I SISTEMI ECONOMICI Il sistema economico Il sistema economico è l'insieme delle relazioni che, in un dato momento storico, esistono tra i soggetti dell'economia (ossia famiglie, imprese, Stato e resto del mondo) che svolgono svariate attività economiche per soddisfare i loro bisogni. Il sistema economico di uno Stato dipende da diversi fattori, come le sue condizioni geo grafiche, climatiche e ambientali, la disponibilità di risorse naturali, di capitali da investire, di strutture, infrastrutture, la sua crescita demografica ecc., ma soprattutto dalle scelte politiche ed economiche effettuate da chi governa il Paese. Per tali ragioni, nella realtà, esistono diversi tipi di sistemi economici, con caratteristiche tra loro molto differenti. 1.1 I problemi di un sistema economico La scelta di un sistema economico, piuttosto che di un altro, è essenzialmente collegata alla soluzione che uno Stato adotta per risolvere tre problemi molto importanti: 1. che cosa produrre, 2. come produrre, 3. per chi produrre. 1. Che cosa produrre significa decidere quali beni e servizi realizzare. Nelle moderne economie, infatti, la disponibilità di prodotti è estremamente ampia, perché i produttori offrono continuamente beni e servizi nuovi per suscitare l'interesse degli acquirenti, i quali, con le loro scelte di acquisto, consentono ai produttori di vendere i loro prodotti e di conseguire pertanto un profitto, ossia un guadagno. 2. Come produrre significa stabilire attraverso quali sistemi e tecniche di produzione rea lizzare i prodotti. Si tratta di un aspetto importante, poiché la scelta di un sistema di produzione, ri spetto a un altro, può modificare notevolmente il costo del prodotto e la sua qualità. Per questa ragione le imprese investono molto per ottimizzare, cioè miglio rare, i sistemi di produzione, al fine di renderli più veloci, più affidabili, più sicuri e meno costosi. Negli ultimi decenni è inoltre cresciuta la consapevolezza che i processi di produzione devono essere realizzati nel rispetto dell'ambiente, al fine di evitare che la produzione di beni determini effetti negativi sull'ambiente circostante e sulle persone. Ne sono un esempio i prodotti orto frutticoli biologici oppure i prodotti completamente riciclabili. Nei processi di produzione alcune aziende hanno cercato inoltre di ridurre al minimo le attività ripetitive attraverso la progettazione delle attività e la rotazione dei dipendenti finalizzate a rendere alcuni tipi di lavoro (come la produzione di auto nelle cosiddette catene di montaggio) meno alienanti e, al contempo, a motivare maggiormente il lavoratore nello svolgimento della sua attività. 3. Per chi produrre significa individuare i soggetti ai quali destinare i beni e i servizi. Chi produce deve infatti realizzare beni che rispondano ai bisogni dei potenziali acquirenti. Per qu esto motivo molte aziende, prima di sviluppare nuovi prodotti, analizzano con attenzione, attraverso ricerche di mercato, i bisogni dei consumatori per offrire loro beni e servizi che rispondano nel modo migliore alle loro esigenze. Pensiamo a tale proposito alle confezioni di cibo monodose per i single, cioè quelle persone che vivono da sole e sono in costante aumento nella nostra so cietà, oppure al sistema wireless che permette di collegare tra loro più computer senza i fili. Le tre tipologie di sistema economico In base al modo in cui i singoli Stati offrono una risposta ai tre problemi di maggiore rilievo dell'economia, cioè come, che cosa e per chi produrre, si possono individuare tre differenti sistemi economici: il sistema liberista, il sistema socialista (o collettivista) e il sistema a economia mista. 1 I SISTEMI ECONOMICI liberista I principali sistemi economici sono socialista a economia mista Come si è svolta la Rivoluzione industriale Prima di esaminare i sistemi economici, è opportuno analizzare brevemente la Rivoluzione industriale, avviata nel XVIII secolo, poiché ha influenzato profondamente lo sviluppo dell'economia e della società moderna. Esistono infatti legami molto stretti tra fatti storici e fatti economici. La Rivoluzione industriale ebbe inizio nella seconda metà del 1700. In quel periodo la ricerca e le nuove conoscenze consentirono la realizzazione dei primi impianti produttivi meccanici, attraverso i quali fu possibile produrre considerevoli quantità di beni in tempi molto più brevi, con costi minori e una migliore qualità rispetto al passato. Tale situazione creò forti ripercussioni, a livello sia sociale sia economico. Infatti, i piccoli artigiani dovettero, progressivamente, abbandonare le loro attività, poiché i loro beni non erano più in grado di competere con i prodotti realizzati con l'uso dei nuovi impianti meccanici: la maggior parte di loro si trovò perciò costretta a lavorare nelle fabbriche. I proprietari delle fabbriche videro, invece, crescere in modo sensibile la loro forza sociale ed economica, mentre la classe dei nobili, seppure con alterne vicende, perdeva l'importanza politica ed economica che aveva sempre avuto in passato. Gli effetti della Rivoluzione industriale furono di grande impatto anche sulla società: infatti cambiarono radicalmente e in maniera irreversibile il modo di lavorare, di produrre, ma anche di vivere delle persone. In precedenza gli artigiani producevano quantità di beni limitate, utilizzando i propri semplici macchinari e le conoscenze da loro acquisite con l'esperienza. In seguito, invece, il processo di industrializzazione comportò una rottura con quel sistema, poiché il lavoro avveniva in fabbriche di grandi dimensioni, per il cui acquisto era necessario disporre di ingenti capitali. In questo modo si producevano beni di consumo su larga scala, per i quali la manodopera era fornita dai salariati, mentre i beni di produzione (stabilimenti, impianti, macchinari) erano messi a disposizione dai capitalisti (solitamente ex mercanti arricchitisi con i loro commerci), i quali in questo modo investivano e rischiavano il proprio denaro. Infine, i processi di produzione, cioè i modi attraverso cui si realizzavano i beni, diventavano sempre più faticosi, alienanti e ripetitivi: infatti i lavoratori non seguivano più, come avveniva con la lavorazione di tipo artigianale, l'intero processo produttivo, ma ogni gruppo di lavoratori si specializzava solo nello svolgimento delle singole operazioni, poiché in questo modo il processo produttivo diventava più veloce e quindi si riusciva a produrre di più (divisione del lavoro). Quindi, con la Rivoluzione industriale si verificò una crescita sociale dei capitalisti e, contemporaneamente, un forte allargamento del numero dei salariati. Con la Rivoluzione industriale i capitalisti diventarono i veri protagonisti dell'economia, mentre il ruolo del clero e della nobiltà risultò sempre più offuscato. Infine, iniziarono ad avere una forte rilevanza sociale anche i lavoratori, i quali rivendicavano migliori condizioni di vita e di lavoro. Nel quadro storico della Rivoluzione industriale nacque il primo vero sistema economico moderno, il s is tema liber is ta . DOMANDE 1. Perché è importante la Rivoluzione industriale? 2. Quali caratteristiche aveva il lavoro durante la Rivoluzione industriale? 3. Come si svolgevano i processi di produzione? 4. Chi erano i capitalisti? 2 I SISTEMI ECONOMICI 2. II sistema liberista Il sistema liberista ebbe ampia diffusione sia in Europa sia negli Stati Uniti tra l'Ottocento e i primi decenni del Novecento. I principi fondamentali che caratterizzano il sistema liberista sono i seguenti: - intervento dello Stato molto limitato in campo economico. Secondo i teorici del sistema liberista, infatti, lo Stato non deve interferire nelle scelte economiche delle imprese stabilendo limiti, regole o divieti, poiché il ruolo dello Stato è limitato ad alcuni settori (come la difesa, la sicurezza, l'ordine pubblico e l'amministrazione della giustizia). In questo sistema, infatti, la libera iniziativa degli imprenditori costituisce il fulcro della crescita dell'economia e ad essi è consentito di svolgere qualsiasi tipo di attività econo mica; - i mezzi di produzione (impianti, macchinari, stabilimenti ecc.) sono di proprietà dei privati, i quali possono altresì produrre e vendere beni senza subire alcuna forma di controllo da parte dello Stato e gli imprenditori utilizzano le tecniche di produzione che ritengono più idonee per realizzare il più elevato guadagno possibile, anche se ciò com porta impegni massacranti per i lavoratori; - i prezzi dei prodotti sono definiti dal mercato, in cui si incontra la domanda di beni da parte delle famiglie (che cercano di spendere il loro denaro in modo tale da soddisfare al meglio i propri bisogni) e l'offerta di beni da parte delle imprese, senza cioè alcu n intervento sul prezzo da parte dello Stato. 2.1 i problemi dei sistema liberista Il pensiero liberista in campo economico è stato sempre caratterizzato da una grande fidu cia nel progresso, nel mercato e nel capitalismo e dalla convinzione che il mercato , senza regole stabilite dallo Stato, trovasse sempre e in modo autonomo la via d'uscita nei momenti di difficoltà. Purtroppo, la crisi economica che si verificò nel corso degli anni Trenta del XX secolo, no ta come grande crisi, dimostrò che questa visione dell'economia non era corretta, poiché, in quel periodo, moltissime fabbriche, anche ben gestite, chiusero, e un gran numero di persone si trovò così senza lavoro e senza reddito. Gli economisti che sostennero maggiormente il sistema liberista furono Adam Smith e Jean-Baptiste Say. Metti in pratica C o m p l e t a la t a b e l l a i n b a s e a l l e i n d i c a z i o n i r i p o r t a t e n e l t e s t o . I l s i s t e m a e c o n o m i c o l i b e r i s t a Periodo storico in cui si d i f f o nde ........................................................................................................................................... Economisti più significativi ...................................................................................................................................................... Caratteristiche principali.................................................................................................................................................... Problemi riscontrati .................................................................................................................... 3. II sistema socialista Sebbene oggi sia presente solo in pochi Paesi (tra cui Cuba e Vietnam), sto ricamente il sistema socialista ha avuto una forte diffusione nell'Est europeo fino alla fine degli anni Ottanta. quale modello economico dell'ex Unione Sovietica, della Romania, della Bulgaria ecc. 3 I SISTEMI ECONOMICI Lo Stato con il maggior numero di abitanti al mondo, la Cina, è ancora oggi considerato un esempio di sistema socialista. Tuttavia la storia economica cinese più recente si caratteriz za per uno sviluppo molto forte e un'apertura progressiva verso il mercato internazionale. L'economia cinese e l'evoluzione sem pre più accelerata del suo sistema economico sono oggetto di grande interesse da parte degli economisti per l'incredibile capacità di cambiamento dimostrata da questo Paese. Il sistema socialista si ispira alle idee di alcuni economisti (in particolare Karl Marx), i quali, partendo da un'analisi critica del capitalismo e dei problemi che esso avrebbe generato. proposero un diverso modello di sistema economico. Nella pratica, i sistemi socialisti (detti anche collettivisti) si sono sviluppati in maniera dif ferente gli uni rispetto agli altri. Tuttavia, gli aspetti qualificanti e comuni di tutti i sistemi socialisti sono i seguenti: un fortissimo intervento dello Stato in campo economico, in quanto i mezzi di produzione (come macchinari, fabbriche ecc.) sono esclusivamente di proprietà dello Stato, a cui spetta la pianificazione della produzione e la gestione dell'economia, attuate sulla base di determinati obiettivi da raggiungere e non in relazione alle richieste del mercato; il divieto della libera iniziativa economica privata, poiché la scelta dei beni e dei servizi da produrre, delle modalità con cui produrli, delle quantità da produrre è operata dallo Stato; il principio della preminenza dell'interesse sociale su quello individuale, in base al quale la proprietà privata è fortemente limitata; il livello economico delle retribuzioni, erogate dallo Stato ai lavoratori, è molto basso, in quanto ci sono moltissimi servizi gratuiti (dall'istruzione all'assistenza medica) e i prezzi dei beni (dai generi alimentari all'affitto delle case) sono stabiliti dallo Stato e sono molto contenuti. 3.1 I problemi del sistema socialista I sistemi socialisti hanno evidenziato moltissimi inconvenienti, poiché la pianificazione centralizzata delle scelte economiche ha finito per privilegiare determinati settori produttivi (come l'agricoltura e l'industria pesante e bellica) con la conseguenza di non soddisfare le effettive esigenze della popolazione, che era priva di molti beni di consumo. Inoltre la mancanza di libera iniziativa economica e un sistema di retribuzioni che non teneva conto del merito e delle capacità professionali dei lavoratori hanno determinato una forte demotivazione e un calo di produttività da parte degli stessi lavoratori, con gravi ri percussioni sulla qualità dei prodotti e sui tempi di produzione, poco competitivi rispetto ai Paesi più evoluti. Molti Stati a regime socialista sono stati pertanto interessati da gravi crisi economiche, da un forte livello di indebitamento verso l'estero e da profonde tensioni sociali interne che li hanno indotti a sostanziali cambiamenti a livello politico (nuovi partiti al governo) e socio -economico (adozione di forme di libero mercato), per rimediare agli inconvenienti creati dal sistema socialista. Ne sono un esempio alcuni dei nuovi Stati entrati nel 2004 nell'Unione europea, come Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia, che in precedenza erano Paesi a economia socialista, e nel 2007 Romania e Bulgaria, anche se per alcuni di questi Stati il percorso da compiere è ancora lungo. Essi hanno saputo intraprendere un percorso di riforme molto radicali che li ha progressivamente avvicinati ai Paesi europei economicamente più sviluppati. Metti in pratica Completa la tabella in base alle indicazioni riportate nel testo. Il sistem a economico socialista Periodo storico in cui si diffonde ........................................................................................................................ Economista più significativo ................................................................................................................................ Caratteristiche principali ....................................................................................................................................... Problemi riscontrati ................................................................................................................................................ 4 I SISTEMI ECONOMICI 4. II sistema ad economia mista Questo sistema economico è attualmente presente nei Paesi dell'Unione europea, in Giappone in molti altri Stati. Si è sviluppato come soluzione a uno dei problemi maggiori del sistema liberista, ossia la mancanza di risposte adeguate ai momenti di difficoltà o di crisi dell'economia. Infatti in tali momenti molte fabbriche hanno cessato la loro attività, numerosi lavoratori sono stati licenziati e tutto ciò ha causato gravi tensioni sociali. Dopo la grande crisi, che si è verificata in diversi Paesi del mondo nel corso degli anni Trenta del secolo scorso, alcuni studiosi hanno iniziato a sostenere la necessità dell'intervento dello Stato, insieme ai privati, nel sistema economico, soprattutto al fine di aiutare l'economia nei momenti di difficoltà. Questo tipo di sistema economico, nel quale sia lo Stato sia i privati rivestono un ruolo attivo, viene indicato come sistema a economia mista. L'economista che per primo ha studiato questo modello, proponendo le idee di maggiore rilevanza e interesse, è stato John Maynard Keynes. Il sistema a economia mista è stato, per la prima volta, applicato per risolvere la grande crisi degli anni Trenta negli Stati Uniti e da allora ha avuto una grandissima diffusione in molti Stati. Ricordati che il sistema economico che attualmente abbiamo in Italia è a economia mista, nel quale sia i privati sia lo Stato hanno un ruolo molto importante nel campo economico. E il sistema economico che caratterizza, da diversi decenni, i Paesi economicamente più evoluti dalla Francia alla Germania, dal Giappone al Canada. Gli aspetti più importanti che caratterizzano il sistema a economia mista sono i seguenti: - l'intervento dello Stato è finalizzato a consentire lo sviluppo equilibrato del sistema economico, a evitare periodi di forte crisi, ad attenuare gli squilibri che vi possono essere tra classi sociali e a favorire uno sviluppo uniforme dell'economia in tutto il territorio; - i mezzi di produzione possono appartenere sia ai privati, sia allo Stato: pertanto esistono imprese private e imprese pubbliche. Ad esempio in Italia vi sono sia imprese priva te (come Fiat, Piaggio, Assicurazioni Generali ecc.) sia imprese pubbliche, sia imprese a cui partecipano soggetti pubblici e privati (come Enel o Finmeccanica); - la gestione delle imprese, sia pubbliche sia private, è caratterizzata dal rispetto di norme stabilite dallo Stato a tutela dei lavoratori, dei consumatori, dell'ambiente e della sicurezza degli impianti. Inoltre, i lavoratori, attraverso le loro organizzazioni (dette sindacati) si accordano con quelle degli imprenditori per definire gli aspetti fondamentali. del rapporto di lavoro; - i prezzi dei prodotti sono liberamente definiti dal mercato, anche se i prezzi di alcuni tipi di beni e servizi (ad esempio energia elettrica, gas) possono essere stabiliti dallo Stato al fine di consentirne un accesso più ampio ai cittadini. Infine, lo Stato cerca di attuare un'attività di programmazione economica, cioè di ra g giungere determinati obiettivi (ad esempio, aumento dell'occupazione ecc.) adottando, misure legislative o economiche che possano favorirne il conseguimento. Gli obiettivi principali vengono solitamente concordati tra le parti sociali, quindi tra rappresentanti dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle forze politiche. 5 I SISTEMI ECONOMICI La grande crisi degli anni Trenta del secolo scorso e l'intervento dello Stato nell'economia L'economia moderna è stata segnata profondamente dalla crisi degli anni Trenta. La seguente lettura ci aiuta a conoscere meglio questo importante evento storico. Durante la grande crisi degli Stati Uniti d'Ame rica del 1929, la borsa perse, in poco te mpo, oltre il 9 0 % , moltissime fabbriche dovettero chiudere e circa un terzo dei lavoratori rimase disoccupato. Il sistema economico, per alcuni anni, presentò problemi quali un fortissimo calo della produzione e degli investimenti, una riduzione generalizzata dei consumi di beni e servizi, difficoltà economiche diffuse tra le Im prese e tra la popolazione ecc. La crisi americana ebbe inoltre effetti anche su altri Stati. La soluzione della crisi appariva però impossibile applicando il principio liberista, secondo cui lo Stato non doveva intervenire nell'economia. Invece, il presidente americano Roosevelt decise di affrontare quel momento di enorme difficoltà seguendo una via allora nuova, cioè attraverso un forte intervento dello Stato nel sistema economic o. Questa scelta, attuata tramite un programma di risanamento economico noto come new deal, cioè "nuovo corso", comportò la prima applicazione concreta delle teorie di Keynes. Gli Usa, per far fronte alla difficilissima situazione, decisero di rea lizzare nuove infrastrutture pubbliche (come strade, ferrovie, porti e aeroporti, edifici pub blici ecc.), di emanare nuovi provvedimenti di tipo sociale e a sostegno delle imprese, il tutto tramite finanziamenti dello Stato. Questa de ter mina n te svolta procurò maggiore liquidità al sistema economico e alle imprese private (a cui furono affidati i grandi progetti infrastrutturali), le quali iniziarono ad assumere personale per realizzare le nuove opere pubbliche. Tutto ciò aumentò la fiducia degli imprenditori e delle famiglie e, tramite la nuova liquidità messa in circolazione, il sistema economico venne pertanto rivitalizzato. I risultati o ttenu ti nel corso di pochi anni furono una fo r te ripresa dell'economia , una occupazione in co n tin uo aumento, costanti investimenti e maggiori consumi. Fu quindi evidente che gli effetti positivi dell'intervento dello Stato nell'economia cominciavano a farsi sentire. DO MAN DE Quali sono state le conseguenze della grande crisi degli anni Trenta del secolo scorso? Quali effetti ha avuto l'intervento dello Stato in economia e come è stato attuato? 4.1 I problemi nei sistemi a economia mista Soprattutto negli ultimi decenni il sistema a economia mista ha evidenziato alcuni limiti e problemi, tra i quali ad esempio l'aumento progressivo della spesa pubblica (poiché lo Stato eroga un numero molto ampio di servizi a favore di tutti i cittadini e offre incentivi economici e fiscali alle imprese) e la gestione delle imprese pubbliche si è spesso rivelata poco conveniente. Tutto ciò ha dato origine a un forte indebitamento di molti Stati. Per questo motivo numerosi Paesi hanno provveduto alla cessione di buona parte delle loro imprese pubbliche. In Italia il processo di cessione delle imprese dello Stato ai privati (cosiddetta privatizzazione ) è tuttora in corso di attuazione. Ne costituiscono un esempio Eni nel settore petrolifero, Enel e Terna nel settore elettrico, Bnl nel campo bancario, Telecom nel settore dei servizi telefonici che lo Stato ha ceduto, in tutto o in parte, a privati. Metti in pratica Completa la tabella in base alle indicazioni riportate nel testo. Il sistema economico a economia mista Periodo storico in cui si d i f f o n de ......................................................................................................................................... Economista più significativo .................................................................................................................................................. 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