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24 ore di Krapp in un foglio
Mercoledì 9 ottobre 2013
FRONT
Digest quotidiano a cura della redazione di Krapp’s Last Post – www.klpteatro.it
De Keersmaeker e Charmatz:
Charmatz: esercizi di composizione
in Partita 2
Giulia Taddeo
Presentato solo in pochi prestigiosi festival europei, tra cui
il Küstenfestivaldesarts di Bruxelles e il Festival d’Avignon, “Partita 2 – sei solo”,
coreografato dalla fiamminga Anne Teresa de Keersmaeker e da lei stessa
interpretato insieme al francese Boris Charmatz, costituiva l’atteso spettacolo di
punta di questa edizione del festival Torinodanza (che prosegue fino al 9 novembre),
dove è approdato attirando – come non sempre accade per la danza contemporanea
– un pubblico davvero numeroso.
Un connubio capace di catalizzare l’attenzione, quello di “Partita 2”, e non soltanto
per il rilievo dei due artisti coinvolti, ma anche per la diversità dei loro percorsi creativi,
tanto che potremmo giocare con due etichette “alla francese” e sottolineare una volta
di più la ben nota distanza che separa Anne Teresa de Keersmaeker, che fin dagli
anni ’80 fonde il vigore dinamico della “danse qui danse” con una ricerca di estrema
precisione formale, e Boris Charmatz, di una generazione più giovane e legato alle
sperimentazioni interdisciplinari della “non danse”.
Due storie, due corpi e due “presenze”, ognuna dotata di una identità tanto marcata
quanto capace di entrare in sintonia profonda con quella dell’altro, il tutto a partire –
quasi paradossalmente – dalla volontà di agire su un terreno quanto mai impervio e scivoloso, e cioè quello del confronto con le ardite architetture
musicali di Johann Sebastian Bach.
La coreografia di Anne Teresa de Keersmaeker, infatti, nasce sulla “Partita No. 2 in Do minore per violino solo” di Bach (eseguita dal vivo da George
Alexander van Dam) e prende vita attraverso una sorta di procedimento “estrattivo”, quasi che gli interpreti tendessero a far emergere l’anima
danzante della musica - una 'suite' di brani per danza - senza duplicarne le forme ma penetrandone la struttura e la logica compositiva.
È proprio l’articolazione dello spettacolo a produrre il senso di un’oscillazione, rigorosa ma cangiante, fra partitura musicale e costruzione
coreografica, come se l’una fosse contenuta nell’altra ed entrambe risultassero unite da una sorta di sotterranea risonanza. L’ascolto, nella sala
completamente calata nel buio, dell’intero brano musicale - durante il quale ritmi e cadenze si rincorrono nell’oscurità dell’immaginazione - è seguito
dalla visione, senza accompagnamento, della sequenza coreografica, in cui minute citazioni di balli antichi, come giga e corrente, si intessono sul
dispiegarsi calibratrissimo di una danza fatta di corrispondenze sottili, richiami e assonanze mai palesi eppur evidentissimi.
Una trama di giochi dinamici che, se da un lato travolge e tiene uniti i due corpi nella velocità della corsa o nel plastico equilibrio di reciproci
sollevamenti, dall’altro li divide in continuazione, lasciando che un salto faccia da contrappunto a un piegamento, che passaggi di peso, pause e
cambi di direzione si specchino l’uno nell’altro pur non eguagliandosi, dando così vita a un disegno coreografico che vibra ininterrottamente senza
mai sfilacciarsi.
Questa sorta di “pensiero che danza” vede moltiplicato il proprio potenziale di suggestione nel terzo e ultimo momento dello spettacolo, quando
musica e danza vengono riproposte insieme, rivelando le proprie affinità strutturali e ciononostante non arrivando mai a fondersi completamente, in
una specie di sintesi felicemente disgiunta in cui le due forme di creazione all’opera – quella musicale e quella coreografica – giocano la loro partita
alla pari, rivelando il fascino seducente di un meccanismo raffinato che, vivificato dalla scena, va oltre se stesso e diventa pura logica.
Partita 2 – sei solo
coreografia: Anne Teresa De Keersmaeker
danza: Boris Charmatz, Anne Teresa De Keersmaeker
musica: Partita No. 2, Johann Sebastian Bach
violino: George Alexander van Dam
durata: 1h 30’
Visto a Torino, Teatro Carignano, il 6 ottobre 2013
Torinodanza
Torinodanza: http://www.torinodanzafestival.it
Url articolo: http://www.klpteatro.it/de-keersmaeker-e-charmatz-esercizi-di-composizione-in-partita-2
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24 ore di Krapp in un foglio
Mercoledì 9 ottobre 2013
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Digest quotidiano a cura della redazione di Krapp’s Last Post – www.klpteatro.it
Il viaggio tra vita e sogni del Teatro delle Briciole
Giulia Menegatti
“Cercavamo dei protagonisti che non avessero vite straordinarie, volevamo uomini e
donne assolutamente reali perché pensavamo che fosse necessario tornare a
guardare all'uomo, ad amare l'uomo, in ogni suo aspetto”.
Beatrice Baruffini e Agnese Scotti, artiste cresciute nell'officina del Teatro delle
Briciole, raccontano così la loro scelta di mettere in scena il testo “Il viaggio”
diTonino Guerra (presentato al pubblico con il titolo “Il viaggio ovvero una storia di
due vecchi”). Uno spettacolo creato per provare a raccontare una storia che fosse un
omaggio a uomini e donne pieni di vita e di sogni.
Il lavoro è parte del progetto “Cantiere Custodi Nuovi Talenti”, una lodevole iniziativa
che punta a favorire la nascita di nuove produzioni ideate e interpretate da giovani
artisti.
Incrociamo questo lavoro durante il festival Incanti, nella sezione degli spettacoli
destinati alle nuove generazioni e rivolti in particolare alle scuole.
La scena, semplice ed evocativa, è composta da tante assi di legno dipinte di bianco;
appese sul fondo numerose buste di plastica contengono gli oggetti più vari.
Una voce fuori scena ci presenta un piccolo paese dove si colleziona qualsiasi tipo di
cosa per poterne poi raccontare la storia: un luogo dove la tradizione orale passa
soprattutto dalla materia, ingrediente fondamentale per tramandare i ricordi delle
persone e le loro storie. Tra le tante storie che si raccontano c'è anche quella di Rico e Zaira, una coppia di anziani che, dopo ottant'anni di vita e
lavoro, decide di fare un viaggio a lungo rimandato. Un viaggio per andare a conoscere il mare.
Le due attrici entrano in scena presentando i due protagonisti e la loro vita fatta di eventi che scorrono uno dopo l'altro, senza grandi sorprese. La
loro presenza in scena è delicata, in sintonia con l'atmosfera poetica e sognante ispirata dalla scenografia, curata e affascinante.
Le voci ci accompagnano in questa storia semplice, che patisce un poco della recitazione troppo controllata e impostata, aspetti che giocano a
discapito dell'emozione.
I momenti salienti della storia (come il primo incontro tra i giovani Rico e Zaira, il matrimonio e la loro vita insieme) sono raccontati attraverso l'uso di
pochi oggetti animati a vista, una scelta semplice ed efficace che lascia ampio spazio all'immaginazione, dando vita ad un lavoro ricco di stile.
Rappresentati da scarpe da uomo e donna, Rico e Zaira, grazie all'abilità delle attrici, pian piano assumono nella mente dello spettatore la forma dei
due vecchi. I movimenti puliti e precisi scolpiscono nell'immaginazione gli sguardi e le posture dei protagonisti e il racconto prende corpo.
Tra i momenti degni di nota vanno ricordate soprattutto alcune immagini di grande impatto visivo e ricche di poesia come il fiume, col suo scorrere
lento e costante, rappresentato da una serie di semplici barattoli di vetro vuoti che si illuminano nell'instante in cui vengono riempiti d'acqua.
Un uso attento delle luci mette in risalto l'eleganza della scena e permette alle attrici di giocare con piani temporali diversi. Merita una segnalazione
anche la divertente scelta di rappresentare alcuni personaggi laterali con momenti che mescolano il teatro di figura al corpo delle attrici, creando veri
e propri quadri in movimento inseriti dentro la scenografia. E' il caso dell'affascinante pescivendola romagnola, che prende vita grazie alla voce e alle
braccia di una delle attrici, scena che regala ritmo e colore ad un racconto in alcuni momenti fin troppo delicato e sospeso.
La storia scorre quindi leggera e piacevole, in un lavoro godibile pensato per incantare i bambini ma che finisce per conquistare anche gli adulti.
IL VIAGGIO OVVERO STORIA DI DUE VECCHI
di e con: Beatrice Baruffini e Agnese Scotti
disegni: Matteo Salsi
costumi: Patrizia Caggiati
ideazione luce: Paolo Gamper
musiche e suoni: Dario Andreoli
voce fuori campo: Davide Doro
realizzazione scene: LabTdb (Paolo Romanini)
durata: 50'
applausi del pubblico: 2‘
Visto a Torino, Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, il 4 ottobre 2013
Festival Incanti: http://www.festivalincanti.it/
Url articolo: http://www.klpteatro.it/il-viaggio-tra-vita-e-sogni-del-teatro-delle-briciole - Pubblicato su klpteatro.it il 08/10/2013
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