STELLE E NUVOLE LE RELAZIONI TRA IL CLIMA DELLA TERRA E L’ASTRONOMIA LA GHIANDA E’ MIA! Ehilà! Io, SID, insieme al ciccione qui sopra MANNY, a quel “simpaticone” di tigrone DIEGO e a quella sottospecie di SCRAT abbiamo una teoria sul perchè ci è capitata questa disgrazia dell’epoca glaciale! ... Vabbè scherzavo! la teoria non è nostra ma con l’aiuto di qualche astronomo te la raccontiamo lo stesso! STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Presentazione Allora, vediamo… …questo manuale è a cura di Caterina Boccato che si è avvalsa della collaborazione di Lina Tomasella, per gran parte dei contenuti. Entrambe sono “astronome” dell’INAF Ringraziamo Mauro Messerotti dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste che ha fornito importanti materiali sul Sole e Angela Turricchia del Planetario Settore Istruzione del Comune di Bologna per i consigli sulla presentazione in ambiente didattico Ok, sarò anche una sottospecie di essere, ma qualche altra sottospecie ha appena rubato la mia preziosa ghianda! L’unica cosa commestibile in questa distesa di ghiacci!! Mi hanno fatto distrarre con la scusa che devo presentare gli astronomi che ci hanno aiutato a realizzare questo manuale. Questo manuale è stato realizzato in occasione della XVI° Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica dall’Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF. Per questa edizione del 2006 uno dei temi scelti dal Ministero dell’Istruzione riguarda “I cambiamenti Climatici”. Quindi io, Sid, Manny e Diego siamo stati contattati da questo gruppo di astronomi per aiutarli a raccontare ai ragazzi delle Scuole e ai loro insegnanti qualcosa di cui, in realtà, non si parla quasi mai: le relazioni tra l’Astronomia e il clima sulla Terra. In particolare è stato chiesto il nostro aiuto perché si considerano principalmente le possibili cause Astronomiche che hanno portato alle Epoche Glaciali. Nelle varie sezioni di questo manuale troverete alcuni concetti fondamentali di Astronomia riguardanti il moto della Terra attorno al Sole, le sue variazioni nel corso dei secoli e dei millenni e come queste influenzino il clima terrestre. Non abbiamo potuto approfondire nel dettaglio tutti i concetti astronomici qui di seguito introdotti, per questo vi invitiamo a visitare un portale di Astronomia dove potrete trovare risposta. Ad esempio potete consultare: www.lestelle.net . Grazie! Scrat (essere appartenente ad una specie – o, meglio ad una sottospecie – non identificata probabilmente estintasi 18.000 anni fa nel corso dell’ultima glaciazione) 1 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA INDICE Il nostro pianeta Terra ha un clima stabile? ..................pag. 3 Com’è il clima su altri pianeti del Sistema Solare?.........…………………………………………..............pag. 4 Quali sono gli eventi, su scala astronomica, che possono rendere instabile il clima di un pianeta?….....................pag. 5 Come influisce il moto del nostro pianeta sul suo clima?.......……………………………..............……………...pag. 6 E se la Terra ruotasse attorno al Sole su un'orbita diversa, cosa succederebbe? ………….……………………....….pag. 10 L’orbita di un pianeta attorno al Sole può cambiare nel tempo? E perché?……...………………..………..….……pag. 11 IL CONFRONTO TERRAMARTE Quali sono le conseguenze di tale cambiamento d’orbita?…………………………………….………………..pag. 12 Di quanto e in quanto tempo varia l’orbita terrestre?….……………………………..…………….……..pag. 13 Cosa dice la teoria che lega le variazioni dell’orbita con quelle del clima?….…………………………..……..……..pag. 17 L’IMPORTANZA DELLA LUNA Quanto e come si è modificata l'orbita della Terra per causare l'avanzamento dei ghiacci?….………....…….pag. 19 Cosa potrà cambiare in futuro per il pianeta Terra?..pag. 21 Sulla Terra ci sono molti altri fattori che influiscono sul clima globale, quali sono?…………..………………………..….pag. 22 APPROFONDIMENTI Qual è l’effetto sul clima di un impatto meteorico e la sua probabilità?….………..………………………...…………...pag. 23 Che tempo fa sul Sole?….………..…………………....….pag. 25 2 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 1° Domanda: il nostro pianeta ha un clima stabile? STELLE E NUVOLE ALCUNI DATI SUL CLIMA TERRESTRE La temperatura media sulla superficie terrestre è di circa 15 °C sopra lo 0: ciò permette la coesistenza delle fasi solida, liquida e gassosa dell’acqua. Così “a caldo” verrebbe da rispondere: no! Perché siamo subito portati a pensare ai mutamenti meteorologici quotidiani, al “tempo che fa”, se c’è il sole o la pioggia, la nebbia o le nuvole. Inoltre, al telegiornale si sente spesso parlare dei danni causati dai tornado, enormi tempeste contro le quali è quasi impossibile difendersi. Ma questo è quello che accade se pensiamo a piccole zone della Terra (come la nostra città o regione) e in intervalli di tempo limitati. 3 tornado sopra le coste statunitensi Se invece guardiamo il problema dal punto di vista astronomico e quindi consideriamo la Terra come uno dei 9 pianeti del Sistema Solare ci accorgiamo che la risposta non è così scontata. E’ infatti il suo clima globale che dobbiamo valutare, confrontandolo anche con quello degli gli altri pianeti. Vedremo allora che la nostra risposta sarà: sì il nostro pianeta ha un clima stabile ed è proprio grazie a questa caratteristica che la Terra è un ambiente adatto alla vita ed è quindi un pianeta speciale. 3 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 2° Domanda: com’è, allora, il clima su altri pianeti del Sistema Solare? Mercurio è il pianeta più vicino al Sole, tre volte più vicino di quanto lo sia la Terra. Esso compie una rivoluzione attorno al Sole in circa 88 giorni e ruota su se stesso in 58,6 giorni terrestri. La combinazione di questi due periodi fa sì che la durata di un giorno "mercuriano" sia pari a 176 giorni terrestri. Una così prolungata esposizione al Sole fa sì che la faccia illuminata raggiunga anche i 452 gradi di temperatura mentre sull'altra faccia,quella non esposta, la temperatura si abbassa sino ai -180 gradi. Questa forte escursione termica non è dovuta solo al moto di rotazione ma anche alla mancanza di atmosfera, la cui presenza avrebbe attenuato le differenze di temperatura tra le varie zone grazie alla sua capacità di trattenere il calore. Mercurio è quindi un deserto gelido e bollente con una escursione termica di ben 600 °C!! Venere è il secondo pianeta in ordine di distanza dal Sole ed è anche il più vicino a noi. A differenza di Mercurio esso possiede un’atmosfera, è infatti ricoperto da una spessa coltre di nubi responsabile dell' effetto serra, che è presente anche qui sulla Terra: la radiazione solare giunge al suolo e, riscaldandolo, perde l’energia che le permetterebbe di essere riflessa all'esterno. Parte di questa radiazione resta quindi intrappolata al di sotto delle nubi e riscalda il pianeta. Su Venere questo effetto è molto più intenso che sulla Terra a causa della diversa composizione chimica dell’atmosfera, inoltre il pianeta è più vicino al Sole e quindi riceve una maggior quantità di radiazione. Per questi motivi su Venere la temperatura media raggiunge i 464oC: una temperatura così alta da poter fondere un metallo! Marte, quarto pianeta del Sistema Solare, è quello che conosciamo meglio. Nonostante la temperatura media sulla sua superficie varii da 14 gradi sotto lo zero a –120°C, anch’esso presenta il fenomeno dell’alternarsi delle stagioni, tanto da fornire un paragone interessante per quanto riguarda le relazioni tra i climi planetari e l’Astronomia! Avremo infatti occasione di Temperatura media della riparlarne più avanti. superficie di Marte = 40°C Dopo Marte vengono Giove, Saturno, Urano e Nettuno, 4 pianeti sotto zero, gassosi e molto grandi il cui clima non ha molto senso paragonare a quello della Terra, che appartiene invece alla “famiglia” dei pianeti rocciosi come Mercurio, Venere e Marte. Sarebbe come paragonare la digestione del Mammut Manny a quella di Scrat che mangia solo ghiande! Ultimo troviamo Plutone, nuovamente di tipo roccioso ma talmente lontano dal Sole (40 volte la Terra) da raggiungere temperature superficiali di oltre 200 °C sotto lo 0! Anche di Plutone avremo occasione di parlare più avanti. 4 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 3° Domanda: quali sono gli eventi, su scala astronomica, che possono rendere instabile il clima di un pianeta? Beh! Le prime cose che vengono in mente a tutti voi saranno sicuramente gli impatti di asteroidi e comete. Ma, anche se più frequenti nel lontano passato, questi eventi avvengono con una probabilità talmente bassa che, parlando delle possibili cause di mutamenti climatici, non vengono presi in considerazione. Per questo troverete maggiori informazioni sulla scheda di approfondimento n° 1, “Qual è l’effetto sul clima di un impatto meteorico e la sua probabilità?”, alla fine di questo manuale. Uno, invece, dei più probabili fattori modificatori del clima potrebbe essere una variazione della quantità di radiazione solare ricevuta da un pianeta e la causa più ovvia di tale variazione non può che essere una variazione dell’emissione dell’energia prodotta dal Sole stesso. Se il Sole, ad esempio, variasse all'improvviso la quantità di energia che emette (e quindi cambiasse anche la quantità che arriva sul pianeta), il clima subirebbe delle drastiche variazioni. Sappiamo, per esempio, che ciò accadrà sicuramente in un lontano futuro, tra 5 miliardi di anni, quando il Sole avrà finito il suo combustibile interno (l'idrogeno) e si trasformerà in una gigante rossa. Nonostante le variazioni a cui è soggetta la nostra stella siano molteplici e continue è solo da pochi anni che sofisticati strumenti installati su satelliti hanno iniziato a fornire registrazioni accurate del flusso di energia solare ed in particolare del flusso che riceve il nostro pianeta. E’ il caso per esempio della sonda SOHO che in questi ultimi anni ci ha chiarito diversi punti sul Sole. Se volete sapere qualcosa in più sulle variazioni del flusso solare andate alla scheda di approfondimento n° 2, “Che tempo fa sul Sole?”, alla fine del manuale. SCHEDE DI APPROFONDIMENTO N°1 Qual è l’effetto sul clima di un impatto meteorico e la sua probabilità? N°2 Che tempo fa sul Sole? Per indicare il flusso di energia solare che arriva su un pianeta il termine corretto da usare è INSOLAZIONE 5 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Ma ci sono altri fattori che possono modificare nel tempo il clima di un pianeta e diminuirne la stabilità. Infatti la variazione di quantità di luce solare ricevuta da un pianeta può cambiare a causa della variazione della sua posizione e della geometria del suo moto rispetto al Sole e non a mutamenti interni alla nostra stella. Guardando queste immagini RIASSIUMIAMO: potete, per esempio, avere un’idea di come cambia l’insolazione man mano che ci I fenomeni su scala allontaniamo dal Sole astronomica che possono modificare il clima di un Qui siamo sulla Terra pianeta sono: 1°. Impatti di comete e asteroidi sulla superficie del pianeta 2°. Variazione del flusso Qui siamo su Marte solare che raggiunge il pianeta, la quale può essere a sua volta dovuta a due fattori diversi a) variazione flusso di del radiazione prodotta dal Sole E qui su Giove… Brrr Che freddo! b) variazione posizione e della della geometria del moto del pianeta rispetto al Ma non è tutto qui: questo ultimo punto è un po’ complesso e iniziamo ad approfondirlo con la prossima domanda tornando anche a occuparci della Terra e a cercare una spiegazione del freddo bestiale che ha costretto me e i miei amici a migrare a Sud ben 18.000 anni fa… Sole E’ di quest’ultimo punto che ci occuperemo ora! 6 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 4° Domanda: come influisce il moto del nostro pianeta sul clima? Se supponiamo allora che l'energia emessa dal Sole rimanga costante l'insolazione varia in due modi: 1. globalmente con la distanza tra la Terra e il Sole, anche se di una quantità quasi trascurabile e vedremo subito perché; 2. a ogni data latitudine con l'inclinazione della Terra rispetto al Sole. Cerchiamo di capire bene queste due variazioni ATTENZIONE! Ci stiamo occupando della variazione 1. La prima dipende dal moto di rivoluzione annua che la Terra compie attorno al Sole: tutti avrete sentito dire che l’orbita terrestre è ellittica. Ciò è vero naturalmente, ma si tratta di un’ellisse molto poco schiacciata, e cioè di un’orbita quasi circolare. Come si vede nella figura qui sotto: la linea più interna gialla rappresenta un’orbita perfettamente circolare, la linea rossa più esterna rappresenta l’orbita della Terra. dell’insolazione conseguente al moto della Terra attorno al Sole e alle sue variazioni L’insolazione varia di pochissimo con la variazione della distanza Terra-Sole perché l’orbita terrestre attorno al Sole è quasi circolare Quindi nel corso dell’anno la distanza Terra-Sole varia: in gennaio la Terra è nel punto più vicino al Sole (perielio), mentre in luglio si trova nel punto più lontano (afelio). Conseguentemente l’insolazione totale è più elevata in gennaio che in luglio. 7 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 2. Un effetto decisamente più marcato sull’insolazione è quello dovuto all’inclinazione dell’asse attorno a cui ruota la Terra rispetto ad una linea perpendicolare al piano dell’orbita terrestre attorno al Sole. L’insolazione, sulla Terra, varia invece molto di più a causa dell’inclinazione del suo asse di rotazione. Quando la radiazione solare raggiunge la superficie terrestre succede quanto è descritto in quest’altra immagine: Da questa inclinazione dipendono le variazioni stagionali Le diverse zone della Terra sono colpite con una incidenza diversa dai raggi solari. MA QUESTO COSA COMPORTA? Da questa inclinazione DELL’ASSE TERRESTRE dipendono le variazioni stagionali, la Terra infatti lungo la sua orbita espone al Sole i suoi due emisferi in modo diverso nel corso dell’anno proprio perché mantiene sempre questa inclinazione. 8 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Guardate quest’altra figura: Questa è un’esperienza che potete fare voi stessi. Nell’immagine si vede una pila accesa che emette sempre la stessa quantità di luce e calore. Anche le variazioni stagionali non influiscono comunque in Nel caso (a) il fascio di luce è perpendicolare al tavolo e illumina una superficie più piccola rispetto al caso (b). Tuttavia nel caso (a) il quadratino rosso riceve più luce e più calore proprio perché la radiazione è concentrata in una regione più piccola. modo significativo sul clima globale del nostro pianeta nel senso che la temperatura media della Terra e la massima escursione termica rimangono pressoché costanti. Infatti le fluttuazioni della temperatura media da un anno Quindi alle diverse latitudini la Terra viene scaldata dal Sole in modo diverso perché diversa è l’insolazione. all’altro sono solamente di alcuni decimi di Nei mesi di giugno, luglio e agosto l’emisfero boreale (il nostro emisfero Nord cioè) è rivolto verso il Sole e riceve più luce solare di quanta riceverebbe se l’asse di rotazione terrestre fosse perpendicolare al piano dell’orbita, l’emisfero australe invece riceve meno luce. Sei mesi dopo quando la Terra si è spostata di 180° gradi, ha compiuto cioè mezzo giro lungo la sua orbita, la situazione si presenta invertita. grado centigrado. Per indicare la differenza tra la massima e la minima temperatura registrata in un dato luogo si parla di ESCURSIONE TERMICA Anche su questo discorso dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre e della conseguente differenza di insolazione alle diverse latitudini torneremo più avanti perché vedremo essere il punto centrale del nostro discorso sui mutamenti climatici globali. 9 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 5° Domanda: e se la Terra ruotasse attorno al Sole su un'orbita diversa, cosa succederebbe? Torniamo a staccare i piedi da terra! I 9 pianeti del Sistema Solare percorrono orbite diverse tra loro non solo per quanto riguarda le loro enormi distanze dal Sole ma anche per la forma. Alcuni, come la Terra, hanno un’orbita quasi circolare, altri molto più schiacciate cioè molto più ellittiche. Si dice che le loro orbite hanno eccentricità diversa Il tipo di orbita percorsa da un pianeta attorno al Sole influenza quindi il clima dello stesso pianeta, rendendone l'ambiente più o meno favorevole allo sviluppo e all'evoluzione della Vita. Se la Terra ruotasse attorno al Sole su di un’orbita molto più schiacciata, la distanza tra i due corpi cambierebbe in modo molto più marcato, di conseguenza anche il flusso di energia e il clima. La Terra ha una eccentricità pari a All'estremo opposto del caso terrestre troviamo l'instabile Plutone, l'ultimo pianeta del Sistema Solare. Plutone ha un'orbita altamente ellittica, tanto che ogni 248 anni entra dentro all'orbita di Nettuno e lì sta per una ventina di anni. Durante questi venti anni Plutone è quindi più vicino al Sole di Nettuno. Quando si trova alla massima distanza dal Sole, dista da esso ben 49 volte più della Terra. Quando invece si trova nel punto più vicino, si trova a “sole” 30 volte la distanza Terra-Sole. Si può immaginare quanto sia freddo ed oscuro, dato che a quella distanza raccoglie solo una piccolissima parte della luce solare. Quando si avvicina al Sole Plutone possiede una atmosfera perché il metano e l'azoto, ghiacciati ai poli, passano in parte allo stato gassoso. Quando torna ad allontanarsi questa atmosfera ghiaccia nuovamente e si deposita al suolo. 0,017 Plutone ha una eccentricità pari a 0,25 10 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 6° Domanda: l’orbita di un pianeta attorno al Sole può cambiare nel tempo? E perché? Un pianeta appartenente ad un sistema planetario come il nostro, formato dal Sole, 9 pianeti, moltissimi satelliti e migliaia di corpi minori, risente senza dubbio della presenza di tutti questi corpi. Ne risente attraverso il campo gravitazionali che essi creano, si parla cioè di attrazione gravitazionale dei corpi, una forza che è tanto più intensa quanto più massivi e più vicini sono i corpi in questione. Certo, l'attrazione gravitazionale che il Sole esercita su ogni pianeta del Sistema Solare è di gran lunga maggiore delle reciproche interazioni tra pianeti, essendo concentrata nella nostra stella il 99,8% della massa totale di tutto il Sistema Solare ATTENZIONE: in questa immagine i pianeti e il Sole (così grande da averne messo solo una piccola porzione della superficie: la striscia gialla a sinistra) sono in scala, MA solo per quanto riguarda le dimensioni, non per le distanze. Esse sono infatti talmente grandi da non essere rappresentabili nemmeno in 10 di questi fogli messi in fila! Tuttavia i parametri di ogni orbita planetaria, quali: • la distanza massima e minima dal Sole, cioè l’eccentricità dell’orbita • l’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta rispetto alla perpendicolare al piano orbitale dello stesso • la direzione stessa verso cui punta l’asse di rotazione di un pianeta possono cambiare nel tempo proprio a causa delle perturbazioni apportate da tutti gli altri pianeti. Dopo il Sole infatti, anche i pianeti che hanno una massa davvero consistente, esercitano una notevole influenza gravitazionale. La Terra, per esempio, risente moltissimo della forza gravitazionale di Giove che, avendo una massa oltre 300 volte più grande della massa terrestre, è il maggiore "perturbatore" anche per tutti gli altri corpi del Sistema Solare. Sull'orbita della Terra influisce inoltre in modo ancora più marcato di Giove la Luna (perché è molto vicina)e, in seconda battuta, influiscono per la loro vicinanza Venere e Marte. Quindi viste queste influenze la risposta alla nostra domanda è: sì, la traiettoria di un corpo attorno al Sole può cambiare, perché essa viene continuamente perturbata dalla forza gravitazionale esercitata dagli altri pianeti. 11 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 7° Domanda: quali sono le conseguenze di tale cambiamento d’orbita? Se cambia la traiettoria di un pianeta anche il clima si modifica. Già lo abbiamo sottolineato nelle domande e risposte precedenti: se l’ orbita di un pianeta fosse, per esempio, molto ellittica, la sua distanza dal Sole cambierebbe notevolmente nel corso dell'anno, così come il flusso di energia solare medio che colpisce la sua superficie, cioè l’insolazione. Abbiamo inoltre appena visto che l'azione gravitazionale dei pianeti è in effetti in grado di modificare, nel corso di migliaia di anni, non solo l'eccentricità, ma un po' tutti i parametri dell'orbita. A questo punto ci interessa ovviamente sapere, specie per la Terra, l'entità di queste variazioni, se e quanto esse possano aver influito in passato, e influire in futuro, sul clima del nostro pianeta. Alcuni studi al calcolatore hanno simulato le variazioni nel tempo delle caratteristiche dell’orbita terrestre e del flusso di energia solare (l'insolazione) che di conseguenza arriva sul nostro pianeta. Solo per fare un esempio, l'eccentricità dell'orbita della Terra, attualmente pari a 0,017, è variata nell'ultimo milione di anni tra i valori estremi di 0,005 (quasi cerchio) e 0,06 (un’ellisse comunque poco schiacciata!). Ma le variazioni dell'insolazione causate delle modificazioni dell'eccentricità non raggiungono nel caso terrestre l’1%: troppo poco perché vi siano degli effetti consistenti sul clima. L’angolo di 23,4° sembra quindi essere davvero il parametro chiave per comprendere alcune variazioni climatiche avvenute in passato sul nostro pianeta. Al contrario l'insolazione dipende fortemente dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto alla perpendicolare all’Equatore L'angolo tra la retta perpendicolare all'orbita della Terra e l'asse di rotazione del nostro pianeta è chiamato OBLIQUITÀ 12 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 8° Domanda: di quanto e in quanto tempo varia l’orbita terrestre? Allora: i parametri principali che caratterizzano l’orbita di un pianeta sono 3 3 proprio come Diego, Manny e Sid che ve ne parleranno in dettaglio Il 1° parametro da tenere in considerazione è l’OBLIQUITÀ. Abbiamo già accennato al fatto che essa può cambiare nel tempo, non è un caso che sia io a spiegarvela: non sono grande e imponente come Manny il Mammut, ma la mia presenza fa la differenza più di quella degli altri! Infatti anche se l’obliquità non cambia di molto nel tempo, una sua piccola variazione si fa comunque sentire sul clima globale del nostro pianeta. L'obliquità attuale della Terra è di 23,4°. La variazione di questo parametro è apparentemente piccola: essa passa da 22,1° a 24,5° con un periodo di circa 40.000 anni. Un aumento dell'inclinazione dell'asse terrestre aumenta l'ampiezza del ciclo stagionale: gli inverni sono più freddi e le estati più calde in entrambi gli emisferi. 13 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Il 2° parametro è l’ECCENTRICITÀ. Anche questo l’abbiamo già visto, ma non abbiamo detto che esso può cambiare nel tempo. Molto lentamente infatti, proprio come un pachiderma come me, l’eccentricità varia di una quantità discreta in un tempo lungo e con un effetto modesto sul clima globale del pianeta. Ricordiamo che l’eccentricità, è la misura di quanto l'orbita si discosta da una circonferenza. L’eccentricità varia tra 0.005 e 0.06 Attualmente l'eccentricità dell'orbita della Terra è di 0.017 in circa 100. 000 anni L’effetto della variazione di eccentricità è comunque modesto: l’insolazione della Terra è variata al massimo dello 0,3% durante l’ultimo milione di anni a causa di questa variazione. Secondo i calcoli effettuati una variazione dello 0,3% nell’insolazione della Terra cambierebbe la temperatura media della terra solamente di pochi decimi di grado. 14 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Eccomi qui ad introdurre il 3° parametro di cui abbiamo fatto solo un brevissimo accenno e cioè la DIREZIONE VERSO CUI PUNTA L'ASSE DI ROTAZIONE TERRESTRE. Mentre la Terra gira esso subisce infatti una lenta precessione descrivendo, nel corso di migliaia di anni, un cerchio rispetto alla posizione fissa delle stelle nella volta celeste. L'asse di rotazione terrestre sembra non cambiare mai direzione. In realtà questo non è vero, questo cambiamento noi non possiamo percepirlo perché avviene in un tempo molto lungo, ben 26.000 anni! La ragione di questa PRECESSIONE risiede nella forma della Terra, che non è esattamente sferica ma risulta rigonfia nella zona equatoriale e leggermente schiacciata ai poli, un po’ come una trottola e infatti questo movimento è più o meno lo stesso di una enorme trottola grande quanto la Terra! L'attrazione che il Sole, la Luna, ed in misura minore i pianeti esercitano su questo rigonfiamento fanno sì che l'asse di rotazione descriva un cono in circa 26.000 anni Conseguenze: vorrei ricordarvi che i Poli Celesti, Nord e Sud, sono due punti immaginari nel cielo dati dalla intersezione dell'asse di rotazione terrestre con la volta celeste. Quindi anche i Poli Celesti si spostano nel cielo descrivendo una circonferenza in circa 26.000 anni. Attualmente il Polo Nord Celeste è ad un solo grado di distanza da una stella luminosa, chiamata Stella Polare. proprio per questa sua vicinanza al Polo 15 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA OGGI Qui è rappresentata la situazione attuale dell’insolazione in un dato momento dell’anno, cioè in un preciso punto dell’orbita terrestre attorno al Sole. Si vede per esempio che il Sole illumina in maniera più diretta l’emisfero boreale (il nostro a Nord) In realtà l'effetto di questo ultimo cambiamento sull'insolazione è il meno chiaro agli astronomi. Si invertono le stagioni è vero ma non è detto che ciò possa causare cambiamenti significativi della temperatura media della Terra. 13.000 ANNI FA Qui si vede invece come era la situazione 13.000 anni fa circa. E’ praticamente invertita: i raggi solari colpivano in modo più diretto l’emisfero australe 16 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 9° Domanda: cosa dice la teoria che lega le variazioni dell’orbita con quelle del clima? RIASSUMENDO VELOCEMENTE: qual è di questi tre il parametro determinante? Abbiamo già detto che questi tre parametri dell'orbita terrestre variano con il tempo a causa delle modesta attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna e dagli altri pianeti. Queste variazioni sono quasi periodiche e sono avvenute nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Esse sono state calcolate con dà luogo estrema precisione. In realtà l'eccentricità solamente ad una piccola variazione dell'insolazione annua della Terra. L'inclinazione e la precessione alterano solamente la distribuzione dell'insolazione secondo la latitudine e la stagione ma non l’insolazione globale del pianeta. Ci sono però testimonianze che legano queste modeste variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre e della geometria dell’orbita terrestre attorno al Sole alle modificazioni del clima terrestre nel passato ed è su queste che si basa la TEORIA dell’astronomo croato Milutin Milankovitch. Sappiamo che nel passato la Terra ha attraversato dei periodi di clima mite ed epoche glaciali. Ogni glaciazione, inoltre, comprende fasi alterne di avanzamento e di ritiro dei ghiacciai. L'esistenza di passate epoche glaciali e l'entità della superficie coperta dai ghiacci si può studiare con un certo dettaglio perché è testimoniata da numerosi segni geologici. Sappiamo con certezza (perché noi c’eravamo!!) che 18.000 anni fa un terzo della superficie emersa della Terra era ricoperto di ghiaccio. Nel Nord America i ghiacci erano spessi parecchi chilometri e si estendevano verso Sud fin dove ora c’è New York Un tale volume di acqua si trasformò in ghiaccio che il livello del mare si abbassò di 100 metri rispetto a quello attuale; quasi il 5 % dell’acqua della Terra era sotto forma di ghiaccio continentale e il nostro pianeta era quindi considerevolmente più freddo. La Terra è entrata nell'ultima epoca glaciale tra 1 e 2 milioni di anni fa, quando si fa iniziare il periodo geologico chiamato Quaternario, che è suddiviso a sua volta in Pleistocene ed Olocene. Attualmente stiamo attraversando un periodo interglaciale che ha dato inizio, circa 10.000 anni fa, all'Olocene. E’ più difficile studiare le glaciazioni più antiche perché più si va indietro nel tempo, meno evidenti e quindi più confusi sono i segni lasciati dall'avanzamento dei ghiacciai. La temperatura media della superficie terrestre, sia quella complessiva che quella stagionale era di 5 gradi centigradi più bassa della media attuale. Come paragone ricordiamo che le fluttuazioni della temperatura media della Terra da un anno all’altro sono solamente di alcuni decimi di grado centigrado. 17 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Anche l’Antartide e parte dell’Eurasia e della Groenlandia erano ricoperte di ghiaccio; si era avuto uno sviluppo dei ghiacciai su tutte le catene montuose dalle Alpi alle Ande. La glaciazione di 18.000 anni fa fu la più recente di circa 10 epoche glaciali verificatesi nell’ultimo milione di anni. Milankovitch nella prima metà del XX secolo formulò dunque la teoria secondo la quale le variazioni orbitali modificano il clima proprio perché alterano, come abbiamo visto, la quantità di energia solare ricevuta dalla Terra a differenti latitudini e nelle diverse stagioni. Ma abbiamo anche visto che queste variazioni non hanno, per lo meno apparentemente, effetti così marcati sulla variazione globale della temperatura media della Terra. Come giustificare allora questo periodico avanzamento dei ghiacci? Ci sono evidenze geologiche di un legame tra le variazioni dell’obliquità terrestre e l’alternarsi dei periodi glaciali Milankovitch mise a confronto l'alternarsi dei periodi glaciali e interglaciali del periodo geologico chiamato Pleistocene e le variazioni del flusso di energia solare alle varie latitudini terrestri, calcolate sulla base di quanto era inclinato l'asse di rotazione terrestre (cioè l'obliquità) nel passato. Dimostrò così che le due cose sono strettamente legate. Egli propose uno schema nel quale se l'Estate alle alte latitudini dell'emisfero Nord è tale da non permettere il completo L’insolazione estiva alle alte latitudini scioglimento delle nevi invernali, si instaura un meccanismo di dell’emisfero Nord è progressivo raffreddamento del globo. quella che conta. Non è importante quanta neve si accumula durante È più importante l’inverno, ma quanta se l’insolazione dell’emisfero ne conserva durante boreale che di quello l’estate: se la neve si australe, conserva per anni, si perché i ghiacciai si trasforma in ghiaccio, si formano solo sulle terre emerse e queste si formano estesi ghiacciai trovano appunto e la Terra entra in prevalentemente un’epoca glaciale. Infatti, i minimi dell'insolazione (flusso di energia solare) alle alte nell’Emisfero settentrionale della Terra latitudini Nord calcolati da oggi fino a 600.000 anni fa, corrispondono esattamente ai periodi glaciali del Pleistocene studiati e datati con precisione dai geologi. 18 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 10° Domanda: quanto e come si è modificata l'orbita della Terra per causare l’avanzamento dei ghiacci? In realtà non molto. Facciamo per esempio un confronto tra le variazioni dell'obliquità che si possono verificare per la Terra e per Marte? Si calcola, andando indietro nel tempo, con simulazioni al computer, di 5 milioni di anni, che l'obliquità della Terra possa essere variata di poco più di 2 gradi, ma è bastato per avere delle enormi ripercussioni climatiche! Se andiamo a calcolare la variazione dell'obliquità di Marte nelle stesso periodo di tempo, vediamo che essa ha subito modificazioni di quasi 30 gradi! E’ naturale allora chiedersi cosa sarebbe successo alla Terra se fosse stata soggetta a variazioni nell'obliquità di questa entità. Certo il clima avrebbe a sua volta subito delle modificazioni ancor più drastiche di quelle testimoniate dalle passate epoche glaciali. Probabilmente in alcune epoche la Terra sarebbe stata completamente stretta nella morsa del ghiaccio, mentre in altri periodi si sarebbero succedute delle devastanti inondazioni. Pur non conoscendo geologicamente Marte nella maniera in cui conosciamo la Terra, alcuni "segni" che si osservano sul pianeta rosso sembrano testimoniare l'andamento fortemente altalenante del suo clima. Insomma, tutto sommato, il clima terrestre è estremamente stabile, anche grazie alla stabilità dinamica del pianeta Terra. 19 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Ma un'altra domanda sorge, a questo punto, spontanea: perché l'obliquità della Terra è molto più stabile di quella di Marte? Il confronto tra Terra e Marte è in effetti molto interessante da approfondire un altro po’. Come abbiamo visto precedentemente, l'alternarsi delle stagioni è dovuto all'orbita terrestre attorno al Sole e all'inclinazione del suo asse di rotazione. Lo stesso avviene su Marte: il pianeta rosso presenta infatti un ciclo stagionale. Lo possiamo notare dalla presenza di due calotte di ghiaccio sui poli del pianeta. Queste calotte sono composte di acqua e anidride carbonica ghiacciate e la loro dimensione varia con le stagioni. La temperatura media su Marte varia da –14°C durante l'estate marziana a –120°C in inverno, con una media di 40° sotto zero. Il ciclo stagionale di Marte è dunque simile, o comunque paragonabile, a quello terrestre, questo perché anche Marte ha l'asse di rotazione inclinato sul piano orbitale ed è quindi soggetto alle diverse latitudini a diversi gradi di insolazione lungo la sua orbita. C’è da sottolineare però una prima differenza importante: l’orbita di Marte è altamente ellittica e quindi le stagioni risentono molto di più della variazione della distanza dal Sole nel corso dell’anno. Una seconda, sostanziale differenza riguarda invece le variazioni, nei millenni, dell’inclinazione dell’asse di rotazione, differenza dovuta al nostro preziosissimo satellite: la Luna. Simulando al calcolatore il comportamento dell'obliquità terrestre in assenza della Luna, ci accorgiamo infatti che, proprio come per Marte, essa inizierebbe a variare nel tempo di decine di gradi. Sì, perché la stabilità dinamica della Terra è dovuta alla presenza della Luna, un corpo massiccio vicino alla Terra che con la sua forza gravitazionale, stabilizza l'obliquità del nostro pianeta, non permettendole di oscillare se non di pochissimi gradi (2 al massimo, e non 30 come Marte). Qualcuno potrebbe obiettare che anche Marte ha ben due satelliti, Deimos e Phobos. E’ vero, ma sono satelliti poco massicci e quindi ininfluenti per la dinamica marziana. 20 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 11° Domanda: cosa potrà cambiare in futuro per il pianeta Terra? La Luna in passato era molto più vicina alla Terra e attualmente si allontana dal nostro pianeta ad una velocità di oltre 3 centimetri all'anno. La causa di questo aumento della distanza Terra-Luna sono le forze di marea che la Luna esercita sulla Terra e che ci sono familiari nel periodo estivo, quando al mare possiamo notare il periodico alzarsi e abbassarsi del livello dell'acqua, in sincronia con il moto lunare. Tali forze di marea non solo sono responsabili dell'allontanamento del nostro satellite, ma provocano anche un rallentamento della rotazione terrestre (e quindi un allungamento del giorno) di circa 1,5 millisecondi al secolo. Ma nella precedente sezione abbiamo visto che la stabilità dinamica della Terra è dovuta proprio alla presenza di un satellite massiccio e vicino. C'è da chiedersi quindi, se l'allontanamento della Luna potrà avere in futuro delle conseguenze sulla stabilità dinamica e di conseguenza climatica della Terra. Alcune simulazioni al calcolatore hanno evidenziato che in un lontano futuro l'obliquità terrestre, proprio per la maggiore lontananza della Luna, comincerà ad oscillare di decine di gradi, proprio come succede già per Marte. In queste condizioni anche l'insolazione, il flusso di energia solare, subirà della drastiche variazioni nel tempo che comporteranno degli sconvolgimenti profondi nel delicato sistema climatico terrestre. I tempi perché ciò avvenga sono lunghissimi, dell'ordine del miliardo di anni, e difficili da calcolare con precisione perché i meccanismi mareali che intervengono per il sistema Terra-Luna sono così numerosi e complessi che non siamo ancora in grado di avere una visuale completa sulla loro futura evoluzione dinamica. Non sappiamo, ad esempio, se la Luna continuerà ad allontanarsi con il ritmo di oggi, se si fermerà o meno e a quale distanza. Ma una cosa è certa: la nostra presenza sulla Terra è dovuta a molte fortunate coincidenze. Tra queste, il gigantesco impatto tra la giovane Terra ed un grosso corpo delle dimensioni grosso modo di Marte che oltre 4 miliardi di anni fa avrebbe generato il nostro prezioso satellite. 21 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA 12° e ULTIMA Domanda: qualcuno mi dice che sulla Terra ci sono molti altri fattori che influiscono sul clima globale quali sono? Sì è vero, i cambiamenti climatici dovuti agli eventi astronomici sono solo una parte dei mutamenti che avvengono nel nostro pianeta. Qui abbiamo visto la cosa dal punto di vista astronomico in realtà altri sono i fattori che incidono sul clima e alcuni in modo decisamente più marcato. Ne riportiamo solo una brevissima e parziale descrizione. Circolazione oceanica: Le correnti oceaniche trasportano grosse quantità di energia quindi una loro minima variazione può provocare dei cambiamenti marcati della circolazione oceanica e conseguentemente del clima (esempio El Niño). Sono allo studio eventuali caratterizzazioni cicliche dei fenomeni. Grandi moti atmosferici: l’instaurasi di variazioni nella circolazione dell’atmosfera rispetto all’andamento “normale” o “consueto” che conosciamo noi, provoca uno scompenso su scala planetaria del clima. Sono allo studio eventuali caratterizzazioni cicliche dei fenomeni. Fattori geologici: A questa categoria appartengono le eruzioni vulcaniche le quali, grazie al pulviscolo di ceneri che espellono nell’atmosfera, influenzano, anche per molti anni, la quantità di radiazione solare che arriva sul pianeta; infatti questo materiale in sospensione negli alti strati dell’atmosfera funziona come uno schermo protettivo riducendo la quantità di radiazione solare che arriva a “destinazione”. Attività umane: Le modificazioni che può portare l’uomo oramai le sentiamo tutti i giorni al telegiornale, tentiamo di fare un breve elenco: altera la composizione dell’atmosfera, ad esempio con la deforestazione e la costruzione di città, altera i moti e cicli delle acque e dell’aria. 22 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA SCHEDE DI APPROFONDIMENTO 1° Qual’è l’effetto sul clima di un impatto meteorico e la sua probabilità? Per avere effetti sul clima globale del nostro pianeta dovrebbe avvenire un impatto con una asteroide, o una cometa, delle dimensioni di almeno 10 km di diametro. A parte la devastazione totale del luogo dell’impatto, esso provocherebbe un sollevamento di una tale quantità di polveri nell’atmosfera in grado di attenuare significativamente la radiazione solare con una conseguente e drastica diminuzione della temperatura. Asteroidi o comete di grandi dimensioni sono oggetti comuni nel nostro Sistema Solare ma la probabilità di un impatto è stata calcolata statisticamente e, in effetti, c’è da stare abbastanza tranquilli. L’asteroide Gaspra fotografato dalla sonda Galileo nel 1991 Viene comunque da chiedersi: sarà un evento celeste a mettere fine alla civiltà umana? Un recentissimo studio ha per lo meno ridimensionato il numero di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, abbassando la probabilità che un impatto di grandi proporzioni possa verificarsi nel prossimo futuro. L'analisi chimica di un gran numero di asteroidi ha infatti permesso di determinarne la dimensione. E la sorpresa è che molti sono più piccoli rispetto a quanto stimato, più grossolanamente, in precedenza. Lo scontro con la Terra di un grosso asteroide è già occorso più volte nel passato. Oltre duecento milioni di anni fa, per esempio, un impatto particolarmente catastrofico cancellò quasi la Il Meteor Crater in Arizona, totalità degli organismi allora presenti, sia terrestri che acquatici. provocato dall'impatto di una meteorite del Ancor più famosa è l’estinzione di sessantacinque milioni di anni diametro di 30 metri circa. fa che, secondo una teoria abbastanza accreditata, mise fine Il cratere ha un raggio di all’epoca dei grandi dinosauri. La distruzione di una foresta di 600 e una profondità di 2500 chilometri quadrati a Tunguska, nel 1908, probabilmente in 300 metri seguito all'esplosione in atmosfera, ad un'altezza di 6-8 km, di un corpo asteroidale o cometario. Quindi, se da un lato è vero che asteroidi relativamente piccoli, con diametro superiore ad un solo chilometro, sarebbero potenzialmente in grado di distruggere anche oggi gran parte delle specie viventi presenti sulla Terra, ci sono nuovi recenti dati che mostrano come il numero di asteroidi che superano tali dimensioni sia 4 volte minore di quanto si riteneva finora. 23 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA In questa immagine si può vedere la ricostruzione artistica dell'evento catastrofico che può aver provocato il cratere Chicxulub, nella penisola dello Yucatan, in Messico, circa 65 milioni di anni fa. Inoltre, come accennato all’inizio, si tratta di una questione di STATISTICA! Se dovessimo dar retta a quanto dicono i giornali o alcuni programmi televisivi, la prossima volta che dovessimo comprare un biglietto della lotteria, potremmo licenziarci, andare alle Bahamas e cominciare a vivere da veri miliardari. Sì perché basta possedere uno tra le centinaia di migliaia di biglietti messi in vendita, per avere la certezza della vittoria. Per quanto assurda possa sembrare, una situazione simile è realmente accaduta per esempio qualche anno fa: protagonista l'asteroide 2002 NT7, il cui improbabile impatto con la Terra nel 2019 era stato annunciato dalla stampa come quasi certo, con tanto di descrizioni di scenari apocalittici. Eppure l'asteroide era stato individuato solo poche settimane prima e, come spesso accade in questi casi, dalle prime osservazioni al telescopio non era stato ancora possibile risalire alla sua orbita esatta. Al massimo quei dati permettevano di valutare un determinato volume di spazio dove l'asteroide sarebbe potuto passare con una certa probabilità. Questo tipo di incertezza, dovuta agli errori presenti nelle misure, è particolarmente elevata quando si sta osservando un oggetto ancora molto lontano, come era il caso di 2002 NT7. La regione di spazio dove era possibile il passaggio dell'asteroide era quindi molto estesa, comprendendo al suo interno anche un tratto dell'orbita terrestre. Già i primi calcoli avevano però mostrato che la probabilità di urto era molto bassa. Gli astronomi avevano detto fin dall'inizio che con il sopraggiungere di osservazioni più precise la probabilità sarebbe notevolmente diminuita: difatti oggi si è abbassata ancora di più, al punto da escludere qualsiasi rischio d'impatto. 24 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA SCHEDE DI APPROFONDIMENTO 2° Che tempo fa sul Sole? Innanzi tutto due parole sul Sole: è il corpo centrale del Sistema Solare ed è una stella di media grandezza, che emette radiazione soprattutto nella banda visibile. Si pensa che si sia formato circa 4,6 miliardi di anni fa. Si tratta di una sfera di gas molto caldo, per lo più idrogeno ed elio. Al suo centro il gas ha una temperatura di circa 15.000.000 di gradi centigradi: qui l'idrogeno si fonde per formare elio attraverso il processo di fusione nucleare che produce una grande quantità di energia la quale si propaga fino alla superficie visibile del Sole, la fotosfera, e da lì nello spazio, sotto forma di luce e calore. Il Sole ha un diametro di 1.392.000 km e una massa di 2 miliardi di miliardi di miliardi di tonnellate che tradotto in numero è 2.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 kg, pari al 99,8% della massa totale dell'intero Sistema Solare. A causa della sua grande massa, esso esercita una forte attrazione gravitazionale in tutto il Sistema Solare: è proprio a causa di questa attrazione che la Terra e gli altri pianeti gli ruotano attorno. Sulla superficie del Sole avvengono molti fenomeni tra i quali: • Le macchie solari che si osservano in fotosfera. • I brillamenti e le protuberanze che si osservano in cromosfera e corona. • Il vento solare, un flusso continuo di particelle emesso dal Soleche rappresenta l'espansione della corona solare nel mezzo interplanetario. • Le eiezioni di massa dalla corona (Coronal Mass Ejection CME), che rappresentano il fenomeno più spettacolare. 25 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Le macchie solari sono regioni “quiete” nella turbolenza della fotosfera circostante e sono sede di intensi campi magnetici, che bloccano i moti convettivi del gas di cui è formato il Sole, rendendo, appunto, la macchia una zona meno emittente. Avvengono perché, come abbiamo detto, il Sole non è un corpo rigido ma una sfera di gas molto caldo in rotazione e quindi al suo interno vi sono correnti che possono accelerare e rallentare rispetto agli strati più esterni formando queste macchie scure che appaiono e scompaiono regolarmente con varie periodicità tra cui la più nota è quella ciclica di undici anni. Recentemente la sonda SOHO, di cui parleremo fra poco, ha fornito dei dati che hanno evidenziato la complessità del ciclo di queste correnti. I brillamenti sono spettacolari esplosioni di energia magnetica che si osservano in cromosfera e in corona. Queste esplosioni iniettano getti di protoni ed elettroni nello spazio interplanetario, che possono produrre interferenze nelle comunicazioni radio terrestri. Inoltre è in occasione di tali brillamenti che qui sulla Terra si può a volte assistere ad uno degli spettacoli più belli che la Natura ci possa offrire, le aurore polari. Non tutti i brillamenti, e non solo questi fenomeni, danno origine alle aurore Anche i flussi veloci di vento solare e le eiezioni di massa dalla corona possono, a volte, dar origine a tali eventi. DUE PAROLE SULLE AURORE POLARI Un’aurora polare è dovuta all'interazione fra il gas degli strati più alti dell'atmosfera terrestre e le particelle elettricamente cariche emesse in gran quantità dal Sole, che vengono catturate dal campo magnetico della Terra. Si tratta di una luminescenza colorata nel cielo, simile a un drappo fiammeggiante che cambia forma di continuo o a un arco che si estende da orizzonte ad orizzonte. Ha colori per lo più nei toni del rosso e del verde, ma anche del viola e dell’azzurro. Questi colori sono emessi dagli atomi di ossigeno (verde e rosso) e di azoto (viola, azzurro e rosso) dell'alta atmosfera terrestre quando vengono investiti dagli elettroni provenienti dalla magnetosfera cioè dall’involucro magnetico che circonda la Terra. Un’aurora polare è un fenomeno di grande fascino che avviene principalmente nelle regioni vicine ai poli terrestri, da cui il nome. Dobbiamo però dire che, quando il Sole è molto attivo ed il fenomeno che interessa la Terra è particolarmente intenso, in termini di energia del flusso di particelle, l'ovale aurorale può espandersi fino ad interessare le basse latitudini, ed è quindi possibile vederlo anche qui da noi. Le aurore polari si chiamano inoltre boreali quando avvengono intorno al Polo Nord, australi quando si vedono vicino al Polo Sud. 26 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA Le protuberanze solari sono getti di gas eruttati dalla superficie in forma di colonna che possono disperdersi nello spazio oppure tornare indietro e ricadere sul Sole. Si tratta più precisamente di strutture di gas più freddo e denso sostenute in cromosfera e corona dalle “correnti magnetiche”, arcate magnetiche che si estendono dalle macchie solari. Alcune hanno evoluzione rapida, altre, dette quiescenti, possono permanere per mesi. Altre ancora, a causa dell'espansione delle arcate magnetiche Una protuberanza solare di sostegno, possono divenire eruttive e lanciare gas nello spazio alta oltre 500mila Km, interplanetario sotto forma di getti o di eiezioni di massa. osservata dallo Skylab nel 1973 (NASA) Il vento solare è un flusso continuo di gas dalla corona solare che investe anche la Terra. Questo gas ionizzato, plasma, che fluisce in tutte le direzioni ha una velocità che varia dai 200 km/s, quando il Sole è “quieto” ma può superare anche i 1000 km/s in condizioni di forte attività solare. Le eiezioni di massa dalla corona (Coronal Mass Ejection - CME) sono diverse dai getti di gas legati alle protuberanze eruttive. La loro struttura è infatti più localizzata rispetto ad una protuberanza. Un getto può effettivamente eiettare gas sotto forma di colonna, che può staccarsi dal Sole oppure ricadere verso il basso. Insomma il Sole non è certo un “posticino tranquillo”, presenta diversi fenomeni che possono influire sul nostro pianeta, infatti oltre alle aurore, vi sono altri effetti sulla Terra che dipendono dalle condizioni sul Sole. Tutto ciò è oggetto di studio da parte La magnetosfera è la della: METEOROLOGIA SPAZIALE, scienza che si riferisce alle regione di influenza del campo magnetico condizioni sul Sole, nel Vento Solare, nella Magnetosfera, e altri terrestre. C’è una regione strati alti della atmosfera terrestre, che possono influire sulle di forte interazione tra il prestazioni e l’affidabilità di sistemi tecnologici spaziali e terrestri Sole e la Terra ed è la ed avere effetti sulla vita e la salute dell’uomo. parte frontale della magnetosfera, che fende E’ per questi motivi che, in questi ultimi anni, l’ESA, l’Agenzia il vento solare e forma Spaziale Europea non ha perso tempo e ha spedito una flotta di un'onda d'urto. sonde dedicate ad uno studio d'insieme della nostra stella. Si chiamano Ulysses, SOHO e Cluster La prima ad essere lanciata, nel 1990, fu Ulysses, programmata per percorrere attorno al Sole una traiettoria davvero speciale. Cosa più unica che rara, la sua orbita ha permesso infatti le prime osservazioni dei poli solari e del vento solare che da essi si sprigiona. Grazie ad Ulysses si è inoltre scoperto che il flusso di energia che lascia il Sole è lo stesso a tutte le latitudini. 27 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA SOHO invece scruta senza sosta la nostra stella dal 1995. La sonda progettata dall'Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con la NASA, ha il compito di studiare l'atmosfera esterna del Sole, l'emissione di particelle da parte del Sole e la loro interazione con l'atmosfera terrestre. SOHO si trova infatti in un punto che le permette di non perdere mai di vista l'obiettivo. Questo le consente di controllare la superficie solare visibile, segnalandoci l'emissione di getti di particelle cariche verso la Terra. I ricercatori hanno così potuto osservare il processo attraverso il quale le particelle elettricamente cariche emesse dal Sole vengono accelerate dal campo magnetico del Sole stesso, e "sparate" a enormi velocità nello spazio circostante. Questo è un aiuto importante per i ricercatori che grazie ai dati forniti da questi satelliti, si dedicano oggi alla Meteorologia Spaziale Le ultime arrivate per svelare i segreti del Sole sono le quattro sonde Cluster, lanciate nel 2000. Orbitano attorno alla Terra, studiando gli effetti dell'attività solare nello spazio che circonda il nostro pianeta. In particolare nella regione dove il vento solare incontra la magnetosfera producendo un’onda d’urto. E’ una specie di “zona di in cui l’interazione Sole-Terra è fortissima. Nel loro moto, entrano ed escono da tale zona, trovandosi completamente esposte al vento solare. Rappresentazione artistica delle quattro sonde che costituiscono Cluster (ESA) terrestre confine” le sonde a volte Tutte insieme le sei navicelle, SOHO, Ulysses e le 4 Cluster, costituiscono una piccola flotta che ci offre una visione completa della stella a noi più vicina. 28 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica STELLE E NUVOLE: UNA TEORIA SULLE RELAZIONI TRA ASTRONOMIA E CLIMA FINEEEEEEEE!!! DOVE CAVOLO SARÀ LA MIA GHIANDA?? Questo manuale è realizzato senza alcun scopo di lucro. Immagini e disegni sono utilizzati in “fair use” 29 INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica