DSA e BES – Questi Sconosciuti Francesco M. Setaro – Pedagogista e Analista Comportamentale del Centro Liberamente di Fabriano I.I.S. «Vivarelli-Morea» di Fabriano 16.02.2016 1 La dispersione scolastica Ogni anno in Italia circa 4 studenti su 25 abbandonano la scuola prima di aver raggiunto il diploma*. *Dati ISTAT 2013 17% della popolazione scolastica nazionale nelle Marche la media è 13,9% 2 Chi sono questi 4 studenti? • Andrea, un ragazzo molto intelligente ma che non aveva voglia di fare niente, era sempre distratto • Lisa, una ragazza che andava bene fin quando non si sono separati i genitori, poi non ha capito più nulla • Mohammed, il marocchino, era in terzo e ancora nemmeno parlava l’italiano • Alessia, non era tagliata per la scuola proprio non riusciva 3 • L’Unione Europea attraverso la «Strategia di Lisbona» si era data il compito di abbassare entro il 2010 l’abbandono scolastico comunitario al di sotto della soglia del 10%. • Ora il progetto si chiama «Strategia Europa» ed ha posticipato la data di arrivo al 2020 • L’obiettivo non è stato raggiunto ma ci sono stati dei segnali di miglioramento e una seppur lieve riduzione in Italia • Questo grazie anche alle nuove normative sui DSA (2010) e sui BES (2012) 4 Il MIUR e la riforma silenziosa Da ottobre 2010 ad oggi sono arrivate leggi e Circolari Ministeriali che hanno stravolto il «fare scuola» tradizionale, chiedendo ai docenti di formarsi in breve tempo, di lavorare su più livelli e di mettere in atto percorsi didattici personalizzati per gli alunni in difficoltà che fino a ieri non erano tutelati. Nell’ottica della Strategia di Lisbona è chiara la volontà di non lasciare indietro nessuno così da ridurre il numero di abbandoni precoci in modo da garantire a tutti il pieno diritto all’istruzione scolastica. Per capire come fare però occorre prima capire chi dobbiamo aiutare 5 Cosa sono i DSA? 6 • Disturbi: alterazioni dello stato di benessere e funzionamento • Specifici: coinvolgono una specifica area lasciando intatto il funzionamento globale • dell’Apprendimento: riguardano le aree di lettura, scrittura e/o calcolo aritmetico 7 Criteri per la diagnosi DSA • Quoziente Intellettivo nella media o superiore • Adeguata scolarizzazione • Netto calo di performance nei test che sondano le specifiche aree della lettura (dislessia) della scrittura (disgrafia e/o disortografia) del calcolo (discalculia) 8 La dislessia Video – dislessico che legge 9 Cosa abbiamo notato? • • • • Il bambino è in continuo movimento Inizia molto rapido poi rallenta e tentenna Commette errori di previsione La sua lettura provoca risate LA LETTURA NON E’ AUTOMATIZZATA E COSTA MOLTA FATICA! 10 La lettura viene valutata in base a 3 criteri fondamentali: • Correttezza – la persona dislessica commette errori standard ma ha buoni margini di miglioramento • Comprensione – in base alla severità del disturbo può essere più o meno adeguata • Rapidità: rimarrà sempre sotto la media 11 Un volontario 12 13 Non essendo un processo automatico la persona dislessica ha due possibilità: • Leggere quello che «vede» e commettere numerosi errori • Impiegare molto tempo, concentrarsi, decifrare correttamente e comprendere 14 Ecco perché lo studente dislessico: • • • • Si stanca molto facilmente Si distrae Evita i compiti di lettura Nonostante l’impegno non ottiene i risultati sperati • È lento e non porta a termine gli esercizi 15 Lo studente dislessico a causa del disturbo che coinvolge specifiche zone delle aree linguistiche, spesso: • Non impara a memoria sequenze verbali (poesie, tabelline, formule, tempi verbali, terminologia specifica, ecc..) • Pur conoscendo i concetti non trova le parole giuste per esprimerli (disnomia) • Accede ai contenuti lessicali e semantici solo attraverso stimoli esterni 16 La disortografia 17 La disortografia è un disturbo specifico che impedisce alla persona di acquisire e di automatizzare i processi di decisione ortografica. La scrittura per lo studente disortografico è un’attività estremamente faticosa, nonostante l’impegno l’esecuzione è lenta e gli elaborati prodotti sono ricchi di errori ortografici (fonologici e non). Gli errori sono più numerosi con l’aumentare del carico di lavoro e in scrittura spontanea.. perché? 18 La disgrafia È il disturbo che impedisce alla persona di scrivere con una grafia leggibile e rispettando gli spazi del foglio. È dovuta ad un disordine spaziale e incompetenza fino-motoria 19 La discalculia È il disturbo specifico che rende molto difficoltosi il calcolo e il ragionamento matematici 20 Aree di interesse della Discalculia • Numerosità: i numeri rimangono concezioni astratte non riconducibili a quantità definite – errori di grandezza, conteggio, ordine, manipolazione, calcolo, valore posizionale; • Comprensione: delle procedure, dei segni aritmetici, delle regole alla base dei ragionamenti matematici; • Produzione: errori di incolonnamento, trascrizione e calcolo scritto 21 Miti sfatati • I ragazzi DSA non sono intelligenti • L’andamento scolastico altalenante deriva da scarso impegno • Hanno bassa motivazione • Non possono imparare • Aiutarli significa avvantaggiarli 22 Infatti le persone DSA • Hanno un Q.I. nella norma o superiore • Si impegnano ma hanno un disturbo che impedisce loro di riuscire nelle attività di lettura, scrittura e calcolo • Perdono motivazione a causa dei numerosi insuccessi • Si distraggono perché si stancano prima dovendo attivare così spesso le loro risorse cognitive 23 La legge 170/2010 Dopo molta attesa e grazie alla spinta dell’Associazione Italiana Dislessia ad ottobre 2010 è stata emanata la legge «In materia di Disturbi Specifici dell’Apprendimento». Gli studenti DSA sono tutelati da poco più di 5 anni, ora il loro disturbo è riconosciuto a livello nazionale e la Scuola è obbligata ad operarsi per una reale inclusione La legge prevede infatti: 24 La legge 170/2010 persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalità (art.2): a) garantire il diritto all'istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto; c) garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; d) ridurre i disagi relazionali ed emozionali; e) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; 25 f) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; g) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; h) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; i) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale MA COME? 26 Il Piano Didattico Personalizzato 27 Art.4 D.M. 12 luglio 2011: 1. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative. 2. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studente con DSA, adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo. 28 Il PDP • È un vero e proprio contratto educativo siglato tra docenti e famiglia dello studente o studente stesso se maggiorenne, e come tale ha valore legale • Obbliga i docenti ad escogitare le strategie più funzionali per eludere il disturbo e promuovere il successo scolastico dello studente • Va redatto entro 90 giorni dall’acquisizione della diagnosi o entro 60gg quando la documentazione è già in possesso della Scuola • Va firmato da tutti i docenti che per ogni disciplina devono individuare le metodologie di insegnamento e verifica più idonee 29 Le misure dispensative Gli strumenti compensativi Sono quelle attività che il ragazzo può non fare perché a causa del disturbo non riuscirebbe Sono le strategie di affiancamento volte ad aggirare il disturbo e permettere al ragazzo di riuscire. Si tende molto a dispensare il ragazzo anche per evitargli situazioni umilianti e prese in giro Servono a mettere lo studente in una situazione di parità con i compagni 30 Gli strumenti compensativi Gli strumenti compensativi più usati sono: • Il pc con software specifici (Libri in formato PDF e Sintesi Vocale, software di scrittura); • Elenco delle procedure, dei termini specifici, delle forme verbali, ecc..; • Mappe concettuali, riassunti, schemi; • Calcolatrice; • Lezioni video (documentari, filmati di approfondimento) • Gruppo di studio 31 32 • Video sintetizzatore vocale 33 Le forme di verifica • La Scuola è tenuta ad individuare le forme di verifica più adatte a far emergere la reale preparazione dello studente senza che questo venga penalizzato per eventuali difficoltà causate dal DSA • In base alla severità del disturbo è possibile individuare forme di verifica diverse: esclusivamente orali, oppure scritte ma strutturate in modo da fornire allo studente degli input per recuperare le informazioni apprese, scritte uguali al resto della classe ma senza tener conto di eventuali errori dovuti al DSA • La legge prevede un riduzione del 30% della mole di esercizi di verifica e l’utilizzo degli strumenti compensativi necessari 34 Perché un PDP sia realmente utile è necessario che le misure dispensative e gli strumenti compensativi siano calibrati sulla singola e specifica situazione È necessario comprendere il disturbo, che per ogni individuo ha caratteristiche uguali ma anche diverse, per scegliere il percorso più idoneo La fortuna della Scuola Secondaria Superiore è che avete a che fare con dei ragazzi grandi che possono essere interpellati e coinvolti nella scelta delle migliori strategie che saranno quelle che potranno essere poi utilizzate in sede di esame conclusivo 35 Esistono leggi, come la 170/2010 o la 104/1992, che hanno il preciso scòpo di tutelare scolasticamente gli alunni con disabilità e con disturbi evolutivi, ma le difficoltà delle classi moderne non sono tutte riconducibili a categorie cliniche Esistono molti altri studenti che non possono essere diagnosticati ma che comunque non riescono ad affrontare i percorsi scolastici con serenità ed efficienza Con questa consapevolezza il MIUR ha cercato di tutelare anche loro, diffondendo la Circolare Ministeriale del 27.12.2012 sui Bisogni Educativi Speciali 36 Chi sono i BES? All’interno dei Bisogni Educativi Speciali troviamo: • Disabilità certificate; • Disturbi evolutivi certificati; • Tutti gli altri studenti che per un periodo più o meno lungo, per motivi personali o curricolari, si trovano in una situazione di difficoltà scolastica 37 I Bisogni Educativi Speciali Prefazione della Circolare Ministeriale del 27.12.2012 38 Come si identificano i BES? • Attraverso diagnosi consegnate alla Scuola dalla famiglia • Ma anche e soprattutto in autonomia, il Consiglio di Classe è tenuto infatti ad evidenziare eventuali difficoltà dello studente e può/deve deliberare l’apertura del protocollo BES anche senza una diagnosi di riferimento 39 * Prefazione alla Circolare Ministeriale del 06.03.2013 Una volta aperto il protocollo BES la procedura è simile a quella per i DSA e si concretizza con la stesura di un PDP redatto dal Consiglio di Classe che anche in questo caso avrà lo scòpo di aggirare le difficoltà dello studente. Il protocollo BES avrà durata continuativa nel caso di uno studente con disturbo o disabilità, può invece essere temporaneo per lo studente che si trova in una situazione di difficoltà momentanea. 40 La Circolare sui BES indica però una modifica fondamentale: Il PDP non solo dovrà essere un insieme di strategie volte ad eludere le difficoltà, ma deve anche tener conto dei punti di forza dello studente in modo da individuare dei percorsi didattici ancora più efficaci 41 Ve li ricordate i 4 studenti? • Andrea, un ragazzo molto intelligente ma che non aveva voglia di fare niente, era sempre distratto (DSA) • Lisa, una ragazza che andava bene fin quando non si sono separati i genitori, poi non ha capito più nulla (problemi emotivi-psicologici) • Mohammed, il marocchino, era in terzo e ancora nemmeno parlava l’italiano (problemi culturali-linguistici) • Alessia, non era tagliata per la scuola proprio non riusciva (borderline cognitivo) 42 Esercitazione 1 Andrea ha una dislessia di grado medio Punti di forza: ottima memoria in ascolto e visiva Punti di debolezza: decifrazione del testo molto lenta, scarsa autonomia nello studio a casa Cosa possiamo fare? Cosa prevediamo nel PDP? 1. Utilizzo del PC con sintesi vocale 2. Forniamo mappe concettuali riassuntive degli argomenti 3. Verifiche scritte uguali agli altri ma lette al PC e valutate diversamente (-30% degli esercizi necessari) 43 Esercitazione 2 Lisa ha un buon funzionamento generale ma sta vivendo una separazione conflittuale dei genitori e non esegue più i compiti assegnati, è sempre distratta e partecipa poco Punti di forza: buon funzionamento generale Punti di debolezza: il vissuto personale la sta allontanando dalla scuola Cosa possiamo fare? Cosa prevediamo nel PDP? 1. Dispensa temporanea dai compiti a casa e dalle verifiche 2. Riassunti delle discipline da leggere per non rimanere troppo indietro con i programmi 3. Sportello di supporto psicologico se disponibile 44 Esercitazione 3 Mohammed è da poco arrivato in Italia e non parla la nostra lingua Punti di forza: ottima manualità, buone capacità di ragionamento matematico, di relazione e comunicative nelle altre lingue che conosce (marocchino, arabo e francese) Punti di debolezza: scarsa competenza linguistica in Italiano Cosa possiamo fare? Cosa prevediamo nel PDP? 1. Verifiche in francese valutate per i contenuti 2. Interrogazioni, spiegazioni e compiti con compagno tutor che lo aiuti nella traduzione 3. Programmi di potenziamento L2 quando previsti 45 Esercitazione 4 Alessia ha un profilo cognitivo limite Punti di forza: buon senso estetico, se guidata si orienta bene nei compiti scritti e orali Punti di debolezza: scarsa autonomia, difficoltà nell’organizzazione di un discorso complesso Cosa possiamo fare? Cosa prevediamo nel PDP? 1. Verifiche scritte in modalità V/F 2. Mappe concettuali per lo studio e per l’esposizione 3. Riduzione degli obiettivi 46 Considerazioni intermedie • Come abbiamo visto i PDP possono anche prevedere pochissimi accorgimenti, purché siano realmente mirati sul soggetto; • La Scuola italiana del 2016 è tenuta a riacquisire il compito educativo oltre che di insegnamento, conoscendo, accompagnando ed includendo ogni singolo studente nella specifica situazione che sta vivendo, in un percorso che lo dovrà portare nel miglior modo possibile alla propria realizzazione personale 47 «Se si perde loro [i ragazzi più difficili] la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.» Don Milani, «Lettera ad una professoressa», 1967 48 Domande fin qui? 49 Strategie metodologicodidattiche per l’inclusione A prescindere dai percorsi personalizzati rivolti ai singoli studenti esistono delle semplici accortezze che permettono ai docenti di coinvolgere maggiormente il gruppo-classe e di evitare un grosso scollamento di competenze tra i pari. Affronteremo alcune metodologie pratiche di inclusione 50 1. Lezione frontale La lezione frontale è il metodo in assoluto più utilizzato nella Scuola italiana. Seguendo queste semplici accortezze permetteremo a tutti di seguirci con cognizione di causa: • Anticipiamo l’argomento che verrà trattato • Chiediamo agli alunni cosa sanno già e cosa ricordano • Forniamo un semplice schema/mappa concettuale e leggiamola insieme • Affrontiamo la lezione Seguendo quest’ordine aiteremo i ragazzi DSA e borderline cognitivi a recuperare le informazioni pregresse per poter agganciarvi le nuove 51 2. Apprendimento a(da)ttivo Esistono numerosi canali per la memorizzazione e l’acquisizione delle informazioni e non tutti funzioniamo allo stesso modo. Voi come memorizzate più facilmente? • • • • • • Ascoltando Leggendo Scrivendo Vedendo Toccando Facendo 52 Più canali riusciremo ad utilizzare più avremo la possibilità di «agganciare» tutti In quest’ottica le esperienze laboratoriali e di stage, includendo numerosi canali, offrono un supporto eccezionale alla didattica Offriamo quando possibile varie modalità diverse di studio e lasciamo ad ogni studente la libertà di scegliere quella a lui più congeniale 53 3. Le nuove tecnologie Sempre sulla base di quanto detto finora le nuove tecnologie ci permettono di sfruttare numerosi canali diversi. Ormai sempre più libri di testo prevedono una versione interattiva in cui è possibile fruire di voci che leggono per noi, di filmati di approfondimento, di riassunti ed esercizi interattivi. La LIM ci permette di approfondire gli argomenti navigando in internet in tempo reale, proponendo filmati e testimonianze direttamente disponibili in rete. 54 Questa generazione più delle altre ha dimestichezza con le nuove tecnologie disponibili, non a caso i ragazzi di oggi vengono chiamati Nativi Digitali La scuola non più più ignorare questa realtà, deve aggiornarsi e modificare il proprio linguaggio per avvicinarlo a quello dei ragazzi. Offriamo la possibilità di preparare un’interrogazione con un PowerPoint come questo, o di scrivere un testo in Word, o ancora di eseguire ricerche navigando in internet in classe. 55 4. Il Cooperative Learning E' noto che tra pari la comunicazione è più semplice ed immediata, per questo è molto utile far lavorare la classe in piccoli gruppi da 4/5 persone così suddivise: 1 Ragazzo molto preparato 2/3 Ragazzi mediamente preparati 1 Ragazzo con difficoltà I gruppi potranno svolgere compiti di ricerca, approfondimento, ripasso, potranno creare le mappe concettuali o semplicemente discutere su un preciso argomento e a turno esporre 56 Un modello di Cooperative Learning che sta funzionando molto è chiamato Jigsaw e consiste nel dividere la classe in gruppi seguendo lo schema appena esposto. Ogni gruppo però si dovrà concentrare su un proprio argomento specifico ed è solo l’insieme delle esposizioni che darà l’immagine totale dell’argomento. In quest’ottica ogni singolo partecipante è indispensabile agli altri e dovrà mettere a disposizione le proprie peculiari competenze 57 Diamo dei ruoli ben definiti all’interno del gruppo che potremo assegnare noi ai ragazzi o far distribuire da loro: • • • • Un lettore Un espositore Un moderatore Un curatore grafico Tutti, a prescindere dal ruolo, dovranno insieme ricercare informazioni, condividerle e organizzarle. 58 Il cooperative learning, quando diventa una prassi conosciuta e ben consolidata all’interno del gruppo-classe permette di affrontare ogni argomento e facilita l’inclusione dei ragazzi con difficoltà 59 5. Occhio alla motivazione La motivazione è quel processo per il quale siamo in grado di fare sforzi (mentali o fisici) in vista di un rinforzo futuro. A Scuola in alcuni casi il rinforzo è intimo e personale, in molti altri è legato al voto e alla reazione dei docenti/genitori. Rinforziamo sempre l’impegno dei ragazzi perché solo così otterremo la costanza nello studio che tanto desideriamo! 60 In generale teniamo a mente che ogni ragazzo, anche se presenta delle difficoltà, ha dei punti di forza. 61 Gardner con la sua teoria delle intelligenze multiple sosteneva che la Scuola occidentale, così come è concepita, valorizza e valuta gli studenti per solo 2 delle 9 intelligenze esistenti. Coinvolgiamo anche le altre 7 nel percorso di apprendimento e questo diventerà più coinvolgente per i ragazzi, ma soprattutto per noi. 62 63 Fine Francesco M. Setaro – pedagogista e analista comportamentale del Laboratorio Liberamente di Fabriano www.liberamentefabriano.it 64