La svolta rock dei Linkin Park In uscita il nuovo

La svolta rock dei
Linkin Park
In uscita il nuovo
disco dei Maroon5
Blob diventa
maggiorenne
Più Space per
Andergr@und!!!
Quando si fa parte di una grande redazione e la rivista che si
pubblica mese per mese continua a collezionare grandi successi è inevitabile che l’orgoglio
galvanizzi le giovani menti in
questione facendo nascere
nuove grandi idee. Tra le tante
proposte giunte in redazione,
dopo ampie e faticose discussioni seduti davanti al Monopoli
intenti ad evitare Parco della
Vittoria e a consumare litri di
caffè, abbiamo scelto di aprire
uno spazio sul popolarissimo
MySpace.
L’indirizzo
è
ufficialmente
www.myspace.com/andergraundmagazine.
Lo spazio vanta già molti contatti illustri e meno illustri. Il tutto confluirà in un’altra rubrica molto interessante di cui non anticipiamo nulla per non rovinarvi
la sorpresa sicuramente gradita. Chiunque di voi abbia già uno spazio ci aggiunga e per noi sarà un
piacere avervi tra gli amici.
Anno 1 - numero 9
Il resto è come al solito molto succulento: non si
parla solo della golosa ricetta del Mene nazionale
ma anche delle notizie fresche fresche come il prosciutto e melone.
Direttore generale
Roberto Virgilio
Il ritorno rinnovato dei Maroon 5 nonché il ritrovato
Max Pezzali, il rock dei Linkin Park e dell’Heineken
Jammin’ Festival.
Responsabile musica
Mr Bugs!
[email protected]
Imperdibile la seconda puntata di Anderview: abbiamo incontrato per voi il simpaticissimo Joe Valeriano che ci ha parlato con molta disponibilità della
sua trentennale carriera da grande Blues man
Responsabile spettacoli
Dj HnF
[email protected]
Augurandoci di avervi incollati allo schermo del pc
vi aspettiamo per il prossimo numero che riserverà
parecchie stuzzicanti sorprese.
Responsabile rubriche
sir3n3tta
[email protected]
Una fresca ventata di allegria dalla vostra rivista
(speriamo) preferita!
Ciao e Buona lettura.
Hanno Collaborato:
Chef Mene
Betty
Valeriano
Si ringrazia per l’estrema
disponibilità:
Joe Valeriano
Servizio abbonamenti
[email protected]
Web editor
Valeriano
Redazione
[email protected]
Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
E’ vietata la riproduzione anche
parziale di testi e foto.
News...............................................pag 6
Tutte le ultime novità dal pianeta musica
La svolta dei Linkin Park.............. pag 10
Finalmente esce “Minutes to Midnight”
L’HJF cambia casa........................ pag 14
La kermesse sbarca a Venezia
Maroon5......................................... pag 16
Tornano più sexy
Anderview...................................... pag 22
Questo mese ai nostri microfoni Joe Valeriano
Max torna in sella.......................... pag 30
Dopo un “Time-out” torna Max Pezzali
Effetto San Remo.......................... pag 32
A due mesi dal Festival analizziamo le vendite
Classifiche..................................... pag 34
I dischi più venduti nelle ultime settimane
Recensioni..................................... pag 36
Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi
Testo del mese.............................. pag 40
Le parole delle canzoni più ascoltate
On the Road.................................. pag 42
I concerti più interessanti del mese
Ai - Tek......................................... pag 62
Scopri tutti i segreti della Tecnologia
Notizie dal Web........................... pag 63
Le curiosità più interessanti dalla rete
Le risposte ai vostri dubbi............. pag 63
Il suggerimento che migliora la vita tecnologica
Botteghino..................................... pag 44
Il Gioco del mese.......................... pag 64
I film più visti negli ultimi giorni
L’uscita più interessante
News.............................................. pag 45
Spuntino........................................ pag 66
Le ultime dal Festival di Cannes
Come sorprendere in cucina col minimo sforzo
Recensioni..................................... pag 46
S.O.S. Cuoco................................. pag 67
Gli ultimi film usciti in sala visti per voi
Coming Soon................................. pag 49
Casa arriverà a breve nei cinema
Telecomando................................. pag 50
Le ultime novità dal tubo catodico
Teledipendente............................. pag 52
Vent’anni a Springfield
In bianco e nero.......................... pag 61
La tv dei ricordi: Blob diventa maggiorenne
FM................................................. pag 61
I programmi più belli da seguire in radio
Chef Mene dà una soluzione ai vostri problemi
culinari
DiAry............................................. pag 68
Cosa accadeva nel mondo in questo mese
Cronache Marziane....................... pag 70
Notizie assurde ma realmente accadute
Mercatino...................................... pag 72
Curiosità, idee regalo, oggettistica varia
C’è post@ per Ary......................... pag 74
Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno
di un buon consiglio? La nostra Ary ti dà voce
Foto del Mese................................ pag 76
Il mondo raccontato per immagini
Si sciolgono i New Order
Il cammino della storica band è giunto al capolinea.
I New Order si sciolgono. Peter Hook, bassista della
storica band, nata dalle ceneri dei Joy Division, ha
annunciato oggi lo scioglimento, che in realtà
sarebbe avvenuto già qualche tempo fa. "Odio dover
mantenere i segreti troppo a lungo", ha scritto Hook
sul suo blog su Myspace, "quindi è il momento di
guardare avanti e fare altro". Nel caso di Hook,
andare avanti significa pubblicare il disco d'esordio
dei Freebass, il suo nuovo progetto musicale.Per i
New Order, tuttavia, non è il primo scioglimento: dal
1993 al 2001 la band prese una pausa indefinita,
interrotta dalla pubblicazione di "Get Ready".
Speriamo tornino anche questa volta sui loro passi.
Nuovo singolo per Madonna
La Regina del Pop pubblica online 'Hey You'
Buone notizie per tutti i fan di Madonna: infatti sta
per essere pubblicato un suo nuovo singolo. La
Regina del Pop ha registrato un nuovo brano
intitolato "Hey You" in occasione del Live Earth
Concert, il concerto per l'Ambiente, organizzato da
Al Gore, che si terrà in varie capitali mondiali il
prossimo 7 luglio.
Il singolo non avrà una release tradizionale, ma uscirà
sono sul web e i proventi del download verranno
devoluti ad associazioni impegnate nella difesa
dell'Ambiente. Madonna parteciperà all’evento che si
terrà a Londra, nella mastodontica cornice del
Wembley Stadium.
Pete Doherty solista
Crisi in casa Evanescence
Il frontman dei Babyshambles, nonché fidanzato
della top model Kate Moss, ha dichiarato all'NME
di aver completato un disco solista ed acustico. La
sua intenzione sarebbe quella di pubblicarlo entro la
fine del 2007. Pete Doherty, che si appresta a
iniziare la registrazione del secondo album coi
Babyshambles, non ha voluto fornire molti dettagli
sul suo disco solista, tranne il titolo di una delle
canzoni: "Salomé".
Dalla Parlophone,
etichetta della band
guidata da Pete,
hanno fatto sapere
che la priorità sarà
data
al
lavoro
discografico
dei
Babyshambles, ma si
sono detti disponibili
a pubblicare anche il
disco solista di
Doherty più avanti.
Il chitarrista John
LeCompt e il
batterista Rocky
Gray hanno lasciato
gli Evanescence in
seguito a varie
tensioni con la
frontwoman Amy Lee, che a questo punto rimane
sola con Tim McCord, al basso, sostituto dei già
dimissionari Will Boyd, Terry Balsamo e Ben
Moody, che lasciò il gruppo nel 2003. Nel suo blog
Le Compt ha raccontato di essere stato licenziato
da Amy Lee durante una conversazione telefonica:
"Sono stato scaricato senza ragioni, senza
preavviso e senza negozazioni". Per quanto
riguarda il batterista, le cause delle dimissioni (o del
licenziamento...) sono ancora sconosciute. Dal
canto suo, Amy Lee non dimostra ripensamenti:
"Gli Evanescence sono qualcosa che ho amato e
nutrito da quando ho quattordici anni e continuerò
a proteggere questa band come ho sempre fatto".
Negli USA scoppia il caso Lennon
In uscita un discusso documentario
Uscirà il primo di giugno in
alcune sale italiane "U.S.A.
Contro John Lennon", il nuovo
documentario targato Lionsgate e
VH1, in cui David Leaf e John
Scheinfeld ripercorrono la
metamorfosi che trasformò
Lennon da amata star del pop a
militante pacifista e a icona
ispiratrice, rivelando la verità sul
come e sul perché il governo
degli Stati Uniti abbia cercato di
metterlo a tacere. Incentrato
principalmente sul decennio
1966-1976, "U.S.A. Contro John
Lennon" pone nel giusto
contesto storico l'attivismo di
Lennon e il movimento sociopolitico che rappresentava. Fu
quello, infatti, uno dei periodi più
ribelli della storia americana,
dominato dalla guerra del
Vietnam e dalla nascita di tutta
una serie di movimenti politici
che influenzavano l’opinione
pubblica, come quello pacifista,
quello per i diritti civili e la New
Left, spingendo il popolo a
sfidavare il potere rappresentato
dalla presidenza Nixon. Il film
propone un vasto campione
delle figure più significative
dell'epoca, uomini e donne che
sono stati testimoni diretti e
autorevoli tanto di eventi
specifici quanto di un clima
generale. Tra loro figurano
attivisti politici afro-americani,
giornalisti, funzionari
dell'amministrazione Nixon,
reduci del Vietnam e ex
esponenti politici. In ogni caso
rimane proprio John Lennon la
voce predominante, la presenza
centrale e più interessante di
tutto il progetto. Con la sua
stessa musica a fare da sottile e
incisivo contraltare al racconto, il
film riesce a cogliere e a
descrivere un Lennon pubblico e
privato che probabilmente molti
spettatori non conoscono: un
giovane di principi, divertente e
straordinariamente carismatico,
che seppe rifiutarsi di restare in
silenzio di fronte all'ingiustizia.
Yoko Ono, moglie di Lennon e
anche sua collaboratrice creativa
e partner nella campagna
pacifista, ha concesso agli autori
di accedere per la prima volta ai
loro archivi privati, permettendo
loro di utilizzare materiali
audiovisivi inediti. In una serie di
approfondite interviste, inoltre,
Ono condivide i propri ricordi
personali, evocando come nessun
altro avrebbe potuto la realtà
quotidiana della coppia, le loro
speranze, la loro felicità. Frutto
di ricerca scrupolose, U.S.A.
contro John Lennon getta luce su
un capitolo poco noto della
storia contemporanea.
Nuovi progetti per Moby. Il
produttore/DJ newyorkese ha
formato una rock band per registrare
il suo nuovo album, destinato a uscire
nel 2008. La band in questione non
ha ancora un nome, ma è di matrice rock e
indica un cambio di direzione sonora per il
Little Idiot, il quale ha ammesso di essersi un
po' stancato dell'elettronica. Tuttavia, Moby è
impegnato in una serie di DJ set in Europa
questo mese, in Francia e Spagna. Dunque,
pare che l'elettronica gli serva ancora per
guadagnarsi da vivere.
Nuovo album in vista per Ben
Harper. Il cantante americano ha
annunciato che il 24 vedrà la luce il
suo nuovo disco, "Lifeline".
Registrato a Parigi, il disco - settimo
della carriera di Harper - nasce da una
session di una sola settimana e arriva a solo
un anno dalla release di "Both Sides Of The
Gun". Il disco sarà anticipato questo mese da
alcune date negli States e, forse, sarà seguito
da un tour europeo.
I Gorillaz annunciano la loro fine;
sapevamo che avrebbero avuto una
vita breve, ma speravamo che
l’incantesimo durasse un po’ di più.
Ieri Damon Albarn ha annunciato ai
microfoni di BBC Radio 2 la definitiva fine
del gruppo dei Quattro Musicisti Immaginari.
Durante la trasmissione il cantante ha
confermato che i Gorillaz realizzeranno la
colonna sonora del loro lungometraggio e
questo sarà l’ultima pubblicazione del
gruppo. “Quando abbiamo scritto il primo
album non pensavamo sarebbe stato così
popolare; non si fanno i dischi in questa
maniera, diventano dei successi solo se il
pubblico li ama”.
Il ritorno dei Backstreet Boys è
ormai ufficiale. L'ex boyband
americana ha già debuttato nelle
radio americane con il nuovo
singolo, "Happily Never After". Il
brano è il primo estratto dal seguito di
"Never Gone". Del nuovo album ancora si sa
poco o nulla: nessun titolo, ma la possibilità
concreta che la relase arrivi nei negozi già a
partire da quest'estate.
Vasco riesce sempre a stupirci, e questa volta l’ha
fatto reinterpretando niente di meno che una
canzone del grandissimo e indimenticato Lucio
Battisti. Si tratta di un brano forse tra i meno
conosciuti del suo repertorio, intitolato “La
compagnia”, tra le altre cose uno dei pochi brani di
Battisti che non portano la sua firma, che è
contenuto come b-side nel singolo del suo ultimo
successo “Basta Poco”, in vendita su cd a partire
dallo scorso 11 maggio. In realtà non è la prima
volta che il Blasco rende omaggio a Battisti; più volte
dal vivo, infatti, aveva interpretato pezzi storici del
grande cantautore italiano, come “Il tempo di
morire” o “Supermarket”, ma questa è la prima volta
che decide di incidere il risultato in un disco. Ogni
tanto capita che Vasco interpreti canzoni che si
sente addosso, come se le avesse scritte lui. Chi non
ricorda le sue versioni di “Generale” di De Gregori
o di “Amico Fragile”, eseguita al teatro Carlo Felice
di Genova in occasione del primo anniversario dalla
morte di Fabrizio De Andrè. “Sono cresciuto con
Battisti, De Andrè e De Gregori, loro mi hanno
aperto un mondo, grazie a loro ho scoperto il gusto
della parola e ho capito cosa fosse la poesia”. In un
intervista rilasciata recentemente al settimanale “TV
Sorrisi e Canzoni” Vasco spiega il motivo
per cui ha scelto di incidere un brano di Battisti e
come mai proprio quello: spiega che in realtà amava
particolarmente il pezzo già da prima di diventare un
cantante, lo trovava addirittura commovente, merito
delle parole del testo con cui, secondo lui, l’autore
riesce a fotografare alla perfezione uno stato
d’animo. Il brano parla di un uomo che, dopo aver
sofferto per amore vaga senza meta per la città, entra
in un bar e ritrova la felicità grazie alla musica e ad
una nuova misteriosa conoscenza. Anche in questo
Vasco racconta di riconoscersi, in quanto nella sua
vita molte volte ha sofferto per colpa di una donna.
E’ stato molto precoce da quel punto di vista: la
prima delusione d’amore infatti è arrivata a sei anni,
quando fu lasciato dalla figlia del padrone del bar
sotto casa che si era messa con un ragazzino arrivato
a Zocca in villeggiatura. Poi ancora a sofferto per
amore, a tredici e vent’anni, fino a quando non è
arrivata Laura, la sua attuale compagna, con la quale
sta insieme ormai da vent’anni. Nonostante non sia
stato pubblicato un nuovo album, Vasco partirà
quest’estate per un tour che toccherà tutti i maggiori
stadi italiani: sarà il 17 giugno all’HJF, il 21 e il 22
dello stesso mese a San Siro, il 27 e il 28 all’Olimpico
di Roma. E poi in luglio ancora Torino, Messina,
Bari e Ancona.
Finalmente dopo tanti mesi di attesa, annunci, smentite,
ritardi, slittamenti, ci siamo. Lo scorso undici maggio è infatti uscito nei negozi “Minutes To Midnight”, il nuovo
attesissimo disco degli americani Linkin Park. Il nuovo album arriva a distanza di oltre quattro anni dal precedente
album vero e proprio della band, “Meteora”, uscito nel lontano marzo del 2003 (nel frattempo è stato pubblicato alla
fine del 2004 "Collision Course", un EP di mash up di alcune loro canzoni in cui si sono avvalsi della preziosa collaborazione del rapper Jay-Z). Trattasi del terzo lavoro per la
band, nata nel 1996 con il nome di Xero, cambiato poi con
Linkin Park, dal nome del Lincoln Park, dove i ragazzi erano soliti ritrovarsi, a causa di una pesante assonanza con il
nome di un altro gruppo. I sei hanno raggiunto il successo
grazie a “Hybrid Theory”, il titolo del loro primo album
pubblicato dalla Warner nel 2001: un successo clamoroso
che, grazie a hit come “In the end", "Crawling" e "One step
closer", supera i 14 milioni di copie vendute in tutto il mondo! Un cantante dalla voce che suona come il Dave Gahan
epico degli anni Ottanta, un MC dalla lingua sputafuoco,
scratch ben programmati e pesanti chitarre rock ne fanno
uno degli ibridi di maggior successo del Terzo Millennio:
questa è stata la formula originale che gli ha spalancato le
porte dello show-biz. In realtà il successo non è stato poi
così immediato: dal ‘96 infatti, anno di formazione della
band, al 2001, anno di uscita del primo album, ne è passata
di acqua sotto i ponti, e di porte sbattute in faccia. La band
californiana prende le mosse dal piccolo studio casalingo
dell’MC e vocalist Mike Shinoda che – insieme all’amico
chitarrista Brad Delson – comincia a incidere il primo materiale sonoro intorno al 1996. I due incontrano poi alla high
school il futuro batterista Rob Bourdon e, più tardi, DJ Joseph Hahn, che studia illustrazione all’Art Center College di
Pasadena. Nel frattempo, mentre frequenta la UCLA, Delson condivide un appartamento con il bassista Darren
'Phoenix' Farrell che si unisce al gruppo per poi abbandona-
re durante il college e ritornare alla carica una volta finiti gli
studi. Ultimo tassello è Chester Bennington, originario
dell’Arizona, che aveva cominciato a incidere già all’età di
16 anni.
La combinazione del ricco e maestoso stile vocale di Bennington con il rapido mitragliare di rime di Shinoda definiscono il sound del sestetto che, abbandonato il primo nome
Xero, si afferma come uno dei gruppi preferiti nel circuito
dei club di L.A., fra cui ovviamente il rinomato 'Whisky'.
Dopo essersi visti rimbalzati da ben tre case discografiche,
che li ritengono un fiasco, vengono addocchiati da Jeff Blue
che fa loro firmare un contratto con la Warner Bros nel
1999. Da questo momento in poi la strada sarà tutta in discesa: il loro è un mix così particolare e vincente che non
può che far presa sul pubblico, e li porta a essere considerati, probabilmente in maniera un po’ riduttiva, i più famosi
ed eminenti rappresentanti del genere “nu metal”. Dopo
due anni di tournè, in cui hanno portato in giro per il mondo i pezzi estratti da “Meteora”, l’ultima apparizione pubblica del sestetto californiano risale al luglio del 2005 al Museum of Art di Philadelphia in occasione del Live 8. In questo lungo periodo i ragazzi hanno avuto il tempo di riposarsi e pensare al loro futuro e soprattutto alla piega che veramente desideravano far prendere alla loro musica, e ne è
nata una svolta epocale per la loro carriera. Dimenticate il
nu-metal! Questa parola non ha più senso per i Linkin Park:
“Ci sono ancora degli elementi hip-hop nel nuovo album” ha spiegato Shinoda “Ma siamo fuggiti via da tutto quello che sembrava nu-metal. Sono conscio del
fatto che abbiamo contribuito a creare il suono di un
genere, ma io odio questo genere. Molti di quei gruppi
non mi piacciono, gli altri non ne dovrebbero far parte,
come noi”. Ci va un po’ più leggero, Chester Bennington,
frontman della band, che in una recente intervista ha parlato della direzione sonora del nuovo cd, prodotto da Rick
Rubin e dallo stesso MC della band, Mike Shinoda:
"Abbiamo fatto di tutto per tenerci lontani da
alcuni suoni prevedibili che abbiamo avuto in
passato", ha raccontato il cantante. “Credo che
questo disco dimostri che ormai ci troviamo in
una posizione tale per cui quello che ci interessa di più è sperimentare. Penso comunque
che l'elemento di fondo sia una certa indole
rock che abbiamo ritrovato". Mike Shinoda aveva addirittura dichiarato che i nuovi punti di riferimento erano King Crimson, Pink Floyd e il primo
Elton John, paragoni che però ci sembrano francamente azzardati da accostare al pur validssimo lavoro del gruppo. Dopo 14 mesi di recording session serrate il chitarrista Brad Delson definisce in
questo modo il nuovo album: "è il risultato di più
di un anno di sperimentazione in studio". "Non
siamo mai stati così fieri del nostro lavoro. Ci sono
influenze hip hop, new wave, motown. E' l'album
più particolare della nostra carriera". E chi gli domanda se fossero d'accordo con una certa stampa
statunitense che ha intravisto nel loro nuovo album una possibile svolta emo, reagiscono un po’
perplessi: "Certo, è il vostro lavoro, vi capisco",
sospira divertito Mike, "Però non pensate che sia
incredibile come vi sforziate di inventare nuove
categorie per incasellare tutto? Voglio dire, uno si
adopera per fare qualcosa di originale, ed ecco che
subito salta fuori una definizione di genere pronta
ad ingabbiarti...".
Per il loro ritorno in sala d'incisione hanno deciso
di affidarsi ad un vecchio saggio come Rick Rubin
per fissare su nastro le nuove composizioni, rinunciando in parte alle comodità offerte da Pro Tools
e dai campionatori per darsi da fare con vetuste
808 e amplicatori valvolari: "Ma non vogliamo fare
di questa scelta una bandiera", precisa Brad, che
per l'occasione sfoggia una capigliatura anni '70
("Un ritorno al suo look del liceo", confessa l'amico Mike), "Per raggiungere i risultati che vogliamo
ottenere cerchiamo di percorrere tutte le strade
possibili, senza fermarci davanti a nulla. Spesso sbagliamo, e
la mattina dopo, riascoltando i mix della session precedente,
ci guardiamo domandandoci cosa sia questa schifezza.
Quando ci siamo messi a registrare i nuovi brani abbiamo
cercato di sfruttare tutto quello che avevamo per far rendere al meglio le canzoni, senza imporci di rinunciare all'analogico piuttosto che al digitale. Usavamo di volta in volta
quello che suonava meglio...". Anche per quanto riguarda i
testi l'evoluzione musicale del gruppo è piuttosto evidente,
così come l'emancipazione dagli stilemi rap metal che avevano caratterizzato le sortite precendenti della band:
"Crediamo sinceramente che questo disco sia il più complesso della nostra carriera. Musicalmente, ma anche e soprattutto dal punto di vista dei testi, molto più meditati che
in passato...". Che i Linkin Park, arrabbiati da sempre, abbiamo deciso di incanalare la propria frustrazione per dare
alle stampe un album "politico"? "Forse 'politico' non è la
parola giusta, però è vero che questo sia il nostro album più
esplicito, da un certo punto di vista. Più che 'politico', direi
di 'osservazione sociale', che è decisamente più nelle nostre
corde...". Il disco, arrivato nei negozi l'11 maggio, è stato
anticipato dal singolo "What I've Done", che ha debuttato
in radio lo scorso 27 marzo. Per il singolo è stato realizzato
un video molto particolare e con immagini molto provocatorie, che evidenziano e estremizzano la disparità dello stile
di vita registrabile tra i paesi più ricchi e quelli meno sviluppati, in cui le scene che vedono protagonista la band sono
state girate nel deserto della California.
Il ritorno dei Linkin Park sarà tutto da vedere oltre che da
ascoltare. Nella versione digitale di "Minutes To Midnight",
sarà infatti inclusa una sorpresa video per i più appassionati. Trattasi di "Season Pass", un documentario realizzato da
Joseph Hahn, membro della band col pallino del videomaking, che testimonia i tre anni trascorsi nella realizzazione
del nuovo album.
Torna finalmente
l’estate, tempo di
mare, vacanze, divertimento e soprattutto stagione
di grande musica dal vivo! Come ogni anno spetta
all’evento live più importante nel nostro bel paese
aprire le danze: parliamo naturalmente
dell’Heineken Jammin Festival, che quest’anno
compie dieci anni e per l’occasione va in trasferta e
si trasferisce temporaneamente a Venezia per una
quattro giorni di Grande Rock! L’appuntamento
dunque non è fissato come al solito nell’ormai storica sede dell’autodromo Enzo Ferrari di Imola, chiuso per lavori di risistemazione, ma al PARCO SAN
GIULIANO di VENEZIA, un’area di circa 700
ettari, e, altra sorpresa, per la prima volta il festival
avrà una durata di quattro giorni anzichè i canonici
tre a cui eravamo abituati. Considerato dai media e
dal pubblico uno dei più grandi e significativi eventi
pop-rock europei, l’appuntamento di quest’anno
sarà sempre più ricco di iniziative che intratterranno
il pubblico durante l’intera giornata. Dunque non vi
rimane che rimandare tutti gli impegni e tenervi
liberi dal 14 al 17 giugno. Così Peter Heilbron,
Amministratore Delegato e Direttore Generale di
Heineken Italia, ha commentato il successo che
questa manifestazione ha riscosso nel corso delle
diverse edizioni: “Negli ultimi 15 anni Heineken ha
conquistato un ruolo di
rilievo all’interno del panorama musicale italiano, prima attraverso il sostegno di Umbria Jazz e
poi con l’ideazione e la promozione di un evento
della portata di Heineken Jammin’ Festival, giunto
quest’anno alla decima edizione. Grazie alla competenza di Milano Concerti - nostro partner per
l’organizzazione dell’evento - e alla passione di Heineken, il festival è diventato il più importante raduno rock italiano, con oltre 1 milione di persone che
hanno assistito a 158 concerti in 23 giornate. La
decima edizione di Heineken Jammin’ Festival a
Venezia per Heineken rappresenta al contempo un
punto di arrivo e di partenza, per celebrare dieci
anni di grandi successi e, possibilmente, inaugurare
un nuovo ciclo che ci consenta di crescere in Italia e
confrontarci su scala europea.” Ed ecco anche il
commento di Roberto De Luca, Presidente del
Consiglio di Amministrazione Milano Concerti, che
organizza l’evento: “HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL nasce nel 1998 dall’idea di creare un festival italiano che sposi il modello e la filosofia dei
grandi festival europei, ma con la consapevolezza di
dover affrontare e accontentare un pubblico musicale più esigente e non ancora abituato a questo tipo
di manifestazione. Abbiamo trascorso 9 magnifici
anni a Imola, e oggi abbiamo trovato nel Parco San
Giuliano di Venezia un luogo più consono alla realizzazione dell’
Heineken Jammin’ Festival “che abbiamo sempre desiderato”, sia
per collocazione geografica che per la naturale predisposizione
dell’area a ricevere questo tipo di rassegna. Crediamo che il binomio location e cast artistico possa attrarre pubblico anche dal resto dell’Europa”.
E naturalmente anche quest’anno il cartellone è ricco di grandi
nomi importanti e interessanti. Ecco tutti gli headliner: si parte il
giovedì 14 con gli IRON MAIDEN, si prosegue venerdì con i
PEARL JAM, sabato 16 sarà la volta di AEROSMITH e gli
SMASHING PUMPKINS, per concludere domenica 17 con
VASCO ROSSI. Ma anche tutto il resto del cast è di primo livello.
14 GIUGNO: Slayer, Stone Sour, Mastodon,
15 GIUGNO: Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance,
Le Mani
16 GIUGNO: Incubus, Juliette & the Licks, The Used + Finley
17 GIUGNO: J-Ax, Fabrizio Moro, Omar Pedrini
E’ un po’ tardino ormai per procurarsi i biglietti, specialmente per
la data di chiusura del Festival, con Vasco Rossi, ma visto la grandezza dell’area, fare un tentativo non costa nulla (a parte i soldi
dell’ingresso naturalmente...). I tagliandi sono acquistabili tramite
il circuito TicketOne e presso le prevendite abituali. Il costo
dell’ingresso è di 40 € + diritti di prevendita per le singole giornate, mentre il costo dell’abbonamento per le quattro giornate è di
140 € + diritti di prevendita.
Molti sicuramente si ricorderanno di loro per l’enorme successo che avevano ottenuto nel 2004 con il loro album d’esordio
“Songs About Jane”, trainato da singoli di ottima qualità come
“Harder to Breathe”, “This Love”, “She Will be Loved” e
“Sunday Morning”, diventato un grosso tormentone anche
grazie al fatto di essere stato il tappeto musicale di diversi spot
televisivi, tra cui quello di una nota marca di gelato in vaschetta. Naturalmente stiamo parlando dei Maroon 5: quattro anni
dopo il grande successo, due Grammy Awards e un lunghissimo tour alle spalle, la band di Los Angeles guidata da Adam
Levine riprova a bissare il successo di quel fortunatissimo disco
con un nuovo lavoro intitolato "It won't be soon before long" ,
in uscita il prossimo 18 maggio: undici tracce dai suoni decisamente più dance rispetto a quello a cui ci avevano abituati, sicuramente anche queste tracce saranno particolarmente adatte
a tenerci compagnia lungo tutta la bella stagione.
Nonostante il successo li abbia travolti solo negli ultimi cinque
anni, i Maroon 5 hanno alle spalle una carriera ben più lunga
iniziata tredici anni fa con i Kara's Flower e proseguita successivamente con la formazione attuale. E questa è la dimostrazione d come a volte il Piano B può davvero dare la polvere al
Piano A. Il cantante e chitarrista Adam Levine, il chitarrista
Jesse Carmichael, il bassista Mickey Madden e il batterista Ryan
Dusick sono pronti a sostenere con forza tale ipotesi, ben vedendo come il loro primo tentativo di sfondare nel mondo della musica sia stato sì accolto e commentato con favore dalla
critica, ma nulla oltre a questo. Successivamente, il loro secondo tentativo, sotto forma di una creatura neo-soul rock di nome Maroon 5, grazie anche ad una canzone come “Harder To
Breathe” ha trasformato la storia di questi quattro ragazzi di
Los Angeles in qualcosa che ricorda la favola di Cenerentola…
Noti come Kara’s Flower, Levinee soci erano considerati le
stelline del loro liceo a Los Angeles (Dusick, amico di Levine
da quando avevano rispettivamente nove e sette anni, si era
diplomato da un paio d’anni). Eccoli lì: a 17 anni già pronti a
incidere un cd prodotto dal leggendario Rob Cavallo, già produttore di artisti del calibro di Green Day,
Goo Goo Dolls e Michelle Branch. Cosa poteva
desiderare di più dalla vita un gruppo di semi adolescenti? Ebbene: purtroppo le buone notizie finiscono qui per loro. Dopo un esito commerciale deludente del primo album, “The Fourth World”,
l’etichetta decide di scaricarli. Il Piano A andava in
fumo, lasciando i quattro ad interrogarsi sul loro
futuro. Ecco come in un’intervista rilasciata qualche
anno fa al canale musicale VH1, il frontman Adam
Levine racconta la nascita dei Maroon5: “Eravamo
in una fase tipo ‘Beh, e ora che si fa?’, e così abbiamo deciso di andarcene all’università mentre ci pensavamo su”. Lasciando Dusick e Madden a Los Angeles ad iscriversi alla UCLA, Levine e Carmichael
decidono di buttarsi negli studentati della State
University Of New York, un buon posto dove rimuginare su un Piano B. “I corridoi risuonavano di
musica gospel, e nelle camere la gente ascoltava cose
che non avevo mai preso in considerazione, come
Missy Elliott, Notorious B.I.G. e Jay-Z. Il disco di
Aaliyah era uscito proprio in quel periodo e, accidenti, mi aveva proprio messo sottosopra. Quando
penso al songwriting mi vengono in mente i Beatles,
Bob Dylan, Simon & Garfunkel – questa è la mia
educazione musicale – ma dopo l’arrivo a New York
e l’incontro con la musica black continuavo a dirmi
‘Ehi, io voglio fare questo’. Stevie Wonder è entrato
nella mia vita, e per giunta la cosa mi pareva del tutto naturale. Ho cominciato a cantare in modo differente e Jesse ha preso a suonare le tastiere: è da qui
che inizia il cambiamento”. Quando i due tornano a
vedersi con Madden e Dusick giù ad Los Angeles, le
loro prove assumono colorazioni musicali del tutto
nuovo, con una bella iniezione di inediti elementi
r&b pieni di groove nel loro esplosivo canovaccio
rock’n’roll. Con questa nuova identità musicale arriva anche un nuovo nome, Maroon 5, oltre ad un
nuovo chitarrista, James Valentine. “James è arrivato
proprio quando stavamo decidendo quale nuovo
nome darci” continua Levine, “Chiaramente non
potevamo più essere i Kara’s Flowers, dato che ci
ritrovavamo con un chitarrista in più e un approccio
musicale completamente diverso. Che poi, quando
decidi un nome per la tua band a 15 anni, è molto
probabile che quando di anni ne hai 23 questo nome
non ti piaccia più così tanto…”. Resi più forti da
questo nuovo approccio, con un nuovo suono e un
nuovo nome, i Maroon 5 attirano velocemente le
attenzioni di un bel po’ di etichette. La Octone Records, etichetta di New York che è anche un’affiliata
della J Records, mette il gruppo sotto contratto, e
nel 2001 i Maroon 5 entrano in studio sotto la guida
del produttore Matt Wallace. “Io ero intenzionato a
fare un disco al 100% funk e r&b” ricorda Levine.
“Ma devo dare merito alla gente della Octone di
averci spinto a fare un disco che fosse anche
rock’n’roll. Matt Wallace era convinto che avevamo una chimica così forte come rock’n’roll band che era davvero un peccato
sprecare questa qualità. Così siamo in parte tornati sui nostri
passi, registrando batterie suonate live sui loop campionati e
trasformando il nostro lavoro di nuovo in qualcosa di più vicino al rock, facendoci trovare quella che penso sia la nostra giusta dimensione”. Il risultato finale è “Songs About Jane”, uscito nel 2002. Ritmi funk e melodie tipicamente soul convivono
con chitarre ruggenti e un piglio in tutto e per tutto rock. In
cima a tutto questo, la voce di Levine disegna, canzone dopo
canzone, la figura dell’ex-fidanzata. “Harder To Breathe”, il
primo singolo estratto dall’album, un imponente pezzo costruito sulle parti di chitarra; ironicamente non è un pezzo su Jane.
“C’erano un sacco di pressioni su di me per farmi scrivere altro
materiale” ammette Levine. “Io sono uno che crea musica solo
quando si sente di farlo, e mi dà fastidio non poco essere obbligato a scrivere quando penso che non sia ncessario. Ma stavolta ho ben poco da lamentarmi: le insistenze degli altri mi hanno
seccato così tanto che ho finito per scrivere “This Love” e
“Harder To Breathe”, nonostante pensassi appunto che di materiale ce ne fosse già abbastanza. E invece queste due canzoni
hanno finito coll’aprire l’album”. L’album arriverà anche in
Europa solo un paio di anni dopo, riscuotendo anche qui nel
vecchio continente un po’ ovunque un enorme successo.
E adesso, a oltre quattro anni di distanza, il quintetto di Los
Angeles ci riprova con un album che spinge un po’ meno verso
il rock e un po’ più verso la dance e l’elettronica. "It won't be
soon before long" è stato presentato in anteprima ai fan nel
corso di un concerto tenutosi lo scorso 27 aprile al Rolling Stone di Milano, ed è stata anche l’occasione per parlare un po’
con la stampa di questa loro ultima fatica: "Negli ultimi anni
non abbiamo fatto nulla, siamo stati davanti alla tv ad ingrassare", scherza Levine. "No, in realtà non sono ingrassato. Dopo
un lungo tour negli ultimi due anni avevamo una gran voglia di
fare cose nuove, scrivere e tornare in studio a registrare. Ci
siamo dedicati interamente a questo disco passando momenti
belli e brutti. Questi ultimi legati in particolare al dover confrontarci continuamente: avevamo tutti idee diverse sulla direzione da prendere. Quando usci 'Songs about Jane' non avevamo molte aspettative, mentre ora ci siamo ritrovati ad affrontare molta pressione". Per questa nuova esperienza la band losangelina si è affidata a quattro produttori diversi: Mike Elizondo, Mark "Spike" Stent, Mark Endert e Matt Flynn. "Dopo la
prima session di registrazione ci siamo resi conto di avere tra le
mani il disco e ci siamo presi tutto il tempo necessario per perfezionarlo nelle parti che ci convincevano di meno. Per questo
abbiamo deciso di chiamare in studio diversi produttori a seconda delle nostre esigenze", ci ha raccontato il tastierista Jesse
Carmichael. "Inoltre avevamo veramente bisogno di un confronto oggettivo sul materiale che avevamo realizzato". Il primo singolo del disco è "Makes me wonder": "E' una canzone
che ci ha messo un sacco di tempo per uscire. Il primo demo
risale a cinque anni fa, ma è stato solo durante un viaggio a Las
Vegas che ci siamo resi conto che poteva essere il primo estratto. Ci è voluto un sacco di tempo per render buona quella canzone. Io personalmente non ci credevo. Poi l'abbiamo ripresa,
riarrangiata, aggiunto i cori, e ci è sembrato che così potesse
andare. Quanto alla scelta di farne il singolo, non è stata nostra,
Police Synchronicity
anche se noi siamo stati d'accordo. Noi abbiamo
solo fatto in modo che tutte le canzoni fossero all'altezza". Spiega ancora Levine: "Penso che questa
canzone sia divertente e ironica, ma sopratutto faccia ricordare a chi la ascolta chi siamo e che musica
facciamo, anche se poi nel disco scoprirà quanto
siamo cambiati ascoltando canzoni come il prossimo singolo 'Wake up call'; Sarà un disco molto sexy;
unisce i nostri sentimenti alla musica. Quando parlo
di sexi naturalmente mi riferisco al termine sexy non
nel senso sessuale ma nel senso più naturale del termine. Un giusto connubio tra il modo di essere, il
proprio 'feeling' e le note musicali. Credo che ci siamo riusciti alla perfezione. L'amore è ancora una
delle ispirazioni e dei temi di questo album, ma il
discorso, in questo caso, è più generale, non si fa
riferimento a nessuna storia in particolare...”. E poi
aggiunge, sempre sull’album: ”Questo è un disco era
in ballo già da due anni, ma ne abbiamo impiegato
uno per realizzarlo. Alcuni tempi era buoni altri meno per incidere, così ci siamo imposti di non aver
fretta. Una canzone prendeva anche quattro direzioni diverse, per questo dovevamo lavorarci su un po'
di più". E a chi chiede una previsione su come reagiranno i fans alle nuove sonorità espresse nel disco Levine risponde: "Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e quale sarà la reazione dei fan,
di sicuro siamo molto maturati e pensiamo di
aver fatto del nostro meglio". L’album, come già
accennato, sarà composto da 11 tracce inedite
più "Nothing lasts forever" che si rifà alla canzone di Kanye West "Heard 'Em Say", con cui Levine ha duettato nel 2005. "Kanye è un grande
artista e spero di ritornare presto a collaborare
con lui".
I piani futuri della band: tanta promozione, probabilmente un tour un po’ più capillare rispetto a
quest’ultimo tour promozionale e l’onore di aprire il concerto dei Police nella tappa del 10 luglio
a Miami. "Speravamo fosse per tutto il tour, ma
purtroppo è solo una data", ha commentato ridendo Levine. "Un solo show, ma un bellissimo
show. Per noi è un emozione incredibile, un sogno che si avvera".
Anno
1983
Nr. Pezzi
11
Edizioni
A&M Records
Synchronicity
Walking In Your Footsteps
O My God
Mother
Miss Gradenko
Synchronicity II
Every Breath You Take
King Of Pain
Wrapped Around Your Finger
Tea In The Sahara
Murder By Numbers
L’album di cui abbiamo il piacere di parlare questo mese è “Synchronicity”, del 1983, il quinto e
ultimo album inciso dai Police prima del loro
scioglimento annunciato inaspettatamente l’anno
dopo l’uscita del disco, alla conclusione del concerto tenuto a Melbourne il 3 gennaio 1984 a causa delle sempre crescenti tensioni interne, e ritenuto da molti il capolavoro della band. Tra i classici di quest'album spiccano "Wrapped Around
Your Finger" ed "Every Breath You Take", in
assoluto la canzone più famosa dei Police.
L’album però risente già delle divergenze che sono presenti all’interno della formazione, in particolar modo si sente in maniera evidente
l’antagonismo tra Sting, colto e geniale, che provoca con il suo carisma l'insofferenza di Copeland, batterista ricco di talento con le percussioni
ma tendenzialmente troppo disordinato e indisciplinato. L'album apre con “Synchronicity I”, dove
Sting deve rincorrere con la sua voce l'energia
delle percussioni: la sua voce è smorzata, concisa,
sfumata prima del termine di ogni terzina (la formula che meglio permette a Copeland di scatenarsi). Con la seconda traccia, “Walking In Your Footsteps”, compare l'altra faccia di Copeland: l'energia qui resta composta, equilibrata, delicata;
Sting si adatta ad un ruolo di secondo piano e si
limita a rifinire il tutto. In “O My God” finalmente riconosciamo il mite Summers; qui i due
separati in casa qui gli concedono addirittura un
piccolo assolo. Da “Synchronicity II” in poi è un
altro disco, di cui Sting ne è il protagonista, mentre nella prima metà era Copeland il sovrano indiscusso. Questo è un album nervoso, scontroso,
asciutto, sconnesso. Eppure è assolutamente indispensabile averlo. Qui dentro, alla rinfusa, spinti
dalla voglia di emergere ogni componente del
gruppo dà il meglio di sè. E si sente.
Seconda Puntata
Intervista a cura di: Chef Mene, Bugs e Valeriano
BRUGHERIO (Mi), 13 Maggio 07 - E’ una bella giornata oggi a Milano, il sole va e viene, il cielo è leggermente velato, ma la temperatura è piuttosto calda. Arriviamo abbastanza presto al parco Increa, dove oggi si
terrà un’esibizione del protagonista della seconda puntata della nostra rubrica “Anderview”, circa un paio
d’ore prima dello show, e intorno a noi una moltitudine di persone si gode la meritata giornata di riposo
settimanale in totale relax insieme alla famiglia o agli
amici, placidamente distesi sul prato o impegnati in
una partitella a pallone. Iniziamo a studiare il territorio
e cerchiamo la postazione ideale da cui goderci lo spettacolo. I musicisti della band sono già sul posto impegnati a montare la strumentazione. Fortunatamente si
libera un tavolo proprio accanto al palco, così decidiamo di sistemarci lì per aspettare il nostro ospite, che
dopo pochi minuti, chitarra e amplificatore in mano,
arriva sul luogo del concerto. Ci vede, ci saluta, e ci dà
appuntamento a dopo il sound check per l’intervista.
Non appena il gruppo inizia a provare un brano, una
gran quantità di gente, attirata e incuriosita dal suono
della sua musica, abbandona l’ozio domenicale e si raduna intorno al palco. Ma l’anteprima dura poco.
L’artista saluta il pubblico e dà appuntamento a tutti a
tra un’ora. Appoggiata la chitarra all’amplificatore si
dirige verso il nostro tavolo, e dopo un momento di
relax, quattro chiacchere e una birra, si accende una
sigaretta e cominciamo con l’intervista vera e propria.
L’atmosfera è molto rilassata, le risposte molto interessanti e puntuali, del resto di cose ce ne ha da raccontare uno che la musica la pratica a questi livelli da quasi
trent’anni. Il nostro ospite di questo mese infatti è Joe
Valeriano, universalmente considerato uno dei migliori
chitarristi e performer di blues in Italia. Cresciuto a
Molfetta, vicino a Bari, con la passione per il rock nel
sangue, si trasferisce giovane a Milano in cerca di lavoro, e perché no, di farsi una certa reputazione come
musicista. Nel capoluogo lombardo ha la fortuna di
incontrare un noto musicista dell’epoca, Kim Brown,
che era stato frontman di gruppi conosciuti in gran
parte d’Europa, come i Renegades prima e i Kim & the
Cadillacs poi. La leggenda racconta che, stanchi di vedersi sbattere le porte in faccia, Ian Mallet, Kim
Brown, Denis Gibson e Graham Johnson abbandonarono la loro madre patria, la Gran Bretagna, per stabilirsi in Finlandia, dove cominciarono a farsi crescere i
capelli giurando di non tagliarli più sino alla fine dell'esilio volontario. E, come se non bastasse, scelsero un
nome adeguato alla situazione: Renegades (rinnegati).
In Finlandia erano popolarissimi e le loro esibizioni al
Beat Club di Helsinky provocarono scene di isterismo
paragonabili a quelle scatenate dai Beatles. Dopo lo
scioglimento del gruppo, Kim conosce Trutz Viking, e
dà inizio ad una formazione (Kim & The Cadillacs) che
lo porterà ai primi posti di tutte le classifiche discografiche del mondo con successi che sono passati alla storia. E’ con questa formazione che Brown riceve la definitiva consacrazione anche nel nostro paese partecipando per ben tre volte al festival di Sanremo.
Finito il periodo dei revival, il gruppo si scioglie e
Kim torna a proporre la sua musica nei club, mantenendo il livello professionistico che lo ha sempre
contraddistinto e gli ha permesso di godere di un'ottima reputazione nell'ambiente musicale mondiale. E
in questo momento che Joe si unisce a lui, e per quasi dieci anni girano l’Italia suonando in importanti
locali. Quando Kim infine decide di tornare in Finlandia, nel frattempo Joe era riuscito a crearsi una
certa fama nell’ambiente, e può decidere di cominciare una nuova carriera da solista, specializzandosi
in particolar modo nei tributi a Jimi Hendrix e Stevie
Ray Vaughan, fino a diventare uno dei chitarristi
blues più importanti del nostro paese, tanto che Vince Payne (Curatore americano del Sito SRV online)
lo segnala come migliore interprete italiano del grande chitarrista texano. Come solista ha prodotto cinque album: "Elida", "Furious", "Live", "Parmarown"
e il più recente “Live al Teatro Odeon”. Numerosissimi sono gli artisti con cui ha collaborato nel corso
degli anni: Grey Johnson, Willy Murphy, James Mason, Jaime Dolce, Lach, Kevin Montgomery & Pettibone, Dan Boccuzzi, Joe Colombo, Bugo, Rino Corrieri & Giovanni Astorino (base ritmica di Caparezza). Attualmente si divide tra le sue serate e
l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole superiori.
Finita l’intervista comincia lo spettacolo; Joe e la sua
band ci danno dentro con pezzi del loro repertorio:
Hendrix, Clapton e Vaughan, ma anche classici della
storia del Rock come “Satisfaction” dei Rolling Stones. L’atmosfera è estremamente rilassante: la legge-
do la chitarra; dopo le prime lezioni, che in realtà non si possono definire nemmeno lezioni, mi accorsi che ero già perfettamente in grado di
suonare. Ma non solo io; ripeto è stata tutta una generazione che ha preso in mano le chitarre e senza studiare, ha iniziato a fare musica. Io faccio sempre l’esempio dei ragazzi d’oggi che giocano al computer o alla
playstation e sono bravissimi, se dovessimo noi provare a metterci a giocare… mentre quella è stata una generazione con una profonda passione
per la musica e che è cresciuta con la musica.
Possiamo dire che con Kim Brown e coi Kim & the Cadillacs hai
raggiunto l’apice della tua popolarità. Cosa facevi all’epoca, come
l’hai conosciuto e com’è oggi il vostro rapporto? Siete ancora in
contatto?
ra brezza della sera accarezza i volti dei numerosi
spettatori e curiosi che si sono assiepati intorno al
palco per ascoltare un po’ di buona musica; la luce
soffusa del crepuscolo e la splendida cornice ambientale hanno contribuito a rendere la serata davvero perfetta.
Diciamo prima di tutto che io non ho suonato con i Kim & The Cadillacs nel momento del loro maggior successo, io ho conosciuto Kim una
ventina di anni fa quando la sua band si era già sciolta, e poi siamo diventati molto amici finchè un giorno abbiamo deciso di suonare insieme.
Giravamo per i locali per fare sia delle serate acustiche che delle serate
elettriche; e poi ogni tanto si univa a noi anche l’altro componente dei
Kim & The Cadillacs, che si chiama Trutz Viking Groth e ci divertivamo
a suonare insieme. Siamo ancora amici; attualmente lui però si è trasferito in Finlandia dove vive suonando. Non che l’Italia non gli piacesse, è
solo che qui non aveva più lo stesso seguito che aveva in altri paesi, come in Finlandia per l’appunto, dove era conosciuto anche grazie ai Renegades, gruppo di cui faceva parte prima dei Kim & the Cadillacs. Era
famosissimo da quelle parti.
Qualche domanda da parte di alcune fan di vecchia data. Prima di
tutto cos’è cambiato per il gruppo dopo la partecipazione al Festival di Sanremo?
Diciamo che io non suonavo ancora con Kim all’epoca della partecipazione al Festival di Sanremo. Il gruppo invece partecipò tre volte, e
l’ultima sarà stata una ventina di anni fa con un pezzo che cantavano
insieme all’Equipe 84, ma io non ho partecipato a quell’edizione.
Sappiamo che all’epoca Kim Brown aveva un grosso ascendente
sul pubblico femminile. Come gestiva il rapporto con le fan? E per
gli altri componenti del gruppo era la stessa cosa?
Ciao Joe, grazie per averci concesso qualche minuto del tuo tempo prima di questa tua esibizione dal
vivo. Cominciamo. Quando è nata la tua passione
per la musica e a che età hai capito cho poteva diventare qualcosa di serio?
E’ nata nei primi anni settanta, io avevo 16 anni. Il primo contatto con la musica, specialmente in lingua inglese, è stato coi Beatles e i Rolling Stones, come per
tutti i ragazzi di quella generazione del resto. Devo dire
che abbiamo avuto una buona scuola! E appunto avendo come modello di riferimento Beatles e Rolling Stones, si iniziava a prendere in mano le chitarre e si cercava di imitarli, anche nella pettinatura e nel modo di vestirsi: è stata una vera e propria rivoluzione, specialmente al sud dove io vivevo all’epoca. Quando è iniziato a diventare qualcosa di serio...? In realtà fin da subito
è stata una cosa seria; appena ho iniziato a suonare e
vedevo che tutti mi facevano i complimenti, ho capito
che era una passione che potevo far crescere seriamente, e che forse sarei potuto diventare qualcuno suonan-
Bè, Kim era, ed è tutt’ora un uomo molto bello, biondo e soprattutto era
una rockstar e, specialmente in Italia, questo faceva molto presa sul
pubblico femminile. Era ben inserito in un certo giro, suonava spesso al
Piper, fin da quando faceva parte dei Renegades, e questo gli procurava
un certo successo con le ragazze. Per quanto riguarda gli altri componenti della band, non so dirti con precisione, anche perché all’epoca li
conoscevo solo attraverso la televisione e i giornali, però penso che avessero un certo successo anche loro, non quanto Kim, che era il frontman del gruppo, ma comunque, penso che non se la passassero male. A
chiunque sia curioso comunque consiglio di inserire su YouTube la parola Renegades, dove si trovano alcuni video dell’epoca che sono molto
interessanti.
C’è un aneddoto divertente riguardante quel periodo della tua vita
o qualcosa che ricordi con particolare piacere?
Ricordo con molto piacere che nella mia città di provincia, Molfetta,
vicino a Bari, grazie all’amministrazione di allora, arrivavano molti musicisti importanti per esibirsi, in particolar modo molti jazzisti di livello
internazionale, e in quelle occasioni ho potuto conoscere di persona e
scambiare due parole con artisti di enorme talento, come Dizzy Gillespie, Archie Shepp.
Se ti devo raccontare un’aneddoto in particolare, ti posso
parlare di quando siamo capitati dopo un concerto, nella
stessa trattoria in cui si trovava il grande batterista Danny
Richmond, che suonava con Charles Picus; io ero un ragazzino, e ricordo che lui mi fece una dedica “All The Best,
Danny Richmond”, che allora non sapevo nemmeno cosa
significasse, però mi fece tantissimo piacere ed è una cosa
che ricordo molto volentieri. Devi sapere che all’epoca, per
quanto noi seguissimo il rock, quando abbiamo avuto
l’opportunità di vedere all’opera musicisti di quel livello, ne
siamo rimasti veramente impressionati. Cme periodo ci trovavamo intorno alla fine degli anni ’70, 1977 1978 più o
meno.
E’ stato difficile dall’essere un semplice chitarrista,
riuscire a crearsi una carriera e raggiungere una certa
popolarità come solista e frontman di un gruppo che
porta il tuo nome?
Giù, al mio paese, ero piuttosto popolare, ma non abbastanza da permettermi di mantenermi grazie alla musica, e
non c’era nemmeno la possibilità di lavorare. Così una ventina di anni fa ho deciso di trasferirmi a Milano in cerca di
prospettive migliori; qui per fortuna ho conosciuto Kim
Brown e grazie a lui ho avuto la possibilità di iniziare questa
carriera. Dieci anni intensi insieme a lui mi hanno permesso
di farmi conoscere in tutta Italia come chitarrista blues e di
rock n’roll. Poi le difficoltà in Italia per chi suona questa
musica di sicuro non mancano, ma noi abbiamo la fortuna
di eseguire un repertorio che grazie a Dio piace sempre. Io
mi sono dedicato maggiormente a Stevie Ray Vaughan, a
Jimi Hendrix e a Clapton, che sono i chitarristi seguiti con
maggir attenzione dal pubblico e questo mi ha favorito un
po’. Poi ci sono molti bassisti e molti strumentisti milanesi
che sono bravi, così tutto diventa molto più facile. Ci sono
anche molti locali, anzi c’erano, perché adesso viviamo in
un periodo di crisi del live nei club. Insomma, è stato un
insieme di fattori positivi.
Sei considerato sicuramente uno degli esponenti del
blues più importanti in Italia. Come ma hai deciso di
autoprodurre i tuoi lavori? E’ una scelta di libertà artistica o una necessità dovuta al fatto che le major non
intendono investire in questo genere di musica?
Bè, sicuramente è un fatto positivo perché lascia al musicista una totale libertà artistica, però indubbiamente è anche
una necessità perché le case discografiche di sicuro non
aiutano a produrre. Questo perché quando un dicografico
decide di produrre un disco investe anche decine di migliaia
di euro nel progetto, e quindi siccome un cd di musica
blues non è sicuramente un prodotto che riesce a vendere
decine di miglia di copie, dal loro punto di vista è un atteggiamento anche abbastanza comprensibile. E così, la maggior parte dei musicisti blues sono costretti ad autoprodursi,
ma non è poi così male, anche perché noi è vero che investamo una certa somma per produrre, però poi vendendo i Molti pezzi di Parmatown e altri tuoi brani, vengono
cd direttamente al pubblico riusciamo a riassorbire trasmessi da diversi circuiti radiofonici americani. Col’investimento.
me mai in Italia le radio non hanno la stessa attenzioParliamo di Parmatown, il cd in cui per la seconda vol- ne per artisti del tuo calibro?
ta ti avvali della collaborazione di Dante Boccuzzi. E’ In Italia le radio trasmettono principalmente musica più
un disco che si discosta abbastanza dal tuo genere. commerciale. Sono poche quelle che trasmettono musica
Come mai questo cambio di rotta? Come vi siete cono- blues, come per esempio Lifegate, che da quello che so ogni
sciuti e quanto ha influito la presenza di Dante in tutto tanto trasmette qualche mio brano, oppure per esempio c’è
un’altra radio, Città del Capo di Bologna che una volta ha
ciò?
addirittura trasmesso un mio concerto in diretta, però sono
Ho conosciuto Dante in un club a Milano, io mi stavo esi- momenti che la radio dedica al blues, e sono episodi molto
bendo, e c’erano dei suoi amici che mi chiedevano di fargli isolati.
cantare una canzone. Io l’ho fatto cantare, non mi
ricordo di preciso cosa, probabilmente qualche pezzo
Il blues non è sicuramente tra i generi musicali più
diffusi in Italia. Il fatto che sia un genere particolare e
un po’ nascosto è un vantaggio o uno svantaggio per
un bluesman? Possiamo trovare qualche aspetto positivo in questa situazione?
Di positivo c’è che essendo specializzati a fare questo genere di musica, la gente ci chiama bluesmen, e quindi anche
per le nuove generazioni rappresentiamo un punto di riferimento importante. Per quanto riguarda le serate, sicuramente siamo un po’ in difficoltà, perché l’undergraund in
Italia è morto; per esempio, alle varie feste dell’Unità, a tutte le feste di piazza, non chiamano più i gruppi blues, che
vengono chiamati solamente nei locali specializzati, oppure
nei festival blues. Poi in Italia c’è un’altra difficoltà, data dal
fatto che arrivano molti musicisti americani, per questo noi
italiani siamo messi un po’ da parte nelle occasioni più importanti. Naturalmente con loro c’è un rapporto di amicizia
e di scambio culturale, però si sa come funzionano le cose
da noi, dove per certe espressioni musicali, si tende a preferire un musicista straniero ad un italiano, solo per il fatto
che l’altro è straniero.
di Clapton, e mi è piaciuta subito la sua voce. Siamo usciti a
cena insieme e abbiamo deciso di vederci più spesso e di
iniziare a provare qualche pezzo insieme. Per me era interessante avere una voce di madrelingua inglese. Io sono
sempre stato molto vicino alla musica americana più moderna, al grunge, e lui era la persona adatta per potermi far
esprimere certe scelte musicali di quel tipo, e poi il fatto di
avere un cantante americano nel disco dà al lavoro sicuramente un valore aggiunto, per lo stesso discorso che facevo
prima sulla competizione con gli artisti stranieri. Un italiano
che canta in inglese, difficilmente riesce ad avere successo
all’estero, è più facile sei sei un musicista. Molti amici miei
ce l’hanno fatta, come Joe Colombo, però per i cantanti è
più diffcile. Recentemente ho sentito cantare in inglese gli
Afterhours, che sono molto bravi, e vendono bene anche in
America, però sicuramnte non è un impresa facile.
In questa pagina: a destra Joe insieme a dante Boccuzzi e sopra la copertina del loro secondo disco
“Parmatown”. Nella pagina successiva Joe insieme a
due esponenti molto promettenti del panorama musicale italiano: Bugo e Caparezza, oltre alla copertina
del disco “La gioia di Melchiorre” di Bugo a cui Joe
Valeriano ha collaborato.
La Chitarra di Joe
Une delle cose che attira la nostra curiosità fin dal primo momento, sono gli
strani disegni presenti della chitarra di
Joe, e gli chiediamo qualche spiegazione
in merito all’origine di quei segni così
particolari:
“In molti mi hanno chiesto informazioni riguardanti la mia chitarra Squier che
uso spesso durante i concerti: è una
Squier dell’83 made in Japan, appartiene
alle prime Fender assemblate in Giappone ma con materiale americano ed è
ormai diventata molto famosa e ricercata per il suo suono vintage. Non è assolutamente da confondere con le altre
Squier. Il primo a scoprire il suo grande suono è stato Jeff Healey, che le usava spesso negli anni 80. Inoltre la mia chitarra ha un valore artistico, in quanto disegnata dal grande pittore belga Guy de Jong, che ho
avuto la fortuna di incontrare durante un mio concerto. Devo confessarvi che tra le
tante chitarre in mio possesso, è quella che preferisco di più”. (da
www.joevaleriano.splinder.com).
Guy De Jong nasce a Bruxelles il 25 marzo del 1949. Sotto l`influenza del padre, anche
lui artista, segue un corso alla Royal Accademy Of Fine Arts dove vince il primo premio per l`eccellente pittura e disegno. Nell`arco della sua carriera espone un po' in tutto il mondo e attualmente è riconosciuto da molti collezionisti importanti. E` interessato in ogni tipologia di arte espressiva, dal scultura al disegno, con cui riesce a rendere
speciale qualsiasi oggetto che abbia una superficie decorabile.
Una curiosità: cosa fai prima di un esibizione dal vivo? hobby, anche perché comunque noi siamo pagati per suonare; diciamo che è una passione che poi diventa un vero e
Dunque, la fatica principale stà nel montare e preparare gli
proprio mestiere.
strumenti, fare il soundcheck per verificare che i suoni e il
service siano buoni. Poi niente in particolare, se il posto è Hai consiglio da dare ai giovani artisti che intendono
accogliente mi preparo allo show fecendo quello che stiamo intraprendere questo tipo di carriera?
facendo adesso per intenderci, incontro gli amici, discutiaSì, per quanto riguarda i musicisti blues e tutti i giovani che
mo un po’ di musica e non solo. Io sono uno che rimane
si avvicinano a questo genere consiglio di ascoltare molto i
molto tranquillo prima di una performance, molti altri sono
vecchi padri del blues, che molte volte sono un po’ messi da
nervosi, agitati, io no, sono molto rilassato, poi, una volta
parte e ci si ricorda solo di Hendrix o di Vaughan, mentre
salito palco allora si scatena l’adrenalina e viene fuori la
per poter suonare il blues occorre veramente andare alle
grinta e la carica necessaria per portare a termine una buona
radici. Per quanta riguarda invece i giovani musicisti in geesibizione.
nerale, bisogna essere in grado subito di riconoscere se oltre
Nella tua vita ti sei guadagnato da vivere in molti mo- alla passione, che è fondamentale, ci sia anche del talento,
di: per esempio sei stato animatore, e tutt’oggi insegni altrimenti, se uno non sa suonare è meglio che la musica la
tedesco ai ragazzi delle scuole superiori; come vivi al- ascolti e basta. Però se un pizzico di talento c’è, e ripeto, si
lora la musica? Come un lavoro o più come un hobby? ha una grande passione, allora occorre veramente sacrficarsi e dedicare parecchio tempo alla musica. Molte volte ci
Bè, come ho già detto, per prima cosa la musica dev’essere
sono alcuni ragazzi che iniziano a suonare senza un reale
una passione, perché senza quella non si va da nessuna parinteresse, ma solo come passatempo o per potersi atteggiare
te. Poi chiaramente è diventato un vero e proprio lavoro
con gli amici: questo un’approccio che sicuramente non è
perché ti devi organizzare, devi dedicargli parecchie ore al
molto produttivo.
giorno, devi scegliere i tuoi collaboratori e devi fare in modo che le cose siano non dico perfette, ma almeno adatte Grazie Joe per il tempo che ci hai dedicato, e buona
per portare avanti nel migliore dei modi il concerto. Quindi esibizione!
un hobby no, perché a questi livelli non può essere solo un
Sappiamo che i tuoi punti di riferimento musicale sono sicuramente Hendrix e Vaughan, ai quali hai anche dedicato
un disco. Però sfogliando l’elenco delle tue collaborazioni
vediamo che hai suonato con artisti che praticano generi
anche molto diversi dal tuo, come per esempio Bugo. Qual
è il tuo rapporto con gli altri generi musicali? Cosa ti piace
ascoltare oltre il blues?
Bè, a me piace ascoltare tutta la musica. Sono sempre vicino in
particolar modo a chi è giovane e fa della musica nuova. Bugo,
per esempio, veniva da me per imparare a perfezionare un po’ il
modo di suonare, però non avevo capito che questo ragazzo aveva anche delle grandi capacità creative; poi quando lui mi ha fatto
sentire i suoi primi brani mi sono molto piaciuti. D li sono nate
alcune collaborazioni, anche perché c’erano i presupposti per
fare qualcosa di importante a livello nazionale, lui alle spalle ha anche una grossa
casa discografica, la Universal. In particolar
modo abbiamo lavorato insieme ad un
progetto acustico, un cd intitolato “La
Gioia di Melchiorre” in cui io suono e lui
canta C’è anche una canzone dedicata a
me, “Se avessi cinquant’anni”, che è molto
bella. In generale comunque il cantautorato italiano mi piace
molto. Ascolto De gregori, De Andrè, Tenco, Guccini… adesso
non vorrei dimenticare qualcuno. Quasi tutti i cantautori italiani
comunque sono bravi, in particolar modo apprezzo Tenco, anche perché lo ascoltavo fin da quando ero giovane, nonostante
fossi già un convinto seguace del rock.
Per saperne di più su Joe Valeriano:
www.joevaleriano.com
www.myspace.com/joevaleriano
www.joevaleriano.splinder.com
quello di Max Pezzali poi, è stato fin da subito un fenomeno sorprendente e che non ha
subito cali o flessioni nel corso degli anni.
Questo grande affetto da parte dei fan è dovuto essenzialmente al fatto che i loro testi
sono scritti in un linguaggio semplice ma diretto ed efficace, e raccontano storie comuni
ai giovani di allora, in cui i ragazzi di ieri come
quelli di oggi riescono ad identificarsi e a ritrovarsi. Questo perché hanno sempre raccontato in maniera chiara e con lo stesso linguaggio usato per la strada le storie e i problemi che hanno vissuto in prima persona, storie
semplici, di tutti i giorni, di semplici ragazzi
cresciuti in provincia, con la preoccupazione
di come far passare la serata, degli infiniti giri
in macchina e di come riuscire a sopravvivere
con in tasca solo dieci mila lire.
Il ragazzo di allora ormai non c’è più, ma
all’età di quasi quarant’anni Max Pezzali non
ha cambiato il modo semplice e immediato di
comunicare col suo pubblico ed è questo uno
dei motivi che lo riconfermano come uno
degli artisti italiani più apprezzati dai giovani
in assoluto. Sul nuovo album ancora non si
hanno informazioni precise, a parte che naturalmente tutte le canzoni sono scritte da Max
Pezzali e prodotte da Claudio Cecchetto e
Pier Paolo Peroni. In ogni caso siamo sicuri
che anche questa volta Max, come sempre,
non deluderà i suoi numerosi ammiratori e
continuerà a raccontare la vita con la semplicità e la spontaneità di sempre.
Ci siamo! Per tutti i numerosi fan di Max Pezzali
l’attesa è finita. Il 25 maggio infatti verrà pubblicato
l’attesissimo nuovo album intitolato “Time Out”: un
nuovo lavoro che arriva a circa due anni di distanza
dalla pubblicazione del CD-DVD “Tutto Max”, una
raccolta di brani indimenticabili che ripercorre la
storia di Max Pezzali, dagli 883 alla carriera solista.
Una carriera solista iniziata nel 2004 con “Il Mondo
Insieme a Te”, album che ha segnato l’abbandono
definitivo da parte di Max del marchio 883.
In realtà però la sua carriera solista era già iniziata
molto prima, circa dieci anni addietro, quando nel
1994 Mauro Repetto, l’altra faccia degli 883, l’alter
ego di Max Pezzali all’interno della formazione, abbandonò il gruppo per cercare di inseguire il suo
sogno e appagare le sue ambizioni cinematografiche.
Da quel momento in poi verranno pubblicati diversi
altri album e raccolte sotto il nome 883, ma ormai
vero e proprio componente unico del gruppo, rimaneva solo Max Pezzali. Il successo degli 883 prima e
I fan di Max avranno un’unica imperdibile
occasione per ascoltare, per la prima volta dal
vivo i brani del nuovo album, “TIME OUT”:
un grande appuntamento live, il 29 maggio
2007 all’Alcatraz di Milano, in cui l’artista presenterà al suo affezionatissimo pubblico le
canzoni del suo nuovo lavoro. Quella del 29
maggio all’Alcatraz sarà, per il momento,
l’unica data live dell’artista italiano, e sarà
l’anteprima del “MAX 2007” tour, che porterà Max nelle principali città della penisola a
partire dal prossimo autunno. Quindi se non
avete l’opportunità di assistere all’anteprima
del 29 non disperate, quanto prima Max arriverà anche nella vostra città.
Ormai tutto tace. A distanza di
quasi tre mesi dalla chiusura della
57a edizione del Festival della
Canzone Italiana, le polemiche, i
clamori e le voci si sono completamente dileguate, e già si pensa a
preparare la prossima edizione, a
scommettere su chi sarà il prossimo conduttore, e anche il pubbli-
co ha archiviato la pratica, e, così
come le radio hanno smesso di
trasmetterle, anche gli ascoltatori
hanno ormai dimenticato le canzoni che ci hanno martellato le
orecchie per diverse settimane. E
se io ora vi chiedo come fa o chi
cantava la canzone vincitrice,
scommetto che quantomeno vi
Simone Cristicchi
Piero Mazzocchetti
Al Bano
Fabrizio Moro
Daniele Silvestri
Paolo Meneguzzi
Zero Assoluto
I Facchinetti
Velvet
Altro
dovreste prendere una bella pausa
di riflessione prima di dare una
risposta. E a giochi ormai conclusi, ci sembrava il caso di fare il
punto sulla situazione vendite, per
verificare chi è il vincitore reale del
Festival. Vi avevamo chiesto un
parere a proposito, e molti di voi
si sono trovati d’accordo nello
scommettere sul campione effettivo del Festval, Simone Cristicchi,
seguito da Al Bano e via via da
tutti gli altri più o meno allo stesso
livello. Nella realtà il disco di Cristicchi è andato abbastanza bene,
ma c’è a chi andata meglio, come
alla rivelazione Fabrizio Moro il
cui singolo Pensa è stato diverse
settimane primo in classifica. Bene
anche La Paranza di Silvestri, Zero
Assoluto e Meneguzzi. Per quanto
riguarda gli album, quelli che hanno ottenuto maggior successo sono stati sicuramente gli Zero Assoluto, forti di un disco pieno zeppo di successi che sono stati la
colonna sonora degli scorsi mesi.
Bene Meneguzzi e Cristicchi. Benino anche Silvestri. Praticamente
non pervenuti tutti gli altri. Ci risentiamo in occasione della prossima edizione del Festival!
THE BEST DAMN THING - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG
CALL ME IRRESPONSIBLE - Michael Bublé - (Reprise) W.M.I.
VICKY LOVE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal
NESSUNO è SOLO - Tiziano Ferro - (Capitol) EMI
SOUNDTRACK 96-06 - Elisa - (Sugar) W.M.I.
COMO AMA UNA MUJER - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG
TWELVE - Patti Smith - (Columbia) Sony BMG
Appena uscito il nuovo
album di Avril Lavigne
si piazza in vetta alla
classifica dei dischi più
venduti in Italia e staremo a vedere se i Linkin
Park, il cui cd è uscito la
scorsa settimana, riusciranno a sottrarle il tanto
sudato primato. Bene
anche il suo primo estratto, “Girlfriend”, che
a distanza di parecchie
settimane dall’uscita si
mantiene nei piani alti
della single chart, aggiudicandosi un ottimo
quinto posto. Missione
compiuta dunque per
Avril Lavigne.
SAY IT RIGHT - Nelly Furtado - (Geffen) Universal
BEAUTIFUL LIAR - Beyoncé & Shakira - (Columbia) Sony BMG
GRACE KELLY - Mika - (Island/Time) Universal/Self
EVERYTHING - Michael Bublé - (Reprise) W.M.I.
GIRLFRIEND - Avril Lavigne - (RCA) Sony BMG
QUE HICISTE - Jennifer Lopez - (Epic) Sony BMG
PENSA - Fabrizio Moro - (La Ciliegia) W.M.I.
LOOSE - Nelly Furtado - (Geffen) Universal
TI SCATTERO’ UNA FOTO - Tiziano Ferro - (EMI/Capitol)
HANDFUL OF SOUL - Mario Biondi - (Schema) Family Affair
PASSIONE - Neffa - (Ariola) Sony BMG
FAVOURITE WORST NIGHTMARE - Arctic Monkeys - (Domino) Self
LA PARANZA - Daniele Silvestri - (Epic) Sony BMG
IO CANTO - Laura Pausini - (Atlantic) W.M.I.
MUSICA - Paolo Meneguzzi - (Around The Music) Sony BMG
HITMANIA CHAMPIONS 2007 - Vari - (Universo/Hitmania) Sony BMG
TI REGALERO’ UNA ROSA - Simone Cristicchi - (Ariola) Sony BMG
LENTO VIOLENTO - Gigi D'Agostino - (Media Records/Noisemaker) Edel
JOY - Giovanni Allevi - (Ricordi) Sony BMG
APPENA PRIMA DI PARTIRE - Zero Assoluto - (Universo) Sony BMG
PIA COME LA CANTO IO - Gianna Nannini - (Polydor) Universal
L'ALBA DI DOMANI - Tiromancino - (Deriva Production) EMI
Nella classifica singoli
ottimo exploit per Nelly
Furtado, presente con
ben due singoli: è al primo posto col suo ultimo
estratto “Say it Right”,
ma è anche presente al
15 posto con “Give it to
me”, brano in cui si avvale della partecipazione
di Timberland e Justin
Timberlake.
ALICE - Studio 3 - (New Music) Edel
WITH LOVE - Hilary Duff - (Virgin) EMI
GIVE IT TO ME - Timbaland/Furtado/Timberlake - (Interscope) Universal
SHE'S MADONNA - Robbie Williams - (Capitol) EMI
SHINE - Take That - (Polydor) Universal
B'DAY (DELUXE EDITION) - Beyoncé - (Columbia) Sony BMG
ALL AROUND THE WORLD - Lionel Richie - (Island) Universal
HOT PARTY SPRING 2007 - Vari - (Universal)
FONDANELA - Momo - (Juxtap Entertainment) Sony BMG
MADE IN JAPAN 25TH ANNIVERSARY - Deep Purple - (EMI)
LASCIA STARE - Biagio Antonacci - (Iris) Universal
Linkin Park Minutes to Midnight
dire: tutti felici e contenti, capitolo chiuso.
W a rner b ro s
Anzi, probabilmente i
fan di vecchia data
che immagino essere
dei cultori del numetal di cui i LP sicuramente erano gli
esponenti più importanti, di sicuro saranno rimasti un po’
spiazzati all’ascolto di
‘Minutes to Midnight’. Non che i LP
siano diventati una
boy band sforna motivetti da classifica,
anzi tutt’altro, il loro
rock è di classe, piacevole e con arrangiamenti ben curati, ma
Lo avevano ampiamente prean- innegabilmente è molto più morbinunciato questo cambio di rotta, do e melodico che n passato. Pered effettivamente questo puntuale sonalmente questa nuova veste dei
si è verificato; Ciò però non vuol Linkin Park , più impegnata e in12
trospettiva e dai suoni un po’ meno chiassosi, a me non dispiace
affatto. Se avete letto l’articolo
avrete notato come i componenti
del gruppo abbiano scansato la
classificazione del loro disco sotto
il genere Emo, però, in alcuni pezzi una certa affinità con gruppi
come Something Corporate o My
Chemical Romance è innegabile. A
questi pezzi si alternano ballate
rock molto toccanti come
“Shadow of the Day” o
“Valentine’s Day”. In altri pezzi
come “No More Sorrow” tenta di
riemergere qualche rimasuglio di
nu metal, ma rimangono episodi
isolati. In “Hands Held High”
l’anima hip hop del gruppo si fonde perfettamente a suoni rock
molto melodici. Nonostante i puristi non ameranno la svolta del
gruppo, il disco a me piace e contiene brani di ottimo rock, vari e
ben curati. Promossi.
Dolores O’Riordan Are you Listening?
12
Ede l
Tutti abbiamo conosciuto e apprezzato le magnifiche
capacità di questa straordinaria artista all’epoca dei
Cranberries. Ora, a distanza di oltre quattro anni
dallo scioglimento della band, Dolores O’Riordan
tenta finalmente la carriera solista, e lo fa col suo
nuovo album “Are You Listening?”, una raccolta di
dodici inediti di genere piuttosto vario, in cui il filo
conduttore del discorso rimane la sua bellissima e
unica voce, pulita e cristallina. Per quanto rigurda le
atmosfere che si respirano all’interno del disco, in
realtà dall’epoca dei Cranberries non molto è cambiato; la formula vincente infatti è sempre la stessa: a
ballate malinconiche, intense e dalle tinte un po’ grigie, si alternano canzoni dal suono più tipicamente
folk e pezzi rock dalle chitarre piuttosto potenti. I
testi invece sono molto più personali che in passato,
e raccontano di cambiamenti ed episodi capitati nella
vita privata dell’artista, come il matrimonio, la nascita
di un figlio o la perdita di una persona cara. Ma nien-
te di rivoluzionario o sconvolgente rispetto a quello
che avevamo già sentito. Per questo motivo, se eravate dei fan dei Cranberries, molto probabilmente
apprezzerete anche questo lavoro, che comunque
rimane un buonissimo album.
Joe Valeriano Live - Teatro Odeon
9 ( 12)
Slide Ind. Music
Questo album sicuramente non
rispecchia lo stile di Joe Valeriano a cui di solito siamo abituati,
acuto e graffiante, ma è indubbiamente un tributo live di enorme valore. Registrato al Teatro
Odeon di Molfetta, città a cui
Joe è molto legato, in quanto è il
posto dove è nato e cresciuto e
dove si è formato musicalmente,
questo CD si avvale anche di
grandi collaborazioni artistiche,
come ad esempio quella di Giovanni Astorino (al basso) e Rino
Corrieri (alla batteria), noti
nell’ambiente per essere la base
ritmica nel gruppo di una altro
illustre concittadino di Joe Vale-
riano, Caparezza. Vengono riproposti in chiave sapientemente
riarrangiata brani famosi di Eric
Clapton, Bob Dylan e ovviamente Jimi Hendrix e Stevie Ray
Vaughan a cui Joe si ispira da
sempre. Particolare la traccia
numero 5, dove senza interruzioni 3 canzoni e un assolo di chitarra vengono riproposti senza
tagli, inframezzati dai racconti
dall’artista Blues. Assolutamente
da NON perdere il brano-cover
“Have you ever seen the rain?”.
Un cd particolarmente adatto
agli amanti del genere e anche a
chi si accosta per al prima volta
al blues.
Michael Bublè Call Me Irresponsible
Michael Bublé ha fatto fortuna con un misto di tradizione e attualità, swing e pop, in chiave contemporaneamente retrò e ironica, che commercialmente parlando rende un sacco. E anche questo suo terzo album, come logico e immaginabile del resto, ripete la
formula consolidata che abbiamo già iniziato a conoscere nei suoi precedenti lavori. Cioè una serie di
brani della tradizione americana rivisitati con classe,
ma (volutamente) senza troppa modernità; e poi
qualche pezzo rock reinterpretato nel modo in cui lui
sa fare, riconfermandosi uno dei crooner più capaci
presenti sulla piazza al momento. E poi non possono
mancare un paio di inediti, eleganti, orecchiabili e di
buona fattura, come il piacevolissimo “Everithing”,
sicuramente uno dei suoi brani più riusciti in assoluto. Per concludere, anche questa volta Bublè ha fatto
il suo bravo compitino, e l’ha fatto molto bene; del
resto ha trovato la formula vincente, la gallina dalle
uova d’oro, e da lì non ci si schioda; però noi ancora
ci aspettiamo che dimostri qualcosa di più, ci aspettiamo un disco tutto suo, ci aspettiamo di scoprire
che quei begli inediti che inserisce nei suoi album
non siano solo momenti isolati. Coraggio, stupiscici!
12
Warner Music
Patti Smith Twelve
Travis The Boy With No Name
radiofonico sempre più
stantio dominato da i
Sony BMG
classici pezzi da hit
parade, era una sorta di
avvertimento, ma questo
"The Boy With No Name" spiazza in una maniera quasi indecente già dalle prime note della sontuosa "3 Times And You
Lose", rimando alle cose
migliori del best seller
"The Invisibile Band"
grazie alle sue atmosfere
acustiche delicate e sognanti. Totale inversione
di marcia, però, già con la
successiva "Selfish Jean",
sicuro marchio a fuoco
sull'estate 2007, che sfo"Closer", diamante pop di assoluto dera una melodia pop ‘n roll di
valore incastonato in un palinsesto sontuoso impatto; inizia richia11
mando vagamente l'Iggy Pop di
'Lust For Life', poi va da tutt'altra
parte, recuperando una vitalità ed
una positività che mancava ai Travis addirittura da "Good Feeling".
"Colder" è l'ennesima, bellissima
canzone, su una batteria come
soffocata e lontana e un sorprendente intermezzo di armonica.
"New Amsterdam" chiude alla
grande ma in maniera sommessa,
quasi impercettibile. Un grande
lavoro questo per i Travis, una
band spesso sottovalutata, da molti considerata finita; questa è la
loro risposta: l'ennesima gemma di
elegantissimo pop offerta da un
gruppo che ci ha abituati benissimo e statene certi, continuerà a
farlo per molto tempo. Probabilmente uno dei loro miglior album.
Eccellente.
Sul talento e sulla classe di un’icona
Numero Pezzi
come Patti Smith (alcuni dei suoi
Edizioni
pezzi io li amo alla follia) penso che
nessuno abbia niente da obbiettare. Bugs
Fatta questa doverosa premessa,
devo anche aggiungere che questa
moda di rileggere brani storici portati al successo da altri artisti, di
solito mi lascia un po’ perplesso;
come si può avere la presunzione di
pensare di poter reinterpretare un
brano altrui aggiungendo qualcosa
in più rispetto a quello che ci ha
messo l’artista che l’ha partorito.
Sicuramente l’intento della Smith
non era questo, ma quello di rendere omaggio ad artisti e canzoni per
lei importanti per la sua crescita
professionale e spirituale. Operazione che in alcuni casi può risultare suggestiva, in altri
però un po’ azzardata, come quando si tenta di rivisitare un pezzo tra i più noti dei Nirvana o di Bob Dylan.
Nel videoclip
di Basta Poco il Blasco
non compare: la storia è affidata a tre personaggi in 3D disegnati
da Luca Rossi (figlio 15enne di Vasco): Piernitro, il
suo socio Caleb e il fratellino Junior, che si muovono
tra attori veri. Comparsi per la prima volta sulla noncopertina del brano (inizialmente uscito solo in versione digitale, hanno ispirato a Enrico Brizzi, noto
autore e regista dei vari “Notte Prima degli Esami”
la sceneggiatura del video, che presto diventerà anche
un fumetto. E' la prima volta che Vasco Rossi non
2007
N.p.
Inte rsc op e
Ve lo ricordate Robin Thicke? Quattro anni fa diede
alle stampe “A beautiful world”, il suo primo lavoro
a nome Thicke che trainato dal singolo “When I get
you alone”, riscosse successo in tutto il mondo. Certo, fisicamente era quasi irriconoscibile, capelli lunghi, barba incolta, vestiti trasandati, nel suo video si
aggirava per le strade di New York facendo acrobazie e evoluzione al limite della legge. Per gli amanti
del gossip e di questo genere di curiosità, Robin è
figlio di Alan Thicke, produttore televisivo ed interprete del padre di famiglia Jason Seaver nella storica
serie tv “Genitori in blue jeans”. In realtà Robin Thicke era un nome già noto nel mondo della musica
statunitense avendo composto brani per artisti come
Usher, Mary J. Blige, Michael Jackson e Christina
Aguilera. Oggi l’artista torna con il suo nome completo per presentare il suo secondo lavoro intitolato
“The evolution of Robin Thicke”. Prodotto e scritto
dallo stesso cantante (con l’eccezione di “Wanna
love U girl”, prodotta dai Neptunes), il disco si presenta come un efficacissimo e godibilissimo concentrato di R&B, soul e pop, adatto a qualsiasi situazione e a tutti gli stati d’animo. Veramente un bel lavo-
Sony BMG
Vasco Rossi Basta Poco
Robin Thicke The Evolution of Robin Thicke
16
Patti Smith, la sacerdotessa del
rock, torna in uno studio di incisione tre anni dopo il suo ultimo
Betty album, il discusso “Trampin”. Riprendendo un progetto che aveva
nel cassetto da quasi trent'anni e la
bella abitudine di re-interpretare
altri autori, stavolta Patti Smith
sforna un disco integralmente costituito da cover. Dodici canzoni,
"Twelve" appunto, filtrate attraverso la sua anima e che curiosamente
spaziano tra gli estremi non solo
temporali di Jimi Hendrix ("Are
You Experienced?") e i Tears For
Fears ("Everybody Wants To Rule
The World"), scivolando su perle
di eterna bellezza ora con delicatezza ("Helpless" di Neil Young),
ora con emozione ("Pastime Paradise" di Stevie Wonder), senza dimenticare la grandezza di autori come
Bob Dylan e Paul Simon. Incredibile!
12
compare in un suo video. La spy story che raccontano è paradossale ma non troppo: Piernitro, Caleb e
Junior sono dei piccoli
sabotatori innati dello
status quo. Alla tv scorrono immagini di ordinaria e triste Italia catodica? Basta poco: due
dita ficcate nella presa e
il televisore si spegne.
Da quì partono tutta
un’altra sere di avvenimenti: da vedere.
Just Jack Starz in their eyes
4
ro, completo, piacevole, elegante (e cosa da sottovalutare non le solite 10 stiracchiatissime tracce, ma
ben 16 brani di autentica evasione), arricchito da
alcune interessantissime collaborazioni illustri come
quelle con Faith Evans, Lil’ Wayne e Pharrell Williams. Adatto a tutti, anche a coloro che non amano
alla follia le atmosfere soul e R&B questo disco può
rivelarsi una piacevole e inaspettata sorpresa.
Jack Allsopp
è un DJ, ex
breakdancer,
da
sempre
molto vicino al mondo dei party londinesi ed alla
cultura dance. In realtà la musica che produce sotto
le spoglie di Just Jack è un incontro fra questo tipo di
cultura ed influenze provenienti dall’hip-hop, dal
funk e dal pop. Just Jack è stato da molti paragonato
Universal
ad una versione dance del
conterraneo Mike Skinner
(The Streets). Un ottimo
disco il suo nuovo lavoro
“Overtones”, come si può
evincere dal suo ultimo
singolo “Starz in their
eyes”, che è già un tormentone.
LINKIN PARK
IRENE GRANDI
What I’ve Done
Bruci la Città
Linkin Park
Minutes To Midnight
Irene Grandi
Sony Bmg
Irenegrandi.hits
In this farewell,
There is no blood,
There is no alibi,
Cause I’ve drawn regret,
From the truth,
Of a thousands lies,
So let mercy come and wash away…
What I’ve Done,
I’ll face myself,
To cross out what I’ve become,
Erase myself,
And let go of what I’ve done…
Put to rest,
What you thought of me
While, I clean this slate,
With the hands,
Of uncertainty,
So let mercy come,
And wash away…
What I’ve Done,
I’ll face myself,
To cross out what I’ve become,
Erase myself,
And let go of what I’ve done…
For what I’ve done,
I start again,
And whatever pain may come,
Today this ends,
I’m forgiving what I’ve done…
I’ll face myself,
To cross out what I’ve become,
Erase myself,
And let go of what I’ve done…
(Na, Na, Na)
What I’ve Done,
What I’ve Done,
Forgiving what I’ve done…
In questo addio,
Non c’è sangue,
Non ci è alibi,
Perchè io ho disegnato il rammarico,
Dalla verità,
Di un migliaio di bugie,
Così lascia la misericordia venire e lavare via…
Warner music
Dopo anni di attesa finalmente per
la gioia di tutti fan esce il nuovo
disco dei Linkin Park intitolato
“Minutes to Midnight”, che è anticipato dal singolo “What I’ve Done”, n radio già da qualche settimana.
Cosa ho fatto,
Mi affronterò,
Per cancellare in cosa mi sono trasformato,
Cancellarmi,
E lasciare andare quello che ho fatto…
E tutti quei ragazzi come te non hanno niente
come te e io non posso che ammirare
non posso non gridare che ti stringo sul mio cuore
per proteggerti dal male che vorrei poter
cullare il tuo dolore il tuo dolore
Messo per restare,
Che cosa avete pensato di me
Intanto, pulisco questa lavagna,
Con le mani,
Di incertezza,
Così lascia la misericordia venire,
E lavar via…
Muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo
esplodano le stelle esploda tutto questo
muoia quello che è altro da noi due
almeno per un poco almeno per errore
Cosa ho fatto,
Mi affronterò,
Per cancellare in cosa mi sono trasformato,
Cancellarmi,
E lasciare andare quello che ho fatto…
Per quello che ho fatto,
Comincio ancora,
E qualsiasi dolore possa venire,
Oggi questo si conclude,
Sto dimenticando quello che ho fatto…
Mi affronterò,
Per cancellare in cosa mi sono trasformato,
Cancellarmi,
E lasciare andare quello che ho fatto…
(Na, Na, Na)
Cosa ho fatto,
Cosa ho fatto,
Dimenticando cosa ho fatto…
Cosa ho Fatto
Bruci la città e crolli il grattacielo
rimani tu da solo nudo sul mio letto
bruci la città o viva nel terrore
nel giro di due ore svanisca tutto quanto
svanisca tutto il resto
Irene Grandi torna nei negozi di
musica con un’imperdibile raccolta di successi intitolata
“irenegrandi.hits”, un doppio cd
che, tra i suoi tanti successi, contiene anche il piacevolissimo inedito “bruci la città”, accompagnato
da un video molto particolare realizzato su second life.
e tutti quei ragazzi come te non hanno niente
come te e io vorrei darmi da fare
forse essere migliore
farti scudo col mio cuore
da catastrofi e paure
io non ho niente da fare
questo è quello che so fare
io non posso che adorare
non posso che leccare
questo tuo profondo amore questo tuo profondo...
Io non posso che adorare questo tuo profondo.
Justin Timberlake Futuresex/Loveshow World Tour
Milano, DatchForum
Dove
Quando
1 giugno
Biglietti
Ticketone.it (da 41,40)
Info
D’Alessandro e Galli
Arriva finalmente in Italia per unica imperdibile data nel nostro paese l’idolo delle più giovani, la star del pop Justin Timberlake. JT sarà accompagnato da una band di 14 elementi
più alcuni ballerini e si esibirà su un palco 'in the round': il
palco sarà posizionato al centro della struttura in modo tale
da permette un’ottima visuale ad ogni posto grazie anche
all’ultima soluzione visiva multimedia a 360°! Imperdibile!
Chris Cornell
White Stripes
24/05 Milano, Alcatraz
06/06 Roma, Tendastrisce
07/06 Milano, Idroscalo
Elton John
05-06/06 Venezia, Piazza San Marco
Max Pezzali
29/05 Milano, Alcatraz
Vasco Rossi
13/05 Latina, Stadio Comunale
17/05 Venezia, HJF
21-22/05 Milano, Stadio Meazza
27-28/05 Roma, Stadio Olimpico
03/06 Torino, Stadio Delle Alpi
07/06 Messina, Stadio San Filippo
10/06 Bari, Satadio San Nicola
14/06 Ancona, Stadio Del Conero
30 Seconds to Mars
Sunrise Avenue
21/05 Milano, Alcatraz
Marilyn manson
28/05 Milano, PalaSharp
29/05 Firenze, Mandela Forum
Laura Pausini
02/06 Milano, Stadio Meazza
Muse
30/05 Firenze, Piazza Michelangelo
Paolo Nutini
06/06 Milano, Rolling Stone
07/06 Pisa, Metarock
14/06 Milano, Alcatraz
Queens of The Stone Age
Chemical Brothers
Tori Amos
15/06 Milano, Idropark
16/06 Roma, Palalottomatica
28/05 Roma, Teatro Sistina
30/05 Firenze, Teatro Verdi
31/05 Milano, Teatro Smeraldo
Iron Maiden
18/06 Milano, Transilvania
14/06 Venezia, HJF
20/06 Roma, Palalottomatica
The Who
Mario Venuti
Red Hot Chili Peppers
17/05 Roma, Blue Cheese
28/06 Udine, Stadio Friuli
11/06 Verona, Arena
Al via il Festival di Cannes
Hollywood al completo, Italiani grandi esclusi
Spider-Man 3
2
€ 2,204,490
L'uomo dell'anno
1
€ 405,457
Notturno Bus
€ 256,800
Mio fratello è figlio unico
1
4
€ 255,372
Epic Movie
3
€ 250,864
Number 23
€ 250,864
Le Colline hanno gli occhi 2
€ 203,785
Le vite degli altri
€ 149,495
La vie en rose
€ 138,454
Svalvolati on the Road
3
1
6
2
4
€ 105,373
Box Office del weekend di Pasqua, dal 11/05/2007 al 13/05/2007
Settimana e periodo in generale che continua a
rimanere un po’ morto per i poveri gestori delle
sale cinematografiche. Meno male che c’è Spiderman, che oltre a salvare il mondo anche questa settimana si è messo al servizio del box
office per cercare di risollevare un po’ gli incassi deludenti di questi ultimi mesi. Bene spiderMan, che naturalmente per la seconda settimana si riconferma al primo posto coi suoi bei più
di due milioni di incasso. Dopo di lui una voragine. Infatti il film secondo in classifica si ferma
a poco più di quattrocentomila euro di incasso;
si tratta di una novità: il divertente L’Uomo
dell’Anno, con Robin Williams, storia di uno
strampalato candidato alla presidenza degli Stati
Uniti. Risate, ma anche un fondo di riflessione
politica. Al terzo posto un’altra new entry, Notturno Bus. Bene anche l’italiano “Mio fratello è
figlio Unico”, quarto in classifica a quattro settimane dall’uscita nelle sale, Epic Movie e Number 23, il primo tipico film demenziale americano che sul modello Scarie Movie fa la parodia
dei supereroi di cellulosa, il secondo un thriller
tutto incentrato sulla storia del numero 23 e
sulle superstizioni che girano intorno ad esso
circa visioni apocalittiche.
Cannes compie 60 anni e chiama a
raccolta le star di Hollywood.
"Ocean's 13" verrà presentato il 24 e
in passerella sono attesi Matt Damon, Leo Di Caprio, Al Pacino e
Clooney. Non mancheranno le donne: da Catherine Zeta-Jones a Natalie
Portman. Apre la kermesse
"Blueberry Nights" con Norah Jones
e Jude Law. A sorpresa arriva in prima mondiale "Absurda", il corto di
Lynch. Nessun italiano in concorso,
ma Asia Argento è presente con tre
film. L'attrice sarà sulla Croisette con
"Une Vieille Maitresse", in gara,
"Boarding Gate", nella sezione Mezzanotte insieme a "Go Go tales". Al
Festival sarà presentato anche un
assaggio de "La terza madre", di Dario Argento, con Asia nei panni della
protagonista. La madrina annunciata
del Festival è la tedesca Diane Kruger, l'Elena di "Troy" dell'omonimo
kolossal e protagonista accanto ad
Ed Harris di "Io e Beethoven" oltre
che del film di chiusura "L'age des
tenebres" di Denys Arcand. Saliranno
la Montee des Marches i protagonisti
del film di Wong Kar Wai, "My
Blueberry Nights", Jude Law (senza
l'ex storica fidanzata Sienna Miller,
che però campeggia su un manifesto
all'hotel Carlton tra le protagoniste di
Stardust con Pfeiffer-De Niro), la
cantante di talento alla prova d'attrice
Norah Jones, David Strahairn e l'emergente Rachel Weisz, Oscar non
protagonista per "The Constante
Gardener", impegnata in almeno 6
progetti importanti e buona amica,
secondo i gossip, dell'enigmatico
Law. Troveranno posto al Grand
Theatre Lumiere, tutti i giurati a cominciare dal presidente Stephen Frears, che con "The Queen" ha centrato tutti i premi internazionali possibili
e proseguire con gli attori Toni Colette, Maggie Cheung, Maria de Medeiros, Sarah Polley, Michel Piccoli, i
registi Marco Bellocchio e Abderrahmane Sissako e infine lo scrittore
turco premio nobel Orhan Pamuk.
Giungono pettegolezzi dal
mondo dell'animazione digitale:
pare che "Shrek 4" sia già ora
una realtà, tanto da poter vantare il signor Mike Mitchell alla
regia, il prezzemolino della commedia,
capace di vantare in curriculum pellicole
come "Gigolò Per Sbaglio" (1999),
"Natale In Affitto" (2004) e "Sky
High" (2005), ma anche la regia di un
episodio di "SpongeBob". Aspettiamo
future indiscrezioni.
C'è stato un momento in cui
l'Italia ha prodotto più western
degli Stati Uniti: tutto questo
sarà celebrato durante il Festival
di Venezia 2007, complice
Quentin Tarantino (grande estimatore
degli spaghetti western) e grazie ai curatori Marco Giusti e Manlio Gomarasca.
La Mostra del Cinema ha preparato una
retrospettiva di 40 pellicole, scegliendo
quelle che pur essendo particolarmente
importanti hanno goduto di scarsa visibilità (soprattutto negli ultimi anni). Risultato, dal 29 agosto all'8 settembre
2007 si potranno vedere film come "Per
Un Pugno Di Dollari", "Navajo Joe", "I
Crudeli", "La Resa Dei Conti" e "I
Quattro Dell'Apocalisse".
Indiscrezioni bomba arrivano
dall'Australia: la serie dei "Pirati
Dei Caraibi" potrebbe continuare in modalità spin-off. Questo
significa fare a meno di Jack
Sparrow (Johnny Depp) per
seguire un qualche personaggio 'minore'.
Al momento è solo una vaga ipotesi e
neppure troppo solida, ma Bruckheimer,
artefice delle dichiarazioni non è certo
l'ultimo venuto e dunque merita attenzione.
SCHEDA DEL FILM
SCHEDA DEL FILM
nazione U.S.A.
anno 2007
regia Sam Raimi
genere Azione / Avventura
durata 156 min.
distribuzione Sony Pictures
cast T. Maguire (Peter Parker / Spider-Man)
• K. Dunst (Mary Jane Watson) • T. Haden
Church (Lizard) • J. Franco (Harry Osborn) •
T. Grace (Eddie Brock/Venom) • J. Simmons
(J. Jonah Jameson) • B. Howard (Gwen Stacy)
Alla fine succede quello che molti temevano: e
cioè di uscire dalla sala delusi, di quella delusione che arriva proprio nel momento meno opportuno, quando si dovrebbe coronare una ottima architettura o perfezionare il lavoro ben
avviato. La saga di Spider-man era stata quasi
un crescendo, il secondo episodio all'altezza del
primo, come capita raramente al cinema; Sam
Raimi a muoversi con disinvoltura tra le avventure di Peter Parker, a dargli profondità di caratterizzazione, a mescolare felicemente
l’azione e il melodramma sentimentale. Tutto il
credito così guadagnato nei primi due terzi del
tragitto viene praticamente buttato via
nell’ultimo capitolo, di cui colpisce per contrasto proprio la frammentarietà della narrazione,
l’incapacità a dare unità drammatica al racconto. Non a caso nel giudicare il film si deve procedere di necessità per parti, scegliendo letteralmente le sequenze da salvare in mezzo alle tante da perdonare; che possono proprio contarsi
sulle mani (Peter Parker-Tobey Maguire versione bel tenebroso, la lotta con Harry, il climax
nel campanile della chiesa). Esse peraltro non
bastano a rendere accettabile un film non bello,
che ha i suoi nei in quelli che dovrebbero essere punti di forza: le scene d’azione, confuse,
inutilmente veloci e non emozionanti; gli effetti
speciali (nonostante i soliti budgets miliardari)
deludenti, eccezion fatta per la sequenza in cui
l’uomo-sabbia prende vita, forse l’unica in qualche modo poetica, con la musica a accompagnare armoniosamente le immagini; la parallela
storia personale di Parker, macchinosa e senza
l’ironia che era la forza dei due episodi preced
e
n
t
i
.
I protagonisti si dividono tra le star, che gigioneggiano inutilmente (James Franco, oltre che
Tobey Maguire), e i comprimari cui vengono
lasciate le briciole (J.K. Simmons, esilarante
direttore di giornale coprotagonista dei vecchi
episodi, fa a malapena presenza); e Raimi ha
evidentemente smarrito il senso della tensione,
se è vero che intervalla lo scontro finale tra Spider man e i suoi due avversari con i commenti
dei giornalisti, quasi dovesse fare una cronaca
degli eventi per aiutare il pubblico a seguire
l’azione. Meglio non commentare poi l’ingresso
in scena finale di Spider-man sullo sfondo di
una bandiera a stelle e strisce super size che
nemmeno Spielberg avrebbe avuto il coraggio
di utilizzare. Si intuisce che il regista de “La
Casa” avrebbe potuto raccontarci meglio la fine
di Spider-man con più tempo a disposizione, e
che la versione uscita nelle sale ha subito diversi tagli; ma nemmeno discorsi di questo tipo
possono giustificare la pigrizia che sembra alla
fine aver dominato l’ispirazione di Raimi, e la
noia che essa ha causato alla maggior parte degli spettatori.
nazione Italia / Francia
anno 2007
regia Daniele Luchetti
genere commedia
durata 100 min.
distribuzione Warner Bros
cast R. Scamarcio (Manrico) • E. Germano
(Accio) • A. Finocchiaro (Madre) • L. Zingaretti
(Mario Nastri) • M. Popolizio (Padre) • D. Fleri
Una produzione italo-francese che con “Mio fratello è
figlio unico” segna l’intenso ritorno alla regia di Daniele Luchetti. Già nel titolo è riassunto il rapporto tra
i due fratelli attorno a cui ruota il film. Accio (Elio
Germano), è il fratello in lotta con tutto ma in fondo
alla ricerca di quell’affetto che non riesce a trovare dalla sua famiglia, ogni giorno troppo intenta a combattere per guadagnarsi da vivere con onestà, e poi c’è
Manrico (Riccardo Scamarcio), bello e circondato dalla
stima di tutti. Due personalità opposte e complementari, incapaci di abbracciarsi per dimostrare il loro legame, che cresce tra gli anni ’60 e ’70 nella povera provincia italiana alle porte di Roma. Il prestigio della trama sta nel suo allargare lo sguardo a quella che è stata
la nostra meglio gioventù, che non ha nulla a che vedere con quella di Giordana se non per il contesto storico, nonostante siano di nuovo alla penna Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Ispirati al libro “Il Fasciocomunista” di Pennacchi, i due sceneggiatori delineano con
maestria l’affresco di una generazione che si nutriva di
valori, sogni e ideologie, di fughe, ribellioni e di botte:
una gioventù con i pugni fuori dalle tasche e i denti
stretti, che scopriva l’amore tra i sedili delle vecchie
Seicento, al colore dei vestitini fiorati e alle grida delle
sommosse
fuori
dalle
fabbriche.
Luchetti va in cerca di credibilità e lascia liberi gli attori di muoversi su un set a 360 gradi. Li segue, li pedina affamato di cogliere le loro espressioni e le emozioni che scaturiscono e vanno a dipingere i personaggi, resi con riprese così ravvicinate che scavano
nel profondo. Quasi mai utilizzati i campi totali ma il
dinamismo, l’ellissi temporale che va a scoprire un Accio più cresciuto e la ricerca di angolazioni sempre
nuove non ne fanno sentire la mancanza. Con acutezza è invece ampliamente utilizzata la camera a mano, si
muove verso i corpi e riporta la loro plasticità in contrasto con ciò che fa da contorno, riuscendo a dar voce anche solo a un profilo che sta in silenzio e
nell’ombra. In questo meritano una stretta di mano gli
attori, primo nella lista Elio Germano, fresco e ironico, ma anche riflessivo e senza veli e la mamma Angela Finocchiaro più innamorata dell’altro figlio, un Riccardo Scamarcio finalmente meno tenebroso e più
spontaneo, senza voglia di risultare “l’uomo perfetto”.
Il regista si rivela abile nel raccontare con ironia, musiche nostalgiche e un piacevole linguaggio filmico il
suo modo di vedere la vita e di guardare all’Italia di
quegli anni, che è anche un po’ quella di oggi. E forse
è per questo che alla fine la strada rimane aperta e tocca allo spettatore stavolta scegliere l’angolazione da cui
guardare… se vede un riscatto, una riscoperta o una
riappacificazione…
SCHEDA DEL FILM
nazione U.S.A.
anno 2007
regia Joel Shumacher
genere thriller
durata 95 min.
distribuzione 01 distribution
cast
J. Carrey (Walter Sparrow/Fingerling) • V. Madsen (Agatha
Sparrow/Fabrizia) • L. Lerman
(Robin Sparrow) • M. Arthur
(Sybil) • P. Belcher (Dott.ssa Alice
Mortimer) • D. Huston (Isaac
French/Dr. Miles Phoenix)
sceneggiatura F. Phillips .
musiche
H. GregsonWilliams
fotografia
M. Libatique
montaggio
M. Stevens
Vedere un film di Joel Schumacher, divertente
ex costumista di Woody Allen , si sa, è un rischio ormai quasi calcolabile; puoi restare colpito anche profondamente (“Tigerland”), o
restare imbarazzato se non incredulo
( “ F l a w l e s s ” ) .
Il suo cinema vive di sprazzi, al limite tra l’originalissimo e il ridicolo, e raramente conosce
vie di mezzo preferendo innalzarsi o crollare.
Magicamente, forse ispirato dalla numerologia
astrale, “Number 23”, resta sospeso, il giudizio
diventa totalmente medio, non riusciamo a capire se la storia ha valore o se è suggestivamente banale. Qualcosa ci affascina, il temutissimo
23 spesso si fa familiare, lo senti intorno e rendi merito al film di materializzare le sensazioni.
Poi a tratti s’inceppa, lega momenti narrativi
impossibili e lascia Jim Carrey in balia delle sue qualità, sempre compulsive, ma indiscutibili.
Ci troviamo di fronte ad una storia
multipla dove il protagonista diventa continuamente altro: eroe psicologo, accalappiacani,
assassino, detective, marito, padre. Si entra e si
esce da numerosissimi flashback investigativi, a
loro è affidato il segreto e la risposta, nel presente c’è solo il libro, del quale sappiamo che
assomiglia tantissimo a chi lo legge; anzi colui
che legge diventa ciò che legge, ritrovando la
sua memoria proprio tra le pagine dove l’aveva
d e p o s i t a t a .
Intanto il film continua a scorrere senza particolari guizzi né cadute, intriga e a volte lascia
insoddisfatti, sicuramente nel pre-finale: una
redenzione all’insegna di giustizia e moralismo
decisamente in conflitto con la suggestione magica/demoniaca di tutto il resto del film. E nel
finale troppo scontato per ritornare più cattivo.
nazione Gran
SCHEDA DEL FILM
Bretagna
anno 2007
regia Steve Bendelack
genere commedia
durata n.d..
distribuzione UIP
cast
R. Atkinson (Mr. Bean) • M. Baldry
(Stepan) • W. Dafoe • J. Rochefort • E. De
Caunes • K. Roden
Ormai dobbiamo arrenderci all'evidenza:
il genere comico demenziale vive di vita
propria e, purtroppo, con risultati scarsissimi. Sono finiti gli anni de "L'aereo più
pazzo del mondo" o "Frankenstein Junior" in cui le battute e le gag erano studiate secondo una precisa, diabolica,
mente creativa, ora i film comico demenziali vanno semplicemente a "ruota libera": senza schemi, e questo sarebbe il
minimo; senza idee; e senza umorismo in
una continua (e a dire il vero allarmante)
involuzione cerebrale. Ci si ritrova così di
fronte uno spettacolo pietoso e deprimente in cui, col pretesto di ridicolizzare
pellicole famose e di successo, si finisce
per ridicolizzare se stessi all'interno di
una lunghissima, interminabile, sequenza
di parodie senza senso. E' questo il caso
di "Epic movie": l'ennesima caricatura
mal riuscita di un centinaio di film e programmi televisivi, tutti buttati in uno
stesso calderone narrativo, senza né capo
né coda, lasciato cuocere lento sulle
f i a m m e
d e l
n u l l a .
Quattro orfani vincono un biglietto premio per la fabbrica di cioccolato di Willie
W
o
n
k
a
.
Lì, per sfuggire alle minacce del pasticcere, finiscono per rifugiarsi in un armadio
al cui interno si cela il meraviglioso mondo di "Gnarnia" (con la G). Purtroppo
però, i quattro sventurati cadono nelle
mira della strega White Bitch...
Eppure il curriculum di questo "Epic
movie" prometteva bene: al timone due
talenti del cinema comico come Jason
Friedberg e Aaron Seltzer. Purtroppo
però nulla è riuscito ai due autori, confezionando un film che pare (e probabilmente lo è anche...) non ragionato, le gag
e le battute non hanno nulla di minimamente costruito e finiscono sempre in
una volgarità gratuita rappresentando
peti, doppi sensi squallidi e scene splatter
immotivate; e girato di fretta, la regia è
quasi completamente assente e l'unico
sforzo che fa è quello di ricopiare motivi
registici
di
altri
film.
Neppure la presenza della starlette Carmen Electra aiuta a risollevare il morale:
se pensava di rilanciare il suo personaggio con una bella commedia comica, dov r à
r i c r e d e r s i .
"Epic movie" non fa ridere, è questo per
un film comico è un bel limite. Non so
dove andrà a finire la commediademenziale col tempo, ma viste le ultime
pellicole del genere forse dovremmo iniziare ad allarmarci, gridando alla quasi
totale estinzione di una "razza" cinematografica.
Breach
18 maggio
Pirati ai Caraibi — Ai confini del mondo
23 maggio
Punto Rosso
25 maggio
Ocean Thirteen
8 giugno
Secondo voci sempre più insistenti
nei primi giorni di luglio, Cario Rossella dovrebbe lasciare la direzione
del Tg5. Il giornalista con tutta probabilità sarà sostituito da Clemente
Mimun, ex direttore del Tg1 ed ex vicedirettore dello stesso tg5 agli inizi dell’avventura,
al tempo di Mentana, dal 1991 al 1994, anno
in cui lasciò Mediaset per assumere la direzione del Tg2. Per Rossella invece sarebbe
già pronta la poltrona di presidente di Medusa, la casa cinematografica del gruppo Mediaset, più un contratto da consulente editoriale per le testate del gruppo.
“Votantonio” sospeso dopo la prima puntata
Deludente partenza del nuovo programma di Fabio Canino
Su RaiDue, il debutto
di “Votantonio Votantonio”, programma
che rappresentava
l’esordio per Fabio
Canino in prima serata, con protagonisti
aspiranti politici, è
stato salutato freddamente dal pubblico: ha
realizzato 1 milione
174 mila telespettatori
e un bassissimo 4,96
per cento di share. Per
il programma tanto conteso e di cui Paolo Bonolis
ha rivendicato la paternità dell’idea, si può parlare di
tanto rumore per nulla. "Ho visto la prima puntata
di 'Vot'Antonio'. Prima di conoscere il risultato,
desidero dire che si tratta di un programma assolutamente lontano dal mio progetto, che depositai
alcuni anni fa". Lo afferma Paolo Bonolis, dopo
aver visto in onda la prima puntata del nuovo programma di Raidue condotto da Fabio Canino. "Mi
aveva tratto in inganno il titolo, Vot'Antonio, iden-
tico a quello che avevo depositato. E nutrivo la preoccupazione, se mai un giorno realizzerò ciò che ho
in mente, di rendere subito evidente che la mia idea
e il titolo erano nati in precedenza. Ho ammirato la
bravura di Fabio Canino e constatato che si tratta di
contenuti del tutto diversi: se manderò avanti il progetto dovrò cambiare titolo, tutto qui”. Intanto visti
gli ascolti deludenti, la direzione di RaiDue ha deciso che la prima puntata di Votantonio non avrà un
seguito.
Anche l’ormai famosissimo colonnello Giuliacci, quello del meteo del
TG5 per intenderci, per i pochi che
con lo conoscessero, si butta nel
mondo della pubblicità. Infatti, a
partire da qualche settimana è testimonial di Media World, la famosa
catena di elettronica, per promuovere il concorso “Freschi e vincenti”.
Il meccanismo del concorso è simile
a quello dello scorso anno. Ricordate? Se l’Italia vinceva il mondiale, il
televisore lo regalavano loro.
Quest’anno però la campagna ri-
guarda i condizionatori. Infatti se la
temperatura non supera quella indicata da loro, per esempio il mese di
luglio 28 gradi a Milano (non ci
sembra un grande azzardo), Media
World vi rimborsa il costo del condizionatore precedentemente acquistato. Buona fortuna allora!
Happy Birthday MTV !!!
Travagliatissimo il ritorno di Gianfranco Funari in TV. Dopo le polemiche per i bassi ascolti, l’abbandono di
Diego Cugia del programma, dopo
l’accorciamento della durata dello
stesso da 5 a 4 puntate, nonostante
l’arrivo degli autori di Fiorello per
salvare il salvabile, gli ascolti proprio
non ne vogliono sapere di alzarsi. E
Gerry Scotti gongola...
Mediaset acquista Endemol
Lo storico canale musicale f esteggia i l suo primo quarto di seco lo
Al gruppo di Cologno il 75% della casa di produzione
I riconoscimenti e gli attestati
d’affetto per il medico più cinico
della televisione proprio non sembrano finire mai. Dr.House, il
serial il piu' visto della stagione, e'
stato protagonista del Telefilm
Festival che si è tenuto a Milano.
Nell'anno del boom dei serial, arrivati al 20% della programmazione
delle tv generaliste, Dr.House, in
onda tra settembre e maggio, e'
risultato anche il telefilm piu' votato dai lettori di 'Tv Sorrisi e canzoni', seguito da 'Lost' e 'Grey's Anatomy'.
Firmato un accordo con Telefonica
per l'acquisto del 75% della società
olandese che ha lanciato format di
successo quali 'Grande Fratello' e
'Affari tuoi'. Il dg Rai Cappon:
''L’acquisto è un fatto rilevante'' . Ma
Piersilvio Berlusconi assicura:
''L’azienda resterà autonoma e indipendente”. Mediaset si è aggiudicata
Endemol per 2,629 miliardi di euro.
Il consorzio guidato dal gruppo di
Silvio Berlusconi, insieme alla controllata Telecinco, Goldman Sachs e
il fondatore della società John De
Mol, cui fa capo Cyrte Fund II, si
sono aggiudicati il 75% del gruppo
olandese. La notizia ha subito creato
una certa preoccupazione in Rai: la tv
pubblica infatti ha comprato dalla
Endemol i diritti per alcune delle
trasmissioni più di successo, come
‘Affari Tuoi’, ‘La prova del cuoco’ e
‘Notti sul Ghiaccio’. “Non saremo
così pazzi da bloccare 'Affari vostri' o
altri format di successo di Endemol,
che - ribadisce - rimane autonoma e
indipendente” ha rassicurato Confalonieri, presidente del gruppo Mediaset.
Un giorno come tanti di un solito
aprile di fine anni Settanta, la televisione di Stato manda in onda un programma che rivoluzionerà per sempre
la storia della tv, cambiando radicalmente le abitudini dei ragazzi e in qualche
modo influenzando una generazione e mezza: Goldrake sbarca in Italia. La
“Goldrakemania”, come la chiamarono alcuni giornali dell’epoca, dilagò inarrestabile al
punto tale da diventare moda, fenomeno di
costume. Gadget di ogni tipo con l’immagine
di Goldrake (dalle figurine ai modellini in
scala) invasero il mercato, mentre termini
come alabarda spaziale e maglio perforante
entrarono, quasi di diritto, nel vocabolario
dei bambini del tempo. Ora, a 29 anni di
distanza finalmente il robot più amato di
sempre sbarca in dvd: con la promessa di
tornare al più presto in onda. dopo quasi
trent’anni di attesa, tutti gli appassionati possono riscoprire emozioni e sensazioni che il
tempo non è mai riuscito a cancellare. La
Special Edition di Ufo Robot Goldrake è
caratterizzata da materiale video completamente rimasterizzato e ripulito alla fonte con
un
processo
tecnologicamente
all’avanguardia che ha saputo ridonare alle
pellicole originali una nuova vita. Analoga
cura è stata riservata al doppiaggio, rivisto e
integrato. Unn’occasione imperdibile!
Si è conclusa anche la prima edizione
di “Uno, Due, Tre Stalla, programma
che è riuscito a vedere la fine nonostante la falsa partenza, avvicendamenti di autori e cambi nelle dinamiche del gioco. La vincitrice è stata Imma,
eccentrica outsider autosclusasi dalle due
squadre che ha battuto al televoto sia contadini che vallette.
Sicuramente non li dimostrano, eppure è la pura verità: i Simpson, la serie animata che narra le vicende
della famiglia più amata della televisione, ha già compiuto i suoi primi 20 anni. E dire che non ci stancano
mai... Italia1 ormai li trasmette tutti i giorni, ogni anno ne programma oltre duecento episodi, e mai un
calo nell’ascolto, mai un piccolo cedimento, nonostante molte delle puntate trasmesse siano giunte ormai ad un considerevole numero di repliche. Per
molti è diventato un appuntamento e un rito ormai
irrinunciabile, una pausa di svago e puro divertimento nel bel mezzo della giornata. Quale sia il motivo di
tanto successo risulta incomprensibile persino allo
stesso autore dei Simpson, Matt Groening, che sicuramente quando nel lontano 19 aprile del 1987 trasmise la loro prima apparizione all’interno del “The
Tracey Ullman Show” in un corto intitolato “Good
Night”, non si sarebbe immaginato nemmeno lontanamente il fenomeno mediatico che da li a poco si
sarebbe scatenato attorno a quella strana famiglia
composta da ambigui personaggi gialli. Probabilmente oggi come oggi hanno un tale successo perchè il
pubblico un po’ si riconosce e si identifica nelle diverse caratteristiche e nei difetti dei personaggi, che
nel cartone vengono così esasperati e portati ad un
livello così paradossale da renderli irresistibilmente
divertenti. Ma non dimentichiamoci che all’epoca,
anche qualche anno dopo quando la serie approdò in
Italia, aveva creato non poche polemiche e discussioni perchè ritenuta diseducativo, abituati com’eravamo
a concepire il cartone animato come un prodotto
destinato all’esclusivo uso e consumo del pubblico
più giovane. In effetti i Simpson sono stati i primi di
una lunga serie di saghe animate destinate ad un pubblico più maturo, come i Griffin o South Park, per
citare due degli esempi più noti. In realtà oggi la televisione è talmente degenerata che i bambini sono
abituati a guardare i Simpson, e nessuno più si scandalizza, anche perchè forse è rimasto uno dei programmi più “educativi” che vengano trasmessi in
quella specifica fascia oraria.
Tornando alla storia dei Simpson, la famiglia fu concepita da Matt Groening insieme a James L. Brooks
in una serie di corti animati di un minuto l’uno da
mandare in onda, come già accennato, durante il The
Tracey Ullman Show. All' inizio Groening aveva pensato di trasportare sul piccolo schermo la sua stricia a
fumetti Life in Hell, ma quando realizzò che ciò avrebbe comportato la rescissione dei diritti di pubblicazione per quest'ultima opera, decise di prendere
un'altra strada. Frettolosamente ebbe l'idea di delineare come protagonista dei corti la sua versione di una famiglia
disfunzionale, e diede ai personaggi lo stesso nome di quello dei suoi familiari, tranne Bart. Da quel momento, per tre
anni, i Simpson andarono in onda durante gli intermezzi
pubblicitari dello show ottenendo un buon successo. Si decise allora di creare una vera e propria serie animata che
avesse quella strana famiglia come protagonista. Lo show
debuttò sotto forma di episodi di mezz'ora in prima serata
negli Stati Uniti il 17 dicembre 1989, trasmesso dalla Fox
TV Network. Siccome la Fox era da poco nata e quindi alle
prime armi, Jim Brook ottenne un'inusuale clausola contrattuale dal network, che assicurava che questi non avrebbe
interferito col processo creativo dello show con delle note.
Groening ha affermato che l'obbiettivo chiave della creazione dello show era «offrire un'alternativa al pubblico, e mostrare a loro che c'è qualcos'altro oltre alla spazzatura
'mainstream' che gli viene presentata come l'unica scelta».
PERSONAGGI
Quella della famiglia Simpson è una vita basata sul modello
dell'Americano medio, anche se si potrebbe definire in maniera migliore, una famiglia proletaria.
- Homer, circa 38 anni portati male, è ispettore di sicurezza nel settore 7G della
Centrale Nucleare di Springfield. Dopo il lavoro (e
spesso anche durante), Homer fa un salto alla taverna
di Boe, insieme ai suoi amici bevendo birra rigorosamente Duff. E’ anche un
irrefrenabile goloso, infatti oltre a ingerire birra a volontà,
va pazzo in particolar modo per le ciambelle, e comunque
per tutto quanto sia fritto e grasso, tanto da pesare ben 117
Kg. Spesso lo si vede cercare un dialogo col proprio cervello, che puntualmente fa sempre il contrario di quello che
dovrebbe.
Il primo episodio della serie vera e propria fu “Un
Natale da cani” (in originale Simpsons Roasting on
an Open Fire) scelto in un confronto con quello che
alla fine fu l'ultimo episodio della prima stagione,
“Sola senza amore” (in originale Some Enchanted
Evening). Quest'ultimo episodio fu il finale di stagione poichè gli animatori lo dovettero ridisegnare, avendo visto in esso la stessa povera qualità del disegno con cui Groening aveva realizzato i corti. I Simpsons furono la prima serie TV della Fox network
ad apparire nella top 30 dei più visti show della stagione. Il successo dello show convinse la Fox che si
poteva cambiare l'orario di messa in onda dello
show, in modo da competere in audience con il The
Cosby Show (noto in Italia come I Robinson), una
mossa che però abbassò gli ascolti de I Simpson.
Avendo fiutato aria di guadagno Tracey Ullman intentò una causa legale, affermando che il suo show
era la fonte del successo dei Simpson e perciò richiese una parte dei guadagni provenienti dai corti. Alla
fine, la causa fu respinta in favore del network.
Ambientato in una cittadina statunitense chiamata
Springfield, (negli USA esistono 151 città con questo
nome), lo show tratta in maniera satirica molti aspetti della condizione umana, come anche lo stereotipato stile di vita americano (birra, fast food, televisione, e religione organizzata), e la stessa televisione. Lo
show fu anche coinvolto in una controversia a causa
della personalità di Bart Simpson -un ribelle ai dettami familiari da cui frequentemente scappava senza
alcuna punizione- che spinse alcune associazioni dei
genitori e portavoci 'conservatori' a sostenere che
Bart fosse un pessimo modello per i bambini. Geor-
ge H. W. Bush, all'epoca presidente americano, che
accusò: «Stiamo provando a rafforzare la famiglia
americana, in modo da farla assomigliare di più ai
Waltons e di meno ai Simpsons». Le t-shirts dei Simpsons e altro merchandise fu bandito da diverse
scuole pubbliche in divere zone degli Stati Uniti.
Ciononostante, le vendite mondiali arrivarono - in
solo 14 mesi - a 2 miliardi di dollari di ricavo. I Simpson furono fin da subito uno show di punta della
Fox, riuscendo a vincere diverse volte (91, per la
precisione) i più importanti premi televisivi, tra cui:
23 Emmy Awards, 6 Ascap Awards, 7 Annie Awards, 3 Genesis Awards, 3 International Monitor
Awards, 3 Environmental Media Awards, un Peabody Award, un Glaad Media Award, un American
Comedy Award. Un numero del magazine Time del
1998 lo acclamò come "miglior serie televisiva del
secolo". Il 14 gennaio 2000 lo show ottenne una
stella nella Hollywood Walk of Fame. É, a tutt'oggi,
la più lunga sitcom e serie animata americana mai
trasmessa. Come una prova dell'influenza che lo
show ha avuto nella cultura popolare, l'esclamazione
contrariata di Homer, "D'oh!" è stata introdotta nell'
Oxford English Dictionary. Dal suo debutto, sono
stati mandati in onda 395 episodi e 18 stagioni. La
Fox ha inoltre deciso di allungare il contratto per la
messa in onda dello show per un'altra stagione, la
diciannovesima (da mandare in onda da autunno
2007 a fine primavera 2008). La diciottesima stagione, attualmente in onda negli USA, si concluderà
con il 400° episodio, 24 Minutes. A luglio uscirà negli USA il primo film ispirato alla serie televisiva, che
arriverà nelle nostre sale solo a settembre.
- Marge Bouvier, è l’esatto opposto del marito. Infatti si
può dire che è lei la vera responsabile dell’economia e
dell’incolumità familiare. Marge ha circa 34 anni e una folta capigliatura blu, alta circa mezzo metro ed è, per la maggior parte della serie, una tipica madre e casalinga americana.
- Bart è semplicemente un ragazzino di 10
anni che si crede un ribelle.
- Lisa è una bambina di 8 anni che si ritrova
spesso e volentieri coinvolta nell'attivismo
'di sinistra', ambientalista e ottima studentessa, di fede buddhista, rappresenta la
“coscienza” della famiglia; ama la lettura e
suonare il sassofono.
- Maggie è una neonata (ha solo un anno di età) la
cui unica attività è succhiare un ciuccio, da cui non
si stacca per un secondo, non riesce (per il momento) a camminare - infatti ogni volta che ci prova
cade in avanti - e non parla.
- La famiglia possiede poi un cane (Piccolo aiutante
di Babbo Natale), e un gatto (Palla di neve I), ma ha
anche avuto, solo per alcuni particolari episodi, altri
animali.
Nonostante il fatto che passino gli anni e vengano
evidenziati compleanni e vacanze, i membri della
famiglia e di tutta la serie non subiscono un aumento dell'età (tutti i personaggi che sono morti, infatti,
sono spirati, o di morte violenta o per tragiche fatalità). Inoltre sono presenti una serie di strambi personaggi secondari, alcuni dei quali competono in
popolarità con i protagonisti principali. Originariamente, molti di questi personaggi erano pensati per
un'unica apparizione, ma diversi sono riusciti ad
ottenere un maggior spazio all'interno dello show, e
spesso sono divenuti i protagonisti di molti episodi.
Nato il 15 Febbraio 1954, Matt Groening è cresciuto a
Portland, Oregon. Comincia la sua carriera di disegnatore
giovanissimo: già alle scuole elementari disegna, distraendosi spesso e volentieri, storie e personaggi sui quaderni;
malgrado le sollecitazioni negative dei professori e l'imperfezione del tratto non si arrende, essendo la forza creatrice
che sente dentro superiore alle limitazioni tecniche oggettive. Da segnalare che anche il padre Homer è cartoonist
anch'esso. Nel 1977 si diploma all'Evergreen State College
di Olympia, nello stato di Washington. Secondo un articolo
del libro "Simpson Mania", l'Evergreen State College non
era proprio un college modello, visto che non dava voti e
non aveva corsi obbligatori. Carattere eccentrico ed irrequieto, Matt non ha comunque decisamente la personalità
adatta per stare sui banchi di scuola. Assolve così il prima
possibile i suoi obblighi scolastici per poi impiegarsi, fra le
altre cose, in un impianto di trattamento dei rifiuti fognari
o come chauffeur e ghost writer di un regista hollywoodiano. Prima del clamoroso successo dei Simpson, la sua produzione si limitava alla stesure delle strisce altamente ciniche di "Life in Hell", basato
su esperienze autobiografiche
del primo periodo di vita a
Los Angeles, dove l'autore si
era trasferito. Anche "Life in
Hell" è comunque un successo, e arriva ad essere pubblicato su più di 250 quotidiani
negli Stati Uniti e in Canada.
Nel 1986 un regista gli chiede
di realizzare una serie animata per il popolare show televisivo di Tracey Ullman. Il
resto è una storia nota.
SPECIAL GUEST STARS
Tra le decine di personaggi irresistibili che anima la
turbolenta città di Springfield, sicuramente tra i più
amati troviamo:
- Abraham Simpson, il nonno, solitamente vive nel
vicino ospizio ma talvolta si occupa dei bambini come baby sitter annoiandoli a morte con storie strampalate;
- Patty e Selma Bouvier, sorella di Marge, zie di Bart,
Lisa e Maggie;
- Ned Flanders, vicino di casa dei Simpson, religiosissimo come tutta la sua famiglia, proprietario del
negozio di oggetti per mancini;
- Milhouse Van Houten, bizzarro ed occhialuto amico di Bart, ha anch'egli i capelli blu come Marge;
- Nelson Muntz, bullo ma in fondo buono, schernisce sempre tutti;
- Secco, Patata e Spada, bulli compagni di scuola di
Bart;
- Seymour Skinner, preside della scuola elementare e
succube della madre con cui vive;
- Edna Caprapall, maestra di Bart, sempre in cerca di
un marito;
- Willie, giardiniere della scuola elementare di origini
scozzesi (in italiano il suo accento è diventato sardo);
- Otto Disc, bizzarro conducente del pulmino della
scuola, ma senza patente;
- Boe Szyslak, barista trafficone e disonesto; nella
serie originale si chiama Moe;
- Lenny e Carl, amici e colleghi di Homer;
- Montgomery Burns, proprietario della centrale nu-
cleare di Springfield;
- Waylon Smithers, leccapiedi di Burns alla centrale
nucleare, nutre un amore segreto per il suo capo;
- Commissario Clancy Winchester, sicuramente uno
dei personaggi più divertenti: simpatico, pacioccone
ed incompetente commissario di Polizia; nella serie
originale si chiama Wiggum; padre del compagno di
classe di Lisa, Ralph (in italiano il suo accento è diventato napoletano);
- Apu Nahasapeemapetilon, proprietario del "Jet
Market" (nella versione originale "Kwik-E-Mart") di
Springfield, sposatosi con Manjula nell'episodio "Le
due signore Nahasapeemapetilon";
- Dr. Julius Hibbert, medico locale, burlone ma
competente; esiste un altro medico nella serie: trattasi del Dr. Nick Riviera, incompetente chirurgo di
origine ispanica;
- Krusty il Clown, spocchioso clown televisivo, idolo
di Bart, il suo vero nome è Herschel Krustofsky;
- Grattachecca e Fichetto, sadici personaggi dei cartoni animati;
- Telespalla Bob, ex spalla di Krusty, ora criminale
con odio (represso) verso Bart;
- Kent Brockman, altezzoso giornalista televisivo
dell'emittente "Channel 6";
- Reverendo Lovejoy, pastore protestante con
l'hobby dei trenini, con i suoi sermoni annoia tutti
tranne i Flanders;
- Sindaco Joe Quimby, trafficone sindaco di Springfield;
Una curiosa peculiarità dello show è costituita dal
fatto che fin da subito gli sceneggiatori mostrarono un particolare amore per le apparizioni di personaggi celebri all'interno degli episodi, (nonché
per le citazioni a tutto tondo di film classici e
contemporanei, storia, musica, personaggi dei
fumetti e dei cartoni animati, eccetera) e l'uso di
sottili "scherzi visuali". Numerosissime sono state le star di livello mondiale che hanno accettato
di prestare con orgoglio e gioia la loro voce ai
personaggi disegnati sulle loro reali sembianze:
Barry White, Stephen King, Paul Newman, Bob
Hope, Liz Taylor, Michael Jackson, Tony Blair,
Meryl Streep, i Red Hot Chili Peppers, David
Byrne, Justin Timberlake, Cyndi Lauper, Meg
Ryan, Brooke Shields, Drew Barrymore, Ron
Howard, Henry Winkler, David Duchovny e
Gillian Anderson (Mulder e Scully di X-Files).
Nella pagina troviamo qualche altro esempio:
(dall’alto in senso orario N’Sink, Ronaldo, Rolling Stones, White Stripes, Metallica, U2, R.E.M.
e Blink 182). Anche nella versione italiana sono
diversi i personaggi dello spettacolo che si cimentano in veste di doppiatori per personaggi le cui
apparizioni sono sporadiche.
CURIOSITA’
La dimora dei Simpson è una graziosa villetta su due
livelli, piuttosto grande e accogliente, composta da
un’ampia zona giorno al piano terra, e una zona notte
al primo piano composta da quattro camere da letto e
un bagno. Nel 1997 a Las Vegas, l'azienda "Kaufman e
Broad" e la "Fox", hanno costruito, per un concorso a
premi sponsorizzato dalla "Pepsi", una riproduzione a
grandezza naturale della casa dei Simpsons. La casa si
trova a Henderson, NV, vicino Las Vegas, è circondata
da un giardino e vale circa 150 mila dollari. La signora
Barbara Howard proveniente da Richmond, Kentucky,
si è trovata nelle mani il biglietto vincente, che le ha
permesso di ottenerne le chiavi il 10 Dicembre 1997.
Anche il papa ha fatto un paio di comparsate (non proprio
autorizzate) all’interno del cartoon. Nell' episodio Lisa la
scettica (in originale Lisa the skeptic) si crede che a Springfield sia arrivato l'angelo dell'Apocalisse, e in una scena
ambientata al Vaticano un cardinale informa il papa dell'argomento. Non si sa se si trattasse di Giovanni Paolo II,
dato che il viso è nascosto dal giornale “La Stampa” che
sta leggendo. In un' altro episodio si vede papa Wojtyla
che parla con Fidel Castro.
I Simpson sono campioni non solo sul piccolo schermo ma
anche in edicola: infatti sono anche un fumetto, Simpson
Comics, pubblicato anche in Italia da Panini Comics. I primi 32 numeri sono però stati pubblicati da Edizioni Macchia Nera, sotto il nome I Simpson, mentre i numeri dal 33
al 40 da Dino Comics. Sono state pubblicate anche serie
parallele e numeri speciali, con protagonisti principali alcuni
singoli personaggi della serie tv. E non solo il fumetto: i
Simpson sono da sempre stati protagonisti di numerose
copertine di settimanali e periodici anche di grossa importanza: memorabili sono le copertine del Rolling Stone
magazine che rileggevano le copertine storiche dei dischi
che hanno fatto la storia della musica in chiave “Simpson”.
In una puntata Homer scopre dietro una libreria di casa
sua un passaggio interdimensionale che lo porta in un
mondo parallelo. Cadendo in un buco in questo mondo
parallelo viene catapultato nel mondo degli esseri umani.
E’ l’unico momento in cui uno dei personaggi entra in
contatto con il nostro mondo.
Uno dei marchi di fabbrica dei Simpson è la sigla iniziale.
Ogni episodio si apre con il titolo e una carrellata che, partendo da un primo piano delle nuvole, mostra una vista
aerea della città e finisce fino alla finestra di un'aula della
scuola elementare, dove Bart è intento a scrivere frasi
(diverse per ogni episodio) sulla lavagna per punizione,
fino al suono della campanella che avviene (come si può
notare dall'orologio appeso al muro dell'aula) alle 15:00 in
ogni episodio, uscendo dalla scuola con lo skateboard.
Successivamente vengono introdotti i restanti componenti
della famiglia, ogniuno mentre rincasa dalle proprie attività. Prima di tornare ai 5 componenti, viene fatta una carrellata velocissima su tutti i personaggi secondari che appaiono nella serie.Tutti i componenti arrivano a casa, Homer, Marge e Maggie in macchina, Lisa in bicicletta e Bart
con lo skateboard. La sequenza termina con la famiglia
che si raduna davanti al televisore nel soggiorno. Il finale
cambia frequentemente (ogni singolo finale viene utilizzato per una, massimo tre puntate diverse), ed è ogni volta
improbabile. La sigla si ispira, in parte, alla sequenza iniziale dei Flintstones, i quali, in una delle innumerevoli varianti, "soffiano" il posto alla famiglia Simpson davanti alla tv.
Lo show è anche conosciuto per gag di tipo 'testuale'(scritte
divertenti come i nomi dei negozi, l'ordine del giorno del
municipio affisso sui cartelli, o anche il programma della
messa domenicale e di altri eventi).
Ci sono anche le gag del 'freeze frame',
ovvero immagini o scritte divertenti che
appaiono sullo schermo troppo velocemente
per essere identificate normalmente, ma che possono
essere visibili stoppando ad
un preciso fotogramma la
trasmissione.
Singolare è anche il fatto che, non di rado,
venga nominata la Fox, sempre in termini
ferocemente satirici e/o critici.
Homer, nonostante non sia l’essere più furbo e
intelligente che si possa immaginare, riesce a fare
nel corso delle puntate proprio qualsiasi cosa: tra le varie
esperienze si esibisce con le star della musica più affermate,
diventa un fenomeno da baraccone prendendosi cannonate
in pancia, tenta la carriera di attore e regista e riesce perfino
ad essere arruolato dalla NASA per una missione spaziale!!!
Nonostante il rapporto dei Simpson col mondo del
cinema sia sempre stato molto stretto, all’interno della
serie televisiva infatti siano numerosissimi i riferimenti
al mondo di Hollywood e le parodie e le rivisitazioni di
scene celebri di film di culto, per non parlare dei fotomontaggi e delle elaborazioni grafiche che circolano in
rete e che vedono Homer e soci immortalati all’interno
di locandine di film famosi o in scene mitiche del grande schermo, le strade dei nostri ragazzi gialli non si
sono mai incrociate con quelle di qualche grande produttore di blockbuster. A differenza di molti altri personaggi dei cartoni animati, anche non altrettanto amati
e longevi quanto i Simpson, che si sono già cimentati
con la trasposizione su grande schermo, infatti, Matt
Groening ha deciso che non era il momento di far approdare la sua famiglia gialla sul grande schermo. Questo almeno fino ad oggi! Infatti è attesa per luglio negli
Stati Uniti (in Italia arriverà solo a settembre) l’uscita di
“The Simpsons Movie”, che si preannuncia come uno
dei successi cinematografici più importanti di sempre,
se si considera nel mondo, quanto numerosi siano gli
appassionati alle vicende della famiglia Simpson. Solo
in Italia, alle due del pomeriggio, sono oltre due milioni
e mezzo le persone che si piazzano davanti alla tv per
assistere alla puntata. Le premesse ci sono tutte...
Uno dei programmi
storici della televisione italiana, uno dei
più provocatori e
dissacranti del piccolo schermo, che ormai è entrato a far
parte del costume e
della cultura nazionale, diventa maggiorenne, e taglia il tanto
ambito traguardo dei
diciotto anni. Naturalmente parliamo di
Blob, ormai appuntamento fisso e irrinunciabile di Raitre,
che tutti i giorni
all’ora del telegiornale propone un modo
di fare controinformazione unico e inimitabile. Blob prende il titolo da un famoso film horror omonimo statunitense datato 1958 (The Blob, cui ha fatto seguito un
remake nel 1988) ed è stato ideato e curato
negli anni dal critico cinematografico Enrico Ghezzi, anche autore e dirigente televisivo, insieme a Marco Giusti autore, studioso di cinema e di pubblicità, che ha
abbandonato il programma dopo alcuni
anni, con l’idea di rappresentare il senso
del magma dato dalle programmazioni
televisive dei vari network. La prima puntata di Blob è andata in onda su Raitre il
17 aprile 1989. La formula del programma
è estremamente semplice, ma
d’altro canto altrettanto sbalorditivamente efficace: grazie
a montaggi di spezzoni televisivi attuali e di repertorio,
mescolati all’occorrenza con
spezzoni di film, di documentari o di immagini inedite riprese dagli stessi collaboratori
del programma, Blob riesce a
descrivere in chiave satirica, e
in poco più di una ventina di
minuti di programma, tutto ciò che è
passato in tv e tutti
gli avvenimenti rilevanti accaduti nelle
precedenti 24 ore
(spesso con inserti
dell'ultima ora), imitando, e nobilitando,
il banale zapping che
ogni telespettatore
ingaggia con il proprio telecomando nei
momenti di noia,
generando un testo
ricco di allusioni. Il
coinvolgimento diventa così totale,
perché ognuno di
noi si sente autore e
regista di questo
montaggio "casuale"
(naturalmente solo in apparenza!) che si
snoda all'insegna della sorpresa. Un susseguirsi frenetico di immagini che bene rendono l’idea di come sia diventato caotico e
disordinato il modo di fare e di vedere la
televisione in Italia. In occasioni particolari, come la notte del capodanno, vengono
trasmesse puntate speciali più lunghe del
solito, spesso "a tema": si tratta di
"monografie" dedicate all'anno appena
trascorso o a personaggi della vita pubblica. Anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha tenuto a porgere i suoi auguri agli autori del programma, questo per
capire quanto Blob sia ormai
radicato nelle abitudini e nelle
consuetudini del nostro paese: "Ai diciottenni si dice di
mettere la testa a posto: ragazzi non fatelo perché sennò
per voi è finita!" Dunque auguriamo anche noi lunga vita
a Blob, trasmissione di culto
considerata da molti l'unico
vero occhio critico della televisione italiana.
Quante volte ci
capita di aprire
cassetti ormai
dimenticati da
tanto tempo e trovarci dentro quella vecchia musicassetta trasparente sulla quale
un piccolo adesivo bianco
con una chiave di sol dice
“Sandy Marton”? Di solito
le reazioni possono essere
differenti, una sana risata o
una lacrimuccia di malinconia per i favolosi anni ‘80.
Per tutti quelli che reagiscono con una lacrimuccia c’è
la possibilità di passare qualche ora in compagnia di
questi ricordi, di queste risate, di queste lacrimucce: Il
Mitico su R101 nel pomeriggio. A tenere compagnia
a tutti noi pendolari è
l’altrettanto mitico Max Novaresi, che riesce sempre a
commuovere gli ascoltatori
e molto spesso a sorprenderli, risvegliando in loro
dei motivetti, delle immagini
che ognuno di noi credeva
radicate in un posticino accantonato del cuore e della
memoria.
Ascoltatelo ragazzi, vi assicuro che non ve ne pentirete…
Vocabolario
L'avvento delle chiavette USB risale ormai a qualche anno, ma il fenomeno esplosivo a cui si sta assistendo in questo periodo è decisamente recente. La scintilla è sicuramente da ricondurre alla maggiore disponibilità di spazio, in questo gingillo che solitamente non pesa che poche decine di grammi.
Fino a qualche anno fa, infatti, era considerata uno status symbol, ma poi, grazie anche al crollo dei prezzi, queste memorie sono diventate strumenti indispensabili sia per il lavoro sia per il tempo libero. Per
acquistare una memoria USB da 1 gigabyte, tre anni fa erano necessari almeno 360 euro; oggi, invece, ne
basterebbero 20, ovvero circa 20 volte meno.
Non solo leggere, ma anche colorate, permettono in modo semplice e veloce di portarsi dietro centinaia,
migliaia di file e informazione di qualsiasi tipo. Per esempio in una chiavetta da 2 gigabyte è possibile memorizzare 35 ore di musica in formato Mp3 in qualità standard (128Kbps), tre film da un’ ora e mezza e
oltre 600 foto in formato jpeg, scattate con una fotocamera digitale da 6 megapixel!
Oltre a contenuti multimediali, possono contenere software e applicazioni direttamente avviabili da chiavetta: in questo modo è possibile utilizzare un programma su un computer in cui non è installato, mantenendo impostazioni, configurazioni, password e altri dati personali.
Ecco qualche modello già disponibile in commercio o prossimo ad arrivare nei negozi:
Uno strumento polivalente che offre una
nuova dimensione di servizio per
l’automobilista. Il nuovo navigatore Garmin Nüvi 370T è dotato,infatti, del ricevitore TMC12 che, tramite il servizio di trasmissione digitale in FM, è in grado di trasmettere tutte le informazioni sul traffico
per evitare automaticamente le aree particolarmente congestionate o le zone di incidenti. Il lettore MP3 integrato permette di
ascoltare la musica durante il viaggio, di
visualizzare le fotografie, di tradurre testi grazie all’ Oxford Dictionary
(opzionale). Il navigatore è dotato anche di connettività Bluetooth che consente di interagire con i cellulari dello stesso tipo, quindi il Nüvi 370T si trasforma in un vero e proprio sistema vivavoce per telefonare durante la guida. L’accesso alle varie funzioni avviene tramite comandi touch screen.
SONY MICRO VAULT “Tiny”
Disponibile in quattro colori diversi, la MICRO VAULT Tiny da 4GB si può portare
con sé ovunque; è ideale per condividere una grande quantità di musica, immagini e
video clip, consentendo l’accesso a file personali da qualsiasi computer. Il software
per la compressione dei dati preinstallato, Virtual Expander, permette di immagazzinare il triplo dei dati rispetto alla capacità iniziale. I dispositivi MICRO VAULT Tiny sono compatibili
con i sistemi operativi Macintosh e Windows, compreso Windows Vista. Prezzo 55€
Verbatim Store 'n' Go Professional
Store 'n' Go professional è la versione di "lusso" della gamma di pen driver. Il Prodotto non è definito "Professional" solo per la sua elevata velocità, ma anche per la maggiore robustezza alle sollecitazioni meccaniche e alla presenza dei programmi V-Safe
e V-Key che lo proteggono dagli haker. Versione 4 GB. Prezzo 80€
SanDisk Cruzer Contour 8 GB
Disponibile in Europa a partire dal secondo trimestre del 2007, è una chiavetta USB
con un look che ricorda quello di una penna stilografica. Ma oltre al design c'è anche
la tecnologia: supporto per Windows ReadyBoost e una ampia varietà di applicazioni software pre-installate grazie alla tecnologia U3 . Il cappuccio è sostituito da un
meccanismo a scorrimento.
Gioielli tecnologici di Philips e Swarovski
Oggetti high-tech di lusso o gioielli tecnologici? Philips e Swarovski hanno creato una
nuova linea di chiavi usb luccicanti. La serie è composta da quattro modelli diversi:
Heart ware, Heart beat, Lock in, Lock out. I primi due si indosseranno come ciondoli,
gli altri si potranno essere agganciati a in portachiavi La memoria sarà da 1 GB e saranno disponibili dalla prossima estate con prezzi a partire da 73€.
Motorola utilizzerà l'energia solare per ricaricare i telefonini
Secondo alcune voci, Motorola sembra si stia
dedicando all'energia alternativa. In particolare a quella solare. Infatti, la grande azienda produttrice
di telefonia mobile sta per depositare un nuovo brevetto. E non appena l'operazione sarà completata, verranno installati nei vari dispositivi mobile, dei micro pannelli per l'assorbimento di energia solare, che piazzati
all'interno dei display lcd, consentiranno a quest'ultimi
di avere una duplice funzione: ovvero quella di schermo e caricabatteria ad energia solare.
Musica,
arriva
il
download
V-Safe: software di cifratura per la
protezione dei dati che permette all'utente di generare una sezione invisibile, protetta da password ed inaccessibile del dispositivo.
V-Key: software di sincronizzazione
che permette la sincronizzazione di
documenti e cartelle tra la memoria
USB e il PC
Windows ReadyBoost : è una nuova tecnologia del sistema operativo
Windows Vista. Sfrutta un hardware
molto comune come le penne USB
per velocizzare il sistema: la memoria
delle chiavette viene utilizzata per
aumentare la memoria virtuale.
U3: tecnologia che permette agli utenti di utilizzare piccoli drive USB
per portarsi sempre dietro il proprio
spazio di lavoro personale: le applicazioni possono infatti essere trasportate da un PC ad un altro preservando
i mpo st a zioni , con figura zio ni ,
password e altri dati personali.
Le risposte ai vostri
dubbi
Questo mese mi è stato chiesto da
Andrea di Lissone se, con due monitor collegati allo stesso computer, è possibili usare due programmi diversi.
gratuito
Dopo anni di lotte, battaglie legali, processi dibattiti polemiche,
ecco arrivare sulle scene il download di musica gratuito e legale. A
promuoverlo niente di meno che uno dei più grandi musicisti della storia del
rock, Peter Gabriel, che ha presentato il suo nuovo progetto, "We7", un sito,
www.we7.com, dal quale sarà possibile scaricare musica e video gratuitamente, a pagarne i costi sarà la pubblicità. Lo spot verrà visualizzato prima dell’
ascolto del brano e le pubblicità saranno "orientate", cercando di offrire prodotti che abbiano un senso a seconda dell'età e dei gusti degli utenti.
Certamente! E’ necessario avere o
due schede video montate nel computer, oppure una con due uscite video. Una volta impostate le preferenze delle proprietà dello schermo, con
le funzioni dei driver della scheda, il
desktop di Windows, o altro sistema
operativo compatibile, si suddivide
tra i due schermi . Ciò significa poter
usare contemporaneamente applicazioni diverse sui due schermi e trascinarle facilmente dall'uno all'altro.
Per domande, suggerimenti Ai-Tek
potete inviare un’ e-mail all’indirizzo
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XboX—Ps3
Dopo ben sette anni dalla sua prima incarnazione sulla gloriosa Dreamcast torna tra noi il terzo capitolo della serie Virtua Tennis, gioco che anche in sala riscuote ancora oggi un discreto successo,
grazie alla sua immediatezza e al divertimento che riesce a regalare. Il bello è che
questo Virtua Tennis 3 è anche uno dei
titoli di lancio della nuova PlayStation 3 e quindi
possiamo già cominciare a farci un’idea di come
sarà il futuro della console Sony con un gioco già
rodato e di cui conosciamo bene pregi e difetti.
Dopo aver fatto partire il disco di gioco ci troviamo davanti varie opzioni, tra cui il torneo, la partita
veloce e la ben più corposa opzione per il classico
world tour.
Selezionato quest’ultimo abbiamo la possibilità di
creare il nostro alter ego da zero, scegliendo, come
in Virtua Tennis 2, altezza, sesso, tratti del viso,
colore dei capelli e altre caratteristiche, come la
mano di utilizzo della racchetta o il rovescio a due
mani o una sola. Una volta operate le proprie scelte
inizierà la nostra (speriamo brillante)
carriera di tennista e così ci appare un
mappamondo con la nostra dimora e le
altre locazioni visitabili. In giro troviamo
la possibilità di partecipare a sessioni di
allenamento delle più disparate, molte
delle quali “riciclate” dai vecchi capitoli
mentre altre totalmente nuove
(considerate che molte vengono sbloccate più av
a
n
t
i
)
.
Partecipando a queste le nostre statistiche, divise in
colpi da fondo, volee, servizio e corsa, aumentano
di conseguenza e quindi il nostro tennista diventerà
mano a mano più abile e reattivo.
Settimanalmente (tramite un calendario che possiamo consultare in qualsivoglia momento) sono presenti dei tornei, ai quali possiamo partecipare solo
se siamo nel ranking mondiale richiesto per quella
competizione. Sia chiaro che nelle prime sessioni
gli unici tornei a cui possiamo prendere parte sono
quelli per ranking 300, mentre gli altri dovremo
s
u
d
a
r
c
e
l
i
.
In più, a intervalli regolari, c’è la possibilità di visitare la nostra casa e cambiare l’equipaggiamento,
meglio ancora se con una bella racchetta nuova e
ben più performante di quella vecchia. Inoltre qua
è possibile riposarsi e far recuperare al giocatore
energia preziosa che altrimenti ne limita le prestazioni in campo.
In più, in questo terzo capitolo (visto che fino a ora
le novità del gioco sono pari a zero) abbiamo
l’accademia del tennis, una sorta di scuola in cui
sono presenti delle mini sfide (come colpire la palla
tre volte consecutivamente di rovescio o far compiere all’avversario colpi in tuffo) che hanno anche
loro lo scopo di farvi aumentare le caratteristiche.
Il gameplay è rimasto
lo stesso della serie,
prettamente arcade, e
forse uno dei grandi
limiti di Virtua Tennis,
oltre a un limitatissimo
numero di novità, è
proprio questo. Scordatevi modelli simulativi, il gioco è quanto di
più semplice e immediato ci sia, il che rende
il titolo della Sega decisamente appetibile inizialmente ma con la
possibilità che stanchi
molto
presto.
Altra considerazione
importante è la mancanza di novità significative
rispetto a Virtua Tennis 2.
A parte qualche nuovo mini gioco, all’accademia
del tennis e a qualche sfida uno contro uno con
famosi tennisti che vi sfideranno dandovi appuntamento in una determinata settimana, Virtua Tennis
3 è identico al suo pred ecessor e.
Certo abbiamo una grafica (per i fortunati possessori di uno schermo HD) in alta definizione decisamente ben realizzata. Sono infatti presenti ben venti giocatori reali, tutti con il proprio stile di gioco
riprodotto, anche nelle movenze, nel modo più
fedele possibile alla realtà. Anche i campi sono realizzati ad arte e vedere un match, anche per un
semplice spettatore, è una vera gioia per gli occhi,
con il frame rate che non perde un colpo.
Peccato, infine, per la mancanza di una qualsivoglia
modalità multigiocatore online su PlayStation 3,
che avrebbe sicuramente giovato alla longevità.
Pregi e difetti quindi per il gioco della Sega sono da
una parte una realizzazione decisamente curata sotto il profilo grafico e sonoro, dall’altra una certa
“pigrizia” nell’introdurre pochissime novità e un
gameplay che potrebbe scontentare chi è in cerca di
qualcosa di più di un semplice titolo arcade di tennis ma richiede un modello simulativo un po’ più
c
o
m
p
l
e
s
s
o
.
Rimane il fatto che se volete far vedere ai vostri
amici la vostra nuova console con un titolo di sicuro impatto e immediatezza, Virtua Tennis 3 è il
g i o c o
c h e
f a
p e r
v o i .
Comunque consigliato, anche se i fan della saga che
hanno giocato al secondo capitolo dovrebbero
ponderare bene l’acquisto, pena ritrovarsi con un
gioco che risulta essere una versione potenziata
sotto il profilo grafico e con qualche nuova aggiunta rispetto al predecessore.
Ingredienti:
(per 6 persone)
700g latte fresco intero, 300g
panna fresca,
100g zucchero,
14g fogli di colla di pesce;
***Per la Salsa:***
500g zucchero,
acqua in ebollizione.
Quanti di Voi non hanno mai mangiato la Panna Cotta??? Nata tra le langhe del cunense, in Piemonte, la
Panna Cotta ha origini antichissime. Si narra che una
contadina di origini ungheresi, nei primi anni del Novecento abbia “ideato” questo dessert al cucchiaio, rivisitando la ricetta del budino già noto nell’Europa Orientale, eliminando così le uova e rendendo ancora più povero un piatto che già venne creato tra popolazioni di famiglie di contadini.
La Panna Cotta oggi è
considerato il dessert tipico della tradizione piemontese e viene riproposto nei più svariati sapori
e accostamenti con salse
di tutti i tipi.
Questo mese vi proporrò
la ricetta nella sua versione originale.
ESECUZIONE:
Mettere la colla di pesce in ammollo in acqua fredda.
Portare a ebollizione il latte, la panna e lo zucchero. Aggiungere successivamente, a fuoco spento, i fogli di gelatina strizzati e mescolare con l’ausilio di una frusta
finché quest’ultimi non si siano completamente disciolti
nel composto.
Versare il liquido in stampini monoporzione, anche usa
e getta e lasciar raffreddare in frigorifero per un paio di
ore mantenendoli in una posizione più piana possibile.
Per la salsa, fare caramellare lo zucchero in un pentolino d’acciaio, mescolando ripetutamente, fino ad ottenere un colore ambrato, quindi aggiungere acqua bollente
raggiungendo la densità desiderata della salsa, facendo
attenzione agli schizzi dello zucchero caldo.
Sformare poi la Panna Cotta con l’aiuto di un coltellino
inumidito e adagiarla al centro del piatto di portata,
guarnendo con la salsa al caramello tiepida.
Per abbassare i costi di questa ricetta e per renderla più
salutare, le dosi indicate sono le migliori, ma volendo la
Panna Cotta, può essere fatta utilizzando panna per la
totalità degli ingredienti liquidi.
Potrete aggiungere in fase di ebollizione qualsiasi sapore per arricchire il Vostro dessert abbinandolo a salse
diverse.
Buon Appetito!!!
Grazie, Grazie, Grazie!!! Mese dopo
mese la nostra rivista si arricchisce, si
modella intorno a
Voi, che insieme ai
Vostri consigli, permettete al nostro
magazine di migliorare sempre di più!
Dal mese di Aprile
sono partite nuove
rubriche: quella di Ai-Tek, redatta dal nostro Web
Master Valeriano e Anderview, quest’ultima che
mi vede coinvolto in prima persona nella realizzazione delle interviste. Quindi non solo una nuova
veste grafica, ma anche più contenuti rendono il
nostro giornale sempre più interessante!
Questo mese la E-Mail più curiosa, l’ho ricevuta
da Federico di Gallarate, interessato di sapere
quale sia l’alimento o cibo più caro del Mondo.
Beh, la risposta può assumere mille sfaccettature,
ma sicuramente posso riassumere in tre prodotti
questo particolare Enigma Culinario. Caffè, Zafferano e Tartufi, sono senz’altro i prodotti tra i più
costosi sulla Terra e da soli non posso essere
facilmente consumati se non previa una semilavorazione.
- Caffè: partendo da costi bassi fino ad arrivare a
centinaia di Euro al Kg, il caffè aumenta di valore
in base alla sua rarità, in quanto ne esistono diverse qualità; la più cara è il Luwak, che arriva
sino a 700Euro per Kg;
- Zafferano: coltivato in tutta l’Italia CentroMeridionale, lo zafferano è tipico di Cascia, paesino umbro a 1200 metri s.l.m. Per ottenere un chilogrammo di zafferano fresco, corrispondente a
circa 200 grammi di prodotto secco, occorre utilizzare dai 150/200 mila fiori, per questo probabilmente è la spezia più costosa del Mondo.
Il prezzo più basso che si attesta questo prodotto
è di 17Euro al grammo!!! nelle zone di produzione, ben più alto è il costo nel resto d’Italia;
- Tartufi: neri o bianchi, i tartufi raggiungono prezzi esorbitanti, che rasentano la follia. Prodotto
tipico nazionale, cresce selvaggio e la raccolta si
concentra in Piemonte e Umbria. Nel 2004, in
Toscana, è stato trovato un tartufo bianco dal perso record di 852 grammi, poi rivenduto all’asta,
dove un noto ristorante londinese, lo “Zafferano”
(per rimanere in tema! n.d.r.), se lo aggiudicò per
ben 52 mila Dollari!!!
Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta?
Vuoi sorprendere i tuoi amici? Cosa aspetti, manda una
e-mail al mio indirizzo
[email protected],
sarò lieto di rispondere a tutti gli
“S.O.S. Cuoco”!!!
Oscar Wilde viene incarcerato per
sodomia
Le Folies-Bergere aprono a Parigi
Roberto Baggio gioca la sua ultima partite in Serie A
Viene trasmesso l'ultimo episodio
di Love Boat
I Fratelli Wright brevettano il loro aeroplano
Uscita del cartone animato Plane Crazy,
nel quale compaiono per la prima volta
Topolino e Minnie.
Il Milan diventa la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni
La prima vittoria di una squadra italiana in Coppa dei Campioni
Nella Strage di Capaci perde la vita il Giudice Giovanni Falcone e la sua scorta
Foto dei due giudici Borsellino e Falcone entrambi
vittime di attentati mafiosi
Viene celebrata per la prima
volta la Festa della mamma
A più di 120 anni di distanza dall'introduzione nel gioco del calcio
del "penalty", cioè il calcio di rigore, l'amministrazione cittadina di
un paesino dell'Irlanda del Nord
chiamato Milford, situato ad una
settantina di chilometri ad ovest
della capitale Belfast, ha deciso di
erigere un monumento in memoria
del suo abitante sicuramente più
noto, William McCrum, inventore
della rivoluzionaria regola.
McCrum, portiere per hobby, nel 1885 convinse la Federcalcio Irlandese ad
introdurre il tiro libero senza barriera dagli 11 metri con lo scopo di arginare il diffuso fenomeno del gioco violento. (Metro)
Ascoltare la propria musica preferita
senza isolarsi: non è più impossibile!
Lo consente un’invenzione giapponese
da poco lanciata sul mercato: si tratta
di una coppia di auricolari esterni denominati “Audiobone” che non vanno
infilati nell’orecchio ma appoggiati sulla
tempia. Sì, avete proprio capito bene:
con il nuovo sistema infatti la trasmissione delle onde sonore non avviene
direttamente come nei normali auricolari, ma raggiunge i centri nervosi
dell’udito attraverso un’impercettibile
vibrazione delle ossa craniche. (E Polis)
Fragole fresche nei distributori delle scuole
romane al posto delle
classiche
ipercaloriche
merendine. Accadrà negli istituti che aderiranno
al progetto per far diminuire tra i ragazzi il consumo di cibi non propriamente adatti ad una
sana alimentazione e
favorire il consumo regolare di frutta e ortaggi. “Oltre alle fragole ha
detto
l’assessore
all’agricoltura della regione Lazio, Daniela Valentini - presto i ragazzi
troveranno anche ciliegie e pesche”. (ANSA)
Si è introdotto in possesso di un’arma
da fuoco all’interno di una farmacia di
via Forni a Milano verso l’orario di chiusura, alle 19:30 circa, ha rapinato
l’incasso della giornata e si è dileguato
in fretta con un magro bottino, circa
170 euro. Subito è scattato l’allarme e
sul posto sono giunte le forze
dell’ordine per tutti gli accertamenti del
caso. Qualche istante dopo il rapinatore è stato rintracciato con estremo
stupore mentre sorseggiava tranquillamente una bella tazza di espresso in
un bar situato a pochi metri dalla scena del crimine. Subito fermato dalla
polizia, l’uomo è stato arrestato con
l’accusa di rapina a mano armata.
Quando la prudenza non è mai troppa... (Leggo)
Finalmente arriva anche in Italia
Se in questi giorni vi è capitato di farvi
un giro in metropolitana e avete dato
un occhio ai cartelloni pubblicitari,
non avete potuto non chiedervi cosa
fosse quella strana scritta “Yakult” che
campeggia un po’ ovunque. Ebbene è
il lancio pubblicitario in grande stile di
un prodotto che all’estero esiste già da
tempo, e che solo ora sbarca anche nei
banchi frigo dei supermercati italiani:
Yakult, azienda giapponese attiva in 28
propone prodotti che mantengono
l’equilibrio della flora intestinale.
Sono venduti in confezione da
sette e consumati ogni giorno da
25 milioni di persone nel mondo.
La cravatta rinfrescante!
Come sempre, in tutti le situazioni spiacevoli della vita, DMail
ci viene in aiuto! Un toccasana
contro il caldo tor rido
dell’estate! Questa piccola striscia di stoffa, da indossare al collo o legata in fronte o alla nuca,
è in grado di salvarti da una
giornata afosa:gli speciali cristalli
contenuti al suo interno si gonfiano e si rinfrescano al contatto
con l ’acqua donando un effetto
“refrigerio” a chi la indossa. Basta immergerla nell’acqua fredda per 30 minuti ed eccola
pronta. Colori assortiti.
Cuscino con Parasole
E rimanendo in tema di bella stagione che ormai è alle porte, sempre su DMail troviamo il praticissimo cuscino con parasole, il posto ideale dove appoggiare la vostra testa durante i momenti di relax: leggere al sole diventa un piacere grazie al parasole che attenua
la luminosità. Il cuscino in cotone
lavabile è riempito di microscopiche palline di polistirolo e realizzato con uno speciale tessuto capace di proteggere la pelle
dall’invecchiamento e dagli effetti
nocivi ed invecchianti delle radiazioni UVA. Con tracolla. Sfoderabile.
Per gli amanti delle 2 ruote
Pista ciclabile fai da te? Nessun
problema. E’ stato presentato
un kit per fabbricarsi la propria
pista ciclabile, con tanto di rullo,
vernice e stancil con il simbolo
della bicicletta. L’originale e un
po’ provocatoria trovata è stata
messa in commercio presso gli
appositi stand ubicati all’interno
della nuova Fiera
di Milano nel
corso della manifestazione “Fà la
cosa giusta!”
Se qualche interista nei prossimi mesi e numeri vorrà aggiungere qualcosa la mia posta è aperta anche a voi cari cugini…
Bello il calcio, quello giocato e quello commentato da noi tifosi… siete d’accordo?
Lasciamoci così con
un’immagine storica quindi con tante congratulazioni e con l’avvertimento di
non cullarsi troppo alla
squadra nerazzurra
Ciao a tutta la
redazione
;-)
Finalmente ce l’hanno fatta! Dopo anni di
speranze nutrite sotto l’ombrellone e puntualmente deluse entro l’anno, gli interisti hanno visto la
loro squadra vincere lo scudetto tanto atteso. Meritato o meno non mi interessa, so che provo per loro molte simpatia e sono contento
dell’obiettivo raggiunto dalla squadra milane- Anni di attesa per una squadra di questo livello,
se.
con campioni internazionali tra le sue fila (sia in
campo che in panchina) possono essere molto fruDevo essere sincero però: mi aspettavo una
stranti, è per questo che l’Inter e i suoi tifosi indufesta più rumorosa, più evidente. Una gioia
cono per la maggior parte simpatia.
incontenibile insomma fatta di lacrime e gioia,
canti per le strade e
Anch’io mi aspettavo festeggiamenti in stile finale dei mondiali,
clacson impazziti…
Non dico che non ci
ma in tutta verità penso che la
siano stati, mami aloro gioia non sia stata affatto
minore.
spettavo di più dopo
tutti questi anni. Voi
Non è esplosa una bomba nerazcosa ne pensate? Anzurra è vero, ma io che ho frecora complimenti agli interisti
quentato Milano proprio quel giorno (ehi… no io
non sono interista eh) ho visto tanto orgoglio, la
Fabio da Peschiera
gioia di un popolo contenuta ma evidente.
L’inter ce l’ha fatta!
Innanzitutto apprezzo la tua sportività. Pur non
essendo di fede interista (ho omesso la tua vera
fede :-) ) hai fatto i complimenti alla squadra. Questo ti fa onore in un tempo in cui il calcio spesso
non coincide con il fair play.
Hanno fatto grandi cose quest’anno, diversi record,
una squadra di grandi campioni affiatata e vincente
su tutti.
Qualunque sia stata la loro reazione una cosa è certa: si sono meritati tutto questo.
Una hola di arrivederci al prossimo numero dalla vostra sempre affezionata.
Ary
Mettetevi in contatto con me anche
al numero :
346.7266591
Vi aspetto nel prossimo numero!!!
La probabilità che
una fetta di pane
imburrata cada dalla parte del burro
verso il basso su
un tappeto nuovo è
proporzionale al
valore di quel tappeto
Se c'è una possibilità che varie cose
vadano male, quella
che causa il danno
maggiore sarà la
prima a farlo.
Teorema di Stockmayer: Se sembra facile, è dura. Se
sembra difficile, è
fottutamente impossibile.
Famose, efficaci,
comiche nella loro
realtà: sono le
leggi di Murphy.
Chi già le conosce
le apprezzerà, per
chi non le conosce
è arrivato il momento giusto.
:-)
N.b. : alcune sono
corollari derivati
Da che mondo e mondo trovare parcheggio è sempre difficile!
Si cercano sempre i posti più improbabili, ma questa signora americana, ha forse
esagerato…
La nostra Ary pensa che sia un uomo...