Funzioni continue Partiamo dalla seguente definizione abbastanza intuitiva visto quando detto in precedenza. Definizione: data una funzione f : R → R essa ha limite in x0 se lim f ( x ) = l = lim+ f ( x ) x→ x0− x → x0 Cioè se il limite destro e il limite sinistro sono uguali e limitati. Passiamo ora a studiare la continuità delle funzioni. Intuitivamente e quindi non rigorosamente “una funzione si dice continua se per tracciare il grafico non si stacca mai la penna da foglio”. Tale proposizione esprime il concetto ma non è rigorosa dal punto di vista del linguaggio, infatti: Definizione: data una funzione f : R → R essa è continua in un punto x0 se lim f ( x ) = f ( x0 ) = lim+ f ( x ) x→ x0− x→ x0 Cioè se il limite destro e il limite sinistro sono uguali al valore limitato che la funzione assume proprio nel punto x0 . Osservazione La definizione appena enunciata ha carattere locale, cioè essa è valida per un intorno del punto x0 che si considera, pertanto tale definizione non dice nulla riguardo la continuità in generale della funzione considerata. Più in generale diremo che un a funzione è continua se è continua in ogni suo punto. Discontinuità di una funzione La studio della continuità di una funzione è legato allo studio della propria discontinuità, infatti se consideriamo una funzione qualsiasi, possiamo individuare grazie al campo di esistenza i punti critici, quei punti per i quali essa presenta dei problemi e potremo dedurre che, data una funzione, il dominio individua le criticità, cioè gli elementi in cui è possibile trovare una discontinuità, per gli altri punti invece la funzione non presenta problemi e quindi e continua. Fondamentalmente calcolare il campo di esistenza mi permette di individuare i punti in cui è possibile che la funzione presenti discontinuità, mentre per gli altri punti esso mi assicura che tale problema non sussiste, garantendo la continuità. Discontinuità di prima specie Definizione: data una funzione f : R → R essa presenta in un punto x0 una discontinuità di prima specie se lim f ( x ) = l1 ≠ l2 = lim+ f ( x ) x→ x0− x→ x0 Cioè se i limiti destro e sinistro esistono finiti ma sono diversi tra loro. Esempio Consideriamo la funzione f ( x ) = x , il cui grafico è rappresentato da: x Verifichiamo la discontinuità. Studiando il dominio della funzione si determiana che 0 è un punto critico per il campo di esistenza, pertanto studiamo il limite destro e sinistro per tale valore. lim x→0 − x x = lim− = −1 (infatti 0 − è una quantità negativa pertanto 0 − = −0 − , quindi in questo caso x → 0 x −x x → 0− ⇒ x = − x ) lim+ x→0 x x = lim+ = 1 (infatti 0 + è una quantità positiva pertanto 0 + = 0 + , quindi in questo caso x x →0 x x → 0+ ⇒ x = x ) Quindi limite destro e limite sinistro esistono finiti ma assumono valori diversi, pertanto possiamo concludere che x = 0 è un punto di discontinuità di prima specie. Discontinuità di seconda specie Definizione: data una funzione f : R → R essa presenta in un punto x0 una discontinuità di seconda specie se almeno uno dei due non esiste o non sia finito cioè lim f ( x ) = ∞ oppure lim− f ( x ) = ∞ x→ x0− x→ x0 Cioè se almeno uno dei limiti destro e sinistro non è finito oppure non esiste. Esempio Consideriamo la funzione f ( x ) = tan x il cui grafico è rappresentato da: Verifichiamo la discontinuità. Il dominio della funzione si richiede che x ≠ π 2 . Studiamo il limite destro e sinistro per tale valore. lim− tan x = +∞ lim+ tan x = −∞ x→ x→ π 2 π 2 Limite destro e limite sinistro sono infiniti pertanto possiamo concludere che x = π 2 è un punto di discontinuità di seconda specie. Discontinuità di terza specie Definizione: data una funzione f : R → R essa presenta in un punto x0 una discontinuità di terza specie o eliminabile se lim f ( x ) = l = lim+ f ( x ) x→ x0− x → x0 e accade che f non è definita in x0 oppure f ( x0 ) ≠ l . E’ possibile eliminare tale discontinuità assegnando alla funzione nel punto x0 il valore l del limite come segue: f ( x ) x ≠ x0 f (x ) = l x = x0 x3 + 8 il cui grafico è rappresentato da: Consideriamo la funzione f ( x ) = x+2 Verifichiamo la discontinuità. Il dominio della funzione si richiede che x ≠ −2 . Studiamo il limite destro e sinistro per tale valore. ( ) ( ( ) ( lim− (x + 2) x 2 − 2 x + 8 = lim x 2 − 2 x + 8 = 16 x3 + 8 0 = = lim− x → −2 − x + 2 0 x → −2 x+2 lim+ (x + 2) x 2 − 2 x + 8 = lim x 2 − 2 x + 8 = 16 x3 + 8 0 = = lim+ x→−2 + x + 2 0 x→−2 x+2 x → −2 x → −2 ) ) Limite destro e limite sinistro sono uguali pertanto x = −2 è un punto di discontinuità di terza specie. Possiamo allora prolungare la continuità della funzione nel punto x = −2 (oppure possiamo eliminare la discontinuità nel punto x = −2 ) ponendo: x3 + 8 x ≠ −2 f (x ) = x + 2 16 x = −2 Osservazione Per alcune funzioni il dominio può richiedere l’esclusione di intervalli di valori per la variabile (e non singoli valori per l’incognita). Esempio f (x ) = 4 − x C.E. 4 − x ≥ 0 x ≤ 4 Come si può osservare per tale funzione non ha senso parlare di limite destro per x = 4 , infatti tali valori non sono compresi nel dominio, pertanto non si può calcolare il limite destro x → 4 + per f (x ) = 4 − x . Ecco quindi che per alcune funzioni si può considerare la continuità a destra e a sinistra. Definizione: data una funzione f : R → R essa è continua a destra in un punto x0 se lim f ( x ) = f ( x0 ) . x→ x0+ Definizione: data una funzione f : R → R essa è continua a sinistra in un punto x0 se lim f ( x ) = f ( x0 ) . x→ x0−