GAZZETTA DOMENICA 12 OTTOBRE 2014 ■ Testi a cura di Altre Velocità 32 Vie FESTIVAL2014 » Replica dei due debutti italiani Tra amore e contraddizione del primo week end di Vie BOLOGNA QUESTA SERA ALL’ARENA DEL SOLE Babilonia Teatri e Teatrino Giullare Teatro e musica per un concerto: Delbono e Avitabile rileggono il mondo di Francesco Demitry Pippo Delbono e Enzo Avitabile hanno lavorato ad un progetto capace di mixare tendenze musicali diverse. Si tratta di “Bestemmia d'Amore” in scena oggi alle 22.00 all'Arena del Sole di Bologna. In scena è rappresentato l'amore, mettendo in luce le contraddizioni insite nel rapporto tra il cristianesimo, che ha contaminato le sovrastrutture sociali e politiche del nostro paese, e le tradizioni culturali che ci influenzano in questo momento storico. Si tratta di un amore che, seppur «bestemmiato, ferito, affogato, ucciso, rinato, ucciso, è ancora vivo» dice Delbono. È emblema anche della loro concezione di questo XXI secolo, pensato come un tempo volgare e sacro, nero e luminoso, duro e dolce. “Le parole diventano musica” per potere urlare un amore bestemmiato e contraddittorio, che riflette una visione dell'oggi come un insie- Enzo Avitabile e Pippo Delbono (Foto: Lorenzo Porrazzini) me di dualismi dialettici e complementari, riecheggiando i motivi dello Yin e dello Yang tipici dell'antica filosofia cinese. Gli autori partono dalla conoscenza dei propri corpi acquisita con l'esperienza per raccontare il mondo, e dalla profonda comprensione di se per uscire dalla propria dimensione individuale, per rendere politico e pubblico ciò che è privato. Si lasciano infatti guidare da importanti culture che hanno attraversato gli ultimi secoli, come gli sguardi di Rimbaud, Pasolini, De La Cruz, e mescolano i suoni e i ritmi del rock, del blues, del jazz, del funky, del classico e del barocco con quelli delle tradizioni popolari, e in particolar modo di quella napoletana. Delbono, regista e attore teatrale, è influenzato dalle culture e dai principi del teatro orientale. Ha studiato durante i suoi soggiorni in India, Cina e Bali, il lavoro degli attori sul corpo e la voce e da venticinque anni è buddhista. Enzo Avitabile è un sassofonista e cantautore napoletano, ed ha collaborato con grandi artisti in tutto il mondo. Nel corso della rappresentazione Avitabile suona il sassofono, l'arpina, il tamburo e il sax sopranino e recita assieme all'attore ligure. Delbono potrà essere visto anche una seconda volta. Sabato 25 ottobre, serata di chiusura di VIE, andrà in scena il suo spettacolo “La Notte” presso il Teatro Storchi di Modena. Seconda e ultima replica stasera a VIE per gli spettacoli di due compagnie italiane dopo il debutto di ieri. A Vignola (Fabbri, ore 16) “Jesus” di Babilonia Teatri, compagnia veneta che si è distinta negli ultimi anni per un originale processo di rielaborazione della realtà. Il mondo così come lo vediamo, i suoi elementi quotidiani e le dinamiche consolidate, i modi di dire, i cliché, i nostri tabù, vengono presi in esame e ricollocati in un discorso nuovo, che ha un punto “Le amanti” di partenza critico, distaccato, interrogativo. Valeria Raimondi ed Enrico Castellani sono autori, registi e interpreti del proprio teatro, e per “Jesus” si aggiunge lo sguardo di Vincenzo Todesco: i tre provano a ripartire da una storia, ovvero quella del Figlio di Dio. È un racconto noto a tutti, che viene rielaborato e messo in scena ponendo una domanda su cosa rappresenti oggi la figura di Gesù. A Casalecchio di Reno “Le amanti” (ore 20) di Teatrino Giullare che ha origine dall' omonimo romanzo di Elfriede Jelinek, autrice austriaca Premio Nobel. La compagnia bolognese affronta da anni un percorso dentro i grandi autori della letteratura teatrale del ’900, portando i personaggi di Beckett sul tavolo di una scacchiera, ricostruendo le buie foreste degli incubi di Koltés o giocando dietro le tende di una finestra pinteriana. I due attori e registi sono anche artigiani, abili nel costruire grandi maschere o burattini, filtri che appoggiano sui loro stessi corpi manovrandoli, ora palesemente ora segretamente. In questo gioco a nascondere, oggi gli spettatori di Casalecchio andranno a scoprire i pensieri di due donne guidate dal proprio destino verso un ignoto Amore. visto allo storchi Al comunale di CARPI Au-Delá, una danza che va oltre i confini della terra Volti e gesti di una danza comunitaria Un susseguirsi di scene come tali. In scena anche donne che in una sequenza di fotogrammi. Lo Africa non avrebbero il diritto di spettacolo Au de-là, visto allo esibirsi e che riescono a modulaStorchi, descrive il sottile limbo re, con le presenze maschili, le tra il mondo dei energie e le temvivi e gli inferi e perature della scedesidera narrare na. Passi concitaquel confine che ti di danza folk è il passaggio a africana si amaluna vita migliore. gamano con la Per lo meno nel fluidità della danCongo afflitto dalza contemporala guerra civile da nea. Una scala a cui parte la pièce pioli al centro deldi DeLaVallet Bi- “Au-delà” (Foto Chiara Ferrin) la scena trasfigudiefono che, con ra la felice ascesa la sua compagnia Baninga, rac- a un mondo migliore, e le luci acconta per immagini gli orrori compagnano ogni cambiamendella guerra e la discesa nell' to emotivo dell'opera. Il corpo di Ade. Il coreografo mescola la tra- ballo mantiene un buon livello dizione africana di musica e dan- di energia, senza mostrare attiza con alcuni tratti più occiden- mi di cedimento. (a.s.) di Alessandra Corsini Il coreografo Virgilio Sieni traduce il Vangelo secondo Matteo Un palco senza quinte, un coro in semicerchio e un attore al centro, mentre il pubblico è seduto in proscenio. Così inizia Deposizione e Crocifissione di Virgilio Sieni, in scena fino a stasera al Teatro Comunale di Carpi (ore 16.30 e ore 20.00). Questi sono due dei ventisette quadri pensati all'interno del Vangelo secondo Matteo, un grande progetto costruito con una vera e propria comunità di 163 persone. Deposizione è un lavoro molto intenso che ci mostra, all'interno di un quadrato, il corpo pesante e stanco di un non vedente che si aggrappa a oggetti di legno (sedia, mobili, due cavalletti e at- trezzi) cercando di conquistare la verticalità. Gradualmente riuscirà ad alzarsi allungandosi verso l'alto ma ricadrà di colpo sul palco. L'immagine ricorrente di questo percorso è quella del Cristo crocifisso, in questo caso per terra: l'interprete predilige l'uso del pavimento e incastra la testa e le altre parti del corpo negli oggetti scenici. La voce del coro avvolge il pubblico e con suoni biascicati e sussurrati enfatizza i respiri affannosi e la fatica dell'attore che si muove con perfetta consapevolezza nello spazio. In Crocifissione la scena cambia, è invasa da un gruppo di adulti e anziani. Sul fondo ci sono un tastierista e un altro coro che con canti liturgici accompa- gnano l'azione. Gli interpreti si dividono in due gruppi per poi disperdersi nella scena raffigurando la salita al Golgota. Il palcoscenico è ricco di immagini e figure religiose rivisitate: qui non è presente una croce, diversamente dalla scena evangelica, ma ci sono due assi che vengono maneggiate e portate sulle spalle dagli attori. La vicinanza tra pubblico e scena provoca smarrimento, le immagini si sviluppano in punti diversi e disorientano lo spettatore. Un progetto che mette in primo piano gesti e volti di gente comune che, come dice il coreografo, fa «emergere il senso di comunità, del vivere donando alla figura e al corpo il gesto della danza». VIA CLAUDIA165 ABBIGLIAMENTO dal 2/10 fino esaurimento merce PREZZI di REALIZZO