Esercitazioni di Economia Politica (Microeconomia) – [email protected] POTERE DI MERCATO Nel mercato di un certo bene l’elasticità della quantità domandata rispetto al prezzo è pari a 10. Si “quantifichi” il potere di mercato dando una spiegazione sulla relazione con l’unico dato che avete a disposizione (suggerimento: si usi la relazione tra indice di Lerner ed elasticità della domanda) Intuitivamente, più elevata è l’elasticità della domanda minore è il potere di mercato dell’impresa. Infatti, un’elasticità maggiore di 1 è un vincolo all’aumento del prezzo da parte dell’impresa: se l’impresa aumenta il prezzo, il ricavo totale diminuirà (poiché la riduzione della quantità domandata è maggiore dell’aumento del prezzo). Formalmente, partendo dall’equazione del ricavo marginale è possibile mostrare la relazione diretta P − Cmg tra elasticità della domanda rispetto al prezzo e indice di Lerner, cioè Lindice = : P [( ) ] ( ) ∂ P QD ⋅Q ∂P Q D ≡ Rmg = ⋅ Q + 1⋅ P Q D ∂Q ∂Q ( ) La precedente espressione – ricavata usando la regola di derivazione di un prodotto1 – può essere riscritta nel modo seguente sfruttando alcune semplici regole algebriche: ∂P Q 1 Rmg = P ⋅ ⋅ + 1 ⇒ Rmg = P ⋅ 1 + ∂Q ⋅ P ∂Q P ∂P Q ∂Q P ⋅ ) e il fatto che in equilibrio ricavo marginale e ∂P Q costo marginale sono uguali si ottiene l’espressione finale che lega indice di Lerner ed elasticità della domanda rispetto al prezzo: sfruttando la definizione di elasticità ( ε = − P P 1 Cmg = P ⋅ 1 − ⇒ Cmg = P − ⇒ = P − Cmg ε ε ε 1 ε = P − Cmg ≡ Lindice P Nell’esercizio, quindi, il potere di mercato può essere quantificato nel modo seguente: Lindice = 1/10 1 = 0,1. Per un’elasticità della domanda infinita, quindi, il potere di mercato è nullo ( Lindice = = 0 ).2 ∞ 1 P(Q) · Q, infatti, può essere visto come un prodotto di funzioni. La derivata della prima funzione (cioè la derivata del prezzo rispetto alla quantità) moltiplicato per la seconda funzione non derivata (cioè Q), si somma alla derivata della seconda funzione (cioè 1) moltiplicata per la prima funzione non derivata (cioè P(Q)). 2 Si noti che in corrispondenza della quantità ottima in monopolio, l’elasticità della domanda non può essere (in valore assoluto) minore di 1 (domanda anelastica). In tal caso, infatti, il monopolista sarebbe in grado di aumentare ulteriormente i ricavi semplicemente aumentando il prezzo (avrebbe cioè un potere quasi illimitato). 1 Esercitazioni di Economia Politica (Microeconomia) – [email protected] ESTERNALITÀ Negli esercizi precedenti (relativi ai capitoli 7,8 e 9), si sono passate in rassegna le principali fonti di inefficienza derivanti o da provvedimenti governativi che modificano l’equilibrio di mercato (limite superiore al prezzo, tassazione) o dalla presenza di potere di mercato delle imprese (monopolio). Tuttavia, altre situazioni inefficienti – intese come situazioni non ottimali in cui alcune possibilità di guadagno non sono state sfruttate – sono possibili. In particolare, è molto probabile che azioni poste in essere da alcuni individui finiscano per avere effetti anche su altre persone non direttamente coinvolte nella attività (i cosiddetti effetti esterni). Tali effetti esterni sono detti esternalità (negative se si tratta di costi o positive se si tratta di benefici). Anzi, tutte le azioni – chi più chi meno – implicano effetti esterni. In tali realistici e molto frequenti casi, l’equilibrio di mercato non coincide con quello socialmente efficiente, poiché le esternalità riducono l’efficienza economica: tali effetti (costi e/o benefici) esterni, infatti, non sono presi in considerazione dal soggetto o dai soggetti direttamente coinvolti, cioè colui/coloro che pongono in essere l’attività (si pensi a un’impresa che oltre a produrre un determinato bene “produce” anche inquinamento). Come la condizione di massimizzazione del benessere individuale è data dall’uguaglianza tra beneficio marginale privato (il ricavo marginale dell’impresa) e costo marginale privato, così la massimizzazione del benessere sociale (dell’intera collettività) è dato dall’uguaglianza tra beneficio marginale sociale e costo marginale sociale. Il beneficio (costo) marginale sociale è dato dalla somma dei benefici (costi) privati ed esterni, questi ultimi dovuti a esternalità. In assenza di esternalità, quindi, benefici (e costi) marginali privati e sociali coincidono. Un modo molto semplice, sebbene di difficile attuazione, per risolvere il problema legato alle esternalità è quello à la Pigou (dal nome dell’economista che lo ha proposto) che prevede la presenza di disincentivi/incentivi: a) l’imposizione di una tassa per chi produce una esternalità negativa; b) un sussidio in caso di esternalità positiva. In questo modo, i costi e/o i benefici sociali sono presi in considerazione dai privati nel momento in cui pongono in essere le proprie scelte. Esercizio 1) Sia P = 2 + Q la curva di offerta (il costo marginale) di un’impresa addetta allo smaltimento dei rifiuti e Q = 10 – P la curva di domanda per il servizio offerto. L’impresa utilizza depuratori poco efficienti che danno origine a un costo per la società (inquinamento) pari a X = 4. Quale è il livello ottimo di produzione per l’impresa? E quella socialmente ottimale? Che cosa accadrebbe se all’impresa fosse addebitata una tassa (t) pari al costo marginale sociale? P 10 P=2+Q+X P P=2+Q+t P=2+Q 6 6 Q = 10 – P Q = 10 – P 2 Q*sociale Q*privato =2 =4 10 Q Q*= 2 Q 2 Esercitazioni di Economia Politica (Microeconomia) – [email protected] L’impresa tiene conto solo del proprio costo marginale (privato) per il cui il livello ottimo di produzione del servizio si ottiene eguagliando domanda e offerta: 2 + Q = 10 – Q, da cui si ricava che Q*privato = 8 / 2 = 4. Il livello socialmente ottimo, invece, tiene conto anche del costo marginale sociale che andrebbe quindi aggiunto a quello privato Cmgsociale = Cmgprivato + esternalità negativa = 2 + Q + 4 = 6 + Q. Eguagliando tale valore alla domanda si ha che: 6 + Q = 10 – Q, da cui si ricava che Q*sociale = 4 / 2 = 2. Ovviamente, poiché l’impresa “produce” anche inquinamento, per la società è ottimale un livello più basso di produzione del servizio. Tuttavia, il livello ottimo di inquinamento non può essere zero: paradossalmente, infatti, questo risultato potrebbe essere ottenuto solo impedendo all’impresa di produrre. Con una tassa esattamente uguale al costo marginale sociale, la soluzione di equilibrio privato coinciderebbe con quella socialmente ottima, poiché in tal caso l’impresa è costretta a prendere in considerazione anche il costo (effetto) esterno che produce per la società (come visto nel capitolo 7 la curva di offerta si sposta verso l’alto di un importo pari alla tassa). Esercizio 2) Sia Cmg = 2 + 2Q il costo marginale relativo alla produzione di un vaccino antinfluenzale e Bmg = 20 – 2Q il beneficio marginale privato a esso associato (la relativa domanda). Il consumo del vaccino da parte di alcuni soggetti, però, produce effetti esterni positivi per tutta la collettività pari a X = 2 (poiché si riduce il rischio di contagio e diffusione dell’influenza). Quale è il livello ottimo di produzione del vaccino? E quello socialmente ottimale? Che cosa accadrebbe se ci fosse un sussidio (s) pari al beneficio marginale sociale? Cmg, Cmg, Bmg Bmg 22 Cmg = 2 + 2Q Cmg = 2 + 2Q 20 Bmg = 20 – 2Q Bmg = 20 – 2Q + X 2 Q*privato Q*sociale 10 = 4,5 =5 11 Q Bmg = 20 – 2Q + s 2 Q*= 5 Q Il livello ottimo di produzione del vaccino si ottiene eguagliando il costo marginale con il beneficio marginale: 2 + 2Q = 20 – 2Q, da cui si ricava che Q*privato = 18 / 4 = 4,5. Il livello socialmente ottimo, però, tiene conto anche del beneficio marginale sociale che andrebbe quindi aggiunto a quello privato Bmgsociale = Bmgprivato + esternalità positiva = 20 – 2Q + 2 = 22 – 2Q. Eguagliando tale valore al costo marginale si ha che: 2 + 2Q = 22 – 2Q, da cui si ricava che Q*sociale = 20 / 4 = 5. Ovviamente, per la società è ottimale un livello più alto di produzione del vaccino. Con un sussidio esattamente uguale al beneficio marginale sociale, la soluzione di equilibrio privato coinciderebbe con quella socialmente ottima, poiché in tal caso si prenderebbe in considerazione anche il beneficio (effetto) esterno che la vaccinazione produce per la società (la curva di domanda si sposta verso l’esterno di un importo pari al sussidio). Si tenga conto, infatti, che più che la produzione del vaccino, ciò che crea beneficio per la società è il suo “consumo”. Di conseguenza, l’incentivo è permettere a più persone/famiglie (principalmente quelle a basso reddito) di ricorrere al vaccino. 3 Esercitazioni di Economia Politica (Microeconomia) – [email protected] BENI PUBBLICI Il governo può procedere, al pari di un’impresa privata, alla realizzazione di beni e servizi da destinare al consumo o da utilizzare come fattori produttivi per la produzione di altri beni e servizi. Una distinzione basilare in tal senso è quella tra beni meritori e beni pubblici. I beni meritori sono quei beni e servizi prodotti dallo Stato in condizioni non di mercato, per ragioni politiche di natura distributiva (si pensi alla sanità, l’istruzione, ecc.). In sostanza, tali beni e servizi potrebbero anche essere prodotti dal mercato in modo maggiormente efficiente, ma data la loro natura devono essere allocati sulla base di un criterio differente da quello di mercato. I beni pubblici, invece, sono quei beni caratterizzati da un certo grado di non rivalità e non escludibilità. Tali beni sono prodotti dallo Stato per ragioni economiche, poiché una società privata con scopo di lucro difficilmente avrebbe convenienza a produrre beni il cui consumo da parte di un soggetto non ne riduce la quantità disponibilità per gli altri (non rivalità) e di cui è difficile o costoso impedire il consumo ai non paganti (non escludibilità). La non rivalità e non escludibilità fa si che molti contribuenti sarebbero disposti a pagare per tali beni e servizi quanto sufficiente a coprire il costo di produzione o a non pagare per nulla. Quest’ultima possibilità concerne uno dei problemi principali legati alla produzione dei beni pubblici – in particolare dei beni pubblici puri, cioè beni e servizi che sono, al massimo grado, sia non rivali sia non escludibili – conosciuto come free – rider (“corsa gratuita”): in sostanza, alcuni soggetti, al fine di non pagare la quota a loro spettante e convinti che il bene pubblico sarà comunque prodotto, dichiarano di non ricevere alcun beneficio dalla produzione del bene pubblico. Tale comportamento porterebbe, al limite, alla non produzione del bene.3 La condizione di ottimo per la produzione di un bene pubblico è simile a quella di un bene privato e prevede che il costo marginale sia uguale al beneficio marginale (in questo caso della intera collettività) che è dato dalla somma dei benefici marginali individuali. Tuttavia, a differenza di ciò che accade per i beni privati (dove al prezzo di mercato ciascun individuo sceglie la quantità ottima da consumare), per i beni pubblici, data la stessa quantità offerta del bene o servizio, gli individui dichiarano la propria disponibilità a pagare. Questo si traduce, nella costruzione della curva di domanda di mercato, nella somma verticale (anziché orizzontale) delle curve di domanda individuale; in sostanza, si sommano le disponibilità a pagare degli individui tenuto conto dell’offerta del bene o servizio pubblico. Esercizio 4) Due consumatori, A e B hanno le seguenti curve di domanda per la trasmissione di opere liriche: PA = 12 – Q e PB = 12 – 2Q, dove PA e PB rappresentano le disponibilità marginali a pagare di A e B, mentre Q rappresenta le ore di trasmissione di opere liriche. Se A e B sono gli unici fruitori del servizio, il cui costo marginale è pari a 15 euro l’ora, quale è il numero di ore di trasmissione di opere liriche ottimali ? Il numero di ore di trasmissione di opere liriche socialmente efficiente è di 3 ore, cioè il punto in cui la curva dei costi marginali interseca la curva di domanda totale: 15 = 24 – 3Q → 3Q = 24 – 15 → Q = 9/3 = 3 Se entrambi gli utenti avessero dichiarato di non ricevere alcun beneficio, al fine di non pagare la loro quota e convinti che il servizio sarebbe comunque stato offerto, il numero ottimo di ore sarebbe stato zero: 15 = 0 + 0 → Q = 0 3 Idealmente, il modo più equo per finanziare un bene pubblico consisterebbe nel tassare le persone in base alla propria disponibilità a pagare. Purtroppo, però, la difficoltà di reperire tali informazioni e il problema del free-rider rende di fatto impossibile il ricorso a tale forma di finanziamento dei beni pubblici. 4