L`orientamento alla fisica come inizio della filosofia

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LA NASCITA DELLA FILOSOFIA E LA QUESTIONE DELL’ESSERE La q uestione fondamentale della filosofia, in particolare della filosofia antica, è la questione dell’essere. Seppure tale questione sia stata affrontata per la prima volta in modo stringente da Parmenide (VI-­‐V sec. a.C.) nell’opera Sulla natura, per poi essere sistematizzata da Platone (V-­‐IV sec. a.C.), Aristotele (IV sec. a.C.) e successivamente da Plotino (III sec. d.C.) e dal Neoplatonismo, possiamo affermare che con tale questione è nata la filosofia e a tale questione tutta la filosofia antica ha cercato di dare una risposta pur proponendo posizioni diverse: qual è il principio di tutte le cose? Da che cosa esse sono generate? Perché si corrompono? Che cosa sono e che cosa non molto L’essere come principio, quindi, l’essere generante e l’essere generato, l’essere che è, che diviene e si corrompe. Nella storia della sono? filosofia antica possiamo distinguere almeno tre orientamenti fondamentali attraverso i quali scorgere altrettante possibili risposte alla questione dell’essere: l’orientamento alla fisica (1), l’orientamento all’uomo (2), l’orientamento alla metafisica (3). 1) ORIENTAMENTO ALLA FISICA (FILOSOFI NATURALISTI, PITAGORA, ERACLITO, PARMENIDE, FISICI PLURALISTI) Ø Filosofi naturalisti. Rappresentano i primi passi del Ø Pitagora di Samo (580-­‐500). Affronta l’indagine della pensiero filosofico. Alla base c’è la domanda sull’arché, natura dal numero. il principio di tutte le cose. La risposta è data -­‐ Il numero è un insieme di unità. -­‐ L’identità dell’unità è il punto geometrico. distaccandosi dai modelli mitici con cui era stata spiegato l’origine del cosmo (cosmogonia) fino a quel -­‐ La perfezione geometrica è costituita dalla tetraktis, il momento; la nuova risposta è data osservando la numero perfetto che corrisponde a un triangolo natura: i principi per spiegare la natura sono nella composto da 10 punti (fusione di aritmetica e natura stessa. geometria) -­‐ Dal triangolo hanno origine le 10 opposizioni • Talete di Mileto (624-­‐546): l’acqua è il principio fondamentali materiale e definito di tutte le cose. Non ha lasciato -­‐ Una delle opposizioni è costituita dal pari, ovvero l’indeterminato (àpeiron) e dal dispari, cioè determinato alcuno scritto. • Anassimando (611-­‐546), SULLA NATURA: l’àpeiron è il (péras). principio immateriale e indefinito del divenire cosmico, che garantisce un equilibrio “dinamico”; da esso tutte le Etica: grazie alla trasmigrazione dell'anima, l'anima si cose derivano attraverso un processo di continua e libera dal corpo nella purificazione finale (catarsi); la incessante separazione dei contrari. sapienza filosofica può agevolare questo percorso nella • Anassimene (586-­‐525), SULLA NATURA: l’aria è il principio vita terrena divenendo uno strumento di liberazione dell'anima dal corpo. materiale e indefinito di tutte le cose, dal quale tutte le cose s
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arefazione e
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ondensazione. Ø Parmenide di Elea (540-­‐470), SULLA NATURA. Ø Eraclito di Efeso (535-­‐470), SULLA NATURA. Individua il principio nel • Prima effettiva riflessione intorno al concetto di essere. L’essere è e non può non essere è il principio ingenerato, unico, immutabile, incorruttibile, logos: sferiforme, uguale, eterno e finito. -­‐ unità dei contrari; •
Distingue due modalità di vedere il mondo, come alétheia, ovvero non -­‐ coincidenza di tutte le opposizioni; nascondimento dell'essere per quello che è, e come doxa, ovvero opinione -­‐ inizio e fine di tutte le cose; superficiale, apparenza, illusione. -­‐ presenza del tutto e di tutte le cose; •
Tutto ciò che è può essere pensato, il non essere non può essere pensato; -­‐ fuoco e necessità del pòlemos, opposizione dei contrari da cui pensiero ed essere pertanto si identificano. scaturisce la realtà come eterno Zenone (510-­‐430), all’interno della scuola di Elea, utilizzando la dialettica, il divenire; ragionamento per assurdo e il paradosso, dimostra l'infondatezza delle -­‐ il divenire è regolato da leggi che si critiche rivolte a Parmenide circa la non esistenza del movimento e della nella continua manifestano molteplicità. trasformazione di un contrario Le critiche alla non esistenza del movimento sono affrontate con: nell'altro. -­‐ paradosso della dicotomia; Etica: Eraclito contrappone gli svegli (i -­‐ paradosso dello stadio; filosofi) ai dormienti (tutti gli altri), -­‐ paradosso della freccia; -­‐ paradosso di Achille e la tartaruga. ovvero coloro che colgono l'essere e la Le critiche alla non esistenza della molteplicità sono affrontate con quattro verità delle cose a dispetto di chi si argomenti: abbandona all'ignoranza e al senso -­‐ impossibilità che gli essere siano infinitamente grandi e infinitamente comune. Compito del filosofo è cogliere piccoli; le leggi eterne ed immutabile del divenire ciclico di tutte le cose, le regole -­‐ impossibilità che gli esseri siano finiti e infiniti; dell'origine della realtà e del suo ritorno -­‐ inesistenza delle spazio; -­‐ contraddittorietà dei comportamenti delle stesse cose. all'origine, movimento circolare grazie al quale tutte le cose si generano e Senofane, invece, critica l'antropomorfismo religioso. ritornano nel logos, il quale invece è sempiterno, autosussistente, increato. Melisso (490-­‐), SULLA NATURA. Come Zenone, difende le teorie di Parmenide aggiungendo, a differenza del maestro, che l'essere è infinito e incorporeo, e i sensi non hanno validità neppure se opportunamente intesi. 
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