2014/09/ 18-19
Notizie
«Popolari, riforma con più spazio ai fondi». Il neo presidente di Assopopolari Caselli: «Il modello è sano, ma va
aggiornato» IL SOLE 24 ORE giovedì 18 settembre 2014 Luca Davi
È un doppio binario quello su cui si sta per inserire il processo di riforma delle banche popolari: il primo, a livello
nazionale, entro questo mese vedrà il varo di un gruppo di lavoro, guidato da Angelo Tantazzi, che «nel giro di sei
mesi dovrà produrre una proposta di autoriforma del settore da presentare a Banca d'Italia». Il secondo, di
respiro europeo, registrerà la costituzione di un tavolo di esperti, sotto l'egida dell'Associazione Europea delle
Banche Cooperative (Eacb), «che dovrà armonizzare il nostro mondo nella cornice della Vigilanza unica». Dallo
scorso luglio Ettore Caselli è subentrato a Emilio Zanetti alla guida dell'Associazione delle banche popolari
italiane. Nella sua veste di numero uno, Caselli – che è anche presidente di Bper – traccia per la prima volta in
un'intervista la road map del futuro e rilancia con forza il tema di una riforma della disciplina di settore.
• Il governatore Ignazio Visco lo ha ripetuto anche all'ultima assemblea dell'Abi: servono nuovi interventi
legislativi per superare l'attuale assetto societario per le popolari. È d'accordo?
Il modello delle banche popolari funziona, e lo dimostra la sempre più ampia partecipazione dei soci alla vita
societaria. Tuttavia non vi è dubbio che qualche innovazione debba essere apportata a livello di governance.
• Che cosa intende?
Dobbiamo trovare una modalità per superare l'applicazione rigida del principio del voto capitario. Penso in
particolare agli istituti popolari quotati in Borsa. E credo che vada riconosciuto un peso maggiore ai soci
istituzionali, senza i quali oggi sarebbe complicato rimanere in piedi. Non possiamo nascondere che, in assenza
del supporto dei fondi di investimento, le banche popolari italiane avrebbero avuto difficoltà a varare la recente
ondata di aumenti di capitale degli ultimi mesi.
• Il modello delle banche popolari è ancora attuale?
Certo. Il nostro è un mondo che funziona, che si è mostrato efficiente anche nelle fasi di crisi e ha continuato a
erogare prestiti nonostante la contrazione degli ultimi anni, svolgendo così una importante funzione anticiclica.
Però qualcosa dobbiamo fare. Oggi ci sono banche popolari dove il peso dei fondi è anche al 30% del capitale.
Dobbiamo riconoscere loro un maggior peso nella governance, pur mantenendo intatto il dna delle banche
popolari, che rimangono vocate al supporto del territorio.
• Si parla da tempo di un processo di autoriforma. Che cosa intendete fare in pratica?
Di fronte a un vuoto normativo, noi ci muoviamo. A fine mese la nostra associazione darà l'incarico a un gruppo
di tre esperti, coordinati dal professor Angelo Tantazzi (oggi alla guida di Prometeia ed ex numero uno di Borsa
Italiana, ndr), di stendere una proposta di modifica sulla governance delle popolari. Nel giro di 5-6 mesi
condivideremo la bozza con Banca d'Italia, a cui ovviamente spetta l'ultima parola. Dopo di che presenteremo il
documento nelle varie sedi istituzionali.
• La sfida sarà sempre più a livello europeo: il mercato sembra andare oramai verso una suddivisione netta
tra Spa e cooperative. Le grandi popolari quotate sono a metà del guado.
Le italiane si trovano con gli stessi problemi di governance delle altre consorelle europee. Per questo partirà a
breve anche un gruppo di lavoro in ambito europeo, sotto l'ombrello dell'Associazione Europea delle Banche
Cooperative (EACB), che avrà il compito di studiare l'impatto delle riforme del sistema bancario unico europeo sul
mondo popolare-cooperativo e di trovare possibili soluzioni.
• A breve arriveranno gli esiti degli stress test. Per le banche italiane è possibile un giro di aggregazioni?
È possibile. Credo che le aggregazioni siano possibili soprattutto per le banche di dimensioni più ridotte. E non è
da escludere un potenziale interesse da parte di banche straniere.
^^^^^^
Popolari in cammino per aggiornarsi senza rinnegare il passato - MF venerdì 19 settembre 2014
L'Associazione di categoria sta per imboccare la strada della stesura di un progetto di autoriforma delle banche
popolari. Meglio tardi che mai. Ciò non significa contestazione dei meriti che le Popolari hanno, per la storica
vocazione al sostegno del territorio, delle industrie minori, del commercio, dell'artigianato, dei servizi in genere,
in una con la protezione del risparmio anche dei piccoli risparmiatori. Né si ritiene esaurita la funzione del
modello cooperativistico, solidaristico e mutualistico: tutt'altro. Ma il rinnovamento normativo è necessario
proprio per preservare i caratteri fondamentali del settore, dismettendo tuttavia quelli non più sostenibili. Dopo
che sono state espresse, nei mesi scorsi, posizioni di singoli esponenti di questo mondo, a cominciare da Gianni
Zonin, presidente della Popolare di Vicenza, non preclusive di una revisione di aspetti della normativa regolatrice
- pag. 1 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
e dopo il lungo dibattito nella Popolare di Milano, ora l'Assopopolari ha costituito un gruppo di studio, presieduto
da Angelo Tantazzi, presidente di Prometeia ed economista stimato per la professionalità e il rigore, con l'incarico
di redigere una bozza di rivisitazione delle Popolari. L'impulso è stato dato da Ettore Caselli, nuovo presidente
dell'Associazione e al vertice della Popolare dell'Emilia, che già in passato aveva manifestato un orientamento
per la riformabilità della normativa delle banche in questione. In definitiva, hanno cominciato a prevalere le
posizioni più illuminate e più attente ai rischi dell'inazione. Appare chiara in queste prime mosse la distinzione tra
le Popolari quotate e le altre. Si tratta di valutare se, per la prima area, debbano esservi integrazioni-attenuazioni
del principio una testa-un voto, se ciò debba essere visto a favore di determinati soggetti quali i fondi, se debba
ampliarsi ancora il numero delle deleghe conferibili per le votazioni, se debbano essere adottate misure ulteriori
per la governance e per la partecipazione dei soci alla vita aziendale e così via. Certo, non tutto il necessario
sarebbe fattibile per la via dell'autoregolamentazione, da sottoporre poi all'approvazione della Vigilanza, in
specie se riguarda i profili societari (le azioni, il loro possesso, i diritti patrimoniali e quelli azionari). Ma una cosa
è avanzare una proposta meditata, che poi abbisogna di una misura legislativa o di altri interventi eteronomi,
altra cosa è rimanere inerti o arroccati contro l'innovazione: cosa che ormai non dovrebbe più accadere. Certo,
non andrebbero neppure eliminate dalla riflessione che sta per essere avviata le ipotesi più nette, quelle cioè
della trasformazione delle Popolari in spa a tutto tondo, raggiunti determinati livelli dimensionali e operativi,
prevedendo, nell'organizzazione delle stesse, la cura degli aspetti cooperativistici oppure dello scorporo dalle
banche di queste potenzialità dell'azienda bancaria allocando la forma della cooperativa nella holding
proprietaria. Occorrerà, inoltre, un raccordo con il mondo delle Popolari a livello europeo. Poi andranno valutate
misure riformatrici anche per le Popolari minori, fatte le dovute distinzioni per grado ed estensione delle
innovazioni. Comunque, e lo diciamo naturalmente con beneficio d'inventario, è importante che gli ormeggi
siano stati sciolti e che la categoria - così appare - si sia decisa a rinnovare ciò che va rinnovato.
^^^^^^
Il Messaggero 17/9/2014
• Abi, scatta la stretta anti-scandali. Via i banchieri non più onorabili - Lo scandalo Carige, a maggio
scorso, ha fatto traboccare il famoso vaso. Dopo l’ennesimo «buco» nella reputazione delle banchieri,
scavato negli ultimi anni anche da casi come Bpm e Mps, il comitato esecutivo dell’Abi ha messo nero su
bianco la svolta. Questione di «onorabilità». Da ora in poi chi siede ai vertici dell’associazione bancaria
verrà sospeso automaticamente qualora raggiunto da «provvedimenti restrittivi della libertà personale».
Un automatismo che non era potuto scattare per esempio nel caso dell’ex presidente della Carige,
Giovanni Berneschi, coinvolto dalla bufera giudiziaria proprio mentre era vicepresidente dell’Abi. La
stretta sulla governance dell’associazione, anticipata dal Messaggero del 17 settembre, è stata deliberata
all’unanimità dal Comitato esecutivo della stessa Abi presieduto da Antonio Patuelli. Ma tra i paletti
inseriti attraverso la modifica dello statuto c’è anche una seconda novità: sarà impossibile da ora in poi
investire un presidente per il secondo mandato in Abi, che sia decaduto dai propri ruoli di comando nella
banca di provenienza. In questo caso si è messa una toppa al paradosso Mussari. A luglio del 2012 era
stata proprio una modifica dello statuto dell’Abi a permettere il secondo mandato a Giuseppe Mussari,
già travolto dalla bufera giudiziaria dello scandalo dei derivati e già fuori da Mps. Infine, a chiudere il
cerchio dell’autoriforma, c’è un ultimo tassello cruciale: i banchieri hanno deciso ieri che «per casi
gravissimi», si può ricorrere anche alla «sospensione preventiva» di un componente del Comitato
esecutivo.
• Germania, sforbiciata delle banche private sulle stime di crescita - (Teleborsa) -Le tensioni in Medio
Oriente e Ucraina hanno eroso la fiducia di imprese e famiglie facendo così rallentare la crescita
dell'economia tedesca. Su tali considerazioni, l'Associazione delle banche tedesche (Bundesverband
deutscher banken) ha tagliato le proprie stime di crescita di Berlino prevedendo un'espansione dell'1,5%
quest'anno a fronte del +1,8% atteso. Nel 2015, il PIL della Germania crescerà dell'1,6% contro il +2%
stimato in precedenza. Nei giorni scorsi, il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, presentando il
rapporto mensile sull'economia tedesca aveva avvertito che i conflitti geopolitici e la debolezza
economica nei principali paesi della zona euro stanno pesando sulla crescita della locomotiva europea.
Parole da cui in molti si aspettano una riduzione delle stime di crescita da parte del governo.
• Fitch: in Italia la deflazione rischia di prolungare la recessione -(Teleborsa) - Crescita a rischio in Italia
per il rischio deflazione. L'agenzia di rating Fitch ha preso il nostro Paese proprio come uno dei casi di
studio per un rapporto sui rischi della deflazione nell'Eurozona, rilevando che uno scenario deflattivo
- pag. 2 di 10 -
2014/09/ 18-19
•
^^^^^
Notizie
potrebbe avere un impatto pesante sulla ripresa economica e sui conti pubblici italiani. Fitch precisa
però che al momento prevede un'economia della zona euro in graduale rafforzamento e capace di
evitare la deflazione, ma che le cose potrebbero presto cambiare a causa dei numerosi rischi esistenti,
tra cui quello deflattivo. Prendendo in considerazione uno scenario per la zona euro “di protratta
deflazione alla giapponese”, in cui l'inflazione scenda al -1% nel 2015 e 2016, per poi assestarsi attorno
allo zero per diversi anni a seguire, si prevede un ritorno alla crescita solo nel 2017. ”Tale scenario
porterebbe probabilmente ad una serie di downgrade, specialmente nella periferia”, si legge nel
rapporto.
Svizzera, vacilla la fiducia degli investitori -(Teleborsa) - Brutte notizie per la Svizzera, dove il numero di
pessimisti sembra prevalere sugli ottimisti. A settembre le aspettative economiche degli investitori sono
tornate negative per la prima volta da gennaio dello scorso anno, a causa soprattutto dell'acuirsi delle
tensioni geopolitiche che stanno incidendo sulla crescita dell'Eurozona. Secondo un rapporto dello ZEW
Institute, l'indice delle aspettative di investitori e analisti è scivolato a -7,7 punti dai 2,5 punti di agosto.
Si deteriora anche l'indice sullo stato attuale dell'economia svizzera, attestandosi a 25,6 punti dai 45 di
agosto. In sintesi molti economisti stanno abbassando le stime di crescita della Svizzera a causa della
debolezza delle esportazioni e alla debolezza degli investimenti nel settore costruzioni.
Yellen: tassi alti solo con la ripresa - La Fed: a ottobre ultimo atto del riacquisto di bond per 15 miliardi di
dollari CORRIERE DELLA SERA giovedì 18 settembre 2014
NEW YORK — La Federal Reserve taglia di altri 15 miliardi gli acquisti di titoli del Tesoro e obbligazioni private sul
mercato e conferma che tra un mese questo strumento espansivo della politica monetaria verrà definitivamente
azzerato e spedito in soffitta, proprio mentre l’Europa inaugura la sua stagione di «quantitative easing». Ma chi si
aspettava elementi più precisi sulla normalizzazione della politica monetaria e un’indicazione temporale su
quando, l’anno prossimo, i tassi d’interesse riprenderanno a salire per la prima volta dall’inizio della crisi
finanziaria, è rimasto deluso. Il vertice dei governatori della (Fomc) di ieri non ha fornito nuovi elementi di
valutazione, anche se il linguaggio, alla fine, è parso a molti più accomodante che nel recente passato: il costo del
denaro deve tornare a salire, certo, ma con molta prudenza perché, anche se il mercato del lavoro Usa continua
lentamente a migliorare, la sottoutilizzazione della forza-lavoro rimane un problema molto serio. Al tempo
stesso l’assenza di rischi dal lato dell’inflazione consente alla Fed di prendersi tutto il tempo che vuole, almeno
dal punto di vista della «temperatura» dell’economia reale. ....... Janet Yellen ha potuto, così, di nuovo indossare i
panni della paladina di una politica monetaria permissiva, anche se alla conferenza stampa che ha seguito le
decisione del Fomc, più che una «colomba», è parsa una sfinge: memore delle scosse che alcuni mesi fa
derivarono da un suo accenno alla possibilità che i tassi tornino a crescere sei mesi dopo la fine della fase di
«quantitative easing», il presidente della Banca centrale Usa ha evitato accuratamente di fornire ai mercati
qualunque elemento sulla tempistica della ripresa del costo del denaro. …...
^^^^^^
Per la Yellen il pericolo è l'Europa - La Fed lascia i tassi d'interesse invariati tra lo 0 e lo 0,25%. Il primo rialzo
resta atteso a metà 2015. Ridotti di 10 miliardi di dollari al mese gli acquisti di asset. E il Qe verrà terminato a
fine ottobre ….... MF-MILANO FINANZA giovedì 18 settembre 2014
^^^^^^
La Fed archivia gli aiuti alle banche - Termina a ottobre il «Quantitative easing» - Rialzo dei tassi Usa previsto
nel 2015 ….. IL SOLE 24 ORE giovedì 18 settembre 2014
^^^^^^
Più liquidità alle banche cinesi - Pioggia di denaro sui cinque maggiori istituti statali. Scartate misure più
drastiche (come il taglio dei tassi) per evitare il rischio di eccessivo indebitamento. Gli analisti però si
aspettano altre mosse MF-MILANO FINANZA giovedì 18 settembre 2014
La banca centrale cinese (PboC, People's Bank of China) inietta 500 miliardi di yuan (81 miliardi di dollari) nelle
cinque maggiori banche statali per contrastare il rallentamento della seconda economia mondiale. Lo ha riferito
un banchiere cinese. Questa mossa mostra come Pechino preferisca continuare a ricorrere a misure mirate,
piuttosto che a interventi su larga scala, per dare una spinta ai conti della Cina. I membri della PboC temono
- pag. 3 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
infatti che azioni di allentamento monetario più drastiche, come ad esempio un taglio dei tassi di interesse,
possano peggiorare il debito e aumentare i rischi nel Paese. La decisione della banca centrale arriva dopo la serie
di dati macroeconomici di agosto che si sono rivelati al di sotto delle aspettative del mercato e che hanno
dimostrato come l'economia cinese stia peggiorando rapidamente, nonostante le misure di stimolo già prese a
inizio anno da Pechino. …... Dopo l'iniezione da 81 miliardi di dollari «ci aspettiamo che i tassi a breve termine e
i rendimenti di lungo periodo scendano, che l'economia ne benefici e che i mercati rispondano positivamente».
La PboC darà prestiti trimestrali per 100 miliardi di yuan ad ognuna delle cinque banche (Industrial & Commercial
Bank of China, China Construction Bank, Agricultural Bank of China, Bank of China e Bank of Communications).
…..
^^^^^
IL SOLE 24 ORE giovedì 18 settembre 2014
• L'istituto si limita al fine tuning (per ora) - La Cina resta lontana. Anche nella politica monetaria. Non
c'è nulla di più diverso, rispetto alle esperienze dei paesi avanzati, dalla strategia della Banca del Popolo
Cinese (Pboc). L'operazione di ieri illustra molto bene le differenze. La Pboc non ha toccato i tassi di
interesse, come ci si aspetterebbe: il sistema finanziario, per quanto profondamente riformato negli
ultimi anni, non sembra ancora sufficientemente maturo per permettere l'uso di quello che è lo
strumento principale - in situazioni normali... - negli Stati Uniti o in Europa. È stata invece iniettata
liquidità, e in modo indiretto, attraverso le cinque grandi banche. Il vero strumento e il vero obiettivo
della banca centrale cinese è infatti l'offerta di moneta, misurata attraverso la massa monetaria M2: la
Pboc intende mantenerne la crescita al 13% annuo (ad agosto ha frenato al 12,8%), in modo da
consentire un'espansione adeguata del Pil nominale (compresa l'inflazione). Non è una ricetta nuova: è
stata utilizzata anche dalla Federal reserve nei primi anni 70, sulla scia delle teorie di Milton Friedman.
Presuppone un legame stretto tra la domanda di moneta e l'attività economica che allora era
riscontrabile negli Usa, ma che si è poi persa. Qualcosa del genere, secondo un recente studio del Fondo
monetario internazionale (Fmi), sta accadendo anche in Cina, ma la Banca del popolo non ha ritenuto
opportuno cambiare il suo cassetto degli attrezzi. L'idea di affidarsi alla quantità di moneta, peraltro, è
stata avanzata di nuovo anche per i paesi avanzati da una scuola di economisti che si definisce
"monetarismo di mercato" e che in questa fase auspica una politica monetaria molto espansiva (lontana
quindi dagli stereotipi che il monetarismo ha visto crescere attorno a sé). …...... La Pboc avrebbe in realtà
potuto scegliere altri strumenti. ….... Non sembra infatti che la Pboc voglia dare il via a un'ampia
manovra espansiva. Le modalità della comunicazione dell'operazione di ieri - un'indiscrezione fornita ad
alcuni giornali - la mancanza di comunicati e conferme ufficiali, sostituiti piuttosto dalla dichiarazione
che la politica monetaria deve essere molto cauta, dà l'idea che Pechino non voglia che le aspettative
degli operatori economici vadano troppo oltre. L'obiettivo è più che altro tecnico - mantenere il ritmo di
crescita di M2 al 13% - e per questo motivo è stato usato uno strumento di "sintonia fine", "fine tuning".
…....
• Campanello d'allarme per il sistema finanziario - Non è un bel segnale, comunque la si veda. La mossa
del governatore della People's Bank of China Zhou Xiaochuan di iniettare 81 miliardi di dollari nelle
cinque grandi banche del Paese offre il destro a una lunga serie di interpretazioni. Fatto sta che lo
scenario in cui la manovra, peraltro non confermata ufficialmente, si inserisce è, purtroppo per la Cina,
fin troppo chiaro: appena cinque giorni fa il Paese ha incassato il peggior dato della produzione
industriale dai tempi della grande crisi finanziaria il che, unito a investimenti e vendite al dettaglio
moderate, ha rafforzato l'idea che l'economia stia rallentando molto più di quanto non si potesse
prevedere. L'incubo di una crescita al di sotto del 7,5% aleggia da giorni, unito al pericolo di un
incombente credit cruch. La gelata del real estate, con i prezzi in calo in tutte le principali città, la corsa
degli enti locali a incassare i diritti erariali prima che i developers finanziariamente più fragili si dichiarino
insolventi o, peggio, si diano alla macchia, ha contribuito a peggiorare la situazione. Il pericolo di una
crisi di liquidità simile a quella del giugno del 2013 ha iniziato a prendere forma, e non è facile né
semplice, come vorrebbe il premier Li Keqiang, tirare dritto sulle riforme strutturali senza farsi distrarre
da fluttuazioni di medio periodo. Così il governatore avrebbe gettato una ciambella preventiva al
sistema bancario primario, meglio prevenire che curare, meglio iniettare liquidità che tagliare i reserve
requirement ratios (le riserve bancarie obbligatorie) fermi da almeno due anni. …..... Tecnicismi a parte,
un sistema che va in soccorso dei big del credito di fatto dà l'impressione di non aver ancora affrontato i
- pag. 4 di 10 -
2014/09/ 18-19
^^^^^^
Notizie
nodi critici del sistema finanziario, tra questi proprio il ruolo delle grandi banche e la loro capacità di
sostenere la crescita dell'economia cinese.
La Svizzera difende il franco MF-MILANO FINANZA venerdì 19 settembre 2014 di Valerio Testi
La barriera a 1,2 franchi per euro introdotta nel settembre 2011 non va toccata. Questa la principale decisione
presa dalla Banca nazionale svizzera nell'assemblea tenutasi ieri mattina. L'intenzione di difendere il tasso
minimo di cambio del franco svizzero nei confronti dell'euro non viene scalfita. In una nota la banca centrale ha
ribadito che intende sostenere questo livello con la massima determinazione, dicendosi pronta a comprare valuta
«in quantità illimitata» e di adottare «misure supplementari». Se necessario, queste misure potranno essere
prese «immediatamente». La banca centrale della Confederazione elvetica ritiene che il franco sia ancora
prezzato su valori troppo elevati rispetto al suo valore corretto. …...
^^^^^^
Prestiti Bce, in arrivo 37 miliardi CORRIERE DELLA SERA giovedì 18 settembre 2014
Tra oggi e l’11 dicembre la Bce girerà in due tranche alle banche italiane 37 miliardi di euro — la stima è del
ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan — per prestiti a famiglie e imprese anche se non per mutui, a un tasso
(per le banche) di appena lo 0,15%. Dovrebbero servire ad agevolare il credito per stimolare l’economia: è il
programma Tltro («targeted long term refinancing operation») deciso da Mario Draghi a giugno, che sarà seguito
dall’acquisto di Abs («asset backed securities», titoli rappresentatiti di crediti garantiti), altro modo per fornire
liquidità al sistema. Il programma Tltro si replicherà in aste trimestrali fino a settembre 2016, con scadenza al
2018. Riguarderà tutte le banche dell’Eurozona, anche se si stima che a ricorrervi di più saranno gli istituti dei
Paesi in crisi come Italia e Spagna. In totale nell’area euro dovrebbero arrivare 260 miliardi (secondo BofA-Merrill
Lynch) sui circa 400 richiedibili. L’immissione di liquidità potrebbe toccare i mille miliardi, negli scenari più
virtuosi di una ripresa dei prestiti, che sono alla base dei successivi Tltro. …..... Non girare quei soldi
all’economia reale avrà solo un disincentivo minimo per le banche: dovranno restituirli anticipatamente a
settembre 2016. Ma comunque, come nota Fitch, avranno beneficiato «di due anni di finanziamento a basso
costo». E li avranno magari usati per comprare titoli di Stato.
^^^^^^
L'euro-salvagente IL SOLE 24 ORE giovedì 18 settembre 2014 Alessandro Merli
La Bce gioca oggi la prima carta di una difficile partita contro la deflazione nell'Eurozona, lanciando
un'operazione di finanziamento alle banche condizionata alla concessione di prestiti all'economia reale.
L'operazione, detta Tltro, verrà seguita da una seconda l'11 dicembre, con un totale di 400 miliardi di euro a
disposizione delle banche perché facciano credito alle famiglie e alle imprese (pena la restituzione dei fondi entro
due anni). Fra l'una e l'altra, la Bce lancerà un programma di acquisto di titoli cartolarizzati (Abs) e di covered
bond, misura anch'essa diretta a facilitare il credito. In tutto, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi,
l'obiettivo è riportare l'attivo totale dell'Eurotower dai livelli attuali a quelli del 2012: la differenza è di mille
miliardi di euro. …...
^^^^^^^
Ansa 18/9/2014
• Fmi: pil Italia -0,1% 2014, +1,1% 2015, Deficit al 3%, 2,1% in 2015 - L'economia italiana si contrarrà
anche nel 2014, con il pil che calerà quest'anno dello 0,1%. Lo afferma il Fmi, rivedendo al ribasso la
stima precedente (+0,3%). Il pil tornerà a crescere nel 2015 (+1,1%), per poi accelerare nel 2016 a +1,3%.
Il -0,1% dell'economia nel 2014 segue il -1,9% del 2013 e il -2,4% del 2012.Il rapporto deficit-pil italiano
si attesterà nel 2014 al 3,0%, per poi scendere al 2,1% nel 2015. Nel 2016 sarà all'1,1% e continuerà a
calare fino allo 0,4% del 2019.
• Fmi: ok agenda Renzi, attuare riforme - Il Fmi promuove l'''agenda ambiziosa di riforme'' del premier
Matteo Renzi. ''La loro risoluta attuazione e' essenziale per creare lavoro, aumentare la produttività e
aumentare il potenziale di crescita'' afferma il Fmi. ''Attuare le riforme strutturali simultaneamente e
genererebbe significate sinergie di crescita''. La riforma del lavoro del governo Renzi va nella giusta
direzione. Bene l'idea di un ''singolo contratto di lavoro''.
• Bce: a banche italiane oltre 23 mld Tltro - Le banche italiane fanno la parte del leone nella prima asta di
- pag. 5 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
prestiti Tltro della Bce. Gli istituti della Penisola hanno ricevuto oltre 23 miliardi sul totale di 82,6 miliardi
di euro concessi in questo prima round dalla Banca Centrale Europea ai gruppi bancari del Vecchio
Continente. Dell'ammontare destinato all'Italia un terzo (poco meno di 15 miliardi) è stato assegnato ai
primi tre istituti: Unicredit, Intesa e Mps. Non hanno chiesto nulla invece Ubi, Bpm, Pop. Vicenza e
Veneto Banca.
^^^^^^^
MF-MILANO FINANZA venerdì 19 settembre 2014
• Schiaffo a draghi/1 le banche chiedono solo 82,6 miliardi, molto meno del previsto – Passo falso Bce:
la Tltro fa flop - La fetta più grande va agli istituti di credito italiani: oltre 23 miliardi di euro. Ma l'esito
deludente dell'asta rende urgente l'avvio di un vero Qe, cioè un massiccio piano di acquisto di titoli di
Stato - Un flop. Non può essere definito in maniera diversa l'esito della prima asta Tltro della Bce. Ieri
255 banche di Eurolandia hanno chiesto fondi per soli 82,6 miliardi di euro, mentre tutti gli analisti si
aspettavano di arrivare almeno a 100 miliardi. C'è chi ha parlato di «schiaffo a Draghi». In effetti lascia
perplessi il fatto che le banche non abbiano approfittato dell'offerta della Bce di finanziamenti
quadriennali al tasso dello 0,15%. La maggioranza degli analisti lascia il giudizio in sospeso: per valutare
l'efficacia dell'operazione bisognerà aspettare la seconda asta dell'11 dicembre, quando verrà messo a
disposizione delle banche un massimo di 317,4 miliardi (l'ammontare complessivo massimo delle prime
due aste è di 400 miliardi). ….. Vincenzo Longo, market strategist di Ig, ha infatti sottolineato che l'esito
dell'asta ha dimostrato che «le banche non sono disposte ampliare il proprio portafoglio prestiti. Non c'è
spazio per rilanciare l'economia in questo modo». Così il flop di ieri «apre a una Bce che possa sostenere
il mercato in altro modo, attraverso un Qe», per esempio. «L'impressione di massima è una certa
mancanza di volontà di assumersi ulteriore rischio», ha affermato Longo, concludendo che le banche
non hanno accolto gli inviti di Draghi. Volendosi calare nei panni delle banche, poi, è abbastanza difficile
erogare prestiti alle aziende quando le prospettive economiche restano nere e le stime di crescita di un
Paese come l'Italia vengono continuamente ridotte. A Francoforte, comunque, non sono certo passate
inosservate le dichiarazioni fatte due giorni da Janet Yellen. La presidentessa della Federal Reserve ha
infatti ammonito che «il basso livello d'inflazione in Europa» e «il declino delle aspettative
sull'inflazione» sono al momento tra «i rischi per l'economia globale». L'avvertimento alla Bce è chiaro e
le pressioni di Washington renderanno ancora più tesa la riunione del Consiglio direttivo in programma il
2 ottobre. Le banche italiane hanno primeggiato nella partecipazione all'asta di ieri, ottenendo oltre 23
miliardi di euro. Quasi 15 miliardi le richieste delle banche spagnole. Oltre il 40% dei finanziamenti
assegnati è stato quindi chiesto da Italia e Spagna. ….... Non hanno partecipato Bpm e Veneto Banca che
probabilmente si presenteranno all'asta dell'11 dicembre. Anche Ubi Banca non ha presentato richieste
ma l'istituto aveva già dichiarato che avrebbe partecipato alla seconda assegnazione. ….....
• La Bce deve copiare la Fed. E non fare solo finta di farlo - di Guido Salerno Aletta - Tltro flop: nella
prima asta indetta dalla Bce per sono stati assegnati appena 82,6 miliardi di euro. Una cifra molto
inferiore all'importo messo a disposizione, pari a 400 miliardi di euro, mentre ulteriori 600 miliardi di
euro sono già preordinati per le successive assegnazioni. La situazione dell'Eurozona si fa critica:
l'economia reale è in stallo, l'inflazione in discesa, la liquidità ai minimi, con il tasso di crescita annuo
della componente M3 sotto al 2% dal settembre del 2013. Diviene ancora più arduo auspicare una
ripresa economica trainata degli investimenti privati, per rilanciare l'offerta: neppure le banche credono
a questa strategia. Ci sarà piuttosto un'altra gara, quella a nascondersi dietro l'ultima scusa disponibile:
anche le banche aspetterebbero le riforme strutturali. Vogliono «vedere il cammello». Stiamo arrivando
alle ragioni del guasto che ha bloccato l'intera Eurozona. Le politiche della Bce sono state solo
astrattamente accomodanti, anche da quando Mario Draghi è divenuto Governatore, perché si sono
focalizzate più sul livello dei tassi di riferimento per le operazioni di rifinanziamento che sull'andamento
complessivo della liquidità. Non è casuale che in questi giorni si chieda con insistenza l'avvio operazioni
di accomodamento quantitativo attraverso l'acquisto di titoli (non solo Abs) piuttosto che continuare con
i rifinanziamenti bancari a lungo termine con le Tltro. Dai dati dell'Ocse risulta evidente il crollo degli
asset della Bce che sono passati dal 14,5% del Pil dell'Eurozona nel 2008 al 31,5% di metà 2012 per poi
ridursi di oltre dieci punti, con l'ultima rilevazione al 20,6%. C'è stato un calo continuo, e perverso, di
liquidità nel sistema dell'euro, di cui il sostanziale fallimento dell'asta di ieri non è che l'ennesima
riprova. La Fed, invece, che pure partiva da un livello molto inferiore a quello della Bce, visto che nel
- pag. 6 di 10 -
2014/09/ 18-19
^^^^^
Notizie
2008 gli asset in suo possesso erano pari al 5% del pil, li ha aumentati principalmente attraverso le
operazioni di Qe e non con il rifinanziamento a lungo termine del sistema bancario, arrivando
quest'anno al 24,8% del pil. La Bce ha invece drenato la liquidità straordinaria immessa a cavallo tra il
2010 ed il 2012, per tener conto delle condizioni della Bundesbank: la crisi dell'estate del 2012 aveva
creato uno sbilanciamento all'interno del sistema Target 2. I capitali in fuga dalle banche dei Paesi Piigs
verso la Germania avevano allagato di liquidità le banche tedesche, determinando un credito
spettacolare della Germania rispetto alle altre banche centrali europee, pari ad oltre 751 miliardi di euro
nell'agosto del 2012. Una enormità, visto che nell'ottobre del 2008, allo scatenarsi della crisi, l'attivo era
di appena 70 miliardi di euro. Si è creato, a partire dall'estate del 2012 una sorta di effetto onda, l'errata
impressione che la liquidità nell'Eurozona fosse complessivamente sovrabbondante, mentre in realtà si
trattava solo di uno sbilanciamento tra mercati: la liquidità riversata nel sistema bancario tedesco gli ha
consentito di fare prontamente fronte a tutte le scadenze di rientro a fronte delle precedenti operazioni
di anticipazione e di sostegno, di cui aveva beneficiato all'inizio della crisi, ed ora di non aver bisogno
delle Tltro. Finora, la colpa era del cavallo che non beveva, delle imprese che non attingevano al credito
per via della scarsa disponibilità di fondi da parte delle banche. Ora sono le banche che non riempiono il
secchio. Bisogna invece cambiare lo Statuto della Bce ed ampliarne le funzioni, con l'obiettivo di
perseguire la massima occupazione in un contesto di stabilità dei prezzi, prima che sia tardi. Tutto il resto
è flop.
Domanda debole all'asta Bce - Con 86,2 miliardi, la richiesta delle banche nettamente al di sotto delle
aspettative LE INCOGNITE Si aspettano chiarimenti sul programma di acquisti di Abs e sugli esiti degli stress
test dell'Eurotower sui bilanci bancari …..... IL SOLE 24 ORE venerdì 19 settembre 2014
^^^^^^
Ansa 19/9/2014
• Scozia: le Borse europee brindano, la sterlina vola. Londra viaggia vicina ai massimi da 14 anni - Le
Borse europee segnano nuovi massimi da 6 anni e mezzo in avvio delle contrattazioni dopo l'esito del
referendum in Scozia. Nelle prime battute l'indice Euro Stoxx 600 sale dello 0,8% a 350,63 punti,
segnando un nuovo record dal gennaio del 2008. Londra intanto è vicina ai massimi da 14 anni con
l'indice Ftse 100 in rialzo dello 0,6%. …....
• Scozia: S&P, voto non cambia rating GB - Il no alla secessione nel referendum in Scozia non ha un
impatto sul rating sovrano del Regno Unito, che resta AAA con outlook stabile. Lo afferma l'agenzia di
valutazione Standard / Poor's.
• Scozia: sterlina sugli scudi - Le quotazioni della sterlina restano sostenute e dopo il 'picco' sull'euro a
78,10 pence nella notte, con un nuovo massimo dal luglio 2012 con i risultati nelle prime contee
scrutinate in Scozia, viaggia ora a 78,5 pence nei cambi spot (la quotazione vista dall'euro è di 1,2738
sterline). Sul dollaro, dopo un progresso dello 0,8% viaggia ora a 1,6393. Bloomberg calcola che negli
ultimi 12 mesi la sterlina è stata la moneta con miglior performance tra le 31 principali.
• Borsa: Milano cauta (+0,23%), bene Cnh (h 12:58) - Piazza Affari rallenta e l'indice Ftse Mib sale ora
dello 0,23%, leggermente sotto i progressi in atto tra gli altri mercati europei mentre anche l'avvio di
Wall Street è visto in cauto rialzo. Rispetto al mattino corrono ora Cnh (+2,28%), Mps (+2,27%), UnipolSai
(+1,81%) e Bper (+1,43%). Indietro Stm (-1,56%), A2A (-0,99%), Intesa (-0,81%). Telecom Italia guadagna
lo 0,3% con Vivendi. Fuori dal listino principale, Cattolica cede il 5,11% dopo il piano e l'annuncio di
aumento di capitale.
FTSE MIB : Ultimo prezzo: 21.153,14 +0,12% (13.13)
BANCA POPOLARE DI MILANO : Ultimo prezzo: 0,643 -0,31% (13.12)
^^^^^^
Regole Bce. Da gennaio a turno un Paese non vota - Voto a rotazione, Madrid prima esclusa - POLEMICHE A
BERLINO - All'Italia toccherà a a marzo, a maggio sarà la volta della Germania che non accetta di buon grado
una rotazione che la assimila agli altri IL SOLE 24 ORE venerdì 19 settembre 2014
FRANCOFORTE. - Sarà il governatore della Banca di Spagna, Luis Maria Linde, il primo dei banchieri centrali dei
- pag. 7 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
grandi Paesi dell'Eurozona a perdere temporaneamente il diritto di voto nel nuovo sistema di rotazione che la
Bce introdurrà a gennaio. Il mese dopo toccherà al suo collega francese, Christian Noyer, a marzo al governatore
della Banca d'Italia, Ignazio Visco, In aprile, sarà la volta del presidente della Banca centrale olandese, Klaas Knot,
e in maggio di quello della Bundesbank, Jens Weidmann. Con l'ingresso nella moneta unica della Lituania, i
membri del consiglio della Bce saranno 25 (sei membri del comitato esecutivo, che votano sempre, più 19 capi
delle banche centrali nazionali). Per garantire maggior efficienza nella decisioni, era già stato deciso che, al
superamento di quota 18, entrasse in vigore un sistema di rotazione in cui, uno per volta, i governatori dei Paesi
grandi vedranno una sospensione mensile del potere di voto. Lo stesso avviene per 3 (su 14) dei governatori dei
Paesi più piccoli: i primi "esclusi" saranno Estonia, Grecia e Irlanda. L'ordine è stato stabilito per sorteggio. Il
sistema è simile a quello adottato dalla Federal Reserve per i capi delle Fed regionali, ma è stato comunque causa
di polemiche in Germania, dove si lamenta la periodica esclusione del rappresentante della più importante
economia dell'Eurozona e si reclama che i diritti di voto vengano ripartiti sulla base della quota del capitale Bce.
Tutti i governatori continueranno comunque a partecipare alle riunioni e alla discussione in consiglio. Non c'è
alcun dubbio che, anche quando non potrà votare, Weidmann, che in più occasioni ha dissentito dalla
maggioranza, non mancherà di far sentire la propria opinione, come del resto è puntualmente accaduto sulle
decisioni più controverse deliberate dal Consiglio, a cominciare dal piano Omt che, pur restando sulla carta ed
essendo avversato dallo stesso, ha contribuito non poco alla stabilizzazione dell'euro area.
^^^^^^
Abi, Profumo sceglie l'austerity - Al tavolo con i sindacati è stata presentata una ricerca di Prometeia che
descrive uno scenario a tinte fosche per i prossimi anni: previste 12 mila uscite. E le sigle minacciano la
mobilitazione MF-MILANO FINANZA venerdì 19 settembre 2014
…. Ieri pomeriggio a Roma si è … tenuto l'atteso incontro tra l'Abi (l'Associazione Bancaria Italiana) e i sindacati
nazionali del credito che avrebbe dovuto entrare nel vivo della partita dopo l'insediamento del nuovo Comitato
per gli affari sindacali e del lavoro (Casl). …. Da un lato l'Abi ha ribadito che il sistema bancario italiano sta
attraversando un fase di profonda crisi che impone agli istituti rigorose politiche di austerità. Il
quadro è stato puntualmente descritto da una ricerca presentata da Giuseppe Lusignani,
docente di Economia degli Intermediari Finanziari nell'Università di Bologna e vicepresidente di
Prometeia. Secondo quanto risulta, lo studio prevederebbe 12 mila esuberi per il prossimo
triennio a causa soprattutto del calo verticale dei profitti e della necessità di contenere i costi.
Dopo la presentazione Profumo avrebbe proposto di prorogare la scadenza del contratto dal 30
settembre al 28 febbraio 2015 e di trasformare gli elementi distinti di retribuzione (Edr) in retribuzione solo a
partire dal primo marzo. La proposta è stata motivata con la necessità di attendere il risultato di asset quality
review e stress test e di fare un contratto completo e innovativo. L'ipotesi di una proroga però non è piaciuta ai
segretari nazionali Lando Sileoni (Fabi), Giulio Romani (Fiba), Agostino Megale (Fisac) e Massimo Masi (Uilca),
solo per citare i principali interlocutori di Palazzo Altieri nella partita. …... Nel corso dell'incontro non c'è stato il
tempo di entrare nel merito dei singoli punti della trattativa, a partire dagli aumenti contrattuali. La prossima
riunione del tavolo è convocata per mercoledì prossimo 24 settembre, mentre presto le sigle potrebbero
convocare i propri direttivi nazionali per prendere posizione sulla vicenda degli elementi distinti di retribuzione.
^^^^^
Abi propone la proroga del contratto - Istituita una commissione tecnica che lavorerà sulla tabellizzazione
dell'Edr - I dipendenti delle banche IL SOLE 24 ORE venerdì 19 settembre 2014 Cristina Casadei
Abi propone la proroga del contratto collettivo nazionale dei bancari fino al 28 febbraio 2015, alle attuali
condizioni. Questo significherebbe spostare la tabellizzazione dell'elemento distinto della retribuzione – prevista
a partire da luglio, secondo il vecchio contratto –, al primo marzo. Come ha spiegato nell'incontro di ieri il
presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, Alessandro Profumo, la proroga si rende necessaria
per rivedere la situazione prospettica dei conti economici, valutando tutti gli elementi contrattuali. È necessario
aspettare almeno fino alla fine di ottobre per vedere i risultati dell'esame Bce e sarebbe poco realistico
prevedere di rinnovare il contratto entro la fine dell'anno. Le sette sigle presenti al tavolo non hanno respinto la
proposta di Profumo ma hanno chiesto l'istituzione di una commissione tecnica che sbrogli il capitolo Edr. …..
L'Abi nei mesi scorsi ha sottolineato più volte la necessità di tenere in considerazione il peggioramento del ciclo
economico e i riflessi pesanti sul settore bancario. Ribaditi ieri nella ricerca presentata …..
che ha evidenziato una redditività inferiore al costo del capitale. Le prospettive sono di un
- pag. 8 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
leggero miglioramento ma rimanendo inferiori al costo del capitale. Quindi se le banche dovranno raccogliere
nuovo capitale la situazione diventerà molto complicata. Per questo secondo i banchieri il credito ha bisogno di
continuare la propria riorganizzazione e deve cominciare a discutere di come si riduce il costo del lavoro. ….. la
ricerca ha evidenziato eccedenze di personale per 12mila addetti nel prossimo triennio. Quello del management
«le cui retribuzioni continuano a crescere», come ha detto Sileoni, invece per le banche non è un tema del
contratto nazionale perché attiene alle singole aziende. I sindacati chiedono però ai banchieri di voltare pagina e
cambiare atteggiamento altrimenti, dice Sileoni, «si andrà alla mobilitazione della categoria, in tutte le forme
possibili, non escluso lo sciopero».
( L'Elemento distinto della retribuzione, (EDR), è costituito da una somma mensile di Euro 10,33 erogata per
tredici mensilità, introdotta dal protocollo d'intesa del 31 luglio 1992 per tutti i lavoratori del settore privato,
senza distinzione di qualifica (ad eccezione dei dirigenti) o di contratto collettivo applicato. - da Wikipedia.org )
^^^^^
Mps, contesa sugli aumenti ai manager - IL SOLE 24 ORE 19 settembre 2014
Tensione a Siena sull'ipotesi di un aumento delle retribuzioni del top management di
Banca Montepaschi che sarebbe stato deciso nel consiglio di amministrazione della
scorsa settimana. A chiedere un chiarimento sono state le sette sigle sindacali riunite
nel coordinamento Rsa dell'istituto di credito senese. Il comunicato sindacale è giunto
dopo alcuni giorni tormentati, a Siena, per le indiscrezioni rimbalzate sulla Rete
attraverso blog locali e social network. Nella nota unitaria si fa appunto riferimento a
«notizie di stampa riguardanti una presunta delibera in merito ad un incremento delle retribuzioni del top
management». Ora i sindacati attendono una risposta dai vertici di Rocca Salimbeni. «Non avendo registrato
nessuna smentita», si legge nella nota, e «in considerazione dei sacrifici quotidianamente richiesti ai lavoratori a
livello di contenimento dei costi, considereremo tale iniziativa assolutamente inaccettabile». Dunque l'aumento
delle retribuzioni ai top manager di Montepaschi è stato deciso o no? Abbiamo girato la domanda alla banca
senese che ha preferito rispondere con un «no comment». In attesa di una presa di posizione ufficiale da parte
dell'istituto di credito, continuano le dichiarazioni dei rappresentanti dei dipendenti Mps. «Se la notizia che ha
fatto il giro del web fosse vera sarebbe una vergogna», ha dichiarato in una nota diffusa ieri Maurizio Arena,
segretario generale di DirCredito, sindacato di quadri e dirigenti del settore credito. Duro anche Antonio
Damiani, segretario generale della Fisac Cgil nel gruppo Montepaschi …..
^^^^^^
Tasse di successione: spunta l'aumento con la legge di Stabilità. Con la legge di stabilità 2015 aumenterà
l'aliquota e diminuirà la franchigia. Obiettivo 1 miliardo quifinanza.it 17/09/14
Se la pressione fiscale generale italiana risulta fra le più alte ed insopportabili d'Europa, in ambito di tassazione
sulle successioni il Belpaese somiglia al contrario ad una sorta di paradiso fiscale, col Fisco che interviene solo su
lasciti al di sopra di 1 milione di euro. Ecco perchè il ministero dell'Economia ha individuato proprio in questo
ambito la possibilità di recuperare almeno 1 miliardo nella prossima legge di Stabilità, innalzando le aliquote e
abbassando la franchigia della tassa di successione. Vediamo come. Il governo Renzi, già a partire dal decreto
Irpef, ha evidenziato la volontà di aumentare la pressione fiscale di tipo patrimoniale: l'imposta sulle rendite
finanziarie è aumentata dal 20% al 26% ed è stata rivista al rialzo l'imposta di bollo sui prodotti finanziari,
innalzata dallo 0,15% allo 0,20%. La tassa di successione e donazione è un'imposta dovuta allo Stato per il
trasferimento della proprietà o di altri beni avvenuta in seguito alla morte del proprietario o ad una sua
donazione spontanea. Si distingue:
- la successione, in cui il trasferimento dell'immobile o del bene avviene in seguito alla morte del proprietario, in
base a quanto stabilito dalla legge o da un testamento;
- la donazione, per l'accordo con cui il titolare, dispone di un suo diritto a vantaggio di altri.
Possono essere oggetto di successione o donazione:
- beni immobili;
- obbligazioni, crediti, denaro e gli altri beni mobili.
Attualmente la tassa di successione italiana è tra le più leggere d'Europa. La tassa di successione attuale prevede
una franchigia di un milione di euro, al di sotto della quale non vi è alcun prelievo. Oltre tale soglia invece, si
distinguono diverse aliquote, a seconda del grado di parentela:
- 4%, per i beni devoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, (sopra 1 milione di euro)
- pag. 9 di 10 -
2014/09/ 18-19
Notizie
- 6%, per i beni devoluti a favore di fratelli e sorelle, degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea
retta, (sopra i 100mila euro)
- 8%, per i beni devoluti a favore di altri soggetti.
Allo studio del governo ci sarebbe l'aumento delle aliquote e l'abbassamento della franchigia sopra la quale
scattano i prelievi. La soglia di 1 milione di euro per gli eredi in linea retta potrebbe essere ridotta tra 200 e
300mila euro. E contestualmente, innalzate le aliquote dal 4 al 5% per gli eredi in linea retta, dal 6 all'8% per gli
altri parenti e dall'8 al 10% per gli estranei. Attualmente il governo incassa dalla tassa di successione circa
500milioni di euro. Con la Legge di Stabilità 2015 l'obiettivo è quello di arrivare ad un milione di euro.
^^^^^
Così gli italiano spendono il bonus di 80 euro La Repubblica 15/9/2014 - Ottanta euro, fanno comodo ma
non bastano. E, soprattutto, visto che non si sa per quanto tempo si potrà contare sul bonus restano tutti molto
cauti. E' il sentiment degli italiani secondo la rilevazione condotta da Nielsen per conto di Conad, partner di
Osserva Italia, il sito di Affari&Finanza-La Repubblica che monitora l'andamento dei consumi. La survey è stata
condotta a livello individuale sul Panel Consumer di Nielsen a fine luglio su un campione rappresentativo della
popolazione italiana di età superiore ai 14 anni. Il quadro che emerge è di estrema incertezza. Oltre la metà dei
dieci milioni di italiani che, secondo le stime, hanno ricevuto il bonus ha dichiarato che spenderà questi soldi. Ma
non certo per spese voluttarie, quanto per fare fronte a fabbisogni primari, come cibo, bevande, prodotti per la
casa. Oppure per provvedere all'affitto di casa e alle bollette della luce e del gas. Il bonus, pensato da Matteo
Renzi per ridare una piccola spinta all'economia, in realtà in questi primi mesi ha portato una boccata d'ossigeno
ai meno abbienti. Un budget d'emergenza che difficilmente può rivelarsi un incentivo per concedersi qualche
piccolo extra. ….. La mancanza di fiducia ha reso tutti molto prudenti. Si mette mano al portafoglio con
parsimonia, si centellinano le uscite. Un trend che trova conferma anche tra chi può permettersi di risparmiare.
….. L'industria del risparmio gestito continua a fare raccolta record, un dato ripreso qualche tempo fa sulla prima
pagina del Wall Street Journal per segnalare l'atteggiamento in difensiva nel quale si sono rinchiuse le famiglie
italiane. E in questo caso si tratta delle più facoltose. Figuriamoci il clima di prudenza, se non proprio di timore,
tra coloro che arrivano a fatica a fine mese. …. Gli italiani fanno la loro "spending review quotidiana". E chi può
accantonare risorse lo fa ma sempre secondo una logica di emergenza. …..
^^^^^
… ed infine …
Il Giornale 19/9/2014
Tenta di uccidere la ex, dopo 5 mesi ottiene i domiciliari - Laura Roveni è stata quasi ammazzata dal fidanzato.
Che, dopo due mesi di cella e tre di clinica, è già ai domiciliari. Mentre a lei tocca il servizio di vigilanza. …..
Quindici coltellate al volto e al corpo che l'hanno costretta a passare 20 giorni in ospedale, una settimana con un
tubo nella testa. Un calvario quello che ha vissuto Laura Roveri, 25enne di Nogara, ben lontano dal concludersi. …
Il massimo che le è stato concesso dai magistrati è stata la promessa di dotarla di una scorta. ….....
Dopo il dito di Cattelan arriva la colonna fallica - È alto 4,25 metri e pesa
circa una tonnellata: l'immenso fallo dello svizzero Peter Regli in mostra a
Milano. Dopo il dito medio di Maurizio Cattelan in Piazza Affari, a Milano
spunta una nuova opera d’arte simbolo di rottura rispetto agli ordini estetici
precostituiti. Si tratta di Ages of smoke dello svizzero Peter Regli, che con
una colonna di forma fallica punta a scardinare i valori culturali classici
attraverso simboli inediti. Quel che è certo è che rompe con il comune
senso del buon gusto. È alta 4,25 metri e pesa circa una tonnellata. Più che
una colonna greca, si tratta di un grosso fallo che punta dritto verso l'alto.
…...
^^^^^
Franconauta
- pag. 10 di 10 -