Terza stagione del rinnovato Teatro San Martino a cura di Roberto

Terza stagione del rinnovato Teatro San Martino a cura di Roberto Latini
e Libero Fortebraccio Teatro.
Una programmazione lunga otto mesi che prosegue per modalità e
intenzione quanto le passate sono state in grado di proporre.
Appuntamenti costruiti non per selezione ma “ad invito”; non un
semplice calendario di eventi ma la condivisione di un progetto, un teatro
al plurale, che ha nelle differenze la sua ricchezza.
Per la stagione 2009|2010, sperimentiamo un cambiamento d’orario,
apertura dalle ore 18 e inizio spettacoli alle ore 20 invece che alle
21, in modo da poter estendere l’accoglienza al pubblico invitandolo a
vivere il Teatro non soltanto come luogo di spettacolo, ma anche
d'incontro, discussione e crescita comune.
2009
14 ottobre, ore 20
CLAUDIO MORGANTI
una lettura del Woyzeck
19|24 ottobre, ore 20
LIBERO FORTEBRACCIO TEATRO
Iago, Desdemona e Otello
9|12 novembre, ore 20
TEATRO MINIMO
Sequestro all'italiana
20, 21 novembre, ore 20
KINKALERI
The Hungry March Show/Yes sir!
3|5 dicembre, ore 20
COSMESI
Periodonero
11, 12 dicembre, ore 20
FABRIZIO FAVALE LE SUPPLICI
Se fossero le Alpi
2010
20|31 gennaio
COMPAGNIA LABORATORIO DI PONTEDERA
10|13 febbraio
I SACCHI DI SABBIA/COMPAGNIA SANDRO LOMBARDI
27 febbraio
MARCIDO MARCIDORJS E FAMOSA MIMOSA
2, 3 marzo
TEATRO DELLE ARIETTE
5, 6 marzo
NERVAL TEATRO
12, 13 marzo
TEATRO DELLE APPARIZIONI
23|27 marzo
PATHOSFORMEL
10 aprile
COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI
16, 17 aprile
THÉÂTRE DE L'ARC-EN-TERRE
3|8 maggio
TEATRO SOTTERRANEO
17|22 maggio
COMPAGNIA MONACO/ACCA
apertura teatro ore 18
spettacoli ore 20
TEATRO SAN MARTINO, via oberdan 25, bologna
info|prenotazioni 0517459360 | 3351997983 | [email protected]
programma aggiornato www.teatrosanmartino.it
ingressi
intero 10 euro
ridotto 5 euro (studenti DAMS, Accademia di Belle Arti, scuole di teatro di Bologna (Colli, Galante
Garrone), scuole di danza di Bologna (Isadora, Mousikè, Spazio Danza, Selene Centro
Studi), conservatorio di musica G.B. Martin di Bologna)
gli spettacoli
14 ottobre 2009, ore 20
CLAUDIO MORGANTI
Una lettura del Woyzeck
Diciamo che il dire è sempre un tradimento del pensiero che è già di per sè surrogato dell’illuminazione. E
diciamo che non c’è molto da dire: è una lettura.
La prima volta che lessi Woyzeck, ormai molti anni fa, fu come uno spaventoso immoto cataclisma.
Qualcuno, non ricordo chi, ha detto che la differenza fra la tragedia e il dramma consiste in quel che
segue: è tragedia quando gli uomini non possono in alcun modo cambiare il corso degli eventi.
Il dramma, invece, potrebbe anche essere evitato.
Ecco. Nel Woyzeck svanisce l’algido tragico che si trasforma chimicamente nel sulfureo drammatico. Gli
dèi precipitano dentro la terra e spaventano gli uomini semplici perché sono diventati “frà massoni”.
Il “Woyzeck” di Buchner è ispirato ad un fatto di cronaca accaduto in Austria nei primi dell’ottocento. Fu il
primo caso processuale in cui si parlò di “capacità di intendere e di volere”.
Comunque, dopo tanto parlare, il fuciliere Friederich Johan Franz Woyzeck fu decapitato sulla piazza del
mercato di Lipsia il 27 agosto 1824 (naturalmente per dare il buon esempio ai giovani).
Per poter indagare un testo nell’atto della lettura è necessario operare una“ riduzione e adattamento”
(come si diceva un tempo).
Buchner muore prima di dare una stesura definitiva del Woyzeck.
L’opera si presenta in quadri netti, separati, ogni scena ha la forza di un atto unico: qualunque
sequenzialità delle scene, preserva la limpidezza e la linearità della“storia”. Solo le grandi opere resistono
alla “ri-scrittura”.“Ri-scrivere” è un processo di studio, è analisi.
L’atto della lettura costringe a toccare le dinamiche dei rapporti tra i personaggi.
In questo caso ho privilegiato le scene a due .
WOYZECK (animazione)
Si tratta di un breve (15 minuti) video di animazione.
E’ un altro studio su Woyzeck.
Comprendere un testo, riuscire, cioè, ad assumersi la totale responsabilità di ciò che un autore ha scritto,
sentire di averne ottenuto una “delega”, è impresa Chisciottesca.
Ma è ciò verso cui bisogna tendere, con tutti i mezzi di cui disponiamo.
Provare ad usare tecniche di altre discipline artistiche è fondamentale esercizio.
Il racconto per immagini (tra il fumetto e l’animazione) chiede di attuare una sintesi profonda, senza
perdere di vista il “clima”.
Questo video è realizzato interamente con immagini catturate da internet, lavorate secondo le tecniche di
fotomontaggio e fotoritocco, assemblate grazie ad un semplicissimo programma di montaggio.
Le musiche del video sono stralci di un altro studio (musicale): “Woyzeck suite”.
Claudio Morganti
Claudio Morganti
Formatosi presso la scuola del Teatro Stabile di Genova, allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 forma con
Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo ancora Katzenmacher, Büchner
mon amour, Kaspar Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso
Cecchi (premio della critica e premio Ubu). Dal 1993 ha fondato una propria compagnia iniziando un
percorso personale sull'opera di Shakespeare: Studio per il Riccardo III, Riccardo vs Amleto, Tempeste, La
morte di Giulio Cesare, e l'ultimo, conclusivo allestimento integrale del Riccardo III, per la Biennale di
Venezia 2000. Sempre nel 2000 è stato protagonista dell'Edipo Re, diretto da Mario Martone per il Teatro
di Roma. Collabora con la Compagnia Campo Teatrale di Milano - Il pigiama di Macbeth - e la compagnia
Alkestis di Cagliari – Il bicchiere della staffa, End, L’amara sorte del servo Gigi. Da diversi anni studia,
insieme a un gruppo di lavoro composto da vari artisti della scena italiana, la drammaturgia del Woyzeck:
è del 2008 il debutto di Scimmia (scritto da Rita Frongia) tratto dal testo di Büchner, oltre a una serie di
letture per la scena dello stesso testo.
dal 19 al 24 ottobre 2009, ore 20
LIBERO FORTEBRACCIO TEATRO
Iago, Desdemona E Otello
di e con roberto latini
e con elena de carolis
musiche originali gianluca misiti
suono paolo carrer
luci e direzione tecnica max mugnai
organizzazione e cura federica furlanis
foto di scena francesca fravolini, michele tomaiuoli
produzione libero fortebraccio teatro, fondazione pontedera teatro
in collaborazione con armunia festival costa degli etruschi, teatro san martino, bologna, infinity studio
All’interno del progetto RADIOVISIONI, Libero Fortebraccio Teatro, presenta “IAGO, DESDEMONA e
OTELLO”, due tempi costituiti dal precedente concerto scenico intitolato a IAGO e la rinnovata edizione di
DESDEMONA E OTELLO SONO MORTI che aveva debuttato, in altra forma e formazione, nella primavera
scorsa.
Due riscritture dell’Otello di Shakespeare sviluppate da differenti punti di vista, due fasi diverse di uno
stesso percorso proposte insieme come fossero un unico corpo, una dimensione sola.
La ricerca intorno alle possibilità dell’amplificazione rende IAGO, DESDEMONA E OTELLO interlocutori di
un dialogo indiretto, sostenuto dalla parola detta e immaginata, suggerita, ricercata, reiterata,
abbandonata, reinventata, scacciata, sussurrata, respirata dentro un bacio, soffocata in un bacio ancora.
Il silenzio ne accompagna ogni capacità, permettendo ai ruoli dell’interlocuzione di scambiarsi, fondersi,
moltiplicarsi come fanno le immagini coi suoni.
Libero Fortebraccio Teatro, nata dall'unione di Fortebraccio Teatro e Il Gruppo Libero, è compagnia
teatrale con sede presso il Teatro San Martino di Bologna.
L'indagine sulle possibilità dell'amplificazione negli spettacoli dal vivo all'interno del progetto
RADIOVISIONI è la direttrice principale del lavoro della compagnia, dal 2007 sostenuta dalla Fondazione
Pontedera Teatro.
La collaborazione artistica tra Roberto Latini, Gianluca Misiti e Max Mugnai, firma la seguente "teatrografia
recente": IAGO, DESDEMONA E OTELLO, 2009; BIKINI BUM BUM, 2008; NNORD, 2007; MADONNE,
2006; UBU INCATENATO, 2005; PER ECUBA, AMLETO NEUTRO PLURALE, 2004; BUIO RE _ da EDIPO a
EDIPO in RADIOVISIONE, 2003; CALIGOLA, 2002; ESSERE e NON _ le apparizioni degli spettri in
Shakespeare, 2001.
9-12 novembre 2009, ore 20
TEATRO MINIMO
SEQUESTRO ALL’ITALIANA
di Michele Santeramo
regia Michele Sinisi
con Vittorio Continelli e Michele Sinisi
scene, luci e costumi Michelangelo Campanale
direttore di scena Nicola Cambione
tecnico audio- luci Fabio Fornelli
suoni A SILENT PLACE
comunicazione ARTEFATTI adp
organizzazione Vincenzo Valla
cura del progetto Antonella Papeo
in coproduzione con il Comune di Andria
in collaborazione con il Festival Castel dei Mondi
il testo di Sequestro all'italiana è stato finalista al Premio Riccione per il Teatro 09
“Solo le conseguenze dei fatti rendono un teatro vivo”.
E. De Filippo
Sequestro all’Italiana è la storia di un fallimento: volevamo lavorare sul “candore” e siamo arrivati a mettere in
scena il suo opposto.
Non descriviamo l’attualità, che è troppo veloce perché uno spettacolo teatrale possa starle dietro. Il tentativo
è di mettere in scena i tipi umani da cui scaturisce questa attualità, sempre diversa nei suoi esiti, ma
determinata da vizi antichi. Negli ultimi tempi riviste specializzate, quotidiani, mezzi di informazione, sulla base
di interessi economici, politici e scientifici, pubblicano servizi sulle raffinatissime tecniche di analisi genetica. Si
sta cercando di costruire una banca dati del DNA di un gruppo di persone sempre più vasto sull’intero pianeta
terra. Già ora, grazie ai dati immagazzinati dalle ricerche sin qui condotte, è possibile ricostruire gli
spostamenti di massa degli uomini del passato. Ma l’evoluzione non è solo un fenomeno del passato. I geni
sono in continuo mutamento, sono (tecnicamente) premiati dalla selezione naturale, regolano il nostro
adattamento alle malattie, al clima, alla esposizione al sole e anche al pensiero politico.
Oggi, ci sembra, i geni si sono modificati per premiare secondo logiche definite oscure ma che sono invece
luminosissime; dalla legge del più forte a quella del più furbo, in un tempo in cui furbizia e intelligenza non si
stringono nemmeno la mano.
L’attualità, ancora l’attualità, ti fa avere a che fare con gente che dimentica, rimanda, fa finta di niente;
questo, nel migliore dei casi. Non è una colpa politica, è una condizione delle persone.
Corrado Alvaro ha scritto un articolo su un fatto di cronaca accaduto ad Andria nel secolo scorso. In
quell’articolo, l’uccisione delle sorelle Porro, viene fuori un affresco della città, del vivere in comunità, a dir
poco inquietante.
Come al solito, guardiamo al particolare per tentare uno sguardo sul tutto. Partiamo dal fatto locale per
descrivere un comportamento, un bisogno, una necessità, che sono riscontrabili ovunque.
Si può fare qualunque cosa, macchiarsi di qualunque crimine, ma basta poi convocare una televisione, per dire
“chiedo scusa” in primo piano. Ve lo ricordate, no? Un uomo entra in una scuola materna e sequestra una
classe di bambini perché vuole assolutamente parlare col sindaco. Non ha parlato con lui, ma ha rilasciato
un’intervista.
La nostra è la messa in scena di un sequestro. All’italiana però. La coppia di maschi di questa storia ha deciso
ed è stata indotta ad essere protagonista di un fatto di cronaca significativo: tengono in ostaggio una classe in
un aula di una scuola. È una farsa. E forse è questo il problema. Ci sono tratti determinati da quel DNA, che
non fanno prendere sul serio nemmeno le tragedie. Che questa sia una maniera sbagliata di morire senza
coscienza, o giusta di sopravvivere leggermente, è una considerazione che lasciamo allo spettatore.
Dopo il lavoro fatto su MURGIA (CARTOLINA DI UN PAESAGGIO
fotografare il proprio territorio di appartenenza.
LUNGO UN QUARTO)
teatro minimo ritorna sul tentativo di
20, 21 novembre 2009, ore 20
KINKALERI
THE HUNGRY MARCH SHOW/Yes sir!
progetto, realizzazione Kinkaleri
con Marco Mazzoni
costume Scultura morbida Marlène Mangold
coproduzione Kanuti Gildi Saal, Tallinn Estonia
in collaborazione con SPAM! Spazio per le arti contemporanee
ringraziamenti Fratelli Edison
“QUALCUNO
HA DECISO CHE I MECCANISMI SOCIALI NON CORRISPONDONO ALLE DEFINIZIONI PRE-DEFINITE E
UNA CRUDELE METAFORA DEL RAPPORTO FRA LE PARTI
HENRY/ME
BEN PRESTO SI SCOPRIRÀ CHE L’EVENTO È
DOVE CHI È CONVINTO DI DOMARE È SEMPRE PIÙ SPESSO DOMATO”.
UNA VOLTA ERA UN DIO, SI LANCIAVA SULLE TESTE ADULANTI SENZA PENSARE.
OGGI
LAVORA PER UNA DITTA DI ILLUMINOTECNICA E MONTA
LE LUCI PER LE SFILATE DI MODA.
Yes Sir! è il secondo episodio del progetto THE HUNGRY MARCH SHOW (2007-2009), una trilogia sulla
decadenza che si sviluppa in tre spettacoli distinti nell’arco di tre anni: Between a carrot and I (2007), Yes
sir! (2008), Touch me shark (2009),
Il progetto THE HUNGRY MARCH SHOW continua il percorso di ricerca fra le pieghe della coreografia e come
altri lavori della compagnia si avvale in parte dell’improvvisazione, in questo caso non come elemento portante
dell’evento, piuttosto come pratica attiva della messa in scena, stratagemma per una vitalità necessaria allo
spettacolo stesso. Il soggetto è da ricercarsi nell’elaborazione immaginifica di alcune figure sceniche - una per
spettacolo – che assolvono alla funzione di traccia narrativa. Per ogni lavoro è investigato un personaggio e la
sua alterazione.
Steve McQueen, Henry Rollins, Mikhail Baryshnikov, tre icone del 900, sono presi in prestito come stereotipi
contemporanei di talento, successo e potenza, elementi da dove far partire l’elaborazione scenica che il
performer ridefinisce e trasforma teatralmente su se stesso fino alla loro disintegrazione, sconfinando fra le
pieghe delle proprie ossessioni. Nessun interesse nel fotografare la condizione esistenziale dell’originale,
piuttosto un tentativo di trasfigurare una potenza impotente, una ricognizione soggettiva nei meandri
dell’amore nichilista dell’eroe trapassato, disperato, battuto e della sua inesauribile necessità di non mollare.
Fiction/non-Fiction.
In questa nuova tappa THE HUNGRY MARCH SHOW/Yes sir! (2008) è la figura di Henry Rollins a essere
cannibalizzata dal performer che impossessandosi delle sue sembianze visibilmente alterate ridefinisce una
nuova possibile storia.
Kinkaleri nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo. I componenti si
incontrano, unendo le loro esperienze e studi precedenti maturati in vari campi, con l’intenzione di realizzare
dei progetti specifici, sollecitando quindi la volontà di operare intorno a delle idee concrete e curando sempre
tutti gli aspetti necessari alle creazioni della propria attività: progettazione, ideazione, drammaturgia,
distribuzione, gestione. Grazie a queste caratteristiche, l’andamento produttivo di Kinkaleri da sempre ha
trovato un proprio sviluppo attraverso itinerari diversificati – spettacoli, performance, installazioni, produzioni
video, sonorizzazioni, allestimenti, pubblicazioni - con ospitalità in musei d’arte contemporanea, teatri, festival,
rassegne di danza e di teatro, rassegne e installazioni sonore. Da gennaio 2001 la sede operativa si è trasferita
nello Spazio-K, uno dei capannoni dell’ex-area industriale Campolmi nel centro storico di Prato. Tra le
produzioni più importanti ricordiamo Doom (1996), 1.9cc GLX (1998), My love for you will never die
(2001). Ricordiamo, inoltre, il progetto <OTTO> (2002/2003) premio UBU 2002, WEST (2003-2007), I
Cenci/Spettacolo (2004), pool (2005), Nerone (2006), pinocchio (2007), THE HUNGRY MARCH
SHOW // Between a carrot and I (2007), Alcuni giorni sono migliori di altri (2008). Nel 2007 ha curato
a Bologna Wanted, progetto coprodotto da Siemens e realizzato nella cornice del Festival F.I.S.Co.
organizzato da Xing. I lavori di Kinkaleri hanno ricevuto ospitalità in numerose programmazioni ibride di
genere, trovando un importante riconoscimento sulla scena della ricerca italiana e estera. Attualmente il
gruppo è composto da: Matteo Bambi, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco.
3-5 dicembre 2009, ore 20
COSMESI
PERIODONERO
di Eva Geatti e Nicola Toffolini
animazioni video Emanuele Kabu
programmazione interattiva, elaborazione sonora e visiva Frank Halbig e Olivia Toffolini
grafica video danXzen e Stefano Paron
frammenti sonori carlo&margot
collaborazione tecnica Giovanni Marocco
una produzione Cosmesi 2009 con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e Centrale FIES
con il supporto tecnico di ZKM | Center for Art and Media Karlsruhe
compagnia in residenza a Udine / Spazio Teatro Capannone del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
abbiamo percepito periodonero prima che fosse sui giornali. abbiamo sentito sbriciolarsi quei pochi interessi
comuni residui, a favore di un comodo adattamento al brutto. abbiamo immaginato ombre nere che vanno a
costituire un mondo inventato dove viviamo, che disegnano un cartone animato senza scala di grigi dove va
tutto storto, dove siamo massa mentre ci crediamo protagonisti, dove la nostra azione, all'interno di un mondo
che va per la sua strada, risulta quasi lirica nella sua disperata inutilità. abbiamo pensato che lo schermo,
rettangolare e illuminato di bianco, altro non è che un’architettura astratta e razionalista, fatta apposta per
contenere le nostre ombre nere, nate per sottrarre la luce, per essere il periodonero. nulla di catastrofico, nulla
di veramente triste. periodonero ti aspetta fuori di qui.
11, 12 dicembre 2009, ore 20
FABRIZIO FAVALE LE SUPPLICI
SE FOSSERO LE ALPI
ideazione, ricerche e coreografia Fabrizio Favale
danzatori Massimo Baldanza, Marta Capaccioli, Samuele Cardini, Martina Danieli, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Stefano
Marletta, Veronica Sforza
remix musicale Fabrizio Favale
assistenti alla coreografia Martina Danieli e Andrea Del Bianco
realizzazione set Le Supplici
scenografia Andrea Del Bianco e Fabrizio Favale
collaborazioni tecniche Livio Gollini, Paolo Rodighiero e Alberto Trebbi
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e Gammarad
Italia
ringraziamo Teatro Comunale di Casalecchio di Reno (BO), Spazio Raum - Bologna, Fienile Fluò - Bologna per la gentile
concessione degli spazi nei quali questo lavoro ha preso forma
Il gioco del gregge di capre, capitolo interno alla produzione Se fossero le Alpi, è risultato vincitore al
XIII International Festival of Choreographic Miniatures di Belgrado. Il festival si è tenuto presso il
National Theatre of Belgrade l'11 e il 12 maggio scorsi ed ha visto sul palco 16 finalisti scelti tra i
rappresentanti di 9 nazioni.
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Se fossero le Alpi parla delle connessioni e articolazioni fra i luoghi, di indicibili richiami che possono avvenire
anche a considerevoli distanze. E per farlo parte da due luoghi che muovono sempre in simultanea: il corpo del
danzatore e lo sfondo immaginativo nel quale i suoi movimenti si riflettono.
“...sembra quasi che qui ciò che vediamo e ciò che immaginiamo sgorghino simultaneamente, e nell'incontro si
delinei un luogo intermedio che non è né totalmente là, sulla scena, né totalmente qui, nella fantasia: un luogo
cangiante e multiriflettente, come Alpi innevate”.
Il lavoro prevede la collaborazione specifica con diversi danzatori in diversi luoghi di prova e residenza. Con
essi viene delineato un tracciato, una danza, un paesaggio differente dagli altri, e solo alla fine tutti i danzatori
si incontrano e tutti brani costruiti vengono intrecciati come in una elaborata tessitura.
federica furlanis
[email protected]
051.7459360 | 335.1997983
libero fortebraccio teatro | teatro san martino
via oberdan 25 . 40126 bologna
tel 0517459360 . 335.1997983
[email protected] . www.teatrosanmartino.it