4 AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 [ tutto su ] Fisiopatologia della compromissione cardiovascolare nel bambino in stato di shock Qualunque sia l’eziopatogenesi dello shock il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare ha un ruolo centrale nel processo fisiopatologico. L o shock è una condizione in cui la perfusione sistemica è insufficiente a soddisfare le richieste metaboliche dell’organismo. Tale stato patologico è in realtà un processo dinamico e progressivo che vede l’organismo in grado di mettere in atto, in una prima fase, dei meccanismi di compenso per mantenere un’adeguata ossigenazione cellulare; più tardivamente comincia una fase di scompenso che, se non tempestivamente identificata, può condurre ad exitus.1,3 In età pediatrica l’identificazione dello stato di shock può essere particolarmente difficile: i segni clinici possono essere subdoli, aspecifici e di difficile interpretazione e possono pertanto ritardare l’intervento terapeutico che, per avere maggiori probabilità di successo, deve essere effettuato nelle prime fasi dello shock, cioè nella fase di compenso. Qualunque sia l’eziopatogenesi dello shock (ipovolemico, settico, cardiogeno, etc.) il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare ha un ruolo centrale nel processo fisiopatologico. Le manovre semeiologiche che attuiamo o i segni che ricerchiamo per accertare la diagnosi e per valutare la gravità dello shock sono tutti in stretta relazione con la funzione cardiovascolare: tachicardia, allungamento del tempo di refill, bassa temperatura delle estremità, obnubilamento del sensorio, oliguria, ipotensione, etc. Anche la disfunzione di più apparati, caratteristica del paziente in shock conclamato, ha il suo iniziale momento nell’alterazione della funzione cardiaca: indispensabile per il clinico è la comprensione dei meccanismi fisiopatologici cardiovascolari per un corretto ed efficace intervento terapeutico di questa comune urgenza pediatrica.1,3,4 Svolgimento L o shock è la causa più frequente di insufficienza cardiocircolatoria in pazienti di età pediatrica che si presentano in Pronto Soccorso. Esso rappresenta l’espressione clinica dell’inadeguatezza dell’organismo di mettere a disposizione dei tessuti una quantità di ossigeno sufficiente a rispondere alle attese metaboliche della periferia. L’alterata respirazione periferica favorisce il metabolismo anaerobico con conseguente acidosi metabolica e disfun- GIOVANNA: shock settico Giovanna è una bambina di 4 anni che giunge in Pronto Soccorso perché presenta dalla sera precedente febbre superiore a 38,5°C non responsiva al paracetamolo. La madre di Giovanna è visibilmente preoccupata sia per la febbre, sia perché la bimba appare particolarmente abbattuta. I parametri rilevati al triage sono: peso 16 kg, TC 38,7°C, FC 160 b/m, FR 38 a/m, SaO2 98%, PA 75/40. L’anamnesi non rivela particolari degni di nota. All’esame clinico la paziente è sofferente e poco reattiva agli stimoli. Il GCS è 10 e il capillary refill è allungato (3–4 sec); la restante obiettività è negativa. Pratica esami d’urgenza e inizia infusione con soluzione fisiologica alla dose di 250 cc in 10 minuti e, a seguire, viene prescritta la stessa dose di soluzione fisiologica ma da infondere in 20 minuti. Una valutazione cardiologica con ecocardiogramma è negativa. Gli esami di laboratorio mostrano: WBC 15.300 (L49%; N41%); PCR 8,1 (vn < 0,7); negativi o nei limiti i restanti valori. Dopo poco più di 1 ora dall’ingresso e dopo aver quasi terminato il programma flebo le condizioni generali di Giovanna non sono migliori: TC 37,5°C, FC 170 b/m, FR 40 a/m, SaO2 97%, refill 4 sec, PA 78/38 mmHg. Una lesione purpurica compare al fianco dx e micro-petecchie al tronco e agli arti. FRANCESCO: shock ipovolemico Francesco, 3 anni, è condotto in Pronto Soccorso perché non urina da circa 12 ore. La nonna riferisce che il piccolo presenta da tre giorni vomito e diarrea, beve poco e non si alimenta da 24 ore. L’anamnesi fisiologica e patologica remota è negativa. All’ingresso i parametri vitali mostrano TC 36°C, O2Sat 99%, PA 80/45, FC 140b/m, capillary refill 4 sec. Il peso è 13,8 kg. Francesco appare letargico (GCS 7), le labbra sono secche, le estremità fredde, il colorito cutaneo pallido. La restante obiettività è nella norma. Stabilito un accesso venoso si infondono due boli da 250 cc di soluzione fisiologica in 40 minuti. Dopo un’ora le condizioni generali di Francesco sono drammaticamente migliorate. zione multiorgano che, se non corretti, esitano in arresto cardiaco e morte.1 Lo shock e l’insufficienza di circolo possono essere riconosciuti nelle fasi iniziali di malattia dalla coesistenza di tachicardia e scarsa perfusione dei tessuti, clinicamente rilevabile da un allungamento del tempo di refill ed estremità fredde (stato di shock compensato). La persistenza della noxa patogena e il mancato intervento terapeutico favoriscono poi lo sviluppo di uno stato scompensato di shock, clinicamente diagnosticabile dalla comparsa di ipotensione, obnubilamento del sensorio, oliguria e tachipnea. Un riconoscimento non tempestivo della gravità dei sintomi e misure terapeutiche non sufficientemente adeguate possono rendere lo shock irreversibile con evoluzione infausta.2,3 Ruolo del pediatra è capire in quale punto di questa progressione verso l’arresto cardiaco si trovi il bambino, in modo da mettere in atto il trattamento più adeguato per migliorare l’ossigenazione tissutale ed invertire la deriva che conduce il paziente alla morte. L’apparato cardiovascolare riveste, nella generale compromissione di più organi, un ruolo centrale nella patogenesi dello shock, per cui la conoscenza dei meccanismi fisiopatologici responsabili della compromissione cardiaca è indispensabile al pediatra coinvolto nella gestione di tali difficili pazienti. Il sostegno emodinamico del paziente in shock richiede, secondo le 5 Introduzione DUE CASI CLINICI AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 Stefania Formicola Renato Vitiello ([email protected]) PO S. Anna e SS. Madonna della Neve, Boscotrecase (NA), ASL Napoli 3 Sud Tutto su Fisiopatologia della compromissione cardiovascolare nel bambino in stato di shock BP Figura 1. Legenda: BP=Pressione Arteriosa, SVR=Resistenze Vascolari Periferiche; CO=gittata cardiaca; HR=frequenza cardiaca; SV=volume sistole. Le variabili con box contornato in azzurro sono manipolabili con la terapia; le linee mostrano se i parametri sono inversamente (tratteggiata) o direttamente (continua) proporzionali. SVR CO HR SV Afterload Contrattilità linee guida, una rianimazione aggressiva con infusione di soluzioni che espandono il comparto intravascolare, eventualmente la somministrazione di inotropi a sostegno della contrattilità ventricolare e, se necessario, di farmaci che agiscono sulle resistenze vascolari periferiche.1-3, 5-8 Rivisitiamo le conoscenze di fisiologia necessarie all’applicazione ragionata di tale trattamento. corso di esercizio fisico massimale, infatti, è grazie alle modifiche che si verificano fra le variabili della CO che è possibile rispondere adeguatamente all’aumentata richiesta di ossigeno da parte dei tessuti, per cui la CO può passare da un livello di riposo di 5 l/m ad uno di 25 l/m durante lo sforzo. Allo stesso modo, in corso di malattia possiamo favorire l’aumento della CO e le prestazioni cardiovascolari – ove mai dovessero essere depresse – se interveniamo farmacologicamente per aumentare la frequenza cardiaca, il preload e la contrattilità, oppure riducendo l’afterload. Manipolazione dei determinanti Abitualmente un aumento della frequenza cardiaca non della gittata cardiaca è mai ricercata in maniera diretta ed a modifica attenta delle esclusiva con i farmaci, perché il cuoFigura 2. variabili che influiscono sulla re del bambino malato già presenta Relazione Precarico–Gittata Cardiaca (Legge di Frank-Starling: la relazione mostra come varia la gittata cardiaca (CO) può migliorare una risposta tachicardica ottimale. gittata cardiaca (asse delle ordinate) al variare la prestazione cardiovascolare del paUna migliore conoscenza degli altri delle dimensioni (asse delle ascisse) del ventricoziente in shock e favorire il benessere parametri può essere utile per manilo in fine diastole (ovvero, al variare del preload o del precarico o del volume ventricolare di fine del bambino (Fig. 1: box contornati in polare in maniera ragionata, in caso diastole). All’aumentare del preload aumenta la azzurro). Il Volume Sistole, vale a dire di necessità, la funzione cardiovascogittata cardiaca e la performance del cuore, fino il volume ematico proiettato in circolo lare, consentendoci di intervenire in ad un massimo (lunghezza critica) oltre il quale la gittata cardiaca diminuisce e si ha un peggioracon una singola contrazione ventricomodo preciso e sicuro per ottimizmento della funzione cardiaca. lare, è direttamente proporzionale al zarne l’efficacia.1,5,6,9 preload (ovvero il volume di sangue presente nel ventricolo in diastole) ed alla contrattilità (capacità di accorciaPreload (o precarico) mento delle fibre muscolari) ed è indiostituisce la tensione di rettamente proporzionale all’afterload parete alla fine della diastole, (ovvero alla resistenza vascolare offerossia il carico passivo imposto alla ta al flusso ematico). In condizioni di fibra miocardica prima della sua connormalità tutti i parametri riportati trazione. In parole più semplici esso nella Fig. 1 trovano fra loro un equirappresenta il grado di dilatazione del librio dinamico tale da garantire la cuore nella fase finale della diastole, migliore performance cardiovascolare parametro in diretto rapporto col ripossibile per consentire all’organismo empimento ventricolare. Se il cuore di adattarsi alle mutevoli esigenze del Dimensioni del ventricolo in fine diastole è poco riempito in diastole (ad esemquotidiano. In un soggetto adulto in Gittata cardiaca (L/min) 6 L AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 Preload C Tutto su Fisiopatologia della compromissione cardiovascolare nel bambino in stato di shock L’ottimizzazione della gittata cardiaca e della pressione arteriosa possono migliorare la perfusione periferica. Gittata cardiaca (L/min) pio: ipovolemia per una diarrea acusapere, più o meno, a che parte della ta) si ha una diminuzione del volume curva ci troviamo: se riteniamo che il CONTRATTILITÀ sistole (volume di sangue espulso dal ventricolo sia parzialmente vuoto (per ventricolo ad ogni contrazione) e, di esempio in caso di shock ipovolemico conseguenza, una riduzione della nel paziente disidratato per diarrea agittata cardiaca (Fig. 1). D’altro cancuta) e ci troviamo nella prima parte to se la quantità di sangue presente di ascesa della curva, possiamo miglioin fine diastole è molto elevata e derare la performance cardiaca aumentermina un’eccessiva dilatazione del tando la distensione del ventricolo cuore (ad esempio: cardiomiopatia (preload) tramite l’infusione di boli di dilatativa) la gittata cardiaca ne resta cristalloidi (soluzione fisiologica) o di lo stesso inficiata.9 colloidi (plasma). Se, viceversa, ci troPer capire bene la relazione fra viamo nella “zona di scompenso” della Dimensioni del ventricolo in fine diastole preload e gittata cardiaca è necessario curva, come capita nel paziente con Figura 3. ricordare la legge di Frank-Starling cardiomiopatia dilatativa, e vogliamo Effetto dei farmaci che influenzano la contrattili(Fig. 2): aumentando il volume ventrimigliorare la performance cardiaca, tà: quando si somministra un farmaco ad effetto colare di fine diastole (ovvero, il grado dobbiamo ridurre il volume di fine inotropo positivo determiniamo uno spostamento della curva verso l’alto, con un aumento della di stiramento delle fibre cardiache) si diastole del cuore somministrando, gittata cardiaca a parità di precarico. L’opposto osserva un aumento della capacità di ad esempio, diuretici.9 avviene se infondiamo un farmaco ad azione inocontrazione della muscolatura cardiatropa negativa: la curva si sposta verso il basso. ca (parte ascendente della curva) fino al raggiungimento della cosiddetta Contrattilità “lunghezza critica”, oltre la quale le fibre di actina e miosina a contrattilità rappresenta l’elemento più si disallineano, perdono il rapporto reciproco e non possono intuitivo dei determinanti della gittata cardiaca. Espiù garantire una contrazione efficace (parte discendente sa si può definire come la capacità intrinseca delle fibre della curva). Il miglioramento della perfusione dei tessumiocardiche di accorciarsi generando forza. I farmaci che ti periferici che osserviamo quando somministriamo un agiscono sulla contrattilità intrinseca della cellula muscobolo di fisiologica ad un bambino disidratato è legato a lare cardiaca posseggono un effetto inotropo positivo se tale principio. Allo stesso modo, se infondiamo un bolo migliorano la contrattilità, oppure negativo se la deprimodi fisiologica in un bambino scompensato con cardiomiono (Fig. 3). Il sarcomero è l’unità contrattile fondamentale patia dilatativa otterremo un peggioramento della perfordel muscolo cardiaco. Sebbene le differenze anatomiche mance cardiaca.9 Starling dimostrò queste caratteristiche intrinseche del cuore con il preparato cuore-polmoni in con il muscolo scheletrico siano minime, notevoli sono cui controllava il flusso in ingresso e in uscita tramite due le diversità funzionali, in quanto la fibrocellula cardiamanometri, mentre le resistenze periferiche venivano imca a riposo risponde alla legge di Frank-Starling. Una poste tramite un tubo collassabile. Egli ottenne delle curve sostanza (vedi Fig. 3) possiede un’azione farmacologica sperimentali che mostravano la relazione fra il flusso in inotropa positiva se, a parità di carico, sposta la curva in ingresso (precarico=volume del ventricolo in fine diastole) alto nel classico esperimento di Frank Starling; viceversa ed il flusso in uscita (gittata cardiaca): vedi Fig. 2. Un cuore ha un effetto inotropo negativo se riduce la contrattilità sano in condizioni normali lavora solo nel tratto ascendente spostando la curva in basso. della curva, mentre nella zona discendente caratterizzata da Nello shock settico si ha una compromissione della volumi ventricolari più elevati, detta “zona di scompenso”, gittata cardiaca perché si verifica un’azione tossica diretta lavora solo in condizioni patologiche. Quando vogliamo delle endotossine sulla qualità contrattile del cuore. Utiintervenire farmacologicamente sul precarico dobbiamo lizzare farmaci ad azione inotropa positiva, quali la do- AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 7 L Tutto su Fisiopatologia della compromissione cardiovascolare nel bambino in stato di shock butamina o la dopamina, riesce ad elevare la performance cardiaca, determinando un miglioramento della perfusione periferica e delle condizioni generali del paziente.1,6-8 Afterload (o postcarico) L’ afterload (o postcarico) può essere con siderato come la forza che si oppone allo svuotamento ventricolare. In effetti esso è direttamente proporzionale alla pressione aortica, alle resistenze vascolari periferiche (ovvero, il raggio dei vasi) ed al volume ventricolare; è inversamente proporzionale allo spessore della cavità ventricolare. Il più sensibile parametro regolatore dell’afterload sono le resistenze vascolari sistemiche, perché queste si modificano al variare della quarta potenza del raggio dei vasi. È questo il motivo per cui nella pratica clinica si fa coincidere (anche se in maniera impropria) il concetto di postcarico con quello di resistenze vascolari sistemiche.9 Poiché l’aumento dell’afterload determina, a parità degli altri determinanti, una riduzione della gittata cardiaca (vedi Fig. 1) è intuitivo che diminuendo farmacologicamente il postcarico con la somministrazione AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 8 Bibliografia 1. Yager P, Noviski N. Shock. Pediatr Rev 2010;31:311-319. 2. Carcillo JA, Kuch BA, Han YY et al. Mortality and Functional Morbidity After Use of PALS/APLS by Community Physicians. Pediatrics 2009;124:500-508. 3. American Heart Association. 2005 American Heart Association (AHA) Guidelines for Cardiopulmonary Resuscitation (CPR) and Emergency Cardiovascular Care (ECC) of Pediatric and Neonatal Patients: Pediatric Advanced Life Support. Pediatrics 2006;117:e1005-e1028. 4. Schwarz AJ. Shock in Pediatrics. Medscape 3/1/2014. 5. Schwarz AJ. 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Si può agire in tal modo, ad esempio, nel caso di shock cardiogeno: il nitroprussiato di sodio (in terapia intensiva) oppure gli ACE-inibitori (quando il paziente viene trattato in corsia) sono correntemente utilizzati per ridurre l’afterload e migliorare la gittata cardiaca. Poiché i vasodilatatori agiscono aumentando il raggio dei vasi arteriosi e sappiamo che questo parametro si relaziona inversamente con il postcarico alla quarta potenza, si comprende come la somministrazione di questa classe di farmaci debba essere condotta con cautela, utilizzando prima dosi basse per poi aumentarle lentamente solo se verifichiamo ad ogni step un miglioramento della perfusione periferica. Nello shock settico l’afterload in genere è elevato (shock freddo) ma può anche essere basso (shock caldo) come avviene più frequentemente negli adulti o nei bambini con sepsi portatori di catetere centrale.7 È buona prassi calcolare nello shock settico le resistenze vascolari sistemiche, utilizzando il doppler per il calcolo della CO ed i cateteri intravascolari per il calcolo delle pressioni. Le resistenze vascolari sistemiche si calcolano sfruttando la relazione R=P/F dove R=resistenza; P=Pressione; F=Flusso. Conoscendo la gittata cardiaca, la pressione arteriosa media e la pressione venosa centrale, è possibile misurare le resistenze vascolari periferiche con una buona precisione: RVS (dyn•s/cm5)=[(PA Media–Pressione Venosa Centrale)/CO] X 80 dove RVS=Resistenze Vascolari Sistemiche; PA=Pressione Arteriosa; 80=fattore di conversione da Wood Units a dyn•s/cm5.9 Il cuore sano ha la capacità di variare reciprocamente i fattori cardiaci intrinseci (contrattilità) e carico-dipendenti (precarico e postcarico); ciò gli consente di esercitare in modo armonico ed integrato l’azione di pompa con un’elevata capacità di adattamento nei confronti dei cambiamenti dell’equilibrio emodinamico, come in presenza di variazioni delle condizioni di carico, delle proprietà contrattili miocardiche o delle esigenze metaboliche dell’organismo. Questa capacità di adattamento, a cui l’apparato cardiovascolare ricorre anche in condizioni di malattia, può non essere sufficiente se la noxa patogenetica è particolarmente severa, con evoluzione dell’equilibrio emodinamico verso uno stato di shock . Conflitto d’interesse: Gli autori dichiarano di non avere nessun conflitto d’interessi.