Latina Un problema notevole anche la carenza di vaccinazioni I numeri Colpiti soprattutto gli adulti e la fascia che va dai 30 ai 40 anni. Il Lazio fa registrare il record di 570 contagiati Emergenza morbillo al Goretti Sono 47 le persone che hanno contratto la malattia in provincia nei primi quattro mesi dell’anno, ancora 8 ricoverati SALUTE Si è ammalato di epatite, risarcimento da record MARCO BATTISTINI Il morbillo non ha risparmiato Latina. Una cinquantina di casi (47 per la precisione) e ben otto persone ancora ricoverate presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Goretti, diretto dal professor Claudio Mastroianni. Solo nel Lazio sono stati registrati 570 contagiati. Questo il bilancio dei primi quattro mesi del 2017. La malattia ha colpito soprattutto la fascia degli adulti. Si tratta per la maggior parte delle circostanze di persone tra i 30 ed i 40 anni che da bambini non sono state vaccinate. Solo ad aprile si sono registrati 385 casi di morbillo in Italia: il dato è cinque volte superiore a quelli verificatisi nello stesso mese del 2016, quando se ne erano contati appena 76. E’ di 1.920 il numero totale dei casi verificatisi dall’inizio di quest’anno. Fra questi un terzo ha avuto almeno una complicanza. Diventa dunque fondamentale la vaccinazione. In Italia il vaccino per il morbillo non è obbligatorio ma viene raccomandato dalle autorità sanitarie. La prima dose viene in genere somministrata tra i 12 e i 15 mesi di vita, dato che fin verso il nono mese di vita il neonato è protetto dagli anticorpi della madre (se ha avuto il morbillo o, per un periodo inferiore, se è vaccinata), con un richiamo a 5-6 anni. Anche ai giovani e agli adulti che non hanno avuto la malattia da piccoli è consigliata la vaccinazione, in due dosi a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra. Il morbillo è una malattia esantematica causata da un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae. Il virus prima di dar luogo alla malattia vera e propria ha un periodo di incubazione di circa 9-14 giorni. L’infezione inizialmente si confonde con una banale forma di raffreddamento, poiché si manifesta con starnuti, tosse secca, febbre che tende a crescere con il passare dei giorni. Ac- IL CASO Il reparto di malattie infettive in difficoltà per la carenza di personale a disposizione canto a questi sintomi, compaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca, seguiti a 3-4 giorni di distanza dalla comparsa delle macchie rosse (l’esantema), piccoli puntini rosso vivo che dapprima compaiono dietro le orecchie e il viso per poi allargarsi a tutto il corpo. L’eruzione cutanea dura per 4-7 giorni e i puntini cominciano a scomparire a partire dal collo: durante questo intervallo di tempo la febbre tende a mantenersi alta, di solito intorno ai 39°C. Una volta contratto il virus, si ottiene un’immunità a vita ovvero non ci si riammala più di morbillo. L’emergenza morbillo è solo l’ultima in ordine temporale per il Solo ad aprile si sono registrati 385 casi di morbillo in Italia: allarme alto reparto di Malattie Infettive, alle prese con una cronica carenza di personale. Cinque medici, di cui uno universitario. Un precario in via di uscita e 12 infermieri. Il reparto paga come altre discipline dell’ospedale l’insufficienza nell’organico. La rete regionale ha assegnato 18 posti letto ad un servizio diventato un punto di riferimento innanzitutto per l’assistenza territoriale dei malati di Hiv, insieme allo Spallanzani di Roma e al Belcolle di Viterbo. Considerato il bacino di utenza quello del Goretti dovrebbe diventare un centro di coordinamento regionale. Un auspicio più che una certezza. l Concorsi per cinque primari La Asl seleziona professionisti per il pronto soccorso LA NOVITÀ Personale carente e tasselli rimasti vuoti in diversi reparti: l’Asl prova a limitare i danni. Dopo il via libera arrivato dalla Regione Lazio, l’azienda sanitaria di Latina ha indetto ben cinque avvisi pubblici per il conferimento di incarichi in alcune discipline particolarmente delicate. A partire dalla nomina del direttore di struttura complessa di Medicina d’urgenza e dell’Unità di Trattamento Neurovascolare del Goretti. Stessa procedura per la scelta Venerdì 5 maggio 2017 del primario di Neurochirurgia del presidio Nord, del responsabile della Neuropsichiatria infantile e soprattutto del primario di Ostetricia e Ginecologia sempre del nosocomio di Latina. Per la medesima disciplina è stato indetto anche un avviso pubblico inerente al Dea di I livello di Formia. Vista la carenza ben nota di camici bianchi presso la Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza (ovvero il Pronto Soccorso), l’Azienda sanitaria ha disposto un avviso pubblico, per titoli, quiz a risposta sintetica e colloquio, per la formazione di una graduatoria di medici. Si punta in questo modo a superare almeno in parte la carenza di personale nel più grande ospedale della provincia e anche nelle altre strutture. l La Asl del capoluogo cerca cinque primari per il Pronto soccorso E’ stata notificata nei giorni scorsi la sentenza del Tribunale di Roma con cui è stato condannato il Ministero della Salute a pagare la somma di 400mila euro ad un uomo di Latina che all’età di 28 anni era rimasto infettato da epatite C a seguito di alcune trasfusioni di sangue del 1972. L’uomo non potrà mai incassare la somma, visto che è morto 10 mesi fa all’età di 72 anni. Si tratta di una storia giudiziaria iniziata nel 2012 quando l’uomo, molto conosciuto a Latina, si è rivolto a un avvocato per ottenere il risarcimento dei danni per quelle trasfusioni di sangue infetto i cui effetti negativi si erano manifestati dopo 40 anni con l’epatite C. Nel corso della causa sembrava che la malattia fosse scomparsa dopo una terapia a base di interferone e ribavirina che avevano praticamente azzerato il letale virus HCV. Tuttavia solo dopo qualche mese la malattia si è ripresentata con una maggiore aggressività rispetto a quella documentata nella perizia del medico legale nominato dal tribunale che ha riconosciuto il nesso causale tra trasfusioni del 1972 e il contagio virale. La sentenza di 400mila euro infatti tiene conto solo dell’invalidità del paziente causata da una epatite C correlata e non anche del successivo danno da cirrosi epatica e del danno da morte. Per questo gli eredi dell’uomo, che si era illuso di aver superato la malattia, stanno per iniziare una nuova causa contro il Ministero della Salute per ottenere giustizia per la morte del loro congiunto e dei successivi danni, compresa una depressione reattiva conseguente all’illusione della guarigione e poi alla consapevolezza di non avere più scampo. l EDITORIALE OGGI 13