Sintesi della posizione ecclesiale delle coppie in situazioni difficili o irregolari Si constata che c’è molta confusione, «non conoscenza» del pensiero della Chiesa. Per questo, non conoscendolo, non lo si capisce, non lo si accetta e si rifiuta la Chiesa e si usa «il fai da te»... Il BENE sommo e irrinunciabile della Chiesa è «salvare», aiutare e sostenere le coppie che pur essendo in situazioni di difficoltà fanno di tutto per rimanere unite e fedeli all’unico sacramento del Matrimonio ― che non è semplicemente un fatto strettamente personale ― e così assicurare ogni protezione e sicurezza e il meglio ai figli. Ammissione ai sacramenti SI Ufficio del padrino SI Ministeri ecclesiali SI Separati NON risposati e NON conviventi Divorziati NON risposati SI SI SI e NON conviventi Divorziati Risposati NO NO* NO** Sposati solo civilmente NO NO* NO** Conviventi NO NO* NO** * testimone di nozze formalmente possibile, ma inopportuno e da evitare ** neppure membro del Consiglio Pastorale • Lettera Diocesana in sezione attività Diocesane: www.parrocchiavaldengo.it • Questo «Notiziario» è scaricabile su: www.comune.muzzano.bi.it 6/2014 seguire i prossimi lavori del Sinodo sulle famiglie con grande interesse. È un discorso di Chiesa e di Magistero, senza atteggiamenti né faciloni né rigidi. La Chiesa deve cercare la fedeltà al Signore Gesù e all’Evangelo con cuore sempre materno. La recente Enciclica di Papa Francesco, Lumen fidei, parla della famiglia nel suo legame con la fede che rivela “quanto possono essere saldi i vincoli tra gli uomini quando Dio si rende presente in mezzo ad essi” (n. 50) e aggiunge: “il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso innanzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dalla accettazione della bontà e della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno d’amore. Fondati su questo amore, uomo e donna, possono promettersi l’amore mutuo con un gesto che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla persona amata… La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che questo amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità” (n. 52-53). Questa lunga citazione di Papa Francesco merita di essere meditata a lungo, perché è proprio una sintesi della bellezza del matrimonio in relazione alla fede». (dalla Lettera pastorale 2014, continua su altri argomenti…) Parrocchia di Sant’Eusebio Muzzano BI 340.0618102 [email protected] ORARI SANTE MESSE • FESTIVE: in Parrocchia sabato ore 18; domenica ore 10,30; dai Salesiani ore 9,30 • FERIALI di solito mercoledì e venerdì al Margone ore 18,00 Giugno 2014 1D 10,30 4 Mc 18,00 3 Gv 18,00 Adorazione 6 Vn 18,00 1° Venerdì 7 Sb 18,00 Def. Maria Milvia Pozzati Carrari, trig. 8D 10,30 Def. Franco Pozzo 11 Mc 18,00 S. Barnaba, apostolo 13 Vn 18,00 S. Antonio di Padova 14 Sb 18,00 15 D 10,30 18 Mc 18,00 20 Vn 18,00 21 Sb 18,00 22 D ---- 25 Mc 18,00 27 Vn 18,00 28 Sb 18,00 29 D 10,30 Ascensione del Signore Pentecoste Ventennale del Centro Incontri Deff. Giovanni, Adelma e Lino SS. Trinità Deff. Luigi e Don Giuseppe P. A conclusione della Messa: Processione Eucaristica Pellegrinaggio annuale OROPA Corpus Domini S. Cuore di Gesù Ore 11 Matrimonio a Margone Def. Norma Caruso Nichele Def. Mario Mosso Ss. Pietro e Paolo La Chiesa si muove… «… non sono venuto per i sani, ma per i malati» (Mt 9,12) Carissimi Muzzanesi e Amici, siamo alla conclusione di un impegnativo anno di scuola: alcuni dei nostri ragazzi hanno ora gli esami, per gli altri è necessario inventarsi un’occupazione… Anche il cammino catechistisco viene sospeso, ma non la vita cristiana. Iniziano le partenze per il mare o i monti, e qui da noi arrivano tanti villeggianti che con la loro fede ci potranno essere di sprone, come noi lo dovremmo essere dove andremo. Abbiamo, quindi, una responsabilità di accoglienza e un dono da dare. Continuiamo la riflessione sulla famiglia. Non è facile sintetizzare argomenti impegnativi. Ci vuole molta prudenza. Lasciamoci provocare a pensare convinti che qualcosa non sappiamo o ci sfugge… Il primo Sinodo del pontificato di papa Francesco sarà dedicato alla famiglia. E sarà un Sinodo straordinario, modalità finora utilizzata solamente altre due volte, nel 1969 (sinodo sulle conferenze episcopali) e nel 1985 (sui 20 anni del Concilio). La data (dal 5 al 19 ottobre 2014: Paolo VI sarà beato) e il tema: «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». In sostanza il Sinodo ha un orizzonte più ampio della questione dei divorziati risposati. «Il problema ― ha detto il Papa ― non si può ridurre soltanto» al fatto se si possa «fare la Comunione o no, perché chi pone la questione soltanto in quei termini non capisce qual è il vero problema». «Non sono scomunicati», sono cristiani in sofferenza. «Ai Divorziati Risposati ― disse Benedetto XVI ― dobbiamo dire che la Chiesa li ama, questi fedeli devono vederlo e sentire che realmente facciamo qualcosa per aiutarli» e inoltre: «Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica, vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità e auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza» (Milano, giugno 2012). Divorziati risposati… quale pastorale fare in questo caso. «Bisogna sempre considerare la persona… ― dice Papa Francesco ―. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia». È con dolore e partecipazione che siamo chiamati, come Chiesa, ad affrontare sempre di più questi temi. Non sono facili e i mezzi di comunicazione non ci sono assolutamente di aiuto. Si ridicolizza, si semplifica… quando non si accusa la Chiesa e i suoi responsabili di ostinazione e arretratezza. Nessuno, e vale per tutti, è padrone dei Sacramenti. Essi ci sono dati da Cristo. Dobbiamo riferirci a lui. Ascoltarlo, interrogarlo... Preghiamo e… leggiamo il Vangelo! E con maggiore serietà e prudenza accostiamoci a questo dolore. Grazie… Don Michelangelo, don Marino e le Comunità L’amore ferito/2 Finendo quanto riportato nel Notiziario di maggio in cui il Vescovo Gabriele nella lettera pastorale 2014-15 chiariva le parole-contenuti: convivenza, matrimonio civile, separazione, annullamento, divorzio ― scrive: • Divorzio con successiva nuova convivenza o nuovo matrimonio civile. Il tema è molto delicato, per la chiesa questa situazione è grave. A molti pesa l’esclusione dai sacramenti. Innanzi tutto la chiesa deve mostrare accoglienza e misericordia con un accompagnamento nella fede e nella preghiera. Il desiderio manifestato di essere assolti e di accedere alla Comunione eucaristica è in sé cosa buona, ma bisogna purificare il desiderio dalla ricerca di approvazione e dalla rivendicazione della Comunione come un diritto. La Comunione eucaristica non è per nessuno un diritto. Ma sempre e soltanto un dono, senza dimenticare che il digiuno eucaristico può avere anche un significato terapeutico penitenziale. In un famoso incontro di Papa Benedetto XVI con il Clero di Aosta, rispondendo a braccio alla domanda di un presbitero, riassumeva il problema nei termini di “un sacramento celebrato senza fede”. Diceva il Papa: “Sappiamo tutti che questo è un problema particolarmente doloroso per le persone che vivono in situazioni dove sono esclusi dalla Comunione eucaristica e naturalmente per i sacerdoti che vogliono aiutare queste persone ad amare la Chiesa, ad amare Cristo. Questo pone un problema. Nessuno di noi ha una ricetta fatta, anche perché le situazioni sono sempre diverse. Direi particolarmente dolorosa è la situazione di quanti erano sposati in Chiesa, ma non erano veramente credenti e lo hanno fatto per tradizione e poi trovandosi in un nuovo matrimonio non valido si convertono, trovano la fede e si sentono esclusi dal Sacramento. Questa è realmente una sofferenza grande e quando sono stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ho invitato diverse Conferenze episcopali e specialisti a studiare questo problema: un sacramento celebrato senza fede. Se realmente si possa trovare qui un momento di invalidità perché al sacramento mancava una dimensione fondamentale non oso dire. Io personalmente lo pensavo, ma dalle discussioni che abbiamo avuto ho capito che il problema è molto difficile e deve essere ancora approfondito. Ma data la situazione di sofferenza di queste persone, è da approfondire. Non oso dare adesso una risposta” (25 luglio 2005). Il 26 gennaio 2013 lo stesso Papa Benedetto XVI in uno dei suoi ultimi discorsi affermava: “Il patto indissolubile tra uomo e donna, non richiede, ai fini della sacramentalità, la fede personale dei nubendi; ciò che si richiede, come condizione minima necessaria, è l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa. Ma se è importante non confondere il problema dell’intenzione con quello della fede personale dei contraenti, non è tuttavia possibile separarli totalmente … Circa tale problematica, soprattutto nel contesto attuale, occorrerà promuovere ulteriori riflessioni… Con le presenti considerazioni, non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidità dell’unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal momento che il riferimento all’ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale (cf. Gn 2,24 )”. Papa Francesco desidera continuare la riflessione su questo tema. Dobbiamo