LICEO SCIENTIFICO “G. Asproni”
LICEO SCIENTIFICO Opzione SCIENZE APPLICATE
R. Branca
LICEO ARTISTICO “R. Branca”
(Arti Figurative – Architettura e Ambiente – Design)
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Circ. n 207
Iglesias 25.01.2016
Ai Docenti
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Al sito www.liceoasproni.it
Oggetto: "Giorno della Memoria" 2016
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può
ritornare”. (Primo Levi)
Il 27 gennaio del 1945, alle ore 11.54, le truppe alleate abbatterono i cancelli liberando il campo di
sterminio di Auschwitz, il campo di concentramento e di sterminio costruito dai nazisti nella Polonia
occupata, dove persero la vita diverse milioni di persone di cui oltre un milione di ebrei, tra cui
molte migliaia di ebrei italiani.
In ricordo di tale giornata ricorre il “Giorno della Memoria”, istituito dal Parlamento Italiano con la
legge n. 211 del 20 luglio 2000, al fine di ricordare la Shoah (olocausto) e rendere omaggio alle
numerose vittime, nonché a tutti coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al folle
progetto di sterminio.
In Italia, la tragedia della Shoah colpì il popolo ebraico con le leggi razziali del ’38 e,
successivamente, con le deportazioni iniziate con l’occupazione nazista avvenuta dopo l’armistizio
dell’8 settembre 1943. Anche altre persone e categorie ( omosessuali, oppositori politici, Rom,
Sinti, zingari, testimoni di Geova, pentecostali, malati di mente, portatori di handicap) furono
perseguitate dal regime, “colpevoli” di una diversità di idee, di valori, di appartenenza etnica o
religiosa
Tale volontà liberticida e antidemocratica rappresentò un vero e proprio passo indietro rispetto alle
conquiste e alle idee di libertà e democrazia che nel secolo precedente erano state alla base dei
moti che portarono all’unità d’Italia, interruzione ventennale di un processo di ritrovata dignità e
piena integrazione per gli ebrei italiani, il cui filo venne ripreso subito dopo la fine del secondo
conflitto mondiale.
L’Italia unita aveva significato per la minoranza ebraica l’emancipazione, la chiusura dei ghetti,
l’agognata raggiunta parità con gli altri cittadini dopo secoli di emarginazione.
Una libertà e una uguaglianza che appunto il fascismo negò solo pochi decenni dopo, nel 1938,
con l’emanazione delle leggi razziali, funesto presagio di quanto avverrà, tragicamente, in seguito.
Nell'approssimarsi della ricorrenza 27 gennaio del '45 si avverte un pericoloso scivolamento nella
retorica o nella ritualità dei ricordi, ma per fortuna la scuola è ancora un’eccezione positiva, ma ciò
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non è sufficiente a dissipare la sensazione di un progressivo distacco dagli avvenimenti, la cui
comprensione profonda è indispensabile alla nostra formazione culturale e civile.
Avvenimenti che tendono ad allontanarci, e non solo per effetto del tempo che passa, dal nostro
orizzonte identitario, come accade per il Risorgimento o per la Resistenza, di cui la nostra
Costituzione è figlia. E i negazionisti o i mistificatori abbondano ovunque.
Ma dobbiamo temere anche gli indifferenti, e non sono pochi, davanti ai quali le testimonianze
dell'esistenza di un male assoluto scorrono come le immagini di una qualsiasi fiction: sembrano
non penetrare le coscienze e non muovere alcuna forma di commozione.
Svaniscono un attimo dopo essere state viste, nel trionfo di una memoria digitale tanto abbondante
quanto fredda. Noi siamo convinti che la trasmissione della memoria fra le generazioni sia un
dovere morale a cui la scuola non può sottrarsi, anche al fine di evitare che gli errori del passato si
ripropongano, seppur in forme diverse, per non dimenticare, perché come ammonisce Primo Levi
le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate.
Invito tutti i docenti a riportare e spiegare agli alunni il contenuto della presente circolare, ad
attivare iniziative volte ad analizzare le circostanze che hanno dato avvio ad uno dei periodi più
oscuri della storia dell’Europa e ad approfondire gli eventi che ne hanno segnato il tragico sviluppo
affinché ne venga conservata la memoria. Per questo il “Giorno della Memoria” deve costituire
un momento collettivo non di formale commemorazione, ma di autentica compartecipazione e di
attenta riflessione perché alle numerose vittime di questa immane tragedia sia reso doveroso
omaggio e ne sia conservata la memoria.
Si invitano i docenti a ricordare la Shoah attraverso la testimonianza che vuole essere
un’occasione per i ragazzi per meditare, affinché la tragedia dell’Olocausto, non si ripeta mai più.
Nello stesso tempo si vuole sottolineare l’alto compito educativo della scuola che “recupera quei
fatti storici e quei luoghi e li trasforma in occasioni di riflessione e studio per combattere
l’indifferenza, connette la Memoria della Shoah all’educazione interculturale, trasformandola in
paradigma della difesa dei diritti umani nel mondo contemporaneo, rende viva e attuale la vicenda
storica, cioè in collegamento con i problemi della tolleranza, del razzismo e dell’antisemitismo nelle
società multiculturale”. In questo modo la Scuola promuove nei giovani una cittadinanza
democratica, attiva e consapevole e un nuovo spirito di confronto, solidarietà e di collaborazione
tra i popoli di diverse culture.
Nella convinzione che solo da una approfondita riflessione sulle drammatiche conseguenze delle
discriminazioni e la determinazione ad impegnarsi per un domani di pace, i docenti potranno
attivare fino al 10 febbraio 2016 percorsi formativi volti alla valorizzazione della dimensione della
memoria con particolare riferimento alle drammatiche vicende dell’Olocausto.
Ricordo che il 10 febbraio di ogni anno si celebra il Giorno del ricordo, che è una solennità civile
italiana, istituita con legge n. 92 del 30 marzo 2004, e commemora le vittime dei massacri delle
foibe e delle altre vittime delle persecuzioni, dei massacri e delle deportazioni occorse in Istria e
Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale durante l'ultima fase della seconda guerra
mondiale e negli anni immediatamente successivi.
Il Dirigente Scolastico
Ubaldo SCANU
Firma autografa ai sensi dell'art.3,
comma 2, Dl.vo 39/93
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