ANNO NUOVO ACQUARIO NUOVO CON IL NUOVO ANNO L’ACQUARIO CAMBIA SCENE E OSPITI (e diventa un punto di aggregazione della scuola) Il nostro Matteo, sempre più ingegnoso ha sistemato le pietre vive in modo diverso così da offrire più tane e ripari ai nuovi ospiti. La tana principale è una piccola caverna sormontata dalle madrepore che in questi mesi si sono perfettamente ambientate e hanno iniziato a colonizzare anche altre pietre. Un nuovo tipo di Caulerpa, la C. racemosa , occupa la sommità della Cladocora caespitosa tra i cui polipi staziona una bellissima ascidia rossa che apre i sifoni mostrando le chiazze bianche. In pochi mesi le piantine di Caulerpa si sono moltiplicate, gettando stoloni tutt’intorno: sembrano una vera e propria prateria nella quale gli ospiti marini si muovono a loro agio, nascondendosi, mimetizzandosi, pronti all’agguato o alla difesa. Il cibo viene fornito ogni tre giorni, polpa di cozze per tutti, intera per la murena, sminuzzata per i tordi, resa poltiglia per i coralli, i molluschi, gli echinodermi e i gamberetti. Il gruppetto degli appassionati s’ingrandisce, molte foto sono state fatte dagli alunni della 3G, ma anche da altri studenti. Un grazie a tutti! Ecco come appare oggi il nostro acquario Dopo tre giornate di pesca e raccolta, tra dicembre e gennaio, l’acquario si è popolato di due tordi, un paguro Bernardo, diverse chiocciole, un granchio ragno, una murena che convivono con le stelle, il riccio di profondità e il magnifico spirografo giallo. Video 1 Un fiore che si apre? No è il ciuffo dello spirografo, in pratica la bocca con la quale filtra l’acqua alla ricerca del plancton, che esce dal tubo chitinoso nel quale vive il verme. Video 2 Ti guarda negli occhi il Paguro Bernardo (Pagurus bernhardus), con il suo carico di attinie: Le attinie (Calliactis parasitica) Non è la stella la protagonista di questo scatto, ma la sfuggente Muraena helena con la bocca spalancata pronta a sferrare il temibile attacco. Lo sappiamo tutti vero che la murena è un pesce e non un serpente? Ha la forma di un serpente ma è un pesce dell’ordine degli anguilliformi perché non ha le pinne pettorali e ventrali mentre quelle dorsali, caudali e anali sono unite tra loro così da formare un’unica pinna continua. Ha una bocca grande con denti appuntiti e rivolti all’indietro. Il suo morso è molto doloroso e… attenti alle dita!!! Il granchio ragno è abilissimo nel mimetizzarsi tra le “foglie” di Caulerpa prolifera e Caulerpa racemosa. Ed ecco l’ascidia Styela canopus sulla pietra viva tra i polipi e le caulerpe. Si vedono bene i due sifoni, quello inalante (con cui aspirano le particelle organiche dall’acqua) e quello esalante (per il deflusso dell’acqua priva delle particelle trattenute all’interno per la nutrizione) Allo stadio larvale, l’ascidia presenta la notocorda, la struttura da cui deriva la colonna vertebrale dei vertebrati. Per questo motivo le ascidie sono poste tra i Cordati come i pesci, gli anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi. Durante la metamorfosi, la notocorda (insieme alla coda e al tubo neurale) viene riassorbita. Schema dell’organizzazione di un’ascidia adulta (dopo la metamorfosi) Le ascidie allo stadio adulto sono ermafrodite e sessili (vivono cioè ancorate ad un substrato), mentre nello stadio larvale assomigliano a dei girini e sono pelagiche (vivono cioè in mare aperto), ma dopo un breve periodo aderiscono ad un substrato trasformandosi nell’adulto bentonico (che vive cioè a stretto contatto con il fondale). Una chiocciola di mare (gasteropode) passeggia sul vetro dell’acquario alla ricerca di piccole particelle di cibo (è una pulitrice perfetta). A sinistra, tra i cavi elettrici, si vede lo spirografo senza il ciuffo, tutto rinchiuso nel tubo di chitina quest’ultimo è ormai privo di concrezioni diventate ottimo cibo per il riccio e per le stelle marine. Sotto la foto c’è uno schema della organizzazione di un gasteropode. Altre due immagini del paguro Bernardo Si vedono nel dettaglio i tentacoli dell’attinia e le concrezioni del guscio: le loro dimensioni sono confrontabili con quelle dei granelli di sabbia. Domanda di fisica: Qualcuno sa spiegare perché i granelli di sabbia più grandi sono situati soprattutto nella parte superiore e quelli più piccoli si trovano via via verso il fondo dell’acquario? Ma torniamo al nostro acquario. In questi mesi è stata colonizzata un’altra pietra, a conferma che i valori di pH, salinità, temperatura, nitriti e nitrati sono ottimi (cambiamo l’acqua circa due volte al mese, proprio per salvaguardare la salute dei nostri ospiti): tra le alghe rosse si vede, molto ingrandito, un piccolissimo polipo: sarà un altro esacorallo o un ambitissimo ottocorallo? Ben mimetizzato con la roccia e con le lamine di Caulerpa prolifera, ecco il granchio ragno (Inachus phalangium) ripreso con il flash. Questo granchio presenta un caratteristico carapace triangolare e di solito vive in simbiosi con l’anemone di mare, ma è ben adattato anche nel nostro acquario dove si ciba delle particelle organiche. Sullo sfondo il tubo dello spirografo (il verme è ben rintanato al suo interno) Il granchio ragno ripreso senza flash, quasi impossibile vederlo dal vivo! Si notano i peli che gli ricoprono il corpo La Cladocora caespitosa (un esacorallo coloniale) è in pieno sviluppo, sempre per le buone condizioni dell’acqua. Si vedono i piccoli polipi con i tentacoli aperti e lo scheletro calcareo che sostiene la colonia. Nella foto sono ben evidenti gli stoloni e le strutture fotosintetiche (“foglioline”) della Caulerpa racemosa. Sotto, dentro la tana, c’è la murena. Sequenza dell’uscita dal tubo della corona tentacolare dello spirografo: I tentacoli servono per la respirazione e per la cattura del cibo, è infatti un animale filtratore che filtra e trattiene le particelle di cibo proprio grazie ai tentacoli a spirale. Alla base della corona si trovano due ocelli sensibili alla luce, al suo variare il verme ritira la corona nel tubo. Disegni di Haeckel di policheti marini Ecco come lo spirografo appare fuori dal tubo. I segmenti in cui è suddiviso il corpo sono detti metameri. Il tubo è formato dallo stesso verme ed è di consistenza pergamenacea di solito rinforzato con conchiglie e fango.