[GIARDINAGGIO] DI MARIA CHIORBOLI LA STORIA Il genere Camelia ha origini antichissime e cresce spontaneo in vaste aree dell’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Birmania, Indocina). In Cina e Giappone, terre d’origine, la camelia è coltivata da molti secoli a scopo ornamentale e alimentare. La pianta del tè è infatti la camelia sinensis. Inoltre, dai suoi semi si ricava un ottimo olio usato in cucina e per la cosmesi. Anticamente, dal suo le- 쎲 Per assistenza, consigli, suggerimenti e ideazioni: Studio Cammelli - 20017 Rho - Mi, tel. e fax: 02.93.50.37.66; e-mail: [email protected] www.studiocammelli.it gno i giapponesi ricavavano un’eccellente carbonella. La camelia fu introdotta in Europa, Gran Bretagna e forse Portogallo, all’inizio del Settecento per un inganno ad opera di cinesi che vendettero camelie japonicae spacciandole per piante del tè. La prima camelia giunta in Italia, nel 1760, è ancora vivente, nel parco della Reggia di Caserta. Il genere Camelia, fu de- CAMELIA, REGINA DELL’INVERNO Fiorisce molto presto e così ravviva di colori i giardini e i terrazzi ancora spogli dicato da Linneo al padre boemo Kamel, missionario in Oriente e naturalista. Nell’Ottocento la camelia conobbe una popolarità senza pari. Sembra che gli ibridi ottenuti sino al 1920 fossero quasi 10.000. Nei decenni successivi al 1920, per motivi inspiegabili, la camelia venne pressoché dimenticata. Fu dal 1960 che si riaccese l’interesse, grazie anche alle prime notizie di nuove cultivar ottenute in Inghilterra e Usa. CARATTERISTICHE È una pianta caratterizzata da molti colori e forme di fiori; le gamme cromatiche vanno dai bianchi ai rosa fino ai rossi, generando spesso stupende variegature e maculature; le forme sono variabili da quelle semplici o semidoppie fino a quelle doppie imbricate, peoniformi e anemoni- UNA MALATTIA DA PREVENIRE Antracnosi: è una malattia comune e diffusa nelle camelie, provocata dal fungo Pestalotiopsis guepini. Colpisce le piante deboli e trascurate, per cui una delle prevenzioni più efficaci è di mantenerle sane e robuste. Alcune specie sono resistenti all’antracnosi. In genere, la camelia sasanqua è più suscettibile della japonica e le varietà comuni sono più 130 FEBBRAIO 2008 CLUB3 formi. Perfette per il collezionismo: i vivaisti raccomandano la rosa del Giappone, per la coltura sia in vaso sia in giardino per siepi o esemplari isolati. L’epoca di fioritura dipende dal clima: il periodo più abbondante è tra fine febbraio e inizio aprile. Varietà precoci possono cominciare a fiorire anche a fine inverno. CURE La coltivazione della camelia è facile: essendo pianta rustica l’attenzione va riposta nell’arricchire la zona intorno alla zolla con terriccio acido, cioè con Ph compreso fra 4,5 e 6. Questa precauzione è superflua nelle zone attorno ai laghi alpini (Maggiore, Iseo, Como, Garda) e nella Lucchesia dove il terreno è già acido. La camelia ama una leggera umidità (bagnare una volta alla settimana con mezzo litro d’acqua) ma non il ristagno idrico che provoca marcescenza all’apparato radicale. Ama l’esposizione luminosa in mezz’ombra e riparata. L’esposizione diretta al sole provoca, sulle foglie verdi e coria- resistenti di quelle selezionate. L’antracnosi si manifesta quando il fungo entra nella pianta attraverso tagli o è trasportato da piante infette vicine. Sintomi: sulle foglie giovani compaiono piccole macchie brune che si estendono provocando la deformazione dell’organo; sulle foglie adulte si manifestano macchie tondeggianti o apicali, prima grigie e poi secche, limitate da un alone più scuro; in seguito, cee, macchioline di colore marrone ai margini. Posizionandola in un angolo fresco e riparato, il fogliame e i fiori daranno il massimo splendore. ARBUSTO E ALBERO Sebbene siamo abituati a considerare le camelie come cespugli da fiore, quindi arbusti di bassa taglia, in realtà si tratta di alberi che raggiungono altezze ragguardevoli (7-8 metri dopo 10-15 anni). Questo particolare è importante per definire le distanze d’impianto. In giardino è utilizzata come pianta singola o a gruppo (distanza di 3 o 4 metri fra pianta e pianta), o per creare siepi miste (un metro o uno e mezzo tra pianta e pianta) con altre essenze sempreverdi (viburno, agrifoglio, photinia). Ottima è la scelta di utilizzarla come sfondo per le specie a fioritura estiva o per quelle che d’inverno perdono le foglie (spiraea, rosa, potentilla). Sul terrazzo, in vaso in cotto o in pvc dal diametro di 30-40 centimetri, spicca in maniera origi왎 nale. sulle lesioni si sviluppano gli organi fruttiferi del fungo; le lesioni si lacerano; le foglie cadono. Le ramificazioni adulte seccano. Difesa: il miglior sistema per controllare l’antracnosi è la prevenzione: il materiale infetto va distrutto col fuoco. Un trattamento con fungicidi è efficace perché arresta l’infezione. Il trattamento deve essere effettuato ogni 2 o 3 settimane dalla tarda primavera.