FILOSOFIA COS’È ? La filosofia è un’indagine RAZIONALE, LIBERA e CRITICA. PONE DOMANDE sull’uomo e sul mondo, sulla creazione, su Dio, sull’anima…. Perché non bastano più le risposte date dai poeti (Omero, Esiodo) ETIMOLOGIA PHÍLOS: amico (da philein amore) e SOPHIA: sapienza amore per la sapienza; puro desiderio di sapere senza alcun fine pratico. I filosofi sanno di non sapere e cercano instancabilmente di raggiungere un SAPERE CERTO (EPISTÈME); cercano di cogliere ciò che è eterno, immutabile. DOVE NASCE? Nell’antica Grecia (Colonie dell’Asia Minore e dell’Italia meridionale) a causa di particolari condizioni che caratterizzavano questi luoghi: dinamica circolazione delle merci, delle idee e delle esperienze; libere istituzioni; assenza di una classe sacerdotale; società aperta Segna il “passaggio” dalla CREDENZA al RAGIONAMENTO: si sgancia da miti, dei ed eroi per rivolgersi a qualcosa che si fonda sulla ragione. La tradizione filosofia risulta essere UNITARIA e CONTINUA OBIETTIVI Sono determinati dall’influenza di EPOCA e AMBIENTE sulle domande e sulle risposte della filosofia stessa. La filos indaga ogni ambito della realtà con un unico scopo: la VERITÀ Il filosofo non prende in considerazione tutte le possibili domande. In base al proprio campo d’indagine la filos si divide in moltissime branche o campi d’indagine. La filos. ha un’ EVOLUZIONE CONCETTUALE, ma nasce da un problema universale: l’ essere, il principio la filos nasce “adulta” I primi filosofi (filosofi della natura) - cercano di trovare spiegazioni naturali ai processi della natura - danno il via ad un modo di pensare “scientifico” Contemporaneamente alla filosofia nascono la STORIA (Erodono) e la MEDICINA (Ippocrate) Nel corso della sua storia la filosofia “matura” diventando via via più complessa ed articolata, ad esempio: - la cosmologia (studio del cosmo) dei filosofi della natura diventa, con Aristotele ontologia (studio dell’essere/realtà) - si sviluppano due linee di pensiero: DUALISMO esistono due nature: l’anima e il corpo; MONISMO esiste una sola natura; - da una concezione QUALITATIVA della natura (Aristotele, alchimisti) si passa alla determinazione di costanti nei rapporti concezione QUANTITATIVA (grande rivoluzione scientifica del 1600) - in merito alla COSTITUZIONE DELLO STATO, si passa dalla tradizione aristotelica secondo cui lo Stato discende dalla condizione naturale dell’uomo (quale “animale sociale”), alla concezione dello Stato quale risultato di un “patto” e perciò artificiale ………….. LE ORIGINI E I PRESOCRATICI (LA FILOSOFIA PRIMA DI SOCRATE) La filosofia nasce tra il VI e il IV sec- a.C. nelle Colonie greche dell’ Asia Minore e dell’ Italia meridionale a cause di condizioni favorevoli che determinarono la diffusione delle idee e per amore di PURA CONOSCENZA I problemi posti dal pensiero antico sono presenti e influenti su tutto il pensiero occidentale successivo e contemporaneo. La filosofia si pone in rapporto a ARTE, RELIGIONE, e CONDIZIONI SOCIO-POLITICHE, ma si basa esclusivamente su CONCETTI e RAGIONE (LÒGOS*) per accedere alla vera sapienza (conoscenza). ARTE: mito e fantasia. Il riferimento è ai poemi omerici (Iliade ed Odissea) e all’opera di Esiodo (Teogonia e Le Opere e Giorni). Dal rapporto con l’arte emergono il concetto della GIUSTA MISURA, (concetto-chiave di tutta la filosofia greca) e il principio basilare del sapere di tutta la filosofia antica: CONOSCI TE STESSO. RELIGIONE: la filos attinge sia dalla religione pubblica sia da quella dei misteri RELIGIONE PUBBLICA RELIGIONE DEI MISTERI riferimento: Omero, Esiodo tutto è divino dei = uomini amplificati e idealizzati visione naturalistica riferimento: Orfeo colpa originaria espiazione credenze specifiche incrinata visione naturalistica La mancanza dei dogmi della religione rappresenta la LIBERTÀ per la filosofia CONDIZIONI SOCIO-POLITICHE: la libertà politica (polis greche) favorisce il sorgere e lo svilupparsi della filosofia. LÒGOS: la vera sapienza è la comprensione del LÒGOS, ma cosa s’intende con lògos? Fin dalle origini questo termine ha un significato complesso e molteplice ed è variamente usato sia nel linguaggio filosofico sia in quello teologico: Il lògos è al tempo stesso: legge naturale del cosmo, ragione d’essere, causa… (la logica sottostante alla caoticità e alla molteplicità degli eventi); ragione umana che spiega la legge del cosmo (il logos esprime sia la legge interna al mondo sia la ragione in grado di comprenderla); parola, discorso, pensiero… ragionamento (ossia facoltà di pensare); relazione, misura, conflitto… La mentalità comune degli uomini sviluppa una conoscenza che si ferma alle apparenze “cogliere il lògos” significa andare oltre all’apparenza per cercare di comprendere la realtà stabile, un principio di unità che sia al di là della molteplicità. Il lògos è, in questo significato, conflitto “originato” dalla realtà come lotta di contrari osservati/ossevabili nella natura, nella vita dell’uomo: grande/piccolo; concordia/discordia; amore/odio; dritto/curvo; immortale/mortale; giorno/notte; sveglio/dormiente; giovane/vecchio; malattia/salute; freddo/caldo… Ma i contrari coesistono o si eliminano a vicenda? guerra/pace; I contrari non lottano per la loro eliminazione, ma si richiedono vicendevolmente (ogni contrario nella sua opposizione trava un senso alla sua esistenza: la malattia fa apprezzare la salute). Esiste, dunque, un rapporto di complementarità tra i contrari (= UNITÀ DEI CONTRARI) che rende il DIVENIRE, conseguente alla lotta stessa dei contrari, divenire caratterizzato dall’ ARMONIA I FILOSOFI DELLA NATURA: ASPETTI COMUNI - la struttura teorica del pensiero filosofico è ben delineata: fin da TALETE il problema affrontato è quello del PRINCIPIO, dell’INTERO. I fini della filosofia sono prevalentemente conoscitivi - sono FILOSOFI DELLA NATURA, ossia si occupano principalmente della natura e dei suoi processi: la ricerca filosofica gravita intorno alla natura (=PHYSIS): - la filosofia, non è né mito né religione perché frutto di OSSERVAZIONI EMPIRICHE e RAGIONAMENTI; è importante capire COME PENSAVANO, non cosa: il ragionamento si basa su esperienza e logica. - cercano di individuare un PRINCIPIO causa/spiegazione della realtà all’interno della physis (natura) che spieghi ciò che esiste, ciò che accade (mutamenti) e la natura stessa delle cose. Qualcosa da cui tutto ha origine e a cui tutto ritorna (ARCHÈ). La domanda che si pongono è appunto: esiste un principio (= legge che governa tutte le cose) che vada oltre la caoticità della natura e che sia in grado di spiegarla? - sono convinti che “qualcosa” sia sempre esistito; - notano l’universale dinamismo della realtà, ma inizialmente (scuola di Mileto) non riescono a spiegare il divenire in modo adeguato; - sono MATERIALISTI*: considerano principio delle cose ciò di cui le cose sono composte, ma con un’estensione massima (globale) dell’idea di materia; ARCHÈ = PRINCIPIO rappresenta la MATERIA di cui sono fatte le cose, la FORZA che le genera e la LEGGE che le governa e le rende intelligibili alla mente per MATERIA s’intende una forza dinamica vivente che ha in se stessa: animazione, movimento e sensibilità (ILOZOISMO); per FORZA che genera s’intende un qualcosa di divino, Dio è identificato con il mondo o con il principio che lo regge Dio è causa immanente nel mondo (PANTEISMO); la LEGGE che governa è unica (MONISMO). ARCHÈ È QUINDI UN PRINCIPIO IMMUTABILE CHE GENERA E SPIEGA LE MOLTEPLICI REALTÀ E IL DIVENIRE DEL MONDO I filosofi della natura possono essere classificati in MONISTI e PLURALISTI: i primi individuano un unico elemento quale principio (archè), i secondi più elementi. A. MONISMO: sistema filosofico che riconduce l’insieme della realtà ad un unico principio unitario A.1. SCUOLA DI MILETO (IONICI): filosofi di riferimento: TALETE, ANASSIMANDRO E ANASSIMENE; scuola che si sviluppa nella colonia greca di Mileto in Asia Minore nel VI sec. a.C.; ha tradizione prevalentemente orale: ci sono pervenuti solo alcuni frammenti di un’opera intitolata “Sulla natura” di Anassimandro e Anassimene, discepoli di Talete. TALETE: fondatore della scuola. Per primo ricerca un PRINCIPIO in grado di spiegare la natura e la vita. Afferma che esiste un principio originario, unico (archè). Per Talete ARCHÈ = ACQUA perché la vita è legata all’umido e l’acqua è la sostanza responsabile di tutti i mutamenti. Dove c’è acqua c’è vita e viceversa. Tutte le cose sono “piene di dei” cioè sono tutte animate. La Terra è piena di “germi di vita” e galleggia sull’acqua. Talete viaggia moltissimo e “costruisce” il suo pensiero derivandolo da OSSERVAZIONE e RAGIONAMENTO per questo è corretto parlare di filos a non di mito o religione. ANASSIMANDRO: per Anassimandro il principio (il divino) non ha inizio e non ha fine: è infinito ed eterno, ma anch’egli, come tutti i filos della natura, ha una visione immanentistica e naturalistica. Per Anass ARCHÈ = ÁPEIRON (infinito, illimitato, indeterminato: un po’ di tutto e un po’ di niente; un “miscuglio” intermedio tra aria e fuoco). Come mai, si chiede Anass. oltre al principio esistono i molti (mondi), qual è l’origine delle cose? A suo avviso dall’áperion (indeterminato/infinito) le cose nascono: - per separazione dei contrari (si generano così mondi infiniti, tra cui il nostro, che si succedono secondo un ciclo eterno) e - per espiazione di una colpa, di un’oscura ingiustizia che è “responsabile” del tentativo dei contrari di sopraffarsi. ANASSIMENE: per il terzo filosofo della scuola di Mileto ARCHÈ = ARIA in quanto l’acqua (Talete) è aria condensata. Per Anass essa è determinata, ma infinita e da essa hanno origine, attraverso un duplice movimento incessante: - il fuoco (il caldo), per rarefazione e - l’acqua e la terra (il freddo) per condensazione La diversità dei corpi viene spiegata come differenza di densità dell’unico principio. La terra è piatta e galleggia nell’aria. Il divenire del mondo è ciclico e rispecchia una perfetta armonia causa/principio. La scuola di Mileto nota l’UNIVERSALE DINAMISMO della realtà, ma non riesce a tematizzare in modo adeguato questo aspetto bisognerà aspettare ERACLITO e la “filosofia del divenire” A.2. PITAGORICI: poiché non si hanno sufficienti elementi per distinguere il pensiero di Pitagora da quello dei suoi discepoli non parliamo di Pitagora, ma di pitagorici come filos che ricercano insieme la verità nella Magna Grecia (Calabria, Taranto) del V sec. a.C.; anche questa scuola ha tradizione solo o prevalentemente orale false attribuzioni scritte. per i pitag ARCHÈ = NUMERO: il numero è materia/principio di tutte le cose. Non è un aspetto che noi mentalmente astraiamo dalle cose, ma è la realtà, la physis delle cose medesime. Le cose vengono ridotte a numeri per “somiglianza” o “corrispondenza” (pesi, accordi musicali). I numeri, non sono il primum assoluto, ma risultano da due elementi, due principi supremi da cui derivano coppie di opposti probabilmente perché ciascun numero è espressione di un rapporto tra 2 grandezze) Uno/indeterminato o illimitato predomina nei PARI (meno perfetti, femminili, il male, il molteplice…) Uno/determinato o limitato predomina nei DISPARI (più perfetti, maschili, il bene, l’unicità…) Che rapporto individuano i pitagorici tra numeri e realtà? Lo 0 è sconosciuto; l’1 non è né pari né dispari, ma parimpari (perché non divisibile) esso rappresenta il punto; il 2 rappresenta la linea il 3 il piano il 4 i solidi il 10 (somma dei primi quattro numeri) e il 4 (espressione del solido) sono numeri perfetti Il numero è ordine tutto è ordine (KOSMOS*) universo = ordine/armonia (dei cieli e moto degli astri) esso è una sfera (perfezione) retta da un perfetto ordine UN ORDINE PERFETTAMENTE PENETRABILE DALLA RAGIONE Per i pitagorici l’uomo è costituito da due realtà: - un’ anima immortale (costituita da numeri in movimento) destinata a reincarnarsi (METEMPSICOSI) - un corpo mortale il fine della vita dell’uomo dev’essere quello di liberare l’anima dal corpo per questo è necessario purificarsi ossia agire in comunione con gli dei, attraverso una VITA CONTEMPLATIVA QUESTI PRIMI FILOSOFI CREDONO IN UN UNICO PRINCIPIO, MA NON RIESCONO A SPIEGARE COME FACCIA UN PRINCIPIO A TRASFORMARSI IN UN QUALCOSA DI COMPLETAMENTE DIVERSO PROBLEMA DEL DIVENIRE (domanda dei filosofi successivi) la teoria del divenire è una conseguenza della struttura oppositiva (contrari) della realtà: se tutto è in continuo divenire, le nostre sensazioni non cambiano da un momento all’altro rendendo impossibile un’esperienza attendibile? Come può essere spiegata la realtà? Dall’esperienza (EMPIRISMO*) o dalla ragione (RAZIONALISMO*) ? A.3. ERACLITO di Efeso V-IV sec. a.C.; “Sulla Natura” FILOSOFO DEL DIVENIRE – EMPIRISTA (PRIMATO DELL’ESPERIENZA) Eraclito sostiene che tutto è in movimento e niente dura in eterno, l’essere muta, diviene ESSENZA DELL’ESSERE È IL DIVENIRE PANTHA REI = TUTTO SCORRE (è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume) Il mondo SENSIBILE non consiste, ossia non ha consistenza, non ha spessore ontologico, è molteplice. Eraclito ha il grande merito di aver scoperto la TEMPORALITÀ: tutto passa Cos’è allora il divenire? Per Eraclito esso è LOTTA PERENNE DI CONTRARI. Il divenire è caratterizzato da un continuo passare da un contrario all’altro. Una guerra perpetua fra contrari che genera, a causa dei contrasti, “ARMONIA di CONTRARI”. Eraclito scopre il tema della SINTESI; la realtà è infatti sintesi di opposti. L’essenza stessa del mondo è coesistenza di opposti. ARCHÈ = FUOCO: mai statico mai fermo, ottimo esempio di mutamento continuo (divenire). Il fuoco contiene in sé i quattro elementi: il fuoco è il fuoco, l’aria il fumo, l’acqua la legna che arde (lo scoppiettio ne indica la presenza) e la terra la cenere. Al fuoco è associata, in modo esplicito, l’idea di intelligenza. Il fuoco è simbolo del perenne divenire delle cose e del loro principio unitario: DIVINO E ANIMA DELL’UOMO FUOCO = LOGOS = PRINCIPIO intuizione della profondità anima come principio divino senza confini presente nell’uomo, l’anima è immortale, fatta di aria ed è sapiente perché assorbe il lògos dal di fuori. La dimensione infinita dell’anima è vista come uno spiraglio verso qualcosa di non fisico. Abbiamo detto che per Eraclito il mondo è caratterizzato da stati contrari, ma in tutti i mutamenti c’è un’unità o totalità “dio”, legge universale, ragione, necessità, lògos (il fuoco); una “forma di buon ordine” che guida e domina tutto ciò che succede. I mutamenti quindi non sono privi di LOGOS e ARMONIA A.4 PARMENIDE: Magna Grecia (Campania) – V sec. a.C.; “Sulla Natura” FILOSOFO DELL’ESSERE – RAZIONALISTA (PRIMATO DELLA RAGIONE) Fonda la scuola di Elea (eleati: Parmenide, Zenone, Melisso e Senofane) Secondo Parmenide il mondo non può essere come lo descrivere Eraclito perché contraddittorio è esattamente l’opposto l’ ESSERE È e basta (non nasce e non muore), non può mutare (non può divenire); il NON-ESSERE NON È, è il nulla. Non esiste nessun vero mutamento: niente può trasformarsi in qualcosa di diverso. Parmenide deduce una serie di SEGNI (caratteristiche) dell’essere: non nasce/non muore – non può divenire, niente può essere creato dal nulla, niente può cambiare – essere è uno (non unico) – è omogeneo - è finito/compiuto. Per Parmenide SE È È – SE NON È NON È scoperta (implicita) del principio di non contraddizione: A non può essere contemporaneamente A e NON A (questo principio verrà esplicitato da Aristotele) Per Parmenide la legge fondamentale che regola la realtà è quindi l’essere: l’essere non può essere contraddetto: è la legge fondamentale che regola le cose (ontologia*) è la legge fondamentale della ragione che pensa le cose (gnoseologia*) è la legge fondamentale del linguaggio che esprime le cose La legge fondamentale che regola la realtà è pensata in un orizzonte dato dalla fusione dei tre momenti: ontologico, gnoseologico e linguistico, ciò determina una sostanziale identità tra realtà, ragione e linguaggio. Parmenide ritiene possibile solo la conoscenza RAZIONALE della verità la conoscenza che avviene attraverso i sensi è inconsistente i mutamenti visibili in natura sono solo un’erronea percezione dei sensi. La COSMOLOGIA* diventa ONTOLOGIA* (SCIENZA DELL’ESSERE) Essendoci una sostanziale identità tra essere e pensiero, solo il pensiero può cogliere l’essere ed esprimerlo col linguaggio (capacità di cogliere l’essere in modo stabile e certo superando le apparenze e raggiungendo la verità) Parmenide individua nel carattere d’essere delle cose ciò che è precedente ad ogni successiva esperienza; grazie a questo carattere la realtà diventa conoscibile ed esprimibile. Le cose sono indagate rispetto a quel carattere (“essere cose che sono” = enti) che le accomuna e le rende identiche. La via del non essere è in indagabile infatti è impossibile pensare ed esprimere ciò che non è: l’esistenza del non essere è una contraddizione in termini perché sostiene l’esistenza del nulla. L’essere acquisisce una natura sostantiva (DIVENTA SOSTANZA) e quindi è possibile individuarne gli attributi SEGNI/CARATTERI) che abbiamo già individuato; l’essere è: • ingenerato (non nasce): non può esser nato dal non essere, ma neanche dall’essere altrimenti ci sarebbe un regresso all’infinito; • imperituro (non muore): non può finire: dove andrebbe? • tutt’intero e unico: senza parti per non introdurre la molteplicità • immobile: perché il movimento è una forma di divenire) • non mai era né sarà: non conosce né il passato, né il futuro perché sono forme della diversità. Per Parmenide esiste una terza via oltre quella della verità (essere) e dell’opinione fallace dei mortali (non essere): la via della conoscenza dei sensi che ci fa fermare all’apparenza delle cose facendoci apparire queste ultime come una mescolanza di essere e non essere. Il risultato di questa conoscenza del mondo che non conduce alla verità (episteme*) sono delle opinioni (doxa*) che si rivelano necessarie in quanto l’uomo vuole rendersi conto dei fenomeni. B. PLURALISMO sistema filosofico che assume come originaria una pluralità di elementi o sostanze, senza privilegiarne alcuna B. 1. EMPEDOCLE: Agrigento 490 – 430 a.C.; “Sulla Natura” Tenta una conciliazione tra Eraclito (fenomeni della molteplicità e del cambiamento) e Parmenide (non esistenza del non essere) NON ESISTE UN SOLO PRINCIPIO, MA ESISTONO QUATTRO PRINCIPI (ELEMENTI) ACQUA – ARIA – TERRA – FUOCO i quattro principi rimangono inalterati, sono “radici” legate o separate da due forze/cause che spingono le radici a mescolarsi o separarsi: l’AMORE, l’AMICIZIA lega, è forza attrattiva l’ODIO, la DISARMONIA separa, è principio di repulsione Le radici aggregandosi in modo diverso formano tutte le cose; amore e odio sono causa dei diversi mescolamenti, sono principi eterni e governano tutte le trasformazioni della natura. Niente in realtà muta quello che avviene è semplicemente il mescolarsi e il separarsi delle quattro radici. Allo stesso modo gli ingredienti combinati in modo diverso danno torte diverse; i colori combinati tra loro danno quadri diversi… Amore e odio tendono a sopraffarsi a vicenda, il loro conflitto determina lo sviluppo CICLICO delle cose: dall'unità originaria alla disgregazione nella molteplicità, al ritorno all'uno. contesa tra AMORE e ODIO c'è vita puro dominio di AMORE CICLO COSMICO non c'è vita puro dominio di ODIO non c'è vita contesa tra ODIO e AMORE c'è vita I quattro elementi e le due forze che li muovono sono anche le condizioni della conoscenza umana. Il principio fondamentale della conoscenza afferma infatti che IL SIMILE CONOSCE IL SIMILE : "Noi conosciamo la terra con la terra, l'acqua con l'acqua, l'etere divino con l'etere, il fuoco distruttore col fuoco, l'amore con l'amore e l'odio funesto con l'odio" (frammento 109). La conoscenza avviene mediante l'incontro tra l'elemento che è nell'uomo e lo stesso elemento al do fuori dell'uomo. B.2. ANASSAGORA: Clazomene (Asia Minore) 496 – 428 a.C.; “Sulla Natura”, è il primo filos ad operare ad Atene TUTTO È IN TUTTO: la natura è costituita da particelle minuscole che l’occhio non può vedere ogni particella contiene il tutto (come un ologramma o una cellula umana). Se così non fosse, dice Anassagora, “come potrebbe prodursi da ciò che non è capello, il capello e la carne da ciò che non è carne?” Il COSMO è un continuum omogeneo, ma non immobile caratterizzato da una mescolanza caotica (MÎGMA) di omeomerie (“semi” – particelle). Il carattere fondamentale dei semi è che essi sono INFINITAMENTE DIVISIBILI: non vi è una quantità minima, nè una grandezza massima. Ogni quantità per quanto piccola, è ancora divisibile; per quanto grande, può essere ancora aumentata. Il piccolo e il grande, inoltre, sono relativi: ciascuna cosa è grande o piccola a seconda del termine con cui la si confronta. Esiste un principio ordinatore NOÛS: intelletto/forza che “organizza” e da origine a uomini, fiori e piante. Il noùs di Anassagora corrisponde all’amore di Empedocle. Il noûs, elemento più materiale che spirituale, è di natura più sottile e non si mescola con il mîgma Anassagora si interessa molto di astronomia: analizza un meteorite e ipotizza che i corpi celesti siano tutti composti dallo stesso materiale e che quindi sia possibile la vita anche su altri pianeti studia la Luna e capisce che essa è illuminata dalla Terra e non brilla di luce propria spiega le eclissi solari Viene processato ad Atene, con l'accusa di empietà, per aver sostenuto che gli dei non esistono e che il sole non è un dio, ma una massa incandescente (non molto più grande del Peloponneso) ed è costretto a fuggire. B. 3. DEMOCRITO: Abdera (Mar Egeo) 460 – 370 a.C. È l'ultimo filosofo della natura. Crede ciecamente nella MATERIA → è un MATERIALISTA: riconosce solo l’esistenza di corpi, non di anime spirituali, non esiste un fine consapevole dietro i movimenti degli atomi, tutto avviene meccanicamente La sua ricerca filosofica, la sua analisi è guidata dalla ragione che spiega l'origine e le azioni della realtà stessa. Per questo Democrito è un filosofo RAZIONALISTA. Egli deduce, per via razionale, tutti gli elementi costituenti la realtà e ciò che la giustifica. “Se accettiamo l’idea che niente muti, niente si crei dal nulla, niente scompaia allora la natura dev’essere formata da mattoncini che si possono unire o separare.” I "mattoncini" di cui parla Democrito sono gli atomi (A-TOMO = non divisibile). La filosofia che ne deriva è detta ATOMISMO = ATOMO come PRINCIPIO DI TUTTE LE COSE I principi della realtà sono gli ATOMI e lo SPAZIO VUOTO (rispettivamente l'essere e il non-essere parmenideo, traslati su un piano fisico) . Democrito è il primo filosofo ad ipotizzare l'esistenza di uno spazio vuoto. Gli atomi si muovono nello spazio vuoto e si aggregano per formare le cose. Tutto è composto da atomi differenti per forma geometrica e dimensione (esiste un’infinità di atomi QUANTITATIVAMENTE diversi), ma con gli stessi caratteri dell'essere di Parmenide (QUALITATIVAMENTE uguali) → gli atomi sono dunque: ETERNI/INGENERATI: IMMUTABILI/INCORRUTTIBILI: INDIVISIBILI perché niente è creato dal niente solidi e compatti, ma non tutti uguali tra loro; non cambiano (átomos) se così non fosse la natura sarebbe liquida Gli atomi sono talmente piccoli da non essere percepiti singolarmente; essi sono INCORRUTTIBILI INGENERATI, e MOBILI Dietro ai movimenti degli atomi non esiste un fine consapevole → TUTTO AVVIENE MECCANICAMENTE (MECCANICISMO), ma ATTENZIONE: meccanicismo non significa casuale → ogni cosa infatti segue leggi inviolabili della natura. La causa naturale è insita nella natura stessa delle cose, spiega tutto ciò che accade. I cambiamenti non avvengono per reali mutamenti: NULLA SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE, ma tutto si trasforma: il nascere e il perire sono solo aggregazione e disgregazione di parti senza intervento di principi trascendenti. Quando un corpo muore gli atomi si disperdono e si riaggregano in un nuovo corpo. Esiste una causa naturale, insita nella natura stessa delle cose, dietro tutto ciò che accade (IMMANENTISMO). Nei processi naturali tutto avviene meccanicamente senza l’intervento di forze o spiriti. Anche l’ANIMA è formata da atomi (rotondi e lisci) e NON È IMMORTALE, ma quando il corpo muore gli atomi che la compongono possono dar vita a nuove anime. GNOSEOLOGIA di DEMOCRITO: la teoria degli atomi spiega anche la CONOSCENZA intesa come percezione (anch'essa avviene per via materiale); conosciamo perchè il movimento degli atomi nel vuoto (EFFLUVI) fa si che essi colpiscano gli organi di senso → vedo la luna perchè gli atomi lunari colpiscono il mio occhio. Democrito concilia il pensiero di Eraclito con quello degli Eleati: è d’accordo con Eraclito: tutte le cose scorrono perché le forme vanno e vengono, MA dietro a tutto ciò che scorre, c’è un qualcosa di eterno e immutabile che NON scorre: gli atomi (essere parmenideo) Democrito critica e ironizza Anassagora: i semi (atomi) non possono essere divisibili all'infinito altrimenti non esisterebbe la materia. Il nous non può esistere perchè la causa del divenire è immanente agli atomi stessi. Oggi: Democrito aveva ragione, ma gli atomi sono divisibili; tuttavia i fisici sono concordi nel credere che debba esserci un limite