LA FORZA SI CONSERVA,,,,
Abbiamo visto che Leibniz individua nella forza viva MV2 la misura della forza di un corpo in
moto; ma si conserva davvero sempre?
Abbiamo già letto (pag 7-18) che cosa pensava Leibniz della perdita di forza viva negli urti
anelatici…
Ma consideriamo un corpo che è stato lanciato verso l’alto…. O uno che si muove verso una
molla e la comprime fino a fermarsi … … …
Lo storico A. Haas afferma che:
“Da questa idea universale di causalità viene sviluppandosi in primo luogo la convinzione che anche fra
qualsiasi deperire e sorgere nella natura debba esistere una connessione di causa. Questo punto di vista
trova un'espressione quantitativa nella idea di compensazione, la quale definisce come apparente qualsiasi
perdita osservabile di una grandezza, la cui indistruttibilità viene postulata, ammettendo per essa un
compenso equivalente attraverso un guadagno di altro genere in uguale misura. […] L'ipotesi della forza
latente s'imponeva per la necessità di estendere la legge di compensazione anche a quei casi in cui una
distruzione ed una creazione di forza effettiva apparivano separate l'una dall'altra nel tempo [diversamente
da ciò che accade in un urto] […]
Leibniz esprimeva in modo chiaro e senza equivoci l'impossibilità che il prodotto della massa di un corpo
per il quadrato della sua velocità possa rappresentare l'unica forma di forza, in quanto il moto può essere
creato [e perduto] anche in modo diverso dalla trasmissione per urto. Leibniz usa l’espressione forza viva
assoluta (force vive absolue) […]; essa è dovunque presente laddove un oggetto, in base al suo stato, è in
grado di produrre effetti o variazioni che di per sè non potrebbero realizzarsi e la cui grandezza rappresenta
proprio una misura della forza in considerazione ["E la forza viva assoluta, o ciò che si
stima per l'effetto violento che essa può produrre, che si conserva"];
come esempio caratteristico di un tale effetto vale l'innalzamento di un peso ad un'altezza stabilita. Di
conseguenza non soltanto un corpo in moto con una data velocità possiede forza, bensì anche un grave
sollevato in altezza oppure un corpo elastico teso ["Tanto un grave sospeso, quanto una
corda elastica tesa, sono corpi che hanno potenza di agire" ]. La forza, la cui
quantità si mantiene costantemente invariata nella natura, non è, per Leibniz, come per Cartesio e neanche
come per taluni seguaci della misura di forza introdotta da Leibniz, una grandezza determinata, dipendente
solo dal tipo di moto e dal corpo in movimento, quindi né mv né mv2, bensì la somma della forza attuale e
di quella latente. “
E come si determina la forza latente di un corpo? [Par 7-9]
Il primo a usare il termine energy (dal greco ενεργεια, energheia, = forza, azione, attività, …)
al posto di FORZA, fu il medico inglese Thonmas Young, nelle Lectures on Natural Philosophy
del 1807 (in un capitolo intitolato Sull’urto):
“Il vocabolo energia può essere applicato in modo molto appropriato al prodotto della massa o peso del
corpo per il quadrato del numero che ne esprime la velocità”