1 APPUNTI DI LEZIONE SULLE CROCIATE

APPUNTI DI LEZIONE SULLE CROCIATE
[Tratti da La santa Romana repubblica di Giorgio Falco e da Gli eserciti di Dio di Rodney Stark].
Il movimento per l pace e la tregua di Dio, promosso dai Cluniacensi sullo scorcio del X secolo (e
proseguito nell’XI) imponeva alla stessa Chiesa locale la necessità di organizzare sotto il suo comando e
armi terrene per imporre la pace e punire i colpevoli.
Se la Chiesa non si sottrae allo spirito militare, correlativamente lo spirito religioso che muove la Chiesa,
penetra e informa di sé la società guerriera del tempo.
Cavaliere –soldato di Cristo si chiama ora colui che combatte alò servizio della chiesa.
La benedizione che era stata invocata in altri tempi sul capo e sulle armi dei sovrani, scende ora sulla
spada dei cavalieri, sulle schiere e sui vessilli della nuova milizia.
La scena della storia europea si popola di una moltitudine di grandi figure ben rilevate, piene di
umanità, generazione eroica, soggetta nel bene e nel male a tutte le passioni dell’uomo, che, senza vie e
senza mete predestinate, si crea nel cimento la sua nuova coscienza, nell’audacia costruisce la presente e
futura grandezza d’Europa.
Uomini di ogni terra e di ogni sorte sono accomunati ed esaltati dalla religione in una professione di
guerra che non ammette diserzioni. La prima Crociata si inquadra in questo moto universale, religioso e
militare ad un tempo.
Il richiamo della Terra santa diviene risoluto e urgente quando nel 1010 il califfo Hakem distrugge la
chiesa del santo sepolcro. La profanazione del tempio, oggetto universale di culto, da secoli meta di
pellegrinaggi da ogni parte del mondo cattolico, fu sentita come una provocazione che chiedeva
vendetta.
Il proposito non teneva conto dello Stato reale dell’Europa e del Mediterraneo: la prima ancora troppo
divisa; il secondo ingombro di navi saracene. La grande lotta sognata si spezzò in singoli episodi di cui
furono protagoniste vittoriose Genova, Pisa, Venezia.
La Chiesa è restaurata nel 1037 dal califfo Mustafer. Dai 7000 ai 12.000 sono i pellegrini guidati a
Gerusalemme nel 1064 dall’arcivescovo di Magonza, di Bamberga, Ratisbona, Utrecht.
Vittore II (1087-1088) e Urbano II (1088-1099) raccolsero la doppia eredità di Gregorio VII,
proseguirono da un lato i negoziati per l’unificazione della chiesa e il soccorso all’oriente, dall’altro
continuarono a colpire simonia e nicolaismo.
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Nei Concili di Piacenza e Clermont l’argomento è ancora la riforma, e tuttavia il pensiero va a
quell’assemblea in cui Urbano II dipinge al vivo gli strazi inflitti dagli infedeli ai fratelli d’oriente, la
rovina delle chiese, ed esorta i cristiani ad andare a combattere per la loro salvezza. La folla, fremente di
orrore e di rabbia, ruppe in lacrime levando il grido: Dio lo vuole.
Sorprendente risposta dell’appello di Urbano II; una iniziativa mondiale da parte del papato, mentre
esso era tuttora impegnato a combattere simonia e nicolaismo, ad affrontare di fronte ai sovrani la
teocrazia…nel momento in cui non poteva disporre liberamente neppure della propria sede! Occupato
dall’antipapa e da milizie germaniche.
Prima di arrivare a Clermont il Pontefice aveva viaggiato per 4 mesi recandosi in visita presso
importanti nobili, famosi abati e vescovi. L’idea della guerra penitenziale era rivoluzionaria poiché
poneva l’azione del combattimento sullo stesso piano meritevole della preghiera, della carità e del
digiuno. Il pellegrinaggio era visto come un “Nuovo esodo”. Nel corso del X secolo, nel clima di
ravvivata tensione escatologica determinata dall’approssimarsi dell’anno Mille i pellegrinaggi di carattere
penitenziale si intensificarono (Chartres, Santiago di Compostela, Roma). Già Alessandro II
(predecessore di Gregorio II) aveva esortato i cristiani a recarsi a combattere in Spagna contro i
saraceni, promettendo loro, in caso di morte, la remissione dei peccati (si tratta dell’inizio della
Reconquista)1.
Il 27 novembre 1095 papa Urbano II salì su una tribuna allestita su un prato poco fuori della cittadina
francese di Clermont. Uomo energico, all’epoca aveva 53 anni, urbano II aveva una voce potente ed
espressiva. La folla era costituita da poveri contadini e rappresentanti della nobiltà e dl clero.
Il papa aveva indetto quell’adunata in risposta all’imperatore di Bisanzio Alessio Comneno che gli aveva
chiesto di mandare truppe sue e di altri nobili cristiani per respingere l’attacco dei turchi selgiuchidi.
Il papa iniziò a descrivere nei minimi particolari le torture, gli stupri, gli assassini di pellegrini cristiani e
le sacrileghe profanazioni delle chiese:
«Abbattono gli altari dopo averli sconciamente profanati, circoncidono i cristiani e il sangue lo
spargono sugli altari, o lo gettano nei fonti battesimali; e a quelli che vogliono condannare a una morte
vergognosa perforano l’ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li
conducono in giro finché con le viscere strappate, cadono a terra prostrati».
Urbano II aggiunse un secondo argomento. Dato che quei nobili erano addestrati a menar le mani tra
loro, tanto che si era arrivati alle cosiddette “tregue di Dio” o “paci di Dio”, ora avevano finalmente
l’occasione di menar fendenti nei confronti dei musulmani:
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Si veniva preparando, sul piano della riflessione dottrinaria una teologia dell’azione armata. Il sacrificio del milites
Christi era interpretato come una sorta di martirio.
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«Gioite dunque guerrieri cristiani che cercate senza posa futili pretesti per fare guerra poiché oggi vi è
data la più giusta delle motivazioni. Se sarete sconfitti, godrete della gloria di perire là dove morì il
Signore nostro Gesù Cristo, e Dio non dimenticherà mai di avervi visti marciare nei santi battaglioni.
Soldati dell’inferno, divenite dunque soldati del Dio vivente»2.
Il grido Dieu li volt (Dio lo vuole) si alzò tra la folla, mentre gli uomini iniziavano a tagliare mantelli e
stoffe per fare delle croci da cucire sul petto. Tutti erano concordi sul fatto che l’anno seguente
sarebbero partiti per la Terra santa. Cosa che infatti fecero.
Cosa furono le crociate? Una riposta ala conquista musulmana di terre cristiane tra conquiste militari e
conversioni forzate? Il primo capitolo del brutale colonialismo europeo?
Nello specifico, sono state formulate varie accuse:
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a spingere i crociati verso Oriente non fu un ideale, bensì la brama di nuove terre e bottini.
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Le crociate furono promosse da pontefici avidi di potere e desiderosi di espandere il
cristianesimo convertendo le masse musulmane alla fede in Cristo.
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I cavalieri europei erano dei barbari che seviziavano chiunque si trovasse sul loro cammino,
lasciando l’illuminata cultura islamica in rovina.
Nel 1999 il New York Times aveva proposto di considerare le crociate un genocidio paragonabile alle
atrocità hitleriane…
Karen Armstrong (ex suora), popolare scrittrice americana su temi religiosi, sempre nel 1999 sosteneva
che “nonostante il pacifismo di Gesù, la guerra santa è in realtà un fatto profondamente cristiano,
poiché il cristianesimo possiede una vocazione intrinseca alla violenza”.
Sorvolo sulle accuse e la disapprovazione delle Crociate emerse durante l’illuminismo. Cito solo un
passo di Diderot: «L’epoca della tenebra più profonda e della follia più grande trascinò una parte
considerevole del mondo in una piccola e sventurata terra al solo fine di sgozzarne gli abitanti e
prendere possesso di un picco roccioso che non valeva una sola goccia di sangue».
In Terra santa, dopo secoli e secoli di tolleranza religiosa, i musulmani stavano ora profanando i luoghi
più sacri del cristianesimo e riservavano ai pellegrini cristiani le più immonde crudeltà. Era proprio così?
O era tutta un’invenzione del papa? Recandosi in terra santa i pellegrini mettevano a repentaglio la vita.
I luoghi sanati della cristianità non avevano alcuna protezione. A quel punto, i cavalieri del mondo
cristiano si convinsero di poter porre rimedio a quella situazione.
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Fu San Bernardo di Chiaravalle (appassionato e instancabile predicatore della II Crociata) a teorizzare la liceità
dell’omicidio: “I cavalieri di cristo combattono le battaglie del loro Signore e non temono né di peccare uccidendo
qualcuno, né di dannarsi se sono essi stessi a morire: poiché la morte quando è data o è ricevuta in nome di cristo non
comporta alcun peccato e fa guadagnare molta gloria. La giustificazione dell’omicidio nell’ottica della guerra giusta
preparò il terreno alla nascita degli ordini cavallereschi.
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Che cosa convinse decine di migliaia di uomini a mettere in gioco le loro vite e i loro patrimoni in
quell’avventura? Molti di loro, soprattutto quelli reclutati da Pietro l’eremita per la “Crociata dei
pezzenti” erano forse inconsapevoli di ciò che veramente li attendeva, ma i grandi nobili e i cavalieri
non erano né stupidi né ingenui e di una spedizione in Terra santa ne sapevano già abbastanza.
Partire per una crociata era un’impresa decisamente dispendiosa. Per racimolare i fondi necessari
Goffredo di Buglione vendette l’intera contea di Verdun al re di Francia Filippo I; Roberto di
Normandia diede in pegno l’intero ducato di Normandia al fratello Guglielmo II, re d’Inghilterra.
Sta di fatto che, dopo più di tre mesi di viaggio, il primo gruppo di crociati giunsero a Costantinopoli
(non ancora a Gerusalemme!). per strada raccolsero altri entusiasti, pur subendo dure reazioni da parte
delle popolazioni delle regioni balcaniche da essi percorse (perché requisivano in mood forzato i viveri).
Si spinsero fino a Nicomedia, ma Pietro non riuscì a tenere la disciplina fra le sue fila; chiese aiuto
all’imperatore. Buona parte del suo seguito fu massacrato dai Turchi. Aspettò l’arrivo dei nobili crociati
cui si unì in una posizione molto subordinata. Quando Gerusalemme fu presa il 15 luglio 1099 Pietro
d’Amiens diventò elemosiniere dell’esercito vittorioso. Il suo sermone sul Monte degli Ulivi fu seguito
dal saccheggio della città e dai massacri degli abitanti inermi della Città santa. Cosa scrivono i cronisti?
Sia i cristiani che le fonti arabe descrivono la ferocia con cui i crociati si accanirono sui musulmani
presenti a Gerusalemme.
Dopo la conquista si pose il problema dei territori conquistati, senza rispettare l’accordo di Bisanzio:
Principato di Antiochia a Boemondo di Taranto;
Contea di emessa a Baldovino di Fiandra;
a Gerusalemme i crociati elessero Goffredo di Buglione Advocatus del Santo sepolcro. Avevav il
compito di difenderla militarmente. A governare Gerusalemme fu posto Daimberto, arcivescovo di
Pisa, nominato Patriarca latino di Gerusalemme.
Le cause economico-sociali delle crociate.
La crescita demografica dopo il Mille pose problemi di sopravvivenza.
a) il bisogno di terre, non solo da parte dei contadini, ma anche dei figli cadetti dell’alta
aristocrazia.
b) Interessate alle nuove prospettive aperte dalle Crociate furono anche le repubbliche marinare
italiane (Genova, Pisa, Venezia). Esse si offrirono, dietro lauti compensi, di trasportare sulle
loro navi i crociati di rifornirli, una volta in Terra santa, di armi e dei viveri.
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