Le nostre chiese San Pietro a Salce Una storia tribolata, la storia di questa chiesa. Andiamo a tappe. 1. Sul portale principale della Chiesa di San Pietro ancor oggi si legge scolpita su pietra la data MDLXXVIIII, che vuol dire: Anno 1579. E’ la data di nascita di quella chiesa, che divenne subito chiesa parrocchiale, perché (allora) più ampia di quella di Col di Salce. 2. Nel 1812 (233 anni dopo) la chiesa di San Pietro fu demolita, perché pericolante. Ma già nell’anno 1833 la chiesa ricostruita fu benedetta dal vescovo Luigi Zuppani, essendo parroco di Salce Don Serafino Serafini. Questa data è testimoniata dall'iscrizione (che riportiamo in fotografia) sulla parete di fondo della Chiesa stessa, sopra la cantoria. L'attuale chiesa di S. Pietro risale dunque al 1833 e conserva della precedente, demolita, almeno il portale in pietra di ingresso principale recante la data del 1579. 3. 1873, quarant'anni dopo, un terribile terremoto colpì severamente il nostro territorio, case e chiese comprese. Si riparò subito la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo in Col, mentre quella di San Pietro fu trovata dal vescovo Salvatore Bolognesi, in una delle visite pastorali, talmente malmessa, da sospenderla dal culto fino a nuovo restauro. Nel 1877 (quattro anni dopo), a seguito degli interventi necessari, fu riaperta al culto. 4. Altro colpo grave, durante la prima guerra mondiale, tanto da essere ancora una volta chiusa al culto, fino al 1926, quando sotto il parroco Don Fortunato Larese, iniziarono vari interventi: il tetto, le finestre, i banchi ecc…e poi l'anno successivo, 1927, il restauro esterno, il campanile, la cupola, tutti “in stato compassionevole” come troviamo scritto nel bollettino parrocchiale del luglio 1927. Quindi ancora una volta agibile per il culto. 5. E si arriva così al 1972. Era parroco Don Gioacchino Belli. La Chiesa è ancora in condizioni pietose. Il 30 agosto di quell'anno iniziarono altri lavori: sul tetto, il soffitto, il sacrato... Nel frattempo la chiesa è stata saccheggiata dai ladri che l'hanno quasi completamente spogliata di di arredi e dipinti. 6. E siamo ai nostri giorni. La Protezione civile e il Gruppo Alpini di Salce (vedi bollettino dell'estate 2009) ha eseguito una serie di interventi all'esterno della Chiesa: -pulizie delle grondaie e pluviali -revisione del tetto, fin dove possibile A Dio Ottimo e Massimo Dedicato a Pietro principe degli apostoli, questo tempio, già demolito, ora rifatto con le offerte dei fedeli, fu compiuto grazie alla generosa beneficenza del Papa Gregorio XVI e solennemente benedetto l 14 maggio 1833 -sistemazione del sacrato, con posa di pali e traverse di protezione. Un intervento assolutamente necessario e decisivo per la conservazione dell'edificio sacro. Su segnalazione della protezione civile, si è scoperto che una parte del tetto sovrastante la sacrestia ha ceduto (vedi foto bollettino estate 2009). Una grossa preoccupazione. Questa volta ci ha pensato la ditta di Dario Bernardi di Sedico, che ha sistemato tutto egregiamente. Ci sarebbe bisogno di altro: radicale pulizia delle pareti esterne, tinteggiatura esterna, scarico delle acque, aereazione della zona circostante, solo per parlare dell'esterno; per quanto riguarda "dentro" la Chiesa è a posto e ben tenuta, anche se quasi del tutto spoglia di suppellettili e di opere figurative. Ai posteri l'arduo impegno! Interno della Chiesa di San Pietro Come si vede dalla foto, la chiesa è luminosa e delicata la tinteggiatura che è in ottimo stato di conservazione. Da notare l’altare maggiore, col bel dipinto raffigurante San Pietro che riceve il mandato di “pascere il gregge” di Dio. È opera del pittore Federici del sec. XIX. L’altare di sinistra, di tipo classico, presenta un tabernacolo ligneo intagliato, in gran parte rovinato e che sembra essere uscito dalla bottega dell’Auregne. La pala rappresenta la «Vergine con il Bambino, San Pietro e un paralitico» (sec.XIX). L’altare di destra è quello massacrato dai ladri e quindi privo di una “pala” del Federici che rappresentava la «Madonna con Bambino, Sant’Antonio da Padova e San Francesco» Un certo interesse artistico hanno le 14 stazioni della Via Crucis, alcune delle quali in precario stato di conservazione. Non se ne conosce l’autore. Qui, la seconda caduta del Signore. Alcuni particolari La Protezione Civile ha provveduto a proteggere con una staccionata la sicurezza dei visitatori e dei fedeli in occasione della festa di San Pietro Un urgente intervento di sistemazione del tetto della Ditta Dario Bernardi di Sedico