Anno 26 - Numero 40 - € 0,80 ! Giovedì 16 Febbraio 2017 Marketing ! Oggi DAI GAS AL TUO BUSINESS ! ! ! DAI GAS AL TUO BUSIN NESS ! IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Il gruppo di Investindustrial si rifà il look: apertura al territorio e nuova immagine Valtur, il villaggio diventa resort Cucina, sport, intrattenimento. In vacanza arrivano i brand DI Pagina a cura FRANCESCA SOTTILARO n ampio restyling, g, a partire dal logo fino alle strutture ricettive; l’offerta di una vacanza alternativa che apre ai soggiorni brevi, anche con prenotazione diretta; infine nuovi accordi, dal food allo sport, per offrire agli ospiti un’esperienza dove brand e intrattenimento convivono. La Valtur di Andrea Bonomi (da poco meno di un anno è parte di Investindustrial) vuole rilanciare il turismo italiano di marca in salsa moderna, dove il villaggio del ceto medio diventa resort con un’offerta a 360 gradi. «L’approccio alla vacanza a è cambiato», dice Elena David, id chiamata a dicembre 2016 a ricoprire la carica di a.d. del gruppo, dopo aver guidato Una Hotels. «Le famiglie restano il core business, ma c’è l’area congressuale e tutto il settore delle vacanze brevi da intercettare. Intanto abbiamo visto le prime indagini di mercato sul percepito di Valtur: siamo il gruppo con le migliori location e dal territorio vogliamo ripartire». David insieme a Jordi de las Moras, direttore marketing di Valtur con una carriera nella catena spagnola Melia, ha svelato ieri a Milano la nuova immagine con cui il U Il Valtur Garden Calabria. A ianco, il catalogo per la prossima estate gruppo si presenterà a partire dalla Bit, lla B Borsa d dell tturismo d ll Bit i di Fiera Milano, «insieme a un piano strategico pronto in un paio di mesi». Il logo, studiato dall’agenzia romana Yes I am rivisita quello ideato nel 1969 dallo Studio Boggeri alleggerendo l’identità di marca con il pay off «Valtur, tutta un’altra vita», mentre il catalogo ha i colori della vacanza in riviera. «Ho visto anche cataloghi Valtur con donne in topless», spiega David a ItaliaOggi, «il punto è rifocalizzare il sistema, bisogna vendere le vacanze come si fa con un vestito, in fondo mi sento come una stilista chiamata a rilanciare una maison di moda». m A proposito di moda, il modello con cui il settore dei villaggi sta venendo a patti sono le crociere dove le compagnie chiamano chef stellati a firmare i menù, star della musica a interpretare le campagne e gli ospiti sono assistiti con diverse esperienze di marca. «Quella di portare i brand nelle nostre vacanze è una sfida», sottolinea l’a.d. di Valtur, «parliamo di partner con cui condividere magari l’esperienza sportiva, ma anche la cucina di alta qualità e del territorio sono asset importanti. Siamo in un’epoca in cui i resort si aprono rispetto ai villaggi concepiti per non uscire mai dalla struttura. E cambia la percezione dell’intrattenimento: penso al Elena David contest fotografico della vacanza da condividere su Facebook. E’ il corrispondente del tiro con l’arco di 30 anni fa». Valtur conta oggi 16 resort (4 di proprietà) di cui uno rimasto all’estero in Croazia, ma il gruppo vuole concentrarsi sulla clientela italiana, dalle famiglie di nuova generazione agli amanti del golf disponibile per ora solo al Tanka golf & resort di Villasimius, in Sardegna. «I clienti sono nel 90% dei casi italiani», sottolinea il direttore marketing Delas Moras, «per questo ci stiamo concentrando su una gestione di altissima qualità nella Penisola anche con una politica di pricing che fa leva sulle prenotazioni anticipate ed elimina quello stato di confusione dei prezzi degli anni passati. Detto questo, in un secondo momento, saremo pronti ad allargare il raggio di azione». L’offerta Valtur è stata presentata ieri sera anche al canale trade, che vale il 90% del fatturato del gruppo, ma tra le rivoluzioni aggiunte, oltre alla vacanza «all inclusive» ci sarà anche la possibilità di prenotare direttamente le strutture. «Le agenzie restano un caposaldo dell’offerta turistica ma non possiamo pensare a un sistema chiuso», conclude David, «siamo in un’epoca in cui tutto è a portata di smartphone». © Riproduzione riservata Starbucks, previste 200 aperture dal 2018. Capofila Milano Partirà nel 2018 il piano di aperture di Starbucks, la catena americana del caffè da passeggio che debutterà in Italia con il gruppo Percassi e con la nuova insegna premium Reserve Roastery and tasting room, un modello di negozi premium di grandi dimensioni già testato a Seattle. «Puntiamo ad aprire 200/300 punti vendita in tutta Italia», ha detto ieri Antonio Percassi, imprenditore dell’omonimo gruppo di base a Bergamo che in Italia vanta marchi come Kiko, Madina, Womo e Bullfrog per la cura della persona e ha già importato brand a stelle e strisce del calibro di Victoria’s Secret dedica- Il cappucino nei negozi premium Reserve Roastery Starbucks to all’intimo e alla bellezza e Bath and body works, insegna da bagno e profumazioni arrivata nei centri commerciali di Orio al Serio e Arese prima di conquistare Milano. I primi punti vendita Starbucks apriranno nella metropoli lombarda, dove sono cinque le location prese in considerazione dal gruppo. In pole position c’è il Palazzo delle Poste di piazza Cordusio «una delle 5 probabili location», ha detto Percassi. Proprio nella piazza, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dovrebbe essere l’insegna premium, con tanto di torrefazione e shop dedicato al brand Sturbucks a fare il suo debutto. Lo slittamento dello sbarco in Italia rispetto al 2017, anno indicato in precedenza da Howard Schultz, ex ceo e fondatore di Starbucks, oggi executive chairman di Starbucks Reserve Roastery è presto spiegato: «Apriremo il prossimo anno, dopo giugno perché stiamo facendo una cosa importante», ha detto Percassi a margine della presentazione del progetto di Casa San Pellegrino che sorgerà nella Bergamasca dando un nuovo volto allo stabilimento del gruppo di Nestlè Waters, «Dopo una settimana dovrebbero aprire altri punti vendita tra Roma e Milano». Nel capoluogo meneghino nuovi lavori sono in corso in zona Ticinese dove è dato per imminente «l’arrivo di Princi bakery o del suo socio», dicono nel quartiere. Il panificio di lusso che sta lavorando con Starbucks in America non ha però confermato i rumors. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 18 Giovedì 16 Febbraio 2017 MARKETING Inaugurato a Milano l’headquarter del gruppo che cresce grazie a imprese e cloud Microsoft, nuova sede da 10 mln Due piani per eventi e corsi. Obiettivo: 200 mila visitatori DI CLAUDIO PLAZZOTTA icrosoft Italia cresce in doppia cifra nel suo business cosiddetto Enterprise, verso le imprese, e in tripla cifra nel comparto Cloud, che ormai pesa oltre il 30% sul totale. La società guidata da Carlo Purassanta, peraltro, sceglie di spostare la sua sede a Milano, dove ieri ha inaugurato i nuovi uffici in viale Pasubio 28, nel cuore del distretto di Porta Volta. Una decisione coraggiosa, soprattutto perché solo nel luglio 2011 Microsoft Italia aveva lasciato la storica sede di Segrate per passare nei palazzi di Peschiera Borromeo. Ma l’attrazione di Milano, la possibilità di creare dal nulla il nuovo headquarter nel complesso realizzato dalla Fondazione Feltrinelli, e anche la crisi del mercato immobiliare che ha abbassato i canoni di affitto, hanno convinto il management di Microsoft a sopportare un nuovo trasloco dopo neppure sei anni. Buona parte degli 830 dipendenti della società sono già nei nuovi uffici da una settimana, con un investimento Microsoft di «dieci milioni di euro per adeguare gli spazi e arredarli», spiega Purassanta, «cui sommare altri dieci milioni di euro all’anno tra affitto e costi collaterali. Il canone annuo di affitto in sé non è differente da quello che pagavamo a Peschiera Borromeo, anche se gli spazi si sono ovviamente ristretti. Ci sono però costi collaterali maggiori, poiché la nuova sede di Microsoft non sarà composta solo da uffici occupati dai dipendenti. Gli ultimi quattro piani saranno per i dipendenti, ma i primi due saranno un luogo di accompagnamento alla digitalizzazione dell’ecosistema. Faremo eventi, corsi, esperienze. Nel 2017 ci poniamo come obiettivo di accogliere 200 mila visitatori, coinvolgendo 10 mila professionisti (erano 1.100 nella vecchia sede, ndr), novemila partner, start-up, progetti non profit, ospitando 4 mila studenti nella digital class, formando mille dirigenti scolastici e decine di migliaia di docenti. Ci saranno anche zone dove chiunque potrà entrare, per un momento di comfort e per dare una occhiata ai nostri prodotti. Come lo showroom al piano terra, in collaborazione con Intel e aperto sette giorni su sette». Proprio per questo è stata scelta una zona di grande passaggio pedonale come quella di viale Pasubio. Il palazzo Microsoft è pensato come il classico «ufficionon ufficio», dove nessuno ha la propria scrivania, neppure il management di vertice, e con modalità molto dinamiche in funzione del lavoro che, di volta in volta, uno deve com- http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it M Alcune immagini della nuova sede di Microsoft a Milano piere: spazi open space per lavori individuali, zone più ristrette, salette da tre-quattro persone, sale riunioni, auditorium, ambienti relax. Tutto è trasparente, da fuori si vede il lavoro negli uffici, da dentro si vedono le abitazioni circostanti. E anCarlo Purassanta che all’interno tutte le salette hanno vetri comunque trasparenti. Sono previste cassette di sicurezza dove i dipendenti possono depositare gli oggetti personali (non hanno una scrivania fissa). Ci saranno sinergie pure con i vicini uffici di Linkedin Italia (acquisito a livello internazionale da Microsoft nell’estate del 2016), ma i circa 30 dipendenti del social network rimarranno comunque nella loro sede in zona Garibaldi. Microsoft Italia srl è controllata al 99% da Microsoft Luxembourg International Mobile sarll e all’1% dalla Mshc llc di Las Vegas. Come tutti colossi attivi nel comparto softwareinformatico, la consociata italiana non vende direttamente i prodotti Microsoft. Questi, infatti, per motivi fiscali, sono commercializzati e fatturati da Microsoft Ireland. Per cui nel bilancio di Microsoft Italia compaiono, come ricavi, solo gli incassi della società italiana per il suo lavoro di promozione di contratti in qualità di agente di prodotti commercializzati Prugne della California, spazio al benessere DI IRENE GREGUOLI VENINI Ricerca sui benefici, educazione sull’alimentazione e partnership con i professionisti della cucina sono le direzioni in cui il California Prune Board, ovvero il Consorzio delle prugne della California, sta investendo per comunicare e promuovere il suo prodotto. L’obiettivo è allargare la cultura di questo frutto, cavalcando anche la sempre maggiore attenzione al benessere quando si è a tavola, anche in Italia, che è il secondo mercato europeo dopo la Germania. Il Consorzio rappresenta, infatti, i 900 coltivatori di susine e i 29 confezionatori di prugne secche della California, primo paese produttore di prugne al mondo, sotto l’autorità del ministero dell’alimentazione e dell’agricoltura della California. «Un parte significativa dei nostri investimenti riguarda l’attività di ricerca per scoprire i benefici per la nutrizione e la salute dell’introduzione delle prugne nella propria dieta», spiega Donn Zea, executive director del California Prune Board, che quest’anno celebra il 65esimo anniversario. «La categoria degli snack sta crescendo abbondantemente, non solo in generale ma anche nell’area degli alimenti funzionali, dove c’è molta competizione. Lavoriamo per proporre le prugne secche come ingrediente nelle preparazioni, per esempio nei prodotti da forno o negli yogurt fino alle ricette degli chef». L’impegno sul fronte della ricerca del Consorzio, che opera nel Vecchio Continente da oltre 30 anni (in Italia dal 1986), ha avuto come esito per esempio l’autorizzazione da parte della Commissione Europea all’utilizzo dell’indicazione nutrizionale per cui mangiare 100 grammi di prugne al giorno ha effetti benefici sulla normale funzione intestinale. Ma oltre alla ricerca, il Consorzio lavora per coinvolgere i professionisti legati alla fornitura di ingredienti per l’industria alimentare, dagli chef a coloro che si occupano dello sviluppo di nuove proposte e della produzione di cibo, puntando sulla versatilità come ingrediente: per esempio per quanto riguarda i prodotti da forno, dove il mix di componenti contenuti nelle prugne si comporta come un sostituto dei grassi, inibendo la formazione di muffa e allungano la vita commerciale del prodotto, o nelle mondo delle merende, aiutando a ridurre i grassi e gli zuccheri aggiunti o nell’ambito dei latticini per esaltare il sapore di cibi come lo yogurt, il formaggio e il gelato. A ciò si aggiungono anche iniziative di pr, campagne di comunicazione e educative. Tutte attività, queste, che stanno dando risultati sia negli Stati Uniti, sia in EuDonn ropa, dove «l’Italia è uno Zea dei mercati più forti: è il secondo paese europeo più importate e il quarto a livello globale (dietro a Giappone, Germania e Canada, ndr)», continua l’executive director del California Prune Board, che esporta in 72 paesi. Di recente, inoltre, è stato lanciato il nuovo sito (Californiaprunes.it) che, oltre a fornire informazioni sul Consorzio e sulla produzione, propone notizie sui valori nutrizionali e sui benefici salutistici, e sono disponibili contenuti riservati ai professionisti, nutrizionisti o dietisti, chef e operatori trade. Collegato c’è anche un blog con ricette a base di prugne, curiosità e interventi di esperti, cui si affiancano anche i social network. © Riproduzione riservata poi dall’Irlanda. Fornisce servizi marketing, assistenza, ricerche di mercato, e rifattura i costi per la gestione del business della telefonia mobile di Nokia. Nel 2016 ha chiuso l’esercizio con ricavi per 266,6 milioni di euro (+0,6% sul 2015), con costi della produzione pari a 230,6 mln (230 mln nel 2015) e utili per 13,4 milioni (15,2 mln nel 2015). Ha investito un po’ meno del solito in pubblicità, con costi di marketing scesi a quota 47 milioni di euro (-16,5% sul 2015) a causa di una riduzione delle campagne pubblicitarie nel settore della telefonia. © Riproduzione riservata BREVI P&G lancia l’iniziativa «Forza è Bellezza». Pantene insieme con Acqua e Sapone e in collaborazione con Victoria, la piattaforma P&G dedicata alle over 50, lancia «Forza è Bellezza», un’iniziativa a favore dell’organizzazione non profit Susan G. Komen Italia. Dal 20 febbraio al 15 aprile per ogni acquisto combinato di Pantene Shampoo e di Pantene Balsamo presso i punti vendita Acqua&Sapone aderenti al progetto di cui è madrina l’attrice Maria Grazia Cucinotta, Procter & Gamble donerà parte del ricavato a sostegno dell’organizzazione Susan G. Komen Italia. Panasonic main sponsor della Serie A di basket. La Lega Basket Serie A ha raggiunto un accordo biennale con Panasonic, che diventa main sponsor del campionato di Serie A e degli eventi LBA (Final Eight di Coppa Italia e SuperCoppa) fino a giugno 2018. Il marchio Panasonic apparirà già sui campi della PosteMobile Final Eight nell’evento al via da oggi al 19 febbraio a Rimini e esordirà in campionato dal turno della Serie A in programma il 26 febbraio. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Giovedì 16 Febbraio 2017 MEDIA 19 1 L’emittente americana investe nella Cnn europea per competere con gli altri broadcaster Nbc compra il 25% di Euronews Operazione da 30 mln di $. Nel mirino 277 mln di famiglie DI MARCO A. CAPISANI bc entra nel capitale di Euronews con una quota del 25% e un investimento di 30 milioni di dollari, pari a oltre 28 milioni di euro. L’emittente tv americana inizia così la sua espansione in Europa, attraverso il network controllato finora al 53% dal magnate egiziano Naguib Sawiris e partecipato dal consorzio di tv pubbliche europee, compresa la Rai. Obiettivo di Nbc, che fa parte del gruppo Comcast, è competere meglio con gli altri broadcaster americani, in particolare la Cnn che ha una forte presenza anche nei palinsesti del Vecchio continente. Euronews, seppur con una limitata visibilità al grande pubblico, raggiunge comunque 277 milioni di famiglie sia in Europa sia soprattutto in America, Afri- http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it N pertura delle attività comunitarie e la realizzazione dei servizi giornalistici in 13 lingue. Euronews è considerata infatti come la tv pubblica di tutta l’Unione europea, una sorta di Cnn europea, nata nel 1990 ai tempi della guerra del Golfo. La commissione ue era stata allertata dell’operazione già alla fine dello scorso anno e ha seguito l’evoluzione delle tratt a t i v e, av v e rtendo però che i finanziamenti restano a rischio decurtazione se non verranno La sede di Euronews a Lione tutelati i posti delle fake news stanno spin- di lavoro e mantenuta l’offergendo sempre più persone a ta editoriale attuale. Nbc ha informarsi presso testate ri- risposto che, anzi, verranno conosciute. Non solo, di recen- ampliati i servizi e aumente, la commissione europea tato il livello occupazionale ha rinnovato fino al 2022 il (che oggi comprende quasi finanziamento quadriennale 500 giornalisti), spingen(che nel 2016 è stato di quasi do sulle sinergie tra le due 25 milioni di euro) per la co- emittenti da cui nascerà la ca, Medio Oriente e Russia. Audience che può quindi supportare le performance di Nbc anche oltreoceano, proprio in un periodo in cui l’elezione di Donald Trump, la Brexit portata avanti da Theresa May e anche il fenomeno Yahoo-Verizon, vendita a sconto e l’intesa si avvicina Sembra più vicino l’accordo tra Verizon Communications e Yahoo per la compravendita delle attività core del portale americano. Secondo indiscrezioni, uno sconto di circa 300 milioni di dollari (283,5 milioni di euro) ha facilitato il confronto, rallentato dopo che Yahoo ha reso noto di essere stato il bersaglio di due attacchi di pirateria informatica. Inizialmente il valore dell’operazione era di 4,8 miliardi di dollari (4,5 miliardi di euro). L’intesa non è ancora data per certa e procedono le indagini di Verizon sul reale stato di salute delle attività core di Yahoo. nuova Euronews Nbc. Nbc Il timore di tagli non è però così peregrino visto che, a dicembre scorso, le redazioni di Euronews avevano iniziato a protestare dopo l’annuncio di tagli da parte di Sawiris. Adesso, per i dettagli dell’acquisizione bisogna aspettare fine mese con l’approvazione formale da parte degli azionisti di Euronews e poi, entro inizio aprile, ci sarà la finalizzazione del passaggio di quota con due relativi au- Battaglia a Bruxelles sull’affollamento di spot in tv da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO Qualche segnale arriva ma solo sui media specializzati. Eppure la battaglia che si sta combattendo in questi giorni a Bruxelles tra il commissario europeo al mercato unico digitale e il Parlamento di Strasburgo è di quelle che possono cambiare il mercato (televisivo) e spostare decine di miliardi d’investimenti (pubblicitari). Tutto si gioca sul filo dei minuti e sul timing dei palinsesti, cioè sull’organizzazione della giornata televisiva che, come si sa, ha il suo culmine commerciale nel prime time dove tutto si concentra: programmi ad alta audience, share dei telespettatori, indici di ascolto e, quindi, spot e contratti milionari. Al centro di questa nuova «bataille de la publicité» che ha già messo in allarme i lobbisti dell’Act, Association of commercial television, l’organizzazione che cura gli interessi dell’industria televisiva europea, l’annuncio del commissario al mercato unico digitale, l’estone Andrus Ansip (che è anche uno dei vice di Juncker), di voler rimettere mano alla direttiva che detta alcune regole-base proprio sull’affollamento pub- Andrus Ansip blicitario e quindi: percentuali, minutaggi, product placement, divieti (soprattutto nei programmi destinati ai bambini). L’attuale direttiva prevede un tetto di 12 minuti di pubblicità per ogni ora di trasmissione con uno stacco tra un blocco pubblicitario e l’altro di almeno 30 minuti. Da tempo l’Act per bocca del suo lobbista-principe, il belga Grégoire Polad, direttore generale dell’organizzazione, sostiene che si tratta di vincoli troppo stretti e che sarebbe utile (per il conto economico delle aziende televisive) procedere al loro «assouplissement», come si dice qui in Francia, ad ammorbidirle, insomma, senza creare comunque disparità tra un Paese e l’altro. Cosa che il commissario estone (in passato alto dirigente del partito comunista del suo paese, scopertosi liberista a sessant’anni) vorrebbe fare con una nuova direttiva che sostituisce il minutaggio con il peso percentuale: non più 12 minuti di spot per ora di trasmissione com’è ora, ma una quota del 20% sull’offerta televisiva giornaliera complessiva. Non solo. Il commissario Ansip propone anche di ridurre il tempo tra un blocco pubblicitario e l’altro da 30 a 20 minuti. L’insieme di queste manovre, è stato calcolato, metterebbe l’industria televisiva europea allo stesso livello di efficienza e di flessibilità di quella americana che già manda in onda 20 minuti di spot per ogni ora di trasmissione con intervalli infrapubblicitaria non superiori a 20 minuti. L’Act, ovviamente, canta vittoria pur precisando che la nuova direttiva, se verrà approvata dal parlamento, non sarà il cavallo di Troia per inondare di spot i programmi, ma solo un modo per dare più flessibilità alle aziende e agli inserzionisti. «Alla fine», chiarisce Polad, «l’incremento di fatturato per le aziende tv si può quantificare tra il 2 e il 15% dell’attuale giro d’affari. Quanto basta per reggere alla pressione della concorrenza americana». Solo che al parlamento di Strasburgo di revisione dei tetti pubblicitari non vogliono sentir parlare, soprattutto nelle due commissioni mercato interno e affari giuridici che debbono bollinare la nuova direttiva. «Saturerà di spot il prime time», si legge in un rapporto destinato ai commissari «a tutto danno della programmazione e dei consumatori». Più possibilista, e sembra incredibile, la commissione cultura e soprattutto i due membri tedeschi i quali avanzano un’ipotesi di compromesso. Così concepita: il tetto del 20% dell’affollamento pubblicitario viene limitato alla fascia oraria 7-20 e un secondo tetto del 20% viene fissato tra le 20 e le 23 proprio per evitare l’ingorgo del prime time. Difficile, comunque, che si arrivi a un accordo perché i membri francesi hanno già detto di no. La direttiva non si tocca, nessun «assouplissement». Gli italiani non si sono ancora pronunciati. In ogni caso sarà battaglia per una manciata di minuti di pubblicità. @pippocorsentino © Riproduzione riservata menti di capitale. capitale Sawiris manterrà, secondo le previsioni, una partecipazione di controllo. Intanto il servizio News di Nbc ha provveduto a riorganizzarsi nella casa madre: Noah Oppenheim sale al timone delle news e sostituisce Deborah Turness, che diventa presidente di Nbc News International (nuova controllata che seguirà le attività estere del broadcaster Usa). E-COMMERCE Giglio group acquisisce Evolve DI MARCO A. CAPISANI Giglio group compra Evolve, società specializzata in e-commerce e controllata da Tessilform, più conosciuta con il marchio di abbigliamento Patrizia Pepe. Tessilform diventerà azionista all’8% circa del gruppo che fa capo ad Alessandro Giglio (con circa il 53% postricapitalizzazione) e Ntt Docomo (secondo azionista al 13%). L’operazione da 5,4 mln permette a Giglio anche di offrire servizi a ciclo completo, dalla produzione di contenuti editoriali in tv per il made in Italy fino alla vendita online (al consumatore finale e ad altri rivenditori), passando per logistica e gestione dell’invenduto. Con l’acquisizione la previsione è di diventare un gruppo da quasi 100 milioni di fatturato. Gruppo che programma entro l’estate il passaggio in Borsa al listino Star dall’attuale Aim. Per Giglio il 2016 si chiude con ricavi per 34,7 mln (consolidando altre acquisizioni) dai precedenti 14 mln. L’ebitda passa a 8 mln da 4,7 mln mentre l’utile netto è di 1,7 mln (era pari a un mln a fine 2015). 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Giovedì 16 Febbraio 2017 MEDIA 21 2 Negli Usa continua il trend positivo delle vendite online mentre la pubblicità continua a calare Stampa, le gioie dell’era Trump Crescono gli abbonati digitali nonostante le accuse ai giornali DI ANDREA SECCHI n tempi di fake news, di bufale, la stampa tradizionale americana e quella inglese stanno incrementando gli abbonati digitali. Non significa che i giornali abbiano archiviato le proprie difficoltà sopperendo al calo della pubblicità e delle vendite su carta con l’online, ma perlomeno che fenomeni come la Brexit o la vittoria di Donald Trump alle elezioni hanno fatto aumentare l’interesse dei lettori, disposti anche a pagare per informarsi. L’analisi arriva dal Financial Times, che ha analizzato i conti dei maggiori gruppi editoriali americani e inglesi, spiegando che l’accelerazione negli abbonamenti digitali si è avuta negli Usa dal momento della vittoria di Trump e che nelle prime settimane del 2017 non si è avuta inversione di tendenza. D’altronde il presidente americano continua a fare notizia e ad alimentare il dibattito, che poi si anima in rete ma anche sui giornali. http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it I Mark Thompson Donald Trump La stampa, insomma, è stata e continua a essere maltrattata da Trump, ma si scopre che ottiene anche dei vantaggi. È il caso del New York Times, che ha guadagnato 267 mila nuovi abbonati nel quarto trimestre dell’anno, soprattutto dopo le elezioni. Un dato con cui il ceo del Nyt, Mark Thompson, ha controbattuto a Trump, che aveva detto che il giornale era «in fallimento» e fonte di fake news. Il New York Times ha così raggiunto gli 1,6 milioni di abbonati digitali totali nel 2016, in crescita del 47%. Il Washington Post li ha invece visti crescere del 75% duplicando i ricavi dell’online, mentre il Wall Street Journal ha registrato 110 mila nuovi abbonati digitali nel quarto trimestre arrivando a 1 milione. Questo, comunque, sarà l’anno della verifica: bisognerà vedere se si è trattato solo di un momento transitorio oppure se l’attrattiva dei giornali resterà ancora forte per i lettori tanto da convincerli a pagare invece di rivolgersi all’informazione gratuita del web. È vero che le prime settimane dell’anno hanno proseguito in linea con il quarto trimestre, ma è anche vero che i giornali hanno fatto promozioni per accaparrarsi nuovi abbonati. Perché la strategia di molti di questi grandi editori, Nyt per primo, è di puntare sulla vendita degli abbonamenti e non rivolgersi soltanto alla pubblicità. Il caso del Daily Mail in Uk è a parte. Ormai per il tabloid inglese, il gap fra i ricavi da pubblicità sul prodotto cartaceo e quella online si è molto ridotto ed è arrivato a 4 milioni di sterline dai 18 milioni del quarto trimestre del 2015. Il giornale quindi si avvia ad avere più introiti dalle inserzioni sul web anziché da quelle su carta. Si tratta però di un caso particolare, come detto: un giornale popolare che ha molto successo sul web grazie alle notizie che pubblica, ma che è stato criticato spesso per la spregiudicatezza di ciò che scrive, fra notizie sensazionalistiche e vere e proprie bufale. Da aggiungere, infine, che ai successi del digitale citati in precedenza corrispondono altrettanti grattacapi nella carta stampata, in particolare sulla raccolta pubblicitaria: -20% per il Nyt, -15% per Gannet di Usa Today, -29% per i giornali di News Corp. in Uk, -20% per il Wall Street Journal (sempre di News Corp.). Per questo la maggior parte delle case editrici di queste testate ha in programma una riduzione dei costi, dai 200 tagli del Wsj al pianificato passaggio al formato tabloid a cui sta pensando il Guardian, per risparmiare sui costi di stampa che sarebbe affidata ai rivali di News Corp. © Riproduzione riservata Mondadori è il terzo gruppo per l’audience dei siti dopo Google e Facebook DI ANDREA SECCHI L’onnipresente Google, con tutti i suoi siti, è in testa alla classifica di internet in Italia per numero di utenti unici: 34 milioni di navigatori a dicembre, che rappresentano l’89% delle persone che sono andate online nel mese. Poi c’è l’altrettanto onnipresente Facebook, con 28 milioni di utenti e una penetrazione del 74%, e finalmente nel terzo gradino del podio un gruppo tutto italiano, Mondadori, che anche grazie alle acquisizioni dello scorso anno veleggia ormai sui 24 milioni di utenti unici al mese e una buona quota da mobile. I dati arrivano da comScore, la società inglese di rilevazione dell’audience, che in questo periodo è in gara per contendere a Nielsen la fornitura all’Audiweb. Nella top 10 delle properties, in sostanza gli aggregati dei siti degli editori, si trovano poi ItaliaOnline con 22 milioni di utenti unici, Triboo Media (21 milioni), e il gruppo Espresso con 20 milioni. Questo significa che, eccettuati i primi due posti praticamente uguali a livello internazionale, la pancia della classifica è tutta italiana. Dopo Espresso, infatti, tornano gli americani con Amazon (20 milioni), Yahoo (19 milioni), Rcs (19 milioni) e Microsoft con i suoi siti (18% milioni). In totale, nell’ultimo mese dell’anno, secondo comScore, sono andate online almeno una volta 38 milioni di persone, un dato stabile rispetto a un anno prima, che riflette un calo del 4% nella navigazione da desktop e un incremento del 12% da mobile, trend questo già visto con la pubblicazione dei dati di Audiweb martedì scorso. Il problema dell’Italia, però, ha sottolineato la società, è che la La top 10 degli editori in Italia a dicembre 2016 Utenti totali Google Sites Facebook Gruppo Mondadori ItaliaOnline Desktop Mobile Triboo Media Gruppo Espresso Amazon Sites Microsoft Yahoo Sites RCS MediaGroup Sites Penetrazione sul numero totale di utenti online in % e utenti unici in milioni. Mobile 18+ iOs e Android Fonte: elaborazione ItaliaOggi su dati comScore. *Entità non taggate con il mobile che include smartphone Android penetrazione dell’online sulla popolazione dai 18 anni in su è solo del 64%, contro l’87% degli Stati Uniti e l’83% del Regno Unito, ma anche il 78% di Spagna, il 77% della Germania e il 79% della Francia. Uno «scenario in chiaroscuro», secondo Fabrizio Angelini, ceo di Sensemakers che rappresenta comScore in esclusiva in Italia: da una parte il fatto che un italiano su tre non acceda alla rete è un problema per lo sviluppo della economia digitale del Paese, dall’altro indica un potenziale di crescita ancora significativo. Potenzialità arrivano sicuramente dal mobile, con due minuti su tre online passati su smartphone o tablet. Attenzione però all’ambiente in cui ci si trova a operare: comScore presenta anche le principali app in termini di penetrazione, ovvero la percentuale di utenti mobile che le hanno adottate. Ebbene, otto sulle prime 15 applicazioni sono di Google, quattro di Facebook, una di Amazon e le restanti due, le ultime della quindicina, di Vodafone Italia e di Shazam. Le prime cinque app della top 15 sono Whatsapp, Google Play, Google Search, YouTube e Facebook. Gli utenti mobile passano quasi il 90% della navigazione sulle app, eppure ne usano poche e difficilmente ne scaricano di nuove. Le barriere all’entrata, insomma, sono alte, e dentro il recinto ci sono i soliti noti. Crescono gli utenti che guardano i video: +11% da desktop, ancora la fetta maggiore (28 milioni) e +15% da smartphone (18 milioni). «Credo che il video on-line», continua Angelini, «possa, anche nel nostro paese, far aumentare l’importanza della rete come piattaforma di entertainment su cui far crescere gli investimenti pubblicitari. Da questo punto di vista i dati su ad-blocking (13% degli utenti da desktop, ndr) e traffico invalido (il traffico non umano generato artificialmente, ndr) mostrano come il mercato online italiano sia più efficiente e trasparente di altri anche se bisogna far aumentare il grado di confidenza degli investitori». A proposito di pubblicità, è aumentata la sua effettiva visualizzazione nelle pagine dal 47% di cinque anni fa al 54%: «il miglioramento c’è stato ma non basta». © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 22 Giovedì 16 Febbraio 2017 MEDIA CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Askanews, Luigi Abete lascia la carica di a.d. Al suo posto arriva Daniele Pelli, già consigliere delegato. Abete rimane comunque nel cda, come già preannunciato. Sempre da Askanews, il consigliere Brunetto Tini ha lasciato la vicepresidenza Fieg per la categoria agenzie nazionali di stampa. Rimane immutato il resto del board dell’editrice presieduta da Giuseppe Cornetto Bourlot. Il preconsutivo 2016 di Askanews si è chiuso in sostanziale pareggio. Milleproroghe, aumenta il tetto dei contributi editoria sul fatturato. Un emendamento al decreto Milleproroghe approvato ieri dalla commissione affari costituzionali del senato prevede che il contributo pubblico massimo liquidabile a ciascuna impresa editrice non possa eccedere il 50% dell’ammontare complessivo dei ricavi riferiti alla testata, per cui si chiede il contributo. La norma vigente prevedeva che l’ammontare complessivo doveva calcolarsi «al netto del contributo» ma ora la modifica introdotta prevede la soppressione di questa previsione. Quindi, la norma conferma che il contributo non possa superare il 50% del fatturato ma quest’ultimo verrà calcolato al lordo del contributo e non più al netto. Viene poi previsto che la nuova disciplina entri in vigore nell’esercizio successivo a quello di approvazione dei decreti legislativi delegati al governo dalla legge sull’editoria. La legge 198 prevedeva che le disposizioni si ap- plicassero già a partire dai contributi relativi al 2016. Fininvest sale al 53,3% del capitale Mondadori. La holding della famiglia Berlusconi ha incrementato del 2,9% la propria quota in Arnoldo Mondadori Editore, portandola al 53,299% dal 50,399% che deteneva al 31 dicembre 2016. La decisione di Fininvest, ha spiegato una nota della società, è legata «al positivo andamento del gruppo Mondadori e al forte convincimento nelle sue prospettive di sviluppo, valutazioni che trovano supporto anche nella sempre maggiore visibilità riconosciuta dal mercato borsistico al titolo Mondadori sia in termini di scambi che di valorizzazione, in particolare a partire dall’ingresso nel segmento Star avvenuto nei primi giorni di dicembre». A Speed la raccolta della pubblicità nazionale del sistema Qn di Carlino, Nazione e Giorno. Dal primo marzo SpeeD, concessionaria di pubblicità del Gruppo Monrif, si occuperà della raccolta della pubblicità nazionale su carta e online di QN Quotidiano Nazionale, fascicolo sinergico abbinato a il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, attraverso la propria rete commerciale composta da oltre 130 agenti. «Grazie al lavoro di un’unica concessionaria interna, in grado di rappresentare al meglio le peculiarità delle nostre testate», ha dichiarato l’a.d. Andrea Riffeser, «sarà possibile offrire alla nostra clientela una proposta fortemente integrata nelle sue componenti offline e online, capace di massimizzare la propria efficacia in termini di risultati di comunicazione. Il nostro obiettivo è quello di offrire progetti di comunicazione studiati su misura per ogni esigenza delle singole aziende». Nielsen, certificazione del Media Rating Council per il Digital In Tv Ratings negli Usa. Nielsen ha ottenuti la certificazione Media Rating Council (Mrc) in Usa per la propria metodologia che rende possibile aggiungere alla tradizionale audience tv anche il pubblico che ha utilizzato supporti digitali (pc, tablet, smartphone, ecc.) per guardare degli stessi programmi televisivi. Questa funzionalità aggiuntiva è stata denominata Digital in Tv Ratings ed è la prima soluzione di questo genere ad aver ricevuto la certificazione Mrc. Il Digital in Tv Ratings, lanciato nel 2015, è la soluzione attualmente usata negli Stati Uniti da emittenti quali Abc, Cbs, Freeform e Univision. National Geographic cambia pelle e punta sulla tv. La rivista di scienze naturali e geografiche nata nel 1888 vuole seguire le orme di Hbo, Netflix e Amazon, realizzando programmi in proprio. Secondo Courtney Monroe, il ceo di National Geographic Channel, l’obiettivo è «cambiare radicalmente la nostra strategia di programmazione». Il primo esempio di questa nuova strategia è la serie tv Genius, che uscirà in primavera, in cui l’attore Geoffrey Rush interpreterà il genio ribelle Albert Einstein, inaugurando un nuovo filone televisivo a episodi sulla vita dei grandi innovatori. A finanziare Monroe in questa avventura televisiva sarà un partner di National Geographic Channel, la 21st Century Fox di Rupert Murdoxh, con 725 milioni di dollari (685 mln di euro). Il Tirreno, disegno d’autore per il Carnevale. Un disegno d’autore in regalo per Carnevale ai lettori del Tirreno. È firmato da Giorgio Michetti che ha realizzato anche il manifesto ufficiale dell’edizione 2017 della celebre manifestazione viareggina. Il pittore, che ha compiuto 104 anni lo scorso dicembre ma è ancora in piena attività, ha disegnato in esclusiva per il quotidiano toscano un manifesto che sarà utilizzato come immagine simbolo dello speciale di 48 pagine che verrà distribuito in edicola domenica 26 febbraio. Roidi entra in Moovit. L’ex direttore del giornale gratuito Metro Giampaolo Roidi è il nuovo chief advisor per i rapporti con i media nella Penisola e le attività editoriali di Moovit Italia, l’applicazione gratuita per smartphone che offre in tempo reale il quadro della mobilità attraverso i mezzi pubblici. Moovit è usata nel mondo da oltre 52 milioni di utenti e in Italia da 3,5 milioni di persone in 98 città. LA VIGNETTA DEL GIORNO L’EVOLUZIONE DI L’editoria in Piazza Affari Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/16 FTSE IT ALL SHARE 20.895,25 FTSE IT MEDIA 13.502,36 -0,46 -0,47 -0,20 -1,22 Titolo IN EDICOLA a soli € 4,00 è un magazine www.classabbonamenti.com Rif. Var. % Var. % 30/12/16 Capitaliz. (mln €) Cairo Communication 3,6160 1,69 -5,09 486,1 Caltagirone Editore 0,7650 0,46 4,08 95,6 Class Editori 0,3760 1,21 19,37 35,5 Espresso 0,8100 1,12 9,61 333,8 Il Sole 24 Ore 0,3486 -0,85 -5,40 15,1 Italiaonline 2,5480 -0,31 7,78 292,4 Mediaset 3,8560 -1,13 -6,18 4.554,8 Mondadori 1,5520 -2,21 32,54 405,8 Monrif 0,2018 0,90 6,89 30,3 Poligraici Editoriale 0,1712 0,12 12,48 22,6 Rcs Mediagroup 0,8160 0,12 -2,22 425,8 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it