Newsletter La Terra e il Cielo Febbraio 2014 - Parte monotematica contro gli OGM INDICE • Seconda lettera aperta ai consiglieri della regione Friuli Venezia Giulia • La situazione attuale sugli OGM in Italia • Lettera al Parlamento italiano sul Mais OGM 1507 • Lettera alla Commissione europea sul Mais 1507 • Commento di Pietro Perrino alla risoluzione Zanin-Zaccagni-Faenzi della commissione Agricoltura della camera dei deputati • Le colture OGM possono coesistere con quelle tradizionali e biologiche? • Alla faccia della coesistenza! • Gravissimi rischi dall'accoppiata glifosato-OGM. Situazione critica negli USA • Il DNA transgenico, il vero problema dell'ingegneria genetica • I ratti di Seralini e l'approccio scientifico sugli OGM • Presentazione del libro "Scienza bene comune" • Sulle piccole azioni e le grandi vittorie • Articoli interessanti Per abbonarsi alla Newsletter La Terra e il Cielo: cliccare qui Cari clienti e amici, questo di Febbraio è un numero speciale, molto ricco di spunti, diviso in due, una parte più o meno normale e una seconda, la presente, monotematica sugli OGM, perché abbiamo deciso di dare un impulso più forte nella lotta culturale contro gli OGM, in questa fase molto critica su questo problema. La parte Ogm è stata staccata anche per darvi la possibilità di utilizzarla meglio nella diffusione. Vi preghiamo di farla girare su tutti i vostri indirizzari. Anche i link della parte “Articoli interessanti” qui presente, tratta il tema OGM con altri 12 articoli. Buona lettura e buona vita …..libera da OGM! Loris SECONDA LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA Cari eletti alla giuda della Regione Friuli Venezia Giulia, a questo punto bisogna proprio dirlo: siete del tutto inadeguati a ricoprire il ruolo al quale siete stati eletti. Il compito di un politico è di esprimere concreta volontà politica di fare il bene del suo popolo e di esprimerne e realizzarne la volontà. Il suo compito non è di sottostare ai poteri forti e di esserne complice. Parlate di "decisione della Commissione Europea, che richiede provvedimenti normativi finalizzati ad abrogare le disposizioni nazionali incompatibili con le norme UE". Perché non parlate invece di richiesta politica alla Commissione di abrogare tutti i regolamenti e le direttive che sono incompatibili con la volontà popolare? Chi deve abrogare cosa? E' la Commissione che deve abrogare la sua volontà di favorire le multinazionali degli OGM e non è lo Stato, non sono le Regioni che devono abrogare la volontà popolare. Questo è l'abc di una politica che possa ancora chiamarsi tale. Se non arrivate a capire che non bisogna chinare il capo davanti a tutto, cosa ci state a fare?! Fate le giuste battaglie politiche! Di fronte ad una opposizione seria, motivata, tenace e costante, di stati e regioni, la Commissione non può che arrendersi. C'è un ben che minimo motivo per cui dobbiate sottostare a distruggere l'eccellenza italiana nell'agroalimentare?! C'è un ben che minimo motivo per cui si debbano far coltivare piante per le quali molte ricerche hanno dimostrato la pericolosità per l'ambiente e per la salute?! Casomai ci sono motivi seri per non tollerare più le importazioni di OGM, imposte con l'inganno. Almeno applicate il sacrosanto principio di precauzione! C'è il ben che minimo motivo per far coltivare piante che non apportano alcun vantaggio alla agricoltura nazionale nel suo complesso, ma solo svantaggi, e per le quali sono state divulgate menzogne su menzogne che hanno già rivelato le gambe corte? Approvare regole di coesistenza significa far entrare legalmente gli OGM in Regione e in Italia, ben sapendo che la coesistenza su una filiera produttiva è impossibile nel tempo, come è stato ampiamente dimostrato dai fatti. Ben sapendo che il risultato della tolleranza agli OGM sarà di impedire per sempre che esista una agricoltura convenzionale e biologica. Ben sapendo che questo è totalmente contro il principio di libertà che ipocritamente affermate di voler tutelare. Voi volete in realtà tutelare la libertà dell'assassino di uccidere. Fate piuttosto, e subito, una norma urgente di divieto di coltivazione degli OGM, per l'impossibilità a realizzare la coesistenza, e chiedete allo Stato di fare altrettanto con severe punizioni per i trasgressori. E operate per cambiare gli orientamenti della Commissione e le disposizioni attuali. Perché non lo fate?! Voi fate finta di opporvi agli OGM, ma gioite quando vi impongono quello che voi già volevate. Di voi ha profetato bene il vangelo di Matteo: "Ciechi guide di ciechi, finirete tutti nella fossa! E vale anche: "Voi sapevate: non ci saranno scusanti a vostro favore." Serrachiani, tu sei la più responsabile. Tu sembri gioire della "notizia dell'apertura della procedura di infrazione della Commissione Europea nei confronti dello Stato italiano in materia di legislazione sulle colture di OGM, comunicata nei giorni scorsi al Governo italiano e alla Regione." Invece di farvi alleati, Regioni e Stato, nel non accettare imposizioni e nel pretendere il cambiamento di leggi inique, voi gioite nel chinare vergognosamente il capo di fronte agli interessi dei potenti di questo mondo. Come puoi dire "che la Regione Friuli Venezia Giulia ha fatto e sta facendo tutto quando è nel suo legittimo potere per evitare contaminazioni Ogm alle coltivazioni", quando hai già appurato che una piccola coltivazione di una stagione ha già contaminato il terreno vicino?! Cieca e sorda, tu non vuoi né vedere né sentire! Gli OGM hanno la potenzialità di cambiare per sempre la civiltà umana in peggio, in molto peggio. Le contaminazioni OGM dei terreni sono irreversibili, entrando nella microflora e microfauna e nelle acque, sia come tali che attraverso loro modificazioni incontrollabili. Voi siete gli stessi che di fronte a due referendum popolari, se foste richiesti dai poteri forti, fareste costruire nuove centrali nucleari, con scorie tossiche che rimangono attive per 300.000 anni, così come per sempre rimarranno attive le catene geniche anomale create artificiosamente. Ciechi guide di ciechi, finirete tutti nella fossa! Cambiate fin che siete in tempo! Rinnovate le vostre coscienze, ritrovate dignità e fatela ritrovare al vostro popolo. Loris Asoli Copresidente Associazione Rete di Economia etica e solidale delle Marche Socio lavoratore Cooperativa agricola biologica La Terra e il Cielo Senigallia, 11.2.2014 comunicato stampa OGM: SERRACCHIANI, FVG HA AGITO BENE E PER TEMPO 09.02.2014 18:36 Trieste, 9 feb - "Era corretta e fondata la richiesta del Friuli Venezia Giulia al Governo di colmare le lacune attualmente presenti nella normativa nazionale, mentre buona e tempestiva e' stata la nostra decisione di predisporre un regolamento regionale di coesistenza, tenendo conto proprio di quanto prescritto dall'Unione Europea. Ora attendo di conoscere l'opinione di tutti quanti hanno ritenuto di intervenire attaccando infondatamente l'Amministrazione regionale". Lo ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commentando la notizia dell'apertura della procedura di infrazione della Commissione Europea nei con- fronti dello Stato italiano in materia di legislazione sulle colture di OGM, comunicata nei giorni scorsi al Governo italiano e alla Regione. "La Regione Friuli Venezia Giulia è fermamente contraria a qualsiasi coltura OGM", ribadisce la presidente. "Tuttavia, poichè la vigente normativa Ue in materia limita la Regione nella sua azione giuridica, abbiamo pensato a un regolamento regionale sulla coesistenza tra OGM e colture convenzionali e biologiche molto restrittivo, per tutelare la nostra terra e salvaguardare le vocazioni naturali del suo comparto agricolo da tutte le contaminazioni di organismi geneticamente modificati, secondo quanto previsto dall'Unione europea e in assenza di altre e più complete disposizioni nazionali". "La decisione della Commissione Europea, che richiede provvedimenti normativi finalizzati ad abrogare le disposizioni nazionali incompatibili con le norme UE, contribuirà a fare chiarezza e intanto dimostra, anche di fronte agli organi centrali dello Stato, che la Regione Friuli Venezia Giulia ha fatto e sta facendo tutto quando è nel suo legittimo potere per evitare contaminazioni Ogm alle coltivazioni". "Il regolamento di coesistenza si rivela ancor piu' opportuno alla luce dei possibili futuri sviluppi nella normativa Ue in materia di Ogm - ha aggiunto Serracchiani - dato che il prossimo martedi' il Consiglio Ue affari generali votera' l'autorizzazione a coltivare un nuovo tipo di mais ogm, il Pioneer 1507. E nel caso, non improbabile, che manchi una maggioranza qualificata di paesi Ue contrari, anche la coltura di questo mais ogm sara' approvata". ARC/Com INDICE LA SITUAZIONE ATTUALE DEGLI OGM IN ITALIA Sul tema Ogm siamo in una fase di grande scontro culturale, sociale e politico, un vero e proprio scontro di civiltà. I fautori degli OGM, pur cercando di mascherarlo in ogni modo, sono di fatto i sostenitori dell'interesse privato dei poteri forti attuali, delle multinazionali e della grande finanza, mentre i contrari agli OGM difendono l'interesse collettivo e il parere della stragrande maggioranza dei cittadini, volendo tutelare la salute, l'ambiente e la libertà di non subire l'inquinamento transgenico irreversibile dei terreni, delle sementi, dei cibi, dell'ambiente. MAIS MON1810. La situazione è estremamente critica. Lo Stato italiano non ha ancora fatto una legge forte per impedire le semine di primavera, né difende con forza il decreto interministeriale approvato, contro le ingerenze della Commissione e della Corte di in-Giustizia europea. Lo Stato italiano, tende a non mostrare una decisa volontà politica di respingere la coltivazione degli OGM e alla fine si accoda alle decisioni della Commissione UE, a sua volte succube alla volontà delle Multinazionali degli OGM. La regione Friuli Venezia Giulia tende a voler approvare una legge per la coesistenza. Essa sarebbe un totale bluff, perché la coesistenza è impossibile e nel giro di alcuni anni diverrebbe molto difficile coltivare mais non OGM e se le coltivazioni OGM si propagassero si andrebbe verso la distruzione dell'eccellenza italiana nell'agroalimentare. Gli Italiani stessi che ancora, a stragrande maggioranza non sanno di mangiare già prodotti zootecnici, derivanti da animali nutriti con mangimi OGM, sarebbero i primi a non volere più il cibo prodotto nel loro paese, di cui ora vanno fieri. Gli agricoltori favorevoli agli OGM, giustamente dicono: “perché non possiamo coltivare gli OGM quando essi vengono importati in grandi quantità per i nostri allevamenti (mais e soia)?” E infatti una giustissima e urgente misura sarebbe di vietare l'importazione degli OGM. Uno stato che abbia sovranità e dignità non si lascia imporre niente da nessuna legge e nessun accordo fatti sopra la sua testa e sopra il giusto interesse dei suoi cittadini. Ma lo Stato italiano e i suoi politici sono succubi del poteri forti (OMC-WTO, Commissione UE, BCE, ecc) MAIS 1507. Si tratterebbe di una nuova approvazione. Non è ancora stato approvato. In Gennaio il parlamento UE ha votato contro a grande maggioranza. Il giorno 11 febbraio il Consiglio UE Affari Generali si è espresso in maniera ancora più nettamente contraria (19 stati contro e 5 a favore con 4 astenuti). Nonostante questo la stampa e le notizie ufficiali hanno incominciato a diffondere notizie tendenziose, falsità, travisamenti della realtà, facendo apparire la votazione come una vittoria dei favorevoli agli OGM e parlando di obbligo della Commissione UE di approvare questo nuovo OGM in coltivazione, quando è vero esattamente il contrario. Per rispettare la democrazia la Commissione non potrebbe che respingere l'approvazione di questo mais, che è stato respinto sia dal Parlamento che dal Consiglio. Su questo punto lo Stato italiano si è comportato bene e insieme ad altri undici paesi ha chiesto alla Commissione di ritirare la proposta di approvazione del Mais 1507: http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2014/02/13/Ogm-Italia11-Paesi-Commissione-Ue-ritiri-proposta_10066315.html Più che ritirare la proposta sarebbe giusto votare contro l'approvazione. Ma anche il ritiro potrebbe essere un risultato accettabile. Vedremo se invece la Commissione vorrà inventarsi qualche motivo arbitrario per accettare questo nuovo OGM. Rischierebbe però di esasperare gli animi e di rendere del tutto evidente la totale antidemocraticità dell'intero attuale costrutto europeo Un'altra disinformazione interessata e manipolata che è circolata afferma che non è importante che questo mais sia approvato, perché tanto per quest'anno nessuno farà a tempo a seminarlo....e allora dunque approviamolo!! INDICE LETTERA APERTA AL PARLAMENTO ITALIANO SUL MAIS OGM 1507 Lettera preparata per la camera dei deputati Egregi deputati del Parlamento Italiano. sull'approvazione del Mais OGM 1507 della Pioneer i fatti sono estremamente chiari. In data 16 Gennaio il Parlamento UE ha votato in modo nettamente contrario all'approvazione del Mais suddetto con 385 voti, mentre in 201 hanno votato in modo favorevole e 30 si sono astenuti. In data 11 Febbraio il Consiglio UE si è espresso in modo ancora più chiaro e netto contro l'approvazione di questo Mais: 19 stati su 28, fra cui l'Italia, hanno espresso volontà contraria, mentre i favorevoli sono stati soltanto 5 stati su 28 e 4 si sono espressi per l'astensione. In termini di voti ponderati il risultato è analogo: 209 voti su 352 sono contrari all'approvazione, mentre solo 78 su 352 sono favorevoli Risulta del tutto evidente quale è l'unica decisione che la Commissione è tenuta a prendere: NON APPROVARE IL MAIS 1507. In caso contrario si verificherebbe un scollamento gravissimo fra la Commissione da una parte e il Parlamento e il Consiglio dall'altra, che rappresenterebbe una grave lesione al principio di democrazia e porrebbe il problema di un ricambio dei componenti della attuale Commissione. Approvare il Mais 1507 sarebbe anche fatto in modo totalmente contrario allo spirito della legge comunitaria che, nel cercare la maggioranza qualificata, intende puntare a raggiungere il più ampio consenso. Anche per questo motivo la Commissione non può in ogni caso decidere secondo il volere di una ristretta minoranza. Le Associazioni sottoscriventi invitano il Parlamento e il Governo italiani a chiedere alla Commissione UE di respingere con decisione l'approvazione del Mais 1507. Cordiali saluti Marco Tiberti presidente Associazione Europen Consumers Gianni Cavinato presidente Associazione ACU Franco Trinca presidente Associazione NOGM Carlo Cardarelli presidente Associazione ACU Marche Loris Asoli copresidente Associazione REES Marche INDICE LETTERA ALLA COMMISSIONE EUROPEA SUL MAIS OGM 1507 Egregi Commissari dell'Unione Europea, sull'approvazione del Mais OGM 1507 della Pioneer i fatti sono estremamente chiari. In data 16 Gennaio il Parlamento UE ha votato in modo nettamente contrario all'approvazione del Mais suddetto con 385 voti, mentre in 201 hanno votato in modo favorevole e 30 si sono astenuti. In data 11 Febbraio il Consiglio UE si è espresso in modo ancora più chiaro e netto contro l'approvazione di questo Mais: 19 stati su 28 hanno espresso volontà contraria, mentre i favorevoli sono stati soltanto 5 stati su 28 e 4 si sono espressi per l'astensione. In termini di voti ponderati il risultato è analogo: 209 voti su 352 sono contrari all'approvazione, mentre solo 78 su 352 sono favorevoli Risulta del tutto evidente quale è l'unica decisione che la Commissione è tenuta a prendere: NON APPROVARE IL MAIS 1507. In caso contrario si verificherebbe un scollamento gravissimo fra la Commissione da una parte e il Parlamento e il Consiglio dall'altra, che porrebbe immediatamente il problema di sollevare dal loro incarico i commissari attuali. Approvare il Mais 1507 sarebbe anche fatto in modo totalmente contrario allo spirito della legge comunitaria che, nel cercare la maggioranza qualificata, intende puntare a raggiungere il più ampio consenso. Anche per questo motivo la Commissione non può in ogni caso decidere secondo il volere di una ristretta minoranza. Le Associazioni sottoscriventi invitano i Commissari UE a non approvare la coltivazione in Europa del Mais OGM 1507. Cordiali saluti Marco Tiberti presidente Associazione Europen Consumers Gianni Cavinato presidente Associazione ACU Franco Trinca presidente Associazione NOGM Carlo Cardarelli presidente Associazione ACU Marche Loris Asoli copresidente Associazione REES Marche Questa lettera è stata tradotta in lingua inglese e inviata tempestivamente ai Commissari UE Dear EU Commissioners, Facts on the EU approval for the use of Pioneer 1507 maize are very clear. On January 16 2014, the EU Parliament voted against approval of the above mentioned maize variety with 385 votes, whereas 201 were in favour and 30 abstained. On Ferbuary 11 2014, the EU Council expressed an even more clear and sharp voice against the approval of this Pioneer 1507: 19 out of 28 States, including Italy, have voted against it,while those in favour were only 5 countries out of 28 and 4 abstained. In terms of weighted votes, the result is similar: 209 Votes out of 352 opposed to the approval while only 78 out of 352 were favourable. It couldn't be clearer that the only decision the EU Commission should take is TO NOT APPROVE PIONEER MAIZE 1507 A hugely detrimental drift between the EU Commission on the one hand and the Parliament and the Council on the other, which would immediately raise the question of having to lift Commissioners form their present tasks. Approval of maize 1507 would also overrule the Spirit of EU law that in seeking qualified majorities, always aims to achieve the highest consensus. For this very same reason the EU Commission may not take decisions in accordance with the will of a small minority. The undersigned organizations call on the Commissioners NOT TO APPROVE the cultivation of Maize 1507 in EU28. Best regards, Marco Tiberti - Association of European Consumers (Italy) Gianni Cavinato - President of the Association ACU (Italy) Franco Trinca - President Association NOGM (Italy) Carlo Cardarelli - President Association ACU Marche (Italy) Loris Asoli - President Association REES Marche (Italy) INDICE COMMENTO DI PIETRO PERRINO ALLA RISOLUZIONE ZANINZACCAGNINI-FAENZI DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Gli autori del Testo risoluzione n. 7-00224 ZANIN, sviluppano tutto in funzione di iniziative e direttive che hanno sempre ignorato, consciamente o inconsciamente, la vera sostanza in materia di OGM. Si continua a parlare di tolleranza e coesistenza ignorando meccanismi biologici di fondamentale importanza. Inizio con la tolleranza. La tolleranza biologica è diversa dalla tolleranza meccanica. Mentre è impossibile non tollerare eventuali problemi meccanici, come l’efficienza di un’auto costruita per fornire determinate prestazioni, come una certa velocità, resistenza alla rottura, resistenza all’usura, periodo di conservazione, resistenza delle gomme alla pressione o ancora di una macchina costruita per trasformare semi di grano in farina e questa in pane, ecc., è impossibile parlare di tolleranza quando si passa a valutare l’efficienza di una macchina biologica, come è quella degli OGM. Se un’auto presenta dei difetti o si aggiusta o si butta al macero e siamo sicuri che la storia finisce li. Ma se costruiamo un organismo vivente e questo è difettoso per definizione, come è il caso di un OGM, non possiamo aggiustarlo e non possiamo buttarlo al macero, poiché in questo caso abbiamo costruito qualcosa che è in grado di moltiplicarsi autonomamente, senza la mano dell’uomo. In buona sostanza, nel caso di un OGM, l’uomo è come se avesse costruito una bomba biologica, che da sola è in grado di diffondersi e di contaminare non solo le colture non OGM della stessa specie, ma di contaminare anche piante e microrganismi appartenenti a specie diverse dello stesso genere e generi diversi, coltivati e selvatici. Infatti, una grossa lacuna della Commissione Europea è che continua a trattare la materia degli OGM come se la contaminazione, cioè trasferimento del DNA transgenico, avvenisse solo attraverso il polline. Prova ne è che si continua a parlare di zone OGM free o di distanza minima e massima tra i campi coltivati a OGM e campi coltivati con varietà di piante convenzionali o biologiche. La distanza dovrebbe impedire l’impollinazione e quindi la fecondazione e quindi la contaminazione. La distanza non può garantire tutto ciò perché è stato dimostrato che il polline può essere trasportato dal vento o dagli insetti pronubi anche a distanze considerevoli (si tratta di km e km). È sufficiente che solo una pianta sia contaminata che con la prossima stagione da una pianta si passa a 100 e quindi a un milione, ecc.. È possibile dimostrare matematicamente che la presenza anche dello 0,01 o 0,09 di semi OGM in una partita di mais considerato non OGM, nel giro di pochi anni trasferisce il DNA transgenico a migliaia di colture non OGM. Con questo spero di aver dimostrato che non si può parlare di tolleranza e quindi di coesistenza quando si parla di organismi viventi allo stesso modo di quando si parla di auto o di macchine. Le prime si riproducono da sole, le seconde no. Ma ad aggravare l’atteggiamento della Commissione Europea, come di diversi Paesi o Stati membri, in materia di OGM, è un’altra importante lacuna. Ne ho già accennato, ma vediamo meglio di cosa si tratta. Si ignora nella maniera più completa, nel senso che non parla mai, il fatto che il DNA transgenico passa da una coltura OGM ad altre colture o piante, coltivate e selvatiche, appartenenti a specie e generi diversi attraverso un meccanismo naturale che si chiama Trasferimento Genico Orizzontale (TGO). In pratica, il DNA transgenico della coltura OGM (per esempio mais) passa ai microrganismi (organismi unicellulari) del suolo e da questi a organismi pluricellulari o piante superiori. Il risultato sarà che il DNA transgenico del mais OGM passerà nel DNA di altro mais non OGM o peggio ancora di una patata, grano, orzo ecc., che non era OGM. Il DNA transgenico delle piante di mais OGM o di quello che resta sul campo dopo la raccolta passa nelle acque superficiali e profonde e arriva in quelle dei laghi, dove viene assorbito da microrganismi che qui ci vivono e che pertanto diventano OGM. A questo punto, uno potrebbe chiedere dove è il problema. In realtà il problema è più di uno. Ma vediamone uno. Quello forse più importante per la salute dell’uomo. Il DNA transgenico contiene in se il gene per la resistenza agli antibiotici, che quindi passa nei batteri del lago, i quali diventando OGM diventano resistenti agli antibiotici. E questo è o non è un problema planetario di sanità pubblica? Quindi, non ci vuole molto a capire che bisogna impedire a tutti i costi la produzione, coltivazione e uso di OGM. È chiaro che il rischio di subire gli effetti nocivi degli OGM non è solo di chi se li mangia, ma anche se in misura minore è esposto a tale rischio anche chi non se li mangia. Il DNA transgenico dai residui delle piante OGM, che in parte diventano polvere, può passare anche nell’aria e quindi arrivare nei nostri polmoni e nel nostro intestino. Alla luce di tutto ciò, devo concludere che pur apprezzando lo sforzo degli autori del Testo risoluzione n. 7-00224 ZANIN, ai quali vanno i miei complimenti per la lodevole articolazione dell’opus, devo dire che il Testo non va a scardinare e/o a estirpare argomenti che stanno permettendo alla Commissione Europea e tutti coloro che sono favorevoli agli OGM di continuare un balletto senza fine. Continuare ad assecondare discussioni basate sulla tolleranza e coesistenza non porterà da nessuna parte se non a giocare sempre in difesa. Bisogna passare all’attacco, dimostrando che gli OGM non solo non risolvono il problema della fame nel mondo, perché non è vero che producono di più delle colture convenzionali e biologiche, ma sono anche nocivi per la salute degli animali, dell’uomo e più in generale dell’ambiente (al riguardo esiste ampia letteratura, ove non dovesse bastare l’evidenza che è sotto gli occhi di diverse etnie che da anni stanno coltivando OGM). Pertanto, in conclusione, scusandomi con gli autori, del lodevole Testo NON CONDIVIDO L’IMPIANTO. Secondo me, esso dovrebbe essere riscritto alla luce di quanto suggerisce la letteratura, condivisa da numerosi scienziati indipendenti, e di quanto era stato possibile prevedere ancor prima che l’ingegneria genetica o il DNA ricombinante iniziasse a produrre OGM e a fare danni. Pietro Perrino INDICE LE COLTURA OGM POSSONO COESISTERE CON QUELLE TRADIZIONALI E BIOLOGICHE? Dibattito: Ogm, cui prodest? Ospite: Enrico Lucconi Secondo lei, le coltivazioni Ogm sarebbero gestibili se avvenissero secondo piani di coesistenza ben studiati ? E chi dovrebbe progettare questi piani di coesistenza ? Siamo abituati ad usare belle parole che traggono in inganno gli ingenui e chi non ha conoscenze agro-ecologiche. La coesistenza è un termine generico, un concetto talmente elevato che richiederebbe conoscenze tali che, a mio parere, attualmente non esistono. Quindi smettiamola di nasconderci dietro queste belle parole e cerchiamo di avere rispetto per quei principi filogenetici e ontogenetici contenuti all’interno del genoma delle sementi e di tutti gli organismi viventi. Per parlare di coesistenza bisognerebbe in primo luogo rifarsi all’esperienza di chi coltiva e ha coltivato gli Ogm, non da un anno o due anni ma da decenni. I produttori americani ad esempio. Così verremmo a sapere che negli USA, per esplicita ammissione del Presidente dell’unione agricoltori statunitense, la coesistenza è risultata impossibile tanto che gli Stai Uniti non sono più in grado di esportare mais convenzionale (pur richiesto dal mercato), perché ormai il 98% di questo vegetale è transgenico. Anche in Spagna, recenti studi dell’Università autonoma di Barcellona, hanno verificato che ogni coesistenza degli Ogm con le coltivazioni convenzionali è impossibile. Se è così in Paesi che hanno vaste aree coltivabili, chiediamoci cosa potrebbe accadere in Italia, con poche e tormentate aree agricole, strette tra mari e monti, dedite essenzialmente, e con grande successo, a produzioni di qualità. In concreto, al di là di ogni buona intenzione, introdurre gli Ogm significherebbe togliere dal territorio il prodotto convenzionale e biologico. L’inquinamento da Ogm delle aree agricole sarebbe irreversibile, come specificatamente affermato anche dal 10° “considerando” della Direttiva n. 2001/18/CE. Si è parlato in questi giorni di indire un referendum popolare sulla questione degli Ogm. Secondo Lei, vista la situazione attuale, gli italiani hanno sufficienti strumenti per votare un simile referendum? Sono certo che un referendum popolare sulla questione degli Ogm consentirebbe una migliore informazione dei cittadini sui reali pericoli e rischi degli Ogm, favorendo scelte consapevoli su problemi e verità tenuti nascosti da chi ne ha e ne aveva l’interesse a scopo personale. La questione degli organismi geneticamente modificati è tremendamente seria, più del nucleare, perché rappresenta, per l’intero genere umano, un gravissimo pericolo: modificherebbe irreversibilmente la fonte stessa della vita vegetale sul nostro pianeta. E’ impensabile che il cittadino non si preoccupi degli Ogm, viste le sue possibili ripercussioni sulla vita. Una modifica al codice genomico del mais, ad esempio, può svolgere la funzione di un pesticida e uccidere gli insetti nocivi. Ciò non toglie che, messi alla prova, topi affamati hanno evitato il mais transgenico. Non si capisce perché l’uomo dovrebbe cibarsene senza preoccuparsi, tanto più quando studi indipendenti hanno accertato anomalie al fegato, al rene, ai testicoli, alla crescita irregolare delle cavie alimentate con mais transgenico. Si è, inoltre, accertato anche un rischio di sterilità. Lei è un sostenitore dell’agricoltura identitaria e di qualità. Non crede però che esista un problema di scarsa produzione alimentare nel pianeta che potrebbe essere ovviato dagli Ogm? Mi sembra ovvio che, come associazione di categoria dei sementieri (Asseme), non possiamo che essere sostenitori di una agricoltura identitaria e di qualità, in quanto la funzione dell’associazione è proprio quella di garantire e tramandare la qualità e l’identità delle sementi secondo le leggi della natura, che gli Ogm manipolerebbero pesantemente senza, peraltro, conoscere a fondo gli effetti di queste manipolazioni sulla salute degli uomini, degli animali e dell’ambiente. Riguardo la scarsa produzione alimentare del pianeta, ritengo che si tratti più di un problema economico-politico che di un problema agronomico-alimentare. Ricordo, infatti, che fino a qualche mese fa, l’Unione Europea versava un premio a chi lasciava improduttive le aree agricole: si chiama misura set-aside, ossia la messa a riposo delle terre, misura adottata e poi abbandonata anche dagli USA. Questo per impedire che i prezzi dei prodotti agricoli scendessero troppo. Se così è stato (e nessuna sicurezza abbiamo che non possa avvenire in futuro) vuol dire che il problema è di altra natura, non certamente agronomico-alimentare. Aggiungiamo pure che molti Ogm, tra cui il mais e la soia, per la loro coltivazione hanno bisogno di volumi d’acqua cospicui, non sempre disponibili nella gran parte delle aree agricole mondiali. Né si possono sottovalutare i costi degli stessi Ogm per i coltivatori, vincolati a comprare ogni anno le sementi dai medesimi produttori e a pagarne, con il prezzo, i pesanti diritti di brevetto. Insomma, questo della fame appare più un pretesto per vendere un prodotto che per aiutare chi ha fame. Peraltro tutta questa attenzione riservata agli Ogm ha oscurato e fatto completamente dimenticare gli straordinari risultati ottenuti con i prodotti e le sementi convenzionali anche in Africa in grado di soddisfare più degli Ogm le necessità alimentari mondiali senza rischi per la salute umana. Per concludere, come agronomo difendo e difenderò la coltura convenzionale e biologica perché ritengo che essa non possa essere sostituita dagli Ogm. E invito gli agricoltori a non farsi prendere in giro da coloro che vogliono distruggere quelle tradizioni della saggezza contadina, la cui bontà è stata confermata nei secoli dalle leggi di natura. Dobbiamo smascherare le manipolazioni dell’informazione da parte delle multinazionali (europee e americane) che producono Ogm e che non fanno altro che pubblicizzare i loro prodotti, non certo per il bene dell’umanità ma per trarne profitto a scapito del benessere e della salute dei cittadini. Fonte: http://www.aiol.it/contenuti/enrico-lucconi INDICE ALLA FACCIA DELLA COESISTENZA! Noi siamo da sempre convinti che la coesistenza fra le colture OGM e le altre colture non sia possibile, in quanto sia la riflessione razionale che i fatti lo dimostrano. La cosa dovrebbe essere oramai chiara a tutti. L'avventura del coltivatore australiano Steve Marsh sta a dimostrarcelo una volta di più. Steve lavora come agricoltore in una azienda agricola biologica della località di Kojonup, nell'Australia occidentale. Nel 2010 il Governo ha concesso per la prima volta la propria autorizzazione per la coltivazione di colza Ogm a fini commerciali. Molti agricoltori, compresi i vicini di Marsh, hanno iniziato a coltivarla. L'uomo si è trovato in breve tempo ad affrontare un grave problema di conta minazione delle proprie coltivazioni e una costante diffusione delle piante di colza Ogm su gran parte dei terreni della propria azienda agricola biologica. Le conseguenze per Marsh si sono rivelate molto gravi. Il 70% dei suoi terreni è risultato contaminato dagli Ogm e la sua azienda agricola ha perso la certificazione biologica. Leggi tutto l'articolo su questo link: http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/12502-steve-marsh-agricoltoremonsanto INDICE GRAVISSIMI RISCHI DALL'ACCOPPIATA GLIFOSATO-OGM. SITUAZIONE CRITICA NEGLI USA Un agente infettivo di recente scoperta, minuscolo come un virus, è correlato alla diffusione di patologie fra le piante trattate con il glifosato, nonché a gravi problemi di salute fra gli animali nutriti con i prodotti OGM contaminati. Uno scienziato preoccupato - il Dott. Don Huber, fitopatologo delle piante con un'esperienza cinquantennale e docente emerito alla Purdue University - cerca di intervenire prima che sia troppo tardi. Di seguito la sua lettera al Segretario USA per l'agricoltura, Tom Silvack, estratta dall'intervista fatta a Huber da Chris Walters e pubblicata su Nexus New Times nr. 107 (da oggi finalmente in edicola!). LA LETTERA DEL DOTT. DON HUBER AL SEGRETARIO USA PER L’AGRICOLTURA TOM VILSACK. Egregio Segretario Vilsack, un’équipe di autorevoli scienziati esperti in piante e animali ha recentemente portato alla mia attenzione la scoperta di un agente patogeno, visibile solo al microscopio elettronico, che appare altamente nocivo per la salute delle piante, degli animali e probabilmente degli esseri umani. In base all’analisi dei dati disponibili, il patogeno è diffuso, molto pericoloso e si trova in concentrazioni elevate soprattutto nella soia e nel mais Roundup Ready (RR), il che suggerisce un legame con il gene RR o più plausibilmente con la presenza di Roundup. Questo organismo appare NUOVO per la scienza! Queste sono informazioni altamente riservate che potrebbero causare un crollo nei mercati di esportazione della soia e del mais statunitensi, nonché problemi alla fornitura nazionale di alimenti e mangimi. D’altra parte, questo nuovo organismo potrebbe avere già compiuto danni significativi (che descrivo più avanti). Io e miei colleghi, quindi, stiamo proseguendo le nostre indagini con rapidità e discrezione, e chiediamo l’assistenza dell’USDA [Ministero dell’Agricoltura USA] e di altri enti per identificare l’origine e la prevalenza del patogeno, le sue implicazioni e i possibili rimedi. Nello specifico, se informiamo l’USDA delle nostre scoperte in questa fase precoce è per via della decisione attualmente in corso per l’approvazione dell’alfa-alfa RR. Naturalmente, se il gene RR, o lo stesso Roundup, è un promotore o co-fattore per questo patogeno, tale approvazione potrebbe rivelarsi una calamità. In base alle prove attuali, l’unica azione ragionevole in questo momento sarebbe ritardare la deregolamentazione almeno fino a quando, eventualmente, ci saranno sufficienti dati tali da escludere un’implicazione del sistema RR. Negli ultimi 40 anni, ho lavorato come scienziato presso agenzie professionali e militari che valutano e contrastano minacce biologiche naturali e artificiali, fra cui armi biologiche ed epidemie. In base alla mia esperienza, ritengo che la minaccia posta da questo patogeno sia unica nel suo genere e presenti uno status di rischio elevato. In parole povere, sarebbe opportuno trattarla come un’emergenza. Svariati ricercatori che hanno indagato sul problema hanno fornito diversi pezzi del puzzle, presentando complessivamente il seguente scenario inquietante: l’organismo, precedentemente sconosciuto, è visibile solo al microscopio elettronico (36.000x) e il suo ordine di grandezza è approssimativamente quello di un virus di medie dimensioni. È in grado di riprodursi e appare simile a un microfungo. Se lo fosse, sarebbe il primo microfungo di questo tipo mai identificato. Ci sono prove convincenti che indicano che questo agente infettivo promuova le malattie sia nelle piante che nei mammiferi, il che è molto raro. È stato trovato in concentrazioni elevate nei mangimi di soia e mais Roundup Ready, nelle borlande, nei mangimi fermentati, all’interno dello stomaco dei suini e nella placenta di suini e bovini. L’organismo prolifera nelle piante infettate da due malattie che stanno decimando i raccolti e gli introiti degli agricoltori: la sindrome della morte improvvisa (SDS) e l’avvizzimento batterico di Goss. Il patogeno è stato trovato anche nell’agente causativo fungino della SDS (<em>Fusarium solani </em>f. sp. glycines). I test di laboratorio hanno confermato la presenza di questo organismo in capi di bestiame di svariati tipi colpiti da aborti spontanei e infertilità. Con i risultati preliminari delle ricerche in corso è stato inoltre possibile riprodurre gli aborti in ambiente clinico. Il patogeno potrebbe spiegare la frequenza sempre maggiore, negli ultimi anni, dell’infertilità e degli aborti spontanei negli allevamenti statunitensi di bovini, mucche da latte, suini ed equini. In questo quadro si collocano i recenti rapporti sui tassi di infertilità delle giovenche da latte (20%), e degli aborti spontanei fra i bovini, la cui percentuale sale fino al 45%. Per esempio, 450 su 1.000 giovenche da latte alimentate con insilato di frumento hanno avuto aborti spontanei. Nello stesso periodo, fra altre 1.000 giovenche della stessa mandria, nutrite con fieno, non ci sono stati aborti. Sono state confermate elevate concentrazioni del patogeno nell’insilato di frumento, su cui presumibilmente sono stati usati diserbanti al glifosato. Raccomandazioni Riepilogando, dato il titolo elevato di questo nuovo patogeno animale nelle colture Roundup Ready e la sua associazione con malattie delle piante e degli animali che stanno raggiungendo proporzioni epidemiche, richiediamo la partecipazione dell’USDA in un’indagine multi-agenzia, nonché un’immediata moratoria sulla deregolamentazione delle colture RR finché non sarà possibile escludere la relazione causale/di predisposizione con il glifosato e/o le piante RR come minaccia per le produzioni agricole e animali e per la salute umana. È urgente esaminare se gli effetti collaterali dell’uso del glifosato possano aver facilitato la crescita di questo patogeno o aver aggravato i danni alle piante o animali ospiti indeboliti. È ben documentato che il glifosato promuova i patogeni del suolo, ed è già stato implicato nella diffusione di oltre 40 tipologie di malattie delle piante, di cui smantella le difese attraverso la chelazione dei nutrienti vitali, e riduce la biodisponibilità dei nutrienti nei mangimi, il che a sua volta può causare disturbi negli animali. Per valutare correttamente questi fattori, richiediamo l’accesso ai dati pertinenti in possesso dell’USDA. Personalmente studio i patogeni delle piante da oltre 50 anni. Stiamo assistendo a una tendenza senza precedenti nell’aumento di malattie e disturbi fra piante e animali. Questo patogeno potrebbe essere la chiave per comprendere e risolvere il problema. Merita attenzione immediata e risorse adeguate per scongiurare un crollo generalizzato della nostra infrastruttura agricola critica. Cordialmente, Col. (Rit.) Don M. Huber Professore emerito, Purdue University Coordinatore della Società Fitopatologica Americana (APS), Sistema nazionale di recupero per le malattie delle piante dell’USDA (NPDRS) Puoi approfondire l'argomento sul numero 107 di Nexus New Times INDICE IL DNA TRANSGENICO, IL VERO PROBLEMA DELL'INGEGNERIA GENETICA Pietro Perrino Dirigente di Ricerca del CNR, già Direttore dell’Istituto del Germoplasma del CNR di Bari Riassunto Il DNA transgenico è diverso dal DNA naturale e ciò spiega anche perché gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono instabili. Il DNA transgenico contiene punti caldi alla ricombinazione e ciò alimenta il trasferimento genico orizzontalmente (TGO) anche tra specie lontane. Il TGO naturale è causale e preciso, mentre quello provocato dal DNA transgenico è casuale, impreciso e inaffidabile. Di conseguenza, il DNA transgenico e la ricombinazione producono nuovi virus, nuovi batteri e nuove malattie. Per gli stessi motivi la coesistenza tra colture convenzionali e transgeniche è impossibile e il cibo transgenico è causa di mutazioni, neoplasie, tumori e cancri. È come giocare alla lotteria: più cibo transgenico mangiamo e più possibilità abbiamo di ammalarci, più individui mangiano transgenico e maggiori sono le possibilità di un’epidemia. Più piante transgeniche ci sono in campo e maggiori sono le probabilità che il DNA transgenico e la ricombinazione causino contaminazione e nuove malattie. I risultati delle ricerche suggeriscono di non coltivare e non usare le piante transgeniche sia per scopi alimentari che non alimentari. Il trasferimento genico orizzontale In un processo normale di riproduzione, che accade tra individui della stessa specie, i geni sono trasferiti dai genitori ai discendenti a mezzo delle cellule germinali. Recentemente, questo processo è indicato anche come trasferimento genico verticale (TGV) per distinguerlo dal trasferimento genico orizzontale (TGO), che indica, invece, il trasferimento di materiale genetico tra individui appartenenti alla stessa specie o a specie diverse, attraverso processi diversi da una normale riproduzione. In lingua inglese è detto horizontal gene transfer (HGT) o lateral gene transfer (LGT). Normalmente, il TGO avviene tra batteri che si scambiano tra loro dei geni, superando le barriere naturali esistenti tra le specie. Ciò avviene in tre modi: tramite coniugazione, trasduzione e trasformazione. Nella coniugazione il DNA è trasferito da una cellula all’altra attraverso strutture lunghe e sottili chiamate pili (singolare pilus); nella trasduzione il DNA è trasferito da una cellula all’altra attraverso virus (infezione); nella trasformazione il DNA passa dall’ambiente alla cellula attraverso l’assorbimento. Affinché il TGO avvenga realmente il DNA estraneo deve integrarsi nel genoma della cellula ospite e qui essere mantenuto stabilmente in alcune forme particolari. Durante questo processo d’integrazione il DNA può essere soggetto a riarrangiamenti o ricombinazioni. Il TGO e la ricombinazione tra virus hanno luogo quando diversi virus infettano e si moltiplicano nella stessa cellula. I genomi virali spesso si integrano nel DNA della cellula ospite per replicarsi con il genoma di quest'ultima. Quando si attivano i processi infettivi, questi pezzi di DNA virale possono agganciare geni vicini o sequenze di DNA dell’ospite. I virus possono inoltre agganciare pezzi liberi di materiale genetico nel proprio genoma. Il TGO e la ricombinazione hanno giocato un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi virus e batteri associati a malattie infettive esplosive e nella diffusione della resistenza ad antibiotici e a medicine tra i patogeni, rendendo le infezioni molto difficili da curare. Per molto tempo, nessuno sospettava che il TGO poteva estendersi a piante e animali superiori. Negli ultimi vent’anni, comunque, è emerso chiaramente che il TGO si estende all’intera 2 biosfera, con batteri e virus che funzionano sia come intermediari per geni trafficanti e sia come recipienti per la moltiplicazione e ricombinazione di geni, e possiamo sostenere che il TGO è diventato molto più frequente con l’avvento dell’ingegneria genetica. Il TGO in organismi superiori Potenzialmente ci sono molte vie per il trasferimento orizzontale di geni a cellule vegetali e animali. La via principale è la trasduzione, perché ci sono molti virus che infettano piante e animali e ci sono molte opportunità per i virus di prelevare geni e di trasferirli da un ospite all’altro. La trasformazione è potenzialmente molto importante per le cellule di animali superiori, incluse quelle dell’uomo e decadi di ricerca di terapia genica non hanno lasciato dubbi. E’ stato accertato che una grande varietà di materiali genetici nudi è assorbita da tutti i tipi di cellule, semplicemente attraverso l’applicazione di gocce negli occhi, lo strofinamento sulla pelle, materiali iniettati o ingoiati. In molti casi, i costrutti di geni estranei finiscono con l’essere integrati nel genoma, inclusi quei costrutti che non sono progettati per essere integrati. Alcuni di noi sono stati avvertiti per anni dei danni causati dall’integrazione di tali costrutti di geni estranei nel genoma delle cellule, tra cui il cancro e la proliferazione incontrollata di certe cellule. La trasformazione diretta può non essere importante per le cellule vegetali, le quali generalmente hanno pareti cellulari spesse e protettive. Ma i batteri del suolo appartenenti al genere Agrobacterium sono capaci di trasferire segmenti di DNA alle cellule vegetali, in un processo che somiglia molto alla coniugazione. Questo processo, specifico di Agrobacterium, è largamente sfruttato per il trasferimento genico nell’ingegneria genetica vegetale, sollevando alcuni problemi di sicurezza. Il materiale genetico estraneo può anche essere introdotto nelle cellule delle piante e degli animali dagli insetti e altri artropodi (crostacei, miriapodi e aracnidi) con i loro apparati boccali ben affilati. Inoltre, i patogeni batterici che entrano nelle cellule delle piante e degli animali possono essere vettori del TGO. Pertanto, non ci sono pressoché barriere a prevenire l’entrata di materiale genetico estraneo nelle cellule di qualunque specie terrestre. Le barriere più importanti al TGO esistono dopo che il materiale genetico estraneo è entrato nella cellula. La maggior parte del DNA estraneo che entra in una cellula, così come quello presente nel cibo ordinario, è rotta per produrre energia e costruire i mattoni necessari a crescere e a riparare eventuali guasti. Anche nell’eventualità che il materiale genetico estraneo sia incorporato nel genoma, una modificazione chimica può ancora metterlo fuori causa o eliminarlo. Tuttavia, in determinate condizioni ecologiche, ancora non ben comprese, il DNA estraneo sfugge alla rottura e s’integra nel genoma delle cellule. Per esempio, shock termici e inquinanti, come i metalli pesanti, aumentano il TGO, ma anche gli antibiotici possono aumentarne la frequenza da 10 a 10.000 volte. Alcuni materiali genetici possono resistere alla rottura, specialmente quelli dei parassiti genetici, come virus, plasmidi e trasposoni. Virus, plasmidi e trasposoni non solo supportano il trasferimento orizzontale, ma possono anche agire da vettori (carriers) per il trasferimento di altri geni ed essere usati come tali nell’ingegneria genetica. Questi parassiti genetici hanno segnali speciali e strutture globali che li proteggono dagli enzimi (DNAasi) che rompono il DNA. Un virus è formato da sequenze di materiale genetico avvolte in un mantello di proteine di cui si spoglia quando entra nella cellula ospite. Grazie alla sua struttura può dirigere l'apparato della cellula ospite per replicarsi o può integrare il suo materiale genetico nel genoma dell'ospite trasformandosi in un provirus. Quando i provirus si attivano e riprendono il processo infettivo riproducendo molte copie del loro DNA, è possibile che alcuni geni dell'ospite restino legati e vengano trasferiti con successo ad altre cellule durante i seguenti processi infettivi. Questo spiega perché questi parassiti genetici sono considerati veri vettori per il TGO. 3 In natura i parassiti genetici esistenti possono contare su un numero limitato di specie ospiti che possono infettare, per cui, per esempio, i virus dei suini infettano i suini e non l’uomo e i virus dei cavolfiori non infettano i pomodori. È il mantello proteico che avvolge il virus a determinare la specificità dell’ospite, che spiega perché i genomi virali nudi (materiale genetico virale senza rivestimento proteico) hanno generalmente un numero di specie ospiti più ampio rispetto ai virus intatti (cioè quelli il cui materiale genetico è circondato da un mantello proteico). Altro elemento importante per il trasferimento genico sono i trasposoni, cioè blocchi di sequenze di DNA che hanno la capacità di saltare dentro e fuori i genomi in cui sono contenuti. L’ingegneria genetica ha creato una grande varietà di costrutti artificiali e vettori attraverso la ricombinazione del materiale genetico di batteri, virus, plasmidi e trasposoni; tali costrutti sono progettati per trasformare cellule di tutte le specie e per inserirsi nei loro genomi. In altre parole, l’ingegneria genetica artificiale (cioè quella eseguita dall’uomo) aumenta il TGO, un processo che crea nuove combinazioni di geni e può diffondere tra i microrganismi patogeni la resistenza ad antibiotici e altri farmaci. Attraverso la creazione di una vasta gamma di varietà di vettori promiscui, l’ingegneria genetica ha agevolato il trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione, processi che prima erano strettamente regolati e limitati (Mae Wan Ho). Attualmente, in nessun paese, c’è una legislazione atta a prevenire la fuga e/o rilascio nell’ambiente di vettori artificiali e di costrutti di DNA nudo (Mae Wan Ho). Terje Traavik fu il primo ad avvertire il suo governo e la comunità internazionale dei pericoli legati ai costrutti di DNA, che realizzati in maniera crescente dall’industria biotecnologica sono scaricati nell’ambiente. Traavik fu allarmato dal fatto che durante uno dei suoi esperimenti di routine, insieme ai suoi colleghi, iniettando del DNA nudo di un virus della poliomielite umana in conigli, come controllo, osservò che il virus intatto non determinò alcuna infezione, mentre con sua sorpresa il genoma virale nudo determinò, nei conigli iniettati, un’infezione esplosiva. Dunque, la semplice manipolazione di genomi virali nudi usati dall’ingegneria genetica è di per sé un pericolo. Pericoli derivanti dal trasferimento orizzontale del DNA transgenico Siccome i vettori artificiali e i costrutti artificiali sono costituiti prevalentemente da materiale genetico proveniente da virus e batteri normalmente presenti in natura, essi si potranno ricombinare con i ceppi selvatici, potendo così condurre alla creazione di nuovi ceppi potenzialmente più pericolosi. Negli ultimi 40 anni e più è stato registrato un aumento dell’uso di medicine e antibiotici per il trattamento delle malattie infettive. Tra le cause, oltre all’abuso di antibiotici, la distruzione ecologica, il deterioramento della sanità pubblica, la malnutrizione, la povertà, la disintegrazione sociale, l’aumento di viaggi e trasporti e le guerre, possiamo aggiungere anche l’ingegneria genetica (Mae Wan Ho). Per molti genetisti microbiologi medici ci sono pochi dubbi che il TGO e la ricombinazione sono stati responsabili della creazione di nuovi patogeni e diffusione della resistenza ad antibiotici e altri farmaci. Questi studiosi hanno affermato che la frequenza del TGO e la ricombinazione è aumentata da quando è iniziata l’ingegneria genetica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo aver ripetutamente negato quest’affermazione ha riconosciuto al TGO un ruolo nell’evoluzione dei patogeni, ma nega che un ceppo benigno di microrganismi si possa trasformare in uno patogeno attraverso l’acquisizione di geni trasferiti orizzontalmente da un microrganismo geneticamente modificato (Mae Wan Ho). Verso la metà degli anni Settanta, i pionieri dell’ingegneria genetica chiesero una moratoria - la famosa dichiarazione di Asilomar – perché si preoccuparono di questa possibilità. Tuttavia, dopo breve cedettero alle pressioni commerciali e la moratoria finì. L’argomento in questione non è stato mai risolto, anche se, scoperte successive hanno fatto crescere di molto la sua rilevanza, 4 specialmente per quanto riguarda la persistenza di DNA nell'ambiente, compreso l’intestino umano anche dopo la morte degli organismi che lo abitano, e la facilità con cui tutte le cellule, comprese quelle degli esseri umani, assorbono il DNA estraneo. Creazione accidentale di virus assassini con l’ingegneria genetica A gennaio 2001, il sospetto della creazione di virus pericolosi attraverso l’ingegneria genetica venne alla luce. Alcuni ricercatori in Australia, durante un esperimento d’ingegneria genetica trasformarono incidentalmente il virus innocuo dell’esantema del topo (mouse-pox virus) in un patogeno altamente pericoloso. I ricercatori, inoltre, mostrarono uno dei modi in cui potrebbe avvenire questo processo: è sufficiente inserire nel virus un gene codificante per una proteina che sopprime il sistema immunitario, come ad esempio l'interleuchina-4. Geni simili a questo sono presenti nelle colture transgeniche allevate in campi sperimentali in Canada, come evidenziato da Joe Cummins. Ci sono molte opportunità per virus benigni, presenti nell’ambiente, di diventare simili a virus assassini, semplicemente attraverso l’assorbimento dalle colture transgeniche contenenti il gene che codifica la proteina che sopprime l’immunità. Ma non è tutto, anche durante altre ricerche di routine su patogeni pericolosi per produrre vaccini, i genetisti hanno creato virus ibridi accidentalmente. Si veda per esempio il virus SHIV, un virus ibrido tra il virus che causa l'AIDS nell’uomo e quello che causa l'AIDS nella scimmia, usato come virus test per saggiare i vaccini per l'AIDS in laboratorio. Molti vaccini AIDS stessi – fatti con geni di glicoproteine (gp 120) del virus dell’immunodeficienza umana (HIV) – sono così pericolosi che un gruppo di virologi diretti da Veljko Veljkovic dell’Istituto di Scienze Nucleari di Belgrado ha richiesto di bloccare gli esperimenti clinici. La società ProdiGene, ad esempio, che per produrre vaccini ha inserito la proteina gp120 nelle piante di mais, è stata querelata per aver contaminato colture alimentari con colture ingegnerizzate; in tale occasione scienziati come Veljko Veljkovic e Mae Wan Ho dichiararono al giornale AID Science la pericolosità di questo procedimento, mettendo in evidenzia il fatto che in tal modo si potrebbe anche rischiare di mettere in circolazione una sorta di arma biologica. La maggior parte dei patogeni mortali prodotti dall’ingegneria genetica è creata e liberata nell’ambiente senza che nessuno se ne accorga. Grandi quantità di DNA transgenico, con geni virali e batterici e combinazioni nuove di geni di organismi diversi possono essere liberate nell’ambiente dalle attrezzature di laboratorio usate come contenitori di residui di DNA, sulla base del presupposto che il DNA una volta scaricato nell’ambiente si disintegra subito. Il DNA transgenico è anche rilasciato deliberatamente nell’ambiente con le coltivazioni di piante geneticamente modificate (GM) che generano polline, polvere e residui; tra le colture GM ci sono anche quelle ingegnerizzate con materiali genetici che producono farmaci e vaccini. Il DNA transgenico e il cancro Mae Wan Ho ha affermato che il cancro può essere generato dall’integrazione di geni estranei nel genoma delle cellule attraverso la terapia genica. La terapia genica consiste nella modificazione genetica di cellule umane, usando costrutti simili a quelli usati nella modificazione genetica di animali e piante. La cosa preoccupante di alcuni casi di sperimentazione di questa terapia effettuati in Francia è che sono stati ottenuti solo 9 successi, dopo 14 anni di prove cliniche e ricerche in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante il fatto che i pazienti furono trattati con una procedura disegnata per minimizzare i rischi di cancro, in alcuni casi le cose non andarono come sperato. Ai pazienti, infatti, furono prelevate dal midollo spinale alcune cellule che furono poi trasformate in vitro usando un vettore derivato da un virus contenente il costrutto transgenico. Tra tutte le cellule trasformate si scelsero quelle desiderate e si trapiantarono nuovamente nel paziente originario. La domanda rimasta senza risposta, anzi la domanda mai posta durante l’inchiesta che ne seguì, era se il costrutto transgenico si fosse mosso di 5 nuovo dopo il trapianto: nessuna caratterizzazione molecolare fu eseguita finché non si verificò il primo problema. Nel primo paziente analizzato, il vettore virale che conteneva i nuovi geni introdotti si era integrato in prossimità del gene LM02, causandone la super-espressione, cosa che a sua volta condusse alla proliferazione incontrollata dei globuli bianchi e quindi allo sviluppo della leucemia nel paziente. Venne fuori che il vettore virale si era integrato vicino allo stesso gene anche in un secondo paziente, che allo stesso modo sviluppò la leucemia. Da allora, una terapia simile è stata praticata in un terzo bambino che dopo poco tempo non mostrava ancora segnali di leucemia. Tuttavia, il 10 febbraio 2003, i membri del NIH (National Institute of Health) degli Stati Uniti e quelli del RAC (Recombinant DNA Advisory Committee) si incontrarono e decisero di raccomandare questo particolare tipo di terapia genica solo nel caso in cui i pazienti non rispondono ad altri trattamenti – come il trapianto di midollo spinale convenzionale prelevato da donatori compatibili – omettendo però di dire che anche altri vettori comportano lo stesso rischio. Il DNA transgenico non è uguale al DNA naturale I fautori dell’ingegneria genetica amano rassicurare il pubblico affermando che il DNA è DNA, non importa come si fa o come si ottiene e affermano: abbiamo mangiato una quantità di DNA con i nostri cibi e non siamo mai diventati né cavoli né mucche, quindi perché dovremmo preoccuparci del DNA transgenico? (Mae Wan Ho). Già abbiamo detto perché dovremmo preoccuparci del DNA transgenico, ma osservandone la struttura di base, possiamo osservare ancora meglio quanto il DNA transgenico è diverso da quello naturale. I geni non sono mai trasferiti da soli, ma in unità note come cassette di espressione di geni (una cassetta può contenere più di un costrutto) Ciascun gene, infatti, per poter essere espresso correttamente, deve essere accompagnato da uno speciale pezzo di DNA regolatore, il promotore, che segnala alla cellula di accendere il gene, attivandone la trascrizione, e da una sequenza detta terminatore che ferma la trascrizione e permette che quanto trascritto possa essere ulteriormente processato e tradotto in proteina. La più semplice cassetta di espressione (un solo costrutto) è simile a questa: Generalmente, ciascun pezzo del costrutto (promotore, gene, terminatore) deriva da una fonte diversa. Il gene stesso può anche essere composto da pezzi di diversa origine. Spesso un costrutto non è sufficiente a ingegnerizzare la pianta. E in alcuni casi servono più cassette. Diverse cassette sono, frequentemente, legate in serie o “accatastate” in una grossa cassetta o costrutto finale. Almeno una delle cassette (o costrutti) di espressione sarà quella con il gene marcatore per la resistenza all’antibiotico, che consente alle cellule trasformate con successo dal costrutto estraneo, di essere selezionate utilizzando specifici antibiotici. In alcuni casi può capitare che queste sequenze capaci di conferire resistenza agli antibiotici restino nell’organismo transgenico. I blocchi di materiale genetico del costrutto sopra disegnato, di origine diversa, sono legati da semplici linee per indicare la potenziale debolezza dei legami. Tali costrutti artificiali sono noti per essere strutturalmente instabili: tendendo a rompersi e a inserirsi in punti diversi, talvolta anche in un numero di copie ripetute. Questa instabilità strutturale non va sottovalutata perché può aumentare il TGO e la ricombinazione. Promotore Gene Terminatore 6 Il promotore CaMV 35S Il virus del mosaico del cavolfiore (CaMV) infetta normalmente le piante della famiglia dei cavoli. Uno dei suoi promotori, il promotore 35S, è stato ampiamente usato in colture GM sin dall’inizio dell’ingegneria genetica, prima che venissero alla luce alcuni suoi caratteri preoccupanti. Il più serio di questi è che il promotore 35S sembra avere al suo interno un punto caldo per la ricombinazione, per cui tende a ricombinare con altro DNA. Sin dall’inizio degli anni Novanta sono sorti alcuni dubbi a proposito della sicurezza di geni virali incorporati nelle piante GM per renderle resistenti agli attacchi da virus. Molti dei geni virali tendono a ricombinare con altri virus generandone di nuovi: nel 1994, Joe Cummins fu tra i primi a fare osservazioni sul promotore CaMV35S mettendone in dubbio la sicurezza. Nel 1999, l’evidenza definitiva sul punto caldo alla ricombinazione del promotore CaMV 35S fu fornita da due lavori pubblicati, indipendentemente, da due gruppi di ricercatori. Ciò spinse il gruppo di Mae Wan Ho a condurre un’analisi critica della sicurezza che comporta l'impiego del promotore CaMV35S. Si evidenziò così che il punto caldo per la ricombinazione del promotore CaMV35S è affiancato da diversi elementi noti per essere coinvolti in processi di ricombinazione e simili ad altri punti caldi, tra cui anche gli estremi del DNA di Agrobacterium tumefaciens usato come vettore per la trasformazione delle piante. Inoltre, questo promotore funziona con efficienza in molti organismi diversi (piante, alghe verdi, lieviti ed Escherichia coli) ed è dotato di struttura modulare, cioè formato da parti comuni a, e quindi interscambiabili con, diversi promotori di altri virus capaci di infettare sia le piante che gli animali. Tali scoperte suggeriscono che i costrutti transgenici con il promotore CaMV35S dovrebbero essere particolarmente instabili e inclini al trasferimento genico e alla ricombinazione, con tutti i rischi che ne conseguono: mutazioni geniche dovute a inserzioni casuali, cancro, riattivazione di virus dormienti e generazione di nuovi virus. Queste considerazioni furono particolarmente rilevanti alla luce del rapporto di Ewen e Pusztai, pubblicato sulla rivista The Lancet, nel quale si evidenziava che certe patate transgeniche contenenti il promotore CaMV35S possono essere nocive per i ratti. Gli autori suggerirono che una parte significativa degli effetti potrebbe essere dovuta “al costrutto o alla trasformazione genetica o a entrambi”. Successivamente a tali risultati, il gruppo di Ho chiese l’immediato ritiro di tutte le colture GM contenenti il promotore CaMV35S. Il problema dei costrutti transgenici risiede nel fatto che tutti o quasi tutti gli elementi integrati nei genomi nel corso dell’evoluzione sono stati “addomesticati”, si sono adattati alle condizione del loro ospite e hanno ridotto la loro mobilità da un individuo a un altro. Tuttavia l’integrazione di costrutti transgenici prima non presenti (come nel caso di quelli contenenti il promotore CaMV35S) possono mobilizzare tali elementi, che a loro volta possono fungere da vettori per destabilizzare il DNA transgenico e favorirne il trasferimento. Evidenze del trasferimento orizzontale del DNA transgenico Un mutante di una pianta selvatica, l'Arabidopsis, resistente agli erbicidi fu ottenuto attraverso mutagenesi convenzionale in un laboratorio al Department of Ecology and Evolution dell'Università di Chicago. Questo mutante fu usato per creare una linea transgenica (un OGM) mediante introduzione del gene mutato nelle cellule delle altre piante che bisognava rendere resistenti agli erbicidi. Sia il mutante sia le piante transgeniche furono in grado di trasmettere la resistenza agli erbicidi alle piante normali di Arabidopsis che crescevano nelle vicinanze, ma con un rapporto variabile: il transgene delle piante transgeniche risultò 30 volte più diffuso tra le piante selvatiche rispetto al gene mutato originario. Questa differenza è difficile da spiegare se ci si basa esclusivamente sulle diverse capacità d’impollinazione delle piante: perché non pensare che sia legata a effetti inattesi del vettore? Perché non ipotizzare che le piante transgeniche potessero produrre più polline o polline più vitale? O che si potesse verificare un trasferimento genico 7 orizzontale (TGO) attraverso gli insetti che visitano le piante per il polline e il nettare o che succhiano la linfa? Queste possibilità, che non possono essere escluse a priori, non furono investigate e, indipendentemente dal modo in cui il transgene si diffonde, l’esperimento mostrò che il DNA transgenico era capace di comportarsi in maniera diversa dal DNA non transgenico e che in particolare può diffondersi con una capacità superiore al DNA mutante e naturale. Il trasferimento orizzontale di transgeni e di geni marcatori per la resistenza agli antibiotici da piante geneticamente ingegnerizzate a batteri e funghi del suolo è stato registrato in laboratorio la prima volta verso la metà degli anni Novanta. Il trasferimento di transgeni a funghi fu ottenuto semplicemente allevando funghi insieme a piante transgeniche e il trasferimento ai batteri attraverso l’applicazione di DNA totale, estratto da piante transgeniche, a colture di batteri. Verso la fine degli anni Novanta, fu possibile estrarre i geni per la resistenza alla kanamicina dalle foglie di piante transgeniche e trasferirli a batteri del suolo del tipo Acinetobacter; l'esperimento fu condotto con successo con diversi tipi di piante GM: patata (Solanum tuberosum), tabacco (Nicotiana tabacum), barbabietola (Beta vulgaris), colza (Brassica napus), pomodoro (Lycopersicon esculentum). Secondo alcune stime, le sequenze transgeniche presenti in una singola pianta GM dovrebbero essere sufficienti per trasformare circa 109 batteri. Nel 1999, alcuni ricercatori tedeschi riportarono i risultati del primo esperimento di monitoraggio in campo che forniva l’evidenza che il DNA transgenico si trasferiva dai residui della barbabietola da zucchero ai batteri del suolo. Il DNA non solo persiste nell’ambiente, sia nel suolo sia nell’acqua, ma esso non si degrada in modo sufficientemente veloce nel sistema digestivo per prevenirne il trasferimento ai microrganismi residenti nell’intestino degli animali. La letteratura scientifica esistente mostra che il rischio di TGO esiste. Conclusioni Quanto finora riportato mostra come il trasferimento genico orizzontale (TGO) esista realmente, sebbene la ricerca per studiarne i meccanismi non venga pianificata adeguatamente. La valutazione del rischio per l’ambiente non può concentrarsi solo sulle distanze di coltivazione per evitare la contaminazione delle colture circostanti dal trasferimento genico verticale (cioè attraverso l’impollinazione), ma deve considerare anche il trasferimento genico orizzontale del DNA transgenico che è molto più pericoloso e subdolo di quello verticale perché non conosce distanze né barriere tra specie. La letteratura esistente sul TGO è sufficiente a dimostrare che la coesistenza di piante transgeniche con piante non transgeniche è impossibile. La coesistenza significa, in modo certo, contaminazione anche di piante e microrganismi appartenenti a specie molto diverse e lontane. In definitiva, le piante transgeniche non solo non servono e non risolvono i problemi della fame nel mondo, ma sono anche nocive per la salute, l’ambiente e la biodiversità. Non si comprende perché, nonostante le evidenze, il TGO è completamente ignorato dalle istituzioni pubbliche deputate a salvaguardare la salute dell’uomo. Se il TGO ricevesse la dovuta attenzione, gli OGM sarebbero ormai solo un ricordo. Il vero flagello dell’ingegneria genetica è il DNA transgenico, un DNA instabile e facile alla ricombinazione. L’ingegneria genetica non funziona: gli OGM non risolvono i problemi della fame nel mondo e sono nocivi per la salute. Qualunque governo bene informato non dovrebbe consentire l’introduzione, la coltivazione e l’uso di piante transgeniche, sia per usi alimentari che non alimentari. Ringraziamenti Ringrazio Mae Wan Ho, Direttrice della rivista Science in Society, e Joe Cummins, Professore Emeritus di Genetica all’Università di Western Ontario, perché senza i loro contributi, questo lavoro non sarebbe stato possibile. Desidero ringraziare anche Giovanni Monastra e gli organizzatori del Convegno “Task Force per un’Italia Libera da OGM”, svoltosi presso 8 l’Auditorium Ara Pacis di Roma, il 20 luglio 2010, per avermi dato la possibilità di intervenire e presentare i risultati riportati nel presente lavoro. Bibliografia consigliata 1. Beachy R, Bennetzen JL, Cgassy BM, Chrispeels M, Chory J, Ecker JR, Noel JP, Kay SA, Dean C, Lamb c, Jones J, Santerre CR , Schroeder Jl, Umen J, Yanofshy M, Wessler S, Zhao Y and Parrott W, 2002. Divergent perspectives on GM food. Nature biotechnology 2002, 20, 1195-6.. 2. 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INDICE I RATTI DI SERALINI E L'APPROCCIO SCIENTIFICO SUGLI OGM La pubblicazione dei risultati del gruppo di ricerca guidato dal Prof. Seralini sulla tossicità del mais transgenico NK603 e dell’erbicida a cui è resistente, il Roundup ha generato un ampio dibattito pubblico a livello internazionale e sollevato un subbuglio nel mondo scientifico. Il ricercatore francese era già stato oggetto di aspre critiche ed attacchi per aver proposto una diversa lettura dei dati di tossicità emersi dagli studi su alcuni OGM e sulla base dei quali le autorità competenti avevano acconsentito alla loro commercializzazione. Analizzando i dati raccolti dalle aziende richiedenti nel corso di sperimentazioni su ratti alimentati con OGM, Seralini aveva messo in evidenza che già negli studi a breve termine si poteva notare l’insorgenza di anomalie, soprattutto nella composizione ematica e nelle funzioni epatiche e renali. Leggi tutto: http://www.fondazionedirittigenetici.org/fondazione/files/allegatoevidenza26no v12.pdf INDICE PRESENTAZIONE DEL LIBRO “SCIENZA BENE COMUNE” Tra il 2012 e il 2013 la Fondazione Diritti Genetici ha promosso il “Science and Democracy Forum”, un dibattito on line sul rapporto tra scienza, scientismo, democrazia che ha coinvolto autorevoli rappresentanti del mondo della scienza, dell’etica, del diritto, dell’economia. Ne è nato un confronto ricco e multidisciplinare durato oltre un anno e ora presentato in volume. Dagli OGM ai brevetti sul vivente, dal biodiritto alle tecnologie emergenti, gli autori hanno affrontato alcuni casi di studio indicativi del rapporto tra innovazione scientifica e consenso pubblico, indicando (su questioni specifiche o sul progresso tecnico-scientifico in generale), alcune linee operative tra etica, politica, ricerca partecipata. Grande è sto il successo in termini di partecipazione, sia da parte degli esperti che del pubblico, e siamo lieti di aver ricevuto, tra gli altri, un messaggio di apprezzamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Gli interventi hanno aperto vari fronti di riflessione, dalla critica allo scientismo al rapporto scienza-etica, dalla partecipazione democratica al primato della politica nelle scelte che riguardano scienza e tecnica, dalla gestione del rischio alla necessità di incrementare la ricerca scientifica pubblica. Al centro del confronto, l’urgenza di democratizzare la scienza e promuovere la partecipazione dei cittadini e dei consumatori alle scelte sull’innovazione, soprattutto in quegli ambiti – alimentazione, salute, energie, genetica, ecc. – che li riguardano più da vicino. Insomma, chi decide della scienza quando la scienza riguarda tutti? Il 2013 è stato dichiarato dal Parlamento europeo “Anno europeo dei cittadini”, con l’obiettivo di rafforzare, nei cittadini dell’Unione, la consapevolezza dei propri diritti e, in generale, di promuovere il più possibile il concetto di “partecipazione”. Anche la scienza è coinvolta in questo processo. Dopo le recenti discussioni sul “deficit democratico” nell’impiego della scienza, molti teorici hanno infatti sottolineato l’im- portanza del coinvolgimento del pubblico e della creazione di nuove forme di government partecipato all’interno dei processi decisionali riguardanti la ricerca scientifica. Quale migliore occasione per riflettere sulla scienza come “bene comune”? Tanto più che nel 2013 si è verificato un evento di portata storica: la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di considerare non brevettabile il DNA, a partire da quello umano. Si è trattato di un vero e proprio “salto d’epoca” che ha ristabilito il principio fondamentale secondo cui la materia vivente non è in vendita e non può es sere soggetta a brevetto. Secondo la Corte statunitense, infatti, l’isolamento di un gene e l’identificazione delle sue funzioni non possono costituire elementi sufficienti a concederne un diritto di sfruttamento commerciale in regime di monopolio. E questo non solo perché il brevetto lede il diritto alla salute dei cittadini, costretti fino ad ora a pagare migliaia di dollari per un test genetico, visto che i geni erano considerati una proprietà privata delle aziende farmaceutiche, ma anche perché la brevettazione riduce enormemente la possibilità di avanzamento della ricerca, privando il mondo scientifico della libertà di accesso ad alcune scoperte fondamentali. Torniamo così al cuore del “Science and Democracy Forum”, che ha anticipato e sostanziato il “salto d’epoca”: l’affermazione della partecipazione come principio fondamentale di una ricerca scientifica democratica e socialmente condivisa presuppone infatti che la conoscenza sia considerata e fruita dai cittadini come “bene comune” e, come tale, soggetta a quei requisiti fondamentali che rendono una risorsa patrimonio di tutti, primi fra tutti quelli di tutela e di accessibilità. Attualmente quasi il 20% dei geni umani conosciuti è sotto brevetto, una realtà che ha alimentato per anni una scienza legata esclusivamente al profitto e che ha contribuito non poco a quella recessione globale che dalle bolle speculative del 2008 ha cominciato a flagellare il mondo. Ora la decisione della Corte statunitense sancisce di fatto l’illegittimità di tale processo di accaparramento del DNA, riconoscendo come indebita l’appropriazione, a fini speculativi, di informazioni scientifiche che hanno di fatto ostacolato lo sviluppo della ricerca e favorito il consolidamento di oligopoli industriali basati sulla privatizzazione di un “bene indiviso” che è patrimonio dell’umanità e non di qualche consiglio di amministrazione senza scrupoli. E il no alla brevettazione del genoma umano si è unito a quello sulla privatizzazione della conoscenza. Sulla stessa linea della decisione della Corte suprema, infatti, si è mosso anche il pronunciamento del Congresso statunitense che, alcune settimane prima, aveva reso obbligatoria la pubblicazione e la messa a disposizione dei risultati delle ricerche scientifiche finanziate dal bilancio statale. Ecco ricongiunte le parole chiave che, all’interno del “Science and Democracy Forum”, hanno ridefinito la scienza come “bene comune”: tutela (del DNA come patrimonio di tutti) e accessibilità (della conoscenza come risorsa pubblica). Ed ecco anche il profilarsi di quei “contrappesi” democratici che Norberto Bobbio auspicava come insieme di equilibri e corrispondenze atti a governare la rivoluzione biotecnologica per un corretto esercizio di quelli che lui definiva i “diritti di quarta genera- zione”, cioè, appunto, i diritti genetici. Contrappesi democratici di cui sono testimonianza gli interventi qui raccolti in volume. Oltre lo spread della conoscenza. Mario Capanna INDICE SULLE PICCOLE AZIONI E LE GRANDI VITTORIE Sono quasi sempre i piccoli gruppi, incuranti dei rapporti di forza ma certi delle proprie ragioni, a prendere l’iniziativa per fermare le multinazionali. Il punto cruciale è il cambiamento culturale, la diffusione di nuovi modi di vedere il mondo. Come nel caso di Malvinas Argentinas, nella provincia argentina di Córdoba, dove pochi abitanti e donne molto coraggiose hanno fermato la costruzione di un enorme impianto della Monsanto. Leggi tutto su http://comune-info.net/2014/02/sulle-piccole-azioni-e-le-grandi-vittorie/ INDICE ARTICOLI INTERESSANTI SUGLI OGM OGM fuori controllo http://www.aamterranuova.it/Agricoltura-bio/Ogm-fuori-controllo Malattie da pesticidi Monsanto http://www.peacelink.it/ecologia/a/39481.html http://rinascita.eu/index.php?action=news&id=22873 I contadini di tutta UE dicono NO AGLI OGM http://aiab.it/index.php? option=com_content&view=article&id=2545:bruxelles-contadinidicono-no-agli-ogm&catid=167:ban-24-gennaio2014&Itemid=163&utm_source=newsletter&utm_medium=email&ut m_campaign=ban-134 Diciotto milioni di americani affetti da celiachia e malattie intestinali: OGM sul banco degli imputati http://laviadiuscita.net/18-milioni-di-americani-affetti-da-celiachia-edisturbi-intestinali-cibi-ogm-sul-banco-degli-imputati/ Emanare un decreto legge contro gli OGM http://retedellereti.blogspot.it/2014/01/lettera-asseme-alpresidente-del.html Video: Tolleranza zero per gli OGM con Giuseppe Altieri http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=_QI1mLyccg La Carta di Montebelluna http://www.infoamica.it/la-carta-di-montebelluna-urbino-2/ La Carta di Arcevia http://www.laterraeilcielo.it/index.php? option=com_content&view=article&id=222%3Acartaarcevia&catid=42%3Arokstories&lang=it Le Regioni UE chiedono un Expo OGM free http://www.greenplanet.net/le-regioni-europee-chiedono-un %E2%80%99expo-ogm-free Per scaricare il libro, a cura di Slow Food “Scienza incerta e dubbi dei consumatori” http://www.slowfood.it/sloweb/C27451721b6b718E28mg690BC335/ scienza-incerta-e-dubbi-dei-consumatori-il-caso-degli-organismigeneticamente-modificatiSvelata la sinfonia della vita, le proteine vibrano come campane http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/16/ecco-la-sinfonia-dellavita-le-proteine-vibrano-come-le-campane/846385/ INDICE