1) Prendete una pianura molto fertile con coltivazioni quasi uniche, con un microclima
favoloso con un’agricoltura conosciuta in tutta Italia.
2) Decidete di cambiare l’agricoltura con qualcosa che renda più denaro a breve periodo
magari la coltivazione di fiori.
3) Affidatevi a esperti in colture intensive con la passione per la chimica.
E voilà la tragedia è fatta, ecco a voi ALBENGA un posto dove una volta la coltivazione del
carciofo era famosissima e l’asparago violetto era unico in Italia. Ora è così:
La coltivazione intensiva dei fiori ha di fatto sconvolto il territorio nella piana di Albenga.
Il disastro era cominciato negli anni 80 quando giganteschi incendi dolosi a scopo di speculazione
edilizia distrussero le colline circostanti ricche di vegetazione mediterranea. Da allora la
vegetazione non si è più formata e il microclima della piana e cambiato.
L’edilizia incontrollata ricopre ogni millimetro di spazio. Si utilizzano teloni per impedire la
crescita delle erbacce e per tenere calda la pianta in questo modo si crea una impermeabilizzazione
del terreno sottostante.
Così in caso di pioggia l’acqua non penetra nella falda ma scorre via immediatamente. La terra
isolata dalla luce e dalla pioggia lentamente si trasforma in sterile e anche per colpa dei grandi
quantitativi di fertilizzanti chimici che bruciano letteralmente il terreno si vede già la
trasformazione in deserto.
La coltivazione è talmente intensiva che crea anche la saturazione del mercato e centinaia di piante
vengono abbandonate e così il degrado avanza.
La mancanza di precipitazioni di questi ultimi anni avrebbe dovuto farci ragionare su come
utilizzare la poca acqua che ci rimane.
Invece si è fatto di tutto per rendere il terreno impermeabile con doppio danno: la mancanza di
penetrazione di acqua nella falda e un incredibile pericolo di alluvione in caso di piogge intense.
Visto che ultimamente le piogge sono sempre più rare ma intensissime bisognerebbe cercare di
catturare la pioggia e invece la buttiamo in mare. Le serre raccolgono l’acqua e la versano nei
canali, i canali sono stati cementati e l’acqua corre fino al mare senza penetrare.
L’incontrollata speculazione edilizia ruba centinaia di migliaia di metri di terreno.
I fertilizzanti chimici si sciolgono e finiscono nei fiumi dove innescano una formazione
incontrollata di vegetazione sommersa che soffoca completamente tutti i tipi di pesci da fiume.
Entriamo in un circolo vizioso che peggiorerà continuamente: questo tipo di coltivazione
principalmente a talea, (il rametto di una pianta madre viene messo nella terra umida per farlo
germogliare), richiede grandi quantità di acqua e acqua ce ne sarà sempre meno. Inoltre le piante
coltivate sono molto delicate con un impianto radicale molto piccolo, abituate a un ambiente sterile
fertilizzato e perfetto, infatti dopo il trapianto in un terreno normale difficilmente sopravvivono a
lungo.
La cosa contro senso è che tutto questo disastro non è venuto per, che so, coltivare grano e sfamare i
bambini poveri dell’Africa ma per coltivare FIORI:
Che sono sicuramente bellissimi ma chissà se il gioco varrà la candela, cosa ne penseranno i nostri
figli tra venti anni?
Intanto qualcuna ha ben pensato di coltivare molti, moltissimi crisantemi
Chissà se serviranno?
Ciao a tutti STEVA.