PROGETTO OLTRE LA SABBIA TUAREG E SAHARAWI Ricerca a cura della Classe III G – A.S. 2000-2001 Gruppo di lavoro: Panini Irene, Modenesi Nico, Sgarzi Michele, Alberani Giulia, Squarzanti Gianni. Docente Prof. ssa MICHELA GENNARI Scuola Media “G. Pascoli” di Codigoro Sezione di OSTELLATO (FE) Sahara I Tuareg e i Saharawi vivono nel deserto del Sahara, in un ambiente molto caldo e arido. Questo deserto è il più vasto della terra e si estende per circa 10.000.000 di Kmq dall’Oceano Atlantico al corso inferiore del Nilo, dalle montagne dell’Atlante al corso del Niger, dalle coste mediterranee della Marmarica ai grandi fiumi dell’Africa equatoriale. In questo ambiente si presentano varie caratteristiche: vaste depressioni che scendono sotto il livello del mare si susseguono a tavolati rocciosi, il clima è arido-caldo e non esistono stagioni, le temperature possono raggiungere i 50° di giorno e scendere al di sotto dello zero di notte. La parte centrale del Sahara è occupata da montagne, altipiani, pianure ed i terreni presentano natura varia. Vi sono aree a dune mobili di sabbia, grandi campi di pietra e superfici coperte di ghiaia, talora anche grossolana. Le zone rocciose occupano gran parte del Sahara e spesso sono stranamente erose. Là dove la roccia si è fessurata ed il vento ha arrotondato e levigato i frammenti, si ha un deserto ciottoloso che è in genere di colore bruno e nerastro, il Serir. La levigatura è data dalla smerigliatura della sabbia e il colore è dovuto, in parte, agli assali di magnesie. Nelle zone dove il vento depone le sabbie, si ha il deserto sabbioso, costituito in genere da grandi campi di dune. La regione sabbiosa, nel Sahara, rappresenta circa un quarto della superficie. Oltre l’Aliseo di nord-est, soffiano sul Sahara venti caratteristici dei deserti, come il Ghibli, vento caldo che solleva vortici di sabbia, tipico della Libia; il Simùn (velenoso), che spira dal deserto e si forma allorché si verificano basse pressioni sul Mediterraneo e alte pressioni sul Sahara; il Kamsìn (50) che è simile al precedente, ma molto più mite, che dura 50 giorni. Il clima, caratterizzato da siccità estrema, varia leggermente da desertico al centro, steppico al nord e arido subtropicale a sud; il calore del giorno raggiunge e supera i 50° nella stagione estiva, mentre d’inverno le medie vanno dai 22 gradi ai -22 gradi (sugli altipiani) e dai 25/30 gradi ai –2 gradi (nelle depressioni). Di conseguenza, non esistono fiumi perenni, ma corsi d’acqua temporanei detti “Uidian”, che durante il lungo periodo secco dell’anno restano completamente asciutti, e le acque degli acquazzoni scompaiono nel sottosuolo. La vegetazione è costituita da poche piante, tutte spinose o rivestite di forte cuticola, peluria, gomme e resine che impediscono l’evaporazione (acacie, ulivo, pistacchi, oleandro, cipresso e nelle oasi ci sono palme da datteri). Ad eccezione del cammello, la fauna non ha che animali selvaggi come leoni, antilopi, gazzelle. Il territorio del Sahara non è adatto all’agricoltura di tipo sedentario a causa del suo terreno di tipo sabbioso-roccioso. Lungo la costa dell’Oceano Atlantico viene praticata la pesca. In queste zone sono presenti numerosi giacimenti di fosfato ed è per questo che il Marocco rivendica il Sahara Occidentale come sua proprietà. Il Magreb è il territorio compreso tra Marocco, Mauritania, Sahara Occidentale, Algeria, Tunisia e Libia. Qui sono presenti campi per i profughi, ed il commercio, negli ultimi decenni, è cresciuto anche in queste zone. Una città importante, dal punto di vista commerciale, è Tindouf, che si trova più a ovest dell’Algeria. In queste zone si estende la base militare algerina per la difesa del fronte occidentale. Prima del 1976, la Spagna possedeva gran parte del Sahara Occidentale che, dopo la sua ritirata, passò sotto Marocco e Mauritania. Si creò così il RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica), comandato dal Fronte Polisario, che fa parte dei membri dell’Organizzazione per l’unità dell’Africa. Il debito di questo paese cresce sempre più per le numerose guerriglie contrastate da Marocco e Mauritania, guerriglie che continuano ancora oggi. Il Sahara Occidentale vuole l’indipendenza dal Marocco, ma con la salita al trono di Mohamed VI l’indipendenza è stata negata. Il conflitto del Sahara Occidentale è entrato in una fase molto delicata ed è importante valutarne gli sviluppi e gli elementi di tensione, che oggi sembrano celati dalla procedura di identificazione per il referendum. Dal 18 al 24 Maggio scorso, il Parlamento Europeo per le relazioni con il Magreb ha svolto una visita in Marocco e Mauritania per appianare la situazione venuta a crearsi. Esso ha approvato da poco una mozione al Consiglio in cui appoggia senza riserve un piano di raccomandazione in linea con gli accordi di Houston tra Marocco e Fronte Polisario dell’agosto 1997, che hanno consentito la ripresa del processo referendario, portando allo svolgimento dello stesso. SAHARAWI I Saharawi vivono al confine tra Marocco, Mauritania e Algeria. Un muro lungo 2504 Km divide i Saharawi dal loro territorio. Dopo l’invasione marocchina, più di 200 milioni di Saharawi sono scappati dalla loro terra e molti di questi sono costretti a vivere nei campi profughi, aspettando da anni la pace. I Saharawi attendono da 25 anni il referendum di autodeterminazione che li dovrebbe portare all’indipendenza dal Marocco, che rivendica il Sahara Occidentale come sua proprietà, ma i Saharawi non vogliono stare lontani dal loro territorio. Per questo motivo, fin dagli anni ’70, quando il Marocco iniziò a pretendere diritti sul Sahara Occidentale, i Saharawi hanno iniziato a lottare per l’indipendenza. Alla fine del 1975, il re del Marocco Hassan II promosse l’invasione pacifica della regione e la Spagna cedette il Sahara Occidentale a Marocco e Mauritania. L’unico mezzo capace di spostarsi in queste terre è l’aereo, e soltanto le popolazioni della zona possono passare senza problemi. Nel territorio cinque milioni di mine sono sepolti nella sabbia e le genti del luogo, che sanno all’incirca dove si trovano, hanno costruito strade per avere un passaggio sicuro…ma non del tutto! L’esercito marocchino è più numeroso di quello dei Saharawi, ma questi hanno inventato una nuova tecnica di combattimento basata sulla velocità. Tale tecnica è possibile solo in ambienti come il deserto ed è efficace a tal punto che molte nazioni, aventi il problema delle guerre, l’hanno adottata. Dal 1991 le armi tacciono, ma c’è pericolo di ripresa. L’ONU cerca di portare la pace mettendo in condizione di parità i due paesi. GEOGRAFIA I campi Saharawi sono situati nella zona più ad ovest dell’Algeria, nei pressi di Tindouf, sull’altopiano desertico dell’Hammada, a circa 500 metri d’altitudine. Il campo di Tindouf è stato per molto tempo abitato da profughi, perché incrocio di alcune vie trans-sahariane che dal Mediterraneo, dal Marocco e dalla costa atlantica arrivano fino al Senegal. Il Sahara è stato zona di commercio, che si è sviluppato molto nell’ultimo decennio. Il territorio destinato ai campi profughi è di circa 100 Kmq, si spinge verso il Sahara Occidentale dove esso si fa piatto, ricoperto di sabbia e sassi (Hammada); il clima è quello desertico con piovosità quasi assente (può piovere una volta l’anno). La temperatura varia nelle due stagioni estate e inverno: raggiunge i 45°-50° in estate e i 5° sotto lo zero d’inverno. In quelle regioni soffia il vento di Scirocco. L’acqua si trova poco in profondità (da 2 a 6 metri), è molto salata e, quindi, molto difficile da usare sia per uso agricolo, sia ad uso potabile. A causa del clima caldo-arido, la regione è scarsamente adatta ad una agricoltura sedentaria (neanche il 20% del territorio viene coltivato). I Beduini e i Berberi (nomadi) allevano pecore, capre e cammelli e, lungo la costa, praticano la pesca che è destinata alle esportazioni. In queste zone ci sono pure giacimenti di fosfato. L’acqua potabile si trova in poche zone, vicino alle tendopoli dei rifugiati. I campi sono situati in 4 province, 25 comuni e 3 scuole residenziali; essi sono stati costruiti per ospitare i rifugiati. Le tendopoli più lontane sono costruite a 160 Km di distanza, le altre in un raggio di 30-60 Km. STORIA Nel Nord Africa sono stati trovati reperti archeologici che dimostrano la presenza dell’uomo in quelle zone fin da molto tempo prima di Cristo. Non ci sono ancora studi storici sul periodo alla fine del VII secolo, quando iniziò l’infiltrazione araboislamica. Tra i secoli XI e XII, questa islamizzazione si consolidò con l’avvento degli Arabi dallo Yemen, i quali si sarebbero integrati con i Berberi della zona, originando le tribù Saharawi. Prima che l’interesse fosse spostato verso l’America, nel XIV secolo iniziarono le prime esplorazioni nelle zone del Sahara da parte di Spagnoli e Portoghesi, che cercavano di conquistare le isole Canarie, isole che furono punto di partenza per le successive e più approfondite perlustrazioni. Alla fine del XV secolo, le Canarie divennero definitivamente spagnole e iniziò così la ricerca dell’oro e la cattura degli schiavi anche nel territorio del Sahara Occidentale. Nel 1850 si ebbe la prima e vera spedizione esplorativa ad opera di Leopold Panet. L’unico Stato organizzato in quest’area era il Marocco e la Spagna dovette confrontarsi presto con il Sultano marocchino. Dal 1859, alla Spagna fu riconosciuta la possibilità di insediare nell’area uno stabilimento per la lavorazione del pesce. Dal 1884, nelle zone limitrofe a quelle occupate da colonie francesi e da società commerciali spagnole, Madrid decise di fondare la prima colonia del fiume Rio de Oro. Tra il 1900 e il 1912, gli accordi tra Spagna e Francia definirono le rispettive aree d’influenza e stabilirono confini precisi, delimitando, di conseguenza, anche il Marocco che si trovava sul confine. POPOLAZIONE La popolazione del Sahara Occidentale, di circa 215.000 abitanti (dati del 1995), è costituita soprattutto da nomadi Berberi e Arabi. Numerosi sono inoltre i Marocchini (196.000) che si sono insediati in tempi recenti, con incentivi concessi dal loro governo. La maggior parte dei sudautoctoni Saharawi vive in esilio ad ovest, nei campi profughi presso Tindouf. FRONTE POLISARIO Fronte Polisario (Fronte popolare di liberazione del Saguia el-Hamra e del Rio de Oro), movimento nazionalista saharawi che combatte per l'indipendenza del Sahara Occidentale. I nomadi del vecchio Sahara Spagnolo (le regioni di Saguia el-Hamra e Rio de Oro) si opposero sempre alla colonizzazione e molti di loro furono costretti a emigrare nei paesi limitrofi oltrepassando così i confini delle aree di nomadismo tradizionalmente di loro pertinenza (Mauritania, Marocco, Algeria). Alla vigilia della liberazione del territorio alcuni nazionalisti saharawi fondarono nel 1973 il Fronte Polisario e rivendicarono l'indipendenza, incontrando l'opposizione di Marocco e Mauritania che si divisero il territorio in base agli accordi firmati a Madrid nel 1975, con i quali la Spagna cedeva la provincia ai due paesi. Il 27 febbraio 1976 il Fronte proclamò la costituzione della Repubblica araba saharawi democratica (RASD). Sostenuto attivamente dall'Algeria, dopo un'aspra guerriglia l'esercito di liberazione del Polisario obbligò la Mauritania al ritiro (1979); il Marocco occupò immediatamente il territorio del Rio de Oro, da questa abbandonato, e il Fronte Polisario riprese la guerriglia con numerosi attacchi e incursioni in territorio marocchino.Nel frattempo molti stati avevano riconosciuto il Polisario e rotto di conseguenza le relazioni con il Marocco. I successi diplomatici e il riconoscimento internazionale della Repubblica saharawi non poterono compensare tuttavia per i ribelli lo squilibrio di forze in campo militare e la perdita del sostegno dell'Algeria. Su richiesta del sovrano del Marocco Hassan II, l'ONU inviò infine un contingente per organizzare un referendum sull'autodeterminazione; tuttavia, il problema della definizione degli aventi diritto al voto impedì fin dal 1987 un regolare compimento della consultazione popolare; l'ultimo tentativo di accordo tra rappresentanti marocchini ed esponenti del Fronte fu quello del mediatore dell'ONU, l'ex segretario di stato americano James Baker, nel 1997, che finora non ha portato a risultati. DATE FONDAMENTALI . 1884 La Spagna firma trattati fondamentali con i capi locali per ottenere la sovranità sulle loro terre. . 1934 La Spagna occupa effettivamente il Sahara Occidentale. . 1956 Il partito marocchino Istiqlal (indipendenza) rivendica per il Marocco il “Grande Magreb”. . 1958 Operazione militare congiunta franco-spagnola per mettere fine alla lotta dei nazionalisti Saharawi. . 1970 Manifestazione popolare ad El Aiun contro il progetto d’annessione. . 1973 Costituzione del Fronte Polisario (10 Maggio) e inizio della lotta armata (20 Maggio). . 1975 La corte di giustizia dell’Aja respinge le pretese del Marocco e della Mauritania (16 Ottobre). “Marcia Verde” organizzata dal governo di Rabat (6 Novembre). Accordo di Madrid tra Spagna, Marocco e Mauritania sulla spartizione del Sahara Occidentale (14 Novembre). . 1976 La Spagna si ritira definitivamente dal Sahara Occidentale (26 Febbraio). Proclamazione da parte del Fronte Polisario della Repubblica Araba Saharawi Democratica, RASD (27 Febbraio). Invasione militare Marocco-Mauritania. Esodo dei profughi. . 1979 La Mauritania firma la pace col Fronte Polisario (5 Agosto) e abbandona il Sahara Occidentale. . 1982 La RASD è ammessa nell’organizzazione dell’Unità africana come 51° membro. . 1986 Dialogo non ufficiale tra Polisario e Marocco (Aprile). . 1988 Marocco e Polisario danno il loro assenso di principio al piano del Segretario Generale dell’ONU (30 Agosto). . 1989 Incontro tra il Re Hassan II e il Polisario (4-5 Gennaio). . 1991 Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approva il piano di pace e la costituzione di una missione di “caschi blu”, la Minurso (29 Aprile). Bombardamenti marocchini nelle zone liberate prima del cessate il fuoco (6 Settembre). . 1994 Inizio delle operazioni d’identificazione degli elettori (28 Agosto). . 1995 Sospensione di fatto delle operazioni d’identificazione (Dicembre). . 1996 Il Consiglio di Sicurezza ordina la sospensione ufficiale delle identificazioni e riduce gli effettivi della Minurso (29 Maggio). TUAREG I Tuareg vivono in cinque zone del Sahara (Algeria, Libia, Niger, Mali, Marocco e Mauritania), spostandosi tra il centro e il sud. Per lingua e appartenenza etnica costituiscono il gruppo più meridionale dei Berberi. Sono circa 300.000 e si dividono in sei tribù, delle quali solo due vivono nel Sahara. I Tuareg sono nomadi e vivono dell’allevamento e del commercio del sale, ma nel periodo delle piogge tornano nelle loro capanne (abitazioni stabili) per dedicarsi al lavoro dei campi. Nella loro alimentazione sono presenti: latte di cammella, di capra, di pecora; formaggio; la carne è consumata raramente. I Tuareg sono “uomini blu”, a causa del colore indaco dei veli che portano attorno al corpo. Le donne sono molto più numerose degli uomini e i loro compiti sono molti: allevare i figli, occuparsi dell’allevamento, fare e smontare le tende, fare musica e altre attività. Nell’antichità, il popolo Tuareg viveva soprattutto del controllo di carovane e razziando i villaggi vicini, i cui abitanti, anche per questo motivo, non li accettavano. Oggi, le popolazioni sedentarie cacciano i Tuareg perché essi interferiscono con il commercio del sale. Per loro è diventato molto difficile conservare le tradizioni più antiche. La loro religione è l’Islam, e socialmente essi sono divisi in nobili, vassalli e schiavi. Gli Europei hanno obbligato questi popoli ad istruirsi, utilizzare documenti, fare cose nuove. Queste recenti forme di conoscenza hanno provocato un totale cambiamento nella loro vita, infatti, essi stanno lentamente diventando sedentari. Questa è la popolazione con la statura più alta di tutta l’Africa Settentrionale. Le caratteristiche fisiche dei Tuareg sono: testa piuttosto lunga; capelli neri, ondulati e raccolti in un’unica treccia; labbra piuttosto sottili; naso lungo e leggermente aquilino; occhi piccoli e infossati. Il popolo Tuareg è seminomade. Il velo che le persone portano attorno al capo può essere lungo dieci metri, per i nobili di color indaco, mentre per gli altri bianco o nero. Un’abitudine di questi popoli è di offrire tre tipi di tè agli ospiti. È un popolo fiero e forte che rispetta tutti; un popolo che desidera soltanto camminare nel deserto e che riesce a sopravvivere ai massacri. Merita il nostro più profondo rispetto.