La svolta rock dei Linkin Park In uscita il nuovo disco dei Maroon5 Blob diventa maggiorenne Più Space per Andergr@und!!! Quando si fa parte di una grande redazione e la rivista che si pubblica mese per mese continua a collezionare grandi successi è inevitabile che l’orgoglio galvanizzi le giovani menti in questione facendo nascere nuove grandi idee. Tra le tante proposte giunte in redazione, dopo ampie e faticose discussioni seduti davanti al Monopoli intenti ad evitare Parco della Vittoria e a consumare litri di caffè, abbiamo scelto di aprire uno spazio sul popolarissimo MySpace. L’indirizzo è ufficialmente www.myspace.com/andergraundmagazine. Lo spazio vanta già molti contatti illustri e meno illustri. Il tutto confluirà in un’altra rubrica molto interessante di cui non anticipiamo nulla per non rovinarvi la sorpresa sicuramente gradita. Chiunque di voi abbia già uno spazio ci aggiunga e per noi sarà un piacere avervi tra gli amici. Anno 1 - numero 9 Il resto è come al solito molto succulento: non si parla solo della golosa ricetta del Mene nazionale ma anche delle notizie fresche fresche come il prosciutto e melone. Direttore generale Roberto Virgilio Il ritorno rinnovato dei Maroon 5 nonché il ritrovato Max Pezzali, il rock dei Linkin Park e dell’Heineken Jammin’ Festival. Responsabile musica Mr Bugs! [email protected] Imperdibile la seconda puntata di Anderview: abbiamo incontrato per voi il simpaticissimo Joe Valeriano che ci ha parlato con molta disponibilità della sua trentennale carriera da grande Blues man Responsabile spettacoli Dj HnF [email protected] Augurandoci di avervi incollati allo schermo del pc vi aspettiamo per il prossimo numero che riserverà parecchie stuzzicanti sorprese. Responsabile rubriche sir3n3tta [email protected] Una fresca ventata di allegria dalla vostra rivista (speriamo) preferita! Ciao e Buona lettura. Hanno Collaborato: Chef Mene Betty Valeriano Si ringrazia per l’estrema disponibilità: Joe Valeriano Servizio abbonamenti [email protected] Web editor Valeriano Redazione [email protected] Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. News...............................................pag 6 Tutte le ultime novità dal pianeta musica La svolta dei Linkin Park.............. pag 10 Finalmente esce “Minutes to Midnight” L’HJF cambia casa........................ pag 14 La kermesse sbarca a Venezia Maroon5......................................... pag 16 Tornano più sexy Anderview...................................... pag 22 Questo mese ai nostri microfoni Joe Valeriano Max torna in sella.......................... pag 30 Dopo un “Time-out” torna Max Pezzali Effetto San Remo.......................... pag 32 A due mesi dal Festival analizziamo le vendite Classifiche..................................... pag 34 I dischi più venduti nelle ultime settimane Recensioni..................................... pag 36 Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi Testo del mese.............................. pag 40 Le parole delle canzoni più ascoltate On the Road.................................. pag 42 I concerti più interessanti del mese Ai - Tek......................................... pag 62 Scopri tutti i segreti della Tecnologia Notizie dal Web........................... pag 63 Le curiosità più interessanti dalla rete Le risposte ai vostri dubbi............. pag 63 Il suggerimento che migliora la vita tecnologica Botteghino..................................... pag 44 Il Gioco del mese.......................... pag 64 I film più visti negli ultimi giorni L’uscita più interessante News.............................................. pag 45 Spuntino........................................ pag 66 Le ultime dal Festival di Cannes Come sorprendere in cucina col minimo sforzo Recensioni..................................... pag 46 S.O.S. Cuoco................................. pag 67 Gli ultimi film usciti in sala visti per voi Coming Soon................................. pag 49 Casa arriverà a breve nei cinema Telecomando................................. pag 50 Le ultime novità dal tubo catodico Teledipendente............................. pag 52 Vent’anni a Springfield In bianco e nero.......................... pag 61 La tv dei ricordi: Blob diventa maggiorenne FM................................................. pag 61 I programmi più belli da seguire in radio Chef Mene dà una soluzione ai vostri problemi culinari DiAry............................................. pag 68 Cosa accadeva nel mondo in questo mese Cronache Marziane....................... pag 70 Notizie assurde ma realmente accadute Mercatino...................................... pag 72 Curiosità, idee regalo, oggettistica varia C’è post@ per Ary......................... pag 74 Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno di un buon consiglio? La nostra Ary ti dà voce Foto del Mese................................ pag 76 Il mondo raccontato per immagini Si sciolgono i New Order Il cammino della storica band è giunto al capolinea. I New Order si sciolgono. Peter Hook, bassista della storica band, nata dalle ceneri dei Joy Division, ha annunciato oggi lo scioglimento, che in realtà sarebbe avvenuto già qualche tempo fa. "Odio dover mantenere i segreti troppo a lungo", ha scritto Hook sul suo blog su Myspace, "quindi è il momento di guardare avanti e fare altro". Nel caso di Hook, andare avanti significa pubblicare il disco d'esordio dei Freebass, il suo nuovo progetto musicale.Per i New Order, tuttavia, non è il primo scioglimento: dal 1993 al 2001 la band prese una pausa indefinita, interrotta dalla pubblicazione di "Get Ready". Speriamo tornino anche questa volta sui loro passi. Nuovo singolo per Madonna La Regina del Pop pubblica online 'Hey You' Buone notizie per tutti i fan di Madonna: infatti sta per essere pubblicato un suo nuovo singolo. La Regina del Pop ha registrato un nuovo brano intitolato "Hey You" in occasione del Live Earth Concert, il concerto per l'Ambiente, organizzato da Al Gore, che si terrà in varie capitali mondiali il prossimo 7 luglio. Il singolo non avrà una release tradizionale, ma uscirà sono sul web e i proventi del download verranno devoluti ad associazioni impegnate nella difesa dell'Ambiente. Madonna parteciperà all’evento che si terrà a Londra, nella mastodontica cornice del Wembley Stadium. Pete Doherty solista Crisi in casa Evanescence Il frontman dei Babyshambles, nonché fidanzato della top model Kate Moss, ha dichiarato all'NME di aver completato un disco solista ed acustico. La sua intenzione sarebbe quella di pubblicarlo entro la fine del 2007. Pete Doherty, che si appresta a iniziare la registrazione del secondo album coi Babyshambles, non ha voluto fornire molti dettagli sul suo disco solista, tranne il titolo di una delle canzoni: "Salomé". Dalla Parlophone, etichetta della band guidata da Pete, hanno fatto sapere che la priorità sarà data al lavoro discografico dei Babyshambles, ma si sono detti disponibili a pubblicare anche il disco solista di Doherty più avanti. Il chitarrista John LeCompt e il batterista Rocky Gray hanno lasciato gli Evanescence in seguito a varie tensioni con la frontwoman Amy Lee, che a questo punto rimane sola con Tim McCord, al basso, sostituto dei già dimissionari Will Boyd, Terry Balsamo e Ben Moody, che lasciò il gruppo nel 2003. Nel suo blog Le Compt ha raccontato di essere stato licenziato da Amy Lee durante una conversazione telefonica: "Sono stato scaricato senza ragioni, senza preavviso e senza negozazioni". Per quanto riguarda il batterista, le cause delle dimissioni (o del licenziamento...) sono ancora sconosciute. Dal canto suo, Amy Lee non dimostra ripensamenti: "Gli Evanescence sono qualcosa che ho amato e nutrito da quando ho quattordici anni e continuerò a proteggere questa band come ho sempre fatto". Negli USA scoppia il caso Lennon In uscita un discusso documentario Uscirà il primo di giugno in alcune sale italiane "U.S.A. Contro John Lennon", il nuovo documentario targato Lionsgate e VH1, in cui David Leaf e John Scheinfeld ripercorrono la metamorfosi che trasformò Lennon da amata star del pop a militante pacifista e a icona ispiratrice, rivelando la verità sul come e sul perché il governo degli Stati Uniti abbia cercato di metterlo a tacere. Incentrato principalmente sul decennio 1966-1976, "U.S.A. Contro John Lennon" pone nel giusto contesto storico l'attivismo di Lennon e il movimento sociopolitico che rappresentava. Fu quello, infatti, uno dei periodi più ribelli della storia americana, dominato dalla guerra del Vietnam e dalla nascita di tutta una serie di movimenti politici che influenzavano l’opinione pubblica, come quello pacifista, quello per i diritti civili e la New Left, spingendo il popolo a sfidavare il potere rappresentato dalla presidenza Nixon. Il film propone un vasto campione delle figure più significative dell'epoca, uomini e donne che sono stati testimoni diretti e autorevoli tanto di eventi specifici quanto di un clima generale. Tra loro figurano attivisti politici afro-americani, giornalisti, funzionari dell'amministrazione Nixon, reduci del Vietnam e ex esponenti politici. In ogni caso rimane proprio John Lennon la voce predominante, la presenza centrale e più interessante di tutto il progetto. Con la sua stessa musica a fare da sottile e incisivo contraltare al racconto, il film riesce a cogliere e a descrivere un Lennon pubblico e privato che probabilmente molti spettatori non conoscono: un giovane di principi, divertente e straordinariamente carismatico, che seppe rifiutarsi di restare in silenzio di fronte all'ingiustizia. Yoko Ono, moglie di Lennon e anche sua collaboratrice creativa e partner nella campagna pacifista, ha concesso agli autori di accedere per la prima volta ai loro archivi privati, permettendo loro di utilizzare materiali audiovisivi inediti. In una serie di approfondite interviste, inoltre, Ono condivide i propri ricordi personali, evocando come nessun altro avrebbe potuto la realtà quotidiana della coppia, le loro speranze, la loro felicità. Frutto di ricerca scrupolose, U.S.A. contro John Lennon getta luce su un capitolo poco noto della storia contemporanea. Nuovi progetti per Moby. Il produttore/DJ newyorkese ha formato una rock band per registrare il suo nuovo album, destinato a uscire nel 2008. La band in questione non ha ancora un nome, ma è di matrice rock e indica un cambio di direzione sonora per il Little Idiot, il quale ha ammesso di essersi un po' stancato dell'elettronica. Tuttavia, Moby è impegnato in una serie di DJ set in Europa questo mese, in Francia e Spagna. Dunque, pare che l'elettronica gli serva ancora per guadagnarsi da vivere. Nuovo album in vista per Ben Harper. Il cantante americano ha annunciato che il 24 vedrà la luce il suo nuovo disco, "Lifeline". Registrato a Parigi, il disco - settimo della carriera di Harper - nasce da una session di una sola settimana e arriva a solo un anno dalla release di "Both Sides Of The Gun". Il disco sarà anticipato questo mese da alcune date negli States e, forse, sarà seguito da un tour europeo. I Gorillaz annunciano la loro fine; sapevamo che avrebbero avuto una vita breve, ma speravamo che l’incantesimo durasse un po’ di più. Ieri Damon Albarn ha annunciato ai microfoni di BBC Radio 2 la definitiva fine del gruppo dei Quattro Musicisti Immaginari. Durante la trasmissione il cantante ha confermato che i Gorillaz realizzeranno la colonna sonora del loro lungometraggio e questo sarà l’ultima pubblicazione del gruppo. “Quando abbiamo scritto il primo album non pensavamo sarebbe stato così popolare; non si fanno i dischi in questa maniera, diventano dei successi solo se il pubblico li ama”. Il ritorno dei Backstreet Boys è ormai ufficiale. L'ex boyband americana ha già debuttato nelle radio americane con il nuovo singolo, "Happily Never After". Il brano è il primo estratto dal seguito di "Never Gone". Del nuovo album ancora si sa poco o nulla: nessun titolo, ma la possibilità concreta che la relase arrivi nei negozi già a partire da quest'estate. Vasco riesce sempre a stupirci, e questa volta l’ha fatto reinterpretando niente di meno che una canzone del grandissimo e indimenticato Lucio Battisti. Si tratta di un brano forse tra i meno conosciuti del suo repertorio, intitolato “La compagnia”, tra le altre cose uno dei pochi brani di Battisti che non portano la sua firma, che è contenuto come b-side nel singolo del suo ultimo successo “Basta Poco”, in vendita su cd a partire dallo scorso 11 maggio. In realtà non è la prima volta che il Blasco rende omaggio a Battisti; più volte dal vivo, infatti, aveva interpretato pezzi storici del grande cantautore italiano, come “Il tempo di morire” o “Supermarket”, ma questa è la prima volta che decide di incidere il risultato in un disco. Ogni tanto capita che Vasco interpreti canzoni che si sente addosso, come se le avesse scritte lui. Chi non ricorda le sue versioni di “Generale” di De Gregori o di “Amico Fragile”, eseguita al teatro Carlo Felice di Genova in occasione del primo anniversario dalla morte di Fabrizio De Andrè. “Sono cresciuto con Battisti, De Andrè e De Gregori, loro mi hanno aperto un mondo, grazie a loro ho scoperto il gusto della parola e ho capito cosa fosse la poesia”. In un intervista rilasciata recentemente al settimanale “TV Sorrisi e Canzoni” Vasco spiega il motivo per cui ha scelto di incidere un brano di Battisti e come mai proprio quello: spiega che in realtà amava particolarmente il pezzo già da prima di diventare un cantante, lo trovava addirittura commovente, merito delle parole del testo con cui, secondo lui, l’autore riesce a fotografare alla perfezione uno stato d’animo. Il brano parla di un uomo che, dopo aver sofferto per amore vaga senza meta per la città, entra in un bar e ritrova la felicità grazie alla musica e ad una nuova misteriosa conoscenza. Anche in questo Vasco racconta di riconoscersi, in quanto nella sua vita molte volte ha sofferto per colpa di una donna. E’ stato molto precoce da quel punto di vista: la prima delusione d’amore infatti è arrivata a sei anni, quando fu lasciato dalla figlia del padrone del bar sotto casa che si era messa con un ragazzino arrivato a Zocca in villeggiatura. Poi ancora a sofferto per amore, a tredici e vent’anni, fino a quando non è arrivata Laura, la sua attuale compagna, con la quale sta insieme ormai da vent’anni. Nonostante non sia stato pubblicato un nuovo album, Vasco partirà quest’estate per un tour che toccherà tutti i maggiori stadi italiani: sarà il 17 giugno all’HJF, il 21 e il 22 dello stesso mese a San Siro, il 27 e il 28 all’Olimpico di Roma. E poi in luglio ancora Torino, Messina, Bari e Ancona. Finalmente dopo tanti mesi di attesa, annunci, smentite, ritardi, slittamenti, ci siamo. Lo scorso undici maggio è infatti uscito nei negozi “Minutes To Midnight”, il nuovo attesissimo disco degli americani Linkin Park. Il nuovo album arriva a distanza di oltre quattro anni dal precedente album vero e proprio della band, “Meteora”, uscito nel lontano marzo del 2003 (nel frattempo è stato pubblicato alla fine del 2004 "Collision Course", un EP di mash up di alcune loro canzoni in cui si sono avvalsi della preziosa collaborazione del rapper Jay-Z). Trattasi del terzo lavoro per la band, nata nel 1996 con il nome di Xero, cambiato poi con Linkin Park, dal nome del Lincoln Park, dove i ragazzi erano soliti ritrovarsi, a causa di una pesante assonanza con il nome di un altro gruppo. I sei hanno raggiunto il successo grazie a “Hybrid Theory”, il titolo del loro primo album pubblicato dalla Warner nel 2001: un successo clamoroso che, grazie a hit come “In the end", "Crawling" e "One step closer", supera i 14 milioni di copie vendute in tutto il mondo! Un cantante dalla voce che suona come il Dave Gahan epico degli anni Ottanta, un MC dalla lingua sputafuoco, scratch ben programmati e pesanti chitarre rock ne fanno uno degli ibridi di maggior successo del Terzo Millennio: questa è stata la formula originale che gli ha spalancato le porte dello show-biz. In realtà il successo non è stato poi così immediato: dal ‘96 infatti, anno di formazione della band, al 2001, anno di uscita del primo album, ne è passata di acqua sotto i ponti, e di porte sbattute in faccia. La band californiana prende le mosse dal piccolo studio casalingo dell’MC e vocalist Mike Shinoda che – insieme all’amico chitarrista Brad Delson – comincia a incidere il primo materiale sonoro intorno al 1996. I due incontrano poi alla high school il futuro batterista Rob Bourdon e, più tardi, DJ Joseph Hahn, che studia illustrazione all’Art Center College di Pasadena. Nel frattempo, mentre frequenta la UCLA, Delson condivide un appartamento con il bassista Darren 'Phoenix' Farrell che si unisce al gruppo per poi abbandona- re durante il college e ritornare alla carica una volta finiti gli studi. Ultimo tassello è Chester Bennington, originario dell’Arizona, che aveva cominciato a incidere già all’età di 16 anni. La combinazione del ricco e maestoso stile vocale di Bennington con il rapido mitragliare di rime di Shinoda definiscono il sound del sestetto che, abbandonato il primo nome Xero, si afferma come uno dei gruppi preferiti nel circuito dei club di L.A., fra cui ovviamente il rinomato 'Whisky'. Dopo essersi visti rimbalzati da ben tre case discografiche, che li ritengono un fiasco, vengono addocchiati da Jeff Blue che fa loro firmare un contratto con la Warner Bros nel 1999. Da questo momento in poi la strada sarà tutta in discesa: il loro è un mix così particolare e vincente che non può che far presa sul pubblico, e li porta a essere considerati, probabilmente in maniera un po’ riduttiva, i più famosi ed eminenti rappresentanti del genere “nu metal”. Dopo due anni di tournè, in cui hanno portato in giro per il mondo i pezzi estratti da “Meteora”, l’ultima apparizione pubblica del sestetto californiano risale al luglio del 2005 al Museum of Art di Philadelphia in occasione del Live 8. In questo lungo periodo i ragazzi hanno avuto il tempo di riposarsi e pensare al loro futuro e soprattutto alla piega che veramente desideravano far prendere alla loro musica, e ne è nata una svolta epocale per la loro carriera. Dimenticate il nu-metal! Questa parola non ha più senso per i Linkin Park: “Ci sono ancora degli elementi hip-hop nel nuovo album” ha spiegato Shinoda “Ma siamo fuggiti via da tutto quello che sembrava nu-metal. Sono conscio del fatto che abbiamo contribuito a creare il suono di un genere, ma io odio questo genere. Molti di quei gruppi non mi piacciono, gli altri non ne dovrebbero far parte, come noi”. Ci va un po’ più leggero, Chester Bennington, frontman della band, che in una recente intervista ha parlato della direzione sonora del nuovo cd, prodotto da Rick Rubin e dallo stesso MC della band, Mike Shinoda: "Abbiamo fatto di tutto per tenerci lontani da alcuni suoni prevedibili che abbiamo avuto in passato", ha raccontato il cantante. “Credo che questo disco dimostri che ormai ci troviamo in una posizione tale per cui quello che ci interessa di più è sperimentare. Penso comunque che l'elemento di fondo sia una certa indole rock che abbiamo ritrovato". Mike Shinoda aveva addirittura dichiarato che i nuovi punti di riferimento erano King Crimson, Pink Floyd e il primo Elton John, paragoni che però ci sembrano francamente azzardati da accostare al pur validssimo lavoro del gruppo. Dopo 14 mesi di recording session serrate il chitarrista Brad Delson definisce in questo modo il nuovo album: "è il risultato di più di un anno di sperimentazione in studio". "Non siamo mai stati così fieri del nostro lavoro. Ci sono influenze hip hop, new wave, motown. E' l'album più particolare della nostra carriera". E chi gli domanda se fossero d'accordo con una certa stampa statunitense che ha intravisto nel loro nuovo album una possibile svolta emo, reagiscono un po’ perplessi: "Certo, è il vostro lavoro, vi capisco", sospira divertito Mike, "Però non pensate che sia incredibile come vi sforziate di inventare nuove categorie per incasellare tutto? Voglio dire, uno si adopera per fare qualcosa di originale, ed ecco che subito salta fuori una definizione di genere pronta ad ingabbiarti...". Per il loro ritorno in sala d'incisione hanno deciso di affidarsi ad un vecchio saggio come Rick Rubin per fissare su nastro le nuove composizioni, rinunciando in parte alle comodità offerte da Pro Tools e dai campionatori per darsi da fare con vetuste 808 e amplicatori valvolari: "Ma non vogliamo fare di questa scelta una bandiera", precisa Brad, che per l'occasione sfoggia una capigliatura anni '70 ("Un ritorno al suo look del liceo", confessa l'amico Mike), "Per raggiungere i risultati che vogliamo ottenere cerchiamo di percorrere tutte le strade possibili, senza fermarci davanti a nulla. Spesso sbagliamo, e la mattina dopo, riascoltando i mix della session precedente, ci guardiamo domandandoci cosa sia questa schifezza. Quando ci siamo messi a registrare i nuovi brani abbiamo cercato di sfruttare tutto quello che avevamo per far rendere al meglio le canzoni, senza imporci di rinunciare all'analogico piuttosto che al digitale. Usavamo di volta in volta quello che suonava meglio...". Anche per quanto riguarda i testi l'evoluzione musicale del gruppo è piuttosto evidente, così come l'emancipazione dagli stilemi rap metal che avevano caratterizzato le sortite precendenti della band: "Crediamo sinceramente che questo disco sia il più complesso della nostra carriera. Musicalmente, ma anche e soprattutto dal punto di vista dei testi, molto più meditati che in passato...". Che i Linkin Park, arrabbiati da sempre, abbiamo deciso di incanalare la propria frustrazione per dare alle stampe un album "politico"? "Forse 'politico' non è la parola giusta, però è vero che questo sia il nostro album più esplicito, da un certo punto di vista. Più che 'politico', direi di 'osservazione sociale', che è decisamente più nelle nostre corde...". Il disco, arrivato nei negozi l'11 maggio, è stato anticipato dal singolo "What I've Done", che ha debuttato in radio lo scorso 27 marzo. Per il singolo è stato realizzato un video molto particolare e con immagini molto provocatorie, che evidenziano e estremizzano la disparità dello stile di vita registrabile tra i paesi più ricchi e quelli meno sviluppati, in cui le scene che vedono protagonista la band sono state girate nel deserto della California. Il ritorno dei Linkin Park sarà tutto da vedere oltre che da ascoltare. Nella versione digitale di "Minutes To Midnight", sarà infatti inclusa una sorpresa video per i più appassionati. Trattasi di "Season Pass", un documentario realizzato da Joseph Hahn, membro della band col pallino del videomaking, che testimonia i tre anni trascorsi nella realizzazione del nuovo album. Torna finalmente l’estate, tempo di mare, vacanze, divertimento e soprattutto stagione di grande musica dal vivo! Come ogni anno spetta all’evento live più importante nel nostro bel paese aprire le danze: parliamo naturalmente dell’Heineken Jammin Festival, che quest’anno compie dieci anni e per l’occasione va in trasferta e si trasferisce temporaneamente a Venezia per una quattro giorni di Grande Rock! L’appuntamento dunque non è fissato come al solito nell’ormai storica sede dell’autodromo Enzo Ferrari di Imola, chiuso per lavori di risistemazione, ma al PARCO SAN GIULIANO di VENEZIA, un’area di circa 700 ettari, e, altra sorpresa, per la prima volta il festival avrà una durata di quattro giorni anzichè i canonici tre a cui eravamo abituati. Considerato dai media e dal pubblico uno dei più grandi e significativi eventi pop-rock europei, l’appuntamento di quest’anno sarà sempre più ricco di iniziative che intratterranno il pubblico durante l’intera giornata. Dunque non vi rimane che rimandare tutti gli impegni e tenervi liberi dal 14 al 17 giugno. Così Peter Heilbron, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Heineken Italia, ha commentato il successo che questa manifestazione ha riscosso nel corso delle diverse edizioni: “Negli ultimi 15 anni Heineken ha conquistato un ruolo di rilievo all’interno del panorama musicale italiano, prima attraverso il sostegno di Umbria Jazz e poi con l’ideazione e la promozione di un evento della portata di Heineken Jammin’ Festival, giunto quest’anno alla decima edizione. Grazie alla competenza di Milano Concerti - nostro partner per l’organizzazione dell’evento - e alla passione di Heineken, il festival è diventato il più importante raduno rock italiano, con oltre 1 milione di persone che hanno assistito a 158 concerti in 23 giornate. La decima edizione di Heineken Jammin’ Festival a Venezia per Heineken rappresenta al contempo un punto di arrivo e di partenza, per celebrare dieci anni di grandi successi e, possibilmente, inaugurare un nuovo ciclo che ci consenta di crescere in Italia e confrontarci su scala europea.” Ed ecco anche il commento di Roberto De Luca, Presidente del Consiglio di Amministrazione Milano Concerti, che organizza l’evento: “HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL nasce nel 1998 dall’idea di creare un festival italiano che sposi il modello e la filosofia dei grandi festival europei, ma con la consapevolezza di dover affrontare e accontentare un pubblico musicale più esigente e non ancora abituato a questo tipo di manifestazione. Abbiamo trascorso 9 magnifici anni a Imola, e oggi abbiamo trovato nel Parco San Giuliano di Venezia un luogo più consono alla realizzazione dell’ Heineken Jammin’ Festival “che abbiamo sempre desiderato”, sia per collocazione geografica che per la naturale predisposizione dell’area a ricevere questo tipo di rassegna. Crediamo che il binomio location e cast artistico possa attrarre pubblico anche dal resto dell’Europa”. E naturalmente anche quest’anno il cartellone è ricco di grandi nomi importanti e interessanti. Ecco tutti gli headliner: si parte il giovedì 14 con gli IRON MAIDEN, si prosegue venerdì con i PEARL JAM, sabato 16 sarà la volta di AEROSMITH e gli SMASHING PUMPKINS, per concludere domenica 17 con VASCO ROSSI. Ma anche tutto il resto del cast è di primo livello. 14 GIUGNO: Slayer, Stone Sour, Mastodon, 15 GIUGNO: Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance, Le Mani 16 GIUGNO: Incubus, Juliette & the Licks, The Used + Finley 17 GIUGNO: J-Ax, Fabrizio Moro, Omar Pedrini E’ un po’ tardino ormai per procurarsi i biglietti, specialmente per la data di chiusura del Festival, con Vasco Rossi, ma visto la grandezza dell’area, fare un tentativo non costa nulla (a parte i soldi dell’ingresso naturalmente...). I tagliandi sono acquistabili tramite il circuito TicketOne e presso le prevendite abituali. Il costo dell’ingresso è di 40 € + diritti di prevendita per le singole giornate, mentre il costo dell’abbonamento per le quattro giornate è di 140 € + diritti di prevendita. Molti sicuramente si ricorderanno di loro per l’enorme successo che avevano ottenuto nel 2004 con il loro album d’esordio “Songs About Jane”, trainato da singoli di ottima qualità come “Harder to Breathe”, “This Love”, “She Will be Loved” e “Sunday Morning”, diventato un grosso tormentone anche grazie al fatto di essere stato il tappeto musicale di diversi spot televisivi, tra cui quello di una nota marca di gelato in vaschetta. Naturalmente stiamo parlando dei Maroon 5: quattro anni dopo il grande successo, due Grammy Awards e un lunghissimo tour alle spalle, la band di Los Angeles guidata da Adam Levine riprova a bissare il successo di quel fortunatissimo disco con un nuovo lavoro intitolato "It won't be soon before long" , in uscita il prossimo 18 maggio: undici tracce dai suoni decisamente più dance rispetto a quello a cui ci avevano abituati, sicuramente anche queste tracce saranno particolarmente adatte a tenerci compagnia lungo tutta la bella stagione. Nonostante il successo li abbia travolti solo negli ultimi cinque anni, i Maroon 5 hanno alle spalle una carriera ben più lunga iniziata tredici anni fa con i Kara's Flower e proseguita successivamente con la formazione attuale. E questa è la dimostrazione d come a volte il Piano B può davvero dare la polvere al Piano A. Il cantante e chitarrista Adam Levine, il chitarrista Jesse Carmichael, il bassista Mickey Madden e il batterista Ryan Dusick sono pronti a sostenere con forza tale ipotesi, ben vedendo come il loro primo tentativo di sfondare nel mondo della musica sia stato sì accolto e commentato con favore dalla critica, ma nulla oltre a questo. Successivamente, il loro secondo tentativo, sotto forma di una creatura neo-soul rock di nome Maroon 5, grazie anche ad una canzone come “Harder To Breathe” ha trasformato la storia di questi quattro ragazzi di Los Angeles in qualcosa che ricorda la favola di Cenerentola… Noti come Kara’s Flower, Levinee soci erano considerati le stelline del loro liceo a Los Angeles (Dusick, amico di Levine da quando avevano rispettivamente nove e sette anni, si era diplomato da un paio d’anni). Eccoli lì: a 17 anni già pronti a incidere un cd prodotto dal leggendario Rob Cavallo, già produttore di artisti del calibro di Green Day, Goo Goo Dolls e Michelle Branch. Cosa poteva desiderare di più dalla vita un gruppo di semi adolescenti? Ebbene: purtroppo le buone notizie finiscono qui per loro. Dopo un esito commerciale deludente del primo album, “The Fourth World”, l’etichetta decide di scaricarli. Il Piano A andava in fumo, lasciando i quattro ad interrogarsi sul loro futuro. Ecco come in un’intervista rilasciata qualche anno fa al canale musicale VH1, il frontman Adam Levine racconta la nascita dei Maroon5: “Eravamo in una fase tipo ‘Beh, e ora che si fa?’, e così abbiamo deciso di andarcene all’università mentre ci pensavamo su”. Lasciando Dusick e Madden a Los Angeles ad iscriversi alla UCLA, Levine e Carmichael decidono di buttarsi negli studentati della State University Of New York, un buon posto dove rimuginare su un Piano B. “I corridoi risuonavano di musica gospel, e nelle camere la gente ascoltava cose che non avevo mai preso in considerazione, come Missy Elliott, Notorious B.I.G. e Jay-Z. Il disco di Aaliyah era uscito proprio in quel periodo e, accidenti, mi aveva proprio messo sottosopra. Quando penso al songwriting mi vengono in mente i Beatles, Bob Dylan, Simon & Garfunkel – questa è la mia educazione musicale – ma dopo l’arrivo a New York e l’incontro con la musica black continuavo a dirmi ‘Ehi, io voglio fare questo’. Stevie Wonder è entrato nella mia vita, e per giunta la cosa mi pareva del tutto naturale. Ho cominciato a cantare in modo differente e Jesse ha preso a suonare le tastiere: è da qui che inizia il cambiamento”. Quando i due tornano a vedersi con Madden e Dusick giù ad Los Angeles, le loro prove assumono colorazioni musicali del tutto nuovo, con una bella iniezione di inediti elementi r&b pieni di groove nel loro esplosivo canovaccio rock’n’roll. Con questa nuova identità musicale arriva anche un nuovo nome, Maroon 5, oltre ad un nuovo chitarrista, James Valentine. “James è arrivato proprio quando stavamo decidendo quale nuovo nome darci” continua Levine, “Chiaramente non potevamo più essere i Kara’s Flowers, dato che ci ritrovavamo con un chitarrista in più e un approccio musicale completamente diverso. Che poi, quando decidi un nome per la tua band a 15 anni, è molto probabile che quando di anni ne hai 23 questo nome non ti piaccia più così tanto…”. Resi più forti da questo nuovo approccio, con un nuovo suono e un nuovo nome, i Maroon 5 attirano velocemente le attenzioni di un bel po’ di etichette. La Octone Records, etichetta di New York che è anche un’affiliata della J Records, mette il gruppo sotto contratto, e nel 2001 i Maroon 5 entrano in studio sotto la guida del produttore Matt Wallace. “Io ero intenzionato a fare un disco al 100% funk e r&b” ricorda Levine. “Ma devo dare merito alla gente della Octone di averci spinto a fare un disco che fosse anche rock’n’roll. Matt Wallace era convinto che avevamo una chimica così forte come rock’n’roll band che era davvero un peccato sprecare questa qualità. Così siamo in parte tornati sui nostri passi, registrando batterie suonate live sui loop campionati e trasformando il nostro lavoro di nuovo in qualcosa di più vicino al rock, facendoci trovare quella che penso sia la nostra giusta dimensione”. Il risultato finale è “Songs About Jane”, uscito nel 2002. Ritmi funk e melodie tipicamente soul convivono con chitarre ruggenti e un piglio in tutto e per tutto rock. In cima a tutto questo, la voce di Levine disegna, canzone dopo canzone, la figura dell’ex-fidanzata. “Harder To Breathe”, il primo singolo estratto dall’album, un imponente pezzo costruito sulle parti di chitarra; ironicamente non è un pezzo su Jane. “C’erano un sacco di pressioni su di me per farmi scrivere altro materiale” ammette Levine. “Io sono uno che crea musica solo quando si sente di farlo, e mi dà fastidio non poco essere obbligato a scrivere quando penso che non sia ncessario. Ma stavolta ho ben poco da lamentarmi: le insistenze degli altri mi hanno seccato così tanto che ho finito per scrivere “This Love” e “Harder To Breathe”, nonostante pensassi appunto che di materiale ce ne fosse già abbastanza. E invece queste due canzoni hanno finito coll’aprire l’album”. L’album arriverà anche in Europa solo un paio di anni dopo, riscuotendo anche qui nel vecchio continente un po’ ovunque un enorme successo. E adesso, a oltre quattro anni di distanza, il quintetto di Los Angeles ci riprova con un album che spinge un po’ meno verso il rock e un po’ più verso la dance e l’elettronica. "It won't be soon before long" è stato presentato in anteprima ai fan nel corso di un concerto tenutosi lo scorso 27 aprile al Rolling Stone di Milano, ed è stata anche l’occasione per parlare un po’ con la stampa di questa loro ultima fatica: "Negli ultimi anni non abbiamo fatto nulla, siamo stati davanti alla tv ad ingrassare", scherza Levine. "No, in realtà non sono ingrassato. Dopo un lungo tour negli ultimi due anni avevamo una gran voglia di fare cose nuove, scrivere e tornare in studio a registrare. Ci siamo dedicati interamente a questo disco passando momenti belli e brutti. Questi ultimi legati in particolare al dover confrontarci continuamente: avevamo tutti idee diverse sulla direzione da prendere. Quando usci 'Songs about Jane' non avevamo molte aspettative, mentre ora ci siamo ritrovati ad affrontare molta pressione". Per questa nuova esperienza la band losangelina si è affidata a quattro produttori diversi: Mike Elizondo, Mark "Spike" Stent, Mark Endert e Matt Flynn. "Dopo la prima session di registrazione ci siamo resi conto di avere tra le mani il disco e ci siamo presi tutto il tempo necessario per perfezionarlo nelle parti che ci convincevano di meno. Per questo abbiamo deciso di chiamare in studio diversi produttori a seconda delle nostre esigenze", ci ha raccontato il tastierista Jesse Carmichael. "Inoltre avevamo veramente bisogno di un confronto oggettivo sul materiale che avevamo realizzato". Il primo singolo del disco è "Makes me wonder": "E' una canzone che ci ha messo un sacco di tempo per uscire. Il primo demo risale a cinque anni fa, ma è stato solo durante un viaggio a Las Vegas che ci siamo resi conto che poteva essere il primo estratto. Ci è voluto un sacco di tempo per render buona quella canzone. Io personalmente non ci credevo. Poi l'abbiamo ripresa, riarrangiata, aggiunto i cori, e ci è sembrato che così potesse andare. Quanto alla scelta di farne il singolo, non è stata nostra, Police Synchronicity anche se noi siamo stati d'accordo. Noi abbiamo solo fatto in modo che tutte le canzoni fossero all'altezza". Spiega ancora Levine: "Penso che questa canzone sia divertente e ironica, ma sopratutto faccia ricordare a chi la ascolta chi siamo e che musica facciamo, anche se poi nel disco scoprirà quanto siamo cambiati ascoltando canzoni come il prossimo singolo 'Wake up call'; Sarà un disco molto sexy; unisce i nostri sentimenti alla musica. Quando parlo di sexi naturalmente mi riferisco al termine sexy non nel senso sessuale ma nel senso più naturale del termine. Un giusto connubio tra il modo di essere, il proprio 'feeling' e le note musicali. Credo che ci siamo riusciti alla perfezione. L'amore è ancora una delle ispirazioni e dei temi di questo album, ma il discorso, in questo caso, è più generale, non si fa riferimento a nessuna storia in particolare...”. E poi aggiunge, sempre sull’album: ”Questo è un disco era in ballo già da due anni, ma ne abbiamo impiegato uno per realizzarlo. Alcuni tempi era buoni altri meno per incidere, così ci siamo imposti di non aver fretta. Una canzone prendeva anche quattro direzioni diverse, per questo dovevamo lavorarci su un po' di più". E a chi chiede una previsione su come reagiranno i fans alle nuove sonorità espresse nel disco Levine risponde: "Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e quale sarà la reazione dei fan, di sicuro siamo molto maturati e pensiamo di aver fatto del nostro meglio". L’album, come già accennato, sarà composto da 11 tracce inedite più "Nothing lasts forever" che si rifà alla canzone di Kanye West "Heard 'Em Say", con cui Levine ha duettato nel 2005. "Kanye è un grande artista e spero di ritornare presto a collaborare con lui". I piani futuri della band: tanta promozione, probabilmente un tour un po’ più capillare rispetto a quest’ultimo tour promozionale e l’onore di aprire il concerto dei Police nella tappa del 10 luglio a Miami. "Speravamo fosse per tutto il tour, ma purtroppo è solo una data", ha commentato ridendo Levine. "Un solo show, ma un bellissimo show. Per noi è un emozione incredibile, un sogno che si avvera". Anno 1983 Nr. Pezzi 11 Edizioni A&M Records Synchronicity Walking In Your Footsteps O My God Mother Miss Gradenko Synchronicity II Every Breath You Take King Of Pain Wrapped Around Your Finger Tea In The Sahara Murder By Numbers L’album di cui abbiamo il piacere di parlare questo mese è “Synchronicity”, del 1983, il quinto e ultimo album inciso dai Police prima del loro scioglimento annunciato inaspettatamente l’anno dopo l’uscita del disco, alla conclusione del concerto tenuto a Melbourne il 3 gennaio 1984 a causa delle sempre crescenti tensioni interne, e ritenuto da molti il capolavoro della band. Tra i classici di quest'album spiccano "Wrapped Around Your Finger" ed "Every Breath You Take", in assoluto la canzone più famosa dei Police. L’album però risente già delle divergenze che sono presenti all’interno della formazione, in particolar modo si sente in maniera evidente l’antagonismo tra Sting, colto e geniale, che provoca con il suo carisma l'insofferenza di Copeland, batterista ricco di talento con le percussioni ma tendenzialmente troppo disordinato e indisciplinato. L'album apre con “Synchronicity I”, dove Sting deve rincorrere con la sua voce l'energia delle percussioni: la sua voce è smorzata, concisa, sfumata prima del termine di ogni terzina (la formula che meglio permette a Copeland di scatenarsi). Con la seconda traccia, “Walking In Your Footsteps”, compare l'altra faccia di Copeland: l'energia qui resta composta, equilibrata, delicata; Sting si adatta ad un ruolo di secondo piano e si limita a rifinire il tutto. In “O My God” finalmente riconosciamo il mite Summers; qui i due separati in casa qui gli concedono addirittura un piccolo assolo. Da “Synchronicity II” in poi è un altro disco, di cui Sting ne è il protagonista, mentre nella prima metà era Copeland il sovrano indiscusso. Questo è un album nervoso, scontroso, asciutto, sconnesso. Eppure è assolutamente indispensabile averlo. Qui dentro, alla rinfusa, spinti dalla voglia di emergere ogni componente del gruppo dà il meglio di sè. E si sente. Seconda Puntata Intervista a cura di: Chef Mene, Bugs e Valeriano BRUGHERIO (Mi), 13 Maggio 07 - E’ una bella giornata oggi a Milano, il sole va e viene, il cielo è leggermente velato, ma la temperatura è piuttosto calda. Arriviamo abbastanza presto al parco Increa, dove oggi si terrà un’esibizione del protagonista della seconda puntata della nostra rubrica “Anderview”, circa un paio d’ore prima dello show, e intorno a noi una moltitudine di persone si gode la meritata giornata di riposo settimanale in totale relax insieme alla famiglia o agli amici, placidamente distesi sul prato o impegnati in una partitella a pallone. Iniziamo a studiare il territorio e cerchiamo la postazione ideale da cui goderci lo spettacolo. I musicisti della band sono già sul posto impegnati a montare la strumentazione. Fortunatamente si libera un tavolo proprio accanto al palco, così decidiamo di sistemarci lì per aspettare il nostro ospite, che dopo pochi minuti, chitarra e amplificatore in mano, arriva sul luogo del concerto. Ci vede, ci saluta, e ci dà appuntamento a dopo il sound check per l’intervista. Non appena il gruppo inizia a provare un brano, una gran quantità di gente, attirata e incuriosita dal suono della sua musica, abbandona l’ozio domenicale e si raduna intorno al palco. Ma l’anteprima dura poco. L’artista saluta il pubblico e dà appuntamento a tutti a tra un’ora. Appoggiata la chitarra all’amplificatore si dirige verso il nostro tavolo, e dopo un momento di relax, quattro chiacchere e una birra, si accende una sigaretta e cominciamo con l’intervista vera e propria. L’atmosfera è molto rilassata, le risposte molto interessanti e puntuali, del resto di cose ce ne ha da raccontare uno che la musica la pratica a questi livelli da quasi trent’anni. Il nostro ospite di questo mese infatti è Joe Valeriano, universalmente considerato uno dei migliori chitarristi e performer di blues in Italia. Cresciuto a Molfetta, vicino a Bari, con la passione per il rock nel sangue, si trasferisce giovane a Milano in cerca di lavoro, e perché no, di farsi una certa reputazione come musicista. Nel capoluogo lombardo ha la fortuna di incontrare un noto musicista dell’epoca, Kim Brown, che era stato frontman di gruppi conosciuti in gran parte d’Europa, come i Renegades prima e i Kim & the Cadillacs poi. La leggenda racconta che, stanchi di vedersi sbattere le porte in faccia, Ian Mallet, Kim Brown, Denis Gibson e Graham Johnson abbandonarono la loro madre patria, la Gran Bretagna, per stabilirsi in Finlandia, dove cominciarono a farsi crescere i capelli giurando di non tagliarli più sino alla fine dell'esilio volontario. E, come se non bastasse, scelsero un nome adeguato alla situazione: Renegades (rinnegati). In Finlandia erano popolarissimi e le loro esibizioni al Beat Club di Helsinky provocarono scene di isterismo paragonabili a quelle scatenate dai Beatles. Dopo lo scioglimento del gruppo, Kim conosce Trutz Viking, e dà inizio ad una formazione (Kim & The Cadillacs) che lo porterà ai primi posti di tutte le classifiche discografiche del mondo con successi che sono passati alla storia. E’ con questa formazione che Brown riceve la definitiva consacrazione anche nel nostro paese partecipando per ben tre volte al festival di Sanremo. Finito il periodo dei revival, il gruppo si scioglie e Kim torna a proporre la sua musica nei club, mantenendo il livello professionistico che lo ha sempre contraddistinto e gli ha permesso di godere di un'ottima reputazione nell'ambiente musicale mondiale. E in questo momento che Joe si unisce a lui, e per quasi dieci anni girano l’Italia suonando in importanti locali. Quando Kim infine decide di tornare in Finlandia, nel frattempo Joe era riuscito a crearsi una certa fama nell’ambiente, e può decidere di cominciare una nuova carriera da solista, specializzandosi in particolar modo nei tributi a Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan, fino a diventare uno dei chitarristi blues più importanti del nostro paese, tanto che Vince Payne (Curatore americano del Sito SRV online) lo segnala come migliore interprete italiano del grande chitarrista texano. Come solista ha prodotto cinque album: "Elida", "Furious", "Live", "Parmarown" e il più recente “Live al Teatro Odeon”. Numerosissimi sono gli artisti con cui ha collaborato nel corso degli anni: Grey Johnson, Willy Murphy, James Mason, Jaime Dolce, Lach, Kevin Montgomery & Pettibone, Dan Boccuzzi, Joe Colombo, Bugo, Rino Corrieri & Giovanni Astorino (base ritmica di Caparezza). Attualmente si divide tra le sue serate e l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole superiori. Finita l’intervista comincia lo spettacolo; Joe e la sua band ci danno dentro con pezzi del loro repertorio: Hendrix, Clapton e Vaughan, ma anche classici della storia del Rock come “Satisfaction” dei Rolling Stones. L’atmosfera è estremamente rilassante: la legge- do la chitarra; dopo le prime lezioni, che in realtà non si possono definire nemmeno lezioni, mi accorsi che ero già perfettamente in grado di suonare. Ma non solo io; ripeto è stata tutta una generazione che ha preso in mano le chitarre e senza studiare, ha iniziato a fare musica. Io faccio sempre l’esempio dei ragazzi d’oggi che giocano al computer o alla playstation e sono bravissimi, se dovessimo noi provare a metterci a giocare… mentre quella è stata una generazione con una profonda passione per la musica e che è cresciuta con la musica. Possiamo dire che con Kim Brown e coi Kim & the Cadillacs hai raggiunto l’apice della tua popolarità. Cosa facevi all’epoca, come l’hai conosciuto e com’è oggi il vostro rapporto? Siete ancora in contatto? ra brezza della sera accarezza i volti dei numerosi spettatori e curiosi che si sono assiepati intorno al palco per ascoltare un po’ di buona musica; la luce soffusa del crepuscolo e la splendida cornice ambientale hanno contribuito a rendere la serata davvero perfetta. Diciamo prima di tutto che io non ho suonato con i Kim & The Cadillacs nel momento del loro maggior successo, io ho conosciuto Kim una ventina di anni fa quando la sua band si era già sciolta, e poi siamo diventati molto amici finchè un giorno abbiamo deciso di suonare insieme. Giravamo per i locali per fare sia delle serate acustiche che delle serate elettriche; e poi ogni tanto si univa a noi anche l’altro componente dei Kim & The Cadillacs, che si chiama Trutz Viking Groth e ci divertivamo a suonare insieme. Siamo ancora amici; attualmente lui però si è trasferito in Finlandia dove vive suonando. Non che l’Italia non gli piacesse, è solo che qui non aveva più lo stesso seguito che aveva in altri paesi, come in Finlandia per l’appunto, dove era conosciuto anche grazie ai Renegades, gruppo di cui faceva parte prima dei Kim & the Cadillacs. Era famosissimo da quelle parti. Qualche domanda da parte di alcune fan di vecchia data. Prima di tutto cos’è cambiato per il gruppo dopo la partecipazione al Festival di Sanremo? Diciamo che io non suonavo ancora con Kim all’epoca della partecipazione al Festival di Sanremo. Il gruppo invece partecipò tre volte, e l’ultima sarà stata una ventina di anni fa con un pezzo che cantavano insieme all’Equipe 84, ma io non ho partecipato a quell’edizione. Sappiamo che all’epoca Kim Brown aveva un grosso ascendente sul pubblico femminile. Come gestiva il rapporto con le fan? E per gli altri componenti del gruppo era la stessa cosa? Ciao Joe, grazie per averci concesso qualche minuto del tuo tempo prima di questa tua esibizione dal vivo. Cominciamo. Quando è nata la tua passione per la musica e a che età hai capito cho poteva diventare qualcosa di serio? E’ nata nei primi anni settanta, io avevo 16 anni. Il primo contatto con la musica, specialmente in lingua inglese, è stato coi Beatles e i Rolling Stones, come per tutti i ragazzi di quella generazione del resto. Devo dire che abbiamo avuto una buona scuola! E appunto avendo come modello di riferimento Beatles e Rolling Stones, si iniziava a prendere in mano le chitarre e si cercava di imitarli, anche nella pettinatura e nel modo di vestirsi: è stata una vera e propria rivoluzione, specialmente al sud dove io vivevo all’epoca. Quando è iniziato a diventare qualcosa di serio...? In realtà fin da subito è stata una cosa seria; appena ho iniziato a suonare e vedevo che tutti mi facevano i complimenti, ho capito che era una passione che potevo far crescere seriamente, e che forse sarei potuto diventare qualcuno suonan- Bè, Kim era, ed è tutt’ora un uomo molto bello, biondo e soprattutto era una rockstar e, specialmente in Italia, questo faceva molto presa sul pubblico femminile. Era ben inserito in un certo giro, suonava spesso al Piper, fin da quando faceva parte dei Renegades, e questo gli procurava un certo successo con le ragazze. Per quanto riguarda gli altri componenti della band, non so dirti con precisione, anche perché all’epoca li conoscevo solo attraverso la televisione e i giornali, però penso che avessero un certo successo anche loro, non quanto Kim, che era il frontman del gruppo, ma comunque, penso che non se la passassero male. A chiunque sia curioso comunque consiglio di inserire su YouTube la parola Renegades, dove si trovano alcuni video dell’epoca che sono molto interessanti. C’è un aneddoto divertente riguardante quel periodo della tua vita o qualcosa che ricordi con particolare piacere? Ricordo con molto piacere che nella mia città di provincia, Molfetta, vicino a Bari, grazie all’amministrazione di allora, arrivavano molti musicisti importanti per esibirsi, in particolar modo molti jazzisti di livello internazionale, e in quelle occasioni ho potuto conoscere di persona e scambiare due parole con artisti di enorme talento, come Dizzy Gillespie, Archie Shepp. Se ti devo raccontare un’aneddoto in particolare, ti posso parlare di quando siamo capitati dopo un concerto, nella stessa trattoria in cui si trovava il grande batterista Danny Richmond, che suonava con Charles Picus; io ero un ragazzino, e ricordo che lui mi fece una dedica “All The Best, Danny Richmond”, che allora non sapevo nemmeno cosa significasse, però mi fece tantissimo piacere ed è una cosa che ricordo molto volentieri. Devi sapere che all’epoca, per quanto noi seguissimo il rock, quando abbiamo avuto l’opportunità di vedere all’opera musicisti di quel livello, ne siamo rimasti veramente impressionati. Cme periodo ci trovavamo intorno alla fine degli anni ’70, 1977 1978 più o meno. E’ stato difficile dall’essere un semplice chitarrista, riuscire a crearsi una carriera e raggiungere una certa popolarità come solista e frontman di un gruppo che porta il tuo nome? Giù, al mio paese, ero piuttosto popolare, ma non abbastanza da permettermi di mantenermi grazie alla musica, e non c’era nemmeno la possibilità di lavorare. Così una ventina di anni fa ho deciso di trasferirmi a Milano in cerca di prospettive migliori; qui per fortuna ho conosciuto Kim Brown e grazie a lui ho avuto la possibilità di iniziare questa carriera. Dieci anni intensi insieme a lui mi hanno permesso di farmi conoscere in tutta Italia come chitarrista blues e di rock n’roll. Poi le difficoltà in Italia per chi suona questa musica di sicuro non mancano, ma noi abbiamo la fortuna di eseguire un repertorio che grazie a Dio piace sempre. Io mi sono dedicato maggiormente a Stevie Ray Vaughan, a Jimi Hendrix e a Clapton, che sono i chitarristi seguiti con maggir attenzione dal pubblico e questo mi ha favorito un po’. Poi ci sono molti bassisti e molti strumentisti milanesi che sono bravi, così tutto diventa molto più facile. Ci sono anche molti locali, anzi c’erano, perché adesso viviamo in un periodo di crisi del live nei club. Insomma, è stato un insieme di fattori positivi. Sei considerato sicuramente uno degli esponenti del blues più importanti in Italia. Come ma hai deciso di autoprodurre i tuoi lavori? E’ una scelta di libertà artistica o una necessità dovuta al fatto che le major non intendono investire in questo genere di musica? Bè, sicuramente è un fatto positivo perché lascia al musicista una totale libertà artistica, però indubbiamente è anche una necessità perché le case discografiche di sicuro non aiutano a produrre. Questo perché quando un dicografico decide di produrre un disco investe anche decine di migliaia di euro nel progetto, e quindi siccome un cd di musica blues non è sicuramente un prodotto che riesce a vendere decine di miglia di copie, dal loro punto di vista è un atteggiamento anche abbastanza comprensibile. E così, la maggior parte dei musicisti blues sono costretti ad autoprodursi, ma non è poi così male, anche perché noi è vero che investamo una certa somma per produrre, però poi vendendo i Molti pezzi di Parmatown e altri tuoi brani, vengono cd direttamente al pubblico riusciamo a riassorbire trasmessi da diversi circuiti radiofonici americani. Col’investimento. me mai in Italia le radio non hanno la stessa attenzioParliamo di Parmatown, il cd in cui per la seconda vol- ne per artisti del tuo calibro? ta ti avvali della collaborazione di Dante Boccuzzi. E’ In Italia le radio trasmettono principalmente musica più un disco che si discosta abbastanza dal tuo genere. commerciale. Sono poche quelle che trasmettono musica Come mai questo cambio di rotta? Come vi siete cono- blues, come per esempio Lifegate, che da quello che so ogni sciuti e quanto ha influito la presenza di Dante in tutto tanto trasmette qualche mio brano, oppure per esempio c’è un’altra radio, Città del Capo di Bologna che una volta ha ciò? addirittura trasmesso un mio concerto in diretta, però sono Ho conosciuto Dante in un club a Milano, io mi stavo esi- momenti che la radio dedica al blues, e sono episodi molto bendo, e c’erano dei suoi amici che mi chiedevano di fargli isolati. cantare una canzone. Io l’ho fatto cantare, non mi ricordo di preciso cosa, probabilmente qualche pezzo Il blues non è sicuramente tra i generi musicali più diffusi in Italia. Il fatto che sia un genere particolare e un po’ nascosto è un vantaggio o uno svantaggio per un bluesman? Possiamo trovare qualche aspetto positivo in questa situazione? Di positivo c’è che essendo specializzati a fare questo genere di musica, la gente ci chiama bluesmen, e quindi anche per le nuove generazioni rappresentiamo un punto di riferimento importante. Per quanto riguarda le serate, sicuramente siamo un po’ in difficoltà, perché l’undergraund in Italia è morto; per esempio, alle varie feste dell’Unità, a tutte le feste di piazza, non chiamano più i gruppi blues, che vengono chiamati solamente nei locali specializzati, oppure nei festival blues. Poi in Italia c’è un’altra difficoltà, data dal fatto che arrivano molti musicisti americani, per questo noi italiani siamo messi un po’ da parte nelle occasioni più importanti. Naturalmente con loro c’è un rapporto di amicizia e di scambio culturale, però si sa come funzionano le cose da noi, dove per certe espressioni musicali, si tende a preferire un musicista straniero ad un italiano, solo per il fatto che l’altro è straniero. di Clapton, e mi è piaciuta subito la sua voce. Siamo usciti a cena insieme e abbiamo deciso di vederci più spesso e di iniziare a provare qualche pezzo insieme. Per me era interessante avere una voce di madrelingua inglese. Io sono sempre stato molto vicino alla musica americana più moderna, al grunge, e lui era la persona adatta per potermi far esprimere certe scelte musicali di quel tipo, e poi il fatto di avere un cantante americano nel disco dà al lavoro sicuramente un valore aggiunto, per lo stesso discorso che facevo prima sulla competizione con gli artisti stranieri. Un italiano che canta in inglese, difficilmente riesce ad avere successo all’estero, è più facile sei sei un musicista. Molti amici miei ce l’hanno fatta, come Joe Colombo, però per i cantanti è più diffcile. Recentemente ho sentito cantare in inglese gli Afterhours, che sono molto bravi, e vendono bene anche in America, però sicuramnte non è un impresa facile. In questa pagina: a destra Joe insieme a dante Boccuzzi e sopra la copertina del loro secondo disco “Parmatown”. Nella pagina successiva Joe insieme a due esponenti molto promettenti del panorama musicale italiano: Bugo e Caparezza, oltre alla copertina del disco “La gioia di Melchiorre” di Bugo a cui Joe Valeriano ha collaborato. La Chitarra di Joe Une delle cose che attira la nostra curiosità fin dal primo momento, sono gli strani disegni presenti della chitarra di Joe, e gli chiediamo qualche spiegazione in merito all’origine di quei segni così particolari: “In molti mi hanno chiesto informazioni riguardanti la mia chitarra Squier che uso spesso durante i concerti: è una Squier dell’83 made in Japan, appartiene alle prime Fender assemblate in Giappone ma con materiale americano ed è ormai diventata molto famosa e ricercata per il suo suono vintage. Non è assolutamente da confondere con le altre Squier. Il primo a scoprire il suo grande suono è stato Jeff Healey, che le usava spesso negli anni 80. Inoltre la mia chitarra ha un valore artistico, in quanto disegnata dal grande pittore belga Guy de Jong, che ho avuto la fortuna di incontrare durante un mio concerto. Devo confessarvi che tra le tante chitarre in mio possesso, è quella che preferisco di più”. (da www.joevaleriano.splinder.com). Guy De Jong nasce a Bruxelles il 25 marzo del 1949. Sotto l`influenza del padre, anche lui artista, segue un corso alla Royal Accademy Of Fine Arts dove vince il primo premio per l`eccellente pittura e disegno. Nell`arco della sua carriera espone un po' in tutto il mondo e attualmente è riconosciuto da molti collezionisti importanti. E` interessato in ogni tipologia di arte espressiva, dal scultura al disegno, con cui riesce a rendere speciale qualsiasi oggetto che abbia una superficie decorabile. Una curiosità: cosa fai prima di un esibizione dal vivo? hobby, anche perché comunque noi siamo pagati per suonare; diciamo che è una passione che poi diventa un vero e Dunque, la fatica principale stà nel montare e preparare gli proprio mestiere. strumenti, fare il soundcheck per verificare che i suoni e il service siano buoni. Poi niente in particolare, se il posto è Hai consiglio da dare ai giovani artisti che intendono accogliente mi preparo allo show fecendo quello che stiamo intraprendere questo tipo di carriera? facendo adesso per intenderci, incontro gli amici, discutiaSì, per quanto riguarda i musicisti blues e tutti i giovani che mo un po’ di musica e non solo. Io sono uno che rimane si avvicinano a questo genere consiglio di ascoltare molto i molto tranquillo prima di una performance, molti altri sono vecchi padri del blues, che molte volte sono un po’ messi da nervosi, agitati, io no, sono molto rilassato, poi, una volta parte e ci si ricorda solo di Hendrix o di Vaughan, mentre salito palco allora si scatena l’adrenalina e viene fuori la per poter suonare il blues occorre veramente andare alle grinta e la carica necessaria per portare a termine una buona radici. Per quanta riguarda invece i giovani musicisti in geesibizione. nerale, bisogna essere in grado subito di riconoscere se oltre Nella tua vita ti sei guadagnato da vivere in molti mo- alla passione, che è fondamentale, ci sia anche del talento, di: per esempio sei stato animatore, e tutt’oggi insegni altrimenti, se uno non sa suonare è meglio che la musica la tedesco ai ragazzi delle scuole superiori; come vivi al- ascolti e basta. Però se un pizzico di talento c’è, e ripeto, si lora la musica? Come un lavoro o più come un hobby? ha una grande passione, allora occorre veramente sacrficarsi e dedicare parecchio tempo alla musica. Molte volte ci Bè, come ho già detto, per prima cosa la musica dev’essere sono alcuni ragazzi che iniziano a suonare senza un reale una passione, perché senza quella non si va da nessuna parinteresse, ma solo come passatempo o per potersi atteggiare te. Poi chiaramente è diventato un vero e proprio lavoro con gli amici: questo un’approccio che sicuramente non è perché ti devi organizzare, devi dedicargli parecchie ore al molto produttivo. giorno, devi scegliere i tuoi collaboratori e devi fare in modo che le cose siano non dico perfette, ma almeno adatte Grazie Joe per il tempo che ci hai dedicato, e buona per portare avanti nel migliore dei modi il concerto. Quindi esibizione! un hobby no, perché a questi livelli non può essere solo un Sappiamo che i tuoi punti di riferimento musicale sono sicuramente Hendrix e Vaughan, ai quali hai anche dedicato un disco. Però sfogliando l’elenco delle tue collaborazioni vediamo che hai suonato con artisti che praticano generi anche molto diversi dal tuo, come per esempio Bugo. Qual è il tuo rapporto con gli altri generi musicali? Cosa ti piace ascoltare oltre il blues? Bè, a me piace ascoltare tutta la musica. Sono sempre vicino in particolar modo a chi è giovane e fa della musica nuova. Bugo, per esempio, veniva da me per imparare a perfezionare un po’ il modo di suonare, però non avevo capito che questo ragazzo aveva anche delle grandi capacità creative; poi quando lui mi ha fatto sentire i suoi primi brani mi sono molto piaciuti. D li sono nate alcune collaborazioni, anche perché c’erano i presupposti per fare qualcosa di importante a livello nazionale, lui alle spalle ha anche una grossa casa discografica, la Universal. In particolar modo abbiamo lavorato insieme ad un progetto acustico, un cd intitolato “La Gioia di Melchiorre” in cui io suono e lui canta C’è anche una canzone dedicata a me, “Se avessi cinquant’anni”, che è molto bella. In generale comunque il cantautorato italiano mi piace molto. Ascolto De gregori, De Andrè, Tenco, Guccini… adesso non vorrei dimenticare qualcuno. Quasi tutti i cantautori italiani comunque sono bravi, in particolar modo apprezzo Tenco, anche perché lo ascoltavo fin da quando ero giovane, nonostante fossi già un convinto seguace del rock. Per saperne di più su Joe Valeriano: www.joevaleriano.com www.myspace.com/joevaleriano www.joevaleriano.splinder.com quello di Max Pezzali poi, è stato fin da subito un fenomeno sorprendente e che non ha subito cali o flessioni nel corso degli anni. Questo grande affetto da parte dei fan è dovuto essenzialmente al fatto che i loro testi sono scritti in un linguaggio semplice ma diretto ed efficace, e raccontano storie comuni ai giovani di allora, in cui i ragazzi di ieri come quelli di oggi riescono ad identificarsi e a ritrovarsi. Questo perché hanno sempre raccontato in maniera chiara e con lo stesso linguaggio usato per la strada le storie e i problemi che hanno vissuto in prima persona, storie semplici, di tutti i giorni, di semplici ragazzi cresciuti in provincia, con la preoccupazione di come far passare la serata, degli infiniti giri in macchina e di come riuscire a sopravvivere con in tasca solo dieci mila lire. Il ragazzo di allora ormai non c’è più, ma all’età di quasi quarant’anni Max Pezzali non ha cambiato il modo semplice e immediato di comunicare col suo pubblico ed è questo uno dei motivi che lo riconfermano come uno degli artisti italiani più apprezzati dai giovani in assoluto. Sul nuovo album ancora non si hanno informazioni precise, a parte che naturalmente tutte le canzoni sono scritte da Max Pezzali e prodotte da Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni. In ogni caso siamo sicuri che anche questa volta Max, come sempre, non deluderà i suoi numerosi ammiratori e continuerà a raccontare la vita con la semplicità e la spontaneità di sempre. Ci siamo! Per tutti i numerosi fan di Max Pezzali l’attesa è finita. Il 25 maggio infatti verrà pubblicato l’attesissimo nuovo album intitolato “Time Out”: un nuovo lavoro che arriva a circa due anni di distanza dalla pubblicazione del CD-DVD “Tutto Max”, una raccolta di brani indimenticabili che ripercorre la storia di Max Pezzali, dagli 883 alla carriera solista. Una carriera solista iniziata nel 2004 con “Il Mondo Insieme a Te”, album che ha segnato l’abbandono definitivo da parte di Max del marchio 883. In realtà però la sua carriera solista era già iniziata molto prima, circa dieci anni addietro, quando nel 1994 Mauro Repetto, l’altra faccia degli 883, l’alter ego di Max Pezzali all’interno della formazione, abbandonò il gruppo per cercare di inseguire il suo sogno e appagare le sue ambizioni cinematografiche. Da quel momento in poi verranno pubblicati diversi altri album e raccolte sotto il nome 883, ma ormai vero e proprio componente unico del gruppo, rimaneva solo Max Pezzali. Il successo degli 883 prima e I fan di Max avranno un’unica imperdibile occasione per ascoltare, per la prima volta dal vivo i brani del nuovo album, “TIME OUT”: un grande appuntamento live, il 29 maggio 2007 all’Alcatraz di Milano, in cui l’artista presenterà al suo affezionatissimo pubblico le canzoni del suo nuovo lavoro. Quella del 29 maggio all’Alcatraz sarà, per il momento, l’unica data live dell’artista italiano, e sarà l’anteprima del “MAX 2007” tour, che porterà Max nelle principali città della penisola a partire dal prossimo autunno. Quindi se non avete l’opportunità di assistere all’anteprima del 29 non disperate, quanto prima Max arriverà anche nella vostra città. Ormai tutto tace. A distanza di quasi tre mesi dalla chiusura della 57a edizione del Festival della Canzone Italiana, le polemiche, i clamori e le voci si sono completamente dileguate, e già si pensa a preparare la prossima edizione, a scommettere su chi sarà il prossimo conduttore, e anche il pubbli- co ha archiviato la pratica, e, così come le radio hanno smesso di trasmetterle, anche gli ascoltatori hanno ormai dimenticato le canzoni che ci hanno martellato le orecchie per diverse settimane. E se io ora vi chiedo come fa o chi cantava la canzone vincitrice, scommetto che quantomeno vi Simone Cristicchi Piero Mazzocchetti Al Bano Fabrizio Moro Daniele Silvestri Paolo Meneguzzi Zero Assoluto I Facchinetti Velvet Altro dovreste prendere una bella pausa di riflessione prima di dare una risposta. E a giochi ormai conclusi, ci sembrava il caso di fare il punto sulla situazione vendite, per verificare chi è il vincitore reale del Festival. Vi avevamo chiesto un parere a proposito, e molti di voi si sono trovati d’accordo nello scommettere sul campione effettivo del Festval, Simone Cristicchi, seguito da Al Bano e via via da tutti gli altri più o meno allo stesso livello. Nella realtà il disco di Cristicchi è andato abbastanza bene, ma c’è a chi andata meglio, come alla rivelazione Fabrizio Moro il cui singolo Pensa è stato diverse settimane primo in classifica. Bene anche La Paranza di Silvestri, Zero Assoluto e Meneguzzi. Per quanto riguarda gli album, quelli che hanno ottenuto maggior successo sono stati sicuramente gli Zero Assoluto, forti di un disco pieno zeppo di successi che sono stati la colonna sonora degli scorsi mesi. Bene Meneguzzi e Cristicchi. Benino anche Silvestri. Praticamente non pervenuti tutti gli altri. Ci risentiamo in occasione della prossima edizione del Festival! THE BEST DAMN THING - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG CALL ME IRRESPONSIBLE - Michael Bublé - (Reprise) W.M.I. VICKY LOVE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal NESSUNO è SOLO - Tiziano Ferro - (Capitol) EMI SOUNDTRACK 96-06 - Elisa - (Sugar) W.M.I. COMO AMA UNA MUJER - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG TWELVE - Patti Smith - (Columbia) Sony BMG Appena uscito il nuovo album di Avril Lavigne si piazza in vetta alla classifica dei dischi più venduti in Italia e staremo a vedere se i Linkin Park, il cui cd è uscito la scorsa settimana, riusciranno a sottrarle il tanto sudato primato. Bene anche il suo primo estratto, “Girlfriend”, che a distanza di parecchie settimane dall’uscita si mantiene nei piani alti della single chart, aggiudicandosi un ottimo quinto posto. Missione compiuta dunque per Avril Lavigne. SAY IT RIGHT - Nelly Furtado - (Geffen) Universal BEAUTIFUL LIAR - Beyoncé & Shakira - (Columbia) Sony BMG GRACE KELLY - Mika - (Island/Time) Universal/Self EVERYTHING - Michael Bublé - (Reprise) W.M.I. GIRLFRIEND - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG QUE HICISTE - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG PENSA - Fabrizio Moro - (La Ciliegia) W.M.I. LOOSE - Nelly Furtado - (Geffen) Universal TI SCATTERO’ UNA FOTO - Tiziano Ferro - (EMI/Capitol) HANDFUL OF SOUL - Mario Biondi - (Schema) Family Affair PASSIONE - Neffa - (Ariola) Sony BMG FAVOURITE WORST NIGHTMARE - Arctic Monkeys - (Domino) Self LA PARANZA - Daniele Silvestri - (Epic) Sony BMG IO CANTO - Laura Pausini - (Atlantic) W.M.I. MUSICA - Paolo Meneguzzi - (Around The Music) Sony BMG HITMANIA CHAMPIONS 2007 - Vari - (Universo/Hitmania) Sony BMG TI REGALERO’ UNA ROSA - Simone Cristicchi - (Ariola) Sony BMG LENTO VIOLENTO - Gigi D'Agostino - (Media Records/Noisemaker) Edel JOY - Giovanni Allevi - (Ricordi) Sony BMG APPENA PRIMA DI PARTIRE - Zero Assoluto - (Universo) Sony BMG PIA COME LA CANTO IO - Gianna Nannini - (Polydor) Universal L'ALBA DI DOMANI - Tiromancino - (Deriva Production) EMI Nella classifica singoli ottimo exploit per Nelly Furtado, presente con ben due singoli: è al primo posto col suo ultimo estratto “Say it Right”, ma è anche presente al 15 posto con “Give it to me”, brano in cui si avvale della partecipazione di Timberland e Justin Timberlake. ALICE - Studio 3 - (New Music) Edel WITH LOVE - Hilary Duff - (Virgin) EMI GIVE IT TO ME - Timbaland/Furtado/Timberlake - (Interscope) Universal SHE'S MADONNA - Robbie Williams - (Capitol) EMI SHINE - Take That - (Polydor) Universal B'DAY (DELUXE EDITION) - Beyoncé - (Columbia) Sony BMG ALL AROUND THE WORLD - Lionel Richie - (Island) Universal HOT PARTY SPRING 2007 - Vari - (Universal) FONDANELA - Momo - (Juxtap Entertainment) Sony BMG MADE IN JAPAN 25TH ANNIVERSARY - Deep Purple - (EMI) LASCIA STARE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal Linkin Park Minutes to Midnight dire: tutti felici e contenti, capitolo chiuso. W a rner b ro s Anzi, probabilmente i fan di vecchia data che immagino essere dei cultori del numetal di cui i LP sicuramente erano gli esponenti più importanti, di sicuro saranno rimasti un po’ spiazzati all’ascolto di ‘Minutes to Midnight’. Non che i LP siano diventati una boy band sforna motivetti da classifica, anzi tutt’altro, il loro rock è di classe, piacevole e con arrangiamenti ben curati, ma Lo avevano ampiamente prean- innegabilmente è molto più morbinunciato questo cambio di rotta, do e melodico che n passato. Pered effettivamente questo puntuale sonalmente questa nuova veste dei si è verificato; Ciò però non vuol Linkin Park , più impegnata e in12 trospettiva e dai suoni un po’ meno chiassosi, a me non dispiace affatto. Se avete letto l’articolo avrete notato come i componenti del gruppo abbiano scansato la classificazione del loro disco sotto il genere Emo, però, in alcuni pezzi una certa affinità con gruppi come Something Corporate o My Chemical Romance è innegabile. A questi pezzi si alternano ballate rock molto toccanti come “Shadow of the Day” o “Valentine’s Day”. In altri pezzi come “No More Sorrow” tenta di riemergere qualche rimasuglio di nu metal, ma rimangono episodi isolati. In “Hands Held High” l’anima hip hop del gruppo si fonde perfettamente a suoni rock molto melodici. Nonostante i puristi non ameranno la svolta del gruppo, il disco a me piace e contiene brani di ottimo rock, vari e ben curati. Promossi. Dolores O’Riordan Are you Listening? 12 Ede l Tutti abbiamo conosciuto e apprezzato le magnifiche capacità di questa straordinaria artista all’epoca dei Cranberries. Ora, a distanza di oltre quattro anni dallo scioglimento della band, Dolores O’Riordan tenta finalmente la carriera solista, e lo fa col suo nuovo album “Are You Listening?”, una raccolta di dodici inediti di genere piuttosto vario, in cui il filo conduttore del discorso rimane la sua bellissima e unica voce, pulita e cristallina. Per quanto rigurda le atmosfere che si respirano all’interno del disco, in realtà dall’epoca dei Cranberries non molto è cambiato; la formula vincente infatti è sempre la stessa: a ballate malinconiche, intense e dalle tinte un po’ grigie, si alternano canzoni dal suono più tipicamente folk e pezzi rock dalle chitarre piuttosto potenti. I testi invece sono molto più personali che in passato, e raccontano di cambiamenti ed episodi capitati nella vita privata dell’artista, come il matrimonio, la nascita di un figlio o la perdita di una persona cara. Ma nien- te di rivoluzionario o sconvolgente rispetto a quello che avevamo già sentito. Per questo motivo, se eravate dei fan dei Cranberries, molto probabilmente apprezzerete anche questo lavoro, che comunque rimane un buonissimo album. Joe Valeriano Live - Teatro Odeon 9 ( 12) Slide Ind. Music Questo album sicuramente non rispecchia lo stile di Joe Valeriano a cui di solito siamo abituati, acuto e graffiante, ma è indubbiamente un tributo live di enorme valore. Registrato al Teatro Odeon di Molfetta, città a cui Joe è molto legato, in quanto è il posto dove è nato e cresciuto e dove si è formato musicalmente, questo CD si avvale anche di grandi collaborazioni artistiche, come ad esempio quella di Giovanni Astorino (al basso) e Rino Corrieri (alla batteria), noti nell’ambiente per essere la base ritmica nel gruppo di una altro illustre concittadino di Joe Vale- riano, Caparezza. Vengono riproposti in chiave sapientemente riarrangiata brani famosi di Eric Clapton, Bob Dylan e ovviamente Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan a cui Joe si ispira da sempre. Particolare la traccia numero 5, dove senza interruzioni 3 canzoni e un assolo di chitarra vengono riproposti senza tagli, inframezzati dai racconti dall’artista Blues. Assolutamente da NON perdere il brano-cover “Have you ever seen the rain?”. Un cd particolarmente adatto agli amanti del genere e anche a chi si accosta per al prima volta al blues. Michael Bublè Call Me Irresponsible Michael Bublé ha fatto fortuna con un misto di tradizione e attualità, swing e pop, in chiave contemporaneamente retrò e ironica, che commercialmente parlando rende un sacco. E anche questo suo terzo album, come logico e immaginabile del resto, ripete la formula consolidata che abbiamo già iniziato a conoscere nei suoi precedenti lavori. Cioè una serie di brani della tradizione americana rivisitati con classe, ma (volutamente) senza troppa modernità; e poi qualche pezzo rock reinterpretato nel modo in cui lui sa fare, riconfermandosi uno dei crooner più capaci presenti sulla piazza al momento. E poi non possono mancare un paio di inediti, eleganti, orecchiabili e di buona fattura, come il piacevolissimo “Everithing”, sicuramente uno dei suoi brani più riusciti in assoluto. Per concludere, anche questa volta Bublè ha fatto il suo bravo compitino, e l’ha fatto molto bene; del resto ha trovato la formula vincente, la gallina dalle uova d’oro, e da lì non ci si schioda; però noi ancora ci aspettiamo che dimostri qualcosa di più, ci aspettiamo un disco tutto suo, ci aspettiamo di scoprire che quei begli inediti che inserisce nei suoi album non siano solo momenti isolati. Coraggio, stupiscici! 12 Warner Music Patti Smith Twelve Travis The Boy With No Name radiofonico sempre più stantio dominato da i Sony BMG classici pezzi da hit parade, era una sorta di avvertimento, ma questo "The Boy With No Name" spiazza in una maniera quasi indecente già dalle prime note della sontuosa "3 Times And You Lose", rimando alle cose migliori del best seller "The Invisibile Band" grazie alle sue atmosfere acustiche delicate e sognanti. Totale inversione di marcia, però, già con la successiva "Selfish Jean", sicuro marchio a fuoco sull'estate 2007, che sfo"Closer", diamante pop di assoluto dera una melodia pop ‘n roll di valore incastonato in un palinsesto sontuoso impatto; inizia richia11 mando vagamente l'Iggy Pop di 'Lust For Life', poi va da tutt'altra parte, recuperando una vitalità ed una positività che mancava ai Travis addirittura da "Good Feeling". "Colder" è l'ennesima, bellissima canzone, su una batteria come soffocata e lontana e un sorprendente intermezzo di armonica. "New Amsterdam" chiude alla grande ma in maniera sommessa, quasi impercettibile. Un grande lavoro questo per i Travis, una band spesso sottovalutata, da molti considerata finita; questa è la loro risposta: l'ennesima gemma di elegantissimo pop offerta da un gruppo che ci ha abituati benissimo e statene certi, continuerà a farlo per molto tempo. Probabilmente uno dei loro miglior album. Eccellente. Sul talento e sulla classe di un’icona Numero Pezzi come Patti Smith (alcuni dei suoi Edizioni pezzi io li amo alla follia) penso che nessuno abbia niente da obbiettare. Bugs Fatta questa doverosa premessa, devo anche aggiungere che questa moda di rileggere brani storici portati al successo da altri artisti, di solito mi lascia un po’ perplesso; come si può avere la presunzione di pensare di poter reinterpretare un brano altrui aggiungendo qualcosa in più rispetto a quello che ci ha messo l’artista che l’ha partorito. Sicuramente l’intento della Smith non era questo, ma quello di rendere omaggio ad artisti e canzoni per lei importanti per la sua crescita professionale e spirituale. Operazione che in alcuni casi può risultare suggestiva, in altri però un po’ azzardata, come quando si tenta di rivisitare un pezzo tra i più noti dei Nirvana o di Bob Dylan. Nel videoclip di Basta Poco il Blasco non compare: la storia è affidata a tre personaggi in 3D disegnati da Luca Rossi (figlio 15enne di Vasco): Piernitro, il suo socio Caleb e il fratellino Junior, che si muovono tra attori veri. Comparsi per la prima volta sulla noncopertina del brano (inizialmente uscito solo in versione digitale, hanno ispirato a Enrico Brizzi, noto autore e regista dei vari “Notte Prima degli Esami” la sceneggiatura del video, che presto diventerà anche un fumetto. E' la prima volta che Vasco Rossi non 2007 N.p. Inte rsc op e Ve lo ricordate Robin Thicke? Quattro anni fa diede alle stampe “A beautiful world”, il suo primo lavoro a nome Thicke che trainato dal singolo “When I get you alone”, riscosse successo in tutto il mondo. Certo, fisicamente era quasi irriconoscibile, capelli lunghi, barba incolta, vestiti trasandati, nel suo video si aggirava per le strade di New York facendo acrobazie e evoluzione al limite della legge. Per gli amanti del gossip e di questo genere di curiosità, Robin è figlio di Alan Thicke, produttore televisivo ed interprete del padre di famiglia Jason Seaver nella storica serie tv “Genitori in blue jeans”. In realtà Robin Thicke era un nome già noto nel mondo della musica statunitense avendo composto brani per artisti come Usher, Mary J. Blige, Michael Jackson e Christina Aguilera. Oggi l’artista torna con il suo nome completo per presentare il suo secondo lavoro intitolato “The evolution of Robin Thicke”. Prodotto e scritto dallo stesso cantante (con l’eccezione di “Wanna love U girl”, prodotta dai Neptunes), il disco si presenta come un efficacissimo e godibilissimo concentrato di R&B, soul e pop, adatto a qualsiasi situazione e a tutti gli stati d’animo. Veramente un bel lavo- Sony BMG Vasco Rossi Basta Poco Robin Thicke The Evolution of Robin Thicke 16 Patti Smith, la sacerdotessa del rock, torna in uno studio di incisione tre anni dopo il suo ultimo Betty album, il discusso “Trampin”. Riprendendo un progetto che aveva nel cassetto da quasi trent'anni e la bella abitudine di re-interpretare altri autori, stavolta Patti Smith sforna un disco integralmente costituito da cover. Dodici canzoni, "Twelve" appunto, filtrate attraverso la sua anima e che curiosamente spaziano tra gli estremi non solo temporali di Jimi Hendrix ("Are You Experienced?") e i Tears For Fears ("Everybody Wants To Rule The World"), scivolando su perle di eterna bellezza ora con delicatezza ("Helpless" di Neil Young), ora con emozione ("Pastime Paradise" di Stevie Wonder), senza dimenticare la grandezza di autori come Bob Dylan e Paul Simon. Incredibile! 12 compare in un suo video. La spy story che raccontano è paradossale ma non troppo: Piernitro, Caleb e Junior sono dei piccoli sabotatori innati dello status quo. Alla tv scorrono immagini di ordinaria e triste Italia catodica? Basta poco: due dita ficcate nella presa e il televisore si spegne. Da quì partono tutta un’altra sere di avvenimenti: da vedere. Just Jack Starz in their eyes 4 ro, completo, piacevole, elegante (e cosa da sottovalutare non le solite 10 stiracchiatissime tracce, ma ben 16 brani di autentica evasione), arricchito da alcune interessantissime collaborazioni illustri come quelle con Faith Evans, Lil’ Wayne e Pharrell Williams. Adatto a tutti, anche a coloro che non amano alla follia le atmosfere soul e R&B questo disco può rivelarsi una piacevole e inaspettata sorpresa. Jack Allsopp è un DJ, ex breakdancer, da sempre molto vicino al mondo dei party londinesi ed alla cultura dance. In realtà la musica che produce sotto le spoglie di Just Jack è un incontro fra questo tipo di cultura ed influenze provenienti dall’hip-hop, dal funk e dal pop. Just Jack è stato da molti paragonato Universal ad una versione dance del conterraneo Mike Skinner (The Streets). Un ottimo disco il suo nuovo lavoro “Overtones”, come si può evincere dal suo ultimo singolo “Starz in their eyes”, che è già un tormentone. LINKIN PARK IRENE GRANDI What I’ve Done Bruci la Città Linkin Park Minutes To Midnight Irene Grandi Sony Bmg Irenegrandi.hits In this farewell, There is no blood, There is no alibi, Cause I’ve drawn regret, From the truth, Of a thousands lies, So let mercy come and wash away… What I’ve Done, I’ll face myself, To cross out what I’ve become, Erase myself, And let go of what I’ve done… Put to rest, What you thought of me While, I clean this slate, With the hands, Of uncertainty, So let mercy come, And wash away… What I’ve Done, I’ll face myself, To cross out what I’ve become, Erase myself, And let go of what I’ve done… For what I’ve done, I start again, And whatever pain may come, Today this ends, I’m forgiving what I’ve done… I’ll face myself, To cross out what I’ve become, Erase myself, And let go of what I’ve done… (Na, Na, Na) What I’ve Done, What I’ve Done, Forgiving what I’ve done… In questo addio, Non c’è sangue, Non ci è alibi, Perchè io ho disegnato il rammarico, Dalla verità, Di un migliaio di bugie, Così lascia la misericordia venire e lavare via… Warner music Dopo anni di attesa finalmente per la gioia di tutti fan esce il nuovo disco dei Linkin Park intitolato “Minutes to Midnight”, che è anticipato dal singolo “What I’ve Done”, n radio già da qualche settimana. Cosa ho fatto, Mi affronterò, Per cancellare in cosa mi sono trasformato, Cancellarmi, E lasciare andare quello che ho fatto… E tutti quei ragazzi come te non hanno niente come te e io non posso che ammirare non posso non gridare che ti stringo sul mio cuore per proteggerti dal male che vorrei poter cullare il tuo dolore il tuo dolore Messo per restare, Che cosa avete pensato di me Intanto, pulisco questa lavagna, Con le mani, Di incertezza, Così lascia la misericordia venire, E lavar via… Muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo esplodano le stelle esploda tutto questo muoia quello che è altro da noi due almeno per un poco almeno per errore Cosa ho fatto, Mi affronterò, Per cancellare in cosa mi sono trasformato, Cancellarmi, E lasciare andare quello che ho fatto… Per quello che ho fatto, Comincio ancora, E qualsiasi dolore possa venire, Oggi questo si conclude, Sto dimenticando quello che ho fatto… Mi affronterò, Per cancellare in cosa mi sono trasformato, Cancellarmi, E lasciare andare quello che ho fatto… (Na, Na, Na) Cosa ho fatto, Cosa ho fatto, Dimenticando cosa ho fatto… Cosa ho Fatto Bruci la città e crolli il grattacielo rimani tu da solo nudo sul mio letto bruci la città o viva nel terrore nel giro di due ore svanisca tutto quanto svanisca tutto il resto Irene Grandi torna nei negozi di musica con un’imperdibile raccolta di successi intitolata “irenegrandi.hits”, un doppio cd che, tra i suoi tanti successi, contiene anche il piacevolissimo inedito “bruci la città”, accompagnato da un video molto particolare realizzato su second life. e tutti quei ragazzi come te non hanno niente come te e io vorrei darmi da fare forse essere migliore farti scudo col mio cuore da catastrofi e paure io non ho niente da fare questo è quello che so fare io non posso che adorare non posso che leccare questo tuo profondo amore questo tuo profondo... Io non posso che adorare questo tuo profondo. Justin Timberlake Futuresex/Loveshow World Tour Milano, DatchForum Dove Quando 1 giugno Biglietti Ticketone.it (da 41,40) Info D’Alessandro e Galli Arriva finalmente in Italia per unica imperdibile data nel nostro paese l’idolo delle più giovani, la star del pop Justin Timberlake. JT sarà accompagnato da una band di 14 elementi più alcuni ballerini e si esibirà su un palco 'in the round': il palco sarà posizionato al centro della struttura in modo tale da permette un’ottima visuale ad ogni posto grazie anche all’ultima soluzione visiva multimedia a 360°! Imperdibile! Chris Cornell White Stripes 24/05 Milano, Alcatraz 06/06 Roma, Tendastrisce 07/06 Milano, Idroscalo Elton John 05-06/06 Venezia, Piazza San Marco Max Pezzali 29/05 Milano, Alcatraz Vasco Rossi 13/05 Latina, Stadio Comunale 17/05 Venezia, HJF 21-22/05 Milano, Stadio Meazza 27-28/05 Roma, Stadio Olimpico 03/06 Torino, Stadio Delle Alpi 07/06 Messina, Stadio San Filippo 10/06 Bari, Satadio San Nicola 14/06 Ancona, Stadio Del Conero 30 Seconds to Mars Sunrise Avenue 21/05 Milano, Alcatraz Marilyn manson 28/05 Milano, PalaSharp 29/05 Firenze, Mandela Forum Laura Pausini 02/06 Milano, Stadio Meazza Muse 30/05 Firenze, Piazza Michelangelo Paolo Nutini 06/06 Milano, Rolling Stone 07/06 Pisa, Metarock 14/06 Milano, Alcatraz Queens of The Stone Age Chemical Brothers Tori Amos 15/06 Milano, Idropark 16/06 Roma, Palalottomatica 28/05 Roma, Teatro Sistina 30/05 Firenze, Teatro Verdi 31/05 Milano, Teatro Smeraldo Iron Maiden 18/06 Milano, Transilvania 14/06 Venezia, HJF 20/06 Roma, Palalottomatica The Who Mario Venuti Red Hot Chili Peppers 17/05 Roma, Blue Cheese 28/06 Udine, Stadio Friuli 11/06 Verona, Arena Al via il Festival di Cannes Hollywood al completo, Italiani grandi esclusi Spider-Man 3 2 € 2,204,490 L'uomo dell'anno 1 € 405,457 Notturno Bus € 256,800 Mio fratello è figlio unico 1 4 € 255,372 Epic Movie 3 € 250,864 Number 23 € 250,864 Le Colline hanno gli occhi 2 € 203,785 Le vite degli altri € 149,495 La vie en rose € 138,454 Svalvolati on the Road 3 1 6 2 4 € 105,373 Box Office del weekend di Pasqua, dal 11/05/2007 al 13/05/2007 Settimana e periodo in generale che continua a rimanere un po’ morto per i poveri gestori delle sale cinematografiche. Meno male che c’è Spiderman, che oltre a salvare il mondo anche questa settimana si è messo al servizio del box office per cercare di risollevare un po’ gli incassi deludenti di questi ultimi mesi. Bene spiderMan, che naturalmente per la seconda settimana si riconferma al primo posto coi suoi bei più di due milioni di incasso. Dopo di lui una voragine. Infatti il film secondo in classifica si ferma a poco più di quattrocentomila euro di incasso; si tratta di una novità: il divertente L’Uomo dell’Anno, con Robin Williams, storia di uno strampalato candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Risate, ma anche un fondo di riflessione politica. Al terzo posto un’altra new entry, Notturno Bus. Bene anche l’italiano “Mio fratello è figlio Unico”, quarto in classifica a quattro settimane dall’uscita nelle sale, Epic Movie e Number 23, il primo tipico film demenziale americano che sul modello Scarie Movie fa la parodia dei supereroi di cellulosa, il secondo un thriller tutto incentrato sulla storia del numero 23 e sulle superstizioni che girano intorno ad esso circa visioni apocalittiche. Cannes compie 60 anni e chiama a raccolta le star di Hollywood. "Ocean's 13" verrà presentato il 24 e in passerella sono attesi Matt Damon, Leo Di Caprio, Al Pacino e Clooney. Non mancheranno le donne: da Catherine Zeta-Jones a Natalie Portman. Apre la kermesse "Blueberry Nights" con Norah Jones e Jude Law. A sorpresa arriva in prima mondiale "Absurda", il corto di Lynch. Nessun italiano in concorso, ma Asia Argento è presente con tre film. L'attrice sarà sulla Croisette con "Une Vieille Maitresse", in gara, "Boarding Gate", nella sezione Mezzanotte insieme a "Go Go tales". Al Festival sarà presentato anche un assaggio de "La terza madre", di Dario Argento, con Asia nei panni della protagonista. La madrina annunciata del Festival è la tedesca Diane Kruger, l'Elena di "Troy" dell'omonimo kolossal e protagonista accanto ad Ed Harris di "Io e Beethoven" oltre che del film di chiusura "L'age des tenebres" di Denys Arcand. Saliranno la Montee des Marches i protagonisti del film di Wong Kar Wai, "My Blueberry Nights", Jude Law (senza l'ex storica fidanzata Sienna Miller, che però campeggia su un manifesto all'hotel Carlton tra le protagoniste di Stardust con Pfeiffer-De Niro), la cantante di talento alla prova d'attrice Norah Jones, David Strahairn e l'emergente Rachel Weisz, Oscar non protagonista per "The Constante Gardener", impegnata in almeno 6 progetti importanti e buona amica, secondo i gossip, dell'enigmatico Law. Troveranno posto al Grand Theatre Lumiere, tutti i giurati a cominciare dal presidente Stephen Frears, che con "The Queen" ha centrato tutti i premi internazionali possibili e proseguire con gli attori Toni Colette, Maggie Cheung, Maria de Medeiros, Sarah Polley, Michel Piccoli, i registi Marco Bellocchio e Abderrahmane Sissako e infine lo scrittore turco premio nobel Orhan Pamuk. Giungono pettegolezzi dal mondo dell'animazione digitale: pare che "Shrek 4" sia già ora una realtà, tanto da poter vantare il signor Mike Mitchell alla regia, il prezzemolino della commedia, capace di vantare in curriculum pellicole come "Gigolò Per Sbaglio" (1999), "Natale In Affitto" (2004) e "Sky High" (2005), ma anche la regia di un episodio di "SpongeBob". Aspettiamo future indiscrezioni. C'è stato un momento in cui l'Italia ha prodotto più western degli Stati Uniti: tutto questo sarà celebrato durante il Festival di Venezia 2007, complice Quentin Tarantino (grande estimatore degli spaghetti western) e grazie ai curatori Marco Giusti e Manlio Gomarasca. La Mostra del Cinema ha preparato una retrospettiva di 40 pellicole, scegliendo quelle che pur essendo particolarmente importanti hanno goduto di scarsa visibilità (soprattutto negli ultimi anni). Risultato, dal 29 agosto all'8 settembre 2007 si potranno vedere film come "Per Un Pugno Di Dollari", "Navajo Joe", "I Crudeli", "La Resa Dei Conti" e "I Quattro Dell'Apocalisse". Indiscrezioni bomba arrivano dall'Australia: la serie dei "Pirati Dei Caraibi" potrebbe continuare in modalità spin-off. Questo significa fare a meno di Jack Sparrow (Johnny Depp) per seguire un qualche personaggio 'minore'. Al momento è solo una vaga ipotesi e neppure troppo solida, ma Bruckheimer, artefice delle dichiarazioni non è certo l'ultimo venuto e dunque merita attenzione. SCHEDA DEL FILM SCHEDA DEL FILM nazione U.S.A. anno 2007 regia Sam Raimi genere Azione / Avventura durata 156 min. distribuzione Sony Pictures cast T. Maguire (Peter Parker / Spider-Man) • K. Dunst (Mary Jane Watson) • T. Haden Church (Lizard) • J. Franco (Harry Osborn) • T. Grace (Eddie Brock/Venom) • J. Simmons (J. Jonah Jameson) • B. Howard (Gwen Stacy) Alla fine succede quello che molti temevano: e cioè di uscire dalla sala delusi, di quella delusione che arriva proprio nel momento meno opportuno, quando si dovrebbe coronare una ottima architettura o perfezionare il lavoro ben avviato. La saga di Spider-man era stata quasi un crescendo, il secondo episodio all'altezza del primo, come capita raramente al cinema; Sam Raimi a muoversi con disinvoltura tra le avventure di Peter Parker, a dargli profondità di caratterizzazione, a mescolare felicemente l’azione e il melodramma sentimentale. Tutto il credito così guadagnato nei primi due terzi del tragitto viene praticamente buttato via nell’ultimo capitolo, di cui colpisce per contrasto proprio la frammentarietà della narrazione, l’incapacità a dare unità drammatica al racconto. Non a caso nel giudicare il film si deve procedere di necessità per parti, scegliendo letteralmente le sequenze da salvare in mezzo alle tante da perdonare; che possono proprio contarsi sulle mani (Peter Parker-Tobey Maguire versione bel tenebroso, la lotta con Harry, il climax nel campanile della chiesa). Esse peraltro non bastano a rendere accettabile un film non bello, che ha i suoi nei in quelli che dovrebbero essere punti di forza: le scene d’azione, confuse, inutilmente veloci e non emozionanti; gli effetti speciali (nonostante i soliti budgets miliardari) deludenti, eccezion fatta per la sequenza in cui l’uomo-sabbia prende vita, forse l’unica in qualche modo poetica, con la musica a accompagnare armoniosamente le immagini; la parallela storia personale di Parker, macchinosa e senza l’ironia che era la forza dei due episodi preced e n t i . I protagonisti si dividono tra le star, che gigioneggiano inutilmente (James Franco, oltre che Tobey Maguire), e i comprimari cui vengono lasciate le briciole (J.K. Simmons, esilarante direttore di giornale coprotagonista dei vecchi episodi, fa a malapena presenza); e Raimi ha evidentemente smarrito il senso della tensione, se è vero che intervalla lo scontro finale tra Spider man e i suoi due avversari con i commenti dei giornalisti, quasi dovesse fare una cronaca degli eventi per aiutare il pubblico a seguire l’azione. Meglio non commentare poi l’ingresso in scena finale di Spider-man sullo sfondo di una bandiera a stelle e strisce super size che nemmeno Spielberg avrebbe avuto il coraggio di utilizzare. Si intuisce che il regista de “La Casa” avrebbe potuto raccontarci meglio la fine di Spider-man con più tempo a disposizione, e che la versione uscita nelle sale ha subito diversi tagli; ma nemmeno discorsi di questo tipo possono giustificare la pigrizia che sembra alla fine aver dominato l’ispirazione di Raimi, e la noia che essa ha causato alla maggior parte degli spettatori. nazione Italia / Francia anno 2007 regia Daniele Luchetti genere commedia durata 100 min. distribuzione Warner Bros cast R. Scamarcio (Manrico) • E. Germano (Accio) • A. Finocchiaro (Madre) • L. Zingaretti (Mario Nastri) • M. Popolizio (Padre) • D. Fleri Una produzione italo-francese che con “Mio fratello è figlio unico” segna l’intenso ritorno alla regia di Daniele Luchetti. Già nel titolo è riassunto il rapporto tra i due fratelli attorno a cui ruota il film. Accio (Elio Germano), è il fratello in lotta con tutto ma in fondo alla ricerca di quell’affetto che non riesce a trovare dalla sua famiglia, ogni giorno troppo intenta a combattere per guadagnarsi da vivere con onestà, e poi c’è Manrico (Riccardo Scamarcio), bello e circondato dalla stima di tutti. Due personalità opposte e complementari, incapaci di abbracciarsi per dimostrare il loro legame, che cresce tra gli anni ’60 e ’70 nella povera provincia italiana alle porte di Roma. Il prestigio della trama sta nel suo allargare lo sguardo a quella che è stata la nostra meglio gioventù, che non ha nulla a che vedere con quella di Giordana se non per il contesto storico, nonostante siano di nuovo alla penna Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Ispirati al libro “Il Fasciocomunista” di Pennacchi, i due sceneggiatori delineano con maestria l’affresco di una generazione che si nutriva di valori, sogni e ideologie, di fughe, ribellioni e di botte: una gioventù con i pugni fuori dalle tasche e i denti stretti, che scopriva l’amore tra i sedili delle vecchie Seicento, al colore dei vestitini fiorati e alle grida delle sommosse fuori dalle fabbriche. Luchetti va in cerca di credibilità e lascia liberi gli attori di muoversi su un set a 360 gradi. Li segue, li pedina affamato di cogliere le loro espressioni e le emozioni che scaturiscono e vanno a dipingere i personaggi, resi con riprese così ravvicinate che scavano nel profondo. Quasi mai utilizzati i campi totali ma il dinamismo, l’ellissi temporale che va a scoprire un Accio più cresciuto e la ricerca di angolazioni sempre nuove non ne fanno sentire la mancanza. Con acutezza è invece ampliamente utilizzata la camera a mano, si muove verso i corpi e riporta la loro plasticità in contrasto con ciò che fa da contorno, riuscendo a dar voce anche solo a un profilo che sta in silenzio e nell’ombra. In questo meritano una stretta di mano gli attori, primo nella lista Elio Germano, fresco e ironico, ma anche riflessivo e senza veli e la mamma Angela Finocchiaro più innamorata dell’altro figlio, un Riccardo Scamarcio finalmente meno tenebroso e più spontaneo, senza voglia di risultare “l’uomo perfetto”. Il regista si rivela abile nel raccontare con ironia, musiche nostalgiche e un piacevole linguaggio filmico il suo modo di vedere la vita e di guardare all’Italia di quegli anni, che è anche un po’ quella di oggi. E forse è per questo che alla fine la strada rimane aperta e tocca allo spettatore stavolta scegliere l’angolazione da cui guardare… se vede un riscatto, una riscoperta o una riappacificazione… SCHEDA DEL FILM nazione U.S.A. anno 2007 regia Joel Shumacher genere thriller durata 95 min. distribuzione 01 distribution cast J. Carrey (Walter Sparrow/Fingerling) • V. Madsen (Agatha Sparrow/Fabrizia) • L. Lerman (Robin Sparrow) • M. Arthur (Sybil) • P. Belcher (Dott.ssa Alice Mortimer) • D. Huston (Isaac French/Dr. Miles Phoenix) sceneggiatura F. Phillips . musiche H. GregsonWilliams fotografia M. Libatique montaggio M. Stevens Vedere un film di Joel Schumacher, divertente ex costumista di Woody Allen , si sa, è un rischio ormai quasi calcolabile; puoi restare colpito anche profondamente (“Tigerland”), o restare imbarazzato se non incredulo ( “ F l a w l e s s ” ) . Il suo cinema vive di sprazzi, al limite tra l’originalissimo e il ridicolo, e raramente conosce vie di mezzo preferendo innalzarsi o crollare. Magicamente, forse ispirato dalla numerologia astrale, “Number 23”, resta sospeso, il giudizio diventa totalmente medio, non riusciamo a capire se la storia ha valore o se è suggestivamente banale. Qualcosa ci affascina, il temutissimo 23 spesso si fa familiare, lo senti intorno e rendi merito al film di materializzare le sensazioni. Poi a tratti s’inceppa, lega momenti narrativi impossibili e lascia Jim Carrey in balia delle sue qualità, sempre compulsive, ma indiscutibili. Ci troviamo di fronte ad una storia multipla dove il protagonista diventa continuamente altro: eroe psicologo, accalappiacani, assassino, detective, marito, padre. Si entra e si esce da numerosissimi flashback investigativi, a loro è affidato il segreto e la risposta, nel presente c’è solo il libro, del quale sappiamo che assomiglia tantissimo a chi lo legge; anzi colui che legge diventa ciò che legge, ritrovando la sua memoria proprio tra le pagine dove l’aveva d e p o s i t a t a . Intanto il film continua a scorrere senza particolari guizzi né cadute, intriga e a volte lascia insoddisfatti, sicuramente nel pre-finale: una redenzione all’insegna di giustizia e moralismo decisamente in conflitto con la suggestione magica/demoniaca di tutto il resto del film. E nel finale troppo scontato per ritornare più cattivo. nazione Gran SCHEDA DEL FILM Bretagna anno 2007 regia Steve Bendelack genere commedia durata n.d.. distribuzione UIP cast R. Atkinson (Mr. Bean) • M. Baldry (Stepan) • W. Dafoe • J. Rochefort • E. De Caunes • K. Roden Ormai dobbiamo arrenderci all'evidenza: il genere comico demenziale vive di vita propria e, purtroppo, con risultati scarsissimi. Sono finiti gli anni de "L'aereo più pazzo del mondo" o "Frankenstein Junior" in cui le battute e le gag erano studiate secondo una precisa, diabolica, mente creativa, ora i film comico demenziali vanno semplicemente a "ruota libera": senza schemi, e questo sarebbe il minimo; senza idee; e senza umorismo in una continua (e a dire il vero allarmante) involuzione cerebrale. Ci si ritrova così di fronte uno spettacolo pietoso e deprimente in cui, col pretesto di ridicolizzare pellicole famose e di successo, si finisce per ridicolizzare se stessi all'interno di una lunghissima, interminabile, sequenza di parodie senza senso. E' questo il caso di "Epic movie": l'ennesima caricatura mal riuscita di un centinaio di film e programmi televisivi, tutti buttati in uno stesso calderone narrativo, senza né capo né coda, lasciato cuocere lento sulle f i a m m e d e l n u l l a . Quattro orfani vincono un biglietto premio per la fabbrica di cioccolato di Willie W o n k a . Lì, per sfuggire alle minacce del pasticcere, finiscono per rifugiarsi in un armadio al cui interno si cela il meraviglioso mondo di "Gnarnia" (con la G). Purtroppo però, i quattro sventurati cadono nelle mira della strega White Bitch... Eppure il curriculum di questo "Epic movie" prometteva bene: al timone due talenti del cinema comico come Jason Friedberg e Aaron Seltzer. Purtroppo però nulla è riuscito ai due autori, confezionando un film che pare (e probabilmente lo è anche...) non ragionato, le gag e le battute non hanno nulla di minimamente costruito e finiscono sempre in una volgarità gratuita rappresentando peti, doppi sensi squallidi e scene splatter immotivate; e girato di fretta, la regia è quasi completamente assente e l'unico sforzo che fa è quello di ricopiare motivi registici di altri film. Neppure la presenza della starlette Carmen Electra aiuta a risollevare il morale: se pensava di rilanciare il suo personaggio con una bella commedia comica, dov r à r i c r e d e r s i . "Epic movie" non fa ridere, è questo per un film comico è un bel limite. Non so dove andrà a finire la commediademenziale col tempo, ma viste le ultime pellicole del genere forse dovremmo iniziare ad allarmarci, gridando alla quasi totale estinzione di una "razza" cinematografica. Breach 18 maggio Pirati ai Caraibi — Ai confini del mondo 23 maggio Punto Rosso 25 maggio Ocean Thirteen 8 giugno Secondo voci sempre più insistenti nei primi giorni di luglio, Cario Rossella dovrebbe lasciare la direzione del Tg5. Il giornalista con tutta probabilità sarà sostituito da Clemente Mimun, ex direttore del Tg1 ed ex vicedirettore dello stesso tg5 agli inizi dell’avventura, al tempo di Mentana, dal 1991 al 1994, anno in cui lasciò Mediaset per assumere la direzione del Tg2. Per Rossella invece sarebbe già pronta la poltrona di presidente di Medusa, la casa cinematografica del gruppo Mediaset, più un contratto da consulente editoriale per le testate del gruppo. “Votantonio” sospeso dopo la prima puntata Deludente partenza del nuovo programma di Fabio Canino Su RaiDue, il debutto di “Votantonio Votantonio”, programma che rappresentava l’esordio per Fabio Canino in prima serata, con protagonisti aspiranti politici, è stato salutato freddamente dal pubblico: ha realizzato 1 milione 174 mila telespettatori e un bassissimo 4,96 per cento di share. Per il programma tanto conteso e di cui Paolo Bonolis ha rivendicato la paternità dell’idea, si può parlare di tanto rumore per nulla. "Ho visto la prima puntata di 'Vot'Antonio'. Prima di conoscere il risultato, desidero dire che si tratta di un programma assolutamente lontano dal mio progetto, che depositai alcuni anni fa". Lo afferma Paolo Bonolis, dopo aver visto in onda la prima puntata del nuovo programma di Raidue condotto da Fabio Canino. "Mi aveva tratto in inganno il titolo, Vot'Antonio, iden- tico a quello che avevo depositato. E nutrivo la preoccupazione, se mai un giorno realizzerò ciò che ho in mente, di rendere subito evidente che la mia idea e il titolo erano nati in precedenza. Ho ammirato la bravura di Fabio Canino e constatato che si tratta di contenuti del tutto diversi: se manderò avanti il progetto dovrò cambiare titolo, tutto qui”. Intanto visti gli ascolti deludenti, la direzione di RaiDue ha deciso che la prima puntata di Votantonio non avrà un seguito. Anche l’ormai famosissimo colonnello Giuliacci, quello del meteo del TG5 per intenderci, per i pochi che con lo conoscessero, si butta nel mondo della pubblicità. Infatti, a partire da qualche settimana è testimonial di Media World, la famosa catena di elettronica, per promuovere il concorso “Freschi e vincenti”. Il meccanismo del concorso è simile a quello dello scorso anno. Ricordate? Se l’Italia vinceva il mondiale, il televisore lo regalavano loro. Quest’anno però la campagna ri- guarda i condizionatori. Infatti se la temperatura non supera quella indicata da loro, per esempio il mese di luglio 28 gradi a Milano (non ci sembra un grande azzardo), Media World vi rimborsa il costo del condizionatore precedentemente acquistato. Buona fortuna allora! Happy Birthday MTV !!! Travagliatissimo il ritorno di Gianfranco Funari in TV. Dopo le polemiche per i bassi ascolti, l’abbandono di Diego Cugia del programma, dopo l’accorciamento della durata dello stesso da 5 a 4 puntate, nonostante l’arrivo degli autori di Fiorello per salvare il salvabile, gli ascolti proprio non ne vogliono sapere di alzarsi. E Gerry Scotti gongola... Mediaset acquista Endemol Lo storico canale musicale f esteggia i l suo primo quarto di seco lo Al gruppo di Cologno il 75% della casa di produzione I riconoscimenti e gli attestati d’affetto per il medico più cinico della televisione proprio non sembrano finire mai. Dr.House, il serial il piu' visto della stagione, e' stato protagonista del Telefilm Festival che si è tenuto a Milano. Nell'anno del boom dei serial, arrivati al 20% della programmazione delle tv generaliste, Dr.House, in onda tra settembre e maggio, e' risultato anche il telefilm piu' votato dai lettori di 'Tv Sorrisi e canzoni', seguito da 'Lost' e 'Grey's Anatomy'. Firmato un accordo con Telefonica per l'acquisto del 75% della società olandese che ha lanciato format di successo quali 'Grande Fratello' e 'Affari tuoi'. Il dg Rai Cappon: ''L’acquisto è un fatto rilevante'' . Ma Piersilvio Berlusconi assicura: ''L’azienda resterà autonoma e indipendente”. Mediaset si è aggiudicata Endemol per 2,629 miliardi di euro. Il consorzio guidato dal gruppo di Silvio Berlusconi, insieme alla controllata Telecinco, Goldman Sachs e il fondatore della società John De Mol, cui fa capo Cyrte Fund II, si sono aggiudicati il 75% del gruppo olandese. La notizia ha subito creato una certa preoccupazione in Rai: la tv pubblica infatti ha comprato dalla Endemol i diritti per alcune delle trasmissioni più di successo, come ‘Affari Tuoi’, ‘La prova del cuoco’ e ‘Notti sul Ghiaccio’. “Non saremo così pazzi da bloccare 'Affari vostri' o altri format di successo di Endemol, che - ribadisce - rimane autonoma e indipendente” ha rassicurato Confalonieri, presidente del gruppo Mediaset. Un giorno come tanti di un solito aprile di fine anni Settanta, la televisione di Stato manda in onda un programma che rivoluzionerà per sempre la storia della tv, cambiando radicalmente le abitudini dei ragazzi e in qualche modo influenzando una generazione e mezza: Goldrake sbarca in Italia. La “Goldrakemania”, come la chiamarono alcuni giornali dell’epoca, dilagò inarrestabile al punto tale da diventare moda, fenomeno di costume. Gadget di ogni tipo con l’immagine di Goldrake (dalle figurine ai modellini in scala) invasero il mercato, mentre termini come alabarda spaziale e maglio perforante entrarono, quasi di diritto, nel vocabolario dei bambini del tempo. Ora, a 29 anni di distanza finalmente il robot più amato di sempre sbarca in dvd: con la promessa di tornare al più presto in onda. dopo quasi trent’anni di attesa, tutti gli appassionati possono riscoprire emozioni e sensazioni che il tempo non è mai riuscito a cancellare. La Special Edition di Ufo Robot Goldrake è caratterizzata da materiale video completamente rimasterizzato e ripulito alla fonte con un processo tecnologicamente all’avanguardia che ha saputo ridonare alle pellicole originali una nuova vita. Analoga cura è stata riservata al doppiaggio, rivisto e integrato. Unn’occasione imperdibile! Si è conclusa anche la prima edizione di “Uno, Due, Tre Stalla, programma che è riuscito a vedere la fine nonostante la falsa partenza, avvicendamenti di autori e cambi nelle dinamiche del gioco. La vincitrice è stata Imma, eccentrica outsider autosclusasi dalle due squadre che ha battuto al televoto sia contadini che vallette. Sicuramente non li dimostrano, eppure è la pura verità: i Simpson, la serie animata che narra le vicende della famiglia più amata della televisione, ha già compiuto i suoi primi 20 anni. E dire che non ci stancano mai... Italia1 ormai li trasmette tutti i giorni, ogni anno ne programma oltre duecento episodi, e mai un calo nell’ascolto, mai un piccolo cedimento, nonostante molte delle puntate trasmesse siano giunte ormai ad un considerevole numero di repliche. Per molti è diventato un appuntamento e un rito ormai irrinunciabile, una pausa di svago e puro divertimento nel bel mezzo della giornata. Quale sia il motivo di tanto successo risulta incomprensibile persino allo stesso autore dei Simpson, Matt Groening, che sicuramente quando nel lontano 19 aprile del 1987 trasmise la loro prima apparizione all’interno del “The Tracey Ullman Show” in un corto intitolato “Good Night”, non si sarebbe immaginato nemmeno lontanamente il fenomeno mediatico che da li a poco si sarebbe scatenato attorno a quella strana famiglia composta da ambigui personaggi gialli. Probabilmente oggi come oggi hanno un tale successo perchè il pubblico un po’ si riconosce e si identifica nelle diverse caratteristiche e nei difetti dei personaggi, che nel cartone vengono così esasperati e portati ad un livello così paradossale da renderli irresistibilmente divertenti. Ma non dimentichiamoci che all’epoca, anche qualche anno dopo quando la serie approdò in Italia, aveva creato non poche polemiche e discussioni perchè ritenuta diseducativo, abituati com’eravamo a concepire il cartone animato come un prodotto destinato all’esclusivo uso e consumo del pubblico più giovane. In effetti i Simpson sono stati i primi di una lunga serie di saghe animate destinate ad un pubblico più maturo, come i Griffin o South Park, per citare due degli esempi più noti. In realtà oggi la televisione è talmente degenerata che i bambini sono abituati a guardare i Simpson, e nessuno più si scandalizza, anche perchè forse è rimasto uno dei programmi più “educativi” che vengano trasmessi in quella specifica fascia oraria. Tornando alla storia dei Simpson, la famiglia fu concepita da Matt Groening insieme a James L. Brooks in una serie di corti animati di un minuto l’uno da mandare in onda, come già accennato, durante il The Tracey Ullman Show. All' inizio Groening aveva pensato di trasportare sul piccolo schermo la sua stricia a fumetti Life in Hell, ma quando realizzò che ciò avrebbe comportato la rescissione dei diritti di pubblicazione per quest'ultima opera, decise di prendere un'altra strada. Frettolosamente ebbe l'idea di delineare come protagonista dei corti la sua versione di una famiglia disfunzionale, e diede ai personaggi lo stesso nome di quello dei suoi familiari, tranne Bart. Da quel momento, per tre anni, i Simpson andarono in onda durante gli intermezzi pubblicitari dello show ottenendo un buon successo. Si decise allora di creare una vera e propria serie animata che avesse quella strana famiglia come protagonista. Lo show debuttò sotto forma di episodi di mezz'ora in prima serata negli Stati Uniti il 17 dicembre 1989, trasmesso dalla Fox TV Network. Siccome la Fox era da poco nata e quindi alle prime armi, Jim Brook ottenne un'inusuale clausola contrattuale dal network, che assicurava che questi non avrebbe interferito col processo creativo dello show con delle note. Groening ha affermato che l'obbiettivo chiave della creazione dello show era «offrire un'alternativa al pubblico, e mostrare a loro che c'è qualcos'altro oltre alla spazzatura 'mainstream' che gli viene presentata come l'unica scelta». PERSONAGGI Quella della famiglia Simpson è una vita basata sul modello dell'Americano medio, anche se si potrebbe definire in maniera migliore, una famiglia proletaria. - Homer, circa 38 anni portati male, è ispettore di sicurezza nel settore 7G della Centrale Nucleare di Springfield. Dopo il lavoro (e spesso anche durante), Homer fa un salto alla taverna di Boe, insieme ai suoi amici bevendo birra rigorosamente Duff. E’ anche un irrefrenabile goloso, infatti oltre a ingerire birra a volontà, va pazzo in particolar modo per le ciambelle, e comunque per tutto quanto sia fritto e grasso, tanto da pesare ben 117 Kg. Spesso lo si vede cercare un dialogo col proprio cervello, che puntualmente fa sempre il contrario di quello che dovrebbe. Il primo episodio della serie vera e propria fu “Un Natale da cani” (in originale Simpsons Roasting on an Open Fire) scelto in un confronto con quello che alla fine fu l'ultimo episodio della prima stagione, “Sola senza amore” (in originale Some Enchanted Evening). Quest'ultimo episodio fu il finale di stagione poichè gli animatori lo dovettero ridisegnare, avendo visto in esso la stessa povera qualità del disegno con cui Groening aveva realizzato i corti. I Simpsons furono la prima serie TV della Fox network ad apparire nella top 30 dei più visti show della stagione. Il successo dello show convinse la Fox che si poteva cambiare l'orario di messa in onda dello show, in modo da competere in audience con il The Cosby Show (noto in Italia come I Robinson), una mossa che però abbassò gli ascolti de I Simpson. Avendo fiutato aria di guadagno Tracey Ullman intentò una causa legale, affermando che il suo show era la fonte del successo dei Simpson e perciò richiese una parte dei guadagni provenienti dai corti. Alla fine, la causa fu respinta in favore del network. Ambientato in una cittadina statunitense chiamata Springfield, (negli USA esistono 151 città con questo nome), lo show tratta in maniera satirica molti aspetti della condizione umana, come anche lo stereotipato stile di vita americano (birra, fast food, televisione, e religione organizzata), e la stessa televisione. Lo show fu anche coinvolto in una controversia a causa della personalità di Bart Simpson -un ribelle ai dettami familiari da cui frequentemente scappava senza alcuna punizione- che spinse alcune associazioni dei genitori e portavoci 'conservatori' a sostenere che Bart fosse un pessimo modello per i bambini. Geor- ge H. W. Bush, all'epoca presidente americano, che accusò: «Stiamo provando a rafforzare la famiglia americana, in modo da farla assomigliare di più ai Waltons e di meno ai Simpsons». Le t-shirts dei Simpsons e altro merchandise fu bandito da diverse scuole pubbliche in divere zone degli Stati Uniti. Ciononostante, le vendite mondiali arrivarono - in solo 14 mesi - a 2 miliardi di dollari di ricavo. I Simpson furono fin da subito uno show di punta della Fox, riuscendo a vincere diverse volte (91, per la precisione) i più importanti premi televisivi, tra cui: 23 Emmy Awards, 6 Ascap Awards, 7 Annie Awards, 3 Genesis Awards, 3 International Monitor Awards, 3 Environmental Media Awards, un Peabody Award, un Glaad Media Award, un American Comedy Award. Un numero del magazine Time del 1998 lo acclamò come "miglior serie televisiva del secolo". Il 14 gennaio 2000 lo show ottenne una stella nella Hollywood Walk of Fame. É, a tutt'oggi, la più lunga sitcom e serie animata americana mai trasmessa. Come una prova dell'influenza che lo show ha avuto nella cultura popolare, l'esclamazione contrariata di Homer, "D'oh!" è stata introdotta nell' Oxford English Dictionary. Dal suo debutto, sono stati mandati in onda 395 episodi e 18 stagioni. La Fox ha inoltre deciso di allungare il contratto per la messa in onda dello show per un'altra stagione, la diciannovesima (da mandare in onda da autunno 2007 a fine primavera 2008). La diciottesima stagione, attualmente in onda negli USA, si concluderà con il 400° episodio, 24 Minutes. A luglio uscirà negli USA il primo film ispirato alla serie televisiva, che arriverà nelle nostre sale solo a settembre. - Marge Bouvier, è l’esatto opposto del marito. Infatti si può dire che è lei la vera responsabile dell’economia e dell’incolumità familiare. Marge ha circa 34 anni e una folta capigliatura blu, alta circa mezzo metro ed è, per la maggior parte della serie, una tipica madre e casalinga americana. - Bart è semplicemente un ragazzino di 10 anni che si crede un ribelle. - Lisa è una bambina di 8 anni che si ritrova spesso e volentieri coinvolta nell'attivismo 'di sinistra', ambientalista e ottima studentessa, di fede buddhista, rappresenta la “coscienza” della famiglia; ama la lettura e suonare il sassofono. - Maggie è una neonata (ha solo un anno di età) la cui unica attività è succhiare un ciuccio, da cui non si stacca per un secondo, non riesce (per il momento) a camminare - infatti ogni volta che ci prova cade in avanti - e non parla. - La famiglia possiede poi un cane (Piccolo aiutante di Babbo Natale), e un gatto (Palla di neve I), ma ha anche avuto, solo per alcuni particolari episodi, altri animali. Nonostante il fatto che passino gli anni e vengano evidenziati compleanni e vacanze, i membri della famiglia e di tutta la serie non subiscono un aumento dell'età (tutti i personaggi che sono morti, infatti, sono spirati, o di morte violenta o per tragiche fatalità). Inoltre sono presenti una serie di strambi personaggi secondari, alcuni dei quali competono in popolarità con i protagonisti principali. Originariamente, molti di questi personaggi erano pensati per un'unica apparizione, ma diversi sono riusciti ad ottenere un maggior spazio all'interno dello show, e spesso sono divenuti i protagonisti di molti episodi. Nato il 15 Febbraio 1954, Matt Groening è cresciuto a Portland, Oregon. Comincia la sua carriera di disegnatore giovanissimo: già alle scuole elementari disegna, distraendosi spesso e volentieri, storie e personaggi sui quaderni; malgrado le sollecitazioni negative dei professori e l'imperfezione del tratto non si arrende, essendo la forza creatrice che sente dentro superiore alle limitazioni tecniche oggettive. Da segnalare che anche il padre Homer è cartoonist anch'esso. Nel 1977 si diploma all'Evergreen State College di Olympia, nello stato di Washington. Secondo un articolo del libro "Simpson Mania", l'Evergreen State College non era proprio un college modello, visto che non dava voti e non aveva corsi obbligatori. Carattere eccentrico ed irrequieto, Matt non ha comunque decisamente la personalità adatta per stare sui banchi di scuola. Assolve così il prima possibile i suoi obblighi scolastici per poi impiegarsi, fra le altre cose, in un impianto di trattamento dei rifiuti fognari o come chauffeur e ghost writer di un regista hollywoodiano. Prima del clamoroso successo dei Simpson, la sua produzione si limitava alla stesure delle strisce altamente ciniche di "Life in Hell", basato su esperienze autobiografiche del primo periodo di vita a Los Angeles, dove l'autore si era trasferito. Anche "Life in Hell" è comunque un successo, e arriva ad essere pubblicato su più di 250 quotidiani negli Stati Uniti e in Canada. Nel 1986 un regista gli chiede di realizzare una serie animata per il popolare show televisivo di Tracey Ullman. Il resto è una storia nota. SPECIAL GUEST STARS Tra le decine di personaggi irresistibili che anima la turbolenta città di Springfield, sicuramente tra i più amati troviamo: - Abraham Simpson, il nonno, solitamente vive nel vicino ospizio ma talvolta si occupa dei bambini come baby sitter annoiandoli a morte con storie strampalate; - Patty e Selma Bouvier, sorella di Marge, zie di Bart, Lisa e Maggie; - Ned Flanders, vicino di casa dei Simpson, religiosissimo come tutta la sua famiglia, proprietario del negozio di oggetti per mancini; - Milhouse Van Houten, bizzarro ed occhialuto amico di Bart, ha anch'egli i capelli blu come Marge; - Nelson Muntz, bullo ma in fondo buono, schernisce sempre tutti; - Secco, Patata e Spada, bulli compagni di scuola di Bart; - Seymour Skinner, preside della scuola elementare e succube della madre con cui vive; - Edna Caprapall, maestra di Bart, sempre in cerca di un marito; - Willie, giardiniere della scuola elementare di origini scozzesi (in italiano il suo accento è diventato sardo); - Otto Disc, bizzarro conducente del pulmino della scuola, ma senza patente; - Boe Szyslak, barista trafficone e disonesto; nella serie originale si chiama Moe; - Lenny e Carl, amici e colleghi di Homer; - Montgomery Burns, proprietario della centrale nu- cleare di Springfield; - Waylon Smithers, leccapiedi di Burns alla centrale nucleare, nutre un amore segreto per il suo capo; - Commissario Clancy Winchester, sicuramente uno dei personaggi più divertenti: simpatico, pacioccone ed incompetente commissario di Polizia; nella serie originale si chiama Wiggum; padre del compagno di classe di Lisa, Ralph (in italiano il suo accento è diventato napoletano); - Apu Nahasapeemapetilon, proprietario del "Jet Market" (nella versione originale "Kwik-E-Mart") di Springfield, sposatosi con Manjula nell'episodio "Le due signore Nahasapeemapetilon"; - Dr. Julius Hibbert, medico locale, burlone ma competente; esiste un altro medico nella serie: trattasi del Dr. Nick Riviera, incompetente chirurgo di origine ispanica; - Krusty il Clown, spocchioso clown televisivo, idolo di Bart, il suo vero nome è Herschel Krustofsky; - Grattachecca e Fichetto, sadici personaggi dei cartoni animati; - Telespalla Bob, ex spalla di Krusty, ora criminale con odio (represso) verso Bart; - Kent Brockman, altezzoso giornalista televisivo dell'emittente "Channel 6"; - Reverendo Lovejoy, pastore protestante con l'hobby dei trenini, con i suoi sermoni annoia tutti tranne i Flanders; - Sindaco Joe Quimby, trafficone sindaco di Springfield; Una curiosa peculiarità dello show è costituita dal fatto che fin da subito gli sceneggiatori mostrarono un particolare amore per le apparizioni di personaggi celebri all'interno degli episodi, (nonché per le citazioni a tutto tondo di film classici e contemporanei, storia, musica, personaggi dei fumetti e dei cartoni animati, eccetera) e l'uso di sottili "scherzi visuali". Numerosissime sono state le star di livello mondiale che hanno accettato di prestare con orgoglio e gioia la loro voce ai personaggi disegnati sulle loro reali sembianze: Barry White, Stephen King, Paul Newman, Bob Hope, Liz Taylor, Michael Jackson, Tony Blair, Meryl Streep, i Red Hot Chili Peppers, David Byrne, Justin Timberlake, Cyndi Lauper, Meg Ryan, Brooke Shields, Drew Barrymore, Ron Howard, Henry Winkler, David Duchovny e Gillian Anderson (Mulder e Scully di X-Files). Nella pagina troviamo qualche altro esempio: (dall’alto in senso orario N’Sink, Ronaldo, Rolling Stones, White Stripes, Metallica, U2, R.E.M. e Blink 182). Anche nella versione italiana sono diversi i personaggi dello spettacolo che si cimentano in veste di doppiatori per personaggi le cui apparizioni sono sporadiche. CURIOSITA’ La dimora dei Simpson è una graziosa villetta su due livelli, piuttosto grande e accogliente, composta da un’ampia zona giorno al piano terra, e una zona notte al primo piano composta da quattro camere da letto e un bagno. Nel 1997 a Las Vegas, l'azienda "Kaufman e Broad" e la "Fox", hanno costruito, per un concorso a premi sponsorizzato dalla "Pepsi", una riproduzione a grandezza naturale della casa dei Simpsons. La casa si trova a Henderson, NV, vicino Las Vegas, è circondata da un giardino e vale circa 150 mila dollari. La signora Barbara Howard proveniente da Richmond, Kentucky, si è trovata nelle mani il biglietto vincente, che le ha permesso di ottenerne le chiavi il 10 Dicembre 1997. Anche il papa ha fatto un paio di comparsate (non proprio autorizzate) all’interno del cartoon. Nell' episodio Lisa la scettica (in originale Lisa the skeptic) si crede che a Springfield sia arrivato l'angelo dell'Apocalisse, e in una scena ambientata al Vaticano un cardinale informa il papa dell'argomento. Non si sa se si trattasse di Giovanni Paolo II, dato che il viso è nascosto dal giornale “La Stampa” che sta leggendo. In un' altro episodio si vede papa Wojtyla che parla con Fidel Castro. I Simpson sono campioni non solo sul piccolo schermo ma anche in edicola: infatti sono anche un fumetto, Simpson Comics, pubblicato anche in Italia da Panini Comics. I primi 32 numeri sono però stati pubblicati da Edizioni Macchia Nera, sotto il nome I Simpson, mentre i numeri dal 33 al 40 da Dino Comics. Sono state pubblicate anche serie parallele e numeri speciali, con protagonisti principali alcuni singoli personaggi della serie tv. E non solo il fumetto: i Simpson sono da sempre stati protagonisti di numerose copertine di settimanali e periodici anche di grossa importanza: memorabili sono le copertine del Rolling Stone magazine che rileggevano le copertine storiche dei dischi che hanno fatto la storia della musica in chiave “Simpson”. In una puntata Homer scopre dietro una libreria di casa sua un passaggio interdimensionale che lo porta in un mondo parallelo. Cadendo in un buco in questo mondo parallelo viene catapultato nel mondo degli esseri umani. E’ l’unico momento in cui uno dei personaggi entra in contatto con il nostro mondo. Uno dei marchi di fabbrica dei Simpson è la sigla iniziale. Ogni episodio si apre con il titolo e una carrellata che, partendo da un primo piano delle nuvole, mostra una vista aerea della città e finisce fino alla finestra di un'aula della scuola elementare, dove Bart è intento a scrivere frasi (diverse per ogni episodio) sulla lavagna per punizione, fino al suono della campanella che avviene (come si può notare dall'orologio appeso al muro dell'aula) alle 15:00 in ogni episodio, uscendo dalla scuola con lo skateboard. Successivamente vengono introdotti i restanti componenti della famiglia, ogniuno mentre rincasa dalle proprie attività. Prima di tornare ai 5 componenti, viene fatta una carrellata velocissima su tutti i personaggi secondari che appaiono nella serie.Tutti i componenti arrivano a casa, Homer, Marge e Maggie in macchina, Lisa in bicicletta e Bart con lo skateboard. La sequenza termina con la famiglia che si raduna davanti al televisore nel soggiorno. Il finale cambia frequentemente (ogni singolo finale viene utilizzato per una, massimo tre puntate diverse), ed è ogni volta improbabile. La sigla si ispira, in parte, alla sequenza iniziale dei Flintstones, i quali, in una delle innumerevoli varianti, "soffiano" il posto alla famiglia Simpson davanti alla tv. Lo show è anche conosciuto per gag di tipo 'testuale'(scritte divertenti come i nomi dei negozi, l'ordine del giorno del municipio affisso sui cartelli, o anche il programma della messa domenicale e di altri eventi). Ci sono anche le gag del 'freeze frame', ovvero immagini o scritte divertenti che appaiono sullo schermo troppo velocemente per essere identificate normalmente, ma che possono essere visibili stoppando ad un preciso fotogramma la trasmissione. Singolare è anche il fatto che, non di rado, venga nominata la Fox, sempre in termini ferocemente satirici e/o critici. Homer, nonostante non sia l’essere più furbo e intelligente che si possa immaginare, riesce a fare nel corso delle puntate proprio qualsiasi cosa: tra le varie esperienze si esibisce con le star della musica più affermate, diventa un fenomeno da baraccone prendendosi cannonate in pancia, tenta la carriera di attore e regista e riesce perfino ad essere arruolato dalla NASA per una missione spaziale!!! Nonostante il rapporto dei Simpson col mondo del cinema sia sempre stato molto stretto, all’interno della serie televisiva infatti siano numerosissimi i riferimenti al mondo di Hollywood e le parodie e le rivisitazioni di scene celebri di film di culto, per non parlare dei fotomontaggi e delle elaborazioni grafiche che circolano in rete e che vedono Homer e soci immortalati all’interno di locandine di film famosi o in scene mitiche del grande schermo, le strade dei nostri ragazzi gialli non si sono mai incrociate con quelle di qualche grande produttore di blockbuster. A differenza di molti altri personaggi dei cartoni animati, anche non altrettanto amati e longevi quanto i Simpson, che si sono già cimentati con la trasposizione su grande schermo, infatti, Matt Groening ha deciso che non era il momento di far approdare la sua famiglia gialla sul grande schermo. Questo almeno fino ad oggi! Infatti è attesa per luglio negli Stati Uniti (in Italia arriverà solo a settembre) l’uscita di “The Simpsons Movie”, che si preannuncia come uno dei successi cinematografici più importanti di sempre, se si considera nel mondo, quanto numerosi siano gli appassionati alle vicende della famiglia Simpson. Solo in Italia, alle due del pomeriggio, sono oltre due milioni e mezzo le persone che si piazzano davanti alla tv per assistere alla puntata. Le premesse ci sono tutte... Uno dei programmi storici della televisione italiana, uno dei più provocatori e dissacranti del piccolo schermo, che ormai è entrato a far parte del costume e della cultura nazionale, diventa maggiorenne, e taglia il tanto ambito traguardo dei diciotto anni. Naturalmente parliamo di Blob, ormai appuntamento fisso e irrinunciabile di Raitre, che tutti i giorni all’ora del telegiornale propone un modo di fare controinformazione unico e inimitabile. Blob prende il titolo da un famoso film horror omonimo statunitense datato 1958 (The Blob, cui ha fatto seguito un remake nel 1988) ed è stato ideato e curato negli anni dal critico cinematografico Enrico Ghezzi, anche autore e dirigente televisivo, insieme a Marco Giusti autore, studioso di cinema e di pubblicità, che ha abbandonato il programma dopo alcuni anni, con l’idea di rappresentare il senso del magma dato dalle programmazioni televisive dei vari network. La prima puntata di Blob è andata in onda su Raitre il 17 aprile 1989. La formula del programma è estremamente semplice, ma d’altro canto altrettanto sbalorditivamente efficace: grazie a montaggi di spezzoni televisivi attuali e di repertorio, mescolati all’occorrenza con spezzoni di film, di documentari o di immagini inedite riprese dagli stessi collaboratori del programma, Blob riesce a descrivere in chiave satirica, e in poco più di una ventina di minuti di programma, tutto ciò che è passato in tv e tutti gli avvenimenti rilevanti accaduti nelle precedenti 24 ore (spesso con inserti dell'ultima ora), imitando, e nobilitando, il banale zapping che ogni telespettatore ingaggia con il proprio telecomando nei momenti di noia, generando un testo ricco di allusioni. Il coinvolgimento diventa così totale, perché ognuno di noi si sente autore e regista di questo montaggio "casuale" (naturalmente solo in apparenza!) che si snoda all'insegna della sorpresa. Un susseguirsi frenetico di immagini che bene rendono l’idea di come sia diventato caotico e disordinato il modo di fare e di vedere la televisione in Italia. In occasioni particolari, come la notte del capodanno, vengono trasmesse puntate speciali più lunghe del solito, spesso "a tema": si tratta di "monografie" dedicate all'anno appena trascorso o a personaggi della vita pubblica. Anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha tenuto a porgere i suoi auguri agli autori del programma, questo per capire quanto Blob sia ormai radicato nelle abitudini e nelle consuetudini del nostro paese: "Ai diciottenni si dice di mettere la testa a posto: ragazzi non fatelo perché sennò per voi è finita!" Dunque auguriamo anche noi lunga vita a Blob, trasmissione di culto considerata da molti l'unico vero occhio critico della televisione italiana. Quante volte ci capita di aprire cassetti ormai dimenticati da tanto tempo e trovarci dentro quella vecchia musicassetta trasparente sulla quale un piccolo adesivo bianco con una chiave di sol dice “Sandy Marton”? Di solito le reazioni possono essere differenti, una sana risata o una lacrimuccia di malinconia per i favolosi anni ‘80. Per tutti quelli che reagiscono con una lacrimuccia c’è la possibilità di passare qualche ora in compagnia di questi ricordi, di queste risate, di queste lacrimucce: Il Mitico su R101 nel pomeriggio. A tenere compagnia a tutti noi pendolari è l’altrettanto mitico Max Novaresi, che riesce sempre a commuovere gli ascoltatori e molto spesso a sorprenderli, risvegliando in loro dei motivetti, delle immagini che ognuno di noi credeva radicate in un posticino accantonato del cuore e della memoria. Ascoltatelo ragazzi, vi assicuro che non ve ne pentirete… Vocabolario L'avvento delle chiavette USB risale ormai a qualche anno, ma il fenomeno esplosivo a cui si sta assistendo in questo periodo è decisamente recente. La scintilla è sicuramente da ricondurre alla maggiore disponibilità di spazio, in questo gingillo che solitamente non pesa che poche decine di grammi. Fino a qualche anno fa, infatti, era considerata uno status symbol, ma poi, grazie anche al crollo dei prezzi, queste memorie sono diventate strumenti indispensabili sia per il lavoro sia per il tempo libero. Per acquistare una memoria USB da 1 gigabyte, tre anni fa erano necessari almeno 360 euro; oggi, invece, ne basterebbero 20, ovvero circa 20 volte meno. Non solo leggere, ma anche colorate, permettono in modo semplice e veloce di portarsi dietro centinaia, migliaia di file e informazione di qualsiasi tipo. Per esempio in una chiavetta da 2 gigabyte è possibile memorizzare 35 ore di musica in formato Mp3 in qualità standard (128Kbps), tre film da un’ ora e mezza e oltre 600 foto in formato jpeg, scattate con una fotocamera digitale da 6 megapixel! Oltre a contenuti multimediali, possono contenere software e applicazioni direttamente avviabili da chiavetta: in questo modo è possibile utilizzare un programma su un computer in cui non è installato, mantenendo impostazioni, configurazioni, password e altri dati personali. Ecco qualche modello già disponibile in commercio o prossimo ad arrivare nei negozi: Uno strumento polivalente che offre una nuova dimensione di servizio per l’automobilista. Il nuovo navigatore Garmin Nüvi 370T è dotato,infatti, del ricevitore TMC12 che, tramite il servizio di trasmissione digitale in FM, è in grado di trasmettere tutte le informazioni sul traffico per evitare automaticamente le aree particolarmente congestionate o le zone di incidenti. Il lettore MP3 integrato permette di ascoltare la musica durante il viaggio, di visualizzare le fotografie, di tradurre testi grazie all’ Oxford Dictionary (opzionale). Il navigatore è dotato anche di connettività Bluetooth che consente di interagire con i cellulari dello stesso tipo, quindi il Nüvi 370T si trasforma in un vero e proprio sistema vivavoce per telefonare durante la guida. L’accesso alle varie funzioni avviene tramite comandi touch screen. SONY MICRO VAULT “Tiny” Disponibile in quattro colori diversi, la MICRO VAULT Tiny da 4GB si può portare con sé ovunque; è ideale per condividere una grande quantità di musica, immagini e video clip, consentendo l’accesso a file personali da qualsiasi computer. Il software per la compressione dei dati preinstallato, Virtual Expander, permette di immagazzinare il triplo dei dati rispetto alla capacità iniziale. I dispositivi MICRO VAULT Tiny sono compatibili con i sistemi operativi Macintosh e Windows, compreso Windows Vista. Prezzo 55€ Verbatim Store 'n' Go Professional Store 'n' Go professional è la versione di "lusso" della gamma di pen driver. Il Prodotto non è definito "Professional" solo per la sua elevata velocità, ma anche per la maggiore robustezza alle sollecitazioni meccaniche e alla presenza dei programmi V-Safe e V-Key che lo proteggono dagli haker. Versione 4 GB. Prezzo 80€ SanDisk Cruzer Contour 8 GB Disponibile in Europa a partire dal secondo trimestre del 2007, è una chiavetta USB con un look che ricorda quello di una penna stilografica. Ma oltre al design c'è anche la tecnologia: supporto per Windows ReadyBoost e una ampia varietà di applicazioni software pre-installate grazie alla tecnologia U3 . Il cappuccio è sostituito da un meccanismo a scorrimento. Gioielli tecnologici di Philips e Swarovski Oggetti high-tech di lusso o gioielli tecnologici? Philips e Swarovski hanno creato una nuova linea di chiavi usb luccicanti. La serie è composta da quattro modelli diversi: Heart ware, Heart beat, Lock in, Lock out. I primi due si indosseranno come ciondoli, gli altri si potranno essere agganciati a in portachiavi La memoria sarà da 1 GB e saranno disponibili dalla prossima estate con prezzi a partire da 73€. Motorola utilizzerà l'energia solare per ricaricare i telefonini Secondo alcune voci, Motorola sembra si stia dedicando all'energia alternativa. In particolare a quella solare. Infatti, la grande azienda produttrice di telefonia mobile sta per depositare un nuovo brevetto. E non appena l'operazione sarà completata, verranno installati nei vari dispositivi mobile, dei micro pannelli per l'assorbimento di energia solare, che piazzati all'interno dei display lcd, consentiranno a quest'ultimi di avere una duplice funzione: ovvero quella di schermo e caricabatteria ad energia solare. Musica, arriva il download V-Safe: software di cifratura per la protezione dei dati che permette all'utente di generare una sezione invisibile, protetta da password ed inaccessibile del dispositivo. V-Key: software di sincronizzazione che permette la sincronizzazione di documenti e cartelle tra la memoria USB e il PC Windows ReadyBoost : è una nuova tecnologia del sistema operativo Windows Vista. Sfrutta un hardware molto comune come le penne USB per velocizzare il sistema: la memoria delle chiavette viene utilizzata per aumentare la memoria virtuale. U3: tecnologia che permette agli utenti di utilizzare piccoli drive USB per portarsi sempre dietro il proprio spazio di lavoro personale: le applicazioni possono infatti essere trasportate da un PC ad un altro preservando i mpo st a zioni , con figura zio ni , password e altri dati personali. Le risposte ai vostri dubbi Questo mese mi è stato chiesto da Andrea di Lissone se, con due monitor collegati allo stesso computer, è possibili usare due programmi diversi. gratuito Dopo anni di lotte, battaglie legali, processi dibattiti polemiche, ecco arrivare sulle scene il download di musica gratuito e legale. A promuoverlo niente di meno che uno dei più grandi musicisti della storia del rock, Peter Gabriel, che ha presentato il suo nuovo progetto, "We7", un sito, www.we7.com, dal quale sarà possibile scaricare musica e video gratuitamente, a pagarne i costi sarà la pubblicità. Lo spot verrà visualizzato prima dell’ ascolto del brano e le pubblicità saranno "orientate", cercando di offrire prodotti che abbiano un senso a seconda dell'età e dei gusti degli utenti. Certamente! E’ necessario avere o due schede video montate nel computer, oppure una con due uscite video. Una volta impostate le preferenze delle proprietà dello schermo, con le funzioni dei driver della scheda, il desktop di Windows, o altro sistema operativo compatibile, si suddivide tra i due schermi . Ciò significa poter usare contemporaneamente applicazioni diverse sui due schermi e trascinarle facilmente dall'uno all'altro. Per domande, suggerimenti Ai-Tek potete inviare un’ e-mail all’indirizzo [email protected] Sega 69,00 € XboX—Ps3 Dopo ben sette anni dalla sua prima incarnazione sulla gloriosa Dreamcast torna tra noi il terzo capitolo della serie Virtua Tennis, gioco che anche in sala riscuote ancora oggi un discreto successo, grazie alla sua immediatezza e al divertimento che riesce a regalare. Il bello è che questo Virtua Tennis 3 è anche uno dei titoli di lancio della nuova PlayStation 3 e quindi possiamo già cominciare a farci un’idea di come sarà il futuro della console Sony con un gioco già rodato e di cui conosciamo bene pregi e difetti. Dopo aver fatto partire il disco di gioco ci troviamo davanti varie opzioni, tra cui il torneo, la partita veloce e la ben più corposa opzione per il classico world tour. Selezionato quest’ultimo abbiamo la possibilità di creare il nostro alter ego da zero, scegliendo, come in Virtua Tennis 2, altezza, sesso, tratti del viso, colore dei capelli e altre caratteristiche, come la mano di utilizzo della racchetta o il rovescio a due mani o una sola. Una volta operate le proprie scelte inizierà la nostra (speriamo brillante) carriera di tennista e così ci appare un mappamondo con la nostra dimora e le altre locazioni visitabili. In giro troviamo la possibilità di partecipare a sessioni di allenamento delle più disparate, molte delle quali “riciclate” dai vecchi capitoli mentre altre totalmente nuove (considerate che molte vengono sbloccate più av a n t i ) . Partecipando a queste le nostre statistiche, divise in colpi da fondo, volee, servizio e corsa, aumentano di conseguenza e quindi il nostro tennista diventerà mano a mano più abile e reattivo. Settimanalmente (tramite un calendario che possiamo consultare in qualsivoglia momento) sono presenti dei tornei, ai quali possiamo partecipare solo se siamo nel ranking mondiale richiesto per quella competizione. Sia chiaro che nelle prime sessioni gli unici tornei a cui possiamo prendere parte sono quelli per ranking 300, mentre gli altri dovremo s u d a r c e l i . In più, a intervalli regolari, c’è la possibilità di visitare la nostra casa e cambiare l’equipaggiamento, meglio ancora se con una bella racchetta nuova e ben più performante di quella vecchia. Inoltre qua è possibile riposarsi e far recuperare al giocatore energia preziosa che altrimenti ne limita le prestazioni in campo. In più, in questo terzo capitolo (visto che fino a ora le novità del gioco sono pari a zero) abbiamo l’accademia del tennis, una sorta di scuola in cui sono presenti delle mini sfide (come colpire la palla tre volte consecutivamente di rovescio o far compiere all’avversario colpi in tuffo) che hanno anche loro lo scopo di farvi aumentare le caratteristiche. Il gameplay è rimasto lo stesso della serie, prettamente arcade, e forse uno dei grandi limiti di Virtua Tennis, oltre a un limitatissimo numero di novità, è proprio questo. Scordatevi modelli simulativi, il gioco è quanto di più semplice e immediato ci sia, il che rende il titolo della Sega decisamente appetibile inizialmente ma con la possibilità che stanchi molto presto. Altra considerazione importante è la mancanza di novità significative rispetto a Virtua Tennis 2. A parte qualche nuovo mini gioco, all’accademia del tennis e a qualche sfida uno contro uno con famosi tennisti che vi sfideranno dandovi appuntamento in una determinata settimana, Virtua Tennis 3 è identico al suo pred ecessor e. Certo abbiamo una grafica (per i fortunati possessori di uno schermo HD) in alta definizione decisamente ben realizzata. Sono infatti presenti ben venti giocatori reali, tutti con il proprio stile di gioco riprodotto, anche nelle movenze, nel modo più fedele possibile alla realtà. Anche i campi sono realizzati ad arte e vedere un match, anche per un semplice spettatore, è una vera gioia per gli occhi, con il frame rate che non perde un colpo. Peccato, infine, per la mancanza di una qualsivoglia modalità multigiocatore online su PlayStation 3, che avrebbe sicuramente giovato alla longevità. Pregi e difetti quindi per il gioco della Sega sono da una parte una realizzazione decisamente curata sotto il profilo grafico e sonoro, dall’altra una certa “pigrizia” nell’introdurre pochissime novità e un gameplay che potrebbe scontentare chi è in cerca di qualcosa di più di un semplice titolo arcade di tennis ma richiede un modello simulativo un po’ più c o m p l e s s o . Rimane il fatto che se volete far vedere ai vostri amici la vostra nuova console con un titolo di sicuro impatto e immediatezza, Virtua Tennis 3 è il g i o c o c h e f a p e r v o i . Comunque consigliato, anche se i fan della saga che hanno giocato al secondo capitolo dovrebbero ponderare bene l’acquisto, pena ritrovarsi con un gioco che risulta essere una versione potenziata sotto il profilo grafico e con qualche nuova aggiunta rispetto al predecessore. Ingredienti: (per 6 persone) 700g latte fresco intero, 300g panna fresca, 100g zucchero, 14g fogli di colla di pesce; ***Per la Salsa:*** 500g zucchero, acqua in ebollizione. Quanti di Voi non hanno mai mangiato la Panna Cotta??? Nata tra le langhe del cunense, in Piemonte, la Panna Cotta ha origini antichissime. Si narra che una contadina di origini ungheresi, nei primi anni del Novecento abbia “ideato” questo dessert al cucchiaio, rivisitando la ricetta del budino già noto nell’Europa Orientale, eliminando così le uova e rendendo ancora più povero un piatto che già venne creato tra popolazioni di famiglie di contadini. La Panna Cotta oggi è considerato il dessert tipico della tradizione piemontese e viene riproposto nei più svariati sapori e accostamenti con salse di tutti i tipi. Questo mese vi proporrò la ricetta nella sua versione originale. ESECUZIONE: Mettere la colla di pesce in ammollo in acqua fredda. Portare a ebollizione il latte, la panna e lo zucchero. Aggiungere successivamente, a fuoco spento, i fogli di gelatina strizzati e mescolare con l’ausilio di una frusta finché quest’ultimi non si siano completamente disciolti nel composto. Versare il liquido in stampini monoporzione, anche usa e getta e lasciar raffreddare in frigorifero per un paio di ore mantenendoli in una posizione più piana possibile. Per la salsa, fare caramellare lo zucchero in un pentolino d’acciaio, mescolando ripetutamente, fino ad ottenere un colore ambrato, quindi aggiungere acqua bollente raggiungendo la densità desiderata della salsa, facendo attenzione agli schizzi dello zucchero caldo. Sformare poi la Panna Cotta con l’aiuto di un coltellino inumidito e adagiarla al centro del piatto di portata, guarnendo con la salsa al caramello tiepida. Per abbassare i costi di questa ricetta e per renderla più salutare, le dosi indicate sono le migliori, ma volendo la Panna Cotta, può essere fatta utilizzando panna per la totalità degli ingredienti liquidi. Potrete aggiungere in fase di ebollizione qualsiasi sapore per arricchire il Vostro dessert abbinandolo a salse diverse. Buon Appetito!!! Grazie, Grazie, Grazie!!! Mese dopo mese la nostra rivista si arricchisce, si modella intorno a Voi, che insieme ai Vostri consigli, permettete al nostro magazine di migliorare sempre di più! Dal mese di Aprile sono partite nuove rubriche: quella di Ai-Tek, redatta dal nostro Web Master Valeriano e Anderview, quest’ultima che mi vede coinvolto in prima persona nella realizzazione delle interviste. Quindi non solo una nuova veste grafica, ma anche più contenuti rendono il nostro giornale sempre più interessante! Questo mese la E-Mail più curiosa, l’ho ricevuta da Federico di Gallarate, interessato di sapere quale sia l’alimento o cibo più caro del Mondo. Beh, la risposta può assumere mille sfaccettature, ma sicuramente posso riassumere in tre prodotti questo particolare Enigma Culinario. Caffè, Zafferano e Tartufi, sono senz’altro i prodotti tra i più costosi sulla Terra e da soli non posso essere facilmente consumati se non previa una semilavorazione. - Caffè: partendo da costi bassi fino ad arrivare a centinaia di Euro al Kg, il caffè aumenta di valore in base alla sua rarità, in quanto ne esistono diverse qualità; la più cara è il Luwak, che arriva sino a 700Euro per Kg; - Zafferano: coltivato in tutta l’Italia CentroMeridionale, lo zafferano è tipico di Cascia, paesino umbro a 1200 metri s.l.m. Per ottenere un chilogrammo di zafferano fresco, corrispondente a circa 200 grammi di prodotto secco, occorre utilizzare dai 150/200 mila fiori, per questo probabilmente è la spezia più costosa del Mondo. Il prezzo più basso che si attesta questo prodotto è di 17Euro al grammo!!! nelle zone di produzione, ben più alto è il costo nel resto d’Italia; - Tartufi: neri o bianchi, i tartufi raggiungono prezzi esorbitanti, che rasentano la follia. Prodotto tipico nazionale, cresce selvaggio e la raccolta si concentra in Piemonte e Umbria. Nel 2004, in Toscana, è stato trovato un tartufo bianco dal perso record di 852 grammi, poi rivenduto all’asta, dove un noto ristorante londinese, lo “Zafferano” (per rimanere in tema! n.d.r.), se lo aggiudicò per ben 52 mila Dollari!!! Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta? Vuoi sorprendere i tuoi amici? Cosa aspetti, manda una e-mail al mio indirizzo [email protected], sarò lieto di rispondere a tutti gli “S.O.S. Cuoco”!!! Oscar Wilde viene incarcerato per sodomia Le Folies-Bergere aprono a Parigi Roberto Baggio gioca la sua ultima partite in Serie A Viene trasmesso l'ultimo episodio di Love Boat I Fratelli Wright brevettano il loro aeroplano Uscita del cartone animato Plane Crazy, nel quale compaiono per la prima volta Topolino e Minnie. Il Milan diventa la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni La prima vittoria di una squadra italiana in Coppa dei Campioni Nella Strage di Capaci perde la vita il Giudice Giovanni Falcone e la sua scorta Foto dei due giudici Borsellino e Falcone entrambi vittime di attentati mafiosi Viene celebrata per la prima volta la Festa della mamma A più di 120 anni di distanza dall'introduzione nel gioco del calcio del "penalty", cioè il calcio di rigore, l'amministrazione cittadina di un paesino dell'Irlanda del Nord chiamato Milford, situato ad una settantina di chilometri ad ovest della capitale Belfast, ha deciso di erigere un monumento in memoria del suo abitante sicuramente più noto, William McCrum, inventore della rivoluzionaria regola. McCrum, portiere per hobby, nel 1885 convinse la Federcalcio Irlandese ad introdurre il tiro libero senza barriera dagli 11 metri con lo scopo di arginare il diffuso fenomeno del gioco violento. (Metro) Ascoltare la propria musica preferita senza isolarsi: non è più impossibile! Lo consente un’invenzione giapponese da poco lanciata sul mercato: si tratta di una coppia di auricolari esterni denominati “Audiobone” che non vanno infilati nell’orecchio ma appoggiati sulla tempia. Sì, avete proprio capito bene: con il nuovo sistema infatti la trasmissione delle onde sonore non avviene direttamente come nei normali auricolari, ma raggiunge i centri nervosi dell’udito attraverso un’impercettibile vibrazione delle ossa craniche. (E Polis) Fragole fresche nei distributori delle scuole romane al posto delle classiche ipercaloriche merendine. Accadrà negli istituti che aderiranno al progetto per far diminuire tra i ragazzi il consumo di cibi non propriamente adatti ad una sana alimentazione e favorire il consumo regolare di frutta e ortaggi. “Oltre alle fragole ha detto l’assessore all’agricoltura della regione Lazio, Daniela Valentini - presto i ragazzi troveranno anche ciliegie e pesche”. (ANSA) Si è introdotto in possesso di un’arma da fuoco all’interno di una farmacia di via Forni a Milano verso l’orario di chiusura, alle 19:30 circa, ha rapinato l’incasso della giornata e si è dileguato in fretta con un magro bottino, circa 170 euro. Subito è scattato l’allarme e sul posto sono giunte le forze dell’ordine per tutti gli accertamenti del caso. Qualche istante dopo il rapinatore è stato rintracciato con estremo stupore mentre sorseggiava tranquillamente una bella tazza di espresso in un bar situato a pochi metri dalla scena del crimine. Subito fermato dalla polizia, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di rapina a mano armata. Quando la prudenza non è mai troppa... (Leggo) Finalmente arriva anche in Italia Se in questi giorni vi è capitato di farvi un giro in metropolitana e avete dato un occhio ai cartelloni pubblicitari, non avete potuto non chiedervi cosa fosse quella strana scritta “Yakult” che campeggia un po’ ovunque. Ebbene è il lancio pubblicitario in grande stile di un prodotto che all’estero esiste già da tempo, e che solo ora sbarca anche nei banchi frigo dei supermercati italiani: Yakult, azienda giapponese attiva in 28 propone prodotti che mantengono l’equilibrio della flora intestinale. Sono venduti in confezione da sette e consumati ogni giorno da 25 milioni di persone nel mondo. La cravatta rinfrescante! Come sempre, in tutti le situazioni spiacevoli della vita, DMail ci viene in aiuto! Un toccasana contro il caldo tor rido dell’estate! Questa piccola striscia di stoffa, da indossare al collo o legata in fronte o alla nuca, è in grado di salvarti da una giornata afosa:gli speciali cristalli contenuti al suo interno si gonfiano e si rinfrescano al contatto con l ’acqua donando un effetto “refrigerio” a chi la indossa. Basta immergerla nell’acqua fredda per 30 minuti ed eccola pronta. Colori assortiti. Cuscino con Parasole E rimanendo in tema di bella stagione che ormai è alle porte, sempre su DMail troviamo il praticissimo cuscino con parasole, il posto ideale dove appoggiare la vostra testa durante i momenti di relax: leggere al sole diventa un piacere grazie al parasole che attenua la luminosità. Il cuscino in cotone lavabile è riempito di microscopiche palline di polistirolo e realizzato con uno speciale tessuto capace di proteggere la pelle dall’invecchiamento e dagli effetti nocivi ed invecchianti delle radiazioni UVA. Con tracolla. Sfoderabile. Per gli amanti delle 2 ruote Pista ciclabile fai da te? Nessun problema. E’ stato presentato un kit per fabbricarsi la propria pista ciclabile, con tanto di rullo, vernice e stancil con il simbolo della bicicletta. L’originale e un po’ provocatoria trovata è stata messa in commercio presso gli appositi stand ubicati all’interno della nuova Fiera di Milano nel corso della manifestazione “Fà la cosa giusta!” Se qualche interista nei prossimi mesi e numeri vorrà aggiungere qualcosa la mia posta è aperta anche a voi cari cugini… Bello il calcio, quello giocato e quello commentato da noi tifosi… siete d’accordo? Lasciamoci così con un’immagine storica quindi con tante congratulazioni e con l’avvertimento di non cullarsi troppo alla squadra nerazzurra Ciao a tutta la redazione ;-) Finalmente ce l’hanno fatta! Dopo anni di speranze nutrite sotto l’ombrellone e puntualmente deluse entro l’anno, gli interisti hanno visto la loro squadra vincere lo scudetto tanto atteso. Meritato o meno non mi interessa, so che provo per loro molte simpatia e sono contento dell’obiettivo raggiunto dalla squadra milane- Anni di attesa per una squadra di questo livello, se. con campioni internazionali tra le sue fila (sia in campo che in panchina) possono essere molto fruDevo essere sincero però: mi aspettavo una stranti, è per questo che l’Inter e i suoi tifosi indufesta più rumorosa, più evidente. Una gioia cono per la maggior parte simpatia. incontenibile insomma fatta di lacrime e gioia, canti per le strade e Anch’io mi aspettavo festeggiamenti in stile finale dei mondiali, clacson impazziti… Non dico che non ci ma in tutta verità penso che la siano stati, mami aloro gioia non sia stata affatto minore. spettavo di più dopo tutti questi anni. Voi Non è esplosa una bomba nerazcosa ne pensate? Anzurra è vero, ma io che ho frecora complimenti agli interisti quentato Milano proprio quel giorno (ehi… no io non sono interista eh) ho visto tanto orgoglio, la Fabio da Peschiera gioia di un popolo contenuta ma evidente. L’inter ce l’ha fatta! Innanzitutto apprezzo la tua sportività. Pur non essendo di fede interista (ho omesso la tua vera fede :-) ) hai fatto i complimenti alla squadra. Questo ti fa onore in un tempo in cui il calcio spesso non coincide con il fair play. Hanno fatto grandi cose quest’anno, diversi record, una squadra di grandi campioni affiatata e vincente su tutti. Qualunque sia stata la loro reazione una cosa è certa: si sono meritati tutto questo. Una hola di arrivederci al prossimo numero dalla vostra sempre affezionata. Ary Mettetevi in contatto con me anche al numero : 346.7266591 Vi aspetto nel prossimo numero!!! La probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto Se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo. Teorema di Stockmayer: Se sembra facile, è dura. Se sembra difficile, è fottutamente impossibile. Famose, efficaci, comiche nella loro realtà: sono le leggi di Murphy. Chi già le conosce le apprezzerà, per chi non le conosce è arrivato il momento giusto. :-) N.b. : alcune sono corollari derivati Da che mondo e mondo trovare parcheggio è sempre difficile! Si cercano sempre i posti più improbabili, ma questa signora americana, ha forse esagerato… La nostra Ary pensa che sia un uomo...