AVVISO
Dice che la filosofia non serve a niente. Come concepire allora pensieri
trascendentali tipo quelli del sindaco di Venezia secondo cui il taglio
dell’Ici si traduce per lui in “un’autentica tragedia” recriminando “che se
proprio si volevano abbassare le tasse” non avrebbero fatto meglio ad
agire sull’Irpef? Domanda, va da sé, del tutto retorica ad aver presente
l’ideologia ferocemente ottimatizia del governo in carica. Abbassare
l’Irpef avrebbe significato, infatti, alleviare la vita dell’universale; di chi
lavora e smette di vivere la terza settimana del mese. Diversamente, la
richiesta rutelliana di agire sull’Ici, alla stregua di quella d’alemiana di
sgravare i navigli, nasceva dall’esigenza di venire incontro ai possessori di
case patrizie: ville di Settignano, casini di caccia in Bassa Baviera, rustici
ristrutturati in Montalcino, masserie nella Capitanata, seconde case
mutuate da enti imperscrutabili in San Saba.”Fannuloni” e pensionati,
considerati i loculi in cui abitano, in periferie che non hanno neanche più,
ormai, la stimmung splinetica del crepuscolo, non avrebbero avuto da
temere più di tanto, mentre avrebbero senz’altro tirato un sospiro di
sollievo nel veder tassata in maniera meno sadica la loro esistenza in vita.
Così, anche la sindachessa della Lanterna, ancorché “democratica”,
riscopre le virtù della Costituzione, accorgendosi che “il governo ha leso
il diritto costituzionale dei Comuni”, cioè, “quello di farsi la propria
politica fiscale”. Sensibilità d’altri tempi, si dirà; riemergente da un
passato leggendario, quando i Comuni interpretavano la prossimità
rassicurante per i cittadini e ancora non s’erano trasformati negli estortori
periferici con licenza d’arbitrio. Ed è proprio questa la minaccia che, dopo
le recriminazioni filosofiche e costituzionali, puntualmente i sindaci
lasciano trapelare. In queste condizioni, con il primo cespite drasticamente
ridotto, come evitare di inventarsi, ipotizzare, rimodulare, armonizzare
nuove forme di tassazione e inedite modalità di inasprimento di quelle già
esistenti? Come a dire: il bel gesto rutelliano nei confronti dei pariolini,
dei sanbabilini, dei veneziani che non abitano a Marghera dovranno, alla
fine, finanziarlo quelli che si permettono appena l’impudenza di esistere.
Questo, in in Paese che ha prodotto, in un paio di lustri, più economisti
che schiavi di call center, portando il numero dei corsi di laurea nelle
Università al numero, più ridicolo che stupefacente, di
centosettantunomila rispetto ai quarantasettemila di un decennio fa. Tutti,
va da sé, propagandisti, dai nuovissimi scranni prodotti dalla Zecchino-
Berlinguer, del “male assoluto” neoliberista. Gente talmente con le idee
chiare che ad ascoltarne tre messi in fila (metti, Alesina, Boeri, Zingales)
l’unica cosa sensata da fare è riferirsi, con confidente abbandono, agli
aruspici di Branko. Intanto, il presidente del consiglio, di fronte
all’annuncio di nuovi rincari, a stipendi fermi, di luce, gas, benzina, oltre
che a una seconda ondata di aumenti dei generi alimentari, risponde:
“Subito le liberalizzazioni”. Come a dire, poiché solo quello è rimasto, tra
una lenzuolata e l’altra, di verosimile: il libero commercio, in nuda
proprietà, dei propri organi nei mercatini rionali senza licenza o permessi
che siano. Convinto, come lui è,”che è inutile alzare un po’ (per carità)! “
gli stipendi, tanto poi i prezzi si rimangiano tutto”. Non è psichedelia, è
economia. E Alesina, Boeri e Zingales sono a disposizione per
spiegarvelo con l’esattezza scientifica di un Callieri. Essendo, invece, del
tutto inutile chiedere al presidente ciclista di chi sia mai il compito di
intervenire al fine, non si dice di far cessare, ma almeno di
ridimensionare questo carnevale da cocainomani. Infatti a suo parere,
“Nelle ultime due-tre settimane sia i prodotti agricoli che quelli energetici
sembrano aver fermato la loro risalita”; risultandone così confermate le
virtù del mercato. Peccato che mentre i prezzi procedono, in moto
ascensionale, con impennate almeno bimestrali, per poi, però (bontà,
sempre, del mercato) frenare per qualche giorno la loro risalita, gli
stipendi e le pensioni se ne stiano lì, inchiodati al ’93, senza contare,
attraverso la riconversione dell’euro, la più vasta e strutturale riduzione di
potere d’acquisto del lavoro dipendente che mai si sia vista dai tempi della
Destra storica. Si tratta della famosa realtà percepita. Che volete possa mai
percepire chi dimora nel mondo di Barbie? E il presidente del consiglio
non è in condizioni, pena l’agorafobia, di percepire nulla che vada al di là
dei diagrammi di Nomisma. Tutto questo mentre, a costo di ridurre
all’imezza più triviale la sublimità del dibattito, a noi corre senz’altro
l’obbligo di lanciare un allarme. Attenzione, perché nel transito in cui i
sindaci si sono ripromessi di “studiare soluzioni diverse” incombe la data
fatidica del 23 Dicembre che, insieme a quella del 14 Agosto, rappresenta
la loro “ora topica”. Alla vigilia di Ferragosto, un po’ stressati dalla
caducità che avvelena tutte le vigilie, forse agitati dalle promesse festive
che non s’avverano mai, alla ricerca, a due passi da casa, di un’alternativa
alle Maldive di Veltroni, alla barca di D’Alema, alle 7 ville sarde del più
cospicuo tra i Cospicui, magari vi aggirate per il borgo svuotato alla
ricerca di qualcuno con rifugio agricolo o rustico nel contado, ma subito,
dietro un angolo, da una fratta, vedete spuntare la paletta di una qualche
polizia campestre, termale, di circoscrizione, di caseggiato, insomma una
delle tante che potreste ritrovarvi anche tra le mura domestiche nella
fattispecie di polizia familiare. E quella vi leva anche i settanta euro con
cui contavate di concedervi il pollo con i peperoni e magari una bottiglia di
vino. All’antivigilia di Natale è ancora peggio, perché sanno che avete in
tasca la tredicesima con cui, magari, vorreste regalare un Winnie the Pooh
alla prole. Potrete disperarvi, minacciare forse di spararvi alla tempia come
lo sventurato che ha osato bere a una festa di amici e che con la patente
ritirata ci lavorava. Ma tutto vanamente. Non è permesso, nell’epoca in cui
esisti solo per essere una “risorsa umana”, pretendere al lusso di una
minima spesa voluttuaria dedicata a un bambino nell’approssimarsi della
Stella in cielo. Loro sono così; talmente laici e massoni e così convinti che
la vita sia una transazione finanziaria a senso unico che quando sentono il
dlin dlin del vostro euro appena estorto risuonare nelle casse comunali,
veramente sono capaci di pensare, con Frank Capra, che un angelo abbia
ottenuto le ali lassù, in Paradiso.