[GIARDINAGGIO]
DI MARIA CHIORBOLI
LA STORIA
Il genere Camelia ha origini antichissime e cresce spontaneo in
vaste aree dell’Estremo Oriente
(Cina, Giappone, Birmania, Indocina). In Cina e Giappone, terre
d’origine, la camelia è coltivata
da molti secoli a scopo ornamentale e alimentare. La pianta del tè
è infatti la camelia sinensis. Inoltre, dai suoi semi si ricava un ottimo olio usato in cucina e per la
cosmesi. Anticamente, dal suo le-
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gno i giapponesi
ricavavano un’eccellente carbonella.
La camelia fu introdotta in Europa, Gran Bretagna e forse Portogallo, all’inizio
del Settecento per un inganno ad
opera di cinesi che vendettero camelie japonicae spacciandole per
piante del tè. La prima camelia
giunta in Italia, nel 1760, è ancora
vivente, nel parco della Reggia di
Caserta. Il genere Camelia, fu de-
CAMELIA, REGINA
DELL’INVERNO
Fiorisce molto presto e così ravviva di
colori i giardini e i terrazzi ancora spogli
dicato da Linneo
al padre boemo Kamel, missionario in
Oriente e naturalista.
Nell’Ottocento la camelia conobbe una popolarità
senza pari. Sembra che gli ibridi
ottenuti sino al 1920 fossero quasi 10.000. Nei decenni successivi
al 1920, per motivi inspiegabili,
la camelia venne pressoché dimenticata. Fu dal 1960 che si
riaccese l’interesse, grazie anche
alle prime notizie di nuove cultivar ottenute in Inghilterra e Usa.
CARATTERISTICHE
È una pianta caratterizzata da
molti colori e forme di fiori; le
gamme cromatiche vanno dai
bianchi ai rosa fino ai rossi, generando spesso stupende variegature e maculature; le forme sono variabili da quelle semplici o semidoppie fino a quelle doppie imbricate, peoniformi e anemoni-
UNA MALATTIA
DA PREVENIRE
Antracnosi: è una malattia
comune e diffusa nelle camelie,
provocata dal fungo
Pestalotiopsis guepini. Colpisce
le piante deboli e trascurate,
per cui una delle prevenzioni
più efficaci è di mantenerle
sane e robuste. Alcune specie
sono resistenti all’antracnosi. In
genere, la camelia sasanqua è
più suscettibile della japonica e
le varietà comuni sono più
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formi. Perfette per il collezionismo: i vivaisti raccomandano la
rosa del Giappone, per la coltura
sia in vaso sia in giardino per siepi o esemplari isolati. L’epoca di
fioritura dipende dal clima: il periodo più abbondante è tra fine
febbraio e inizio aprile. Varietà
precoci possono cominciare a fiorire anche a fine inverno.
CURE
La coltivazione della camelia è
facile: essendo pianta rustica l’attenzione va riposta nell’arricchire
la zona intorno alla zolla con terriccio acido, cioè con Ph compreso fra 4,5 e 6. Questa precauzione è superflua nelle zone attorno
ai laghi alpini (Maggiore, Iseo,
Como, Garda) e nella Lucchesia
dove il terreno è già acido. La camelia ama una leggera umidità
(bagnare una volta alla settimana
con mezzo litro d’acqua) ma non
il ristagno idrico che provoca marcescenza all’apparato radicale.
Ama l’esposizione luminosa in mezz’ombra e
riparata. L’esposizione diretta al sole
provoca, sulle foglie verdi e coria-
resistenti di
quelle selezionate.
L’antracnosi si manifesta
quando il fungo entra nella pianta
attraverso tagli o è trasportato
da piante infette vicine.
Sintomi: sulle foglie giovani
compaiono piccole macchie
brune che si estendono
provocando la deformazione
dell’organo; sulle foglie adulte
si manifestano macchie
tondeggianti o apicali, prima
grigie e poi secche, limitate da
un alone più scuro; in seguito,
cee, macchioline di colore marrone ai margini. Posizionandola in
un angolo fresco e riparato, il fogliame e i fiori daranno il massimo splendore.
ARBUSTO E ALBERO
Sebbene siamo abituati a considerare le camelie come cespugli
da fiore, quindi arbusti di bassa
taglia, in realtà si tratta di alberi
che raggiungono altezze ragguardevoli (7-8 metri dopo 10-15 anni). Questo particolare è importante per definire le distanze
d’impianto. In giardino è utilizzata come pianta singola o a gruppo (distanza di 3 o 4 metri fra
pianta e pianta), o per creare siepi miste (un metro o uno e mezzo tra pianta e pianta) con altre
essenze sempreverdi (viburno,
agrifoglio, photinia). Ottima è la
scelta di utilizzarla come sfondo
per le specie a fioritura estiva o
per quelle che d’inverno perdono le foglie (spiraea, rosa, potentilla). Sul terrazzo, in vaso
in cotto o in pvc dal
diametro di 30-40
centimetri, spicca
in maniera origi왎
nale.
sulle lesioni
si sviluppano gli
organi fruttiferi del
fungo; le lesioni si lacerano;
le foglie cadono. Le ramificazioni
adulte seccano.
Difesa: il miglior sistema per
controllare l’antracnosi è la
prevenzione: il materiale infetto
va distrutto col fuoco. Un
trattamento con fungicidi è
efficace perché arresta
l’infezione. Il trattamento deve
essere effettuato ogni 2 o 3
settimane dalla tarda primavera.