Il Liceo Statale “A. Monti” di Chieri e l’Associazione Tra Me presentano LISISTRATA CIRCUS di Aristofane Traduzione e adattamento di Marcella Bruno, Massimo Carraro e Stefano Cucco Personaggi e interpreti Lisistrata (la domatrice) Madalina Harabagiu Cleonice (la tigre) Sara Parolo Mirrina (la leonessa) Angelica Moro Lampitò (la pantera) Miriana Castello Il Coro di Vecchi (i clown) Chiara Gilardi, Anna Maria Lazar, Elisabetta Marchisio e Letizia Moratto Il Coro di Vecchie (le addette alle pulizie) Jenni Bertello, Maura Caudana, Sara Oderda e Laura Rotari Il Probulo (il cassiere del Circo) Eugenio Borgo Gli Arcieri (i mimi) Adele De Pasquale e Daniele Lampiano Tre donne (il trasformista) Chiara Ariagno Cinesia (il ventriloquo) Stefano Neirotti Gli Ambasciatori Spartani (i lanciatori di coltelli) Samuel Ahadome e Salvatore Nicosia Magistrati di Atene (i giocolieri) Riccardo Marzullo La Pace (l'equilibrista) Chiara Ariagno Scene e costumi a cura del gruppo Assistenti di Scena Anna Maria Berruto, Ilaria Capello e Alessandra Comba Aiuto Regia Stefano Cucco Regia Massimo Carraro SCHEDA DELLO SPETTACOLO L'ateniese Lisistrata, stanca dell’interminabile guerra che devasta la Grecia, riunisce in assemblea alcune donne, sicura di essere finalmente riuscita a escogitare il mezzo che porrà fine a ciò che provoca loro tanto dolore e tanta solitudine: uno sciopero del sesso. Bisognerà rifiutarsi ai mariti, finché questi non concluderanno la pace. Dopo le prime rimostranze, Lisistrata, riesce a convincere le donne dell'impresa e tutte insieme occupano l'Acropoli, per bloccare l'accesso al tesoro che serve a finanziare la guerra. Grazie all’aiuto delle donne più anziane riescono a respingere un gruppo furioso e ostinato di vecchi che, per vendetta, vorrebbe bruciare l’Acropoli stessa e tutte le donne che vi sono riunite. Gli uomini di Atene, allora, inviano un probulo per trattare con le donne. Ma l'astuzia e la fermezza di Lisistrata hanno la meglio e il commissario ateniese e i suoi arcieri se ne tornano a casa umiliati e derisi. Peraltro, le donne sono sul punto di cedere, e inventano mille scuse pur di poter tornare a casa dai propri mariti e amanti. Lisistrata è irremovibile e nessuna delle sue compagne lascia l’Acropoli. Solo a Mirrina viene concessa la possibilità di incontrare il marito Cinesia, ma l’unico scopo è quello di stimolare le voglie dell'uomo, per poi lasciarlo con un palmo di naso. Mirrina svolge alla perfezione il suo compito: fa credere al marito di essere pronta all'atto sessuale, ma poi, dopo varie dilazioni, scappa lasciandolo insoddisfatto. Nel frattempo, l'astinenza si fa sentire anche nelle altre città greche: da Sparta arriva un araldo per trattare la pace, ed incontra Cinesia. I due si mettono d'accordo: Sparta manderà ambasciatori pronti a firmare la pace, mentre Cinesia informerà i magistrati ateniesi. Questo smorza decisamente le tensioni: i vecchi e le vecchie del coro, dopo qualche resistenza, riescono a riconciliarsi, e lo stesso fanno gli ambasciatori spartani e ateniesi davanti a Lisistrata. Stipulata la pace, finalmente si può celebrare il ritorno delle donne dai loro mariti. ------------------------------------------------Tra i temi rappresentati da Aristofane ci sono chiaramente la guerra e la pace, temi questi che si ritrovano in molte delle sue commedie più famose. Guerra presa questa volta dal punto di vista delle donne, non quindi rappresentata nella sua figura "distruttrice" ma come "privazione" di figli, mariti, della famiglia, della quotidianità, del corso naturale della vita; anche la pace, qui, non ha nulla di etico o morale ma la sola funzione di ristabilizzare il "modus vivendi". Ma la grandezza della commedia si rivela soprattutto nella figura rivoluzionaria della donna e del sesso. La Lisistrata è famosa per questa trovata estrosa e disinvolta dello ‘sciopero sessuale’ e per il seguito di battute e situazioni spinte, talvolta oscene, cui essa da luogo. Ma questo è solo un aspetto della commedia, costituisce la sua vis comica. Se riflettiamo che come la tragedia anche la commedia è teatro ‘impegnato’, non saremo sorpresi di trovare nella Lisistrata, un messaggio serio condito con le arguzie comiche. Lisistrata vuole che gli Ateniesi e gli Spartani facciano la pace cosicché gli uomini, invece di andare in guerra, restino in casa accanto alle loro donne. A tal fine è disposta ad astenersi ora dal proprio piacere, posticipandolo in vista di un più compiuto godimento in futuro. Armata di questo spregiudicato calcolo razionale, ella sfida e nello stesso tempo seduce gli uomini: ti impongo questa momentanea rinuncia, che è anche la mia rinuncia, affinché pure tu, uomo, possa godere di più in seguito, perché il tuo e il mio piacere sono eguali. Il messaggio della Lisistrata, oltre l’invito alla pace e alla riconciliazione tra i Greci, è l’affermazione della parità fra l’uomo e la donna. Ad Atene dove il principio dell’isonomia, estensione dei diritti, comincia a muovere i primi passi verso il concetto di uguaglianza, anche il tema della parità di genere diventa oggetto di attenzione. E sebbene Aristofane sia un intellettuale ‘conservatore’, riguardo a tale questione sta dalla parte del progresso. Il desiderio e il piacere sono dunque fatti assolutamente reciproci fra i due sessi, senza che l’uomo goda di alcun privilegio o tragga vantaggio da una prevaricazione. L’uguaglianza dei generi viene rivendicata come principio e affermata già come fatto sulla base di un’analisi della semplice realtà quotidiana. Basta dare un’occhiata al mercato di Atene per rendersi conto di quanto il lavoro femminile contribuisca all’economia della città: se fosse loro permesso, le donne potrebbero anche combattere e comandare la flotta ateniese! Per quale motivo alle donne non è consentito di occuparsi dell’amministrazione pubblica, quando sono esse che curano i bilanci familiari? Anche se ora stanno costrette in casa, le donne sono capaci di ragionare sugli affari dello Stato sia per loro attitudine sia perché ascoltando con attenzione i discorsi dei padri e degli anziani, al pari degli uomini, si sono ben istruite e preparate. Le donne sono dunque perfettamente in grado di occuparsi di politica e di giudicare sbagliata una condotta: gli uomini la smettano allora sempre di zittirle e facendo essi silenzio si lascino consigliare! Il coraggio e l’amor di patria non sono solo virtù maschili. In più le donne posseggono qualità loro proprie, come la grazia e la naturale gentilezza. E poi come si fa a dire: “la guerra è affare da uomini”? In realtà la guerra è più un affare da donne, perché esse ne sopportano il peso due volte: partoriscono i figli, li allevano con tanto amore e poi li vedono andare via a fare i soldati! Alla fine, questo è il punto centrale, le donne hanno il diritto e il dovere di essere utili allo Stato; sono anch’esse cittadine al pari degli uomini, talvolta addirittura migliori di loro. ------------------------------------------------Dal mese di ottobre scorso si è lavorato con una ventina di ragazzi del triennio del Liceo “A. Monti” all’allestimento di “Lisistrata” di Aristofane. Si è approfondito il testo, discusso di Pace, del ruolo della donna nell’antichità e ai nostri giorni. La scelta di ambientare l’allestimento in un Circo nasce dalla considerazione che la guerra non è solo quella che si combatte con le armi, ma presuppone anche un grosso “baraccone” alle spalle: il tesoro dello Stato, il mercato delle armi, le posizioni dei politici e le decisioni, spesso unilaterali, di chi il potere lo gestisce. Aristofane lascia alle donne l’ideazione di una soluzione. Lisistrata, che nel nostro allestimento è una domatrice, deve, da un lato, gestire le donne ateniesi e istruirle sul da farsi, dall’altro tenere in riga gli uomini. Ecco che, allora, le altre donne si trasformano in fiere o in trasformiste o nelle donne delle pulizie (che cercano di sistemare e “ripulire” la città dallo “sporco” che si lasciano dietro gli uomini); gli uomini sono guerrafondai, quindi lanciatori di coltelli, oppure giocolieri, che cercano di destreggiarsi tra un contrattempo e l’altro pur di fare la guerra, o ancora coloro che si occupano del tesoro o che nascondono il loro pensiero facendo parlare un pupazzo… e la Pace non può che essere un’equilibrista, sempre in bilico, e che lascia tutti col fiato sospeso. Lo spettacolo andrà in scena a Chieri, presso l’auditorium del Liceo “A. Monti” il 12 maggio alle ore 21.00. Dopo questa prima rappresentazione, il 26 dello stesso mese parteciperà all’annuale Rassegna di Teatro Classico Antico di Padova, organizzata dal Centro Studi “Tito Livio”; il 05 giugno, invece, parteciperà alla Rassegna “Le Ferie di Augusto” a Bene Vagienna.