Le origini della filosofia Il quadro spazio-temporale La specifica forma di sapere che chiamiamo “filosofia” nasce nelle colonie greche della Ionia e della Magna Grecia tra il VII e il VI secolo a.C. Scuola pitagorica (530 a.C.) Parmenide (540 a.C.), Zenone (490 a.C.) Abdera Elea Crotone Agrigento Empedocle (484 a.C.) Democrito (460 a.C.) Anassagora (499 a.C.) Clazomene Efeso Mileto Eraclito (540 a.C.) Talete (624 a.C.), Anassimandro (610 a.C.), Anassimene (586 a.C.) Il contesto storico-politico Alcuni fattori culturali favorirono la nascita e lo sviluppo della filosofia all’interno delle poleis greche nelle colonie i cittadini godevano di ampi spazi di libertà espressiva e decisionale i contatti commerciali con gli altri popoli erano più facili questi fattori orientavano verso la riflessione individuale e favorivano il dinamismo culturale e la partecipazione attiva alla vita politica Una specifica forma di conoscenza La filosofia assume fin dall’inizio le caratteristiche che la differenziano da altre forme di conoscenza Il filosofo è colui che “ama il sapere”, nel senso che è continuamente stimolato da un desiderio di conoscenza non direttamente finalizzato a scopi pratici i primi filosofi sono spinti a interrogarsi sulla realtà che li circonda e a cercare di dare risposte basate unicamente sulla razionalità per questo la filosofia si differenzia dal mito, che cerca di spiegare l’origine dell’universo attraverso storie infondate La ricerca del principio I primi filosofi si interrogano sui fenomeni naturali, sull’unità del cosmo e sulla molteplicità delle sue manifestazioni la ricerca si incentra sul principio che possa spiegare l’origine della natura e che ne costituisca il fondamento ARCHÉ I filosofi ionici A Mileto, nella Ionia, nasce la prima forma di riflessione filosofica Talete Per primo cerca un principio unitario di spiegazione della realtà e lo individua nell’acqua, partendo dall’osservazione che “il nutrimento di tutte le cose è l’umido” Anassimandro Il principio di tutte le cose è l’ápeiron, un elemento indeterminato dal quale si differenzia poi la molteplicità degli elementi naturali Anassimene Il principio è l’aria dalla quale, per condensazione e rarefazione, derivano gli altri elementi fondamentali I pitagorici: il numero come fondamento Pitagora, nato a Samo (570 a.C.), fonda a Crotone una comunità ispirata a ideali politico-religiosi partendo dall’osservazione che la realtà del cosmo è misurabile, i pitagorici individuano il principio nel numero tutto può essere espresso attraverso i numeri: dalla rappresentazione spaziale e geometrica si passa a quella numerica i numeri vengono divisi in pari e dispari tenendo conto delle disposizione spaziale dei punti e considerando l’uno “parimpari” Pari rappresentano l’illimitato Dispari rappresentano il limite l’opposizione fondamentale tra limite (il bene) e illimitato (il male) è all’origine di tutte le opposizioni I pitagorici I numeri esprimono simbolicamente tutta la realtà Così ad esempio: la giustizia, che consiste nell’attribuire secondo i meriti è rappresentata con il 4 o il 9, quadrati del primo pari e del primo dispari l’unione di coppia, congiunzione di maschio e femmina è rappresentata con il 5, somma del primo pari e del primo dispari i primi quattro numeri sono importanti in quanto si rapportano con le nozioni geometriche basilari Punto Linea Superficie Volume 1 2 3 4 il 10, frutto della loro somma, è il numero perfetto, sintesi dell’universo fisico, e si raffigura geometricamente attraverso la tetrade I pitagorici: dall’ordine del cosmo alla crisi I pitagorici ritenevano che l’ordine numerico riguardasse tutta la realtà, finché non scoprirono le grandezze irrazionali l’ordine del cosmo si manifesta anche nell’armonia della musica, riconducibile all’armonia dei rapporti matematici la musica diviene così una componente cosmologica: il movimento delle sfere celesti produce una melodia perfetta l’idea portante del pitagorismo, l’ordine matematico del mondo, viene messa in crisi, secondo la tradizione, dalla scoperta dell’incommensurabilità della diagonale del quadrato il rapporto del lato di un quadrato con la sua diagonale non può essere espresso come rapporto tra due numeri interi ed è dunque un numero irrazionale Eraclito Secondo Eraclito di Efeso la realtà è caratterizzata dal continuo fluire di tutte le cose il filosofo è in grado di andare al di là della mentalità comune e di percepire, nella sua solitudine, la verità la verità è nell’incessante divenire governato dal lógos la legge che regola le continue trasformazioni del mondo Eraclito La ragione che guida il divenire cosmico opera attraverso l’unità degli opposti i contrari non si escludono a vicenda, ma si corrispondono secondo una “armonia contrastante” l’armonia che deriva dall’opposizione dei contrari è come una “guerra” perenne che riconduce tutto all’unità il lógos può essere quindi simboleggiato dal fuoco, capace di distruggere e rigenerare Parmenide Nel poema Sulla natura, Parmenide di Elea racconta la rivelazione di una dea che gli ha indicato le tre vie: della verità, dell’errore e dell’opinione la via della verità è quella dell’essere: l’essere non può non essere, il non essere non può essere tutto ciò che può essere pensato rientra nella sfera dell’essere: pensare, essere e verità coincidono l’essere è uno, eterno, immutabile e immobile: il molteplice quindi non esiste e il divenire, che per Eraclito era il fondamento della realtà, diviene per Parmenide solo un’illusione Zenone Le difficoltà concettuali della teoria parmenidea spinsero Zenone di Elea, suo allievo, a tentare di difenderla facendo ricorso ai paradossi attraverso il paradosso, Zenone cerca di ridurre all’assurdo le teorie che affermano la realtà del movimento, confermando così indirettamente l’immobilità dell’essere il paradosso più famoso è quello di Achille e la tartaruga per raggiungere la tartaruga Achille dovrà coprire la distanza A-B, ma nel frattempo la tartaruga coprirà la distanza B-C: la distanza tra i due diviene sempre più piccola, ma non sarà mai nulla A B C Empedocle Secondo Empedocle di Agrigento la spiegazione della realtà richiede una pluralità di principi dietro l’incessante mutamento delle cose sussistono le quattro radici, eterne e immutabili TERRA FUOCO ARIA ACQUA le quattro radici si mescolano e si separano per l’azione di due forze contrapposte, Amore e Odio Anassagora Anche Anassagora di Clazomene riconosce la necessità di una soluzione pluralistica al problema del principio gli elementi originari sono i semi: • particelle infinitamente piccole • infinite di numero i semi sono di diverse qualità, ma nelle aggregazioni alcune qualità prevalgono sulle altre dalla totalità indistinta del mondo originario si è arrivati a una separazione dovuta a un moto rotatorio causato dal Noús, l’intelletto che ordina la realtà Democrito Secondo Democrito di Abdera la realtà è composta da pieno e vuoto il pieno è composto da atomi, particelle indivisibile ed eterne gli atomi, che si distinguono per la loro forma e la disposizione nello spazio, si muovono nello spazio aggregandosi e disgregandosi come la posizione delle lettere dell’alfabeto determina le diverse parole, così la posizione degli atomi determina la diversità dei corpi Democrito: il meccanicismo L’atomismo democriteo non prevede un principio ordinatore la formazione dei corpi si spiega solo attraverso l’aggregazione degli atomi MATERIALISMO: tutto è formato da atomi materiali, compresa l’anima umana MECCANICISMO: l’incontro degli atomi è casuale e dovuto solo al loro movimento Democrito: la gnoseologia L’atomismo è anche alla base della teoria della conoscenza la sensazione si ha quando gli atomi che provengono dagli oggetti entrano in contatto con gli atomi dell’anima alcune qualità che attribuiamo agli oggetti, come il sapore e l’odore, dipendono dal contatto tra gli atomi e dunque dalla nostra percezione Gli sviluppi dell’atomismo Questi aspetti dell’atomismo determinarono la sua fortuna, soprattutto in alcuni periodi caratterizzati da un’attenzione agli aspetti fisicocosmologici • periodo ellenistico Epicuro riprenderà l’idea di una costituzione atomica della materia • Rinascimento il pensiero scientifico considererà Democrito come uno dei suoi precursori • XVII secolo la scienza moderna assumerà la mentalità meccanicista