1
PATOLOGIA DA ELETTRICITA'
L'elettricità agisce direttamente:
1) per passaggio diretto della corrente attraverso il corpo per interposizione del corpo
(che funziona da shunt) tra 2 conduttori
2) indirettamente: lesioni oculari per effetti luminosi
3) per correnti indotte da campi elettromagnetici di grande potenza (Radar, etc.).
La pericolosità della corrente dipende dal tipo di corrente, e dal potenziamento indotto
da altri fattori, est. o int. al corpo stesso (es. mani bagnate).
Tipo di corrente:
- continua a polarità fissa (+) pile, batterie, accumulatori (meno pericolosa della CA).
- alternata a polarità continuamente alternata. A parità di intensità e di tensione, è più
pericolosa della cc.
Corrente alt. e c.c. si differenziano anche per la frequenza. La frequenza della c.a.
induce:
diatermia = eff. solo termico - ca. a freq. altissima
effetti lesivi costanti - 10.300 hertz
effetti molto ridotti - oltre 300 hertz.
Intensità: si misura in Ampère. Se distinguiamo l'amperaggio in rapporto ai possibili
effetti lesivi, abbiamo
Altri amperaggi ed effetti lesivi: (in milliampère).
fino a 25 m Amp. Contrazione muscolare
25-80 m Amp. - alterazione pressorie e del ritmo cardiaco
80 m Amp. - 3 Amp. = zona pericolosa - rischio di fibrillazione ventricolare
oltre 3 Amp. - effetti termici
- lesioni cardiache irreversibili
- lesioni del SNC (con compromissione del centro bulbare respiratorio e vasomotorio)
Le tensioni (in Volts) più pericolose sono quelle fra 300-800 V.
Per ciò che riguarda la resistenza, opposta dall'organismo al passaggio della corrente, e
misurata in Ohm ricordiamo che:
Resistenza esterna: offerta dalla cute, è variabile, in rapporto allo spessore, al sudore,
all'eventuale presenza di acqua, etc. La mucosa umida e sottile, offre minore resistenza
Resistenza interna = è uguale, in ogni distretto.
L'effetto lesivo prodotto dalla corrente varia, in rapporto alla via seguita dalla corrente
(entrata - uscita) in rapporto agli organi che incontra sul suo cammino. La più pericolosa
è quella arto superiore - arto inferiore (meno pericolosa quella inversa).
Cardiopatici, bronchitici, cronici, etc. sono più esposti dei sani ai danni prodotti dalla
corrente, che dipendono infatti da: sesso, stato fisiologico, fatt. esterni (umidità etc.).
Azioni della corrente
1) elettromeccanica: la corrente è una forma di energia anche per effetto Juole, si può
avere scompaginamento e distruzione della struttura (v. fulmine). Ferite
2) Elettrochimica: effetto elettrolitico, particolarmente evidente con correnti continue
con migrazione ionica, alterazione enzimi e della permeabilità cellulare
2
3) elettrocalorica: trasformazione di parte di un elettrodo in energia termica (effetto
Joule) effetto ustionante dell'elettricità.
1,2,3 sono effetti principali.
4) effetto luminoso: con meccanismo indiretto, l'elettricità può indurre effetti lesivi a
carico dell'apparato visivo (retinopatie, iridocicliti, ustioni da irradiazioni).
5) effetto traumatico secondario; traumatismi da caduta, in operai folgorati (perdita di
coscienza caduta)
4 e 5 sono eff. secondari.
La morte sarebbe causata da fibrillazione ventricolare, paralisi respiratoria.
Esistono 3 teorie, in proposito:
1) teoria asfittica: la morte avviene per paralisi respiratoria (dal centro respiratorio o dei
muscoli respiratori)
2) teoria cardiaca: insufficienza cardiaca acuta, fibrillazione ventricolare paralisi del
centro cardioinibitorio
3) teoria vasale: shock, anossia, paralisi del centro vasomotore.
Lesioni
SNC: piccoli focolai, emorragici, con edema circoscritto, soprattutto corticale.
Cuore: idem, soprattutto endocardio e pericardio. Si possono avere fatti trombotici.
Reni: nefrosi ostruttiva, da precipitazione di mioglobina e cilindri.
Necrosi: atipica, legata all'eff. Joule. Si possono rendere necessarie amputazioni nei casi
più gravi.
USTIONI: ben dominabili, non hanno tendenza della supperazione.
caratteristiche:
- zona tondeggiante o ellittica (gen. piccola) impronta del filo
- bordi rilevati
- consistenza dura
- colore giallo-grigiastro (necrosi secca - completamente disidratata)
- edema tissutale circostante
- enfisema sottocutaneo con tessuti circostanti soffici.
Sulla zona di necrosi possono residuare tracce metalliche.
Sono
SINTOMATOLOGIA
1) Immediata: è variabile:
- formicolio
- perdita di coscienza, anche per ore, con grido (dolore, spavento, etc.)
- generalmente contrattura muscolare, che dura finché si resta sotto l’azione della
corrente (se non c'è morte)
- perdita di feci e urine
- epistassi, emorragie.
2) Tarda: stanchezza
- occhio (midriasi, cicloplegia, difetti di accomodazione)
- incanutimento precoce
- cuore - aritmie (flutter atrio ventricolari., difetti di conduzione), lesioni irreversibili.
3
- disturbi pressori, con persistente ipertensione.
ORECCHIO: ipoacusia, sindromi labirintici
SANGUE: aumento emazie e leucociti
- alterazioni enzimatiche per distruzione tessutale (transaminasi, creatininfosfochinasi)
- ac. lattico
- azotemia
- glicemia
- SNC
- sindromi piramidali
- sclerosi a placche
- paresi
- nevriti
- schizofrenia indotta
- terapia non sempre realizzabile, è essenzialmente sintomatica:
1) contro-shock con defibrillatore, con corrente continua di alta intensità.
2) lidocaina, sempre per la fibrillazione, che, in realtà, è un evento scarsamente
dominabile.
Pronto soccorso, sul posto dell'incidente: rianimazione, con respirazione artificiale
(tecniche varie: comunque ricordarsi di estrarre la lingua, che, per la generalizzazione
contraz. muscolare tende a retroflettersi)
Massaggio cardiaco (con il solito rischio della frattura sternale).
Il paziente, durante le manovre di rianimazione va tenuto supino, con la testa in
estensione, all'indietro, per favorire la pervietà delle vie aeree.
PREVENZIONE: il "fattore uomo" incide fortemente nel rischio di incidenti provocati
dall'elettricità. Un adeguato addestramento e la valutazione all'idoneità nel compiere il
lavoro pericoloso potrebbero evitare molti incidenti. Altri rimedi preventivi:
1) controllo al momento della progettazione degli strumenti elettrici.
2) installazione d'impianti provvisti di opportuni isolanti per le parti metalliche (le
"messe a terra")
3) uso di "spine a tre", banali strumenti di "messa a terra" generalmente poco usato, ma
molto utile.