SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI
(29 giugno, Messa del giorno)
 At 12,1-11 - Ora sono veramente certo che il Signore mi ha strappato dalla mano di
Erode.
 Dal Salmo 33 - Rit.: Benedetto il Signore che libera i suoi amici.
 2 Tm 4,6-8.17-18 - Ora per me è pronta la corona di giustizia.
 Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Alleluia.
 Mt 16,13-19 - Tu sei Pietro: a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Il ministero di Pietro
La 1a lettura e il Vangelo della Messa del giorno sono centrati sul personaggio di Pietro.
Come si sa, il testo di Matteo riveste un’importanza particolare nelle discussioni tra le
Chiese sul problema del ministero supremo dell’unità. Fortunatamente, le accuse e i processi all’intenzione hanno ceduto il posto a riflessioni più serene. Teologi ortodossi,
protestanti e anglicani hanno ripreso da cima a fondo il dossier esegetico e storico del
problema. Sono così giunti a sfumare tesi monolitiche ritenute intangibili. Da parte loro,
molti cattolici hanno proposto un’interpretazione del primato romano che differisce profondamente dalla dottrina medievale della teocrazia papale. In questa festa degli apostoli
Pietro e Paolo dobbiamo augurarci che le Chiese si spingano ancora più avanti, non solo
con studi adeguati, ma anche con una vera conversione di mentalità. Il teologo riformato
J. J. von Allmen, come esempio delle condizioni che dovrebbero attuarsi affinché la
«pretesa» del Papa diventi sempre più plausibile, ha formulato questo voto: «Il Papa
eserciti il proprio ministero come titolare della Chiesa di Pietro e di Paolo. Non ignoro
quale complessità presenti tale rivendicazione sul piano della teologia, della storia, del
diritto ecclesiastico. Tuttavia due cose mi sembrano chiare. Anzitutto che lo stesso
Risorto ha voluto completare il ministero apostolico di Pietro (e degli undici) con quello di
Paolo, affinché la Chiesa potesse attuare la propria missione; in secondo luogo, che
l’importanza assunta rapidamente nell’antichità dalla Chiesa locale di Roma è dovuta al
fatto che in essa è avvenuto il martirio del primo e dell’ultimo apostolo piuttosto che al
solo riferimento all’apostolo al quale Gesù aveva affidato una responsabilità “primordiale”
nella Chiesa. Concretamente, ciò significherebbe ad esempio che dovrebbe essere
abrogata la dichiarazione di Innocenzo X del 24 gennaio 1647, secondo la quale è eretico
affermare che l’uguaglianza tra Pietro e Paolo può essere spiegata senza tenere conto del
ruolo subordinato di Paolo rispetto a Pietro».
In compenso, il gruppo ecumenico di Dombes ha invitato le Chiese della Riforma a «ritrovare il senso e la natura specifica di un ministero d’unità destinato a promuovere la riconciliazione, ricercare la comunione e orientare la missione globale della Chiesa».
Santi Pietro e Paolo, apostoli - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici
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