Comunicato stampa Chimici su Ebola:"Subito protocolli igienici adeguati" Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici commenta la notizia del primo contagio italiano: solidarietà al medico colpito, moltiplicare gli sforzi per la preparazione degli anticorpi. “Non prevalgano logiche speculative”. “Dopo giorni in cui l’argomento era praticamente scomparso nei notiziari e nelle prime pagine dei giornali, come spesso capita, ora il caso del medico di Emergency, il primo italiano ad essere colpito, dopo inutili e dannosi allarmismi, riaccende le luci su Ebola. L’auspicio è che si punti meno su un “sensazionalismo morboso”, e più su una strategia efficace per affrontare in modo adeguato il virus. Inoltre esprimo tutta la mia vicinanza al medico colpito, dimostrazione di come il personale sanitario sia il più esposto in questa fondamentale battaglia. Fulgido esempio di dedizione professionale, coraggio e grande spirito solidale”. Così Armando Zingales, Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici commenta la notizia del primo contagio italiano, dalla tribuna degli Stati Generali della Chimica europea, con i maggiori esperti del settore riuniti per l’occasione all’Università La Sapienza di Roma. “E’ bene avere presente – rimarca Zingales – che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha esplicitamente dichiarato che è stato sottovalutato l’aumento dei primi casi in Liberia e in Guinea. In ogni caso è necessario continuare ad informare correttamente l’opinione pubblica sul fatto che nei Paesi avanzati ci sono sistemi per fare diagnosi precoci e che quindi ci sono tutti gli strumenti efficaci per evitare il diffondersi della malattia. Possiamo ricordare la necessità di protocolli igienici stringenti e disinfezione accurata. Non ci sono contagi ineluttabili. Ricordiamo pure che con gli antibiotici fu sconfitta la peste quindi la ricerca in chimica farmacologia deve essere supportata e incoraggiata”. Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici, Armando Zingales conclude auspicando che continuino gli sforzi in quei “territori africani da dove il virus si è sviluppato. E’ assolutamente prioritario moltiplicare l’impegno per la preparazione degli anticorpi monoclonali in vitro Non sono difficili da realizzare. Dunque è solo un fatto economico affinché si possano produrre per migliaia di persone; basta avere le risorse sufficienti perché la tecnica c’è. Mettiamo da parte logiche speculative perché in ballo c’è la vita di migliaia di persone”. Roma 25 novembre 2014 Ufficio Stampa Segni e Suoni