Diapositiva 1 - Istituto Superiore Statale “PITAGORA”

CARTESIO: FONDATORE DEL RAZIONALISMO
NON C'È NULLA
INTERAMENTE IN
NOSTRO POTERE, SE
NON I NOSTRI
PENSIERI.
BIOGRAFIA
Renè Descartes nacque a La Haye nel 1596, filosofo, scienziato e matematico, è considerato il
padre della filosofia moderna. Fu educato dai gesuiti e, nel corso dei suoi studi, approfondì, oltre
ai classici, la matematica e la filosofia scolastica. Studiò diritto presso l’Università di Poitiers e dal
1618 si arruolò nell’esercito del principe protestante Maurizio di Nassau per intraprendere la
carriera militare; però la sua attenzione era polarizzata dai problemi filosofici e matematici di cui
si occupò per tutta la vita.
Tra il 1623 e il 1625 egli visitò l’Italia; dal 1625 al 1628 visse in Francia, occupandosi di filosofia
e di esperimenti di ottica. Si trasferì in Olanda, vivendo tra Amsterdam e Leida.
Muore di polmonite nel 1650 a Stoccolma.
LE OPERE
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Cartesio compone la sua prima opera
tra il 1619 e il 1630: Regole per dirigere
l’ingegno.
Un trattato sul mondo in cui sostiene la
dottrina copernicana, ma decide di non
pubblicarlo venuto a conoscenza della
condanna di Galileo Galilei: Trattato
della luce.
Tre saggi sulla Diottrica, sulle Meteore e
sulla Geometria, con una prefazione
intitolata: “Discorso sul metodo”.
Trattato di metafisica nel 1641 intitolato:
Meditazioni sulla filosofia prima.
Monografia psicologica : Le passioni
dell’anima nel 1649.
IL METODO
Cartesio vuole realizzare un metodo che possa essere un criterio di orientamento
unico e semplice, che serva all’uomo in ogni campo teoretico e pratico, e che
abbia come fine ultimo il vantaggio dell’uomo sul mondo.
EVIDENZA: accettare solo ciò risulta
evidente, cioè chiaro e distinto
ANALISI: suddividere ogni problema
Le regole del metodo
complesso nei suoi elementi più semplici
SINTESI: risalire dal semplice al
complesso
ENUMERAZIONE E REVISIONE:
enumerare tutti gli elementi individuati
mediante l’analisi e rivedere tutti i
passaggi della sintesi
IL DUBBIO È L'INIZIO DELLA SAPIENZA.
Per realizzare un metodo che sia la guida della ricerca in tutte le scienze è necessario criticare tutto il
sapere già dato, considerando provvisoriamente come falso tutto ciò di cui si può dubitare. Si arriverà a un
principio che resiste al dubbio tale divenire fondamento per tutte le conoscenze.(DUBBIO METODICO)
Si può dubitare in primo luogo delle conoscenze sensibili poiché i sensi
possono ingannare l’uomo ma anche delle conoscenze matematiche le quali non essendo state create da
Dio, potrebbero essere invenzioni di un genio maligno che ci inganna facendoci apparire chiaro ciò che in
realtà non lo è. (DUBBIO IPERBOLICO).
Il dubbio metodico
Riguarda inizialmente le conoscenze
sensibili
Con l’ipotesi del genio maligno si
estende anche alle conoscenze
matematiche
Dubbio iperbolico o
universale
LA NATURA DEL COGITO
Cartesio immerso nel profondo dubbio
intravede una certezza. L’uomo può ammettere
di ingannarsi o essere ingannato ma per far ciò
c’è bisogno di una condizione indiscutibile
ovvero: L’ESISTENZA.
Non posso affermare di esistere come corpo.
giacché sono in dubbio sulla loro esistenza,
pertanto ESISTO COME ESSERE PENSANTE.
LE DISCUSSIONI INTORNO AL COGITO
L’accusa di circolo
vizioso: Arnauld
Arnauld afferma che se il cogito ergo sum viene accettato perché
evidente, allora la regola dell’evidenza risulta anteriore allo stesso cogito
come fondamento della sua evidenza, per cui la pretesa di giustificarla in
virtù del cogito diventa illusoria.
L’accusa di sillogismo
abbreviato: Gassendi
Gassendi afferma che il cogito sarebbe una forma di sillogismo abbreviato
del tipo “Tutto ciò che pensa esiste. Io penso, dunque, esisto”, e quindi
risulterebbe infondato perché il principio “Tutto ciò che pensa esiste” cade
preliminarmente, come tutto, sotto il dubbio del genio maligno.
La critica di Hobbes
Hobbes afferma che nel definire l’io pensante come “uno spirito, un’anima" è
come se Cartesio dicesse: “Mentre passeggio, sono una passeggiata”, perché
colui che compie l’azione del pensare potrebbe anche essere solo un’entità
materiale, come ad esempio il cervello..
DIO COME GIUSTIFICAZIONE METAFISICA DELLE CERTEZZE UMANE
L’evidenza del cogito rende sicura l’esistenza dell’uomo ma lascia in dubbio la questione delle altre
esistenze. L’uomo è essere pensante che ha idee, dove per idea si intende ogni oggetto del pensiero. Si è
sicuri che tali idee esistano nelle spirito ma si è in dubbio sulla rispettiva corrispondenza delle idee nella
realtà al di fuori dell’uomo grazie alla presenza del genio maligno. Per superare questo ostacolo, Cartesio
dimostrerà l’esistenza di Dio, e di un Dio buono che non inganna l’uomo.
Per costruire la prima prova dell’esistenza di Dio egli esamina le idee…
INNATE
AVVENTIZIE
FATTIZIE
Le idee innate sono quelle idee che sono presenti
nell'uomo fin dalla nascita, esse sono verità
impresse nel suo pensiero e alle quali ogni uomo
non può sottrarsi.
Le idee avventizie sono quelle che provengono invece
dal mondo esterno al pensiero, dal mondo della natura
fisica e della percezione sensoriale.
Le idee fattizie sono invece tutte quelle idee false che
non hanno nessun riscontro nella realtà oggettiva, sono
le idee appartenenti alla fantasia e alla falsificazione,
inventate dal soggetto pensante.
LE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO
Da dove deriva la mia idea di Dio?
Da dove derivano le mie “imperfezioni”?
La prova ontologica
L’uomo possiede innata l’idea di Dio, essere perfetto ed
infinito, ma la causa di questa idea non può essere l’uomo,
poiché esso è finito ed imperfetto; questa idea è causata
direttamente da Dio, che dunque deve necessariamente
esistere.
L’uomo è un essere finito e imperfetto in quanto
è stato concepito da un essere perfetto è finito
(DIO).
Non è possibile concepire Dio come essere
sovranamente perfetto senza ammettere la sua
esistenza, perché l’esistenza è una delle sue
perfezioni necessarie.
DIO COME GARANTE DELL’EVIDENZA
Dio, essendo perfetto, non può ingannarmi; la facoltà di giudizio, che ho ricevuto da lui,
non può essere tale da indurmi in errore, se viene adoperata correttamente. Tutto ciò
che appare chiaro ed evidente, deve essere vero, perché Dio lo garantisce come tale.
Dio è dunque quel terzo termine che ci
permette di passare dalla certezza del nostro io alla certezza delle altre evidenze.
dall’io (= dalla mia evidenza) a Dio
IL PROCEDIMENTO DI
CARTESIO
da Dio al mondo (= alle altre
evidenze
1)
La veracità divina è garanzia
della validità del metodo
Dio esiste e non mi inganna
2) La mia ragione può conoscere
la verità
3)
Esiste un mondo fuori di me
(dal momento che mi appare
evidente e Dio non mi inganna)
4)
L verità sul mondo sono
attendibili
IL DUALISMO CARTESIANO
RES COGITANS
Incorporea e
inestesa
Consapevole
Libera
GHIANDOLA
PINEALE
RES EXTENSA
Corporea e spaziale
Inconsapevole
Determinata
IL MECCANICISMO
L’intero universo è interpretato da Cartesio in modo MECCANICISTICO:
 Esso è una macchina
 Si muove secondo le leggi
dell’estensione e del movimento
Non esistono intenzioni o finalità
libere
La natura è soltanto materia
 Anche gli uomini e gli animali
sono assimilabili a macchine (come
orologi)
Gli esseri viventi sono dunque
degli automi possono funzionare
male
LA MORALE “PROVVISORIA”
Prima di iniziare con il dubbio l’analisi metafisica, Cartesio aveva stabilito alcune regole di morale provvisoria, allo scopo di
evitare di rimanere: “indeciso nelle mie azione per tutto il tempo in cui la ragione mi imponeva di esserlo nei miei giudizi e per
non rinunziare a vivere il più serenamente possibile.
LA PRIMA REGOLA
LA SECONDA REGOLA
LA TERZA REGOLA
La prima regola provvisoria prescriveva di
obbedire alle leggi e ai costumi del paese.
La seconda regola prescriveva di essere il più fermi e
risoluti possibili nell’azione e di seguire con costanza
anche l’opinione più dubbiosa, una volta che fosse stata
accettata.
La terza regola prescriveva di cercare di vincere piuttosto
se stessi che la fortuna e di cambiare i propri desideri più
che l’ordine del mondo.
“Se vuoi essere un vero cercatore della verità, è necessario che
almeno una volta nella tua VITA tu dubiti, per quanto
POSSIBILE,di tutte LE COSE.”