::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 3 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 4 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 5 LOUDVISION http://www.loudvision.it/musica-dischi-delenda-noia-noia-estetica--4964.html New wave che non tradisce.Bendati dal nero, cavalcando l'onda di acque profonde e oscure. La musica che sta tornando in auge è quella new wave. Nel caso dei Delenda Noia il loro modo di interpretare la cultura degli anni '80 è riferito a quella vena più elettronica, dove semplici batterie tengono il tempo per dar maggior rilievo alle tastiere, che di sicuro in queste dieci tracce non annoiano per niente.Duo emiliano, che ripercorre le tematiche di quei gruppi che hanno fatto la storia con il lato nero della musica. I testi, che a volte sfiorano il pessimismo cosmico come nella track "La Canzone Dell'Addio", sono bellissime parole che si identificano perfettamente nella melodia.La casa discografica Disco Dada incomincia davvero a rafforzare le sue radici nel panorama musicale italiano. I Delenda Noia sono un loro tassello importante per un'etichetta che punta maggiormente su suoni elettronici.L' Emilia si trasforma, musicamente parlando, nella regione più dark. La musica che maggiormente la contraddistingue è quella che si rifà alla parte più intima e tetra di noi. Forse il periodo di Vasco e del Liga sta davvero volgendo al termine, a meno che il Lucianone nazionale non cominci a truccarsi in stile The Cure. MAGMUSIC http://www.magmusic.it/2011/04/11/delenda-noia-noia-estetica/ Uno scenario asettico e freddo su cui poggiano linee vocali paranoiche, chiare influenze post-punk e newwave dove sono i synth a disegnare atmosfere alienate e alienanti.“Noia EstEstica” però non è solo un capriccio retrò figlio degli anni ‘80, ma è una raccolta di brani che raccontano la difficoltà di vivere nella società moderna. Il lavoro è un concept sulle difficoltà della vita sociale: l’essere, l’apparire, la ricerca della perfezione che qui è vissuta con una grande angoscia e porta quasi sull’orlo della follia.Il lavoro apre con Delenda Noia, pezzo malato e stordito da psicofarmaci, ambientazione che non ci lascerà mai per tutto il disco, passando per La canzone dell’addio e Obliquo. Una menzione a parte è per Odio le bambole forse il miglior episodio del disco che apre in un ritornello davvero coinvolgente. Infatti, la band non dimentica mai di coniugare perfettamente testi e musiche e non mancano certo momenti che ti ritrovi a canticchiare spesso. L’unico riempitivo sembra essere Desdemona, pezzo che pare essere poco più che un “divertissement” sulla scaramanzia, prima di chiudere con Al buio, “un ultimo pensiero prima di addormentarsi… per poi non riuscire più a dormire… “.Avremmo potuto semplicemente paragonare questo duo a certi momenti di Battiato, agli Joy Division o ai più recenti Editors e White Lies. Ma non c’è assolutamente voglia di “scimmiottare” nessuno, semplicemente i Delenda Noia appartengono a un genere e a uno stile ben preciso, ma hanno grande personalità e talento. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 6 SPAZIOROCK http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=1828 I titolari di questa formazione a due hanno già avuto modo di presentarsi ai lettori di SpazioRock; per chi non si ricordasse di loro ecco un piccolo promemoria. Era il 2009 l'anno in cui “Klord”, l'album d'esordio dell'omonimo progetto, vedeva la luce, consegnandoci quello che all'epoca non esitammo a definire un “amalgama di sofisticato electro-rock e psicotiche tentazioni wave”. Nel 2010 l'attività della band si interrompe (stando a quanto ci viene comunicato tramite la press note in nostro possesso) e i Nostri sentono la necessità di tradurre la propria ispirazione artistica in un nuovo progetto, dando così vita ai Delenda Noia.Nelle dieci composizioni che costituiscono l'ossatura di “Delenda Noia”, Klord e Violara tracciano un continuum tra la nuova incarnazione musicale e il loro passato discografico attraverso un massiccio recupero di sonorità post-punk e new wave tipicamente anni '80, spogliandole tuttavia di quella componente alternative rock che aveva caratterizzato il vecchio progetto. Il frutto di questa operazione di rifinitura è un sound elegante che innesta su vellutati e agrodolci synth un basso alienato, una secca drum machine e il cantato paranoico e senza compromessi di Klord, talvolta doppiato dalle algide backing vocals della bella Violara. Le canzoni funzionano tutte in egual modo, vuoi anche per quei testi taglienti (rigorosamente in italiano) che sembrano criticare la società contemporanea tramite il gioco del detto-non detto, anche se il vero e proprio punto di forza dell'album sono le atmosfere in bilico tra estetismo e psicosi, perfettamente tradotte dalle varie “Revolutionèz”, “La Canzone Dell'addio” e “Castità”, brani che offrono ritornelli in grado di stamparsi in testa sin dal primissimo ascolto. Come filastrocche post-decadenti, i brani di “Delenda Noia” esercitano il loro fascino sull'ascoltatore, che rimane intrappolato in una realtà in bianco e nero macchiata di viola...In uno scenario musicale che sta trasformando lo scenario musicale di quelli che furono i gloriosi anni '80 in un Dio da celebrare con volti impiastricciati di eye liner e dischi sempre più volutamente “dark” (il citazionismo, in alcuni casi, è talmente esplicito da sfiorare l'anacronismo – ma questa è un'altra storia), anche l'Italia comincia a far sentire la propria voce (in Inghilterra è il processo è già stato avviato da un bel po' di anni a questa parte, ma cerchiamo di accontentarci). Le vittime più o meno ignare di questo contagioso revival, d'ora in avanti, non potranno più ignorare la voce dei Delenda Noia. LOST HIGHWAYS http://www.losthighways.it/2011/05/14/noia-estetica-delenda-noia/ La new-wave e il post-punk anni ’80 non sempre mi fanno impazzire. L’elettronica, il cantato alienato, il dark sono tutti elementi che solitamente non mi attraggono né mi rappresentano. Allo stesso modo non mi pongo in una posizione di chiusura verso il genere. Infatti l’ascolto di Noia EstEtica dei Delenda Noia mi ha confermato che si può riconoscere la qualità e la bravura di un gruppo, in questo caso un duo, nonostante sia lontano dalle tue corde.Le dieci tracce che costituiscono l’album si muovono in un’atmosfera densa e cupa, fumosa. I testi sono ben bilanciati con la musica. Tutto è nero e viola come nella loro estetica, decadente. Forse troppo. C’è da dire, però, che anche i Depeche Mode degli esordi erano ostici al primo ascolto. Che questo dei Delenda Noia è probabilmente un album che va ascoltato nel modo giusto e nel momento giusto. Certo è che l’esperienza e l’indole hanno amplificato il risultato, rendendolo comunque un ottimo lavoro nel suo genere. In fondo la difficoltà di vivere appartiene un po’ a tutti noi. Ascoltarla così ben allargata o fa paura oppure incanta.La spiritualità, l’obiettivo sempre vivo di raggiungere la perfezione estetica, la noia come conseguenza, la descrizione di un periodo scuro, fatto di cambiamenti reali nella vita di Klord e Violara (sembrano personaggi di chissà quale libro fantastico): questo è Noia EstEtica.Tra i brani quelli che ho preferito sono: La canzone dell’addio, Castità e Odio le bambole.Non c’è un vero e proprio picco di bellezza. Tutto va avanti come un flusso nel quale immergersi.Che dire: certamente in Italia mancavano gruppi così coraggiosi. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 7 DARKITALIA http://www.darkitalia.it/index.php?option=com_muscol&view=album&id=344 In un mondo sempre più convenzionale e lobotomizzato , sempre più privo di originalità , purezza ed emozioni genuine sembrerebbe utopistico anche solamente pensare all’esistenza di qualcosa di buono. Eppure nel variopinto sottobosco musicale qualcosa si muove, respira e si nutre di musica semplice , per intenderci quella che arriva dritta al cuore come un bisturi sottile che sa perfettamente dove tagliare.Coriandoli di emozioni , ricordi come frammenti sepolti nel tempo e si racchiudono e si rincorrono dentro questo baule impolverato chiamato Delenda Noia , duo di origine sarda trasferitosi poi nella ridente Reggio Emilia nel 2001.Le sonorità di questo eclettico binomio musicale prendono forma di giocattoli e di bambole colorate animate da synth psicotici e malinconici . Due elementi alquanto semplici ma allo stesso imprescindibili per la loro anima artistica. Sin dai primi bagliori musicali del disco ci si trova quasi senza accorgersene a danzare ingoiando miscele alcoliche dal puro gusto new wave con sfumature nostalgiche dal retrogusto puramente ottantino , miscele calde e sottili che donano una certa liquidità all’intero lavoro in questione.Il suono scorre fluido in costante bilico tra puri momenti estetici e caldi che si contrappongono a momenti angosciosi , lugubri e malinconici. A coagulare le miscele ci pensano le liriche dal gusto assolutamente intimistico. “Revolutionèz”, “La Canzone Dell'addio” e “Castità” funzionano a meraviglia grazie anche all’ipnotico giogo dei ritornelli concentrici in grado di penetrare facilmente la corteccia cerebrale dell’ascoltatore , provocandolo , viziandolo e soggiogandolo attraverso algidi innesti di musica agrodolce,sentita,pura.Ascoltandoli è facile indossare le loro paure perché ci guardano e ci toccano da vicino. Attacchi diretti e sinceri si susseguono dentro tunnel che sanno di ombra e luce , lì dove la luce racchiude i nostri sogni e lì dove l’ombra chiude a chiave i nostri orrori. La vittima sacrificale è la società . I Delenda Noia non esitano nel sputare in faccia al razionale , criticandone la superficialità e la finzione.In un valzer di maschere e di bambole loro si racchiudono dentro un barattolo , un mondo rimasto intrappolato nelle ragnatele del tempo . Riferimenti possiamo sicuramente trovarli nei radioattivi battiti di un primo Battiato , dalle malinconiche e sintetiche atmosfere del’arlecchino meccanico Camerini e dal sound vaporoso nostalgico dell’oscura Italia come Carmody , Neon ,Decibel e primi Litfiba .Nonostante le chiare evocazioni i Delenda Noia riescono a restare in possesso della propria anima musicale producendo una miscela sensazionale che sa di polvere vinilica , di musicassetta e di mangianastri. I testi , rigorosamente in italiano , amplificano la decadente malinconia riuscendo a ricondurre alla luce emozioni quasi dimenticate dai più sbadati ma che rivivono continuamente come burattini dai colorati costumi nel teatro mentale degli incalliti nostalgici.Noia estetica è un decadente mondo fatto di tormenti , passioni e speranze raccontate e suonate in modo semplice e diretto. Consigliato a chi ha semplicemente voglia di ascoltare buona musica ed a chi ha voglia di tornare indietro nel tempo lasciando da parte il gusto di plastica di questa società corrotta. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 8 SENTIREASCOLTARE http://www.sentireascoltare.com/recensione/8704/delenda-noia-noia-estetica.html Gli Ottanta dei Delenda Noia (lui è Klord, lei è Violara, arrivano da Reggio Emilia) passano per un progetto musical-estetico che non lascia molto spazio all’immaginazione. Tagli di capelli che neanche Andy ai tempi d’oro, eyeliner, look “plasticoso”, movimenti corporei da crash test dummies, in un misto di Donatella Rettore e Pet Shop Boys che riverbera anche nella musica. Quest’ultima sospesa tra synth onirici e drum machines ampiamente contestualizzate, tale è il debito verso l’epoca delle spalline esagerate e delle acconciature cotonate che si coglie nei dieci brani della tracklist.Quando è il pop a farla da padrone si sfiora l’accoppiata Baustelle / Il Genio (la title track) e sembra che tutto possa funzionare, in qualche caso tornano in mente i CCCP wave (Flirt), ma in generale ci si trova di fronte a un nostalgico un po’ fine a sé stesso. Materiale che avrebbe anche un suo peso, spogliato dall’”effetto replica", ma che nella quarantina di minuti di Noia estetica non riesce a far altro se non accendere i motori della nostra ipotetica DeLorean per un viaggio nel tempo di cui si conosce già la destinazione.(5.8/10) ERBA DELLA STREGA http://www.erbadellastrega.it/_NewSite/articolo.php?mcat=4&cat=24&art=2233 Diciamoci la verità: prima ancora di ascoltare una nota sola dei Delenda Noia, duo nato dalle ceneri dei misconosciuti Klord, per gli internauti questa era una band da amare od odiare: basta digitare il loro nome su Google per venire riempiti di commenti a recensioni, forum e roba varia. Chi li adora, chi li odia. Chi li liquida come spazzatura, chi li incensa senza remore. Volete sapere che ne penso io? Che sono carini. Non eccellenti, non stratosferici, non mi salveranno la vita. Ma non sono nemmeno terribili, insulsi, vuoti. Scrivono canzoni piacevoli, di chiara matrice wave/dance/elettronica anni '80, un pò come se i Bluvertigo avessero registrato solo demo new wave. Come "Chi sono i Bluvertigo?"... Ok, sto invecchiando. Dicevamo, gli amati/odiati Delenda Noia a me non dispiacciono, si lasciano ascoltare con piacere, e sono fermamente convinto che se infilassero un loro pezzo in una serata di revival elettronico danzereccio anni '80 nessuno capirebbe che in realtà l'album è uscito 30 anni dopo. Derivativi dunque? A palla. E non c'è nulla di male. I maestri nel riproporre questi suoni? No, ma anche qui non c'è nulla di male: fanno bene ciò che fanno, e tanto basta. E, ultima nota, sono convinto che il pubblico darche, spesso snob nei confronti di "cose di casa propria", non sarà quello che regalerà le maggiori soddisfazioni al duo. Punterei invece sulla scena indie. Lì sono convinto che i nostri potranno raccogliere-paradossalmente- i frutti più succosi e meritati. Se cercate (e non ridete di quello che sto per dire, ma vi giuro che calza a pennello) un disco per l'estate, da far girare in macchina a ripetizione, Noia EstEtica fa per voi! ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 9 MUCCHIO (Fdm) http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=scelte&id_riv=89&id=1867 Si trova un solido e il più delle volte convincente album pop in fondo a questa collezione di glaciali nostalgie new romantic in salsa italica (qualcuno si ricorda di Diana Est?) proposta dai Delenda Noia, giovane duo di Reggio Emilia. Non che queste canzoni non funzionino così come sono: l'essenzialità e l'asciuttezza degli scenari sintetici valorizza, anzi, le taglienti linee melodiche e l'essenzialità degli arrangiamenti, offrendo alla asettica voce maschile di Klord, catapultata in una paralizzante noia esistenziale, una straordinaria sponda. È solo che alla lunga l'omaggio a temi e situazioni d'epoca mostra un po' la corda, lasciando il sospetto che, se solo volessero, i due potrebbero diventare qualcosa di meno vincolato al revival wave. I cultori del genere ne andranno pazzi, perché i due hanno il physique du role e sanno maneggiare quelle suggestioni con grande abilità, ma la parte di noi che vorrebbe smettere di sentire questa o quella forma di revival un po' protesta, pur riconoscendo i meriti del duo. E li attende al varco con qualcosa di meno vincolato al ricordo di una realtà mai vissuta e per questo così affascinante. SHIVER http://www.shiverwebzine.com/2011/07/12/delenda-noia-noia-estetica-2011-disco-dada/ Non sopporti i cori russi la musica finto rock il free jazz punk inglese la nera africana ma, soprattutto, LA NEW WAVE ITALIANA? Abbandona questa pagina e augurati di non avere mai a che fare coi Delenda Noia. Per tutti gli altri: smettete di passare le vostre serate a guardare sul tubo nostalgiche registrazioni di “A Berlino… va bene”, tirate fuori i vostri eye-liner neri, la lacca, il rossetto e i way-farer scuri. Si torna a godere.Siamo d’accordo, lo sfrenato revival anni ’80 che ci ha travolto negli ultimi tempi ha decisamente rotto i coglioni. Pochissima roba originale, per lo più sterili imitazioni di icone del passato, quasi nulla che lascerà il segno. E di sicuro non saranno i Delenda Noia a cambiare l’andazzo, perché qui di nuovo c’è giusto il nome. Però vi chiedo, per una volta, di lasciare da parte le valutazioni cerebrali e farvi guidare dal vostro cuore ingannatore, perchè qui il compito è svolto con tutti i crismi e il risultato sorprendentemente credibile. Come prova del nove, vi sfido a mettere su un brano qualsiasi dei dieci che compongono Noia EstEtica ad una serata revival, poi vediamo in quanti si accorgono che è stato registrato trent’anni dopo gli altri.La cura quasi filologica dei suoni, delle atmosfere e dei testi pone senza dubbio il duo sardo un gradino sopra molti colleghi di genere usciti ultimamente (Tomakin e simili) anche, e soprattutto, per la sua capacità di costruire melodie incredibilmente pop, senza perdere quel tocco oscuro e ossessivo tipico della darkwave nostrana di metà anni ’80. La traccia d’apertura “Delenda noia” è un perfetto connubio di tutto ciò che di buono la band è in grado di proporre, con un testo cesellato alla perfezione, fra citazionismo e malinconia, e un ritornello che ti si tatua sul cervello e non ti abbandona più. Questa formula risulta vincente un po’ per tutti gli episodi dell’album, che ha il pregio di scorrere senza intoppi né inutili riempitivi, districandosi fra numerosi momenti smaccatamente synth-pop (“La canzone dell’addio”, “Castità”, “Odio le bambole”, “Flirt”) e altri più cerebrali (“Al buio”). Una nota particolare di merito va alla capacità interpretativa di Klord, originale mash-up canoro fra un Branduardi depechmodico e un Giovanni Lindo Ferretti neo-romantico, la cui voce viene accompagnata in modo intelligente e dosato dalla “quota rosa” (diciamo così…) Violara.In definitiva, dunque, poche o nessuna novità, ma i Delenda Noia dimostrano di aver saputo apprendere alla perfezione gli insegnamenti dei loro maestri, sia inglesi (Depeche Mode, Soft Cell, Pet Shop Boys), ma soprattutto italiani (Garbo, Faust’O, Neon, Matia Bazar, qualcosa di Battiato), regalandoci un esordio che per gli amanti del genere non può passare inosservato. Chi da sempre invece disprezza, anche un po’ per partito preso, quegli anni profondamente controversi, faccia pure conto che questo disco non sia mai uscito. Anche se forse è giunta l’ora di lasciare da parte i preconcetti e dedicarsi all’ascolto di un’epoca che, in mezzo a tanto pattume, ha saputo regalarci alcuni capolavori senza i quali molto rock indipendente attuale non sarebbe mai venuto alla luce anche, e soprattutto, in Italia. Prendici per mano Fausto, ovunque andrai. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: DELENDA NOIA TITOLO: NOIA ESTETICA LABEL: DISCO DADA PAG. 10 AUDIODROME http://www.audiodrome.it/modules.php? op=modload&name=News&file=article&sid=7733&mode=thread&order=0&thold=0 Dall’esperienza dei KLORD, Violara e Klord hanno dato vita ai Delenda Noia, al debutto ora su Disco Dada, concatenando le esperienze legate alla natia Sardegna alla ricerca di un’estetica sonora che parta dalla noia e alla noia ritorni per ripartire. Ancora meglio, dalla percezione delle nostre esistenze, di come potrebbe essere più semplice armonizzarle con i contesti e dai conflitti e dalle emozioni che nascono dai tentativi di “sincronizzazione”. In quanto ai paesaggi sonori utilizzati per dare un senso sonoro alle tematiche di poco su, si compongono tutti di elementi elettronici tendenti alla new wave/post punk di gruppi come Human League, primi Cure e Depeche Mode più stilizzati. L’umore è cupo, ma la scintilla da cui può scaturire vita non manca quasi mai, nonostante l’austero approccio sintetico. Manifesto d’intenti la title-track, saluto definitivo ai pesi inutili. “La Canzone Dell’Addio” richiama il primo Battiato, “Castità” tra moderne chincaglierie e mood da elettronica cheap, “Obliquo” e “Odio Le Bambole” soffrono di troppa pomposità dark, nonostante gli spunti melodici e concettuali interessanti. “Flirt” e “Revolutionez” non si allontanano troppo dalla scia intrapresa, ma sono dotate di morbosa delicatezza e affascinano. Venate di impulsi minimal/glitch “Barattolo” e “Desdemona” (il pezzo migliore del lotto), mentre è troppo fumosa e prossima al peggio di Zola Jesus “Al Buio”. MAGMUSIC (Intervista) http://www.magmusic.it/2011/05/03/intervista-ai-delenda-noia/ ERBA DELLA STREGA (Intervista) http://www.erbadellastrega.it/_NewSite/articolo.php?mcat=9&cat=26&art=2242 GOTHIC WORLD(Intervista) http://gothicworld.altervista.org/gw/dark-webzine/interviste/musica/311-intervista-ai-delenda-noia.html4 DARK ITALIA (Intervista) http://www.darkitalia.it/musica/interviste/item/281-delendanoia-un-anno-di-crescita.html WARDANCE (Intervista) http://www.wardance.it/forum/discussioni-musicali/%28intervista%29-delenda-noia/