1850 - 1900: schema - Digilander

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l’espansione europea nel ventennio 1850 – 1870
1) industrializzazione, urbanizzazione e aumento demografico: l’Inghilterra come centro propulsivo
dell’economia mondiale. Il ritmo di sviluppo dell’economia europea aumenta vertiginosamente grazie
all’industrializzazione del sistema produttivo, alla disponibilità di forza lavoro sempre eccedente e priva di una
rete di protezione sociale, alla riduzione dei costi di produzione e allo sviluppo tecnologico.
2) la globalizzazione imperialista:
il processo di industrializzazione porta alla necessità di reperire materie prime e nuovi mercati; il ventennio
1850-70 fu quindi caratterizzato da una politica di espansione coloniale particolarmente aggressiva da parte dei
paesi industrializzati (Inghilterra, Francia) o in via di sviluppo (Germania, Belgio, Austria); altro fattore
importante fu la necessità di esportare capitali in eccedenza rispetto alla capacità di investimento nazionale; la
diffusione del nazionalismo e delle teorie razziste fornì la base ideologica per la politica aggressiva dei paesi
industrializzati verso il resto del mondo; un altro aspetto rilevante della globalizzazione è il fatto che in questo
periodo si pongono le basi per lo sviluppo di due nuove grandi potenze economiche e militari al di fuori
dell’Europa: gli USA e il Giappone: il mondo si integra in unico immenso sistema economico
a) Inghilterra
- India: per assicurarsi il controllo delle rotte commerciali verso l’Oceano Indiano
l’Inghilterra procede all’occupazione di Cipro (1875), di Aden, alla istituzione della
Somalia britannica (1884), all’occupazione dell’isola di Zanzibar (1890)
- protettorato informale sull’Afganistan
- Cina
- Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica (dominions)
b) Francia
- Algeria, Senegal, Somalia diventano colonie francesi
- Cocincina (Vietnam del Sud), Cambogia
- in quest’area il Siam (attuale Thailandia) rimane un regno indipendente che fa da stato
cuscinetto tra la Birmania (attuale Myanmar) – occupata dagli inglesi nel 1886 – e il Laos
occupato dai francesi nel 1893
c) Russia
- attraverso la Siberia la Russia si espande in estremo oriente entrando in conflitto con il
Giappone
- tenta di conquistare l’Afganistan che nel 1885 resta formalmente indipendente, ma di fatto
sotto il controllo inglese
d) Stati Uniti
- guerra di secessione (1861 – 1865)
- conseguenze: vittoria degli Stati del Nord e progressiva industrializzazione del paese; il
controllo del paese passa in mano alle lobbies degli affaristi: banchieri, finanzieri,
industriali, petrolieri e militari
- 1898: guerra di Cuba: dopo pochi mesi di scontri gli USA sconfiggono la Spagna negli
ultimi resti del suo impero coloniale: Cuba, Filippine, e Antille entrano sotto l’influenza
USA; a Cuba l’esercito statunitense inizia la costruzione del campo di concentramento di
Guantanamo
- 1903 – 1905: apertura del canale di Panama sul territorio appartenente alla Colombia, il cui
parlamento si oppone all’esproprio da parte degli USA; il presidente Theodor Roosvelt
risponde favorendo la ribellione dei panamensi contro la Colombia, e dalla secessione nasce
la repubblica di Panama, uno stato fantoccio controllato dagli USA;
e)
Giappone
la rivoluzione dall’alto di Mutsuhito (era Meiji 1868 – 1912) :
- 1868: restaurazione dell’autorità imperiale e ridimensionamento dei grandi proprietari
terrieri, i “daimyo” – paragonabili ai feudatari
- 1871: abolizione del sistema feudale: daimyo e samurai (piccola nobiltà) vengono assorbiti
nell’apparato militare e burocratico dello Stato
- 1889: approvazione della Costituzione
- all’occidentalizzazione dell’apparato produttivo e alla rapida industrializzazione che ne
seguì, non subentrò tuttavia un mutamento dei valori tradizionali della società giapponese:
disciplina, rispetto delle gerarchie, senso del sacrificio – tutti valori tipici del precedente
sistema feudale – furono incorporati nelle nuove strutture produttive di tipo industriale
- espansione coloniale: 1894 – 95 conquista di Corea, Formosa (Taiwan), e isole Pescadores;
1904 – 5 conquista della Manciuria;
1
3) si profila una nuova conflittualità all’interno della società europea, da un lato, e tra paesi industrializzati e paesi
sottoposti al dominio imperialista dall’altro.
1870- 1900: la seconda rivoluzione industriale e la grande depressione
1) nuove fonti energetiche
a) elettricità: in seguito alle scoperte di Michale Faraday e Thomas Alva Edison si apre l’era dell’energia
elettrica, che darà luogo a nuovi investimenti destinati a sostituire l’uso delle macchine a vapore
b) petrolio: l’utilizzazione del petrolio affiancherà e poi sostituirà definitivamente l’uso del carbone, i
derivati del petrolio saranno usati per l’illuminazione, il riscaldamento, e i mezzi di trasporto dopo
l’invenzione del motore a scoppio
2) scoperte scientifiche, innovazioni tecnologiche, diffusione della mentalità positivista
a) motore a scoppio
b) progressi nella medicina: L. Pasteur (1822 – 1895)
c) 1895 invenzione della dinamite
d) la cultura scientifica della seconda metà dell’Ottocento è dominata dal positivismo, un insieme di
indirizzi filosofici che esaltano la scienza come apportatrice di progresso materiale e spirituale; i
positivisti conducono una dura battaglia contro la cultura umanistica, e in molti casi auspicano
l’avvento di una società futura dominata da una elite di scienziati e industriali
3) nuovi settori industriali
a) industria elettromeccanica
b) industria chimica
4) rivoluzione dei trasporti
a) canale di Suez (1869) e di Panama (1914)
b) ferrovie transcontinentali (Transiberiana)
c) introduzione massiccia di navi a vapore
5) rivoluzione della comunicazione
a) il telegrafo senza fili (G. Marconi 1901)
b) il telefono (disputa Bell-Meucci)
6) trasformazioni strutturali del capitalismo
a) rispetto alla prima rivoluzione industriale si amplificano le dimensioni delle aziende con la conseguente
formazione di un proletariato industriale di massa e la necessità di una più stretta compenetrazione tra
banche e industrie: nasce il “capitale finanziario” (R. Hilferding)
b) cartelli
c) trusts
7) la scoppio della crisi:
a) cause strutturali:
i. le ferrovie, che avevano avuto un ruolo trainante nella fase di ascesa dell’economia europea,
lo ebbero anche in quello di discesa: l’arresto degli investimenti nel settore ferroviario, dovuto
al fatto che intorno al 1870 tutti i paesi industrializzati avevano ormai messo a punto la propria
rete ferroviaria, provocò un rallentamento degli investimenti in tutti gli altri settori collegati;
ii. crisi agraria, dovuta al fatto che lo sviluppo dell’agricoltura negli USA, a costi nettamente
inferiori rispetto a quelli europei, determinarono una concorrenza spietata; il prezzo del grano
americano era notevolmente inferiore al prezzo del grano europeo, per cui molte aziende
agricole del vecchio continente furono messe in ginocchio.
iii. crisi delle esportazioni: nella seconda metà dell’ottocento molti paesi che importavano
macchinari e prodotti finiti dall’Europa, come Russia, Giappone e Usa, cominciano a
diventare autonomi: la conseguenza è una crisi di sovrapproduzione che si abbatte su interi
settori produttivi come il tessile, il siderurgico e il meccanico
b) cause congiunturali:
iv.
il boom speculativo speculativo in borsa provocato dalla fine della della guerra francoprussiana del 1870/71. Il pagamento dell’indennità che la Francia versò alla Germania (5
miliardi di franchi-oro) fece affluire nelle banche tedesche un’enorme quantità di denaro che
rese possibili investimenti in diversi settori: infrastrutture, edilizia, industria. La prospettiva di
profitti futuri sicuri innescò un’ondata di acquisti che però non trovava riscontro
nell’economia reale: si era formata una “bolla” destinata a scoppiare nel 1873, anno in cui
fallirono molte banche, specialmente austriache, che erano implicate nelle speculazioni.
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Questa crisi dimostrò per la prima volta nella storia il ruolo entrale assunto dalle borse nel
determinare l’andamento dell’economia.
8) le risposte alla crisi economica e i prodromi della prima guerra mondiale
a) tutti i paesi europei invocano e ottengono l’introduzione di misure protezionistiche, secondo una logica
che contraddice i principi del liberismo ottocentesco di matrice smithiana, e si traducono in una
pericolosa forma di nazionalismo economico
b) con la crisi l’intero sistema economico dei paesi industrializzati si trasforma profondamente: nascono
giganteschi monopoli, concentrazioni industriali dotate di enormi capitali, “holdings” – ossia società
finanziarie che controllano la maggioranza delle azioni di un notevole numero di imprese –; aumenta
l’estensione dei cartelli e dei trusts
c) la corsa alle colonie determina la spartizione del mondo in zone di influenza
Gli Stati europei e l’impero ottomano nel 900
Nel Novecento possiamo distinguere tre tipologie di stati:
1) gli imperi multietnici:
i.
la Russia zarista dei Romanov: negli ultimi decenni dell’Ottocento la Russia conosce un periodo di
industrializzazione legato ad alcuni distretti: Mosca (per l’industria tessile), Pietroburgo (per la
siderurgia e la cantieristica), gli Urali (per le miniere) e Baku – attuale capitale dell’Azerbaijan
diventato Stato indipendente dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 – per
l’estrazione del petrolio. La classe operaia resta comunque una minoranza, circa due milioni e
mezzo di operai su una popolazione di oltre cento milioni di abitanti; la stragrande maggioranza
dei russi è costituita da contadini sottoposti a uno sfruttamento durissimo da parte dei latifondisti;
le numerose rivolte contadine, sostenute da anarchici e “nichilisti”, vengono represse duramente
soprattutto durante il periodo dello zar Alessandro III (1881 – 1894) e Nicola II (1894 – 1917).
ii.
l’Austria-Ungheria degli Asburgo, in notevole ritardo rispetto al resto d’Europa sul piano
dell’industrializzazione, è dilaniato dalle spinte centrifughe dei popoli che aspirano
all’indipendenza nazionale (cechi, slovacchi, polacchi, ungheresi, croati); dopo il 1848 Austria e
Russia entrano in conflitto per l’egemonia sui Balcani.
iii.
l’Impero Ottomano, definito “il gigante dai piedi d’argilla” per la sua instabilità, comprendeva una
vasta area costituita da Turchia, parte dell’attuale Grecia, Siria, Mesopotamia, Arabia, e parte della
costa nordafricana, tra cui la Libia; il controllo del Medio Oriente da parte delle grandi potenze
diventerà decisivo quando il petrolio sostituirà il carbone come fonte energetica di uso industriale;
l’I.O. formalmente guidato dal Sultano era diviso in una molteplicità di province governate dai vari
pascià, che di fatto esercitavano un potere autonomo.
Restano immuni per motivi diversi dall’esplosione dei moti del 1848; dal 1878 in avanti non fanno più fronte
comune, per via delle loro rivalità dinastiche e degli antagonismi geopolitici che li contrappongono
2) gli Stati nazionali a base parlamentare dove si afferma il principio dell’equivalenza fra Stato e nazione che
aveva dato origine ai moti del 1848
v.
vi.
la Francia
 il II impero (1852 – 1871) caratterizzato dal “bonapartismo”, un regime autoritario
plebiscitario e demagogico che unisce paternalismo sociale, clericalismo, nazionalismo,
imperialismo e difesa dei valori borghesi (soprattutto la difesa della proprietà privata)
 la III repubblica (1871 – 1900): crollato il II impero con la sconfitta subita da Napoleone III
nella guerra franco-prussiana, sorge la III repubblica che durerà fino all’invasione hitleriana
del 1940; si afferma un sistema democratico parlamentare che nonostante le difficoltà e i
conflitti interni riuscirà a resistere ai tentativi di colpo di stato attuati dai militari con l’aiuto
della chiesa degli strati più reazionari della società
l’Inghilterra di Gladstone e Disraeli (1870 – 1890) che unisce una politica interna basata su un
sistema parlamentare avanzato a una politica estera aggressiva e imperialista; il periodo che va dal
1837 al 1901 è l’ “età vittoriana”; si acuisce il problema dell’Irlanda sottoposta a uno sfruttamento
da parte dei latifondisti inglesi ed estranea allo sviluppo industriale di cui ha beneficiato la Gran
Bretagna; per liberare l’Irlanda dall’oppressione inglese, nel 1870 a Chicago nasce
l’organizzazione terroristica irlandese dei Feniani, così chiamata dal nome di Finn, un eroe della
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vii.
mitologia celtica; l’ispirazione cattolica del movimento di liberazione dell’Irlanda non impedirà ai
suoi esponenti di portare avanti una lotta di tipo terroristico.
l’Italia postrisorgimentale dei Savoia (v. sezione successiva)
3) la Germania costituisce un ibrido perché dopo l’unificazione operata da Bismarck nel 1871 diventa uno Stato
nazionale, ma la sua organizzazione politica che risale alla sistemazione post-napoleonica del 1815 è quella
tipica di un impero
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la Germania di Bismarck (1870 – 1890) Bismarck fu l’artefice dell’unificazione tedesca e l’ispiratore
della prima forma di “welfare state”; in politica estera promosse il congresso di Berlino del 1878 per
risolvere i conflitti tra Russia, Austria e Impero Ottomano nell’area balcanica; Serbia, Montenegro, e
Romania furono riconosciuti indipendenti; venne creata la Bulgaria su un territorio più ristretto
dell’attuale; Bosnia ed Erzegovina furono affidate all’amministrazione temporanea dell’Austria, che le
annetterà unilateralmente nel 1908; Cipro fu assegnata all’Inghilterra per il controllo del Mediterraneo;
alla Francia fu consentito di procedere all’occupazione della Tunisia
l’età gugliemina (1890- 1918) nel 1890 il giovane imperatore Guglielmo II, espressione del militarismo
prussiano sostenuto dagli industriali e dall’alta finanza, licenzia Bismarck giudicato troppo morbido nel
suo tentativo di perseguire una politica di pace duratura in Europa; in Germania ha inizio una fase
nuova caratterizzata da un politica imperialistica e aggressiva che sfida apertamente il predominio
inglese sui mari; dagli inizi del 900 si avvia una corsa agli armamenti che sarà una delle cause
principali della prima guerra mondiale; si diffonde il “pangermanesimo” un movimento che propugna
l’unione di tutti i tedeschi sulla terra e ne afferma la superiorità con toni che anticipano l’ideologia
nazista, si ispirano alle dottrine del darwinismo sociale, e si fondano su una volgarizzazione del
concetto di “superuomo” elaborato dal filosofo Friedrich Nietzsche.
“Il paradosso fondamentale da tenere presente è questo: solo l’Europa aveva dato vita allo Stato nazionale, ma la
nazione e lo Stato non significavano la stessa cosa in molte zone d’Europa. L’autodeterminazione nazionale
continuava ad essere uno slogan rivoluzionario nell’Europa orientale, mentre in Occidente era stata accettata come
norma di organizzazione politica. Da un certo punto di vista, tutto il periodo dal 1789 al 1914 può essere descritto
come un’epoca in cui il nazionalismo democratico si espanse verso Oriente, con conseguenze catastrofiche per gli
imperi dinastici degli Asburgo e dei Romanov (…) Inoltre occorre considerare che il concetto generale di
imperialismo cela un’ambiguità. Poteva essere usato in riferimento agli imperi degli Hohenzollern, degli Asburgo e
dei Romanov, le cui mire espansionistiche erano dettate soprattutto da considerazioni di politica internazionale.
Poteva essere riferito ai crescenti movimenti protezionisti e colonialisti della Gran Bretagna, della Francia, e
dell’Inghilterra, le cui rivendicazioni nascevano da considerazioni di ordine economico. L’imperialismo tedesco
univa entrambe le caratteristiche: era moderno, ma la sua ideologia ignorava il cosmopolitismo liberale: al suo posto,
i teorici tedeschi dell’imperialismo ponevano la Realpolitik, la dottrina secondo la quale nei rapporti internazionali
fra gli Stati ciò che contava era solo la forza militare. Si può dire quindi che l’imperialismo ha aspetti diversi che è
un problema collegare tra di loro. Una “età dell’imperialismo” è per definizione un’epoca in cui l’impulso
imperialistico è diventato articolato e consapevole” (Georg Lichtheim, L’Europa del Novecento)
Nel suo studio Lichteim, quindi, fa corrispondere alle tre differenti forme di Stato tre differenti strategie
imperialistiche.
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