Teoria di stringa perturbativa Francesco Dalla Piazza Programma 1. Introduzione e idee della meccanica quantistica 2. Introduzione alla teoria di stringa 3. Costruzione della misura in teoria di stringa Fisica classica A fine ottocento l’interpretazione dei fenomeni fisici del mondo macroscopico era fondata su: Equazione di Newton F = ma Che descrive i fenomeni meccanici, acustici e termici Equazioni di Maxwell ρ ∇·E= ε0 ∂B ∇×E+ =0 ∂t ∇·B=0 ∂E ∇ × B − µ 0 ε0 = µ0 j ∂t Che descrivono i fenomeni elettrici, magnetici e ottici Netta distinzione tra natura ondulatoria e corpuscolare della materia Crisi della fisica classica • Spettro del corpo nero • Effetto fotoelettrico • Effetto Compton • Modelli atomici Spettro del corpo nero I corpi solidi e liquidi a qualsiasi temperatura emettono una radiazione a spettro continuo. Energia della radiazione emessa dal corpo per unità di tempo e di superficie entro un cono di angolo solido dΩin una direzione che forma un angoloθcon la normale alla superficie e in un intervallo di frequenza (v,v+dv): e(ν, T ) cos θdΩdν Potere emissivo Se sul corpo incide una radiazione essa verrà in parte riflessa e in parte assorbita a(ν,T): potere assorbente Quando un corpo assorbe tutta la radiazione incidente qualunqe sia la frequenza e la temperatura T allora il corpo si dice CORPO NERO Spettro del corpo nero Per una cavità (Kirchoff, 1859): e(ν, T ) c = u(ν, T ) a(ν, T ) 4π c e(ν, T ) = u(ν, T ) 4π E quindi per un corpo nero: La grandezza che si osserva è l’energia irradiata dal foro della cavità per unità di superficie, tempo e intervallo di frequenza: � π2 c c E(ν, T ) = 2π dθ sin θ cos θ u(ν, T ) = u(ν, T ) 4π 4 0 Primi risultati quantitativi: • legge di Stefan – Boltzman: � • legge dello spostamento: ∞ 0 dνE(ν, T ) = σT 4 , σ = 5, 67 · 10−8 W/(m2 K 4 ) λmax T = cost. = 2898 µm · K ν2 hν Conseguenza della legge di Wien (di carattere qualitativo): E(ν, T ) = kT f ( ) 4c2 kT Spettro del corpo nero Impostazione statistica classica • Il campo elettromagnetico all’interno di una cavità equivale ad un sistema di oscillatori armonici disaccoppiati e con frequenze uguali alle frequenze proprie della cavità. • Tale sistema può essere equiparato ad un gas ideale in equilibrio ad una temperatura T. • Probabilità che l’oscillatore abbia energia compresa tra W e W+dW (statistica classica): W e− kT dW �∞ 0 e W − kT dW • Dal teorema di equipartizione dell’energia della statistica classica si ottiene la formula di Rayleigh-Jeans: 2π E(ν, T ) = 2 kT ν 2 c Ipotesi di Planck • Gli scambi di energia tra radiazione e materia possono avvenire per ogni determinata frequenza solo per multipli interi di una quantità finita ε. • Ammettendo solo valori discreti Wn=nε la probabilità che l’oscillatore abbia energia Wn: e �∞ W − kT n=0 W − e kT Da cui, ponendo ε=hν: 2π 2 hν E(ν, T ) = 2 ν hν c e kT − 1 Spettro del corpo nero 1. Nel limite classico (h → 0) il risultato di Planck si riduce a quello ottenuto con la statistica classica: 2πν 2 hν 2π lim 2 = 2 kT ν 2 hv h→0 c c e kT − 1 2. L’espressione classica concorda con i dati sperimentali per grandi valori di ! 3. La formula di Rayleigh-Jeans non è teoricamente corretta in quanto: � ∞ 0 E(ν, T )dν = ∞ ∀T 4. Per opportuni valori di h e k si ottiene perfetto accordo con i dati sperimentali. La costante k concorda con la costante dei gas kB=1,3806488e-23 JK-1 e il valore oggi accettato per la costante di Planck è h=6,62606957e-34 Js. 5. Gli scambi di ENERGIA tra radiazione e materia si manifestano come una successione di eventi elementari, in cui la quantità di energia scambiata è ε=hν. Effetto fotoelettrico Una superficie metallica investita da una radiazione di frequenza sufficientemente elevata emette elettroni. Empiricamente emersero alcune leggi: 1. Il numero di elettroni è proporzionale all’intensità della radiazione. 2. Per ogni metallo c’è una frequenza di soglia ν0 sotto la quale non c’è emissione. 3. L’energia cinetica massima degli elettroni emessi è proporzionale a ν-ν0 ed è indipendente dall’intensità della radiazione. 4. L’emissione degli elettroni è istantanea. Queste osservazioni sono INCOMPATIBILI con la teoria e.m. classica!!! Se l’energia si ripartisce in maniera uniforme su tutta la superficie illuminata come mai il fenomeno si verifica istantaneamente anche per intensità estremamente basse? Effetto fotoelettrico (Einstein 1905) Einstein spiega il fenomeno sulla base dell’ipotesi di Planck: L’energia non è quantizzata solo al momento dello scambio, ma viaggia anche nello spazio in granuli di energia ε=hν→ QUANTI di radiazione. Processo d’urto tra FOTONE e ELETTRONE che riceve tutta assieme l’energia hν e l’elettrone può essere estratto solo se hν>ω0. Quindi ν0=ω0/h e se ν>ν0 l’energia cinetica dell’elettrone è: E=hν-ω0 =h(ν-ν0). Variando l’intensità I della radiazione cambia il numero di fotoni e non la loro Energia. Einstein attribuisce ai fotoni anche una quantità di moto p=hν/c=h/λ. Mediante questa interpretazione Einstein spiega perfettamente le osservazioni!!! Effetto Compton Diffusione di raggi X (λ= 0,0709 nm) su un campione di grafite e la successiva misura dello spettro dei raggi diffusi. • I raggi X si irradiano in tutte le direzioni. • Ad un angolo " i raggi hanno lunghezza d’onda λ’ lievemente minore di λ. • È presente anche radiazione di lunghezza d’onda λ. λ-λ’ è indipendente dal campione e λ-λ’=0,024 (1-cos ") Posso interpretare questo effetto come un processo d’urto FOTONE - ELETTRONE Imponendo la conservazione dell’energia e della quantità di moto: λ-λ’=h/(2#m mec) (1-cos ") con h/(2#m mec)=0,0024 Un esperimento con pallottole Feynman, “Lectures on Physics” vol. 3 RISULTATO Se apro solo F1 ottengo la curva P1 Se apro solo F2 ottengo la curva P2 La probabilità totale è P12=P1+P2 Non osservo INTERFERENZA • “Mitragliatore” spara pallottole con una certa distribuzione angolare abbastanza grande. • Pallottole indistruttibili • Nel rilevatore c’è sempre una pallottola intera • La dimensione non dipende dalla frequenza • Qual è la probabilità che una pallottola arrivi nella posizione x passando attraverso i fori? Un esperimento con onde • Il detector misura I∝A2∝E • I può assumere qualunque valore • I non è a blocchi |D1-D2|=λm |D1-D2|=λ(2m+1)/2 Interferenza costruttiva Feynman, “Lectures on Physics” vol. 3 Interferenza distruttiva I12≠I1+I2 L’altezza dell’onda si può esprimere come Re(hjeiωt) e Ij∝|hj|2 2 fori → (h1+h2) eiωt I12∝|h1+h2|2=|h1|2+|h2|2+2|h1||h2|cosδ→ INTERFERENZA Un esperimento con elettroni • Rivelatore: “clic” tutti uguali, non c’è differenza di “grandezza”. • Diminuendo la temp. del filo diminuisce il numero di “clic”, non la loro intensità. • Usando 2 rivelatori: o clicca l’uno o clicca l’altro, mai contemporaneamente. Feynman, “Lectures on Physics” vol. 3 Ciò che arriva è in GRANULI tutti UGUALI! Qual è la probabilità che un elettrone arrivi sulla parete al variare della distanza x dal centro? P12≠P1+P2 Interferenza delle “onde elettroniche” Prop. A: ciascun elettrone attraversa F1 OPPURE F2. Ammesso A → tutti gli elettroni nel rivelatore possono essere divisi in 2 gruppi: quelli passati da F1 e quelli passati da F2. La curva finale deve essere la somma degli effetti di F1 e F2. Ripeto l’esperimento chiudendo alternativamente i fori → curve P1 e P2. P12≠P1+P2!!!!! La prop. A sembra falsa! Posso descrivere il risultato con due numeri complessi $1 e $2 tali che |$i|2=Pi e come per le onde |$1 + $2|2=P12. Gli elettroni arrivano in GRANULI, ma presentano INTERFERENZA! “Osserviamo” gli elettroni Aggiungiamo una sorgente di luce dietro lo schermo a metà trai fori. Un clic → un lampo La prop. A sembra vera!!! Costruisco una tabella: F1 F2 x x x x x P1’ P12’ totale? …fingo di non aver visto i lampi e sommo… P12’=P1+P2≠P12 Non c’è interferenza!!! Quando osservo gli elettroni ottengo una diversa distribuzione! Forse la luce è troppo “forte”? …diminuisco l’intensità… P2’ P1’=P1 e P2’=P2 …i lampi rimangono identici, ma alcuni “clic” non sono preceduti da alcun lampo …disturbo meno… F1 F2 Aggiungo una colonna… P1’ ? x P2’ x x x x P12’=P1’+P2’ → NON INTERFERENZA P=P12 “tipo onda” → INTERFERENZA Se descrivo la luce in maniera corpuscolare (fotoni), diminuendo l’intensità diminuisce il numero di fotoni emessi → qualche elettrone non viene colpito! Fotone → p=h/λquindi perturbo meno se aumento λ, non se diminuisco I, Lampo “rossiccio” e “cicciotto” che non permette Nulla cambia finché λ∼ F1F2 più di distinguere se l’elettrone è passato in F o in F . 1 2 P12=P12’ CON INTERFERENZA Principio di indeterminazione P. ind. Heisenberg: è impossibile costruire un apparecchio in grado di determinare se gli elettroni sono passati da F1 o F2 e che non perturbi gli elettroni in modo da preservare la figura di interferenza. Le leggi della natura sono coerenti se esiste un’INTRINSECA limitazione alle nostre possibilità sperimentali. ΔxΔp≳h E la prop. A? Se si ha un apparecchio che permette di vedere in quale foro è passato l’elettrone, allora posso dire se è passato in F1 o F2. Se NON si prova a determinarlo, allora non si può dire dove è passato. E se osservo le fenditure? hν hν x − a/2 sin θ1 � c c d hν hν x + a/2 p2 = sin θ2 � c c d p1 = Condizione necessaria per rilevare da quale fenditura è passato l’elettrone: hv ha ∆p < |p1 − p2 | � |θ1 − θ2 | � c λd Le frange di interferenza possono essere osservate se la posizione dello schermo è misurata con una precisione Δx minore della separazione tra le frange di interferenza: λd ∆x < a Se queste condiziono sono verificate entrambe: λd ha ∆x∆p < =h a λd Violando il principio di indeterminazione!!! Riassunto e principi della MQ 1. La P di un evento è data dal modulo quadro di un numero complesso $, detto ampiezza di probabilità: ψ : ampiezza di probabilità P : probabilità P = |ψ|2 2. Quando un evento può avvenire secondo varie alternative si sommano le ampiezze di probabilità → interferenza: ψ = ψ1 + ψ2 P = |ψ|2 = |ψ1 + ψ2 |2 Se si effettua un esperimento in grado di determinare se si verifica l’una o l’altra possibilità, la probabilità totale è la somma delle probabilità e non delle ampiezze di probabilità → no interferenza. P = P1 + P2 = |ψ1 |2 + |ψ2 |2 3. Quando una particella percorre un particolare cammino, l’ampiezza associata si può scrivere come il prodotto dell’ampiezza relativa ad una parte di esso per l’ampiezza riguardante il resto del cammino. Riassunto e principi della MQ Queste idee sono alla base della formulazione di Feynman della meccanica quantistica attraverso l’integrale di cammino. Nell’esperimento con elettroni immaginiamo di aggiungere molti schermi con molte fenditure ciascuno… ψ= � � ψSi ψiα ψαx i=1,2 α=a,b,c …e così via… Sfruttando questa idea si può ottenere l’ampiezza perché una particella in uno stato iniziale “i” possa trovarsi in nello stato finale “f” dopo un tempo t la cui dinamica è governata dalla Hamiltoniana classica H=p2/2m+V(q) e la cui corrispondente lagrangiana è L=L(q,q’): � tf i � ti L(q,q̇)dt ψ=N � Dqe Grazie!