Schemi Schede

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GLI STRUMENTI di SINTESI
Schemi
44/1
Schede
DI ECONOMIA
POLITICA
Microeconomia e Macroeconomia
IV Edizione
Grafici semplificati
e Tavole sinottiche
i SUPPORTI
DIDATTICI
SIMONE
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Š
Gruppo Editoriale Simone
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
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Estratto della pubblicazione
PARTE PRIMA
MICROECONOMIA
Estratto della pubblicazione
Capitolo
1
LA SCIENZA ECONOMICA
1. Nozione
Il termine economia deriva dalle parole greche oikos (casa) e nomos (legge) e sta ad indicare, letteralmente, governo della casa o governo della famiglia. Poiché l’economia prende in considerazione
gli uomini in quanto membri di una società, essa è definita economia politica, dal greco polis (Città,
Stato).
2. Oggetto della scienza economica
comportamento economico. Comportamento umano di fronte al
problema di soddisfare bisogni illimitati con risorse naturali scarse;
scelte. Data la scarsità dei mezzi, il raggiungimento della massima soddisfazione dei bisogni impone agli operatori economici delle scelte;
Oggetto
fenomeni economici. Complesso degli atti dell’uomo aventi come
fine ultimo il soddisfacimento dei propri bisogni.
3. Suddivisione della scienza economica
L’economia si divide in:
microeconomia. Analizza il comportamento dei «singoli» soggetti economici e, in particolare, il comportamento del consumatore e
dell’imprenditore;
macroeconomia. Esamina i fenomeni economici a livello di sistema, sottolineando le relazioni generali che intercorrono fra essi e
procedendo per aggregati.
4. Metodi di analisi della scienza economica
Metodi di analisi
metodo deduttivo. Parte da principi generali (postulati o assiomi) per giungere, attraverso il puro ragionamento, all’enunciazione di leggi che spieghino ogni caso particolare;
metodo induttivo. Parte dell’osservazione di fatti concreti per giungere all’enunciazione di una legge generale che spieghi in modo
plausibile il fenomeno osservato e tutti gli altri fenomeni simili.
7
Estratto della pubblicazione
Capitolo
2
OPERATORI ECONOMICI
E SISTEMI ECONOMICI
1. Nozione
Le scelte e le decisioni degli operatori economici si influenzano reciprocamente: l’insieme di tali relazioni economiche costituisce un sistema economico.
2. Classificazione degli operatori economici
famiglie. Tendono prevalentemente al consumo delle risorse, per
soddisfare bisogni privati. Oggetto principale delle decisioni di spesa delle famiglie sono, dunque, i beni di consumo;
imprese. Producono e scambiano beni e servizi al fine di conseguire un profitto;
Gli operatori economici
operatore pubblico. Svolge un’attività di produzione e distribuzione di beni e servizi di interesse collettivo, spesso in forma gratuita
o al di sotto del prezzo di mercato di beni o servizi simili;
banche. Aziende che raccolgono il risparmio delle famiglie e lo cedono in prestito alle imprese o ad altri soggetti economici;
operatori esteri. Soggetti economici che svolgono la propria attività all’estero.
3. Relazione fra gli operatori economici
mercato di beni e servizi. Per soddisfare i propri bisogni le famiglie necessitano di beni e servizi prodotti ed offerti dalle imprese.
In cambio di questi beni le famiglie offrono ai produttori una certa
quantità di denaro: la spesa per consumi;
mercato dei fattori produttivi. Per produrre i beni che poi saranno
venduti alle famiglie, le imprese necessitano di fattori produttivi (manodopera, capitali, macchinari). Le famiglie offrono alle imprese il
proprio lavoro (in cambio di salari e stipendi) ed i propri risparmi (in
cambio di interessi);
Relazioni economiche
le relazioni con lo Stato. Le relazioni che si instaurano fra famiglie,
imprese e Stato sono analoghe; le famiglie offrono lavoro e capitali ricavandone stipendi e interessi. Lo Stato eroga servizi pubblici e prestazioni sociali (pensioni) in cambio di imposte e tasse. Le imprese,
oltre a pagare imposte e tasse in cambio di servizi pubblici e infrastrutture (strade, ferrovie), vendono allo Stato i propri beni e servizi ricavandone una certa quantità di denaro (spesa pubblica per consumi);
la relazione con il resto del mondo. Quando si considera un sistema economico aperto, cioé in relazioni economiche con l’estero, parte dei beni e servizi prodotti vengono venduti a stranieri
(esportazioni). Allo stesso modo, se le famiglie acquistano beni di
consumo dall’estero, si avrà un flusso di importazioni.
9
4. Classificazione dei sistemi economici
il sistema capitalistico. Nelle economie capitaliste la maggior parte della produzione è svolta da imprese private che la orientano
verso il mercato: le decisioni dei singoli vengono coordinate e rese
compatibili dal meccanismo di mercato. Oggi, un sistema capitalistico puro non esiste praticamente più, poiché gli Stati, in maniera più o meno accentuata, producono direttamente determinati beni
e servizi;
I sistemi economici
il sistema collettivista. Il sistema collettivista esclude il mercato:
la proprietà delle imprese e delle materie prime è pubblica (dello
Stato) e ogni aspetto della produzione e della distribuzione è regolato direttamente da un organo centrale. Si tratta, anche in questo caso, di una forma di organizzazione e di gestione dell’economia raramente riscontrabile nella realtà;
il sistema ad economia mista. Il sistema di gran lunga più diffuso nella realtà, però, è quello capitalistico misto, caratterizzato da
una proprietà prevalentemente privata delle imprese (come nel sistema capitalistico puro). In questo sistema, però, gioca un ruolo
fondamentale lo Stato, proprietario e gestore di imprese, soprattutto in alcuni settori strategici per l’economia nazionale.
10
Estratto della pubblicazione
Capitolo
3
BISOGNI E BENI
1. Nozione di bisogno
Il bisogno è l’esigenza di conseguire un determinato stato di soddisfazione da parte di un individuo
che avverte la sensazione di un «desiderio inappagato».
2. Classificazione
primari. Necessari alla vita del nostro organismo (es.: mangiare),
essi devono essere soddisfatti per primi e sono perciò anche detti rigidi o anelastici;
secondari. Sono quelli la cui soddisfazione mira al miglioramento
dello stile di vita di un individuo (es.: possedere un impianto stereofonico);
Bisogni
individuali. Sono i bisogni avvertiti dall’uomo in quanto individuo
e sono determinati da fattori soggettivi quali le caratteristiche personali, l’educazione ricevuta e così via;
collettivi. Sono quelli avvertiti dall’individuo in quanto membro di
una collettività (es.: giustizia ed ordine pubblico).
3. Caratteristiche
illimitatezza. I bisogni sono molteplici e tendono ad accrescersi
con l’evolversi della vita umana;
saziabilità. Uno stesso bisogno diminuisce d’intensità via via che
si procede alla sua parziale soddisfazione (legge dell’intensità decrescente dei bisogni);
Caratteristiche
soggettività. I bisogni variano da individuo a individuo e per uno
stesso individuo mutano in rapporto alle circostanze di tempo e di
luogo;
risorgenza. I bisogni, una volta soddisfatti, tendono, dopo un periodo di tempo, a ripresentarsi nuovamente (es.: appetito);
comparabilità. I bisogni sono comparabili fra di loro, nel senso
che si possono paragonare i vari gradi d’intensità di più bisogni;
urgenza. I bisogni possono avere un grado variabile di urgenza
determinato dalle necessità contingenti dell’individuo.
4. Nozione di bene
Per bene s’intende qualsiasi mezzo (materiale o immateriale) che ha l’attitudine, reale o presunta, a
soddisfare un bisogno. Affinché tale bene possa essere definito economico è necessario che abbia
alcuni requisiti aggiuntivi.
11
Estratto della pubblicazione
5. Caratteristiche del bene economico
attitudine a soddisfare un particolare bisogno umano;
Requisiti
conoscenza del mezzo atto a soddisfare nel modo migliore tale
bisogno;
accessibilità del mezzo;
disponibilità limitata (o scarsità) del mezzo stesso.
6. Classificazione
beni riproducibili. Che possono essere oggetto di nuova produzione (es. televisore);
beni non riproducibili. Che non possono essere oggetto di nuova riproduzione (es. quadro d’autore);
beni diretti (o di consumo). Servono da soli alla soddisfazione
dei bisogni umani e non richiedono alcuna trasformazione. Essi in
pratica risultano idonei al consumo (e di conseguenza alla soddisfazione immediata del bisogno) nello stesso momento in cui vengono offerti al consumatore. Costituiscono esempi di beni diretti (o
di consumo) il pane, i cibi, i vestiari, l’arredamento etc.;
beni indiretti (o strumentali). Si usano solo per la produzione di
altri beni. Ciò che importa notare è che, in molti casi, accade che
un certo bene possa essere diretto o indiretto secondo il modo in
cui viene usato. Così l’automobile è un bene diretto per chi l’adopera per le gite, ed un bene indiretto per il trasportatore, commesso viaggiatore e chi la usa per lavoro;
beni materiali. Sono quelli che hanno una consistenza fisica (es.
pane, vino, abiti etc.);
Beni
beni immateriali. Sono quei beni (come i brevetti, la consulenza
di un medico, i diritti d’autore) che non hanno consistenza materiale;
beni complementari. Sono quelli che si usano congiuntamente
per ottenere un determinato risultato (come l’automobile e la benzina o il caffè e lo zucchero);
beni succedanei (o concorrenti). Sono quelli che possono essere sostituiti gli uni con gli altri nella soddisfazione del bisogno (come
il caffè e l’orzo o il burro e la margarina);
beni ad offerta congiunta. Derivano forzatamente dallo stesso
processo produttivo. Ad esempio, chi coltiva il grano produce necessariamente anche la paglia. In altre parole, i beni congiunti sono
quelli che non si possono produrre se non insieme ad altri;
beni concorrenti nell’offerta. Sono quei beni che, derivando
dall’impiego dei medesimi fattori produttivi, ed essendo questi disponibili in quantità limitata, possono essere prodotti solo alternativamente. Infatti, se aumenta la quantità prodotta di un bene, la
quantità prodotta dell’altro bene dovrà necessariamente essere ridotta. Ad esempio, se sul medesimo terreno si producono ortaggi
e grano, volendo incrementare la produzione dei primi occorrerà
ridurre quella del secondo;
12
Estratto della pubblicazione
beni primari. Sono quelli necessari alla vita di ogni individuo in
quanto soddisfano i bisogni primari (es. pane, indumenti etc.);
Beni
beni voluttuari. Sono quei beni atti a soddisfare bisogni non primari quali, ad esempio, la comodità e l’ostentazione (elettrodomestici, beni di lusso etc.).
13
Estratto della pubblicazione
Capitolo
4
L’UTILITÀ ECONOMICA
E L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE
1. Nozione
Per utilità economica s’intende la capacità di un bene di soddisfare un determinato bisogno.
2. Tipi di utilità
utilità totale. Somma dell’utilità che un individuo ricava da ogni
dose consumata di un bene;
utilità marginale. È l’incremento che l’utilità totale ha per effetto
del consumo di un’ulteriore dose o unità del bene considerato (o,
allo stesso modo, è l’utilità derivante dall’ultima dose consumata
del bene).
Tipi
LA CURVA DELL’UTILITÀ MARGINALE
Analisi economica
{
Dato un bene, il consumo successivo di una sua dose (1 a, 2 a, 3 a …) dà all’individuo un grado
di soddisfazione via via minore (legge dell’utilità marginale decrescente).
|
Nel momento in cui l’individuo sente completamente soddisfatto il proprio bisogno, il consumo di
ogni ulteriore dose del bene non gli procurerebbe alcuna utilità o addirittura potrebbe suscitargli
una sensazione di saturazione (disutilità).
Analisi geometrico-matematica
…
Nel grafico l’utilità è misurata sull’asse delle ordinate, essa infatti è la variabile dipendente in
quanto varia al variare della quantità del bene che l’individuo decide di consumare.
In corrispondenza del consumo della prima dose (OA) è associato il grado di utilità più alto (AM),
alla seconda dose (OB) un grado leggermente inferiore (BN) e così via. In corrispondenza della
sesta dose (AF) l’utilità è, invece, nulla. Se il consumatore decidesse di consumare un’ulteriore
dose del bene, la 7 a (OG), l’utilità diverrebbe negativa.
†
La pendenza della curva è misurata dal rapporto 6U/6x, dove 6x rappresenta la variazione
della quantità del bene consumata.
M
Utilità
N
O
P
Q
R
O
A
B
C
D
E
F
G
Dosi del bene X
15
Estratto della pubblicazione
3. Piano del consumatore
Ripartizione della ricchezza del consumatore, limitata per definizione, in modo tale che i diversi beni
acquistati presentino la stessa utilità marginale ponderata, cioè il medesimo rapporto tra l’utilità marginale del bene e il prezzo del bene stesso.
4. Le curve di indifferenza
Esprimono tutte le combinazioni possibili di due beni che sono equivalenti per il consumatore, in quanto arrecano uno stesso livello di utilità totale. In generale, è possibile disegnare non solo una curva
d’indifferenza ma un’intera famiglia di curve che viene detta mappa d’indifferenza. A curve d’indifferenza più alte corrispondono livelli di utilità maggiori.
LE CURVE D’INDIFFERENZA E IL SMS
P
III
II
I
0
N
Saggio marginale di sostituzione (SMS): indica in che misura il consumatore è disposto a scambiare il bene con un altro, fermo restando il suo livello di soddisfazione, e quindi rappresenta l’inclinazione delle curve d’indifferenza. Quando le curve d’indifferenza sono convesse, il saggio marginale di sostituzione è decrescente: il consumatore rinuncia ad una certa quantità del bene in cambio di un’unità addizionale dell’altro. Così dati due beni, ad esempio patatine (P) e noccioline (N), il SMS tra P e
N è pari a:
SMS 6P
6N
LA RELAZIONE FRA UTILITÀ E CURVE D’INDIFFERENZA
Per analizzare la relazione esistente fra utilità e curve d’indifferenza si ricorre al calcolo differenziale.
Supponiamo allora che Franco abbia una funzione di utilità del tipo U(P, N), dove P rappresenta la
quantità di patatine e N la quantità di noccioline. L’utilità marginale di Franco per le patatine, UMP,
è la quantità di piacere aggiuntivo che egli trarrebbe dal consumare un po’ più di patatine.
16
Matematicamente, l’utilità marginale di un bene non è altro che la derivata parziale della funzione
di utilità rispetto al bene stesso, mantenendo costante la quantità dell’altro bene considerato.
Per le patatine sarà:
UMP P,N lim
(1)
6PA0
U P 6P,C – U P,N ,U P,N
6P
6P
Ovviamente l’utilità marginale del bene N si ottiene con lo stesso procedimento.
È necessario ora stabilire quali combinazioni di P e N, arrecano a Franco lo stesso livello di soddisfazione nel consumo. Supponiamo che tale livello sia pari a U*, possiamo allora scrivere l’insieme
delle combinazioni come U* = U(P, N); quest’ultima espressione rappresenta una curva d’indifferenza
con un livello di utilità pari a U*. Possiamo esprimere la sua pendenza (ovvero il saggio marginale
di sostituzione, SMS) in termini di utilità marginali, determinando le variazioni di P e N che lasciano
inalterato il livello di utilità. Differenziando totalmente l’equazione si avrà che:
dU* 0 (2)
,U P,N
,U P,N
dP > UMp dP UMNdN
,P
,N
L’equazione precedente indica che una variazione infinitesima in aumento dell’utilità di P, moltiplicata
per la variazione di P stesso, sommata all’utilità aggiuntiva di N, anch’essa moltiplicata per la variazione di N stesso, dà, e deve dare, come risultato zero. Ciò infatti implica che se Franco aumenta
il consumo di uno dei due beni, deve diminuire il consumo dell’altro bene se vuole conseguire lo
stesso livello di soddisfazione e rimanere, dunque, sulla stessa curva d’indifferenza. Riordinando
i termini dell’equazione (2) si ottiene:
UMN
dP
–
UMB
dN
dP
non è altro che il saggio marginale di sostituzione fra i due beni, per variadN
zioni infinitesimali, per cui la pendenza della curva d’indifferenza è l’opposto (negativo) del rapporto
delle utilità marginali dei due beni.
dove l’espressione
Facciamo un esempio. Supponiamo che Franco abbia la seguente funzione di utilità U(P, N) =
5PN. Calcoliamo il saggio marginale di sostituzione, ricordando che per variazioni infinitesime delle
quantità consumate bisogna ricorrere al calcolo differenziale. Si ha, allora:
UMP dU
5N
dP
UMN dU
5P
dN
SMS –
5N
N
–
5P
P
5. Altre forme delle curve d’indifferenza
Altre forme delle curve d’indifferenza:
— nel caso di beni perfetti sostituti la mappa di indifferenza è formata da una serie di rette parallele tra di loro (Fig. 1) e il SMS è costante;
— nel caso di beni perfetti complementi la mappa delle curve di indifferenza è formata da una serie di curve ad angolo retto (Fig. 2);
17
Estratto della pubblicazione
— nel caso di due beni, uno dei quali è un male (un male è un bene il cui maggiore consumo fa diminuire la soddisfazione del consumatore) la mappa delle curve di indifferenza è formata da una
serie di curve crescenti (Fig. 3). Inoltre, le curve d’indifferenza che si trovano più in basso rappresentano combinazioni di un bene e di un male che assicurano al consumatore una soddisfazione
più alta (si veda il punto B nella Fig. 3: contiene la stessa quantità di male Y del punto A, ma una
quantità maggiore del bene X);
— nel caso di due mali la mappa delle curve d’indifferenza è formata da una serie di curve decrescenti ma concave (Fig. 4) e il saggio marginale di sostituzione è crescente. Anche in questo caso,
curve d’indifferenza più basse sono preferite a curve d’indifferenza più alte (nella Fig. 4 il punto C
sarà preferito al punto D, C contiene quantità minori dei due mali).
ALTRE FORME DELLE CURVE D’INDIFFERENZA
Burro
Sci
5
5
4
4
3
3
2
Y
1
I1
I2
3
X
I3
4
Z
5
Margarina
Fig. 1 - Beni sostituti perfetti
1
2
3
4
Attacchi
5
Fig. 2 - Beni perfettamente complementari
Male Y
Male Y
I1
A
B
C
D
I2
I2
Bene X
Fig. 3 - Un male e un bene
18
I1
Male X
Fig. 4 - Due mali
6. Vincolo di bilancio
Rappresenta l’ammontare massimo di reddito che il consumatore può destinare all’acquisto di un determinato paniere di beni.
Supponendo che il consumatore debba scegliere solo fra due beni, x e y, i cui prezzi sono, rispettivamente, px e py, e indicando con R il reddito a disposizione, dati i prezzi dei beni, il consumatore può
acquistare una combinazione dei due beni, tale che la spesa al massimo eguagli il reddito:
pxx + pyy ) R
L’equazione di una generica retta di bilancio è, invece: pxx + pyy = R.
R – px x
R px x
R
Esplicitando l’espressione rispetto a y, si ha che: y , dove
rappresenta
Ay
–
py py
py
py
p
il valore dell’intercetta sull’asse delle ordinate, e – x è il coefficiente angolare e rappresenta la penpy
R
denza della retta di bilancio. Chiaramente l’intercetta sull’asse delle ascisse sarà pari a
.
px
7. Equilibrio del consumatore
Situazione in cui il consumatore consegue la massima utilità con le risorse a sua disposizione.
LA SCELTA OTTIMALE DEL CONSUMATORE
Bene Y
B
K
J
IV
H
III
II
I
A
O
Bene X
Analisi economica
{
Il consumatore massimizza la sua posizione quando, tenuto conto del suo reddito, sceglie la
combinazione di beni che gli assicura l’utilità più alta (punto H nel grafico).
|
Ogni altra combinazione, acquistabile dal consumatore (ad esempio quella individuata dal
punto K), risulterà avere un grado di soddisfazione minore di quello rappresentato dal punto
di equilibrio, poiché giacente su una curva d’indifferenza più bassa. Combinazioni che assicurano un grado di soddisfazione maggiore non sono raggiungibili (punto J nel grafico), a causa
dell’operare del vincolo di bilancio.
19
Estratto della pubblicazione
Analisi geometrico-matematica
…
La combinazione ottima sarà data dal punto di tangenza fra la curva di indifferenza (che corrisponde all’utilità) e la retta di bilancio (ovvero il vincolo di portafoglio). Questo punto (punto H)
assicura la massima utilità dato un certo reddito e dati certi prezzi dei beni X e Y.
In tale punto si avrà l’uguaglianza delle utilità marginali ponderate, poiché le pendenze delle
due curve saranno uguali. Infatti:
UmaX
UmaY
Px
Py
=
B
Saggio marginale di sostizione, ovvero pendenza
della curva di indifferenza
B
=
Rapporto tra i prezzi,
ovvero pendenza
della retta di bilancio
Con alcuni passaggi matematici, tale uguaglianza diventa:
UmaX UmaY
Px
Py
che esprime, appunto, l’uguaglianza delle utilità marginali ponderate.
20
Estratto della pubblicazione
Capitolo
5
LA DOMANDA
1. Nozione
La domanda individuale rappresenta la quantità di un bene che un individuo è disposto ad acquistare ad un determinato prezzo, in un dato mercato e in un dato momento.
La domanda di mercato è la somma delle quantità di un determinato bene domandate da ciascun consumatore in corrispondenza di ogni possibile livello del prezzo.
2. La curva di domanda
La curva di domanda si ottiene indicando sull’asse delle ascisse la quantità richiesta di un certo bene
e sull’asse delle ordinate il prezzo.
LA CURVA DELLA DOMANDA
Analisi economica
{
Dall’osservazione del comportamento dei compratori sul mercato si deduce la legge della
domanda, secondo la quale più alto è il prezzo, minore sarà la quantità domandata; più basso
è il prezzo, maggiore sarà la quantità richiesta.
La quantità domandata, quindi, varia in relazione inversa al cambiamento del prezzo.
|
La quantità domandata, tuttavia, non dipende solo dal prezzo, ma anche da altri fattori quali
il reddito, i gusti dei consumatori etc. In particolare, ad un aumento del reddito fa seguito, di
solito, un aumento della quantità domandata.
D
P
Prezzo di
mercato
P
D
P
O
Q
Q
Q
Quantità domandata
Analisi geometrico-matematica
…
La curva della domanda DD' nel grafico ha un andamento discendente, ossia un’inclinazione
negativa verso l’asse delle ascisse: la domanda, cioè, aumenta se il prezzo scende e diminuisce
se il prezzo sale.
21
Estratto della pubblicazione
In termini di saggi di variazione avremo
†
6Q
0.
6P
La quantità domandata di un bene Q (tranne casi eccezionali, come nel caso dei beni inferiori)
varia, invece, sempre nella stessa direzione del reddito R, ovvero 6Q 0 .
6P
Graficamente, la trasposizione della curva di domanda conseguente ad un aumento di reddito
si ottiene traslando la curva stessa verso destra.
3. Elasticità della domanda
L’elasticità della domanda di un certo bene indica il grado in cui la domanda stessa reagisce a variazioni del prezzo del bene considerato, del prezzo di altri beni o del reddito.
4. Elasticità della domanda rispetto al prezzo
La variazione della domanda di un bene al variare del prezzo del bene stesso può essere misurata
attraverso il coefficiente di elasticità:
6Q
Ep Q
6P
P
@
@
@
@
variazione della quantità domandata
quantità domandata iniziale
variazione relativa del prezzo
prezzo iniziale
Precisiamo, inoltre, che:
i beni necessari e i beni di lusso tendono ad avere una domanda anelastica: un aumento del
loro prezzo non comporta drastiche riduzioni della quantità domandata;
i beni normali, intermedi fra queste due categorie (automobili, elettrodomestici etc.), hanno di solito un’elasticità piuttosto alta: quando si registra un aumento consistente del prezzo i consumatori riducono la loro domanda e viceversa nel caso di riduzione del prezzo.
VALORE NUMERICO
DELL’ELASTICITÀ
a)
0
b)
0 EP 1
c)
1
d)
1 EP '
e)
'
22
DEFINIZIONE
REATTIVITÀ
DELLA DOMANDA
La domanda è perfettamente La quantità domandata non varia al vaanelastica o rigida
riare del prezzo
Domanda anelastica
La quantità domandata varia; la sua
variazione percentuale è inferiore a
quella del prezzo
Domanda neutrale o ad elasti- La quantità domandata varia; la sua
cità unitaria
variazione percentuale è uguale a
quella del prezzo
Domanda elastica
La quantità domandata varia; la sua
variazione percentuale è superiore a
quella del prezzo
Domanda perfettamente ela- Il consumatore è disposto ad acquistastica
re tutta la quantità disponibile ad un
certo prezzo e niente ad un prezzo lievemente superiore
5. Elasticità della domanda rispetto al reddito
Indica come varia la domanda di un bene se il reddito di un certo consumatore aumenta o diminuisce.
Generalmente, se il reddito aumenta la domanda aumenta e viceversa nel caso contrario:
EQ @
Er Q @
6R @
R @
variazione della quantità domandata
quantità domandata iniziale
variazione del reddito
reddito iniziale
Nel caso di beni inferiori, l’aumento del reddito comporta una riduzione della quantità domandata,
perché il consumatore passa al consumo di beni di qualità superiore.
6. Elasticità incrociata della domanda
L’elasticità incrociata della domanda è la relazione tra il cambiamento relativo nella quantità domandata d’un bene ed il cambiamento relativo nel prezzo dell’altro bene.
Se A e B sono i beni considerati:
6qB
q
Ec B u A B
6pA
pA
@
@
@
@
variazione della quantità domandata del bene B
quantità iniziale domandata del bene B
variazione relativa del prezzo del bene A
prezzo iniziale del bene A
L’elasticità incrociata risulta essere positiva nel caso di beni sostituibili e negativa nel caso di beni complementari.
23
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
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