L’OTTOCENTO PREMESSA - Col la RIVOLUZIONE INDUSTRIALE il progresso tecnologico e scientifico ebbe un’impennata e dall’Inghilterra si diffuse in breve in tutta Europa e nelle colonie, ma originò la “questione sociale”. PARTITI SOCIALISTI, MARX E IL MARXISMO. Nel corso dell’ Ottocento le condizioni delle classi proletarie migliorarono notevolmente. - La RIVOLUZIONE AGRARIA favorì l’aumento della produzione determinato sia dall’abolizione degli obblighi dei contadini sia dal miglioramento delle tecniche di coltivazione; grande impulso venne dato anche dall’uso di nuove macchine agricole e dai prodotti fertilizzanti. La medicina progredì notevolmente e l’igiene consentì di ridurre la mortalità infantile. La popolazione aumentò notevolmente. 1. L’EPOCA NAPOLEONICA Napoleone sconfisse Austriaci e Piemontesi in Italia settentrionale Trattato di CAMPOFORMIO: l’Austria perse la Lombardia, ma ottenne Venezia, il Regno di Sardegna perse Nizza e la Savoia, lo Stato Pontificio l’Emilia Romagna Napoleone si presentava come “liberatore” dei popoli oppressi. Nei territori conquistati nacquero le “REPUBBLICHE SORELLE” (Italia, Olanda) sottomesse alla Francia Per danneggiare l’unico nemico rimasto: l’Inghilterra, Napoleone avviò la CAMPAGNA D’EGITTO. I Francesi sconfissero i Turchi ai piedi delle Piramidi. Napoleone occupò Il Cairo, ma la flotta inglese, comandata da Nelson, distrusse le navi francesi ad Abukir 1802 Napoleone console a vita – 1804 Imperatore Stato autoritario, centralizzato ed efficiente - abolizione dell’Ancien Régime - accordo con la Chiesa (CONCORDATO), - numerose riforme in campo economico, educativo e sociale (CODICE NAPOLEONICO) Ponendo a capo degli Stati sottomessi un membro della sua famiglia controllò gran parte dell’Europa Per danneggiare l’Inghilterra BLOCCO CONTINENTALE (divieto di commercio con Inghilterra) contrabbando reazione della Russia sconfitta di Napoleone (1813 - battaglia di Lipsia) esilio all’Elba rientro in Francia (100 giorni) SCONFITTA DEFINITIVA A WATERLOO (18 giugno 1815) esilio a Sant’Elena 2. LA RESTAURAZIONE La Rivoluzione francese e l’età napoleonica trasformarono profondamente l’Europa - sul piano sociale eliminati privilegi di nobiltà e clero - sul piano politico abolita monarchia assoluta - sul piano territoriale modificati i confini degli Stati: fine del Sacro Romano Impero e del dominio austriaco in Italia - sul piano ideologico si affermano nuovi ideali: nazione e patria 1814-1815: CONGRESSO DI VIENNA decise la nuova divisione politica dell’Europa in base a due principi: - principio di LEGITTIMITÀ ogni Stato tornò al proprio sovrano - principio di EQUILIBRIO nessuno Stato doveva rafforzarsi troppo rispetto agli altri RESTAURAZIONE FAVOREVOLI: CONSERVATORI E REAZIONARI CONTRARI: LIBERALI, DEMOCRATICI E PATRIOTI Italia risulta divisa in molti Stati POLITICA ESTERA: - nuova alleanza tra Stato e Chiesa (ALLEANZA fra TRONO e ALTARE) - principio d’INTERVENTO SANTA ALLEANZA tra gli Stati che avevano sconfitto Napoleone Aderirono: Russia, Prussia, Austria e in seguito Inghilterra (QUADRUPLICE ALLEANZA) e Francia (QUINTUPLICE ALLEANZA) 3. LE RIVOLUZIONI NAZIONALI E LIBERALI - I MOTI RIVOLUZIONARI Nacquero le SOCIETÀ SEGRETE (CARBONERIA) prima ondata rivoluzionaria MOTI DEL ’20-’21: tutti i moti fallirono, solo la Grecia ottenne l’indipendenza dall’Impero turco Seconda ondata MOTI DEL 1830: il Belgio ottenne l’indipendenza dai Paesi Bassi. Le rivoluzioni fallirono in Polonia e Italia (Ciro Menotti) ITALIA: iniziò il dibattito su come raggiungere l’unità. Tre furono le principali tendenze: - REPUBBLICANA di Mazzini (Giovine Italia – Giovine Europa) e Garibaldi - FEDERALISTA di Carlo Cattaneo (sull’esempio di Svizzera e Stati Uniti) - MONARCHICA di Camillo Benso conte di Cavour (ai Savoia spettava il compito di realizzare l’unità) - 1846-48 fu il biennio delle riforme: politica di Pio IX, lega doganale (Piemonte, Toscana e Stato della Chiesa, Costituzioni (Statuto Albertino). Regno delle due Sicilie: unico a non attuare riforme insurrezione anche Ferdinando II è costretto a concedere la Costituzione Crisi economica determinata da carestia in agricoltura e sovrapproduzione nell’industria massa di disoccupati invase le città. RIVOLUZIONI DEL ‘48: a febbraio la Francia proclama la repubblica fabbriche nazionali – elezioni a suffragio universale maschile. A giugno nuova insurrezione repressa nel sangue nuove elezioni vinte da Napoleone III con un plebiscito NAPOLEONE III si fa proclamare IMPERATORE DEI FRANCESI ogni speranza di cambiamento tramonta. L’ordine è ristabilito. - Austria: Vienna insorge il 13 marzo: Ferdinando I è costretto a soddisfare le richieste degli insorti, poi abdica a favore del figlio Francesco Giuseppe. - La Germania (Berlino) insorse il 10 marzo Assemblea costituente. Moti rivoluzionari scoppiarono a Praga e Budapest. Boemia, Moravia, Slovacchia e Ungheria proclamarono l’indipendenza dall’Impero austriaco. - Italia: Cinque giornate di Milano (18-23 marzo) ritiro di Radetzky nel Quadrilatero prima guerra d’indipendenza TUTTI I MOTI FALLIRONO IN EUROPA AVEVANO VINTO LE FORZE CONSERVATRICI, MA ORMAI GLI IDEALI DI LIBERTÀ E DEMOCRAZIA NON POTEVANO PIÙ ESSERE REPRESSI CAVUOR guida l’ITALIA all’unità: partecipazione alla guerra di Crimea a al Congresso di Parigi – Accordi di Plombières con Napoleone III – seconda guerra d’indipendenza – Italia centrale annessa al Regno di Sardegna attraverso plebisciti – spedizione dei Mille – Teano 17 MARZO 1861: proclamazione del REGNO D’ITALIA con a capo Vittorio Emanuele II (vedere anche PUNTO 6) BISMARK guida la PRUSSIA verso l’unità della futura Germania attraverso due guerre: contro l’Austria (Sadowa 1866) e contro la Francia (Sedan 1870) NEL 1871 NASCE IL SECONDO REICH FRANCIA: insurrezione popolare (COMUNE DI PARIGI) per le pesanti condizioni di pace imposte dalla Prussia. La Comune fu il primo governo socialista della storia. Durò solo due mesi settimana di sangue Francia tornò ad essere una sola nazione 4. L’ITALIA DOPO L’UNITÀ PROBLEMI da affrontare: diversità regionali, analfabetismo, rete ferroviaria, completamento dell’unità (Veneto, Lazio, Trentino e Friuli) DESTRA STORICA (1861-1876) esponenti: Bettino Ricasoli, Urbano Rattazzi, Quintino Sella, Marco Minghetti, Stefano Jacini e Emilio Visconti-Venosta STATO federale o centralista CENTRALISTA: lo Statuto Albertino fu esteso a tutto il Regno Introdotte: la moneta unica (lira) e stesso sistema di misurazione, la leva obbligatoria, le scuole pubbliche obbligatorie e gratuite (Legge Casati) (destra accusata di piemontesismo) DEBITO PUBBLICO: raggiunto il pareggio nel 1875 grazie a vendita di molte terre del demanio (dello Stato) spesso confiscate alla Chiesa; aumento delle tasse (tassa sul macinato) QUESTIONE MERIDIONALE: problemi del Sud dovuti a industria arretrata, latifondismo, territorio meno fertile di quello della Pianura Padana BRIGANTAGGIO (1861-’65) fu stroncato nel sangue, ma i problemi non vennero risolti - TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA: Italia combatte a fianco della Prussia contro l’Austria (sconfitte italiane di Custoza e Lissa – battaglia navale – vittoria prussiana di Sadowa) ottiene il Veneto - Chiesa cattolica contro lo Stato italiano SILLABO di Pio IX (1864) condanna di tutte le riforme seguite alla Rivoluzione francese - QUESTIONE ROMANA: tentativi di Garibaldi fermati dall’esercito italiano (Aspromonte) e francese (Mentana) nel rispetto delle Convenzione di settembre del 1864 caduta di Napoleone III (sconfitta di Sedan nella guerra franco-prussiana) governo italiano libero di agire 20 sett 1870 i bersaglieri entrarono in Roma (BRECCIA DI PORTA PIA) 1871 Roma capitale LEGGE DELLE GUARENTIGIE: respinta dal papa che continuò a considerarsi “prigioniero in Vaticano” lo Stato del Vaticano verrà poi istituito nel sett del 1929 (Patti Lateranensi) (vedere anche PUNTO 7) SINISTRA STORICA (1876 – 1896) esponenti: Agostino Depretis, Francesco Crispi (liberali eredi di Mazzini e Garibaldi) PROGRAMMA DEL GOVERNO DEPRETIS - allargare il suffragio elettorale riforma elettorale del1882, - eliminare analfabetismo Legge Coppino, - diminuire le tasse tassa sul macinato diminuita e poi abolita nel 1884 - introdurre il protezionismo aumentando tasse doganali - politica interna: il trasformismo (passare da un partito all’altro) corruzione - politica estera: TRIPLICE ALLEANZA (Italia, Austria e Germania) che rimarrà valido fino alla vigilia della prima. COLONIALISMO: tentativi di conquista dell’Eritrea (massacro di Dogali) GOVERNO CRISPI - sostenitore di uno “STATO FORTE” approvò il Codice Zanardelli abolì pena di morte, consentì libertà di sciopero, ma represse moti popolari (Fasci siciliani) - in economia introdusse il PROTEZIONISMO per favorire triangolo industriale nascente, ma danneggiò il Sud del Paese - POLITICA COLONIALE molto aggressiva: puntò a estendere il dominio italiano su tutta l’Eritrea, la Somalia e l’Abissinia sconfitta di Adua dimissioni di Crispi crisi di fine secolo Crispi fu sostituito da Di Rudinì pace con l’Abissinia Crebbero le difficoltà economiche tumulti a Milano per il prezzo del pane intervento del generale Beccaris Umberto I approvò le violenze di Beccaris l’anarchico Gaetano Bresci uccise il re (Monza, 29 luglio 1900) Vittorio Emanuele III, nuovo re d’Italia, chiama al governo Zanardelli affiancato da Giovanni Giolitti (ministro degli Interni) ETÀ GIOLITTIANA 5. LE GRANDI QUESTIONI INTERNAZIONALI SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (Europa e Stati Uniti dopo il 1870) - nuove invenzioni produzione di massa l’importanza delle materie prime spinge all’Imperialismo - catena di montaggio - società di massa si diffonde la democrazia – sindacati – questione femminile (suffragette, emancipazione femminile) - dibattito politico Stato liberale – divisione dei tre poteri – nascono nuovi partiti (socialisti, comunisti, cattolici, anarchici o libertari) LA I E LA II INTERNAZIONALE (Inghilterra e Francia) partiti socialisti in difesa dei lavoratori. IMPERO RUSSO: situazione di arretratezza delle campagne Alessandro II abolì la servitù della gleba. Situazione dell’industria migliorò grazie all’appoggio di capitali stranieri (Francia, Germania e Gran Bretagna) – movimento socialista bolscevìchi e menscevìchi contro assolutismo del regime zarista IL COLONIALISMO: colonie di popolamento e di sfruttamento lotta per l’indipendenza (America Latina e Messico) dalla politica coloniale all’imperialismo:ogni grande potenza voleva creare un proprio impero coloniale per motivi economici, politici (nazionalismo) e culturali. Oltre all’Europa l’imperialismo interesso anche Stati Uniti e Giappone STATI UNITI: conquista del W EST - GUERRA DI SECESSIONE (1861-1865) tra nordisti e sudisti vinse il nord la schiavitù venne abolita, ma iniziò la segregazione razziale 6. L’ITALIA DAL 1848 ALL’UNITÀ LA POLITICA INTERNA DI CAVUOR Dopo il fallimento dei moti del 1948 tutti gli Stati italiani attuarono una dura repressione. Solo il Regno di Sardegna preferì un cauto riformismo: lo Statuto Albertino fu mantenuto e le leggi Siccardi abolirono alcuni privilegi della Chiesa. La prima presidenza del Consiglio (1852) di Camillo Benso conte di Cavour fu il risultato di un accordo (il connubio) con l’opposizione di centro-sinistra di Rattazzi. Da questo momento si instaurò una prassi contraria alle previsioni dello Statuto: le maggioranze, godendo di un’ampia base parlamentare, imposero al re la scelta del governo. Cavour era liberale e liberista. Estimatore della monarchia costituzionale britannica, rifiutava il conservatorismo reazionario e l’ingerenza della Chiesa nella gestine della cosa pubblica. Egli fece del Piemonte la regione più evoluta d’Italia: ciò gli valse l’ammirazione di molti patrioti. Inoltre il fallimento di molte iniziative insurrezionali dei democratici (come quella organizzata di Mazzini a Milano e quella di Pisacane a Sapri) avvicinò l’opinione pubblica alla sua via, moderata e filosabauda, per giungere all’unità d’Italia. ▪ LA POLITICA ESTERA DI CAVOUR Cavour, inizialmente, cercava l’espansione del Regno di Sardegna nel nord d’Italia: il nemico era quindi l’Austria e la Francia era l’alleata ideale. Cavour partecipò alla guerra di Crimea, a fianco d’Inghiterra e Francia, per poter approfittare della conferenza di pace di Parigi e dare rilievo europeo alla questione dell’unità d’Italia. Nel 1858 Napoleone e Cavour strinsero gli Accordi di Plombières, che prevedevano l’aiuto francese al Regno sabaudo, ma solo in caso di attacco austriaco. Cavour provocò l’attacco austriaco: iniziò così la seconda guerra d’indipendenza (1859). Il comando delle operazioni fu assunto da Napoleone III. Una serie di vittorie permise l’annessione di Toscana ed Emilia al Regno di Sardegna, ma a sorpresa Napoleone III, temendo un eccessivo rafforzamento del Piemonte e l’intervento di Prussia e Russia a fianco dell’Austria, firmò l’armistizio di Villafranca con l’Austria. Il Piemonte otteneva la Lombardia, l’Emilia e la Toscana, ma cedeva Nizza e la Savoia così come stabilito dagli accordi di Plombières. ▪ LA SPEDIZIONE DEI MILLE Intanto il malcontento popolare dell’Italia del Sud cresceva: per questo Garibaldi organizzò la “spedizione dei Mille”. Partito con 1070 volontari da Quarto, sbarcò a Marsala, l’11 maggio 1860. in pochi giorni i garibaldini, appoggiati dai siciliani, ottennero importanti successi contro l’esercito borbonico. Le terre venivano conquistate in nome di Vittorio Emanuele II. Garibaldi aveva bisogno il consenso della classe dirigente: per questo le rivolte dei contadini, che speravano in un’equa distribuzione delle terre, furono duramente represse. I Mille arrivarono a Napoli e costrinsero Francesco II alla fuga. Cavour, che in un primo momento non aveva ostacolato la spedizione dei Mille, inviò l’esercito sabaudo a sud temendo: - la proclamazione di una repubblica nelle terre conquistate; - l’intervento francese nel caso in cui Roma fosse stata occupata. L’esercito occupò Umbria e Marche. In tutti i territori, l’annessione al Regno di Sardegna, fu approvata attraverso dei plebisciti. Garibaldi sconfisse nella battaglia del Volturno l’ultima resistenza borbonica e il 21 ottobre fece indire il plebiscito che sancì l’annessione all’Italia del Regno delle Due Sicilie. Il 26 ottobre nell’incontro di Teano Garibaldi salutò Vittorio Emanuele come re d’Italia. IL 17 MARZO 1861 SI RIUNÌ A TORINO IL PRIMO PARLAMENTO NAZIONALE E VITTORIO EMANUELE II FU DICHIARATO PRIMO RE D’ITALIA. Cavour morì il 6 giugno. 7. IL COMPLETAMENTO DELL’UNITA’ D’ITALIA Nel 1861 Veneto, Trentini, Friuli Venezia Giulia, Lazio e soprattutto Roma non facevano ancora parte del Regno d’Italia. Mentre mazziniani e garibaldini sollecitavano la conquista armata di Roma, la Destra storica era contraria: temeva le reazio ni della Francia, cattolica e schierata con il papa. Si cercò allora l’accordo: con la Convenzione di Settembre (1864) l’Italia s’impegnò a difendere lo Stato pontificio in cambio del ritiro delle truppe francesi da Roma. La capitale venne spostata da Torino a Firenze in segno di rinuncia a Roma. Nel 1866 l’Italia affiancò la Prussia nella guerra contro l’Austria. La Terza Guerra d’Indipendenza, nonostante le sconfitte italiane a Custoza e Lissa, venne vinta dagli Italo-Tedeschi grazie alla vittoria prussiana a Sadowa. Mentre la guerra volgeva al termine, il 21 luglio 1866, Garibaldi conquistò, alla testa dei suoi uomini, l’abitato di Bezzecca. Con questa vittoria era aperta la strada per Trento, ma la guerra terminò dopo pochi giorni per cui Garibaldi ricevette l’ordine di sospendere le operazioni e di abbandonare il territorio occupato. Fedele al suo innato senso di disciplina, Garibaldi rispose telegraficamente “Obbedisco” (9 agosto 1866). Con la pace di Vienna l’Italia ottenne il Veneto. I mazziniani e i garibaldini si riorganizzarono per liberare Roma. Garibaldi, penetrato con 3000 volontari nello Stato Pontificio, si scontrò con i francesi a Mentana e fu sconfitto. Solo successivamente alla caduta del Secondo Impero francese l’esercito italiano poté entrare in Roma, che venne annessa al Regno d’Italia. (1870). Pio IX respinse la legge delle”guarentigie”(le garanzie offertegli dallo Stato italiano, come l’ex territorialità del Vaticano) e con il non expedit vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana, aprendo una profonda frattura tra il mondo cattolico e quello laico.