PARTE III VALUTAZIONE DEL PAZIENTE CAPITOLO 12 Anamnesi ed esame obiettivo: un approccio basato sull’evidenza JamesC. Fange PatrickT . O’Gara ANAMNESI, 113 © 2012 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. ESAMEO BIETTIVO, 114 Aspettog enerale, 114 Esamec ardiovascolare, 116 APPROCCIOI NTEGRATOB ASATOS ULL’EVIDENZA, 124 Insufficienzac ardiaca, 124 Cardiopatia valvolare, 128 Malattiap ericardica, 130 L’approccio al paziente con malattia cardiovascolare nota o sospetta inizia con l’anamnesi guidata e l’esame obiettivo mirato, la cui estensione dipende dal contesto clinico al momento della presentazione. Durante le visite elettive in ambulatorio, il tempo a disposizione per una valutazione completa è relativamente maggiore rispetto a quanto accada in caso di emergenze in Pronto Soccorso o in reparto, dove è necessaria una strategia più mirata. La raccolta dell’anamnesi non deve essere delegata a tirocinanti, specializzandi o ad altro personale sanitario. L’anamnesi spesso fornisce elementi per collegare aspetti apparentemente disparati del quadro clinico del paziente; essa aiuta a valutare l’atteggiamento del paziente, la sua intelligenza, comprensione, accettazione, negazione, motivazione, paura e i suoi pregiudizi. La comprensione della natura del soggetto consente un approccio più circostanziato alle decisioni terapeutiche condivise. Il colloquio può rilevare influenze genetiche ed effetti di altre condizioni mediche sulla patologia che si sta manifestando. Sebbene la stesura di un’anamnesi dettagliata sia ostacolata da limiti di tempo,1 le problematiche connesse alle spese sanitarie, in parte legate all’esecuzione prematura di esami diagnostici per immagini, potrebbero invertire questa tendenza. Il declino nelle capacità di eseguire un esame obiettivo ha suscitato grandi preoccupazioni. Solo una minoranza di medici internisti e di base è in grado di riconoscere reperti cardiaci classici. Non sempre le capacità migliorano con l’esperienza.2 Lo scadimento delle abilità legate all’esame obiettivo del paziente ha provocato l’aumento dell’uso inopportuno della diagnostica per immagini non invasiva. L’uso di ecocardiografi portatili può consentire di determinare le dimensioni della camera, la funzione ventricolare e la performance valvolare in modo più affidabile rispetto all’esame obiettivo.3,4 Ciononostante, anamnesi ed esame obiettivo rimangono auspicabili ed economici. Gli sforzi finalizzati alla formazione, tra cui ripetizioni, sessioni di addestramento focalizzate sul paziente e feedback di visualizzazione di reperti rilevati all’auscultazione e all’eco-Doppler, possono migliorare le competenze.5-7 La base di evidenze che giustifica le correlazioni tra anamnesi, esame obiettivo e malattia cardiovascolare è stata determinata in maniera estremamente rigorosa per l’insufficienza cardiaca, la cardiopatia valvolare e la coronaropatia. Segni vitali, congestione polmonare e rigurgito mitralico (RM) contribuiscono in maniera sostanziale alla valutazione al letto del paziente con sindrome coronarica acuta (SCA).8,9 L’esame obiettivo fornisce informazioni in tempo reale per il processo decisionale e deve guidare la terapia quando i risultati sui biomarcatori non sono ancora disponibili. Un’attenta auscultazione fornisce importanti PROSPETTIVEF UTURE, 130 BIBLIOGRAFIA, 131 indizi su molte lesioni cardiache valvolari e congenite.10 Questo capitolo si prefigge di riconsiderare le basi dell’anamnesi cardiovascolare e dell’esame obiettivo alla luce della base di evidenze raccolte in studi di correlazione. Per ulteriori dettagli si vedano le precedenti edizioni di questo testo. Anamnesi I principali sintomi associati a malattia cardiaca sono fastidio toracico, dispnea, astenia, edema, palpitazioni e sincope.Altri sintomi sono tosse, emottisi e cianosi. Claudicatio, dolore agli arti, edema e colorazione anomala della pelle possono segnalare una patologia vascolare. La diagnosi differenziale del fastidio toracico può essere circoscritta prestando particolare attenzione a posizione, irradiazione, fattori scatenanti, modalità di insorgenza, durata, fattori allevianti e sintomi associati (Cap. 53). L’angina pectoris deve essere distinta dal dolore associato a embolia polmonare, pericardite, dissecazione aortica, reflusso esofageo e costocondrite. Sebbene un’anamnesi di solo fastidio toracico non sia sufficient e per diagnosticare una SCA, molti aspetti del sintomo di esordio aumentano o riducono la probabilità di SCA. Ad esempio, un dolore pungente (rapporto di verosimiglianza [LR], 0,3; intervallo di confidenza [IC], al 95%, 0,2-0,5), pleurico (LR, 0,2; IC al 95%, 0,1-0,3), posturale (LR, 0,3; IC al 95%, 0,2-0,5) o riproducibile alla palpazione (LR, 0,3; IC al 95%, 0,2-0,4) di norma non è di origine cardiaca, mentre un fastidio che irradia a entrambe le braccia o le spalle (LR, 4,1; IC al 95%, 2,5-6,5) o scatenato dallo sforzo fisico (LR, 2,4; IC al 95%, 1,5-3,8) aumenta la probabilità di SCA. 11 Anche sintomi meno classici (equivalenti anginosi) come indigestione, eruttazione e dispnea devono essere oggetto di attenzione da parte del medico quando altre caratteristiche del quadro clinico suggeriscono una SCA, anche in assenza di fastidio toracico. Presentazioni meno tipiche sono più c omuni fra le donne, i pazienti anziani e i diabetici. La dispnea può insorgere in seguito all’esercizio fisico, in posizione supina (or topnea) o persino in posizione eretta (platipnea). La dispnea parossistica notturna di origine cardiaca di norma insorge 2-4 ore dopo l’addormentamento, costringe il paziente a sedersi o ad alzarsi e regredisce gradualmente dopo vari minuti. È opportuno domandare al partner del paziente se ha notato segni di respiro anomalo durante il sonno, come forte russare e/o apnee. L’embolia polmonare spesso causa dispnea a insorgenza improvvisa. Spesso i pazienti usano termini differenti per descrivere la loro percezione del battito cardiaco (palpitazioni), come tremiti, salti o colpi. La probabilità di aritmia cardiaca aumenta leggermente in caso di anamnesi nota di malattia car diaca (LR, 2,03; IC al 95%, 1,33-3,11) e diminuisce se i sintomi si risolvono entro 5 minuti (LR, 0,38; IC al 95%, 0,22-0,63) o in pr esenza di disturbo da attacchi di panico (LR, 0,26; IC al 95%, 0,07-1,01). 12 La segnalazione di una 113 C0060.indd 113 6/28/12 2:14:49 AM 114 TABELLA 12.1 CLASSE Confronto di tre metodi di valutazione della disabilità cardiovascolare CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE NYHA CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE CCS SCALA DI ATTIVITÀ SPECIFICHE CAPITOLO 12 I Pazienti con cardiopatia ma senza limitazioni dell’attività fisica da questa derivanti. La normale attività fisica non provoca affaticamento eccessivo, palpitazioni, dispnea o dolore anginoso. La normale attività fisica, come camminare o salire le scale, non provoca angina. L’angina si instaura in caso di sforzo fisico intenso, rapido o prolungato sul lavoro o durante attività ricreative. I pazienti riescono a completare attività che richiedono equivalenti metabolici (MET) >7 (ad es. possono trasportare un peso di circa 11 kg per otto gradini; trasportare oggetti di peso pari a 36 kg; eseguire lavori all’aperto [spalare la neve, vangare il terreno]; svolgere attività ricreative [sci, pallacanestro, squash, pallamano, corsa/camminate 8 km/h]). II Pazienti con cardiopatia con leggera limitazione dell’attività fisica da questa derivante. Stanno bene a riposo. La normale attività fisica provoca affaticamento, palpitazioni, dispnea o dolore anginoso. Leggera limitazione delle normali attività. Camminare o salire le scale rapidamente, camminare in salita, camminare o salire le scale dopo i pasti, al freddo, in presenza di vento o in condizioni di stress emotivo, oppure solamente per alcune ore dopo il risveglio. Camminare per più di due isolati in piano e salire più di una rampa di normali scale a passo normale e in normali condizioni. I pazienti possono completare attività che richiedono MET >5 (ad es. avere rapporti sessuali senza doversi interrompere, giardinaggio, rastrellare foglie, strappare erbacce, andare sui pattini a rotelle, ballare il fox trot, camminare a 6-7 km/h in piano), ma non riescono a completare attività che richiedono MET ≥7. III Pazienti con cardiopatia con marcata limitazione dell’attività fisica da questa derivante. Stanno bene a riposo. L’attività fisica anche leggera provoca astenia, palpitazioni, dispnea o dolore anginoso. Marcata limitazione delle normali attività. Camminare per 1-2 isolati in piano e salire più di una rampa di scale in normali condizioni. I pazienti possono completare attività che richiedono MET >2 (ad es. fare la doccia senza doversi interrompere, giardinaggio, rastrellare foglie, strappare erbacce, andare sui pattini a rotelle, disfare e rifare il letto, pulire le finestre, camminare a 4 km/h, giocare a bocce, giocare a golf, vestirsi senza doversi interrompere), ma non riescono a completare attività che richiedono MET ≥5. IV Pazienti con cardiopatia che impedisce loro di svolgere qualsiasi attività fisica senza difficoltà. Sintomid iins ufficienza cardiaca o di sindrome anginosa possono essere presenti anche a riposo. Lo svolgimento di qualsiasi attività fisica aumenta il disagio. Incapacità di svolgere qualsiasi attività fisica senza disagio; la sindrome anginosa può essere presente a riposo. I pazienti non riescono a completare attività che richiedono MET ≥2.I ncapacità di svolgere le attività sopra elencate (scala di attività specifiche, classe III). Da Goldman L, Hashimoto B, Cook EF, Loscalzo A: Comparative reproducibility and validity of systems for assessing cardiovascular functional class: advantages of a new specific activity scale. Circulation 64:1227, 1981. sensazione di pulsazione regolare e rapida nel collo (LR, 1,77; IC al 95%, 25-1251) o pulsazioni visibili nel collo associate a palpitazioni (LR, 2,68; IC al 95%, 1,25-5,78) aumentano la probabilità che l’aritmia sia causata da tachicardia da rientro del nodo AV (TRNAV). L’assenza di sensazione di pulsazioni rapide e regolari nel collo rende molto meno probabile la diagnosi di TRNAV (LR, 0,07; IC al 95%, 0,03-0,19). 12 La sincope cardiaca insorge improvvisamente e il paziente torna cosciente in breve tempo. I pazienti con sincope neurocardiogena possono avere un segnale premonitore (nausea, sbadigli), avere un colorito livido e diaforetico e riprendersi con più lentezza, sebbene senza segni di crisi epilettica o di prolungato stato postictale. L’anamnesi completa richiede informazioni relative a tradizionali fattori cardiovascolari di rischio, storia medica generale, attività lavorativa, abitudini sociali, farmaci, allergie o intolleranze ai farmaci, anamnesi familiare e approfondimenti su sistemi e apparati. È estremamente importante effettuare una valutazione semiquantitativa della gravità dei sintomi e documentarne eventuali variazioni nel tempo. I sistemi di classificazione funzionale della New York Heart Association (NYHA) e della Canadian Cardiovascular Society (CCS) sono stati utilizzati per decenni per la cura dei pazienti e la ric erca clinica e sono tuttora in uso, nonostante i loro limiti intrinseci (Tab. 12.1 13,14 ). Esameo biettivo L’esame obiettivo aiuta a determinare qual è la causa di un dato sintomo, analizzare la gravità e l’avanzamento della malattia e valutare l’impatto di terapie specifiche. Aspettoge nerale L’esame obiettivo inizia dalla valutazione dell’aspetto generale del paziente, compresi età, postura, atteggiamento e stato di salute complessivo. Il paziente è sofferente, riposa tranquillo oppure è visibilmente diaforetico o in preda al panico? La diaforesi non è volontaria ed è sintomo di patologia seria. Il paziente cerca di evitare alcune posizioni C0060.indd 114 per ridurre o eliminare il dolore? Ad esempio, il dolore da pericardite acuta spesso si riduce molto in posizione eretta, inclinando il corpo in avanti e respirando superficialmente. Anche il quadro respiratorio è importante. Increspatura delle labbra, voce ansimante e aumento del diametro antero-posteriore del torace depongono maggiormente a favore di una causa polmonare piuttosto che cardiovascolare della dispnea. Il pallore suggerisce che l’intolleranza agli sforzi o la dispnea siano causate da anemia. Alcune sindromi congenite possono essere individuate in base all’aspetto generale del paziente (Capp. 8 e 65). Il deperimento è sintomo di insufficienza cardiaca o altre patologie sistemiche (ad es. neoplasie maligne, infezioni). I segni vitali, tra cui peso, altezza, temperatura, frequenza del polso, pressione arteriosa (entrambe le braccia), frequenza respiratoria e saturazione periferica dell’ossigeno, possono guidare la diagnosi e la terapia. L’altezza e il peso permettono di calcolare l’indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) e la superficie corporea (Body Surface Area, BSA). Il giro vita (misurato alla cresta iliaca) e il rapporto vita/fianchi (usando la circonferenza maggiore attorno ai glutei) permettono di valutare l’obesità centrale e sono fattori predittivi di rischio cardiovascolare a lungo termine.15,16 Nei pazienti con palpitazioni, una frequenza cardiaca a riposo inferiore a 60 battiti/min può indicare un’aritmia clinicamente significativa (LR, 3,00; IC al 95%, 1,27-7,08).12 Anche lo stato mentale deve essere valutato. L’osservazione del respiro durante il sonno può rivelare segni di anomalie respiratorie (ad es. respiro di Cheyne-Stokes, apnea ostruttiva del sonno). UTEC. La cianosi centrale è presente con significativo shunt destrosinistro a livello del cuore o dei polmoni, in seguito al quale sangue desaturato raggiunge la circolazione sistemica. È inoltre una caratteristica della metaemoglobinemia ereditaria. La cianosi periferica o acrocianosi delle dita delle mani e dei piedi, del naso e delle orecchie è sintomo del ridotto flusso ematico causato della costrizione dei piccoli vasi presente nell’insufficienza cardiaca grave, nello shock o nella vasculopatia perif erica. La cianosi diff erenziale che interessa le estremità inferiori ma non quelle superiorisi verifica 6/28/12 2:14:50 AM 115 ESTREMITÀ. La temperatura delle estremità, la presenza di ippocratismo, aracnodattilia e reperti ungueali possono essere rilevati in poco tempo, spesso durante il colloquio con il paziente. L’ippocratismo implica la presenza di shunt centrale (Fig. 12.1). Il pollice trifalangeo non opponibile è presente nella sindrome di Holt-Oram. L’aracnodattilia è caratteristica della sindrome di Marfan. Le lesioni di Janeway (chiazze emorragiche non dolenti leggermente rialzate sulle palme delle mani e sulle piante dei piedi), i noduli di Osler (noduli dolenti e rialzati sui polpastrelli delle dita di mani e piedi) e le emorragie a scheggia (petecchie lineari al centro della placca ungueale) possono essere presenti nell’endocardite. L’edema presacrale o degli arti inferiori con pressione venosa giugulare elevata è presente in molti stati con sovraccarico di volume, compresa l’insufficienza cardiaca. C0060.indd 115 Normale Aspetto Ippocratico ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA nel dotto arterioso pervio (PDA) e nell’ipertensione arteriosa polmonare con shunt destro-sinistro a livello dei grandi vasi. Le teleangectasie ereditarie su labbra, lingua e mucose (malattia di Osler-Weber-Rendu) assomigliano agli spider nevi e, se nei polmoni, possono causare shunt destro-sinistro e cianosi centrale. La teleangectasia può essere provocata anche da sclerodermia. Un colorito scuro o bruno della cute in aree non esposte al sole può essere segno di sovraccarico di ferro ed emocromatosi. L’ittero, spesso evidente in primo luogo nelle sclere, ha un’ampia diagnosi differenziale. Le ecchimosi compaiono spesso in seguito all’assunzione di warfarin, acido acetilsalicilico e/o tienopiridina, mentre le petecchie sono indice di trombocitopenia; le lesioni cutanee purpuree si osservano nei casi di endocardite e di vasculite leucocitoclastica derivante da altre cause. Varie dislipidemie possono manifestarsi con xantomi, a livello sottocutaneo, lungo le guaine tendinee o sopra le superfici estensorie delle estremità. Lo xantoma all’interno dei solchi palmari è specifi co dell’iperlipoproteinemia di tipo III (pre-, densità intermedia). L’aspetto coriaceo, rugoso e “a buccia d’arancia” della cute delle ascelle o delle pieghe cutanee di una persona giovane è altamente caratteristico dello pseudoxantoma elastico, una malattia con manifestazioni cardiache multiple, tra cui aterosclerosi precoce.17 Lentigginosi estese (macule marroni simili a efelidi e macchie caffelatte su tronco e collo) possono essere presenti nel quadro di sindromi cardiovascolari di ritardo dello sviluppo (ad es. LEOPARD, LAMB, Carney) con mixomi atriali multipli, difetto del setto interatriale (DIA), cardiomiopatia ipertrofica e stenosi valvolare (Cap. 8 ).In un paziente con insufficienza cardiaca o sincope, la presenza di lupus pernio, eritema nodoso o granuloma anulare deve fare sospettare la sarcoidosi cardiovascolare. TESTA E COLLO . Controllare sempre la dentatura come possibile fonte di infezione e come indice della salute generale e dell’igiene. Un palato arcuato fa pensare alla sindrome di Marfan e ad altre sindromi che interessano il tessuto connettivo. Una lingua sporgente e di grandi dimensioni con ingrossamento della parotide può essere segno di amiloidosi. La presenza di ugola bifida è stata segnalata nei pazienti con sindrome di Loeys-Dietz. Tonsille di colore giallo-arancione sono caratteristiche della malattia di Tangier. Ptosi e oftalmoplegia suggeriscono distrofie muscolari, mentre la cardiopatia congenita è spesso accompagnata da ipertelorismo, inserzione bassa delle orecchie, micrognazia e pterigio del collo, come nelle sindromi di Noonan, di Turner e di Down. Esoftalmo, retrazione palpebrale e fissità dello sguar do sono segni di ipertiroidismo di Graves. Sclere blu, insufficienza mitralica o aortica e un’anamnesi di fratture scheletriche non traumatiche ricorrenti si osservano nei pazienti con osteogenesi imperfetta. L’arco senile precoce può essere associato a iperlipidemia. L’esame del fondo oculare è sottoutilizzato nella valutazione dei pazienti con ipertensione, aterosclerosi, diabete, endocardite, sintomi neurologici o patologia nota dell’arco aortico o carotideo. L’iperplasia delle ghiandole lacrimali è talvolta riscontrabile nella sarcoidosi. La facies mitralica della stenosi mitralica reumatica (chiazze rosa e violacee con teleangectasia sulle eminenze malari) possono altresì accompagnare altre patologie associate a ipertensione polmonare e ridotta gittata cardiaca. La palpazione della tiroide consente di valutarne le dimensioni, la simmetria e la consistenza. A Angoli della piega ungueale C Normale A B D B Ippocratico A C D B Rapporto di profondità falangeale Ippocratico Normale DPD DPD IPD IPD C Segno di Schamroth Normale Ippocratico D FIGURA 12.1 A. Dito normale, visto dall’alto e di profilo, e alterazioni presenti in caso di ippocratismo accertato, viste dall’alto e di profilo. B. Il dito a sinistra mostra le angolazioni di un profilo normale (ABC) e della piega ungueale di un iponchio normale (ABD), rispettivamente di 169 e 183 gradi. L’immagine del dito ippocratico a destra evidenzia le maggiori angolazioni del profilo e della piega ungueale dell’iponchio, rispettivamente di 191 e 183 gradi. C. Profondità della falange distale (DPD)-profondità dell’articolazione interfalangea (IPD) rappresenta il rapporto di profondità falangeale. Nelle dita normali IPD è maggiore di DPD. Nell’ippocratismo, il rapporto è invertito. D. Segno di Schamroth. In assenza di ippocratismo, l’opposizione unghia contro unghia degli indici crea una finestra a forma di diamante (freccia). Nelle dita ippocratiche, la perdita dell’angolo del profilo provocato dall’aumento di tessuto nel letto ungueale causa l’obliterazione di questo spazio (freccia). (Da Myers KA, Farquhar DR: Does this patient have clubbing? JAMA 286:341, 2001.) 6/28/12 2:14:50 AM 116 CAPITOLO 12 Una pressione venosa giugulare normale con ulteriori segni di patologia venosa, come estese varici, ulcere mediali o pigmentazione brunastra da deposito di emosiderina, sono indice di insufficienza venosa cronica. L’edema può altresì essere un effetto collaterale della terapia con calcio-antagonisti (diidropiridina). L’anasarca è raro nell’insufficienza cardiaca, salvo quando questa sia di lunga durata, non trattata e accompagnata da ipoalbuminemia. Il rigonfiamento asimmetrico può essere segno di trombosi venosa locale o monolaterale, di ostruzione linfatica oppure conseguenza di un precedente prelievo per graft venoso.Il segno di Homan (dolore al polpaccio alla dorsiflessione forzata del piede) non è né specifico né sensibile per la trombosi venosa profonda. Atrofia muscolare e alopecia a un’estremità devono fare pensare all’insufficienza arteriosa cronica o a una patologia neuromuscolare. 25 r r r r r r r 20 ∧ 15 Inspirazione 10 a v a v a v ∨ a a C a v a v a v v 5 X X′ y 0 TORACE E ADDOME . Circoli collaterali venosi cutanei sul torace anteriore suggeriscono l’ostruFIGURA 12.2 Normale forma d’onda del polso venoso giugulare dopo cateterismo cardiaco. Si noti la dimizione della vena cava superiore o della vena nuzione della pressione all’inspirazione e la discesa X/X⬘p redominante. succlavia, soprattutto in presenza di cateteri o derivazioni fisse. Può essere anche presente un ingrossamento asimmetrico monolaterale delle mammelle rispetto a un ome C distinguere tra polso venoso dispositivo impiantato. Anomalie della gabbia toracica, come il pectus TABELLA 12.2 giugulare e polso carotideo carinatum (petto di piccione) o il pectus excavatum (torace a imbuto), possono accompagnare patologie del tessuto connettivo; il torace a botte, VENA GIUGULARE ARTERIA tipico dell’enfisema o della cifoscoliosi avanzata, può associarsi a cuore CARATTERISTICA INTERNA CAROTIDE polmonare. In caso di grave cifosi, causata da spondilite anchilosante, deve Aspetto del polso Ondulazione con due valli Singola ascesa rapida essere effettuata un’attenta auscultazione per individuare un’eventuale e due picchi per ogni ciclo (monofase) insufficienza aortica (IA). La sindrome della schiena dritta (perdita della cardiaco (bifase) normale cifosi dorsale) può accompagnare il prolasso della valvola mitrale (MVP). Le cardiopatie congenite cianogene possono provocare asimmetria Risposta L’altezza della colonna si Nessuna modifica della parete toracica, con l’emitorace sinistro dislocato anteriormente. Nei all’inspirazione riduce e la profondità delle del profilo in seguito pazienti con coartazione aortica può essere presente un fremito sui circoli valli diventa più pronunciata alla respirazione arteriosi collaterali intercostali ben sviluppati. Palpabilità Di norma non palpabile (salvo Palpabile Nei pazienti con enfisema od obesità considerevole si può osservare nell’IT grave) la preminenza dell’impulso cardiaco nell’epigastrio. In caso di insufficienza cardiaca il fegato è spesso ingrossato e dolente; pulsazioni epatiche sistoliEffetto Può essere annullato con Non può essere che sono segno di grave insufficienza tricuspidale (IT). La splenomegalia si della pressione una lieve pressione alla base annullato osserva nei pazienti con endocardite infettiva. In caso di insufficienza cardella vena/della clavicola diaca destra cronica e avanzata può insorgere ascite o pericardite costrittiva. L’aorta può essere normalmente palpabile tra l’epigastrio e l’ombelico nei pazienti magri e nei bambini. La sensibilità della palpazione per il rilevamento dell’aneurisma aortico addominale (AAA) aumenta in proporzione al diamebruno o cianotico. In caso di ipotensione, se si sospetta ipovolemia, può tro dell’aneurisma e varia in base alla struttura corporea del paziente. Nella essere necessario fare stendere il paziente in posizione supina per maggior parte dei pazienti la sola palpazione è insufficiente per effettuare valutare la forma d’onda nella fossa sovraclavicolare destra. questa diagnosi. Sono di solito riscontrabili soffi arteriosi nell’addome. Esamec ardiovascolare PRESSIONE VENOSA GIUGULARE E FORMA D’ONDA. La pressione venosa giugulare aiuta a valutare la volemia al letto del paziente. È possibile utilizzare la vena giugulare esterna (External Jugular Vein, EJV) o interna (Internal Jugular Vein, IJV), sebbene la IJV sia preferibile in quanto la EJV è valvolata e non direttamente in linea con la vena cava superiore (Superior Vena Cava, SVC) e l’atrio destro (AD). La EJV è più facilmente visualizzabile quando è dilatata, e il suo aspetto è stato utilizzato per discriminare tra pressione venosa centrale (PVC) bassa e alta quando l’esame è effettuato da un gruppo di medici specialisti, specializzandi e studenti di medicina.18 Un’elevata pressione della EJV sinistra può anche essere un segnale di SVC sinistra persistente o di compressione della vena anonima da parte di una struttura intratoracica, come un’aorta tortuosa o aneurismatica. Se si sospetta una pressione venosa elevata, ma non sono apprezzabili pulsazioni venose, occorre chiedere al paziente di sedersi con i piedi pendenti a lato del letto. L’accumulo di sangue nelle estremità inferiori conseguente a questa manovra può rivelare pulsazioni venose. La sindrome della SVC deve essere sospettata se la pressione venosa è elevata, le pulsazioni continuano a non essere rilevabili e la testa e il collo hanno un aspetto C0060.indd 116 Può essere talvolta difficile distinguere la forma d’onda venosa dal polso arterioso carotideo. La forma d’onda venosa ha numerose caratteristiche tipiche (Fig. 12.2 e Tab. 12.2) e di norma è possibile identificare i suoi singoli componenti. Le onde a e v e le discendenti x e y sono definite dal loro rapporto temporale con eventi elettrocardiografici e toni cardiaci (S1, S2). L’altezza stimata della pressione venosa indica la pressione venosa centrale e corrisponde alla pressione presente nell’atrio destro. Sebbene la valutazione della PVC vari molto da osservatore a osservatore, sapere che la pressione è elevata (senza conoscerne il valore specifico) può essere comunque utile per migliorare la diagnosi e la terapia. La pressione venosa è misurata come distanza verticale tra il punto massimo della pulsazione venosa e il punto di flesso dello sterno, dove il manubrio incontra lo sterno (angolo di Louis). Una distanza di oltre 3 cm è considerata anomala, ma la distanza tra l’angolo di Louis e la posizione medio-atriale può variare in modo considerevole, soprattutto nei pazienti obesi.19 In 160 pazienti consecutivi sottoposti a tomografia computerizzata (TC) del torace, questa distanza variava in modo considerevole in base alla posizione del corpo. A 45 gradi, i valori erano molto variabili fra i pazienti (6-15 cm) ed erano correlati in modo indipendente all’età, alla dimensione antero-posteriore del torace e al fatto che il soggetto fosse o meno un fumatore.18 In generale, l’uso dell’angolo sternale come riferimento porta 6/28/12 2:14:51 AM 117 sistematicamente a sottostimare la pressione venosa. Sono stati proposti altri punti di riferimento sulla superficie del corpo. Un punto di 5 cm sotto il quarto o quinto spazio intercostale in corrispondenza del margine sternale sinistro sulla parete toracica anteriore è probabilmente il più preciso. Tuttavia, nella pratica, l’uso di punti di riferimento anche relativamente semplici si è rivelato difficile, mentre il range in cui il personale dei reparti di terapia intensiva cerca di individuare un punto di riferimento esterno per misurare la PVC varia di molti centimetri. Pulsazioni venose sopra la clavicola sono chiaramente anomale, poiché la distanza dall’atrio destro è di almeno 10 cm. La correlazione tra la valutazione della PVC al letto del paziente e le misurazioni dirette è approssimativa. Le misurazioni effettuate al letto del paziente, in unità di centimetri di sangue o acqua, devono essere convertite in millimetri di mercurio (1,36 cm H2O = 1,0 mmHg) per il confronto con le misurazioni emodinamiche. Le forme d’onda venose includono vari picchi distinti (a ,c e v; si veda Fig. 12.2). L’onda a riflette la contrazione presistolica AD, si verifica appena dopo l’onda P elettrocardiografica e precede il primo tono cardiaco (S1 ). Un’onda pronunciata indica una ridotta compliance del ventricolo destro (VD). Un’onda a “a cannone” si verifica in caso di dissociazione A-V e contrazione AD contro una valvola tricuspide (VT) chiusa (Fig. 12.3 La ). presenza di onde a “a cannone” in un paziente con tachicardia a complesso largo identifica un ritmo di origine ventricolare. L’onda a è assente in caso di FA. La discendente x rifl ette la caduta della pressione AD dopo il picco dell’onda a. L’onda c interrompe questa discendente poiché la sistole ventricolare spinge la VT chiusa nell’AD. Nel collo, anche il polso carotideo può contribuire all’onda c. Segue la discendente x⬘, poiché l’aspirazione diastolica atriale creata dalla sistole ventricolare tira la VT verso il basso. Nei soggetti normali, la discendente x⬘ è la forma d’onda predominante nel polso venoso giugulare. L’onda v rappresenta il riempimento atriale, si verifica alla fine della sistole ventricolare e segue di poco S2. La sua altezza è determinata dalla compliance AD e dal volume ematico che ritorna all’AD, anterogrado dalla vena cava e/o retrogrado attraverso una VT incontinente. In conseguenza dell’AD con compliance normale, l’onda v è più piccola dell’onda a. Nei pazienti con DIA le onde a e v possono avere la stessa altezza; nell’IT l’onda v è accentuata. Con l’IT, l’onda v si unisce all’onda c poiché il flusso retrogrado e il riempimento atriale destro anterogrado si verificano contemporaneamente (si veda Fig. 12.3). La discendente y segue il picco dell’onda v e riflette la caduta della pressione AD dopo l’apertura della VT. La resistenza al riempimento ventricolare nella protodiastole attenua la discendente y, come nel caso di tamponamento pericardico o stenosi tricuspidale (ST). La discendente y sarà ripida quando il riempimento diastolico ventricolare si verifica precocemente e rapidamente, come in caso di costrizione pericardica o IT grave isolata. La pressione venosa normale deve calare di almeno 3 mmHg all’inspirazione. Un aumento della pressione venosa (o la sua mancata riduzione) all ’inspirazione (segno di Kussmaul) è associato a pericardite costrittiva, oltre che a cardiomiopatia restrittiva, embolia polmonare, infarto del VD e insufficienza cardiaca sistolica avanzata. Il segno di Kussmaul si riscontra in caso di sovraccarico di volume nel lato destro e di ridotta compliance del ventricolo destro. Normalmente, l’aumento del ritorno venoso destro all’inspirazione è compensato dall’aumento dell’eiezione ventricolare destra, favorito dall’aumento della capacitanza del letto vascolare polmonare. Negli stati di disfunzione diastolica VD e di sovraccarico di volume, il ventricolo destro non riesce a compensare il maggiore volume e la pressione aumenta. Il reflusso addomino-giugulare o il sollevamento passivo delle gambe può indurre ipertensione venosa. Il reflusso addomino-giugulare richiede una pressione salda e uniforme sull’addome superiore, preferibilmente nel quadrante superiore destro, per almeno 10 sec ondi. Un aumento prolungato di oltre 3 cm della pressione venosa per almeno 15 secondi dopo il recupero della respirazione spontanea è un riscontro positivo. È necessario spiegare al paziente di non trattenere il respiro e di non ese guire operazioni simili alla manovra di Valsalva che potrebbero aumentare artificiosamente la pressione venosa. Il reflusso addomino-giugulare è un utile fattore predittivo dell’insufficienza cardiaca e di una pressione di incuneamento polmonare superiore a 15 mmHg.20 FIGURA 12.3 Anomalie del polso venoso giugulare. A. Ampia onda a associata a pressione telediastolica elevata del VD e a ridotta compliance del VD. Il fonocardiogramma (in basso) mostra la temporizzazione del corrispondente S4 del cuore destro. B. Polso venoso giugulare normale (in basso), IT lieve (al centro) e IT grave (in alto), con fonocardiogramma corrispondente. In caso di IT grave, è presente la “ventricolarizzazione” del polso venoso giugulare, con l’aumento dell’onda V e la rapida discesa di Y. La X discendente è assente. C. Polso venoso giugulare nella pericardite costrittiva, con evidente discesa di Y. Si noti la temporizzazione del colpo pericardico (K) rispetto a S2. Il brusco aumento della pressione dopo il punto più basso della discesa di Y è causato dal rapido incremento della pressione venosa durante il riempimento vascolare. JVP = polso venoso giugulare. (Da Abrams J: Synopsis of Cardiac Physical Diagnosis. 2nd ed. Boston, Butterworth Heinemann, 2001, pp 25-35.) MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA. La misurazione auscultatoria della pressione arteriosa (Cap. 45) segnala valori di pressione sistolica inferiori e valori di pressione diastolica superiori rispetto alla registrazione intrarteriosa diretta.21 La pressione arteriosa misurata dagli infermieri è di norma più vicina alla pressione media diurna del paziente. La pressione arteriosa deve essere misurata con il paziente seduto e usando uno sfigmomanometro con bracciale di dimensioni adeguate (Tab. 12.3). Una comune causa di errore nella pratica clinica è l’uso di un bracciale troppo piccolo, che provoca una sovrastima della reale pressione arteriosa (con particolare rilevanza per i pazienti obesi). alvolta, T i toni di Korotkoff possono scomparire poco dopo il primo tono, per ripresentarsi e quindi scomparire definitivamente come fase V. Questo gap auscultatorio è più probabile in pazienti anziani ipertesi con danno d’organo. La pressione sistolica deve essere registrata al primo tono di Korotkoff e non quando il tono ricompare. Questo reperto non deve essere confuso con il polso paradosso (si veda oltre). I toni di Korotkoff sono udibili fi no a 0 mmHg con il bracciale completamente sgonfio nei bambini, nelle donne in gravidanza, nei pazienti con IA cronica grave o in presenza di un’estesa fistola arterovenosa (AV). In questi casi, occorre registrare le pressioni sia di fase IV sia di fase V. V C Y X A ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA C0060.indd 117 A II IV I V A Grave V A C Lieve Y X A V C Y Normale X B I Y II III P ECG A V JVP V X Y C I II K 6/28/12 2:14:51 AM 118 TABELLA 12.3 CAPITOLO 12 La pressione arteriosa deve essere misurata a entrambe le braccia in rapida successione o contemporaneamente; di norma le misurazioni non devono differire di oltre 10 mmHg, indipendentemente da quale sia la mano dominante. Tuttavia, il 20% degli individui normali ha un diff erenziale di pressione arteriosa superiore a 10 mmHg in assenza di sintomi o di altri reperti all’esame obiettivo: un’osservazione di rilevanza incerta.22 Una pressione arteriosa differenziale di oltre 10 mmHg può essere associata a malattia dell’arteria succlavia (aterosclerotica o infiammatoria), stenosi aortica sopravalvolare, coartazione o dissecazione aortica. Le pressioni sistoliche misurate alle gambe possono superare quelle delle braccia anche di 20 mmHg; maggiori differenze di pressione tra gambe e braccia si osservano in pazienti con grave IA (segno di Hill) e in pazienti con malattia arteriosa periferica (Peripheral Arterial Disease, PAD) estesa e calcificata degli arti inferiori. La pressione arteriosa delle gambe deve essere misurata con uno sfigmomanometro cosciale di dimensioni adeguate, auscultando all’arteria poplitea, oppure con un bracciale standard di grandi dimensioni applicato sul polpaccio con auscultazione simultanea all’arteria tibiale posteriore (Fig. 12.4; si veda anche Fig. 61.4). La misurazione delle pressioni arteriose agli arti inferiori costituisce la base dell’indice caviglia-braccio (Ankle-Brachial Index, ABI), un efficace fattore predittivo di mortalità cardiaca (Cap. 61 ). In caso di incertezza circa l’importanza dei valori registrati in ospedale, valutare i valori dei monitoraggi della pressione arteriosa effettuati a livello ambulatoriale. Questo approccio è particolarmente utile se si sospetta Impor tanti aspetti per la misurazione della pressione arteriosa • Paziente seduto in posizione comoda, con la schiena appoggiata, braccio nudo, gambe non incrociate • Il braccio deve trovarsi a livello del cuore • La lunghezza/larghezza dello sfigmomanometro deve essere circa l’80/40% della circonferenza del braccio • Sgonfiareil b raccialea <3m mHg/s • Leggere il valore sulla colonnina o sulla ghiera con un’approssimazione di 2 mmHg • Ilp rimot onod iK orotkoff avvertito è la pressione sistolica; l’ultimo tono è la pressione diastolica • Il paziente e chi esegue l’esame non devono parlare ANATOMIA DELLE PRINCIPALI ARTERIE DEGLI ARTI INFERIORI MISURAZIONE DELLA PRESSIONE SISTOLICA ALLA CAVIGLIA Pressione dell’arteria tibiale posteriore Spina iliaca anteriore superiore Arteria iliaca esterna Arteria tibiale posteriore Legamento inguinale Doppler Sinfisi pubica Arteria femorale profonda an om etr o Malleolo mediale Arteria femorale Sf igm om Palpazione del polso arterioso popliteo Arteria poplitea Pressione dell’arteria dorsale del piede Arteria tibiale anteriore Arteria tibiale anteriore Doppler Tendine estensore Arteria femorale Arteria tibiale posteriore Sf igm om Arteria poplitea an om etr o Arteria dorsale del piede A Arteria dorsale del piede B FIGURA 12.4 Misurazione delle pressioni arteriose agli arti inferiori. (Da Khan NA, Rahim SA, Anand SS, et al: Does the clinical examination predict lower extremity peripheral arterial disease? JAMA 295:536, 2006.) C0060.indd 118 6/28/12 2:14:52 AM 119 VALUTAZIONE DEI POLSI. L’onda del polso dell’arteria carotidea ha luogo entro 40 millisecondi dal polso dell’aorta ascendente e riflette la funzione della valvola aortica e dell’aorta ascendente. Il polso aortico è maggiormente apprezzabile nell’epigastrio (aorta addominale). Devono essere valutati i polsi arteriosi periferici (Cap. 61). Le arterie temporali sono di facile palpazione e agevolano la diagnosi di arterite temporale o polimialgia reumatica. In alcuni soggetti normali, uno dei due polsi pedidi può non essere palpabile a causa di una variante anatomica (tibiale posteriore, <5%; dorsale del piede, <10%), ma ogni coppia deve essere simmetrica. La vera assenza congenita di un polso è rara (<2%) e, nella maggior parte dei casi, quando non sono palpabili, i polsi possono essere rilevati con un apparecchio Doppler portatile.25 La palpazione concomitante del polso brachiale o radiale e del polso femorale deve essere eseguita di routine; un ritardo del polso femorale in un paziente iperteso può essere sintomo di coartazione aortica. l profi I lo dei polsi dipende da gittata sistolica, velocità di eiezione, capacità e compliance vascolare e resistenza sistemica. Il polso palpabile è il riflesso della fusione del flusso ematico pulsatile anterogrado e dell’espressione del polso propagato di ritorno dalle arterie periferiche. L’ascesa del polso arterioso aumenta proporzionalmente alla distanza dal cuore. Normalmente, l’onda incidente (o di percussione) inizia con l’eiezione sistolica (subito dopo S1) ed è l’impulso monofasico predominante riconoscibile al letto del paziente (Fig. 12.5 Un’incisura ). dicrota significa chiusura della valvola aortica. Un polso schioccante può essere presente in stati ipercinetici come febbre, anemia e tireotossicosi, o in condizioni patologiche come grave bradicardia, IA o fistola arterovenosa. Un polso bisferiens è creato da due picchi di pressione distinti. Questo fenomeno può verificarsi in caso di febbre o dopo l’esercizio fisico in soggetti normali ed è compatibile con un aumento della compliance vascolare. In caso di IA cronica grave, un’elevata gittata sistolica verso un albero arterioso non distensibile (a causa di ipertensione o invecchiamento) produce un’onda riflessa di ampiezza sufficiente a risultare palpabile durante la sistole. In rari casi la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (CMIO) può provocare un polso sistolico bisferiens con onde di percussione e di marea (o riflesse) (si veda Fig. 12.5). Un calo di oltre 10 mmHg della pressione sistolica all’inspirazione (polso paradosso) è considerato patologico e segno di malattia pericardica o polmonare; può verificarsi anche in caso di obesità o in gravidanza senza alcuna patologia.26 Il polso paradosso è misurato individuando la differenza tra la pressione sistolica alla quale i toni di Korotkoff sono avvertiti per la prima volta (durante l’espirazione) e la pressione sistolica alla quale i toni di Korotkoff sono avvertiti a ogni battito, indipendentemente dalla fase respiratoria. Tra queste due pressioni, i toni sono avvertiti solo a intermittenza (durante l’espirazione). La pressione del bracciale deve essere ridotta lentamente per riuscire a individuare il reperto. La sua valutazione può essere resa difficile da tachicardia, fibrillazione atriale (FA) e tachipnea. Il polso paradosso può essere palpabile quando la differenza di pressione supera i 15-20 mmHg ( Cap. 75 ).27 Il polso paradosso non è C0060.indd 119 S4 S1 A S4 S1 C P2 A2 S4 S1 Incisura dicrota B P2 A2 P2 A2 Incisura dicrota S4 S1 Incisura dicrota S4 S1 E D P2 A2 Incisura dicrota P2 A2 Incisura dicrota FIGURA 12.5 Forme d’onda del polso carotideo e toni cardiaci. A. Normale. B. SA: polso anacroto con lenta ascesa iniziale e picco vicino a S2. C. IA grave: polso bisferiens con due picchi sistolici. D. CMIO: polso bisferiens con due picchi sistolici. Il secondo picco (onda riflessa o di marea) è di ampiezza inferiore rispetto all’onda di percussione iniziale. E. Polso bisferiens con picco sistolico e diastolico riscontrabile in caso di sepsi o contropulsazione intra-aortica. A2 = componente aortica di S2; P2 = componente polmonare di S2; S1 = primo tono cardiaco; S2 = secondo tono cardiaco; S4 = quarto tono cardiaco. (Da Chatterjee K: Bedside evaluation of the heart: The physical examination. In Chatterjee K, Parmley W [eds]: Cardiology: An Illustrated Text/Reference. Philadelphia, JB Lippincott, 1991, pp 3.11-3.51; e Braunwald E: The clinical examination. In Braunwald E, Goldman L [eds]: Primary Cardiology. 2nd ed. Philadelphia, Elsevier, 2003, p 36.) specifico di tamponamento pericardico e può accompagnare embolia polmonare massiva, shock emorragico, grave pneumopatia ostruttiva o pneumotorace iperteso. Si parla di polso alternante quando è presente una variabilità dell’ampiezza dell’impulso da battito a battito (Fig. 12.6). È presente quando è percepibile un solo tono di Korotkoff di fase I in alternanza, riducendo leggermente la pressione del bracciale, in un paziente con ritmo cardiaco regolare, indipendentemente dal ciclo respiratorio. Il polso alternante è di norma riscontrabile nell’insufficienza cardiaca grave ed è par ticolarmente evidente in caso di grave IA, ipertensione o stati ipovolemici. La sua causa è attribuita alle variazioni cicliche dei livelli di calcio intracellulare e della durata del pot enziale d’azione. L’associazione con un’onda elettrocardiografica T alternante sembra aumentare il rischio di aritmia.28 ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA un’ipertensione da “camice bianco” (Cap. 45 ).23 L’ipertensione mascherata (causata da PAD grave) deve essere sospettata qualora siano riscontrati valori di pressione arteriosa normali o persino bassi, ma siano pr esenti evidenze di danno ipertensivo d’organo. L’ipotensione ortostatica (diminuzione della pressione arteriosa di oltre 20 mmHg sistolica e/o di oltre 10 mmHg diastolica in seguito allo spostamento dalla posizione supina a quella er etta entro 3 minuti) può essere accompagnata da assenza di tachicardia compensatoria, una reazione che fa supporre insufficienza autonomica, osservabile in pazienti diabetici o con malattia di Parkinson. La variazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa in risposta al passaggio alla posizione eretta è altresì influenzata da età, idratazione, farmaci, alimentazione, climatizzazione e temperatura/umidità dell’ambiente. L’aumento della pressione differenziale può essere sintomo di incremento della rigidità vascolare, di solito conseguente a invecchiamento o arteriosclerosi. La rigidità aortica è maggiore nei pazienti con sindrome di Marfan e altre patologie del tessuto connettivo e può predisporre alla dissecazione. Non si conosce un singolo valore ottimale per misurare la rigidità vascolare.24 Gli indici periferici possono non correlarsi in modo adeguato alla rigidità aortica centrale, fattore primario determinante dell’accoppiamento ventricolo-vascolare. Uno dei valori, l’augmentation index, è l’aumento percentuale della pressione sistolica creato dal ritorno prematuro dell’onda riflessa durante la telesistole. Tali misurazioni possono essere effettuate mediante tonometria periferica e trasformate in indici di rigidità centrale mediante apposite funzioni matematiche, ma non sono disponibili di routine nella pratica. La stenosi aortica (SA) grave può essere suggerita da un polso debole e con picco sistolico tardivo (pulsus parvus et tardus), meglio apprezzabile all’attenta palpazione delle arterie carotidi (si veda Fig. 12.5; Cap. 66). Il ritardo è calcolato durante l’auscultazione simultanea dei toni cardiaci; l’ascesa del polso carotideo deve coincidere con S1. Questo reperto è meno preciso nei pazienti anziani ipertesi con ridotta compliance vascolare e arterie carotidi più rigide. Una brusca ascesa del polso carotideo con rapida caduta caratterizza il polso in caso di IA (polso di Corrigan o a martello pneumatico). L’ascesa del polso carotideo è rapida anche nei pazienti anziani con ipertensione sistolica isolata e ampie differenze tra pressione diastolica e sistolica. 6/28/12 2:14:52 AM 120 200 CAPITOLO 12 ∧ 100 ∨ 0 FIGURA 12.6 Polso alternante in un paziente con grave disfunzione sistolica del ventricolo sinistro. La pressione sistolica varia da battito a battito indipendentemente dal ciclo respiratorio. Il ritmo è sempre sinusale. Gli aneurismi dell’aorta ascendente possono in rari casi produrre pulsazione sistolica vicino all’articolazione sternoclavicolare destra o nella regione parasternale superiore destra. L’aorta addominale è apprezzabile nell’area epigastrica (si veda sopra). Gli aneurismi dell’arteria femorale e poplitea devono essere sospettati nei pazienti con aneurisma aortico addominale (AAA) o con sottostante patologia del tessuto connettivo. I reperti di anamnesi ed esame obiettivo possono essere di ausilio nel valutare il livello di ostruzione arteriosa in caso di claudicatio degli arti inferiori (Cap. 61). L’auscultazione per individuare eventuali soffi aortici o femorali deve essere effettuata di routine. La correlazione tra la presenza di un soffio e il grado di ostruzione vascolare è debole.29 Un soffio cervicale è un debole indicatore del grado di restringimento della TABELLA 12.4 carotide e l’assenza di soffio non esclude una significativa compromissione del lume. L’estensione di un soffio alla diastole o un fremito sono di norma indice di stenosi grave. Altre cause di soffio possono essere fistole AV e incremento del flusso in arterie normali come, ad esempio, in un paziente giovane con febbre. L’integrazione di anamnesi e presenza di fattori di rischio per aterosclerosi migliora la precisione dell’esame per identificare la PAD degli arti inferiori.25 In un paziente asintomatico,la presenza di soffio femorale (LR,4,8; IC al 95%, 2,4-9,5) o di qualsivoglia anomalia del polso (LR, 3,1; IC al 95%, 3,1-6,6) aumenta la probabilità di PAD. La probabilità di PAD significativa aumenta in presenza di sintomi agli arti inferiori e cute fredda (LR, 5,9; IC al 95%, 4,1-8,6), anomalie del polso (LR,4,7; IC al 95%,2,2-9,9) o soffio (LR,5,6; IC al 95%, 4,7-6,7; Tab. 12.4). Una pulsossimetria anomala, definita da una differenza superiore al 2% tra saturazione delle dita della mano e delle dita dei piedi, può altresì indicare una PAD degli arti inferiori ed è comparabile all’ABI (LR, 30; IC al 95%, 7,6-121,0 vs LR, 24,8; IC al 95%, 6,2-99,8).30 ISPEZIONE E PALPAZIONE DEL CUORE. Negli adulti con parete toracica sottile il battito apicale può essere visibile. Il torace anteriore sinistro può sollevarsi nei pazienti con ventricoli sinistri dilatati e iperdinamici. Pulsazioni parasternali e sternoclavicolari nel quadrante superiore destro suggeriscono la presenza di aneurisma nell’aorta ascendente. Un sollevamento parasternale sinistro indica sovraccarico di volume o della pressione ventricolare destra. Una pulsazione nel terzo spazio intercostale alla sinistra dello sterno può indicare ipertensione arteriosa polmonare. In pazienti molto magri e alti, o in pazienti con enfisema e appiattimento del diaframma, l’impulso del VD può essere visibile nell’epigastrio e deve essere distinto da un margine del fegato pulsatile. Rapporti di verosimiglianza per vari sintomi o segni di malattia arteriosa periferica* Rapporto di verosimiglianza (IC al 95%) TIPO DI STUDIO Claudicatio Screening GRAVITÀ SINTOMO O SEGNO POSITIVO NEGATIVO Qualsiasi Da moderata a grave Qualsiasi Claudicatio “evidente” o “probabile” Claudicatio assente Claudicatio assente 3,30 (2,30-4,80)† Alterazioni cutanee Sintomatiche Qualsiasi Screening Da moderata a grave Fredda al tatto Ferite o abrasioni Colorazione anomala Alterazioni dei peli, della temperatura, del colore o alterazioni atrofiche 5,90 (4,10-8,60) 5,90 (2,60-13,40) 2,80 (2,40-3,30) 1,50(1 ,20-1,70)† 0,92 (0,89-0,95) 0,98 (0,97-1,00) 0,74 (0,69-0,79) 0,81(0 ,72-0,92)† Sintomatici Qualsiasi Almeno un soffio (iliaco, femorale, popliteo) 5,60 (4,70-6,70)† 0,39(0 ,34-0,45)† Qualsiasi Soffio femorale 5,70 (4,70-7,00) 0,74 (0,70-0,78) Screening Qualsiasi Soffio femorale 4,80 (2,40-9,50) 0,83 (0,73-0,95) Qualsiasi Qualsiasi anomalia del polso palpabile 4,70 (2,20-9,90) 0,38 (0,23-0,64) 0,57 (0,43-0,76) 0,89 (0,78-1,00) Soffi Palpazione del polso Sintomatici Screening Da moderata a grave Qualsiasi anomalia del polso palpabile 3,00 (2,30-3,90) 0,44 (0,30-0,66) Qualsiasi Qualsiasi anomalia del polso palpabile 3,10 (1,40-6,60) 0,48 (0,22-1,04) Qualsiasi Assenza di anomalie palpabili (in uno studio clinico sui lipidi) 0,27 (0,16-0,44) Qualsiasi Assenza di anomalie palpabili (elevata prevalenza di diabete) 0,87 (0,79-0,97) *Stratificato mediantes tudis intomaticio d is creening. † Risultati statisticamente omogenei (tutti P >0,20). Malattia arteriosa periferica da moderata a grave definita mediante indice caviglia-braccia <0,50. *Modificata da Khan NA, Rahim SA, Anand SS, et al: Does the clinical examination predict lower extremity peripheral arterial disease? JAMA 295:536, 2006. C0060.indd 120 6/28/12 2:14:52 AM 121 aortica, che può avvenire in caso di blocco di branca sinistra completo, stimolazione apicale del VD, SA grave, CMIO e ischemia miocardica. A2 è fisiologicamente più intenso di P2 ed è udibile nella maggior parte dei punti dell’intero precordio. Se entrambe le componenti sono percepibili sul margine sternale sinistro inferiore o all’apice, o se P2 è palpabile nel secondo spazio intercostale sinistro, è presente ipertensione polmonare. L’intensità di A2 e P2 diminuisce rispettivamente in caso di stenosi aortica e polmonare. Può conseguirne un tono S2 singolo. TONI SISTOLICI. Un tono di eiezione è un suono protosistolico acuto con temporizzazione coincidente con l’ascesa del polso carotideo. Di norma è associato a valvola aortica o polmonare bicuspide congenita o, in alcuni pazienti, a dilatazione della radice aortica o dell’arteria polmonare, con valvole semilunari normali. L’intensità del tono di eiezione associato a insufficienza della valvola polmonare si riduce con l’inspirazione: è l’unico evento cardiaco del lato destro con questo tipo di comportamento. I toni di eiezione scompaiono con la progressiva perdita di flessibilità della valvola interessata. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, questi toni sono spesso meglio udibili al mar gine sternale sinistro inferiore che alla base del cuore. I click non eiettivi, che si verificano dopo l’ascesa del polso carotideo, sono connessi a MVP. Il click può essere seguito da un soffio sistolico. In posizione eretta, il precarico ventricolare si riduce e il click e il soffio si avvicinano a S1. In posizione accovacciata, il precarico ventricolare aumenta, la valvola mitrale con prolasso si tende in una fase più tar diva della sistole, mentre click e soffio si allontanano da S1 (Fig. 12.7 ). TONI DIASTOLICI . Lo schiocco di apertura (Opening Snap, OS) acuto della mitrale nella stenosi mitralica si verifica poco dopo S2; l’intervallo A2 -OS è inversamente proporzionale al gradiente pressorio AS-VS nella diastole. L’intensità di S 1 e OS si riduce con la progressiva calcificazione e rigidità Posizione supina S1 S2 C AUSCULTAZIONE DEL CUORE Tonic ardiaci PRIMO TONO CARDIACO (S1). Il normale primo tono cardiaco (S1) comprende la chiusura della valvola mitrale (M1) e tricuspide (T1). Le due componenti sono di norma meglio percepibili al margine sternale inferiore sinistro nei soggetti più giovani. Il normale sdoppiamento di S1 è accentuato in presenza di blocco di branca destra completo. L’intensità di S1 dipende sia dalla distanza lungo la quale il lembo anteriore della mitrale deve spostarsi dopo l’instaurarsi della sistole sia dalla sua mobilità. L’intensità di S1 aumenta nelle prime fasi della stenosi mitralica reumatica, quando i lembi della valvola sono ancora flessibili, negli stati ipercinetici e con intervalli PR brevi (<160 millisecondi). S1 si attenua negli stadi avanzati della stenosi mitralica, quando i lembi sono rigidi e calcificati, con disfunzione contrattile, intervalli PR lunghi (>200 millisecondi) e sotto l’azione dei bloccanti. Altri fattori che possono ridurre l’intensità dei toni e dei soffi cardiaci sono ventilazione meccanica, pneumopatia ostruttiva, obesità, mammelle pendule, pneumotorace o versamento pericardico. SECONDO TONO CARDIACO (S2). Il secondo tono cardiaco (S2) comprende la chiusura delle valvole aortica (A2) e polmonare (P2). Con lo sdoppiamento normale,o fisiologico,l’intervallo A2-P2 aumenta durante l’inspirazione e si riduce con l’espirazione. Le singole componenti sono meglio percepibili al secondo spazio intercostale sinistro in posizione supina. L’intervallo A2-P2 si estende in presenza di blocco di branca destra completo, a causa del ritardo nella chiusura della valvola polmonare, e di IM grave, a causa della chiusura anticipata della valvola aortica, sebbene in entrambe le condizioni sia mantenuta la normale variazione respiratoria. Uno sdoppiamento insolitamente ristretto ma fisiologico di S2, con un aumento di intensità di P2 rispetto ad A2, indica ipertensione arteriosa polmonare. In caso di sdoppiamento fisso, l’intervallo A2-P2 è ampio e rimane invariato durante il ciclo respiratorio; esso è indice di DIA di tipo ostium secundum. Lo sdoppiamento inverso, o paradosso, si verifica in conseguenza di un ritardo patologico nella chiusura della valvola C0060.indd 121 Posizione eretta S1 S2 ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA La palpazione del cuore deve iniziare con il paziente in posizione supina a un’inclinazione di 30 gradi.Se il cuore non è palpabile in questa posizione, il paziente deve essere esaminato in posizione di decubito laterale sinistro, con il braccio sinistro sopra la testa,oppure in posizione seduta,inclinato in avanti.Il punto di massimo impulso è di norma sopra l’apice del ventricolo sinistro sulla linea emiclaveare sinistra nel quinto spazio intercostale. Ha un diametro inferiore a 2 cm e si sposta rapidamente dalle dita. È maggiormente percepibile al momento di fine espirazione,quando il cuore si trova più vicino alla parete toracica.L’impulso normale può non essere palpabile nei pazienti obesi, robusti o con deformità della gabbia toracica. La dilatazione della cavità del ventricolo sinistro (VS) sposta il battito apicale verso sinistra e in basso. Un battito apicale prolungato è segno di sovraccarico pressorio del VS (SA, ipertensione). Un impulso palpabile presistolico corrisponde al quarto tono cardiaco (S4) e riflette il contributo atriale al riempimento diastolico ventricolare di un VS non distensibile. Un’onda di riempimento pronunciata, rapida e precoce nei pazienti con insufficienza cardiaca sistolica avanzata può determinare un terzo tono cardiaco palpabile (S3), che può essere presente quando il ritmo di galoppo stesso non è udibile. Un esteso aneurisma ventricolare può produrre un impulso ectopico palpabile e visibile, distinto dal battito apicale. In rari casi, la CMIO può provocare un battito apicale a cadenza tripla, composto da un S4 palpabile e dalle due componenti del polso sistolico. Un sollevamento parasternale si verifica in caso di sovraccarico pressorio del VD o di volume. È opportuno cercare segni di IT (onde cv giugulari venose) e/o di ipertensione arteriosa polmonare (P2 forte, singolo o palpabile). Un impulso VD ingrandito può estendersi attraverso il precordio e nascondere reperti sul lato sinistro. Raramente, pazienti con grave insufficienza mitralica (IM) possono avere un impulso parasternale sinistro pronunciato a causa del dilatamento sistolico dell’atrio sinistro (AS) e della dislocazione anteriore del cuore. Il movimento parasternale di un AS dilatato inizia e termina dopo il battito apicale del VS; per contro, gli impulsi del VD e del VS sono contemporanei. La retrazione laterale della parete toracica può essere presente anche con dilatazione isolata del VD a causa della dislocazione posteriore dell’impulso sistolico del VS. Fremiti sistolici e diastolici sono indice di flusso ematico turbolento e rapido e possono essere di ausilio per localizzare le origini dei soffi cardiaci. C Posizione accovacciata S1 S2 C FIGURA 12.7 Comportamento del click non eiettivo (C) e del soffio sistolico nel prolasso della mitrale. La stazione eretta diminuisce il ritorno venoso; il cuore diventa più piccolo e il prolasso si verifica precocemente durante la sistole. Il click e il soffio si avvicinano a S1. In posizione accovacciata, il ritorno venoso aumenta e causa un incremento delle dimensioni della camera ventricolare sinistra. Il click e il soffio si verificano tardivamente durante la sistole e si allontanano da S1. (Da Shaver JA, Leonard JJ, Leon DF: Examination of the Heart. Part IV: Auscultation of the Heart. Dallas, American Heart Association, 1990, p 13.) 6/28/12 2:14:52 AM 122 CAPITOLO 12 del lembo anteriore della mitrale. Un colpo pericardico (Pericardial Knock , PK) è un tono protodiastolico acuto, con temporizzazione corrispondente alla brusca cessazione dell’espansione ventricolare dopo l’apertura della valvola atrioventricolare e alla pronunciata discendente y osservata nella forma d’onda venosa giugulare nei pazienti con pericardite costrittiva.31,32 In rari casi di mixoma atriale si avverte un “plop” tumorale, un tono grave percepibile solo in alcune posizioni, causat o dal prolasso diastolico del tumore nella valvola mitrale. Può essere presente un soffio diastolico, sebbene la maggior parte dei mixomi non provochi alcun suono. Il terzo tono cardiaco (S3) si verifica durante la fase di riempimento rapido della diastole ventricolare. Un S3 può essere normale in bambini, adolescenti e giovani adulti, ma indica insufficienza cardiaca sistolica in adulti più anziani e ha un importante peso nella prognosi (si veda oltre). Un S3 sul lato sinistro è un tono grave meglio udibile sopra l’apice del VS in posizione di decubito laterale sinistro, mentre un S3 sul lato destro è di norma percepibile sul margine sternale inferiore sinistro o in posizione sottoxifoidea, con il paziente supino, e può intensificarsi con l’inspirazione. Un quarto tono cardiaco (S4) si verifica durante la fase di riempimento atriale della diastole ventricolare e si ritiene che indichi espansione v entricolare presistolica. Il tono S4 è comune soprattutto nei pazienti con accentuato contributo atriale al riempimento ventricolare (ad es. ipertrofia ventricolare sinistra). Soffi cardiaci (Tab. 12.5 e Fig.1 2.8, si veda Fig. 12.7; Cap. 66) I soffi cardiaci derivano da vibrazioni udibili provocate dall’aumento della turbolenza e sono definiti in base al momento in cui si verificano all’interno del ciclo cardiaco. Non tutti i soffi sono indice di cardiopatia valvolare o cardiopatia strutturale. L’identificazione accurata di un soffio sistolico innocente (benigno) può evitare il ricorso all’ecocardiografia in molti soggetti sani. Entità, variabilità dinamica e durata delle differenza pressoria tra le due camere cardiache o tra i ventricoli TABELLA 12.5 e le rispettive grandi arterie, determinano durata, frequenza, configurazione e intensità del soffio. L’intensità è classificata con una scala di valori da 1 a 6; un fremito palpabile è presente nei soffi di intensità 4 o superiore. Altre importanti caratteristiche che agevolano l’identificazione sono la posizione, l’irradiazione e la risposta alle manovre mediche, compresa la respirazione tranquilla. SOFFI SISTOLICI. I soffi sistolici possono essere protosistolici, mesosistolici, telesistolici od olosistolici. L’IM grave acuta provoca un soffio protosistolico in decrescendo a causa del collasso del gradiente pressorio VS-AS durante la sistole, dovuto al ripido incremento pressorio nell’atrio sinistro non distensibile (Fig. 12.9). L’IM grave associata a prolasso o flail del lembo posteriore della mitrale si irradia anteriormente a verso la base; l’IM causata da interessamento del lembo anteriore si irradia posteriormente e verso le ascelle. In caso di IT acuta in pazienti con pressioni arteriose polmonari normali, può essere presente un soffio protosistolico che aumenta di intensità all’inspirazione, udibile al margine sternale inferiore sinistro; inoltre, possono essere visibili onde cv di rigurgito nel polso venoso giugulare. I soffi mesosistolici originano dopo S1 e terminano prima di S2; di solito hanno una configurazione crescendo-decrescendo. La maggior parte dei soffi mesosistolici negli adulti è provocata da stenosi o sclerosi aortica. La caratterizzazione precisa della gravità della lesione valvolare al letto del paziente dipende dalla gittata cardiaca, dalla rigidità delle arterie carotidi e dai reperti correlati. Altre cause di soffio cardiaco mesosistolico sono CMIO, stenosi polmonare (SP) e flusso ematico polmonare aumentato in pazienti con DIA ampio e shunt sinistro-destro. Un soffio mesosistolico isolato di grado 1 o 2 in assenza di sintomi o altri segni di cardiopatia è un reperto benigno e non giustifica ulteriori esami, compresa l’ecocardiografia.33 Un soffio mesosistolico di grado 1 o 2 si avverte spesso sul margine sternale sinistro rPincipali cause dei soffic ardiaci Soffis istolici Protosistolico Mitralico:IMacu ta DIV Muscolare Nonr estrittivoconip ertensionep olmonare Tricuspidale:IR connor malep ressioned ell’arteriap olmonare Mesosistolico Aortico Ostruttivo Sopravalvolare:s tenosia orticas opravalvolare,c oartazioned ell’aorta Valvolare: SA e sclerosi aortica Sottovalvolare:d istinta,at unneloC MIO Incremento del flusso, stati ipercinetici, IA, blocco cardiaco completo Dilatazioned ell’aortad iscendente,at eroma,aor tite Polmonare Ostruttivo Sopravalvolare:s tenosid ell’arteriap olmonare Valvolare: stenosi della valvola polmonare Sottovalvolare:s tenosii nfundibolare( dinamica) Incremento del flusso, stati ipercinetici, shunt sinistro-destro (ade s.D IA) Dilatazioned ell’arteriap olmonare Telesistolico Mitralico:MV P, ischemiam iocardicaacu ta Tricuspidale:p rolassod ellat ricuspide Olosistolico Insufficienza delle valvole atrioventricolari (IM, IT) Shunts inistro-destroal ivellov entricolare(D IV) Soffid iastolici Protodiastolico Insufficienza aortica Valvolare: anomalia congenita (valvola bicuspide), deformità reumatica, endocardite, prolasso, trauma, postvalvulotomia Dilatazioned ell’anulus della valvola: dissecazione aortica, ectasia anuloaortica, degenerazione mediale cistica, ipertensione, spondilite anchilosante Dilatazioned ellecom missure:s ifilide Insufficienza polmonare Valvolare:p ostvalvulotomia,e ndocardite,f ebbrer eumatica,car cinoide Dilatazioned ell’anulus della valvola: ipertensione polmonare, sindrome diM arfan Congenita: isolata o associata a tetralogia di Fallot, DIV, stenosi polmonare Mesodiastolico Mitralico Stenosim itralica Soffio di Carey Coombs (soffio mesodiastolico apicale nella febbre reumaticaacu ta) Incremento del flusso attraverso la valvola mitrale non stenotica (ad es. IM, DIV, PDA, stati ad alta gittata, blocco cardiaco completo) Tricuspidale Stenosit ricuspidale Incremento del flusso attraverso la valvola tricuspide non stenotica (ad es. IT, DIA e ritorno venoso polmonare anomalo) Tumori dell’atrio sinistro e destro (mixoma) IA grave o eccentrica (soffiod iA ustinF lint) Telediastolico Accentuazione presistolica del soffio della stenosi mitralica Soffio di Austin Flint dell’IA grave o eccentrica Soffic ontinui PDA Fistolaar terovenosacor onarica Rottura di aneurisma del seno di Valsalva Finestraaor topolmonare Ronziov enosoc ervicale Anomaliad ellacor onarias inistra Stenosicor onaricap rossimale Soffio mammario della gravidanza Stenosi di un ramo dell’arteria polmonare Circolob ronchialecol laterale Piccolo DIA (restrittivo) con SM FistolaA Vint ercostale Da Braunwald E, Perloff JK: In Zipes DP, Libby P, Bonow RO, Braunwald E (eds): Braunwald’s heart disease: A Textbook of Cardiovascular Medicine. 7th ed. Philadelphia, Elsevier, 2005, pp 77-106; and Norton PJ, O’Rourke RA: Approach to the patient with a heart murmur. In Braunwald E, Goldman L (eds): Primary Cardiology. 2nd ed. Philadelphia, Elsevier, 2003, pp 151-168. C0060.indd 122 6/28/12 2:14:52 AM 123 S1 S2 E A B F S3 C G A2 P2 D H FIGURA 12.8 Grafici dei principali soffi cardiaci. A. Accentuazione presistolica del soffio di stenosi mitralica (SM) con ritmo sinusale. B. Soffio olosistolico con IM o IT grave cronica o DIV senza ipertensione polmonare grave. C. Tono di eiezione e soffio in crescendo-decrescendo di una SA bicuspide. D. Tono di eiezione e soffio in crescendo-decrescendo esteso a P2 di una SP bicuspide. E. Soffio diastolico precoce in decrescendo di una IA o una IP. F. Schiocco di apertura (OS) e rullio mesodiastolico della SM. G. Tono di riempimento diastolico (S3) e soffio mesodiastolico associato a IM, IT grave o DIA con significativo shunt sinistro-destro. H. Soffio continuo del PDA che ingloba S2. OS = schiocco di apertura. (Modificata da Wood P: Diseases of the Heart and Circulation. Philadelphia, Lippincott, 1968; and O’Rourke RA, Braunwald E: Physical examination of the cardiovascular system. In Kasper D, Braunwald E, Fauci A, et al [eds]: Harrison’s Principles of Internal Medicine. 16th ed. New York, McGraw-Hill, 2005, p 1309.) in caso di gravidanza, ipertiroidismo o anemia. Tali soffi sono spesso comuni in bambini e adolescenti sani. Un soffio telesistolico apicale è di norma un segno di MVP; possono essere presenti uno o più click non eiettivi. Un soffio simile può essere temporaneamente percepito durante un episodio di ischemia miocardica acuta. In questo quadro clinico, l’IM è provocata dalla retrazione (tethering) apicale e coaptazione anomala dei lembi in risposta a modifiche strutturali e funzionali del ventricolo e dell’anulus mitralico. L’intensità del soffio varia in base al postcarico del VS. I soffi olosistolici, con configurazione a plateau, derivano dal gradiente pressorio continuo e ampio tra le due camere cardiache: ventricolo e atrio sinistro e con IM cronica, ventricolo e atrio destro con IT cronica e ventricolo sinistro e destro con difetto del setto interventricolare (DIV) membranoso senza ipertensione polmonare. L’IM è meglio percepibile sopra l’apice cardiaco, l’IT al margine sternale inferiore sinistro e un DIV al margine sternale medio-sinistro, dove nella maggior parte dei pazienti è palpabile un fremito cardiaco. Sebbene l’IT primaria abbia varie cause, essa è più comunemente secondaria a ipertensione arteriosa polmonare, dilatazione del ventricolo destro, dilatazione anulare, dislocazione del muscolo papillare e difetto di coaptazione del lembo tricuspidale. SOFFI DIASTOLICI. I soffi diastolici sono sempre sintomo di cardiopatia. L’IA cronica provoca un soffio proto-mesodiastolico acuto in decrescendo. In caso di cardiopatia valvolare aortica primaria, il soffio è meglio udibile lungo il margine sternale sinistro, mentre in caso di dilatazione della radice e IA secondaria, il soffio tende a irradiarsi lungo il margine sternale destro. Un soffio mesosistolico causato da aumento e accelerazione del flusso anterogrado è altresì presente nell’IA da moderata a grave e non necessariamente significa ostruzione della valvola o del tratto di efflusso. Il soffio diastolico è più attenuato e più breve nell’IA acuta a causa del rapido incremento della pressione diastolica del VS e della diminuzione del gradiente pressorio aorta-VS durante la diastole. Ulteriori caratteristiche dell’IA acuta sono tachicardia, S1 debole e assenza di reperti periferici di significativo flusso diastolico. Il soffio dell’insufficienza polmonare (IP) è udibile lungo il margine sternale sinistro ed è perlopiù causato da dilatazione anulare dovuta a ipertensione arteriosa polmonare cronica (soffio di Graham Steell). Sono presenti segni di sovraccarico pressorio del VD. L’IP può altresì essere presente in caso di malformazione congenita della valvola ed è sempre presente dopo la correzione della tetralogia di Fallot. In questi quadri clinici, il soffio è relativamente debole e di tono meno acuto.La gravità dell’IP dopo la riparazione chirurgica può essere sottovalutata. La stenosi mitralica è la causa classica del soffio meso-telediastolico (si veda Fig. 66.20). La C0060.indd 123 stenosi mitralica può anche essere“silente”(ad es. in pazienti con ridotta gittata cardiaca o corporatura robusta). Il soffio è meglio percepibile sopra l’apice in posizione di decubito laterale sinistro, è di tono grave (rullio) e introdotto da un OS nelle prime fasi della malattia. L’accentuazione presistolica (aumento di intensità del soffio nella telediastole dopo la contrazione atriale) si riscontra nei pazienti con ritmo sinusale. Gli eventi sul lato sinistro di norma nascondono i reperti nei pazienti con ST reumatica. La stenosi funzionale della mitrale o della tricuspide si riferisce ai soffi mesosistolici creati dall’aumento e dall’accelerazione del flusso transvalvolare, senza ostruzione valvolare, nel quadro di IM grave, IT grave o DIA con esteso shunt sinistro-destro. Il soffio meso-telediastolico apicale di tono grave talvolta associato a IA (soffio di Austin Flint) è distinguibile dalla stenosi mitralica sulla base della risposta ai vasodilatatori e della presenza di reperti associati. Cause meno comuni di soffio mesodiastolico sono mixoma atriale, blocco cardiaco completo e valvulite mitralica reumatica acuta (soffio di Carey Coombs). SOFFI CONTINUI. Un soffio continuo è indice di gradiente pressorio tra due camere o vasi durante sia la sistole sia la diastole. Questi soffi iniziano durante la sistole, raggiungono il picco vicino a S2, quindi persistono nella diastole. Può essere difficile distinguerli dai soffi sistolici e diastolici nei pazienti con cardiopatia valvolare aortica o polmonare mista.Alcuni esempi sono i soffi associati a PDA, rottura dell’aneurisma del seno di Valsalva e fistole AV di coronarie, di grandi vasi o conseguenti a emodialisi. Il soffio venoso cervicale e il soffio mammario della gravidanza sono due varianti benigne. ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA OS AUSCULTAZIONE DINAMICA . Semplici manovre al letto del paziente possono aiutare a identificare i soffi cardiaci e caratterizzarne il significato (Tab. 12.6 ). Gli eventi sul lato destro, eccetto il tono di eiezione polmonare, aumentano all’inspirazione e si attenuano all’espirazione; gli eventi sul lato sinistro hanno un comportamento opposto (sensibilità 100%, specificità 88%). L’intensità dei soffi associati a IM, DIV e IA aumenta in risposta alle manovre che incrementano il postcarico del VS (handgrip, vasopressori) e si riduce dopo l’esposizione a farmaci vasodilatatori (nitrato di amile). Lo spostamento in posizione accovacciata provoca l’immediato aumento del precarico e del postcarico ventricolare, mentre il rapido passaggio in posizione eretta riduce immediatamente il precarico. Nei pazienti con MVP, il click e il soffio si allontanano da S1 in seguito all’accovacciamento a causa del ritardo nell’instaurarsi del prolasso del lembo a volumi ventricolari maggiori. Con il rapido spostamento in posizione eretta, click e soffio si avvicinano a S1, poiché il prolasso si instaura prima nella sistole quando le dimensioni della camera sono minori. lI soffio della CMIO ha un comportamento direzionale simile, attenuandosi e accorciandosi all’accovacciamento (sensibilità 95%, specifi cità 85%) e prolungandosi e 6/28/12 2:14:52 AM 124 SS A2 P2 TABELLA 12.6 s3 s1 APEX VS CAPITOLO 12 AS CAROTID B A SS GA VENT V Atrio C S1 S2 FIGURA 12.9 A. Fonocardiogramma (in alto) di un paziente con insufficienza mitralica grave acuta, con soffio protosistolico in decrescendo e tono di riempimento diastolico (S3). B. Forme d’onda della pressione del VS e dell’AS che evidenziano il brusco aumento della pressione dell’AS e l’attenuazione del gradiente pressorio VS-AS, che determinano durata e configurazione del soffio. C. Illustrazione delle pressioni delle grandi arterie (GA), dei ventricoli (VENT) e degli atri con risultante fonocardiogramma nell’IM o IT cronica. Si notino la temporizzazione olosistolica e la configurazione a plateau del soffio, entrambe derivanti dall’elevato gradiente di pressione ventricolo-atriale in tutta la sistole. SS = soffio sistolico; V = onda v. (Da Braunwald E, Perloff JK: Physical examination of the heart and circulation. In Zipes D, Libby P, Bonow RO, Braunwald E [eds]: Braunwald’s Heart Disease. A Textbook of Cardiovascular Medicine. 7th ed. Philadelphia, Elsevier, 2005, p 97.) intensificandosi in seguito al rapido passaggio in posizione eretta (sensibilità 95%, specificità 84%). Anche l’intensità del soffio nella CMIO aumenta con la manovra di Valsalva (sensibilità 65%, specificità 95%). Una variazione di intensità di un soffio sistolico nel primo battito dopo un battito prematuro, oppure nel battito successivo a un ciclo di lunghezza prolungata in pazienti con FA, suggerisce SA piuttosto che IM, soprattutto in pazienti anziani nei quali il soffio della SA è ben trasmesso all’apice (effetto di Gallavardin). I soffi sistolici provocati da ostruzione all’efflusso del VS, compresi quelli causati da SA, aumentano di intensità nel battito successivo a un battito prematuro in conseguenza degli effetti combinati di maggiore riempimento del VS e potenziamento postextrasistolico della funzione contrattile. Il flusso anterogrado accelera, provocando un incremento del gradiente e un soffio più rumoroso. L’intensità del soffio dell’IM non varia nel battito postprematuro, poiché l’ulteriore aumento del flusso della valvola mitrale e la variazione del gradiente VS-AS sono relativamente lievi. INDICAZIONI PER L’ECOCARDIOGRAMMA . ’Lecocardiogramma transtoracico (ETT) può essere rimandato per i pazienti con soffio mesosistolico di grado 2 o inferiore, senza sintomi o altri segni di patologia cardiovascolare, nonché per i pazienti con soffio continuo benigno (Fig. 12.10 33).Per gli altri pazienti si consiglia un esame ecocardiografico per caratterizzare la struttura e la funzione cardiaca e per stimare le pressioni arteriose polmonari. C0060.indd 124 Mano vre per alterare l’intensità dei soffic ardiaci Respirazione: i soffi sul lato destro di solito aumentano all’inspirazione. I soffi sul lato sinistro di norma sono più intensi durante l’espirazione. Manovra di Valsalva: la maggior parte dei soffi diminuisce in lunghezza e intensità. Due eccezioni sono il soffio sistolico della CMIO, che di norma diventa molto più forte, e quello del MVP, che diventa più prolungato e spesso più intenso. Dopo la manovra di Valsalva, i soffi sul lato destro tendono a tornare all’intensità di base prima di quelli sul lato sinistro. Eserciziofi sico:is offi causati dal flusso ematico attraverso valvole normali od ostruite (ad es. SP e SM) si intensificano sotto sforzo, sia isotonico sia isometrico (handgrip). Anche i soffi di IM, DIV e IA si intensificano con l’esercizio di handgrip. Modifiche posturali: in posizione eretta, la maggior parte dei soffi si attenua; due eccezioni sono il soffio della CMIO, che diventa più forte, e quello del MVP, che diventa più prolungato e spesso più intenso. In posizione accovacciata, la maggior parte dei soffi si intensifica, ma quelli di CMIO e MVP di solito si attenuano e possono scomparire. Il sollevamento passivo della gamba di solito produce gli stessi effetti dell’accovacciamento. Battito postventricolare prematuro o FA: i soffi che originano dalle valvole semilunari normali o stenotiche aumentano di intensità durante il ciclo cardiaco dopo un battito prematuro ventricolare o nel battito successivo a un ciclo di lunga durata nella FA. Per contro, i soffi sistolici causati da insufficienza della valvola AV non cambiano, non diminuiscono (disfunzione dei muscoli papillari) né si accorciano dopo un battito prematuro (MVP). Interventi farmacologici: durante l’iniziale ipotensione relativa dopo l’inalazione di nitrito di amile, l’intensità dei soffi di IM, DIV e IA si riduce, mentre quella del soffio della SA aumenta a causa della maggiore gittata sistolica. Durante la successiva fase tachicardica, anche i soffi della SM e delle lesioni sul lato destro si intensificano. Questo intervento può essere utile per distinguere il soffio del fenomeno di Austin Flint da quello della SM. Nel MVP spesso la risposta è bifasica (prima più debole e poi più intensa del controllo). Occlusione arteriosa transitoria: la compressione esterna transitoria di entrambe le arterie brachiali mediante gonfiaggio bilaterale dei bracciali di uno sfigmomanometro a 20 mmHg oltre la pressione sistolica massima aumenta i soffi di IM, DIV e IA, ma non i soffi legati ad altre cause. Da Bonow RO, Carabello BA, Chatterjee K, et al: ACC/AHA 2006 guidelines for the management of patients with valvular heart disease: A report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Writing Committee to Revise the 1998 Guidelines for the Management of Patients with Valvular Heart Disease) developed in collaboration with the Society of Cardiovascular Anesthesiologists endorsed by the Society for Cardiovascular Angiography and Interventions and the Society of Thoracic Surgeons. J Am Coll Cardiol 48:e18, 2006. Approccio integrato basato sull’evidenza Insufficienza cardiaca (Cap. 26) ANAMNESI. Devono essere analizzati i sintomi sia da sforzo sia a riposo. I sintomi più comuni sono dispnea, astenia, ridotta tolleranza all’esercizio fisico, ortopnea ed edema. In una rassegna di 22 studi condotti su pazienti adulti presentatisi in un reparto di emergenza con dispnea, la probabilità di insufficienza cardiaca era meglio valutabile in caso di precedente anamnesi di insufficienza cardiaca (LR, 5,8; IC al 95%, 4,1-8,0), dispnea parossistica notturna (Paroxysmal Nocturnal Dyspnea,PND) (LR, 2,6; IC al 95%, 1,5-4,5), terzo tono cardiaco (LR, 11; IC al 95%, 4,9-25,0) o fibrillazione atriale (LR, 3,8; IC al 95%, 1,7-8,8).34 Una prima impressione clinica di insufficienza cardiaca da parte del medico costituiva uno dei più importanti fattori predittivi per la diagnosi (LR, 4,4; IC al 95%, 1,8-10,0). A eccezione della PND, queste stesse caratteristiche erano fattori predittivi di insufficienza cardiaca in presenza di pneumopatia concomitante.34 Una dispnea grave e di esordio improvviso indica edema polmonare acuto, solitamente scatenato da ischemia, aritmia, insufficienza valvolare improvvisa sul lato sinistro e/o ipertensione accelerata. È importante escludere altre cause, come embolia polmonare e pneumotorace. Occorre anche definire l’entità della limitazione dell’esercizio fisico, poiché la capacità funzionale, valutata in base alla classificazione NYHA, consente di prevedere in modo affidabile e indipendente la mortalità dei pazienti con insufficienza cardiaca. La capacità funzionale autoriferita e la performance cardiovascolare misurata con metodi obiettivi possono differire in modo sostanziale. I sintomi presenti a riposo possono avere un maggiore 6/28/12 2:14:52 AM 125 Soffio cardiaco Soffio sistolico Paziente asintomatico e nessun reperto associato • Protosistolico • Mesosistolico, grado 3 o superiore • Telesistolico • Olosistolico Paziente sintomatico o con altri segni di cardiopatia* Soffio continuo Ecocardiografia Cateterismo e angiografia ove necessario • Ronzio venoso • Soffio mammario della gravidanza Nessuna ulteriore analisi *Se sono disponibili i risultati di un elettrocardiogramma o una radiografia del torace che presentano anomalie, è indicata l’ecocardiografia. FIGURA 12.10 Approccio schematico per la valutazione dei soffi cardiaci. (Da Roldan CA, Shively BK, Crawford MH: Value of the cardiovascular physical examination for detecting valvular heart disease in asymptomatic subjects. Am J Cardiol 77:1327, 1996; and Bonow RO, Carabello BA, Chatterjee K, et al: ACC/AHA 2006 guidelines for the management of patients with valvular heart disease: A report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Writing Committee to Revise the 1998 Guidelines for the Management of Patients with Valvular Heart Disease) developed in collaboration with the Society of Cardiovascular Anesthesiologists: Endorsed by the Society for Cardiovascular Angiography and Interventions and the Society of Thoracic Surgeons. J Am Coll Cardiol 48:e1, 2006.) valore predittivo per la diagnosi di insufficienza cardiaca rispetto ai sintomi da sforzo. L’ortopnea non è specifica di insufficienza cardiaca e può essere presente in pazienti con forme gravi di ascite o enfisema. Può essere presente anche trepopnea (dispnea o fastidio nella posizione di decubito laterale). I pazienti con insufficienza cardiaca preferiscono dormire sul lato destro e probabilmente la trepopnea è la causa della predominanza di versamenti pleurici su lato destro in questa popolazione. La dispnea parossistica notturna è altresì comune nell’insufficienza cardiaca. Quando il paziente è sveglio, si verificano respiri di Cheyne-Stokes. La prevalenza di apnea centrale del sonno o di respiri di Cheyne-Stokes varia dal 20 al 62% in differenti studi sull’insufficienza cardiaca35 ed è indice di maggiore rischio di morte. L’edema agli arti inferiori è di norma improntabile e diventa progressivamente più evidente durante la giornata nel paziente deambulante. Un edema evidente a livello clinico indica con probabilità un eccesso di volume di almeno 3-4 kg. Nei pazienti con insufficienza cardiaca destra avanzata possono prevalere epatomegalia dolente e ascite. Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica, rantoli polmonari o edema agli arti inferiori sono spesso assenti.36 In 50 pazienti indirizzati al trapianto di cuore,la combinazione di rantoli,edema e pressione venosa giugulare elevata era assente in 18 soggetti su 43 con pressione di incuneamento polmonare misurata superiore a 22 mmHg; tuttavia, questa combinazione di reperti aveva sensibilità del 58% e specificità del 100% per la diagnosi di insufficienza cardiaca.37 Pochi studi hanno esaminato i valori predittivi di vari sintomi dell’insufficienza cardiaca. Spesso la correlazione tra sintomi ed evidenza obiettiva di disfunzione cardiaca a riposo è scarsa. Anche la letteratura a disposizione è limitata dalle ridotte dimensioni dei campioni, dalla mancanza di c ontrolli adeguati, dai disegni retrospettivi, dalla variabilità di intervistatori e definizioni e dai bias di riferimento. In una rassegna sistematica, il valore predittivo dell’ortopnea per l’aumento delle pressioni di riempimento si è rivelato modesto. Dispnea ed edema sono risultati analogament e utili, ma maggiormente predittivi se abbinati ai reperti dell’esame obiettivo (S3, tachicardia, pressione venosa giugulare elevata, ridotta pressione differenziale, rantoli, reflusso addominogiugulare). Quando abbinato con altri reperti, un gruppo di tre o più sintomi o segni indicava una probabilità superiore al 90% di aumento delle pressioni di riempimento, se non era nota alcuna disfunzione grave del VS. Per contro, se era presente un solo reperto o sintomo oppure se non ne era presente nessuno, la probabilità di aumento delle pressioni di riempimento era inferiore al 10%. Numerosi C0060.indd 125 studi hanno utilizzato questo approccio per la diagnosi di insufficienza cardiaca.38 Il sistema più comunemente applicato, i criteri di Framingham, ha modesta specificità (63%) e sensibilità (63%) quando si usa una frazione di eiezione (FE) inferiore a 0,40 per definire l’insufficienza cardiaca.39 La distinzione tra insufficienza cardiaca sistolica e non sistolica può essere effettuata con modesta precisione al letto del paziente. È inoltre più probabile che la funzione sistolica sia preservata nei pazienti di sesso femminile o anziani, e con elevato indice di massa corporea, sebbene tali reperti non abbiano specificità e sensibilità adeguate per guidare la terapia.40,41 Inoltre, disfunzione diastolica e sistolica non sono mutuamente esclusive. ESAME OBIETTIVO . La valutazione della volemia è fondamentale. La maggior parte dei pazienti con insufficienza cardiaca che necessita di ricovero in ospedale sarà ricoverata a causa di un sovraccarico di volume42 e la mancata risoluzione di questo problema ha un impatto negativo sulla prognosi. Quattro segni sono comunemente usati per prevedere pressioni di riempimento elevate: distensione venosa giugulare (reflusso addominogiugulare), presenza di un S3 e/o S4, rantoli ed edema ai piedi. In generale, la precisione diagnostica migliora applicando una combinazione di reperti piuttosto che affidandosi a reperti clinici isolati con valore predittivo limitato.38 Alcuni medici consigliano la valutazione clinica del paziente con insufficienza cardiaca lungo due assi emodinamici base: volemia (dry o wet) e perfusione (warm o cold), un approccio potenzialmente utile per guidare la terapia.43 Sembra che ciò possa essere utile anche per la prognosi, soprattutto nella valutazione dei pazienti alla dimissione dopo un ricovero per insufficienza cardiaca. Ad esempio, pazienti con insufficienza cardiaca avanzata, dimessi con un profilo caratterizzato da ipoperfusione o congestione (profilo wet o cold) hanno una prognosi peggiore (HR, 1,5; IC al 95%, 1,1-12,1; P = 0,017) rispetto a pazienti dimessi con un profilo caratterizzato da adeguata perfusione e assenza di congestione (profilo warm e dry) (HR, 0,9; IC al 95%, 0,7-2,1; P = 0,5).44 Per raggiungere questo livello di precisione diagnostica a partire da un esame obiettivo può essere necessaria una formazione cardiologica specializzata. Ad esempio, tra i medici dei reparti di emergenza si è registrata scarsa uniformità nell’identificare questi profili emodinamici (statistica k, 0,28; IC al 95%, 0,01-0,51).45 PRESSIONE VENOSA GIUGULARE . La pressione venosa giugulare fornisce l’elemento di valutazione della pressione di riempimento del VS più rapidamente rilevabile al letto del paziente. Nello studio ESCAPE (Evaluation Study of Congestive Heart Failure and Pulmonary Artery Catheterization Effectiveness), l’82% dei pazienti (149 su 181) c on pressione AD stimata superiore a 8 mmHg (10,5 cm H 2O) aveva una pressione AD misurata superiore a 8 mmHg. Viceversa, gli stessi ricercatori sono riusciti a prevedere i 9 pazienti su 11 con una pressione AD inferiore a 8 mmHg.44 Sebbene la pressione venosa giugulare stimi la pressione di riempimento del VD, ha ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA Mesosistolico, grado 2 o inferiore (si veda testo) Soffio diastolico 6/28/12 2:14:53 AM 126 0,9 0,8 Pressione venosa giugulare elevata non presente 0,7 0,6 0,5 0,4 P <0,001 0,3 Pressione venosa giugulare elevata 0,2 0,1 0,0 0 250 500 SOPRAVVIVENZA LIBERA DA EVENTI A 0,9 0,8 0,7 Terzo tono cardiaco assente 0,6 0,5 0,4 P <0,001 Terzo tono cardiaco 0,2 0,1 0,0 250 500 750 GIORNI Terzo tono cardiaco 50 40 30 Terzo tono cardiaco assente 20 10 P <0,001 0 0 1 C 1,0 0,3 60 1.000 1.250 1.500 GIORNI 0 B 750 TERZO E QUARTO TONO CARDIACO. Il terzo tono cardiaco (S3) è uno scarso fattore predittivo della frazione di eiezione (FE) poiché riflette in primo luogo la performance diastolica piuttosto che quella sistolica. Nei pazienti con insufficienza cardiaca, la prevalenza di un S3 è analoga sia in presenza sia in assenza di disfunzione sistolica del VS (valore di soglia FE, 0,50).49 La valutazione contemporanea più rigorosa di S3 è stata condotta da Marcus et al. su 100 pazienti con varie condizioni cardiovascolari sottoposti a cateterismo cardiaco elettivo.50,51 I borsisti di cardiologia (n = 18; statistica k, 0,37; P <0,001) e i cardiologi specialisti (n = 26, statistica k, 0,29; P = 0,003) si sono rivelati più abili degli specializzandi (n = 102; nessuna significativa uniformità di giudizio) nell’identificazione di un S3 confermato con fonocardiogramma. Inoltre, un S3 percepito da un cardiologo specialista o da un borsista ha consentito di prevedere l’incremento della pressione telediastolica del VS (PTDVS) (>15 mmHg) e del peptide natriuretico di tipo B (>100 pg/mL), nonché la depressione della funzione sistolica ventricolare (FE <0,50), sebbene le sensibilità fossero basse (32-52%; Fig. 12.12). Un S4 aveva sensibilità paragonabile (40-46%), ma specificità inferiore (72-80% per un S4 a fronte di 87-92% per un S3; Tab. 12.7). In numerosi studi precedenti su pazienti con insufficienza cardiaca candidati al trapianto, risultava spesso percepibile un terzo tono cardiaco, che tuttavia era di MORTE O SVILUPPO DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA (%) 1,0 prevedere l’insufficienza cardiaca (LR, 6,0; IC al 95%, 0,8-51) e suggerisce una pressione di incuneamento polmonare superiore a 15 mmHg (LR, 6,7; IC al 95%, 3,3-13,4).20 La presenza di distensione venosa giugulare, a riposo o inducibile, aveva la migliore combinazione di sensibilità (81%), specificità (80%) e precisione predittiva (81%) per quanto riguarda l’aumento della pressione di incuneamento polmonare (> 18mmHg). MORTE O SVILUPPO DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA (%) SOPRAVVIVENZA LIBERA DA EVENTI CAPITOLO 12 un rapporto prevedibile con la pressione di incuneamento polmonare. In 1.000 pazienti consecutivi con insuffi cienza cardiaca avanzata sottoposti a cateterismo del cuore destro, Drazner et al.46 hanno scoperto che la pressione AD consente di prevedere in modo affi dabile la pressione di incuneamento polmonare (r = 0,64); il valor e predittivo positivo di una pressione AD superiore a10 mmHg per una pr essione di incuneamento polmonare superiore a 22 mmHg era dell ’88%. Inoltre, la pressione arteriosa polmonare sistolica era stimabile come il doppio della pressione di incuneamento (r = 0,79). Nello studio ESCAPE, una pr essione AD stimata maggiore di 12 mmHg e l ’ortopnea che comportava l’uso di due cuscini erano gli unici parametri raccolti al letto del paziente (che includevano anche distress gastrointestinale, astenia, dispnea, rantoli, ascite, edema ed epatomegalia) in grado di fornire valore incrementale nella previsione di pressioni di incuneamento polmonare superiori a 22 mmHg e comparabili in modo favorevole con i livelli di peptide natriuretico cerebrale.44 Un aumento della pressione venosa è di rilevanza prognostica. Drazner et al.47 hanno dimostrato che la presenza di distensione venosa giugulare al momento dell’arruolamento in un esteso studio clinico sull’insufficienza cardiaca (11% dei partecipanti allo studio di trattamento SOLVD [Studies of Left Ventricular Dysfunction]), dopo l’aggiustamento per altri marker di gravità della patologia, consente di prevedere i ricoveri per insufficienza cardiaca (rischio relativo [RR], 1,32; IC al 95%, 1,08-1,62), le morti per deficit di pompa (RR, 1,37; IC al 95%, 1,07-1,75) e le morti associate a ricovero per insufficienza cardiaca (RR, 1,30; IC al 95%, 1,11-1,53;Fig. 12.11 I).ricercatori hanno esteso queste osservazioni a soggetti asintomatici arruolati nello studio di prevenzione SOLVD, tra i quali la distensione venosa giugulare era meno comune (1,7% della popolazione dello studio).48 Questi reperti sono particolarmente interessanti poiché la presenza di distensione venosa giugulare è stata segnalata come “sì” o “no” da più ricercatori partecipanti al trial. Nei pazienti con dispnea, il reflusso addominogiugulare è utile per 1.000 1.250 1.500 3 4 ANNI 60 Pressione venosa giugulare elevata 50 40 30 20 Pressione venosa giugulare elevata non presente 10 P <0,001 0 0 D 2 1 2 3 4 ANNI FIGURA 12.11 Curve di Kaplan-Meier che evidenziano il valore prognostico di un’elevata pressione venosa giugulare e del tono S3 in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatici (A e B) e asintomatici (C e D) con disfunzione sistolica. ([A e B] da Drazner MH, Rame JE, Stevenson LW, Dries DL: Prognostic importance of elevated jugular venous pressure and a third heart sound in patients with heart failure. N Engl J Med 345:574, 2001. [C e D] da Drazner MH, Rame JE, Dries DL: Third heart sound and elevated jugular venous pressure as markers of the subsequent development of heart failure in patients with asymptomatic left ventricular dysfunction. Am J Med 114:431, 2003.) C0060.indd 126 6/28/12 2:14:53 AM 127 PRESSIONE TELEDIASTOLICA DEL VENTRICOLO SINISTRO 35 P = ,003 P = ,04 P = ,002 P < ,001 30 20 15 10 5 0 S3 e S4 assenti A Solo S4 Solo S3 S3 e S4 S3 e/o S4 FRAZIONE DI EIEZIONE VENTRICOLARE SINISTRA 90 P = ,13 P = ,01 P = ,04 P < ,001 PERCENTUALE 80 70 60 50 40 30 20 10 0 B S3 e S4 assenti Solo S4 Solo S3 S3 e S4 S3 e/o S4 FIGURA 12.12 PTDVS (A) e FEVS (B) mediane di pazienti sulla base della presenza di un terzo e/o quarto tono cardiaco al fonocardiogramma. Sono illustrati valori mediani, scarti interquartili, barre di errore e valori anomali (cerchi); i P value sono confrontati con la prima colonna. (Da Marcus GM, Gerber IL, McKeown BH, et al: Association between phonocardiographic third and fourth heart sounds and objective measures of left ventricular function. JAMA 293:2238, 2005.) TABELLA 12.7 RANTOLI ED EDEMA. In tre studi precedenti su pazienti con insufficienza cardiaca cronica, circa il 75-80% dei pazienti non presentava rantoli nonostante le elevate pressioni di incuneamento polmonare, presumibilmente a causa dell’aumentato drenaggio linfatico.37 Analogamente, in questi studi anche la sensibilità dell’Rx del torace per l’aumento delle pressioni di riempimento era scarsa. Pertanto, fra i pazienti con disfunzione sistolica del VS cronica, l’assenza di rantoli non esclude elevate pressioni di riempimento del cuore sinistro. L’edema ai piedi non è né sensibile né specifico per la diagnosi di insufficienza cardiaca e ha ridotto valore predittivo come variabile isolata. MANOVRA DI VALSALVA . La risposta della pressione arteriosa alla manovra di Valsalva è quantificabile in modo invasivo tramite linea intra-arteriosa o non invasivo mediante sfigmomanometro o altri strumenti disponibili in commercio. La manovra di Valsalva prevede quattro fasi; la risposta normale ha un aspetto sinusoidale ( Fig. 12.13). Nella risposta normale, i toni di Korotkoff sono udibili solo durante le fasi I e IV, poiché normalmente la pressione sistolica aumenta all’insorgenza e alla conclusione della fase di tensione. Esistono due risposte anomale conosciute alla manovra di Valsalva nell’insufficienza cardiaca: l’assenza del picco in fase IV e la risposta a onda quadra (Fig. 12.14 ). Il quadro con assenza di picco indica una riduzione della funzione sistolica; la risposta a onda quadra indica elevate pressioni di riempimento e risulta indipendente dalla FE. 52 Le risposte possono essere quantificate mediante il rapporto di ampiezza dell’impulso. Questo rapporto confronta la pressione differenziale minima alla fine della fase di tensione con la pressione differenziale massima all’insorgenza della fase tensione; un rapporto elevato è compatibile con una risposta a onda quadra. ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA mmHg 25 scarso valore predittivo di pressioni di riempimento elevate.37 La prevalenza di un S3 in una coorte di pazienti meno gravi con disfunzione sistolica (studio di prevenzione SOLVD) era del 5,1%.48 L’assenza di un S3 all’auscultazione non esclude la diagnosi di insufficienza cardiaca, ma la sua presenza è sintomo affidabile di disfunzione ventricolare. Il valore prognostico di un S3 nell’insufficienza cardiaca cronica è stato determinato dagli studi di Drazner et al. sulla base degli studi di trattamento e prevenzione SOLVD.46-48 I ricercatori hanno scoperto che un S3 consentiva di prevedere la morbilità e mortalità cardiovascolare (si veda Fig. 12.11). Il rischio relativo di ricovero e morte per insufficienza cardiaca tra i pazienti con un S3 nelle coorti di prevenzione e di trattamento era di entità paragonabile. Queste osservazioni sono rimaste significative dopo l’aggiustamento per i marker di gravità della patologia e si sono rivelate ancora più efficaci se abbinate alla presenza di una pressione venosa giugulare elevata.Un S3 implica altresì un maggiore rischio di esito avverso in altri quadri clinici, come infarto miocardico e chirurgia non cardiaca. a Cratteristiche dei test di rilevamento computerizzato dei toni cardiaci * PTDVS >15 MMHG (%) FEVS < 50%(%) BNP >100 PG/ML (%) Sensibilità Specificità Valore predittivo positivo Valore predittivo negativo Precisione 41( 26-58) 92(8 0-98) 81 (58-95) 65 (53-76) 69(5 8-78) 52( 31-73) 87(7 6-94) 57 (34-78) 84 (73-92) 78(6 8-86) 32( 20-46) 92(7 8-98) 85 (62-97) 48 (36-60) 56(4 5-67) Sensibilità Specificità Valore predittivo positivo Valore predittivo negativo Precisione 46( 31-63) 80(6 6-90) 66 (46-82) 64 (51-76) 64(5 4-74) 43( 23-66) 72(5 9-82) 34 (18-54) 79 (66-88) 64(5 4-74) 40( 26-54) 78(6 1-90) 72 (52-87) 47 (34-60) 55(4 4-66) S3 e/o S4 Sensibilità Specificità Valore predittivo positivo Valore predittivo negativo Precisione 68( 52-82) 73(5 9-85) 68 (52-82) 73 (59-85) 71(6 1-80) 74( 52-90) 64(5 2-76) 42 (26-58) 88 (75-95) 67(5 6-76) 57( 42-70) 72(5 5-86) 75 (59-87) 53 (38-67) 63(5 2-73) TONO S3 S4 *I dati sono forniti come percentuale (IC al 95%). *Modificata da Marcus GM, Gerber IL, McKeown BH, et al: Association between phonocardiographic third and fourth heart sounds and objective measures of left ventricular function. JAMA 293:2238, 2005. C0060.indd 127 6/28/12 2:14:53 AM 128 Fase I: Aumento della pressione sistolica con tensione iniziale dovuta all’aumento della pressione intratoracica CAPITOLO 12 Fase II: Riduzione della gittata sistolica e della pressione differenziale e tachicardia riflessa con tensione continua dovuta alla diminuzione del ritorno venoso e all’aumento delle resistenze vascolari I Fase III: Riduzione breve e improvvisa della pressione sistolica dovuta all’improvvisa caduta della pressione intratoracica II Fase IV: Eccedenza di pressione sistolica e bradicardia riflessa in seguito all’aumento del ritorno venoso e alla riduzione delle resistenze vascolari sistemiche IV III FIGURA 12.13 Normaler ispostaa llam anovrad i Valsalva. (Da Nishimura RA, Tajik AJ: The Valsalva maneuver–3 centuries later. Mayo Clin Proc 79:577, 2004.) Inizio Fine PA Risposta sinusoidale B Picco assente Pressione arteriosa (mmHg) A PA PA C Risposta a onda quadra Fase I Fase II Fase III Fase IV Toni di Korotkoff percepiti Valsalva FIGURA 12.14 Risposte anomale alla manovra di Valsalva valutate sulla base del quadro dei toni di Korotkoff. A. Normale risposta sinusoidale con toni intermittenti durante tensione e rilascio. B. Toni brevemente udibili durante la fase di tensione iniziale sono indice di funzione sistolica solo compromessa, in assenza di sovraccarico di liquidi. C. La persistenza dei toni di Korotkoff in tutta la fase di tensione suggerisce elevate pressioni di riempimento del ventricolo sinistro. PA = pressione arteriosa. (Da Shamsham F, Mitchell J: Essentials of the diagnosis of heart failure. Am Fam Physician 61:1319, 2000.) ALTRI REPERTI. In assenza di ipertensione, la pressione differenziale è determinata da gittata sistolica e rigidità vascolare e può essere usata per valutare la gittata cardiaca. In una coorte di pazienti con insufficienza cardiaca cronica (FE, 0,18 ± 0,06), la pressione differenziale proporzionale ([sistolica − diastolica]/sistolica) era ben correlata a indice cardiaco C0060.indd 128 (r = 0,82; P <0,001), indice di gittata sistolica (r = 0,78; P <0,001) e inverso della resistenza vascolare sistemica (r = 0,65; P <0,001). Applicando una pressione differenziale proporzionale del 25%, è stato possibile prevedere l’indice cardiaco: se il valore era inferiore al 25%, l’indice cardiaco era minore di 2,2 L/min/m2 nel 91% dei pazienti; se il valore era superiore al 25%, l’indice cardiaco era maggiore di 2,2 L/min/m2 nell’83% dei pazienti.37 Tuttavia, il migliore metodo di valutazione della perfusione sistemica e dell’indice cardiaco sembra essere l’impressione clinica complessiva (il cosiddetto profilo cold). L’insieme di cardiologi specializzati si è rivelato migliore di pressione differenziale proporzionale, pressione sistolica, estremità fredde o astenia nella previsione di un indice cardiaco inferiore a 2,3 L/min/m2 misurato in modo invasivo.44 Questa regola di previsione non è stata descritta in altri gruppi di pazienti, in coorti più ampie o in studi più attuali. Un aumento di intensità della componente polmonare del secondo tono cardiaco (P2) è fortemente suggestivo di ipertensione arteriosa polmonare. Se P2 è percepibile all’apice, è probabile che la pressione sistolica polmonare sia superiore a 50 mmHg. Anche i versamenti pleurici sono comuni nell’insufficienza cardiaca e di norma sono sul lato destro, presumibilmente a causa della preferenza di questi pazienti per la posizione di decubito laterale destro durante il sonno. L’ottusità percussoria è il reperto più semplice da rilevare per l’identificazione di un versamento pleurico ed è superiore (LR, 8,7; IC al 95%, 2,2-33,8) a percussione auscultatoria,riduzione dei rumori respiratori,espansione asimmetrica del torace, aumento della risonanza vocale, crepitii o sfregamenti pleurici. Per contro, l’assenza di un indebolimento del fremito vocale tattile rende meno probabile il versamento pleurico (LR negativo, 0,21; IC al 95%, 0,12-0,37).53 Cardiopatiav alvolare (Cap. 66) Un’attenta anamnesi e un preciso esame obiettivo possono rivelare molte informazioni circa la gravità della lesione, la storia naturale, le indicazioni chirurgiche e la prognosi nei pazienti con cardiopatia valvolare. La disfunzione del VS da coronaropatia è un comune elemento di confusione. Ciononostante, l’anamnesi di qualsiasi paziente con cardiopatia valvolare nota o sospetta deve basarsi sull’uso di uno schema di classificazione funzionale (si veda Tab. 12.1). Attualmente, l’insorgere di una limitazione funzionale 6/28/12 2:14:53 AM 129 anche lieve è considerato un’indicazione per la correzione meccanica della lesione valvolare responsabile.33 Il sospetto di cardiopatia valvolare nasce spesso dal riscontro di un soffio cardiaco. I cardiologi sono in grado di individuare i soffi cardiaci sistolici con buona affidabilità (kappa, 0,30-0,48) e di norma riescono a diagnosticare o escludere SA, CMIO, IM, MVP, IT e soffi funzionali.54 STENOSI MITRALICA. Nei pazienti con stenosi mitralica, la sopravvivenza si riduce in seguito all’insorgenza dei sintomi e peggiora con l’aumento del grado di limitazione funzionale (classificazione NYHA) e con l’aumento dell’ipertensione polmonare.33 I reperti all’esame obiettivo variano in base a cronicità della malattia, frequenza cardiaca, ritmo e gittata cardiaca. Può essere difficile stimare la gravità della lesione valvolare nei pazienti anziani con valvole meno flessibili, FA rapida o ridotta gittata cardiaca. Una stenosi mitralica grave è suggerita da: (1) prolungato soffio olodiastolico, indice di persistenza del gradiente AS-VS; (2) intervallo A2-OS breve, compatibile con un grado maggiore di aumento della pressione AS; (3) P2 intenso (o S2 singolo) e/o impulso ventricolare destro, indice di ipertensione polmonare; (4) pressione giugulare venosa elevata con onde cv, epatomegalia ed edema agli arti inferiori, tutti segni di insufficienza cardiaca destra. Né l’intensità del soffio diastolico, né la presenza di accentuazione presistolica nei pazienti con ritmo sinusale riflettono in modo preciso la gravità della lesione. INSUFFICIENZA MITRALICA. I sintomi associati all’IM dipendono dalla gravità e dall’evoluzione temporale. L’IM acuta grave che si verifica in caso di rottura del muscolo papillare o di endocardite provoca dispnea improvvisa e profonda in seguito a edema polmonare. I reperti all’esame obiettivo possono essere fuorvianti poiché l’impulso del VS di norma non è né ingrandito né dislocato e il soffio sistolico ha temporizzazione precoce e configurazione in decrescendo (si veda Fig. 12.9). Il soffio può risultare più intenso al margine sternale inferiore sinistro o alle ascelle, piuttosto che all’apice. Un nuovo soffio sistolico di poco successivo a infarto miocardico può non essere udibile in un paziente ventilato od obeso; pertanto, l’attenzione circa l’IM richiede un elevato indice clinico di sospetto. Un’insufficienza mitralica grave cronica è suggerita da: (1) battito apicale del VS ingrandito, dislocato, ma dinamico; (2) fremito sistolico apicale (intensità del soffio di grado 4 o superiore); (3) complesso di riempimento mesodiastolico comprensivo di S3 e di un soffio breve e di tono grave, indicativo di afflusso mitralico diastolico accelerato e aumentato; (4) ampio ma fisiologico sdoppiamento di S2 a causa della chiusura precoce della valvola aortica; (5) intenso P2 o impulso ventricolare destro. L’esaminatore deve adoperarsi per distinguere l’IM da altre cause di soffio cardiaco sistolico, sulla base di posizione, irradiazione, temporizzazione, configurazione, risposta alle manovre al letto del C0060.indd 129 STENOSI AORTICA. Un polso carotideo che sale lentamente (pulsus tardus) o di ridotta ampiezza (pulsus parvus), una ridotta intensità di A2 e un soffio con picco meso-telesistolico agevolano la valutazione della gravità di una SA. L’intensità del soffio dipende dalla gittata cardiaca e dalla corporatura del paziente (picco trasferimento quantità di moto)58 e non indica in modo affidabile la gravità della stenosi. Munt et al. hanno segnalato che nessun singolo reperto all’esame obiettivo è sia altamente sensibile sia altamente specifico per la diagnosi di SA grave (area valvolare < 1,0cm2 ).59 I predittori univariati di outcome (morte, sostituzione della valvola aortica) includevano ritardo di ascesa e ampiezza del polso carotideo, grado e picco del soffio sistolico e S2 singolo. Tuttavia, all’analisi di regressione multivariata solo l’ampiezza del polso carotideo risultava essere un fattore predittivo dell’outcome.59 L’esperienza clinica ha accertato la diffi coltà di valutare le caratteristiche del polso carotideo nei pazienti anziani o ipertesi e nelle condizioni caratterizzate da bassa gittata. È altresì complicato distinguere il soffi o di una SA significativa da quello causato da una SA lieve o moderata. La sclerosi aortica è defi nita dalla calcificazione focale e dall’ispessimento dei lembi senza restrizione del movimento e da una velocità transaortica di picco inferiore a 2,5 millisecondi. Il soffio può essere di grado 2 o 3, ma con picco mesosistolico. Solitamente, il polso carotideo è normale e A2 preservato; all’elettrocardiogramma (ECG) devono essere assenti evidenze di ipertrofia del ventricolo sinistro. Per chiarire questa distinzione è spesso necessario un ETT, soprattutto nei pazienti anziani con ipertensione. I reperti determineranno le decisioni in merito alla frequenza del follow-up clinico e di successivi ETT. L’analisi del segnale di toni cardiovascolari catturati digitalmente mediante visualizzazione spettrale aiuta a distingue tra il soffio di una sclerosi aortica e quello causato da SA emodinamicamente significativa.10 La diagnosi differenziale di un soffio sistolico connesso a ostruzione dell’efflusso del VS comprende SA valvolare, CMIO, stenosi discreta subaortica membranosa ( Discrete Membranous Subaortic Stenosis, DMSS) e stenosi aortica sopravalvolare (SupraValvular Aortic Stenosis, SVAS). La presenza di un tono di eiezione indica un’origine valvolare. La CMIO può essere distinta sulla base della risposta del soffio alla manovra di Valsalva e allo spostamento in posizione eretta o accovacciata. I pazienti con DMSS hanno di norma un soffi o diastolico indicativo di IA, ma nessun tono di eiezione, mentre nei pazienti con SVAS la pressione arteriosa misurata al braccio destro è di oltre 10 mmHg superiore a quella misurata al braccio sinistro. INSUFFICIENZA AORTICA. I pazienti con IA grave acuta hanno edema polmonare e sintomi e segni di ridotta gittata cardiaca anterograda. La tachicardia è sempre presente, la pressione sistolica non è elevata e la pressione differenziale non è ampliata. S 1 è debole a causa della chiusura prematura della valvola mitrale. Come già osservato, il soffio diastolico è più attenuato e più breve a causa del rapido incremento nella pressione diastolica del VS e della diminuzione del gradiente pressorio diastolico aorta-VS. È interessante notare che, nei pazienti con dissecazione aortica acuta di tipo A, la presenza di un soffio diastolico (percepibile in quasi il 30% dei casi) non modifica in modo sostanziale la probabilità pre-esame di dissecazione (LR, 1,4; IC al 95%, 1,0-2,0).60,61 L’IA acuta grave è scarsamente tollerata e rende obbligatoria la correzione chirurgica. I sintomi tipici associati a IA grave cronica includono dispnea, astenia, fastidio toracico e palpitazioni. Come per l’insufficienza mitralica cronica, un’insufficienza aortica cronica di grado lieve-moderato è ben tollerata e insufficiente a causare sintomi, se sono assenti altre anomalie cardiovascolari. Il tipico soffio diastolico alitante in decrescendo suggerisce un’IA cronica. Un soffio mesosistolico indicativo di aumentato efflusso del VS è invariabilmente percepibile alla base. Può coesistere la stenosi della valvola aortica. L’assenza di soffio diastolico riduce in modo significativo la probabilità di IA medio-grave (LR, 0,1) e di IA lieve o più grave (LR, 0,20,3). La presenza di un tipico soffio diastolico aumenta la probabilità di IA medio-grave (LR, 4,0-8,3) e di IA lieve o più grave (LR, 8,8-32,0).60 Inoltre, nei pazienti con IA cronica, l’intensità del soffio è correlata alla gravità della lesione. Un soffio diastolico di grado 3 ha un LR di 4,5 (IC al 95%, 1,6-14,0) per distinguere le forme gravi di IA da quelle ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA Tuttavia, le imprecisioni diagnostiche esistono e alcuni hanno suggerito l’uso routinario di ecografi portatili per migliorare le percentuali di rilevamento.55 Kobal et al. hanno confrontato le caratteristiche dell’esame obiettivo eseguito da cardiologi specialisti certificati con le ecografie eseguite con strumenti portatili da studenti di medicina addestrati. 3 La sensibilità di cardiologi e studenti nel riconoscere lesioni valvolari che causano un soffio sistolico erano rispettivamente del 62% e 93%. Nel rilevamento di lesioni responsabili di un soffio diastolico, le sensibilità erano del 16% per i cardiologi e del 75% per gli studenti. In questo studio, la sensibilità complessiva dei cardiologi nel rilevamento di cardiopatia valvolare era del 50% a fronte dell’89% per gli studenti che avevano usato strumenti ecocardiografici (P < 0,001).3 Spencer et al. avevano in precedenza segnalato che i cardiologi non avevano individuato il 59% dei reperti cardiovascolari all’esame obiettivo.56 Solo 2 pazienti su 10 c on cardiopatia valvolare rilevata con ecocardiogramma transesofageo (ETE), ma non all’esame obiettivo, avevano una lesione valvolare importante. Inoltre, l’auscultazione dinamica aveva consentito di distinguere tra soffi funzionali e patologici con una specificità del 98% e un valor e predittivo positivo del 92%. Uno studio su giovani reclute militari è giunto a conclusioni simili. 57 L’esame obiettivo eseguito da cardiologi ha consentito di rilevare un soffio patologico con sensibilità del 100%, specifi cità del 67%, valore predittivo positivo del 30% e valore predittivo negativo del 100% utilizzando l’ETT come standard di riferimento. Pertanto, un esame obiettivo cardiaco preciso e completo consente in primo luogo di identifi care i soggetti asintomatici con cardiopatia valvolare, per i quali sono indicati ETT e follow-up clinico. Analogamente, può consentire di identificare i pazienti che non richiedono ulteriori accertamenti. paziente e comportamento successivo a un battito prematuro (si veda sopra). I reperti nei pazienti con MVP possono variare quotidianamente, in base delle condizioni di carico del ventricolo sinistro. La combinazione di click non eiettivo e soffio meso-telesistolico è il più evidente segno di MVP, come confermato dal criteri ETT (LR, 2,43). 6/28/12 2:14:54 AM 130 CAPITOLO 12 lievi o moderate.60 I dati relativi al significato del soffio di Austin Flint (soffio apicale meso-telediastolico di tono grave) sono contraddittori. Le evidenze a supporto di chi sostiene l’importanza di pressoché tutti i segni eponimici periferici dell’IA cronica (ne esistono almeno 12) sono scarse.62 Il segno di Hill (differenza fra la pressione sistolica dell’arteria femorale e quella dell’arteria poplitea >20 mmHg) può essere la singola eccezione (sensibilità, 89% per IA medio-grave), sebbene anche in questo caso le evidenze a supporto siano deboli.62 CARDIOPATIA VALVOLARE TRICUSPIDALE. I sintomi e segni della stenosi della tricuspide (ST) sono di solito nascosti dalle lesioni valvolari sul lato sinistro. Un’elevata pressione giugulare venosa con discesa ritardata di y, ascite addominale ed edema sono sintomi di ST grave. I reperti auscultatori sono difficili da apprezzare, ma sono simili a quelli della stenosi mitralica e possono aumentare durante l’inspirazione. L’IT può avere origine primaria (anomalia di Ebstein, prolasso, endocardite, sindrome da carcinoide), ma si riscontra più spesso come complicanza secondaria di ipertensione arteriosa polmonare, ingrossamento del VD e dilatazione anulare. I sintomi dell’IT assomigliano a quelli della ST. L’IT grave si manifesta con elevata pressione giugulare venosa con onde cv prominenti, impulso parasternale, fegato pulsatile, ascite ed edema. L’intensità del soffio olosistolico dell’IT aumenta all’inspirazione (segno di Carvallo). L’intensità del soffio non riflette in modo preciso la gravità della lesione valvolare. PATOLOGIA DELLA VALVOLA POLMONARE. La SP può provocare astenia da sforzo, dispnea, stordimento e fastidio toracico (angina del ventricolo destro). La sincope è segnale di ostruzione grave. Il soffio mesosistolico della SP è meglio udibile al secondo spazio intercostale sinistro. In caso di SP grave, l’intervallo tra S1 e il tono di eiezione polmonare si riduce, il soffio raggiunge il picco in telesistole e può estendersi oltre A2, mentre P2 non è più percepibile. Segni di significativo sovraccarico pressorio del VD includono un’onda a giugulare venosa prominente e un impulso parasternale. L’insufficienza della valvola polmonare (IP) si verifica perlopiù come manifestazione secondaria di ipertensione arteriosa polmonare e di dilatazione anulare, ma può anche riflettere una cardiopatia valvolare primaria (ad es. valvola bicuspide congenita) o svilupparsi come complicanza di un intervento chirurgico sul tratto di efflusso del VD (ad es. tetralogia di Fallot). Il soffio diastolico dell’IP secondaria (soffio di Graham Steell) è distinguibile da quello provocato da IA sulla base di aumento di intensità all’inspirazione, insorgenza successiva (dopo A2 e con P2) e tono leggermente più grave. Quando è percepibile un soffio tipico, la probabilità di IP aumenta (LR, 17), ma l’assenza di un soffio non esclude la patologia (LR, 0,9).60 In caso di ipertensione arteriosa polmonare grave e IP, P2 è di norma palpabile e sono presenti segni di sovraccarico di pressione e di volume del VD (ad es. impulso parasternale, onda a venosa giugulare prominente). PROTESI VALVOLARI CARDIACHE (si veda Fig. 66.44 ) . Ladiagnosi differenziale di limitazione funzionale recidivante in seguito a sostituzione chirurgica di una valvola comprende: malfunzionamento della protesi valvolare, aritmia e compromissione della performance ventricolare. Il malfunzionamento della protesi valvolare può verificarsi in seguito a trombosi, formazione di un panno di fibrina, infezione e deterioramento strutturale. I sintomi assomigliano a quelli osservati nella cardiopatia valvolare nativa e possono manifestarsi in modo acuto o svilupparsi gradualmente nel tempo. Il primo sospetto di malfunzionamento di una protesi valvolare sorge spesso in seguito a una variazione della qualità dei toni cardiaci o alla comparsa di un nuovo soffio. I toni cardiaci in presenza di bioprotesi valvolare assomigliano a quelli generati da valvole native. Una bioprotesi in posizione mitralica è di norma associata a soffio mesosistolico (dalla turbolenza creata dal flusso sistolico attraverso gli anelli della valvola quando questi entrano nel tratto di efflusso del VS) e a un leggero soffio mesodiastolico che si verifica con il normale riempimento del VS. Il soffio diastolico è di norma percepibile solo all’apice nella posizione di decubito laterale sinistro. Un soffio apicale acuto od olosistolico significa insufficienza paravalvolare o della bioprotesi che richiede verifica con ETE e attento follow-up. In base all’entità del volume rigurgitante, può essere udibile un soffio diastolico. Il deterioramento clinico può essere rapido dopo la prima manifestazione di guasto della bioprotesi. Una bioprotesi in posizione aortica è invariabilmente associata a un soffio mesosistolico di grado 2 o 3 alla base. Un soffio diastolico di IA è sempre e comunque anomalo e merita ulteriori approfondimenti. La stenosi C0060.indd 130 della bioprotesi da formazione di panno di fibrina in posizione mitralica o aortica è relativamente rara. Una riduzione di intensità dei toni di apertura o chiusura di una protesi meccanica, in base al tipo di quest ’ultima, è un reperto preoccupante. Unsoffio sistolico apicale acuto nei pazienti con protesi mitralica meccanica e un soffio diastolico in decrescendo in pazienti con protesi aortica meccanica indicano insufficienza paravalvolare o malfunzionamento della protesi. I pazienti con trombosi di protesi valvolare possono presentare segni di shock, toni cardiaci ovattati e soffi deboli. Malattiap ericardica (Cap. 75) PERICARDITE. Il dolore tipico della pericardite acuta insorge improvvisamente, è trafittivo e varia in base alla posizione. Può irradiarsi fino ai margini del trapezio. La concomitanza di febbre o anamnesi di una recente malattia virale fornisce ulteriori indizi. La presenza di sfregamenti pericardici ha una specificità prossima al 100% per la diagnosi, sebbene la sua sensibilità non sia altrettanto elevata, poiché lo sfregamento può intensificarsi e attenuarsi a intermittenza nel corso di una patologia acuta, oppure può essere di difficile induzione. Questo rumore raspante o stridente, normalmente a due/tre componenti, può anche essere monofase. È di norma necessario auscultare il cuore in varie posizioni. L’ECG può fornire ulteriori indizi correlati a sopraslivellamenti del tratto ST e sottoslivellamento del tratto PR. Un ecocardiogramma transtoracico è eseguito di routine per valutare volume e aspetto di eventuali versamenti e se sono presenti segni iniziali di compromissione emodinamica. TAMPONAMENTO PERICARDICO. Si ha un tamponamento pericardico quando la pressione intrapericardica raggiunge o supera la pressione dell’atrio destro. Nella presentazione subacuta o cronica, il sintomo più comune è la dispnea (sensibilità, 87-88%).63 Reperti tipici all’esame obiettivo includono tachicardia, polso paradosso, pressione giugulare venosa elevata e tachipnea (sensibilità, 76-82%).63 Ipotensione (sensibilità, 26%) e toni cardiaci ovattati (sensibilità, 28%) sono indicatori relativamente poco sensibili di tamponamento. Un polso paradosso che supera i 12 mmHg in un paziente con esteso versamento pericardico consente di prevedere un tamponamento con una sensibilità del 98%, una specificità dell’83% e un LR positivo di 5,9 (IC al 95%, 2,4-14). Un polso paradosso maggiore di 10 mmHg consente di prevedere il tamponamento con un LR positivo di 3,3 (IC al 95%, 1,8-6,3). Un polso paradosso inferiore a 10 mmHg riduce in modo importante la probabilità di un tamponamento (LR negativo, 0,03; IC al 95%, 0,01-0,24).63 È comunque necessario eseguire un’ecocardiografia in tutti i pazienti con sospetto tamponamento pericardico. PERICARDITE COSTRITTIVA. La pericardite costrittiva è un evento clinico raro che si verifica nel quadro di precedente irradiazione toracica, chirurgia cardiaca o mediastinica, tubercolosi cronica o neoplasia maligna. Dispnea, astenia, aumento di peso, dilatazione addominale e gonfiore alle gambe sono sintomi tipici della presentazione, sebbene sia opportuno un elevato indice di sospetto. Spesso il primo sospetto di questa diagnosi sorge dopo la verifi ca della pressione giugulare venosa e delle forme d’onda, con aumento e iscrizione del classico profilo M o W in seguito alle discese prominenti di x e y e segno di Kussmaul. Spesso sono presenti evidenze di versamenti pleurici (destra > sinistra) e ascite. In rari casi è udibile un colpo pericardico. Spesso la distinzione dalla cardiomiopatia restrittiva non è possibile sulla base della sola anamnesi e dell’esame obiettivo. Prospettivef uture Anamnesi ed esame obiettivo non perderanno la loro importanza nella valutazione dei pazienti con malattia cardiovascolare nota o sospetta. Le sempre maggiori preoccupazioni relative all’aumento delle spese sanitarie, dovuto in larga parte ai costi della diagnostica per immagini, potrebbero giocare a favore di queste consolidate procedure tradizionali. Tuttavia, la loro rilevanza si rafforzerà solo in rapporto alla conferma del loro valore nel fornire informazioni aggiuntive in merito a diagnosi, prognosi e risposta alla terapia. Sono necessari ulteriori studi per stabilire 6/28/12 2:14:54 AM 131 RINGRAZIAMENTI Gli autori desiderano ringraziare i dottori Eugene Braunwald, Joseph Perloff, Robert O’Rourke e James A. Shaver per il loro precedente contributo, che ha posto le basi per questo capitolo. BIBLIOGRAFIA Esame obiettivo generale 1. Lauk kanen A kaheimo I, M uukinen L, H ractices :P of clinical examination of heart failure patients in primary health care . entC Eur J Public Health 14 : 86 2006 , . 2. ukanovic-Criley V JM Criley , S W ,arde CM et , al: ompetency C in cardiac examination skills in medical students, trainees, physicians, and faculty: A multicenter study . chArIntern Med 166 : 610 2006 , . 3. Kobal SL rento T, L Baharami , S et , al: omparison C of effectiveness of hand-carried ultrasound to bedside cardiovascular physical examination . Am J Cardiol 96 : 1002 2005 , . 4. Decara JM iK ,rkpatrick JN Spenc , er KT ,etal: seUof hand-carried ultrasound devices to augment the accuracy of medical students’ bedside cardiac diagnoses . Am J Soc Echocardiogr 18 : 2573 2005 , . 5. yte Ho H Jensen , T , GjesdalK : ardiac C auscultation training of medical students: A comparison of electronic sensor-based and acoustic stethoscopes . BMC Med Educ 5 : 14 2005 , . 6. Barr ett MJ , Lac ey CS ekara S, AE et , al: astering M cardiac murmurs: The power of repetition . Chest 126 : 470 2004 , . 7. arch M SK , BedynekJL Jr , ChiznerMA :eaching T cardiac auscultation: Effectiveness of a patientcentered teaching conference on improving cardiac auscultatory skills . ayo M Clin Proc 80 : 1443 2005 , . 8. iviott W SD , M orrow DA , rederick F PD ,etal: erformance P of the thrombolysis in myocardial infarction risk index in the National Registry of Myocardial Infarction-3 and -4: A simple index that predicts mortality in ST-segment elevation myocardial infarction . Am J Coll Cardiol 44 : 783 2004 ,. 9. iviott W SD , M orrow DA , rederick F PD ,etal: Application of the thrombolysis in myocardial infarction risk index in non-ST-segment elevation myocardial infarction: Evaluation of patients in the National Registry of Myocardial Infarction . Am J Coll Cardiol 47 : 1553 2006 , . 0.1 avel T ME ardiac :C auscultation: A glorious past—and it does have a future! culation Cir 113 : 1255 2006 , . 11.wap S CJ , NagurneyJT : alue V and limitations of chest pain history in the evaluation of patients with suspected acute coronary syndromes . JAM A 294 : 2623 2005 , . 12.havendiranathan T P , BagaiA hK , oo C et , al: Does this patient with palpitations have a cardiac arrhythmia? JAM A 302 : 2135 2009 , . 13.heT Criteria Committee of the New York Heart Association : Nomenclatur e and Criteria for Diagnosis , 9th ed . Bost on , LittleBrown , 1994 . 14.ampeau C L :Grading of angina pectoris . culation Cir 54 : 522 1975 , . 15. de Koning L M ,erchant A T , ogue P J , AnandSS :aWist circumference and waist to hip ratio as predictors of cardiovascular events: Meta-regression analysis of prospective studies . ur EHeart J 28 : 850 – 2007 856 , . 16. Redber g RF , BenjaminEJ , BittnerV ,etal: CCF/AHA A 2009 performance measures for primary prevention of cardiovascular disease in adults: A report of the American College of Cardiology Foundation/American Heart Association task force on performance measures (writing committee to develop performance measures for primary prevention of cardiovascular disease): Developed in collaboration with the American Academy of Family Physicians; American Association of Cardiovascular and Pulmonary Rehabilitation; and Preventive Cardiovascular Nurses Association: endorsed by the American College of Preventive Medicine, American College of Sports Medicine, and Society for Women’s Health Research . culation Cir 120 : 1296 2009 , . 17.onv Beckerath O , G aa J , on v Mohrenfels CW , on v Beckerath N ntermittent :I claudication in a 28-year-old man with pseudoxanthoma elasticum . culation Cir 118 : 102 2008 , . Valutazione della pressione venosa 18.eth S R M ,agner P , M atziner F , vanW alraven C :Ho w far is the sternal angle from the mid-right atrium? Gen J Intern Med 17 : 852 2002 , . 19.amana R RK , enegala S T , Licht enberg R :new A angle on the Angle of Louis . ongest C Heart Fail 12 : 196 2006 , . 20. iese W J he :T abdominojugular reflux sign . Am J Med 109 : 59 2000 , . Valutazione dei polsi arteriosi e della pressione arteriosa 21.ickering P TG , HallJE Appel , LJ ,etal: Rec ommendations for blood pressure measurement in humans and experimental animals: Part 1: Blood pressure measurement in humans: A statement for professionals from the Subcommittee of Professional and Public Education of the American Heart Association Council on High Blood Pressure Research . ypertension H 45 : 142 2005 , . 22. Lane D , Beev ers M Barnes , N et , al: nter-arm I differences in blood pressure: When are they clinically significant? Hypertens J 20 : 1089 2002 , . 23. gedegbe O G ickering P , TG , Clemo w L et , al: heTmisdiagnosis of hypertension: The role of patient anxiety . chArIntern Med 168 : 2459 2008 , . C0060.indd 131 24. illiams W B , Lac y PS hom T, SM et , al: Diff erential impact of blood pressure-lowering drugs on central aortic pressure and clinical outcomes: Principal results of the Conduit Artery Function Evaluation (CAFE) study . culation Cir 113 : 1213 2006 , . 25.han K NA aR , him SA Anand , SS et , al: Does the clinical examination predict lower extremity peripheral arterial disease? JAM A 295 : 536 2006 , . 26.eeL JC tA , wood JE ee L, HJ ,etal: ssociation A of pulsus paradoxus with obesity in normal volunteers . Am J Coll Cardiol 47 : 1907 2006 , . 27. Sag rista-Sauleda J , AngelJ , SambolaA et , al: ow-pressure L cardiac tamponade: Clinical and hemodynamic profile . culation Cir 114 : 945 2006 , . 28. eiss W JN aK , rma A Shif , eraw Y ,etal: rom F pulsus to pulseless: The saga of cardiac alternans . cCir Res 98 : 1244 2006 , . 29. agyar M MT , NamEM Csiba , L et , al: arotid C artery auscultation—anachronism or useful screening procedure? Neur ol Res 24 : 705 2002 , . 30.arameswaran P GI Brand , K , DolanJ ulse :P oximetry as a potential screening tool for lower extremity arterial disease in asymptomatic patients with diabetes mellitus . chArIntern Med 165 : 442 2005 , . 31. ichaels M AD , iVswanathan MN Jor , dan MV , Chatt erjee K : omputerized C acoustic cardiographic insights into the pericardial knock in constrictive pericarditis . Clin Cardiol 30 : 450 2007 , . 32. Sharif D , aRdzievsky A , RosenscheinU :Recurr ent pericardial constriction: Vibrations of the knock, the calcific shield, and the evoked constrictive physiology . culation Cir 118 : 1685 2008 , . 33. Bono w RO , aCrabello BA Cha , tterjee K ,etal: CC/AHA A 2006 guidelines for the management of patients with valvular heart disease: A report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Writing Committee to Revise the 1998 Guidelines for the Management of Patients with Valvular Heart Disease) developed in collaboration with the Society of Cardiovascular Anesthesiologists endorsed by the Society for Cardiovascular Angiography and Interventions and the Society of Thoracic Surgeons . Am J Coll Cardiol 48 : e1 2006 ,. Valutazionede ll’insufficienza cardiaca 34. ang W CS itzgerald F, JM chulzer S, M et , al: Does this dyspneic patient in the emergency department have congestive heart failure? JAM A 294 : 1944 2005 , . 35. Giv ertz MM ang F, JC :Diast olic heart failure .n I BaughmanKL Baumg , artner WA (eds):reatment T of Advanced Heart Disease , NewYork , 2006 Ta, ylor and Francis ,pp 227 – 246 . 36. Hun t SA Abr , aham WT , ChinMH et , al: CC/AHA A 2005 Guideline Update for the Diagnosis and Management of Chronic Heart Failure in the Adult: A report of the American College of Cardiology/ American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Writing Committee to Update the 2001 Guidelines for the Evaluation and Management of Heart Failure): Developed in collaboration with the American College of Chest Physicians and the International Society for Heart and Lung Transplantation: Endorsed by the Heart Rhythm Society . culation Cir 112 : e154 2005 , . 37. evenson St W L , erloff P JK :he T limited reliability of physical signs for estimating hemodynamics in chronic heart failure . JAM A 261 : 884 1989 , . 38. Rohde LE Beck , -da-Silva L Goldraich , L et , al: Reliabilit y and prognostic value of traditional signs and symptoms in outpatients with congestive heart failure . anCJ Cardiol 20 : 697 2004 , . 39. Mar antz PR obin T, JN W ,assertheil-Smoller S et , al: heTrelationship between left ventricular systolic function and congestive heart failure diagnosed by clinical criteria . culation Cir 77 : 607 1988 , . 40.homas T JT , KellyRF ,homas T SJ ,etal: Utilit y of history, physical examination, electrocardiogram, and chest radiograph for differentiating normal from decreased systolic function in patients with heart failure . Am J Med 112 : 437 2002 , . 41. Smith GL M ,asoudi A F , accarino V V ,etal: Out comes in heart failure patients with preserved ejection fraction: Mortality, readmission, and functional decline . Am J Coll Cardiol 41 : 1510 2003 ,. 42.onarow F GC d A , ams KF Jr , AbrahamWT ,etal: iskR stratification for in-hospital mortality in acutely decompensated heart failure: Classification and regression tree analysis . JAM A 293 : 572 2005 , . 43. Nohria A sang T, SW ,ang F JC et , al: Clinical assessment identifies hemodynamic profiles that predict outcomes in patients admitted with heart failure . Am J Coll Cardiol 41 : 1797 2003 , . 44. Drazner MH Hellk , amp AS eier L, CV ,etal: alue V of clinician assessment of hemodynamics in advanced heart failure: The ESCAPE trial . cCir Heart Fail 1 : 170 2008 , . 45. Chaudhr y A Singer , AJ , ChohanJ ,etal: nter-rater I reliability of hemodynamic profiling of patients with heart failure in the ED . Am J Emerg Med 26 : 196 2008 , . 46. Drazner MH Hamilt , on MA , onarow F G et , al: Relationship between right and left-sided filling pressures in 1000 patients with advanced heart failure . Heart J Lung Transplant 18 : 1126 1999 , . 47. Drazner MH aR , me JE St ,evenson W L , DriesDL rognostic :P importance of elevated jugular venous pressure and a third heart sound in patients with heart failure . Engl N J Med 345 : 574 2001 , . 48. Drazner MH aR , me JE Dries , DL hird :T heart sound and elevated jugular venous pressure as markers of the subsequent development of heart failure in patients with asymptomatic left ventricular dysfunction . Am J Med 114 : 431 2003 , . 49. alki M Q , SharmaND , fAzal A et , al: Clinical presentation, hospital length of stay, and readmission rate in patients with heart failure with preserved and decreased left ventricular systolic function. Clin Cardiol 25 : 149 2002 , . 50. arcus M GM Gerber , IL M ,cKeown BH et , al: ssociation A between phonocardiographic third and fourth heart sounds and objective measures of left ventricular function . JAM A 293 : 2238 2005 , . 51. arcus M GM essey V , J , Jor dan MV ,etal: Relationship between accurate auscultation of a clinically useful third heart sound and level of experience . chArIntern Med 166 : 617 2006 , . 52.elker F GM uC , culich PS Gheor , ghiade M :he T Valsalva maneuver: A bedside “biomarker” for heart failure . Am J Med 119 : 117 2006 , . 53. ong W CL Holr , oyd-Leduc J , StraussSE :Does this patient have a pleural effusion . JAM A 301 : 309 2009 , . ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO: UN APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA la precisione e le caratteristiche prestazionali di anamnesi ed esame obiettivo, con lo stesso rigore applicato ad altre procedure di verifica diagnostica. Ad esempio,uno studio prospettico sull’efficacia comparativa dell’esame obiettivo rispetto alla sorveglianza ecocardiografica di routine nel follow-up longitudinale di pazienti stabili con protesi valvolari cardiache sarebbe di aiuto per determinare i vantaggi incrementali della diagnostica per immagini nel processo decisionale in questo quadro clinico. È essenziale riconoscere la necessità che la valutazione del paziente sotto supervisione riassuma il ruolo di componente dedicata dei programmi di formazione clinica, abbinando meccanismi che consentono pratica, ripetizione e feedback. L’integrazione routinaria di strumenti eco-Doppler portatili e/o visualizzazioni spettrali dei toni cardiaci migliorerebbe le prestazioni degli apprendisti e la precisione al letto del paziente. Valutazione delle valvulopatie cardiache 54. ttenhofer A Jost CH urina T, J,M ayer K ,etal: Echocar diography in the evaluation of systolic murmurs of unknown cause . Am J Med 108 : 614 2000 , . 55.ourvouri V EC oldermans P , D , DeckersJW ,etal: valuation E of a hand-carried cardiac ultrasound device in an outpatient cardiology clinic . Hear t 91 : 171 2005 , . 56. Spen cer KT , AndersonAS Bhar , qava A ,etal: ysician-performed Ph point-of-care echocardiography using a laptop platform compared with physical examination in the cardiovascular patient. J Am Coll Cardiol 37 : 2013 2001 , . 57. Shr y EA Smithers , MA , M ascette AM uscultation :A versus echocardiography in a healthy population with precordial murmur . Am J Cardiol 87 : 1428 2001 , . 58.uperstein K R einberg F, MS Eldar , M chwammenthal S, E :Ph ysical determinants of systolic murmur intensity in aortic stenosis . Am J Cardiol 95 : 774 2005 , . 6/28/12 2:14:54 AM 132 59. Mun t B , egget L ME , raft K CD ,etal: hysical P examination in valvular aortic stenosis: Correlation with stenosis severity and prediction of clinical outcome . Am Heart J 137 : 298 1999 , . 60. Choudhr y NK , Et chells EE he :T rational clinical examination. Does this patient have aortic regurgitation? JAM A 281 : 2231 1999 , . 61.lompas K M :Does this patient have an acute thoracic aortic dissection? JAM A 287 2262 : 2002 , 62. Babu AN ymes K , SM aC , rpenter Fryer SM :Epon yms and the diagnosis of aortic regurgitation: What says the evidence? Ann Intern Med 138 : 736 2003 , . Tamponamentop ericardico . 63. yRoCL M ,inor MA , Br ookhart MA , Choudr y NK : Does this patient with a pericardial effusion have cardiac tamponade? JAM A 297 : 1810 2007 , . CAPITOLO 12 C0060.indd 132 6/28/12 2:14:54 AM