Anno internazionale dello Sport e dell‘educazione fisica 2005
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Il gioco delle biglie
La maggioranza degli adulti ricorda le biglie della propria infanzia, quando un’intera
reputazione poteva essere guadagnata o persa a seconda dell’abilità di tiro. Infatti il
tiratore, colui che lancia la biglia, deve posare la pallina nell’incavo formato dall’indice,
leggermente curvato verso l’alto, e dalla punta del pollice destro. Poi appoggia la mano in
terra, o molto vicino a terra, mira e stendendo rapidamente il pollice, lancia la biglia verso
il suo bersaglio.
Il gioco universale delle biglie o palline
veniva effettuato un tempo con palline
di terracotta, colorate spesso con vivaci
tinte, non erano pochi i bambini che se le
costruivano da soli mettendo a cuocere
la creta nel forno di casa. Dal XVIII°
secolo fino al XX°, la Germania è stata il
centro mondiale dell’industria delle biglie,
originariamente erano di marmo, come
è indicato dal nome inglese marbles.
Recentemente si gioca anche con biglie
di acciaio o grosse biglie di vetro colorato
a spicchi. Una sfera a seconda della sua
grandezza, vale due o più biglie di taglia
più piccola.
Sul pianerottolo della famosa
scalinata di Piazza di Spagna a
Roma un ragazzo segue il percorso
della sua biglia con gli occhi, mentre
il suo amico si prepara al prossimo
colpo.
Da F.V. Grunfeld, Giochi del mondo, Unicef
CH-I, 1983
Si gioca a biglie da molto tempo. Erano
già note in Egitto e a Roma, prima dell’Era
Cristiana. Sono sempre state considerate
un’evasione rispetto ai compiti di scuola.
Un poema anonimo del 1600 descrive
uno scolaro inglese come “una nullità in
sintassi, ma un esperto in biglie.”
Anche nella Svizzera italiana il gioco delle
biglie era molto diffuso. Lo si conosce
come “giügà ai bocétt” o “bocètt” un po’ in
tutto il Ticino, mentre a Roveredo Grigioni è
chiamato “faa a butabécc”.
Si trovano però anche dei nomi regionali
più specifici, così il gioco delle biglie si dice
“tana e tèca” a Bellinzona, Sobrio, Airolo,
Lavertezzo, Sonogno e nel Sottoceneri,
“tana e técc” a Gerra Verzasca, “spandina”
a Lumino e a Soazza, “tana e bocétt” ad
Agno e “spanamür” (con la -ü- accentata) a
Castasegna (Val Bregaglia).
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Con le biglie si possono fare dozzine di
giochi diversi.
Il più conosciuto alle nostre latitudini
è quello della “tana” (la buca). Il gioco
consiste nel colpire le biglie degli avversari
diventandone proprietario.
Prima di poterle colpire però bisogna
far entrare la propria biglia in una buca
(la tana) precedentemente preparata (di
solito si sceglie uno spiazzo di terra dove
si scava una buca del diametro di più o
meno una spanna). Alla partenza - a turno
- si tira la propria biglia, colpendola con il
pollice o l’indice, e si cerca di entrare in
buca. Quando uno riesce ad entrarci può,
con un tiro successivo, mirare le altre biglie
tirando la sua dal bordo della tana oppure
verticalmente (il giocatore si pone presso
una biglia avversaria qualsiasi e lascia
cadere la propria biglia dall’altezza del
torace). Se riesce a colpirla guadagna la
biglia avversaria e continua il gioco, in caso
contrario il gioco passa agli altri giocatori.
Ad ogni tiro è concesso di spostare in
avanti la propria biglia di una spanna.
Voci dialettali nel gioco delle biglie
Ci sono diverse voci dialettali che accompagnano il
gioco, tra quelle reperite dal Centro di dialettologia e di
etnografia del Canton Ticino si trovano:
righi! : voce con cui, nel gioco delle biglie, si consente uno
spostamento laterale per agevolare il tiro
(Airolo)
bucc! : voce con cui si consente la
rimozione di ostacoli (Airolo)
pén! : voce con cui, all’inizio della partita,
si elencano le azioni non valide (Comano,
Melide)
gnom! : voce con cui, nel gioco delle
biglie, si impedisce all’avversario di
ricorrere a un determinato tiro (Gordola).
Un altro fra i più giocati e, senza dubbio,
il più antico gioco delle biglie è quello del
cerchio. Si disegna, per terra, con il gesso,
un cerchio (o un’altra figura geometrica) di
circa 30 cm di diametro e ciascun giocatore
pone al centro un numero uguale di biglie
(2 o 3). Si disegna un altro cerchio, attorno
al primo, di due o più metri di diametro.
Ogni giocatore, stando all’esterno del
cerchio più grande, lancia una biglia,
cercando di toccare una di quelle all’interno
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del cerchio più piccolo. Se riesce, la biglia
colpita è sua. La regola del gioco consente
al giocatore di continuare a tirare fino a
quando, con ogni colpo, tocca una biglia.
Di questo gioco esistono diverse varianti
fra cui quella dove si entra in possesso
di una biglia non quando è colpita, ma
solo quando questa esce dal cerchio
più piccolo. Ovviamente con un colpo si
tenterà di far uscire più biglie possibili. In
genere la gara finisce quando non vi sono
più biglie nel centro.
Altri giochi con le biglie
Le intramontabili biglie di vetro
Fonti:
F.V. Grunfeld, Giochi del mondo, Unicef
CH-I, 1983
Centro di dialettologia e di etnografia del
Canton Ticino, www.ti.ch/cde
www.mybestlife.com/giocodimenticato/
le_biglie.htm
www.sassarisettimo.it/tradizioni/biglie.htm
www.intelligiochi.it/nonni/biglie.htm
www.italiaplease.com/ita/megazine/
zibaldone/2001/10/biglie/index.html
www.repubblica.it/2003/g/sezioni/cronaca/
cheecoting/cheecoting/cheecoting.html
www.racine.ra.it/lucertola/iniziative/
unibiglie/index.html
www.comune.siena.it/contenuti/palio/
settembre/barberi.html
Il gioco del ponte
Nel gioco del ponte si usano degli archetti
di ampiezza differenti. Ogni giocatore
lancia le biglie verso il ponte, partendo da
una linea disegnata poco lontano. Se la
biglia entra in uno dei buchi, il giocatore
vince un numero di punti pari alla cifra
scritta sopra il buco. Più il buco è piccolo,
più il punteggio è alto, la biglia deve
passare senza però toccarne i bordi.
Su giocu cu’ li bellocci (Sassari)
In questa variante del gioco con le biglie
ogni giocatore mette in terra una biglia,
si fa la conta e il primo cerca di colpire la
biglia di un altro tirandola con il pollice. Se
la centra guadagna la biglia colpita. Chi
prende più biglie vince e chi non ne ha più
perde ed esce dal gioco.
Cicca spanna
Altro gioco “storico”: un bimbo tira una
biglia né troppo distante né troppo vicino.
L’altro per vincere deve ciccarla con la
propria, ma badando che si fermi entro
la distanza di una spanna. Se rotola più
avanti nessuno ha vinto, se la biglia si
ferma invece entro una spanna senza
ciccare è persa.
La buca
Gioco da fare solo in cortili con terra: si
scava una buca, sul bordo si posano le
Il gioco delle biglie/2
biglie da mettere in palio. Poi, da almeno 2
metri, si tirano le proprie biglie badando di
ciccare in buca quelle in palio, senza che
quella tirata vada giù. Le biglie cadute in buca
sono vinte, ma se la propria cade dentro, va
messa in palio. Ovviamente ognuno ha un
tiro a turno.
La pista con le biglie o il Cheecoting
Il gioco può essere giocato in quanti si vuole.
La gara delle biglie consiste nel costruirsi
una pista, se si è su una spiaggia la si fa
trascinando per le gambe un bambino che
con il sedere traccerà la pista e poi scegliersi
una biglia, posizionarla sulla linea di partenza
e con delle bicellate far gareggiare le biglie.
La prima biglia che arriva in fondo alla
pista, o termina i giri prestabiliti, fa vincere
il suo proprietario. Oggi questo gioco è
stato riscoperto e vengono organizzati veri
e propri campionati, infatti nell’estate dei
giochi da spiaggia, tra beach-football, beachtennis, beach-rugby e altri beach-sport
figura anche il cheecoting. Ci si ritrova sul
bagnasciuga a far rotolare biglie colorate
contenti le immagini delle monoposto Ferrari
o MacLaren. Piccoli bolidi sferici, che corrono
lungo tracciati sabbiosi che riproducono
fedelmente i circuiti della formula 1.
A quanto pare l’origine del Cheecoting, o
almeno del suo nuovo nome, è messicana:
dalle spiagge di Acapulco il gioco si è diffuso
sulle lunghe spiagge californiane. Dal
Pacifico la tradizione dei “Chicos”, ossia dei
ragazzini messicani, è arrivata sulle sponde
dell’Adriatico, dove però già esisteva una
solida tradizione del gioco delle biglie.
L‘università delle biglie
Nel 2001 a Ravenna è stata fondata l’Università
delle biglie, dove si insegnano materie come “Tiro a
piffetto”, “Scienza delle Traiettorie Balistiche”, “Tecnica
di Costruzione di bigliodromi” e dove c’è un museo
dedicato a questo antico gioco.
Il museo è aperto tutto l’anno a visitatori
di tutte le età. I bigliodromi sono
presentati all’interno del “Museo delle
idee”, un’esposizione di giochi raccolti per
temi, come ad esempio quello dei giochi
della tradizione popolare italiana, o quello
dei giochi musicali ed etnici di tutti i popoli
del mondo. Vi si scopre ad esempio che
una variante della pista con le biglie,
legata al territorio, esiste nel senese
dove i bimbi giocano con i Barberi, biglie
in legno dipinte con i colori delle contrade e chiamate
con i nomi dei fantini. Come nel Palio di Siena le fanno
rotolare sul bigliodromo per tre giri.