DIBATTITO SULLA PENA DI MORTE e intervento di alcuni testimoni 1. Viola il diritto alla vita (Pro) Noi siamo convinti del fatto che se qualcuno ha intenzionalmente tolto la vita ad un’altra persona l’unica pena giusta, adeguata e proporzionata è la pena di morte. (Contro) Non siamo d’accordo con questa posizione: la pena di morte viola il diritto alla vita, rinnega il valore sacro della vita, che deve essere difeso dallo Stato… negare questo valore favorisce la diminuzione del rispetto della vita nella coscienza di tutta la società. È proprio per questo che la Dichiarazione universale dei diritti umani e altri trattati, sia regionali che internazionali, riconoscono il diritto alla vita, per cui chiedono l'abolizione della pena di morte. Inoltre, per chi crede in Dio, la pena di morte è una pratica che viola il diritto di Dio, autore della vita, di decidere quando una persona sia matura per affrontare la morte, una morte che, non dimentichiamolo, consente il passaggio alla vita o alla dannazione eterna. 2. È una punizione crudele e disumana (Pro) Ma di quale diritto alla vita parlate? Come dice il proverbio? Occhio per occhio, dente per dente. Chi ha ucciso e magari torturato una persona, a sangue freddo, deve fare la stessa fine, deve sperimentare i medesimi tormenti delle loro vittime. Solo così si farà loro giustizia. (Contro) Ma questo ragionamento segue la logica della vendetta, non della giustizia che deve tendere a riportare il colpevole nella situazione di ripercorrere nuovamente una strada retta. La pena di morte è una punizione crudele e disumana. Non esiste alcuna giustificazione alla tortura o a trattamenti crudeli e disumani. Questo principio lo troviamo affermato anche nella Dichiarazione universale dei diritti umani: "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, inumane o degradanti". La tortura, l’esecuzione costituiscono una forma estrema di aggressione fisica e mentale nei confronti di un individuo. La sofferenza fisica causata dall'azione di uccidere un essere umano non può essere quantificata, né può esserlo la sofferenza mentale causata dalla previsione della morte che verrà per mano dello Stato. Anche se le autorità dei paesi che mantengono la pena capitale continuano a cercare procedure sempre più efficaci per eseguire una condanna a morte, non potrà mai esistere un metodo umano per uccidere. Inoltre, è una punizione crudele e disumana pure per il boia che potrebbe essere costretto, suo malgrado, ad uccidere per legge, ad uccidere per guadagnare un pezzo di pane da portare a casa. (uno dei presentatori) Marco Cioffi ed Eleonora Mancini interpreteranno il brano “Nessuno tocchi Caino” di Enrico Ruggeri e Andrea Mirò. In tale brano lui rappresenta il boia e lei la condannata a morte. La coreografia curata dalla professoressa Brunamonti mette in risalto una situazione ribaltata: il boia è prigioniero del sistema giudiziario in cui deve operare, mentre la condannata a morte non confida più nella pietà degli uomini, si distacca dalla durezza del giudizio degli uomini, e confida in un gesto e un segno di pietà che ci sarà solo dopo la sua esecuzione: la croce! 3. Non è stato mai dimostrato il suo valore deterrente (Pro) È invece importante che permanga o sia ripristinata la pena capitale, essa è un’arma di dissuasione insostituibile, più efficace di qualsiasi altra pena: consente di evitare il ripetersi dei reati da parte della medesima persona (Contro) Nessuno studio ha mai dimostrato che la pena di morte sia un deterrente più efficace di altre punizioni. Non è una spiegazione valida ritenere che una persona che commette un omicidio lo faccia dopo aver valutato razionalmente le conseguenze. Spesso gli omicidi sono commessi in momenti in cui l'emozione ha il sopravvento sulla ragione o sotto l'influenza di droghe o di alcool. A volte la persona violenta soffre di gravi disturbi mentali o presenta comunque una certa instabilità psicologica. Chi commette un reato grave con premeditazione, può decidere di farlo nonostante i rischi, pensando di non essere preso o ritenendo che la ricompensa che ottiene ha un valore maggiore rispetto alla pena che potrebbe rischiare. Anzi ciò che maggiormente può favorire la dissuasione è proprio la consapevolezza di essere sicuramente perseguito, scoperto ed arrestato. (Pro) Non potete certo negare che la pena di morte sia l’unico mezzo di dissuasione almeno nei confronti del terrorismo. (Contro) Secondo noi la pena di morte non può essere in grado di spaventare e di fermare persone pronte a perdere la propria vita già nel corso di azioni violente da esse stesse provocate. 4. Uno stato che uccide compie un omicidio premeditato (Pro) Ad ogni modo, quando ci si trova ad affrontare situazioni drammatiche occorre essere decisi, non farsi commuovere dalle singole situazioni familiari o personali, bisogna estirpare il male dalla società, anche mediante misure repressive. (Contro) L’approvazione della pena di morte è sintomo di una cultura della violenza, non una soluzione ad essa. Nella pena di morte è lo Stato che uccide e che compie un omicidio premeditato, utilizzando la violenza fisica alla stregua di come l’ha utilizzata il criminale che intende punire. Ci sono studi che dimostrano come il tasso di omicidi sia più alto negli Stati che applicano la pena di morte rispetto a quelli dove questa pratica è stata abolita, ma anche come questo aumenti rapidamente dopo le esecuzioni: un incremento simile a quello causato da eventi pubblici violenti come le stragi. (Pro) La pena di morte, nel sottolineare la gravità dell’omicidio, contribuisce a stimolare l’avversione della comunità per questo crimine. (Contro) La società non può far ricorso alle stesse armi eticamente inaccettabili dei suoi avversari, scenderebbe allo stesso livello delle persone inique e non sarebbe credibile nelle sue affermazioni di principio. L’abolizione della pena di morte, proclamando il rispetto dello Stato per la vita umana, tende ad imprimere lo stesso rispetto nei cittadini. 5. È sinonimo di discriminazione e repressione (Pro) E non ci pensate alle vittime? Loro sì che sono innocenti e pure la Bibbia, nel V comandamento e in altri passi scritturistici, dice che bisogna difendere la vita degli innocenti (Contro) Se guardiamo bene, in molti casi la pena di morte è uno strumento di grandi ingiustizie, favorisce fenomeni di discriminazione e di repressione. La pena di morte è usata in modo sproporzionato contro le persone più svantaggiate. Chi appartiene a una classe sociale povera non dispone mai dei mezzi economici necessari per affrontare un processo capitale. Una difesa d'ufficio non sempre si rivela essere adeguata. La pena di morte è spesso sinonimo di discriminazione razziale, religiosa ed etnica. Come nella storia di Asia Bibi… La pena di morte viene utilizzata nei confronti di persone affette da disturbi mentali e minorenni all'epoca del reato. Nelle mani di regimi autoritari, la pena capitale è uno strumento di minaccia e repressione che riduce al silenzio gli oppositori politici, così come nei recenti casi di tentativo di golpe in Turchia. (Pro) Ma è pure vero che mantenere in vita un criminale in una prigione è complicato, pericoloso e dispendioso. (Contro) È eticamente inaccettabile che uno Stato privi un individuo della vita per motivi economici. E poi, ad onor del vero, la pena di morte, con il rispetto delle procedure processuali, risulta più costosa di tutte le altre pene detentive. 6. Un errore giudiziario può uccidere un innocente (Contro) Molte persone innocenti sono già state condannate a morte e uccise. Il rischio di uccidere persone innocenti non potrà mai essere eliminato. L’esistenza della pena di morte rende i processi per omicidio particolarmente lunghi e spettacolari, la pressione dell’opinione pubblica può rendere difficile l’esame obiettivo dei fatti. (Pro) Ma cosa dite… in una società che fa ricorso a procedure giudiziarie moderne e scrupolose, il rischio di errore è minimo. (Contro) La pena di morte comporta sempre il rischio di mettere a morte una persona innocente. Negli Usa, sono più di 130 le persone che sono state rilasciate dal braccio della morte a seguito di sviluppi che ne hanno dimostrato l'innocenza dopo la chiusura del processo. Diversi altri condannati, invece, sono stati messi a morte nonostante la presenza di forti dubbi sulla loro colpevolezza. Una difesa legale inadeguata, le false testimonianze e le irregolarità commesse da polizia e accusa sono tra i principali fattori che determinano la condanna a morte di un innocente. In altri paesi, il segreto di Stato che circonda la pena capitale impedisce una corretta valutazione di questo fenomeno. In Arabia Saudita sono frequenti i processi iniqui, spesso svolti in una lingua sconosciuta all'imputato. In Cina e in Iran, le confessioni sono spesso estorte sotto tortura. D’altronde troviamo il ricorso alla pena di morte mediante false testimonianze anche nell’Antico Testamento, ad esempio nella storia di Susanna. Per cui un innocente può essere condannato alla pena di morte oltre che per un errore giudiziario anche per il fatto che non si piega alle altrui decisioni. (Storia di Susanna) 7. Non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima (Pro) Qualcuno deve pur far giustizia ai familiari delle vittime, dare loro conforto vedendo che giustizia è fatta, e si può fare giustizia solo con la soppressione della vita di chi ha ucciso i loro cari. Questo qualcuno può essere solo lo Stato, diversamente si apre la strada alle vendette private… (Contro) La pena di morte non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima. Un'esecuzione non può ridare vita alla vittima né cancellare per sempre la sofferenza provata dalla sua famiglia. La lunghezza del processo non fa altro che prolungare la sofferenza dei familiari della vittima, fino alla conclusione dove una vita viene presa per un'altra vita, in una forma di vendetta legalizzata. Mentre la strada del perdono sì che può dare conforto ai familiari della vittima. Come è avvenuto per la signora Assunta, mamma di Maria Goretti. (Storia di Maria Goretti) 8. Infligge sofferenza ai familiari dei condannati (Contro) Non possiamo non considerare anche il fatto che la pena capitale ha effetto sulla famiglia, sugli amici e su tutti coloro che sono vicini al condannato a morte. Come conseguenza di un'esecuzione, i familiari di un prigioniero messo a morte, che generalmente non hanno avuto niente a che fare con il reato per il quale è stato condannato, provano lo stesso atroce senso di perdita avvertito dai familiari, dagli amici e dai conoscenti della vittima di un omicidio. 9. Nega qualsiasi possibilità di riabilitazione (Contro) Altra questione da tener presente è che la pena di morte è incompatibile con la dignità umana. Qualunque sia il metodo scelto per uccidere il condannato, l'uso della pena di morte nega la possibilità di riabilitazione, di riconciliazione e respinge l'umanità della persona che ha commesso un crimine. Ad esempio, Amnesty International, l’Organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, ritiene che il modo corretto per prevenire la reiterazione del reato sia una revisione delle procedure per la libertà condizionale e un serio monitoraggio psicologico durante la detenzione. In nessun caso la risposta può essere trovata nell'aumentare il numero delle esecuzioni. Il carcere invece può fornire il contesto adatto per un recupero della persona che ha sbagliato. (Pro) Non esiste un’alternativa soddisfacente alla pena capitale; una permanenza prolungata nel carcere può essere più crudele; un criminale rimesso in libertà può uccidere di nuovo. (Contro) Nei paesi in cui la pena di morte è stata abolita, il carcere non è risultato meno efficace. L’esperienza e le statistiche ci dicono che il rischio che un omicida, una volta liberato, uccida ancora è molto basso. (Testimonianza di Alessandro Serenelli) (Contro) Per i credenti è bene tenere presente anche che Gesù, nella preghiera del Padre nostro ci ha insegnato a pregare così: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Maria Goretti con il suo perdono ad Alessandro Serenelli ha vissuto pienamente questa preghiera ed ha illuminato di significato il valore del perdono vivendolo in prima persona: per ogni uomo esiste la possibilità di redimersi. 10. Non rispetta i valori di tutta l'umanità (Contro) I diritti umani sono universali, indivisibili e interdipendenti. Derivano da molte e diverse tradizioni nel mondo e sono riconosciuti da tutti i membri delle Nazioni Unite come standard verso i quali hanno accettato di conformarsi. Tutte le religioni promuovono pietà, compassione e perdono nei loro insegnamenti. In ogni zona del mondo e attraversando ogni confine religioso e culturale, esistono paesi che hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica. È sull'insieme di questi valori che Amnesty International basa la sua opposizione alla pena di morte. (Pro) Come mai la Chiesa ha approvato in passato la pena di morte e l’approva ancora nel Catechismo della Chiesa Cattolica? (Contro) La Chiesa è costituita da uomini e donne che portano in sé usi e costumi dei luoghi di provenienza, per cui ha avuto necessità di capire nel corso dei secoli che, ad esempio, la propria visione di vita sulla figura della donna, dei bambini, degli schiavi e degli emarginati necessitava di uno sviluppo alla luce dell’insegnamento evangelico… eppure questa consapevolezza ha avuto un iter diverso a seconda delle varie zone del mondo, perché la mentalità del posto condiziona molto la visione di vita dei credenti. Stesso discorso vale per il tema della pena di morte. Oggi, però, la Chiesa spiega chiaramente il proprio punto di vista su questo argomento, sia nel Catechismo che in figure rappresentative rilevanti come San Giovanni Paolo II e Papa Francesco. Catechismo San Giovanni Paolo II Papa Francesco. Mons. Masnini e le Ancelle del Santuario