Seconda Università degli Studi di Napoli DiSTABiF Anno Accademico 2015-16 Corso di Laurea Magistrale in SCIENZE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE UMANA Insegnamento di BIOCHIMICA e BIOTECNOLOGIE degli ALIMENTI -Nollet, LML - Adrian J - Gigliotti e Verga Prof. Augusto Parente Lezione 22 Modificazioni degli alimenti Durante la conservazione, la cottura e le numerose manipolazioni industriali cui vanno incontro gli alimenti, i principi nutritivi in essi contenuti possono subire modifiche e trasformazioni. In generale si tratta di fenomeni o processi di natura - Fisica - fisico-chimica - chimica - microbiologica che spesso interagiscono fra loro in un sistema di trasformazioni complesso, più o meno drastico, che dipende dalle caratteristiche intrinseche del prodotto, dalle condizioni operative, dagli intervalli di tempo che intercorrono. POSITIVE NEGATIVE Nella preparazione di prodotti, si usa il termine trasformazione quando il processo porta a risultati desiderati e, quindi, è positivo. Si usa invece il termine alterazione quando il processo porta a risultati indesiderati, se non addirittura dannosi. Uno stesso processo o fenomeno può essere definito in certi contesti come una trasformazione desiderata, in altri come un'alterazione. Es. Il processo di imbrunimento Le alterazioni si svolgono sempre spontaneamente: 1. fenomeni ordinari integrati nel ciclo della sostanza organica; 2. fenomeni indotti da particolari condizioni ambientali od operative errate o non ottimali. Le trasformazioni derivano dalla combinazione di più fenomeni e più vie metaboliche, parallele o consecutive, di cui: le trasformazione principali sono alla base della tecnologia che identifica genericamente il prodotto trasformato: es. - la fermentazione alcolica nella vinificazione, - la coagulazione della k-caseina nella caseificazione. I processi complementari secondari conferiscono poi le organolettiche che tipizzano il prodotto (aroma, consistenza, ecc.). proprietà La maggior parte delle trasformazioni sono di natura biochimica, e sono dovute all'azione di: enzimi endogeni (come gli enzimi propri dell'organismo da cui deriva l'alimento); enzimi esogeni (come quelli aggiunti o prodotti da microrganismi che vengono a contatto, accidentalmente o meno, con l'alimento). PRODOTTI LATTIERO-CASEARI IL LATTE Secondo una definizione biologica, il latte è il prodotto della ghiandola mammaria, destinato all’alimentazione dei giovani mammiferi La composizione del latte è adattato alla velocità di accrescimento del giovane al quale è destinato. Caratteristiche nutrizionali del latte di varie specie animali (per 100 mL)* Lipidi (g) Lattosio (g) Proteine (g) Ceneri (g) Energi a (kcal) Calorie lipidi/ Calorie glucidi Donna 3,5 7,0 1,5 0,2 70 1,1 Vacca 3,6 4,7 3,5 0,7 65 1,6 Asina 1,1 6,6 1,6 0,3 50 Pecora 4,3 4,7 4,0 0,8 105 2,1 Scrofa 6,0 5,4 6,0 0,9 100 2,5 Renna 17,5 2,5 10,5 1,5 210 15,5 Bufala 5,1 ** 4.5 8,5 4,2 Caratteristiche nutrizionali del latte di varie specie (per 100 mL) Il latte è costituito da 4 fasi fisiche: - Una fase gassosa che comprende essenzialmente CO2, al momento della mungitura; - Una fase grassa, costituita di globuli di grasso circondati da una membrana polare (MFGM- milk fat globule membrane) , che contengono lipidi veri ed elementi liposolubili; - Una fase colloidale, costituita dalle micelle di caseina associate a fosfati e citrati di calcio e magnesio; - Una fase acquosa costituita da proteine “solubili” (proteine del siero di latte), lattosio e sali minerali. * i valori riportati di seguito si riferiscono al latte di vacca Grassi: i triacilgliceroli costituiscono quasi il 98% dei grassi presenti nel latte. La parte rimanente è costituita da diacilgliceroli, monoacilgliceroli, acidi grassi liberi, fosfolipidi e steroli. Relativamente alla composizione degli acidi grassi si ha: i) acidi grassi saturi (palmitico 26% e stearico 15%). Sono anche presenti acidi grassi a corta e media catena , tra cui anche il 3,3% di acido butirrico. Questi acidi grassi ed i relativi prodotti di degradazione contribuiscono a determinare il sapore di molti prodotti lattiero-caseari Proteine: il latte contiene due classi di proteine. LE CASEINE- Rappresentano fino all’80% delle proteine del latte di vacca, sono insolubili a pH 4,6 e sono stabili al calore. LE PROTEINE DEL SIERO- Sono solubili a pH 4,6, ma sono sensibili al calore. Comprendono 4 proteine principali: -lattoglobulina (50%), lattoglobulina (20%), albumina serica ematica (10%) ed immunoglobuline (10%). Queste proteine contengono un elevato numero di cisteine e cistine ed in seguito a trattamento termico possono formare legami disolfurici con altre proteine. Oltre a questi componenti il latte contiene diversi enzimi Latte di vacca Latte di donna -amilasi 11-800 60-000 Catalasi 0 3 Lipasi 110 275 Perossidasi 21-000 750 Fosfatasi alcalina 160 3 Fosfatasi acida 70 110 Xantina ossidasi 175 0 0,04 39 (in U/100mL) In mg/100mL Lisozima PASSAGGI CHIAVE NELLA PREPARAZIONE DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI Fermentazione lattica. I batteri lattici: Lactococcus lactis spp; Leuconostoc (eterofermentante); Streptococcus e Lactobacillus usano il lattosio presente nel latte per produrre acido lattico ed altri importanti composti aromatici presenti nei prodotti lattiero–caseari. Molti di questi batteri hanno attività lattasica ed idrolizzano così il lattosio in galattosio e glucosio. -> intolleranza al lattosio I batteri lattici omofermentanti producono acido lattico come di seguito mostrato: Lattosio + 4ADP + 4H3PO4--> 4 Acido lattico+ 4ATP+ 4H2O Le molecole di glucosio sono metabolizzate attraverso la glicolisi, mentre quelle di galattosio attraverso la via del tagatosio. Metabolismo del galattosio Quando è trasportato come galattosio 6P mediante PTS (fosfotrasferasi), è fermentato secondo la via del D-tagatosio-6P. I batteri eterofermentanti metabolizzano il lattosio e producono anidride carbonica, acido acetico ed etanolo: Lattosio + 2ADP + 2H3PO4--> 2 Acido lattico + 2 etanolo + 2CO2+ 2ATP+ H2O Questi batteri non posseggono aldolasi e quindi gli zuccheri vengono metabolizzati attraverso la via dei pentoso-fosfati anziché attraverso la glicolisi. Inoltre, diversi batteri (tra cui Lactobacillus delbrueckii spp. bulgaricus, Lactococcus lactis spp. lactis biovar diacetylactis, Streptococcus thermophilus, non posseggono la deidrogenasi ed accumulano acetaldeide. Acido acetico , Pi anaerobiosi Da una molecola di esoso sono prodotti una molecola di acido lattico (in rapporto stechiometrico di 1,8 moli/1mole di glucosio), una di CO2, una di etanolo (in anaerobiosi) o una di acido acetico (in aerobiosi) e una di ATP. La produzione di acido da parte dei batteri lattici è importante per 1- la qualità e la sicurezza dei prodotti lattiero-caseari. Infatti la riduzione del pH fa aumentare la shelf life e la sicurezza dei prodotti attraverso la inibizione di processi di deterioramento ad opera di microrganismi patogeni ; 2. La precipitazione delle caseine nella formazione di diversi prodotti lattierocaseari come: i) yogurt, ii) panna acida, e iii) formaggi freschi. Questi batteri possono anche contribuire alla degradazione di proteine e lipidi che può portare allo preparazione di formaggi con una struttura unica e sapori caratteristici dei prodotti lattiero-caseari. Questo è particolarmente vero nei formaggi stagionati. Il metabolismo dell’acido citrico* (naturalmente presente, anche se in quantità limitate nel latte o aggiunto – 1,1/1,3 gL- per demineralizzare il latte) da parte di Lactococcus, Leuconostoc, e altri batteri lattici porta alla formazione di : - Diacetile (2,3-butandione; sapore di burro) - Acetoino (liquido incolore con un gradevole odore di burro o mandorle) 3HC - 2,3- butandiolo che sono importanti composti volatili che danno sapore ai prodotti lattiero-caseari *L’acido citrico viene anche aggiunto nel liquido di governo della mozzarella CH3 VIA METABOLICA DEL CITRATO CITRATO Citrato permeasi MEMBRANA Acetato CITRATO Citrato liasi OSSALACETATO CO2 Ossalacetato decarbossilasi PIRUVATO ACETALDEIDE 2-acetolattato decarbossilasi ACETOINO 2-acetolattato sintasi 2-ACETOLATTATO Diacetile sintasi DIACETILE LATTE FERMENTATO DEFINIZIONE: i latti fermentati sono “i prodotti ottenuti dalla coagulazione del latte senza eliminazione del siero, per azione esclusiva di microrganismi specifici per ogni tipo di latte fermentato, che devono mantenersi vivi e vitali fino al momento del consumo”. I processi fermentativi di natura acida o acida-alcolica provocano modifiche alle caratteristiche organolettiche ed alla composizione chimica del prodotto d’origine. A seconda del tipo di fermentazione abbiamo: - Latti acidi (yogurt e latticello fermentato – residuo nella preparazione del burro, fermentato o meno); -Latti acido-alcolici (kefir, koumis) EFFETTI PREPARAZIONE INDUSTRIALE dello YOGURT STEPS PASTORIZZAZIONE del latte a 72-78 °C per un tempo brevissimo, raffreddamento a 8-10°C Latte privo di patogeni; - Perdita di vitamine, reintegrate con l’azione dei fermenti. CONCENTRAZIONE per evaporazione (se necessario) Prodotto più denso RISCALDAMENTO a 40-44 °C Temperatura ottimale per l’azione dei fermenti AGGIUNTA di batteri lattici Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus (incubazione per 3-6 ore) OMOGENEIZZAZIONE del prodotto RAFFREDDAMENTO Riduzione delle particelle di grasso e dell’affioramento della crema Mantenimento della qualità e del contenuto in fermenti. AGGIUNTA di frutta o altro CONFEZIONAMENTO Si ha l’acidificazione del prodotto per effetto dell’azione dei fermenti. Migliorare il gusto; aumentare la conservabilità (anche con aggiunta di sorbato di potassio- antimuffa) In condizione di sterilità (30-40 giorni) Lo yogurt può anche essere preparato in ambito casalingo, con una procedura simile, ma semplificata rispetto a quella industriale. - Ebollizione del latte - Raffreddamento a 42-44 °C - aggiunta dei fermenti lattici o yogurt già pronto - acidificazione per 12-24 ore - si conserva a 4°C fino al momento del consumo che comunque non può essere PREPARAZIONE del KEFIR* “Liquido cremoso, relativamente denso, in genere meno acidulo dello yogurt. Gusto leggermente frizzante per la produzione di CO2 ed è debolmente alcolico (circa 1,5°). E’ prodotto dalla fermentazione acido-alcolica per almeno 24 ore (e non più di 72 ore). Batteri utilizzati: Lactobacillus caucasus, generi di Streptococcus, Leuconostoc e Acetobacter. I processi biochimici: - Fermentazione lattica: acido lattico e CO2 - Fermentazione alcolica (ad opera di lieviti del tutto assenti nello yogurt- Torula kefir e Saccharomices kefir): etanolo -Il kefir può anche essere prodotto da acqua zuccherata con gli opportuni fermenti *Termine turco =benessere EFFETTI PREPARAZIONE di FORMAGGI STEPS CORREZIONE del contenuto di grassi A seconda del tipo di formaggio PASTORIZZAZIONE del latte a 72-78 °C per un tempo brevissimo (10-20 s); si raffredda Usata spesso per i formaggi freschi o per abbattere la carica microbica RISCALDAMENTO a 36-38°C Temperatura di base Il controllo della composizione microbica assicura un decorso ottimale della caseificazione e minimizza la presenza di batteri indesiderati come quelli butirrici (formazione di gonfiori) INNESTO CON fermenti lattici selezionati e dedicati per ogni particolare tipo di formaggio. COAGULAZIONE DEL LATTE SINERESI E SPURGO La cagliata si contrae progressivamente rilasciando il siero (con H2O, sieroproteine e lattosio) ROTTURA DELLA CAGLIATA e messa in forma Si rompe la cagliata in pezzi la cui grandezza dipende dal tipo di formaggio (duro, molle). Così pure la T (a pasta cruda, f. semicotti, cotti cotti STUFATURA/FILATURA (se richiesta) SALATURA e formazione della crosta MATURAZIONE (stagionatura) Stufatura-> Gorgonzola; filatura->mozzarella (formaggi a pasta filata) Il pH del latte è circa 6,5-6,7. A questo valore di pH le caseine si trovano al di sopra del loro pI:->carica negativa-> solubili. La liberazione di acido lattico fa abbassare il pH circa 4,6, prossimo al loro pI-> precipitazione. La coagulazione acida viene utilizzata per la preparazione di alcuni formaggi freschi e molli (come cacio-ricotta, mascarpone). Nella maggior parte dei casi però si fa una coagulazione presamica, con l’azione del caglio che contiene chimosina e pepsina e lipasi. Il caglio migliore è quello che si ottiene dai lattanti in quanto contiene principalmente chimosina. Alternative al caglio animale (come già detto) sono derivati vegetali come estratti del fiore del cardo selvatico, di latice di fico, di funghi filamentosi) In pratica si fa una coagulazione mista, ottenuta sia dai fermenti (coagulazione acida) portando il latte alla temperatura opportuna, sia alla successiva azione del caglio. La seconda prevale sulla prima nella produzione di formaggi duri e semiduri, mentre la prima prevale nella preparazione di formaggi molli. STAGIONATURA: Durante la maturazione avvengono lente e complesse modificazioni che determinano la vera formazione del formaggio. Le modifiche sono determinate da microrganismi ed enzimi: i)il contenuto di acidi grassi liberi aumenta; ii) diminuisce la quantità di proteine con liberazione di peptidi ed amminoacidi. AZIONE DELLE PROTEASI NELLA PRODUZIONE DI FORMAGGIO (che diventa così un alimento predigerito) Enzimi Reazione Coagulazione Chimosina (rennina, EC 3.4.23.4) K-Caseina ->Para-K-caseina + macroglicopeptide Proteolisi Proteasi Proteine —> peptidi ad alto peso molecolare + amminoacidi Amminopeptidasi, dipeptidasi, tripeptidasi Peptidi a basso peso molecolare —> amminoacidi Proteasi, endopeptidasi, amminopeptidasi Peptidi ad alto peso molecolare —> peptidi a basso peso molecolare segue AZIONE DELLE PROTEASI NELLA PRODUZIONE DI FORMAGGIO ENZIMI REAZIONE Contribuisce all’aroma esaltatore di sapidità Trasformazione di amminoacidi Aspartato transamminasi (EC 2.6.1.1) Metionina y-liasi (EC 4.4.1.11) Triptofanasi (EC 4.1.99.1) Decarbossilasi Possono aumentare la pressione arteriosa e talvolta allergie alimentari Deaminasi (Deamminazioni non ossidative) L-Aspartato + 2-chetoglutarato —> ossalacetato + L-glutammato L-metionina —> metanotiolo + NH3 + 2-ossobutanolato L-triptofano + H2O —> indolo + piruvato + NH3 Lisina Ornitina Arginina Istidina Provoca decarbossilazione ossidativa Acido glutammico Tirosina Triptofano Cadaverina Putrescina Agmatina Istamina (nei formaggi stagionati; vitigno di Sirah-valle del Rodano-;) Acido -amminobutirrico Tiramina Triptammina Alanina —> Triptofano —> Glutammato —> Serina —> Treonina —> piruvato Indolo -chetoglutarato piruvato -chetobutirrato CAMBIAMENTI DEI LIPIDI NELLA MATURAZIONE DEL FORMAGGIO Enzima o azione Lipolisi Lipasi, esterasi Acetoacetato decarbossilasi (EC 4.1.1.4) Reazione Trigliceridi —> -chetoacidi, acetoacetato, acidi grassi Acetoacetato + H+ —> acetone + CO2 (l’odore di acetone indica maturazione avanzata) Acetoacetato-CoA ligasi (EC 6.2.1.16) Acetoacetato + ATP + CoA —> acetil CoA + AMP + difosfato Esterasi (reazione di sintesi) Acidi grassi —> esteri Conversione di acidi grassi -ossidazione e decarbossilazione -cheto acidi --> metil chetoni (sapori piccanti del gorgonzola) ____________________________________________________________________ Esempio: acido ottanoico 2-eptanone + CO2+ H2O (acido caprilico) Penicillum roqueforti (essenza di chiodi di garofano e aroma del gorgonzola) Acido piruvico Acido acetoacetico Acido levulinico