato di Pernambuco, al confine nord della Bahia,
sulle rive del Rio São Francisco, dove è iniziato il Projeto de Transposiçao, per conoscere il MAB
(Movimento dos Atingidos por Barragens) che lotta a fianco delle comunità rurali, indigene e
quilombolas, contro la costruzione delle dighe, delle centrali idroelettriche e la privatizzazione delle
risorse idriche del paese.
Attualmente in Brasile sono presenti circa 2mila dighe e la previsione è che ne vengano costruite
altre 1443 entro il 2020, con il conseguente sgombero di circa 800mila persone. Già in passato la
costruzione di centrali idroelettriche e la creazione di laghi artificiali ha espulso dai propri territori
oltre 1milione di residenti. La maggior parte delle dighe brasiliane è stata privatizzata negli anni ’90,
sotto il Governo di Fernando Henrique Cardoso, e sono di proprietà di imprese europee, canadesi e
statunitensi, e il costo dell’energia elettrica è altissimo per le famiglie brasiliane.
Il MAB è un movimento autonomo cominciato verso la fine degli anni ’70 nel sud del Brasile, e oggi è
presente in 17 stati brasiliani; si occupa principalmente di organizzare, formare e accompagnare le
comunità contadine che si trovano in situazione di difficoltà a causa della presenza di dighe nei loro
territori. Negli ultimi anni, il MAB collabora attivamente con il MST e altri movimenti e sindacati
rurali, organizzando seminari, manifestazioni e occupazioni per protestare contro la politica
economica del neoliberismo e il modello di agrobusiness che viene implementato sul territorio
brasiliano. Nella regione di confine tra Bahia e Pernambuco sta organizzando la resistenza delle
comunità locali al megaprogetto federale di Trasposiçao do Rio Sao Francisco, che prevede la
costruzione di due dighe, per formare un immenso lago artificiale, e di due enormi canali di
irrigazione che attraverseranno le zone del semi arido nordestino.
Questa parte del Brasile è la zona più arida del paese e la sopravvivenza è possibile solo lungo le
rive del fiume. Dopo la costruzione delle dighe le nuove terre fertili verranno vendute alle
multinazionali della frutticultura e della cellulosa, l’accesso all’acqua verrà negato perché le centrali
idroelettriche sono di imprese private e le comunità saranno separate e ricollocate in altri punti
dell’entroterra, come è già successo quando sono state costruite le dighe di Sobradinho, negli anni
’70, e di Itaparica, nell’88.
Dietro la giustificazione di risolvere i problemi delle popolazioni locali di una delle zone più secche del
paese, c’è in realtà un forte interesse economico dello Stato e delle multinazionali legate
all’agrobusiness e delle imprese idriche private, che non si importano della presenza di comunità
rurali, indigene e quilombolas nelle aree che verranno inondate. Nella zona verranno probabilmente
costruite due dighe, Riacho Seco (lunga 7 km e alta 15 metri) e Pedra Branca, per formare un
enorme lago artificiale; a partire dal prossimo anno, circa 22.000 persone dovranno lasciare le loro
terre di origine e non si sa dove verranno ricollocate né quali diritti verranno garantiti.
[...]
Un decreto legislativo dichiara che “le comunità remaniscentes dos quilombos” non possono essere
tolte dalle loro terre né ricollocate in altri luoghi” perché sono aree protette, patrimonio culturale del
Brasile. Nonostante questa disposizione, sono ormai centinaia di migliaia le famiglie che in tutto il
Brasile hanno dovuto abbandonare le proprie terre di origine, con conseguenze devastanti dal punto
di vista economico e sociale: destrutturazione dei nuclei familiari originari, perdita delle tradizioni
culturali, proprie dei popoli indigeni e quilombolas, difficoltà di adattamento alla nuova realtà,
collasso economico, prostituzione, violenza e fame.
Un grande problema che devono affrontare i militanti del MAB nel loro lavoro di formazione e
denuncia, è che molte persone sono convinte che trarranno beneficio dalla costruzione di dighe
dall’opera di Transposição, e che riceveranno un indennizzo economico. In realtà è stato fatto
soltanto un semplice censimento dei nuclei familiari presenti nella regione e non è stata fatta
nessuna proposta concreta per quanto riguarda la ricollocazione delle comunità. Guardando
all’esperienza delle comunità sgomberate dopo la costruzione della diga di Itaparica, si è visto che le
comunità impiegano circa 20 anni prima di riuscire a ritrovare un equilibrio economico e sociale al
proprio interno; le indennizzazioni sono state ottenute soltanto dopo anni di lotta e proteste e molte
famiglie sono state ricollocate in territori aridi e lontani dalle risorse idriche che non gli hanno
permesso di sviluppare una attività agricola redditizia, riducendole alla fame e costringendole a una
migrazione forzata verso le favelas delle grandi città.
“Quello di cui abbiamo bisogno – raccontano i rappresentanti delle comunità, impegnati in prima
linea nella difesa dei loro territori – è che si sviluppi un progetto che tenga conto in primo luogo
delle richieste delle popolazioni locali e non degli interessi delle multinazionali e dell’agrobusiness.
Dobbiamo imparare a sfruttare le risorse del nostro paese in modo che favoriscano tutti e non solo
qualcuno”.
AGUA PARA A VIDA, NAO PARA A MORTE!
http://archive.globalproject.info/art-16615.html
BRASILE
Rapporto 2009
Amnesty International
Repubblica Federativa del Brasile
Capo di Stato e di governo: Luiz Inácio Lula da Silva
Pena di morte: abolizionista per i reati ordinari
La società brasiliana ha continuato a presentare un profondo divario nel godimento dei diritti umani.
La crescita economica e i progetti sociali sostenuti dal governo hanno contribuito a una certa
riduzione delle disuguaglianze economiche. Tuttavia, nonostante i modesti miglioramenti nella
riduzione della povertà, le disparità nella distribuzione dei redditi e della ricchezza si sono mantenute
tra i più alti livelli della regione e le violazioni dei diritti umani subite da milioni di persone in
permanente condizione di povertà sono rimaste in larga parte senza risposta. Le comunità più
povere hanno continuato a non avere accesso ai servizi, a vivere sulla propria pelle situazioni di
elevata violenza fra bande, subendo sistematiche violazioni dei diritti umani da parte della polizia.
Le comunità urbane più emarginate hanno continuato a subire gli effetti di una protezione sociale
insufficiente, politiche di sviluppo urbano discriminatorie e della mancanza di condizioni di sicurezza
pubblica. In conseguenza di ciò, molte persone si sono trovate intrappolate nelle favelas o in
abitazioni inadeguate, nella scomoda posizione di subire alternativamente il crimine violento o gli
abusi della polizia.
Nelle zone rurali, i lavoratori senza terra e le popolazioni indigene hanno ricevuto intimidazioni e
hanno subito minacce di violenza e di sgombero forzato. L'espansione del settore agro-industriale
unitamente ai progetti di sviluppo pubblici e privati hanno rinvigorito decenni di discriminazione e di
povertà nelle comunità agricole. I diritti costituzionali e i diritti umani di queste comunità sono stati
regolarmente ignorati, sia per l'impossibilità di accesso alla giustizia e ai servizi sociali sia a causa
della violenza e delle intimidazioni da parte di società di sicurezza private a difesa di potenti interessi
economici.
Molti attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani delle comunità più emarginate, fra cui avvocati,
sindacalisti e leader di comunità, sono stati criminalizzati dalle autorità e hanno ricevuto minacce da
parte di coloro che vedevano i propri interessi messi in pericolo.
Contesto
Nel mese di ottobre in tutto il Brasile si sono svolte elezioni municipali generali. A Rio de Janeiro,
dove gruppi para-polizieschi (noti come milícias), formati da ex agenti di polizia o da poliziotti,
pompieri e soldati fuori servizio, e bande di narcotrafficanti controllavano gran parte della città, la
situazione era così instabile che è stato impiegato l'esercito per garantire la sicurezza dei candidati.
A novembre le inondazioni hanno devastato parte dello Stato di Santa Catarina, causando oltre 100
morti e lasciando più di 30.000 persone senza tetto.
La corruzione ha continuato a deteriorare sia la gestione dei servizi pubblici sia l'accesso alla
giustizia. Nel mese di maggio un'indagine della polizia federale ha smascherato un sistema che
dirottava fondi pubblici del Banco brasiliano dello sviluppo per incarichi contrattati dalle
amministrazioni locali negli Stati di São Paulo, Rio, Paraíba e Rio Grande do Norte. A dicembre, nel
contesto di un'altra indagine per corruzione nello Stato di Espírito Santo, la polizia federale ha
arrestato il presidente del Tribunale supremo dello Stato, insieme a giudici, avvocati e un membro
della Procura, per il presunto coinvolgimento nella compravendita di sentenze giudiziarie.
Il lungo periodo di impunità registrato dal Brasile per i crimini compiuti dal regime militare (19641985) ha subito una prima seria battuta d'arresto. A luglio il ministro della Giustizia Tarso Genro ha
riaperto il dibattito, affermando che la tortura non era un reato politico e pertanto non rientrava
nella legge di amnistia del 1979. Le sue affermazioni sono state respinte dal ministro della Difesa e
da membri delle forze armate. A ottobre l'Ordine brasiliano degli avvocati ha chiesto alla Corte
suprema di pronunciarsi sull'interpretazione della legge di amnistia.
A ottobre, il colonnello in congedo dell'esercito Carlos Alberto Brilhante Ustra è stato la prima
persona a essere giudicata colpevole in una causa civile di tortura durante il governo militare. In
modo contraddittorio, avvocati del governo federale hanno annunciato che avrebbero difeso il
colonnello Ustra e un altro imputato, l'ex colonnello Audir dos Santos Maciel in una causa civile
separata, con la motivazione che la legge di amnistia li avrebbe esentati dall'incriminazione.
In ambito internazionale, in aprile il Brasile ha presentato un rapporto al nuovo sistema di controllo
del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, la Revisione periodica universale. Il governo
federale ha accettato le raccomandazioni del Consiglio, che includevano l'adozione di misure per
ridurre l'uso eccessivo della forza da parte della polizia, migliorare le condizioni nel sistema
carcerario, e garantire la protezione per i difensori dei diritti umani. La proposta di adeguare la
legislazione brasiliana allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale a fine anno era in
attesa di ratifica da parte del Senato e della Camera dei deputati.
Violenze nelle zone rurali e sgomberi forzati
Si sono registrate continue violenze nei confronti dei lavoratori senza terra, spesso compiute da
società di sicurezza private, lasciate pressoché libere di muoversi al di fuori di ogni regola,
ingaggiate dai proprietari terrieri, o da milizie illegali. Si sono ripetuti sgomberi forzati, in molti casi
nella totale mancanza di rispetto della legge. Vi sono stati tentativi di criminalizzare i movimenti che
sostengono i senza terra nei loro sforzi di difendere la terra e la riforma agraria.
Nello Stato di Rio Grande do Sul la procura e la polizia militare hanno aperto un fascicolo che
raccoglie numerose accuse nei confronti di membri del Movimento dei lavoratori rurali senza terra
(Movimento dos trabalhadores rurais sem terra - MST), definite da quest'ultimo come un tentativo di
limitare le proprie attività e di criminalizzare i suoi membri. Il dossier, che comprendeva accuse di
legami del MST con gruppi terroristici internazionali, è stato usato a sostegno delle richieste legali di
sgomberi, diversi dei quali sono stati eseguiti dalla polizia attraverso un uso eccessivo della forza.
Nello Stato di Paraná, milizie armate illegali legate ai proprietari terrieri hanno continuato ad
aggredire lavoratori senza terra.
Lo Stato di Parà ha continuato a registrare il più alto numero di minacce e uccisioni nei confronti di
attivisti per la terra; pressoché nessuno è stato chiamato a risponderne di fronte alla giustizia.
Diritti dei popoli indigeni
Le popolazioni indigene impegnate nella lotta per i loro diritti costituzionali alle terre ancestrali
hanno continuato a subire uccisioni, violenze, intimidazioni, discriminazioni, sgomberi forzati e altre
violazioni dei diritti umani, che spesso li hanno fatti sprofondare in condizioni di sempre più pesante
povertà. I ritardi nelle decisioni giudiziarie hanno contribuito alla persistente violenza contro le
popolazioni indigene. Dopo la sua visita in Brasile in agosto, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite
sui popoli indigeni ha criticato «la persistente discriminazione che pervade la creazione di politiche,
l'offerta di servizi e l'amministrazione della giustizia» che «ha talmente infestato parte della società
da sfociare in violenza».
Nel mese di maggio, uomini incappucciati hanno sparato e tirato bombe incendiarie contro un
gruppo di indigeni nella riserva Raposa Serra do Sol nello Stato di Roraima, ferendo 10 persone. Gli
attacchi sono stati attribuiti a coltivatori di riso su vasta scala che continuavano a occupare
illegalmente le terre indigene sancite ufficialmente dal presidente Lula nel 2005. Gli sforzi della
polizia federale per far sgomberare gli agricoltori sono stati bloccati da un controverso appello da
parte del governo statale alla Corte Suprema sulla legalità del processo di demarcazione. Nonostante
nel mese di dicembre otto degli 11 giudici della Corte Suprema abbiano votato per confermare la
demarcazione originale di Raposa Serra do Sol, la sentenza finale è stata posticipata al 2009 dopo
che uno dei giudici aveva richiesto tempo per ulteriori riflessioni.
Difensori dei diritti umani
In tutto il Paese, i difensori dei diritti umani hanno continuato a essere oggetto di minacce,
intimidazioni e aggressioni.
Il Pará è rimasto lo Stato con il maggior numero di difensori dei diritti umani a rischio. Secondo il
programma per la protezione dei difensori dei diritti umani dello Stato del Pará, erano almeno 50 i
difensori a rischio, meno 10 dei quali ricevevano protezione adeguata.
Polizia e forze di sicurezza
Il sistema giudiziario penale brasiliano ha continuato a essere caratterizzato da negligenza,
discriminazione e corruzione. Nonostante vi sia stata una diminuzione del numero complessivo degli
omicidi, le comunità più povere nei centri urbani e nelle piccole città dell'interno hanno continuato a
registrare alti livelli di crimini violenti e omicidi. Elementi appartenenti alle forze di sicurezza e di
polizia sono risultati coinvolti in squadroni della morte, milícias o attività criminali.
Vi è stato un limitato progresso nel Programma nazionale di sicurezza pubblica e cittadinanza
(Programa Nacional de Segurança Pública com Cidadania - PRONASCI) volto alla prevenzione del
crimine e all'inclusione sociale nei centri urbani più violenti del Brasile, mentre solo alcuni Stati
avevano avviato progetti di finanziamento in merito.
- Rio de Janeiro
Le autorità statali hanno continuato a sostenere la linea dura nelle attività di controllo, attraverso
operazioni su vasta scala che hanno visto il dispiegamento di un gran numero di agenti, veicoli
blindati ed elicotteri in incursioni nelle favelas della città.
Sebbene il numero degli omicidi nella città di Rio de Janeiro sia diminuito rispetto al 2007, la
percentuale delle uccisioni da parte della polizia registrate come «atti di resistenza» è stata pari
all'incirca una su sette del numero complessivo di uccisioni registrato tra gennaio e ottobre. Si sono
continuate a registrare uccisioni compiute da poliziotti fuori servizio. Indagini della polizia civile
hanno rivelato che 12 agenti di polizia, fra cui due appartenenti alla squadra operativa speciale
(Batalhão de Operações Especiais - Bope), erano stati assoldati come killer. Sono continuate anche
le intimidazioni contro chi si opponeva alla criminalità organizzata.
Nel mese di giugno il parlamento ha avviato un'inchiesta sul ruolo delle milícias, che si riteneva
avessero il controllo di circa 170 favelas. L'inchiesta ha rivelato una rete di racket di protezione,
manipolazioni elettorali, violenza e corruzione, che si estendeva fino al cuore delle istituzioni statali,
con estesi collegamenti fra agenti di polizia corrotti, milícias e politici statali e comunali. A seguito
dell'inchiesta, diversi uomini chiave delle milícias sono stati arrestati, compreso un deputato statale.
- São Paulo
Nonostante si sia registrata una diminuzione del numero globale di omicidi, le statistiche ufficiali
relative alle uccisioni compiute dalla polizia militare dello Stato di São Paulo sono lievemente
aumentate nel periodo compreso tra gennaio e settembre a 353, rispetto alle 325 registrate nel
medesimo arco di tempo del 2007. Contemporaneamente, si è avuta notizia di omicidi plurimi.
Squadroni della morte con legami con la polizia hanno continuato ad agire nella periferia della città
di São Paulo.
- Il Nord-Est
Nel rapporto su una sua visita in Brasile nel novembre 2007, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite
sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie ha affermato che «la procura di Pernambuco
stimava che circa il 70% degli omicidi nello Stato di Pernambuco erano stati commessi da squadroni
della morte» e che secondo una commissione parlamentare federale d'inchiesta «l'80% dei reati
compiuti da gruppi di sterminio coinvolgevano poliziotti o ex poliziotti».
A Macéio, nello Stato di Alagoas, la popolazione era lasciata alla mercé delle bande legate al traffico
di droga.
Tortura e altri maltrattamenti
Nonostante numerose iniziative del governo, fra cui la ratifica del Protocollo opzionale alla
Convenzione contro la tortura, l'uso della tortura da parte degli agenti delle forze dell'ordine è
rimasto diffuso durante le fasi dell'arresto, gli interrogatori e la detenzione. Rari sono stati i casi di
denuncia, indagine e azione giudiziaria ai sensi della legge sulla tortura del 1997.
Molti centri di detenzione sono risultati di fatto controllati al loro interno da bande criminali e i
detenuti sono stati spesso sottoposti a torture e maltrattamenti e talvolta uccisi dalle guardie o da
altri detenuti. Alcuni Stati hanno continuato ad applicare un sistema di isolamento prolungato nelle
carceri di massima sicurezza, in violazione degli standard internazionali.
Con una decisione storica, il Procuratore generale ha rivolto una richiesta alla Corte suprema
federale, richiedendo l'intervento federale nello Stato di Rondônia per prevenire le sistematiche
violazioni compiute nel centro di detenzione José Mário Alves, conosciuto come Urso Branco. La
richiesta arrivava dopo otto anni di rapporti da parte di ONG nazionali e locali, di Global Justice e
della Commissione giustizia e pace in merito a violazioni che comprendevano esecuzioni sommarie e
tortura. Si sono avute continue notizie di maltrattamenti e abusi nel sistema carcerario minorile.
Diritti delle donne
Le donne hanno continuato a subire violenza e sopraffazioni. Le sopravvissute a tali abusi residenti
nelle comunità più povere non hanno potuto disporre dei servizi di base e hanno avuto limitato
accesso alla giustizia. Spesso i loro contatti con il sistema giudiziario hanno avuto come risultato
maltrattamenti e minacce.
Le donne residenti in comunità dominate da bande criminali o milícias hanno dovuto affrontare
sopraffazioni con scarse prospettive di risarcimento.
Il numero di donne detenute è continuato ad aumentare. I dati diffusi dal Depen, Dipartimento
nazionale per le carceri, ha mostrato un incremento del 77% della popolazione penitenziaria
femminile negli ultimi otto anni, una percentuale di aumento maggiore rispetto agli uomini. Le
donne in carcere hanno continuato a subire maltrattamenti, sovraffollamento, assistenza inadeguata
in caso di parto e mancanza di servizi di assistenza per i figli.
http://www.amnesty.it/Rapporto-Annuale-2009/Brasile.html#066bc1
BRASILE
Riferimenti
Bibliografia
Brasile. La stella del sud, I quaderni speciali di Limes, L’Espresso, Milano 2007
Giacomelli Renzo (a cura di), Brasile al bivio. La scommessa di Lula, presidente operaio, Ed. Paoline,
Brescia 2004
Isenburg Teresa, Brasile: una geografia politica, Carocci, Milano 2006
Losano Mario G., Il Movimento Sem Terra del Brasile. Funzione sociale della proprietà e latifondi
occupati, Diabasis, Reggio Emilia 2007
Nocella Roberto, Brasile, Editori Riuniti, Roma 2004
Pietrobelli Carlo, Pugliese Elisabetta, L’economia del Brasile. Dal caffè al bioetanolo: modernità e
contraddizioni di un gigante, Carocci, Milano 2007
Trampetti Mario, Il Brasile. Tra imperativi economici ed aspirazioni di potenza (1945-2000), Franco
Angeli, Milano 2007
Articoli da periodici
I contadini brasiliani sommersi dai debiti, tratto da Financial Times, Internazionale, n. 777, 9-15
gennaio 2009, p. 80
Lula’s last lap, The Economist, n. 8613, 10-16 gennaio 2009, pp. 43-44
La speranza brasiliana, tratto da The Economist, Internazionale, n. 746, giugno 2008, pp. 52-56
This time it will all be different, The Economist, n. 8563, 19-25 gennaio 2008, pp. 45-46
Marco Bello, Terra indigena, terra contesa, Missioni Consolata, n. 9, settembre 2008, pp. 45-51
Gerolamo Fazzini, Giorgio Bernardelli, Anna Pozzi, Costanzo Donegana, Troppo ricchi troppo poveri,
Mondo e Missione, n. 1, gennaio 2009, pp. 35-50
Fabrizio Mola, Sogni in catene, Missioni Consolata, n. 1, gennaio 2009, pp. 14-18
Emilio Molinari, Al mercato dei beni comuni, Solidarietà internazionale, n. 2, febbraio 2008, pp. 7-9
Sitografia
http://www.brasileitalia.info/
http://ww.caritas.org.br/
http://www.cdca.it (centro documentazione conflitti ambientali)
http://www.fondoacquabenecomune.it/
http://www.ibrit.it
http://www.pnud.org.br/home/
Filmografia
Batismo de Sangue, di Helvècio Ratton - 2006
Merica, di Federico Ferrone, Michele Manzolini, Francesco Ragazzi - 2007