I Giardini di Villa Anelli

annuncio pubblicitario
Ci spostiamo ora sulle sponde del lago Maggiore
dopo la località di Intra e in particolare
raggiungiamo Ghiffa, ridente località turistica
verso il confine svizzero e poi Oggebbio, al cui
comune appartiene anche la località di
Piancavallo.
Ma attenzione! Piancavallo non si trova sul lago
bensì a 1300 metri circa.
A Oggebbio visiteremo i giardini di Villa Anelli
che ospitano una ricca coltivazione di camelie,
alcune molto antiche e rare.
I Giardini di Villa Anelli
di Oggebbio
Oggebbio è il nome collettivo di ben 15 frazioni che dal lago risalgono la fascia collinare fino a
raggiungere Piancavallo.
Due sono le componenti ambientali del comune: il lago e le montagne retrostanti.
E' raggiungibile in auto da Verbania o dal confine svizzero e in barca dal lago.
Il Comune di Oggebbio si trova a pochi chilometri da Intra sul Lago Maggiore ed è una località
turistica le cui frazioni presentano tutte qualche caratteristica particolare. Tra queste, la chiesa della
Natività della Vergine Cadesimo, la parrocchiale di Gonte che è il capoluogo del comune e
l'oratorio di Sant'Agata a Novaglio. Il campanile della parrocchiale di Gonte è alto ben 42 metri e al
suo interno c'è un crocifisso miracoloso legato ad una storia curiosa.
Questo crocifisso fino al Settecento si trovava in una chiesa milanese.
Gli abitanti di Oggebbio lo chiesero in dono lamentando l'assenza di un crocifisso nella loro chiesa.
Il crocifisso fu ceduto malvolentieri dai milanesi, fu rinchiuso in una botte piena per metà di vino e
trasportata in paese.
UN NOTAIO DAL POLLICE VERDE
L'impianto del giardino e la costruzione di villa Anelli risalgono al 1872 quando un antenato degli
Anelli, Carlo Berzio, notaio di Milano, si ritirò dalla professione e si stabilì sul lago.
I lavori iniziarono con la progettazione del giardino, in quanto l'uomo di legge ed esperto botanico
era più interessato al verde che alla costruzione dell'abitazione, risiedendo già in una bella villa
nella vicina frazione di Piazza.
La costruzione dell'edificio principale si rese necessaria in un secondo tempo (1875), per accudire
più da vicino le rare specie botaniche che all'inizio arricchirono il giardino all'inglese di gusto
romantico ma che non rifuggiva dall'elemento esotico.
L'INTERVENTO DELL'UOMO SULL'AMBIENTE NATURALE
Il notaio Carlo Berzio dovette affrontare una grande sfida con l'ambiente per realizzare il giardino
che aveva progettato.
L'ambiente naturale che si presentava ai suoi occhi non aveva mai subito l'intervento dell'uomo e si
mostrava, dunque, in maniera piuttosto “selvaggia”.
La forte pendenza del terreno sul quale sorgeva il giardino richiese interventi di terrazzamenti e la
realizzazione di sentieri e scalette.
Sul torrente (chiamato Rio Paradiso) che scorreva nella valletta sottostante alla villa e che
assicurava acqua e frescura alle piante, il notaio-architetto fece costruire due ponticelli.
Studiando con competenza le rocce e la conformazione del terreno, Carlo Berzio abbellì il giardino
con grotte, fontane e statue trasformando l'ambiente naturale in un luogo incantevole e molto vario.
Il giardino è famoso soprattutto per la grande varietà di camelie che lì sono raccolte, specie anche
molto rare.
ETIMOLOGIA di Camelia
Il nome camelia deriva dal cognome del gesuita G. J. Kamel (1661-1704), botanico boemo che,
secondo la tradizione, portò i primi esemplari di camelia dal Giappone in Europa.
In Giapponese, la camelia viene chiamata "Tsubaki", parola che in italiano richiama il significato di
"pianta dalle foglie spesse" o "pianta dalle foglie lucide".
IL GUSTO ORIENTALE E OCCIDENTALE
Gli orientali, nella scelta delle camelie preferivano la varietà dal fiore semplice con petali centrali
che coprono gli stami. Anche i samurai custodivano preziosamente queste piante. In Cina e in
Giappone le varietà più prestigiose erano riservate a ai nobili.
Gli europei hanno sempre preferito fiori dalle forme complesse con petali disposti a spirale come la
“Vergine di Collebeato” che è anche simbolo della Società Italiana della Camelia.
CENNI ALLA CAMELIA NELL'ARTE
Tra le opere letterarie più famose che vedono come protagonista questo fiore, la più famosa è
senz'altro “ La signora delle camelie ” del romanziere francese Alexandre Dumas . La protagonista
di questa vicenda è Marguerite Gautier , una donna molto affascinante che per venticinque giorni al
mese portava con sé una camelia bianca, negli altri cinque una camelia rossa perché non sopportava
il profumo penetrante di altri fiori. Il romanzo ebbe molto successo tanto che il famoso musicista
Giuseppe Verdi mise in musica la vicenda narrata da Dumas nell'opera lirica “ La traviata”.
PARTICOLARITA'
Le camelie presenti a Villa Anelli provengono da tutto il mondo e sono più di seicento qualità.
Tra gli esemplari più rari si può incontrare un tipo di camelia chiamata “Camelia reticulata ” che
proviene dalla Cina ed è uno dei pochi esemplari presenti in Europa.
Altre particolarità rendono unico il giardino di Villa Anelli: molte piante di camelia presentano
sullo stesso ramo fiori di forme e colori differenti; alcune specie, in alcuni periodi dell'anno, hanno
fiori talmente fitti che nascondono il verde della vegetazione.
Passeggiando per il giardino, possiamo incontrare alberi centenari come un esemplare di
“Metasequoia” che è tra i più vecchi d'Italia o, ancora, antiche piante di conifere che convivono
tranquillamente con esemplari esotici come la palma e il bambù.
La camelia è da lungo tempo considerata simbolo di legame d'amore, felicità, lunga vita,
matrimonio felice, fortuna, vittoria.
La camelia bianca esprime "eleganza eterna".
La camelia rossa è simbolo di "bellezza delicata e discreta”.
La camelia rosa promette: “Saprò tenerti non mi sfuggirai”
La camelia variegata è simbolo di amore, fede, speranza.
Scarica