I papi e la scienza nell`epoca contemporanea

“I papi e la scienza” ( Jaca Book) è un volume curato dal Vescovo
Marcelo Sanchez Sorondo - Cancelliere della Pontificia
Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali - dove sono
raccolti i discorsi sulla scienza che i papi hanno tenuto negli ultimi
cento anni. Sono pagine interessantissime con opinioni tra le altre
di Pio XI, Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Discorsi e riflessioni sulla condizione scientifica dell’uomo
contemporaneo, sul rapporto tra fede e ragione, sul ruolo centrale
della persona umana. Il compito di questa prestigiosa accademia
pontificia che ha la sua sede nella cinquecentesca casina di Pio IV
nei giardini vaticani, è quello di promuovere un dialogo e ricercare
la verità a favore di una conoscenza sempre più profonda della
realtà. Fondata nel 1936, da circolo di studiosi in gran parte attivi
nei confini dell’antico Stato Pontificio è divenuta negli anni uno
strumento essenziale per il dialogo con il mondo della ricerca
scientifica al punto da essere definita “ il senato scientifico della
chiesa”.
Quante volte abbiamo sentito parlare di scienza e fede! Spesso
l’interesse dei media si è concentrato maggiormente su argomenti
specifici quale il caso Galileo e il darwinismo. Quest’anno poi si
celebra il quattrocentesimo anniversario dell’uso del cannocchiale
per l’osservazione astrofisica da parte di Galileo Galilei. Un
aspetto forse poco conosciuto del Servo di Dio Giovanni Paolo II
è il suo rapporto con la scienza. Egli riabilitò Galileo- perché la
sua ricerca non era contro la fede ma finalizzata a comprendere
meglio le leggi della natura creata da Dio- e diede lustro
all’Accademia Pontificia delle Scienze nominando studiosi famosi
e i migliori rappresentanti internazionali delle varie discipline
indipendentemente dal proprio credo religioso.
Già nel 1996 Papa Wojtyla dedicò con l’Accademia una giornata
intera al tema del darwinismo concludendo che non vedeva
problemi nell’accettare la teoria dell’evoluzione. Anche se
nessuna persona colta può negare che esiste un “continuo” tra tutti
gli esseri viventi…tuttavia nessuno scienziato è in grado di
affermare quando si sia verificato il salto fra il non-uomo e l’uomo
come afferma il fisico Nicola Cabibbo. La Chiesa pensa che ad un
certo punto l’uomo ricevette l’anima divenendo così un animale
assolutamente unico . Con il termine anima si intende l’elemento
spirituale dell’uomo. Giovanni Paolo II sapeva bene però che
questa affermazione è metafisica piuttosto che scienza.
Rimane il fatto che il dialogo tra scienza e fede è un grande
dovere. Per Wojtyla la verità scientifica, di per sé partecipazione
alla verità Divina, può aiutare la filosofia e la teologia a
comprendere sempre più la persona umana e la Rivelazione di Dio
sull’uomo, compiuta e perfezionata in Gesù Cristo.
Benedetto XVI è il papa di questi nostri tempi profondamente
segnati dall’influsso della scienza. In più occasioni Papa Ratzinger
ha avvertito che la scienza non deve confinare Dio e la fede nella
sfera privata. Il Santo padre non ha detto però scegliete tra la
scienza e la fede ma ci ha messo in guardia dal limitare l’uso della
ragione al solo metodo scientifico. In un certo senso egli afferma
che la scienza deve superare se stessa e la verifica dello
sperimentabile. Perché essa è capace di molto di più. La proposta
del pontefice è quindi una scienza al servizio dell’uomo e non
l’uomo al servizio della scienza.
Chi afferma che la Chiesa non è aperta al mondo sbaglia, perché
essere aperti non vuol dire seguire le mode del momento ma
piuttosto saper dare ragione delle proprie idee e scelte.