Prima Guerra Mondiale All’inizio sembrava poca cosa , in fondo poteva finire come erano già finite ben altre tre crisi balcaniche : come un fatto interno alla penisola balcanica che si concludeva con una semplice redistribuzione di territori e di influenza politica fra serbi, austriaci, greci, bulgari, romeni , russi e turchi sotto la supervisione della grande Germania. Invece fu un evento disastroso che si allargò a macchia d’olio e coinvolse, nell’ultimo anno di guerra, praticamente tutto il mondo. Rimase nella memoria di tutti come la “Grande Guerra”, perché da lì iniziarono le disgrazie dell’Europa e da lì partì un vento di trasformazioni che cambiò tutta la società ; quella del mondo industrializzato e quella del mondo coloniale che si stava affacciando alla modernità, L’inizio fu, comunque, clamoroso : un semplice studente serbo, tal Gravilo Princip, affiliato ad una società segreta di lotta per l’indipendenza della nazione serba, il 28 Giugno del 1914, nella città di Serajevo, allora come oggi capitale della Bosnia, regione della ex-Jugoslavia, uccise con una serie di colpi di pistola il 1 principe ereditario alla corona di imperatore di Austria e Ungheria, Francesco Ferdinando di Asburgo e sua moglie Sofia. L’assassinio avvenne sulla strada che scorre lungo il fiume che ancora oggi attraversa la città di Serajevo, negli stessi luoghi dove da poco tempo si è conclusa un’altra tremenda guerra civile : i principi assassinati usavano una delle prime automobili scoperte allora in commercio e, questo, costò loro la vita. Perché un principe austriaco era in visita ufficiale in Bosnia ? Perché l’Austria, su cui regnava il vecchissimo imperatore Francesco Giuseppe che tante disgrazie familiari aveva subito e tante guerre aveva perso, voleva annettersi al suo regno proprio quella regione che, insieme alla Erzegovina, aveva ottenuto come semplice protettorato nella precedente crisi balcanica di qualche anno prima. Il vecchio imperatore era rimasto solo : aveva perso la moglie, l’imperatrice Sissi, amatissima, uccisa da un anarchico durante un suo viaggio ; aveva perso l’unico figlio ed erede, morto suicida in un misterioso incidente che aveva visto coinvolta una principessa di origine italiana, e ciò gli era parso quasi una vendetta di una nazione contro cui si era accanito e contro la quale aveva perso ben due guerre (1859 e 1866), costretto a consegnarle la 2 Lombardia e il Veneto ; gli era rimasto solo quell’erede diretto che, appunto, fu ucciso in quell’attentato. Ecco perché quell’avvenimento fu considerato disastroso da tutta la corte austriaca. Ma il vecchio imperatore non voleva fare una guerra, nel corso della sua vita ne aveva viste tante e sperava di morire senza dover fare un’altra guerra : sapeva bene che quando si inizia una tale avventura non si sa bene quante disgrazie porterà nel futuro. La corte premeva, i circoli militari volevano ad ogni costo far pagare ai serbi l’affronto, l’industria pensava di poter guadagnare da una simile impresa, avevano alle spalle la Germania ed erano alleati dell’Italia, con la Triplice Alleanza, per cui pensavano fosse semplice vincere un piccolo regno come quello serbo. Occorrerà quasi un mese di continue consultazioni e trattative per convincere il vecchio imperatore a promulgare un Ultimatum contro i serbi, ai quali fu comunicato il 23 Giugno 1914 di essere ritenuti responsabili di quanto era successo.. Il Regno Serbo si irrigidì, era convinto di avere alle spalle il grande impero russo e lo Zar Nicola II, di religione Cristiana Ortodossa come i serbi, che aveva promesso la sua protezione a tutti i popoli ortodossi dei Balcani sia contro i mussulmani 3 dell’impero Ottomano sia contro l’altro grande impero che li minacciava, quello Cristiano Cattolico dell’Austria-Ungheria. Di fronte alla risposta, solo parzialmente negativa del Regno Serbo, l’impero austriaco dichiarò guerra alla Serbia il 28 Luglio 1914 e da qui iniziò la grande tragedia. Da una guerra locale ad una guerra europea. Due giorni dopo l’imperatore di tutte le Russie, lo Zar Nicola II, ordina al suo esercito la mobilitazione generale su tutto il fronte, dal Mar nero, ai Balcani, fino al Mar Baltico. In questo modo voleva mantenere la parola data di difendere tutti i popoli ortodossi minacciati da un qualsiasi nemico e i serbi, come abbiamo visto erano e sono di religione cristiana ortodossa. Tuttavia la mobilitazione dell’esercito russo nell’ultimo tratto sopra nominato, quello che va lungo il confine della Polonia attuale fino al Mar Baltico minacciava direttamente un’altra grande potenza di allora : la Germania. E’ il trenta Luglio dell’anno 1914, il giorno dopo la Germania manda un Ultimatum, quello di fermare immediatamente la mobilitazione, alla Russia, ma non riceve risposta ed, allora, il 4 primo Agosto di quell’anno fatidico la Germania dichiara guerra alla Russia e così inizio il tremendo macello che vedrà milioni di morti sul cosiddetto “fronte orientale”. Ma perché la Germania dichiarò guerra così in fretta alla Russia ? In fondo, dal punto di vista militare, non c’era un pericolo immediato : la Russia è un paese enorme e, con le tecnologie del tempo, per portare decine di migliaia di soldati da un punto all’altro dell’enorme pianura russa sarebbero occorsi mesi e mesi ; quindi la mobilitazione sul fronte, fatta dai russi, era più virtuale che reale al momento in cui fu proclamata. I generali tedeschi, Hindenburg era quello più importante nel fronte orientale germanico, avevano elaborato una teoria, a cui si sarebbero rigidamente attenuti anche nella seconda guerra mondiale, secondo la quale bisogna a tutti i costi evitare una guerra contemporanea su due fronti : uno contro i russi ed uno contro i francesi. Per questo, in tale occasione, pensarono bene di non aspettare che l’esercito russo fosse completamente schierato contro di loro, ma di attaccare prima ad Ovest, contro la Francia, e poi contro i Russi ad oriente, però dando nel frattempo colpi di avvertimento e di contenimento contro l’esercito russo non ancora totalmente schierato su tutto il fronte. 5 Ecco il perché di tanta fretta da parte dei Tedeschi, i quali decisero in due giorni la guerra. Questo è, anche, il motivo del continuo ricorso al sistema degli “Ultimatum”, parola latina che significa in linguaggio diplomatico : “ Ultimo avvertimento” ; per cui se non ci fosse stata risposta o fosse stata ambigua si poteva passare subito a vie di fatto. Da allora in poi tutti dovrebbero convenire sulla pericolosità del “dare ultimatum” e sulla necessità di pensarci molto bene prima di ricorrere a questo strumento diplomatico ! Siamo, dunque arrivati al primo agosto, ma i colpi di scena non sono finiti : il governo italiano, guidato dal Primo Ministro Antonio Salandra, il 2 agosto 1914 dichiara la neutralità dell’Italia. Tecnicamente l’Italia avrebbe dovuto entrare in guerra con l’Austria e la Germania, perché il nostro paese si era alleato con queste due nazioni, nel lontano 1882, nella Triplice Alleanza ed aveva regolarmente rinnovato il trattato per ben tre volte. Tuttavia gli interessi dell’Italia erano del tutto contrstanti con quelli dell’Austria : il Trentino ,il Friuli -Venezia- Giulia e l’Istria erano ancora sotto il dominio dell’Impero asburgico e, quindi, 6 l’unità dell’Italia non poteva dirsi ancora conclusa, almeno fino a quando le città di Trento e Trieste non sarebbero divenute italiane. Si era costituito, in tutto il nostro paese, un movimento cosiddetto “irredentista” che voleva liberare le terre italiane dal dominio degli austriaci e predicava la guerra contro l’Austria : questo movimento divenne sempre più forte e si saldò con i movimenti “nazionalisti” guidati dal poeta D’Annunzio e con quegli “interventisti” di origine socialista che seguirono il destino di un direttore dell’ “Avanti”, il giornale dei Socialisti, un certo Benito Mussolini che avrà grande importanza nella storia italiana e non sempre in positivo. Costui si dimise, nel Settembre del 1914, da direttore dell’ Avanti e fondò un altro quotidiano : “ Il Popolo d’Italia”, che diventerà l’organo ufficiale del Movimento Fascista, di cui Mussolini fu il principale capo : si dimise perché, contro il parere della maggioranza dei suoi compagni socialisti, lui sosteneva la necessità dell’intervento in guerra dell’Italia. Al contrario i socialisti italiani riuscirono a mantenere una posizione pacifista e a schierarsi sempre contro la guerra, a differenza dei socialdemocratici tedeschi che avevano votato a favore dei crediti di guerra in sostegno dello sforzo bellico della loro nazione, così come avevano fatto i socialisti francesi. 7 Questa fu la prima, delle molte, scissioni interne al movimento socialista italiano, che porto alla costituzione di un partito totalmente antagonista che fu appunto quello fascista e, ciò, può considerarsi come una delle più importanti conseguenze politiche della prima guerra mondiale nel nostro paese. Ma ritorniamo al due agosto, quando l’Italia dichiarava la sua neutralità alla guerra, adducendo come motivo il fatto che la guerra non era difensiva, unico elemento che avrebbe imposto all’alleato italiano il dovere di intervenire a fianco dell’Austria, ma era offensiva, perché era l’Austria ad attaccare la Serbia e non viceversa. Un’argomentazione che non convinse mai i generali tedeschi, i quali considerarono sempre, questo, come il primo dei due tradimenti italiani : il secondo fu, a loro dire, l’ otto Settembre 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso giorno la Turchia fece un patto segreto con la Germania in funzione antirussa ; infatti, poco dopo la flotta turca assaltò le navi russe della flotta del Mar Nero, nel porto di Odessa. Ma un fatto ancora più importante avviene sul fronte occidentale tedesco, quello più importante, perché metteva a confronto le due nazioni più popolose, più ricche e più industrializzate dell’Europa continentale : la Francia e la Germania. 8 I tedeschi chiedono il diritto di far passare il proprio esercito sui territori del Belgio, per poter attaccare da Nord-Est l’esercito francese e tentarne quindi l’accerchiamento. Il Belgio nega il diritto di passaggio alle truppe tedesche e chiede la garanzia dell’Inghilterra, a sostegno della propria neutralità : questa garanzia viene accordata. La Germania si disinteressa di questo fatto : dichiara guerra alla Francia il tre Agosto e invade il Belgio neutrale per attaccare la Francia da un lato inatteso. In questa maniera il governo tedesco compie un atto di illegalità internazionale che poi pagherà molto caro, perché invade un paese neutrale senza aver ricevuto da esso nessun motivo di offesa militare. Il giorno dopo, la Gran Bretagna, in rispetto dei patti stipulati con il Belgio e di quelli stipulati con la Francia, nell’”Entente Cordiale”, dichiara guerra alla Germania ed è il 4 Agosto 1914 : tutte le principali nazioni europei, a questo punto sono in guerra, ad eccezione dell’Italia , della Svizzera e della Spagna ; il quadro si completerà due giorni dopo quando l’Austria-Ungheria dichiarerà guerra alla Russia e la Serbia alla Germania e quando, l’11 e 12 Agosto, Francia e Gran Bretagna dichiareranno guerra 9 alla Austria-Ungheria. Così ai primi di Agosto tutta l’Europa è in guerra a causa di pochi colpi di rivoltella esplosi in un lungofiume di Serajevo, paese allora poverissimo. Per adesso la guerra non può dirsi mondiale, perché sia gli U.S.A. sia la Cina si dichiareranno subito neutrali ma, già alla fine di Agosto il Giappone dichiarerà guerra alla Germania per impossessarsi dei suoi domini nel territorio cinese e nel mari dell’estremo oriente : e, quindi, si manifesta fin da subito la tendenza del conflitto ad allargarsi a livello mondiale : fatto che poi puntualmente si avvererà. Le cause Quali furono le cause di tanta volontà di guerra ? Esse covavano da molto tempo e non si può certo dire che tutto dipese da quello studente serbo e dalla sua rivoltella : probabilmente, anche se non ci fosse stato quell’episodio, tutto sarebbe accaduto più o meno in una maniera molto simile. 10 Non si può , infatti, pensare che tanti eserciti e tanti apparati industriali potessero entrare in azione in un così brever svolgere di tempo se i rispettivi governi non avessero da tempo, almeno decenni prima preparato tutto quanto. I francesi volevano la rivincita ( il “revanchismo” è il termine italianizzato con cui viene definita) contro i tedeschi dal lontano 1870 ; da quando, cioè, il loro esercito fu assediato e il loro imperatore fatto prigioniero nella battaglia di Sedan. Allora essi persero due importanti regioni : l’Alsazia e la Lorena che divennero parte integrante dell’impero tedesco, proclamato nel 1871, proprio in seguito a quella sconfitta dei francesi. La Francia era quindi da più di quaranta anni che preparava la sua rivincita, voleva indietro l’Alsazia e la Lorena, e per farlo aveva continuato ad armarsi e ad armare l’esercito cercando sempre di diventare più forte militarmente della Germania : il suo naturale nemico. La Germania non era stata a guardare e aveva incrementato sempre la sua potenza bellica, migliorando i suoi arsenali di guerra e i suoi strumenti di combattimento, continuando ad elaborare piani strategici offensivi contro la Francia : tanto che il piano che fu eseguito nel 1914 era stato concepito dallo stato maggiore dell’esercito tedesco ben sei anni prima. 11 Questo è il triste fenomeno che è passato alla storia come “militarismo”, dare cioè sempre più importanza all’esercito come strumento di guerra al quale subordinare tutto l’apparato industriale e tutta la società civile, nella speranza di trionfare come nazione grazie allo strumento della guerra. Il militarismo non lasciò indenne nessuna nazione ed ebbe conseguenze durature nella storia europea, soprattutto nel periodo immediatamente seguente la prima guerra mondiale, chiamato il primo dopoguerra. Fu una delle cause principali della guerra. Il riarmo non avvenne soltanto per le armate di terra : con l’avvento del nuovo Kaiser (Imperatore di Germania) Federico Guglielmo II, il governo tedesco decise di riarmare la flotta del mare del Nord e apprestò le più grandi corazzate del tempo. Le navi corazzate erano gli strumenti da guerra più potenti del tempo, perché considerate inaffondabili e dotate di una potenza di fuoco impressionante, grazie ai loro cannoni potentissimi e alla corazza di acciaio spessissimo che le difendeva dai colpi delle navi più piccole. Questo riarmo marittimo impressionò molto negativamente la Gran Bretagna che, da sempre, si riteneva in diritto di controllare tutti gli accessi del Mar del Nord e la potenza più importante su tutti gli Oceani. 12 Quest’ultima fu probabilmente la vera causa dell’entrata in guerra della Gran Bretagna contro la Germania. Inoltre, c’era lo scontro per il possesso delle colonie sia in Africa sia in Asia : qui gli interessi inglesi erano venuti ad avvicinarsi a quelli francesi e le due nazioni avevano pensato, con l’ “Entente Cordiale” di spartirsi il controllo dell’Africa e dell’Asia. Ai francesi il controllo dell’Africa Nord-Occidentale, fino al bacino del fiume Niger ; agli inglesi il resto dell’Africa a NordEst ( Egitto e Sudan) e a Sud del bacino del fiume Congo, fino al Sud-Africa compreso. In Asia : ai francesi il controllo dell’Indocina (Laos, Vietnam, Cambogia), agli inglesi il controllo dell’India, Pakistan, Siam e Thailandia. Lo stesso per le isole del Pacifico. L’incomodo erano i domini tedeschi in Africa, Cina ed Asia che le due potenze coloniali europee volevano spartirsi e così fecero nei trattati che sancirono la loro vittoria a Parigi nel 1919. Le altre cause di fondo le abbiamo già viste : sono i problemi nazionali che sconvolgevano soprattutto l’impero asburgico di Austria e Ungheria : le rivendicazioni delle nazionalità slave contro quelle egemone tedesche, di quelle italiane contro le slave e le tedesche, delle tante minoranze etniche che volevano l’ 13 indipendenza da stati di recente costituzione come quello bulgaro, romeno, greco ecc... Ma c’era un altro elemento fondamentale che fu centrale e che ancora oggi influenza quell’area. La persistenza dello scontro fra tre grandi imperi, proprio al centro dei Balcani, quello Asburgico, quello Zarista e quello Ottomano : erano gli ultimi rimasti dei grandi imperi medioevali, quelli strettamente collegati alla dimensione religiosa e quelli ancora basati su un tipo di feudalesimo ormai superato, non avevano sistemi parlamentari che garantissero la partecipazione dei cittadini e le proprietà erano in mano a pochi nobili che controllavano il potere con sistemi dittatoriali, arbitrari e violenti. Ormai erano in totale decadenza e i due imperi cristiani, cristiano cattolico l’impero austro-ungarico e cristiano-ortodossso l’impero zarista, volevano approfittare dello sfaldamento dell’impero ottomano, di religione mussulmana, per prenderne tutti i territori europei, collocati appunto nel mezzo dei balcani. La guerra fu scatenata da questi imperi, ormai sorpassati per loro costituzione troppo arretrata, ma furono proprio loro a subirne i maggiori danni : infatti l’Impero zarista russo sparì per sempre, come quello asburgico e come quello ottomano. 14 Dalla scomparsa di questi imperi e dalla cattiva gestione della pace successiva abbiamo ereditato i problemi che ancora oggi ci portano, incredibilmente, ad aver una guerra nel mezzo dell’Europa, a pochi passi da noi. Lo sviluppo della guerra Non posso qui soffermarmi su tutti gli interessantissimi avvenimenti che seguirono lungo i quattro lunghi anni di guerra europea e poi mondiale. Intendo riassumere gli aspetti ed i fenomeni che risultano i più validi a spiegare il mondo futuro, quello cioè che hanno vissuto i nostri padri e quello che viviamo noi. La guerra iniziò, nelle intenzioni dei grandi cervelloni militari, come guerra di movimento, destinata a concludersi in poche azioni, possibilmente entro l'anno seguente. Non fu così ! La manovra di aggiramento dell’esercito francese, messa in atto dai tedeschi fallì. Per un pelo, … ma fallì ! 15 I tedeschi furono fermati sulla Marna e non poteron conquistare Parigi, né rompere le linee francesi per attaccare alle spalle le armate schierate sul Reno. La guerra si trasformò in una guerra di posizione e divenne “guerra di trincea”, da guerra di movimento che doveva essere. Per quattro anni milioni e milioni di giovani tedeschi, francesi, italiani, inglesi, polacchi, austriaci ecc... vissero in queste trincee di fango e di morte, scontrandosi e combattendo per conquistare poche centinaia di metri di territorio : questo si riflettè in tutta la letteratura europea, lasciando testimonianze immortali sulla guerra e la sua inutilità di fondo. Questo tipo di guerra, basata sugli attacchi frontali di migliaia di uomini, falcidiati dalle mitragliatrici degli avversari e distrutti dalle cannonate sempre più potenti degli eserciti, comportò una quantità di morti, di feriti e di invalidi fino ad allora mai visti nella storia umana : ben cinque milioni furono le vittime. Si inventarono tanti nuovi strumenti di morte : come quello dei sottomarini, i famosi U-Boot tedeschi, che avrebbero dovuto rovesciare la grande superiorità marittima della flotta inglese, la quale soffocava la Germania con il blocco di tutti porti del Mare del Nord . 16 In effetti fecero danni gravissimi al commercio marittimo inglese, migliaia di navi furono affondate e l’ Inghilterra ebbe seri problemi a rifornirsi, visto che era pur sempre un’isola. Tuttavia l’uso esagerato della guerra sottomarina comporto’ l’affondamento di tante navi americane , soprattutto quelle che rifornivano l ‘Inghilterra : ciò alla lunga portò all ‘entrata in guerra degli Stati Uniti e, questo, fu la fine della Germania e dei suoi alleati. Si inventò anche la guerra aerea: per la prima volta gli uomini si combatterono anche nel mezzo delle nuvole oltreché nelle profondità del mare. Sempre i tedeschi inventarono un nuovo tipo di aereo, il Fokker, che riusciva a sparare in sincronia con il movimento delle pale dell'elica e, quindi, ottennero subito un grosso vantaggio sugli aerei francesi e tedeschi. Sull'immediato fu poca cosa, perché gli aerei furono allora usati quasi esclusivamente in funzione di ricognizione, per spionaggio o per dirigere il fuoco dell'artiglieria: in seguito , però, l'arma aerea divenne fondamentale nelle guerre e gli esperimenti qui attuati furono poi largamente studiati per farli diventare norma e sostanza triste delle guerre future. 17 Si inventarono perfino i bombardamenti alle città fatti dal cielo e non solo dai cannoni o dalla camnoniere: il primo fu quello di Londra, fatto addirittura da bordo di dirigibili, macchine volanti grazie al gas più leggero dell'aria e, quindi, pericolosissimi, perché facili ad incendiarsi. Sempre a proposito di gas, fu inventata e sperimentata, sul fronte francese, ed in particolare ad Ypres, l'arma più terribile: quella del lancio di gas velenosi sopra le trincee avversarie. Arma tremenda, perché senza difesa e, soprattutto, devastante nei suoi effetti. Fu poi, dopo la fine della guerra e la constatazione dei suoi tremendi effetti, proibita dalla Convenzione di Ginevra ed, ancora oggi, considerata la più dannosa, pericolosa ed inuma delle armi, dopo quella atomica. Molti furono i giovani che ebbero danni permanenti, esterni ed interni, dovuti all' uso dei gas: per i decenni successivi alla fine della guerra i sanatori e gli ospedali di tutta Europa furono pieni di questi poveri reduci della guerra che ebbero da essa la vita rovinata per sempre. L'arma più importante, dal punto di vista militare, che fu sperimentata con successo fu il cosidetto carro armato: esso comparve per la prima volta durante la battaglia della Somme, fu 18 messo in campo dagli Inglesi ma saranno, poi, i tedeschi a farne la loro arma principe, usata per attrezzare le famose colonne corazzate che, nella Seconda Guerra Mondiale, riusciranno ad ottenere ovunque successi militari impressionanti. Sembra non esserci limiti alla fantasia umana, quando c'è di mezo una guerra e quando si vuole inventare mezzi di morte per uccidere il "nemico", considerato non più come un essere umano, a te simile, ma come un "avversario totale" da distruggere ad ogni costo. Dal punto di vista sociologico questa fu la nuova, fondamentale, invenzione della Prima Guerra Mondiale. Per la prima volta non si trattava più di una semplice guerra nazionale o di una guerra fatta da specialisti: i militari. Da allora in poi le guerre saranno "totali": tutta la nazione è chiamata a combattere; tutte le energie di un popolo sono obbligate a organizzarsi per la guerra: si fa guerra con l'industria, si fa guerra con la pubblicità e la promozione; si fa guerra con i giornali e la comunicazione; si fa guerra con l'educazione; donne e bambini sono i combattenti nelle retrovie; l'economia è in prima fila e sconfiggere il nemico vuol dire anche affamarlo e impedir alla sua economia di funzionare. 19 Da allora in poi questo è stato un concetto fondamentale della guerra contemporanea. Strettamente collegato ad esso ci si abituò ad un altro dato di fatto: quello che milioni di essere umani possono essere guidati da un solo uomo, il quale può decidere dei loro destini, della loro vita e perfino dei loro bisogni più intimi. Ttutti gli uomini al fronte furono per anni guidati da pochi generali, chiamati in Italia: "Generalisssimi", che decidevano quasi nella più perfetta solitudine e prendevano decisioni che riguardavano un numero impressionante di essere umani come mai era successo prima di allora. In Italia furono i generalissimi: "Luigi Cadorna" e, dopo la sconfitta di Caporetto, "Armando Diaz"; in Francia furono prima " Joffre " e poi " Petain"; in Germania: " Hindenburg" e " Ludendorff " uno per il fronte orientale ed uno per il fronte occidentale. Questo tipo di consuetudine riguardò le giovani generazioni di stati industriali molto sviluppati, molti dei loro componente erano persone dotte e istruite: esse rimasero segnate per gli anni a venire da questa esperienza e, poi, apparse quasi normale che appparissero "uomini del destino", da soli abilitati a comandare e decidere anche contro il parere della maggioranza: si apre in 20 questa maniera il triste periodo delle dittature "totalitarie" sia quelle nazifasciste sia quelle comuniste. Per un po' di tempo si perse il senso stesso della solidarietà internazionale, fra membri della classe proletaria ed operaia: quella solidarietà che era stata predicata per più di cinquanta anni da tutti i sindacati e da tutti i partiti socialisti d'Europa. Infatti, operai tedeschi spararono contro operai francesi ed operai austriaci contro operai italiani e, tutto questo, con l'assenso delle loro organizzazioni sindacali e partitiche. Questa contraddizione apparve chiara quando si riunirono i partiti socialisti ed i sindacalisti a Zimmerwald, in territorio svizzero allora neutrale. Da qui uscì un documento in cui tutti i socialisti si impegnarono a rispettare la solidarietà internazionale socialista, sostenendo una pace che non avesse né indennità né annessioni. Tuttavia qui si manifestò, per la prima volta a livello internazionale, una componente che avrà un grande futuro in Europa: quella dei Bolscevichi russi, guidati da Lenin, allora esule in Svizzera. Costoro propugnarono una parola d'ordine rivoluzionaria, allora messa in netta minoranza, che fu quella di voler trasformare "la 21 Guerra imperialista in Guerra Civile per abbattere il capitalismo in ogni stato: questa è l'unica condizione per avere una vera pace ". Queste tesi furono sconfessate da tutti i partiti socialdemocratici e riformisti, ma saranno quelle che porteranno al successo della rivoluzione comunista russa nel 1917 e, quindi, all'instaurazione del regime comunista sovietico che condizionerà tutta l'Europa fino al 1989 ed, ancora oggi, influenza gli sviluppi della società e dell'economia europea con i suoi eredi più o meno legittimi. Gli Stati Uniti dichiareranno guerra alla Germania e all'Austria solo il 22 Luglio 1917, dopo molte esitazioni ma è unanimente riconosciuto che quella fu la vera svolta della guerra combattuta. Da allora in poi gli imperi centrali: Germania e Austria-Ungheria cominceranno ad intravedere la loro fine, anche se ci saranno vittorie militari notevoli, come quelle ottenute sul fronte russo dai tedeschi e sul fronte italiano da austro-tedeschi. Saranno vittorie militari ma alla fine i vincitori sul terreno militare saranno sconfitti politicamente, perchè nessuna guerra si vince con le sole armi e non è mai l'abilità dei militari a determinare la vittoria o la sconfitta in una guerra a tutto campo. Vince chi è dalla parte giusta ed ha i giusti argomenti per convincere i popoli, soprattutto il proprio, della giustezza della propria causa. 22 Così non riuscirono a fare tedeschi e austriaci: l'esercito tedesco concluse la guerra molto al di fuori dei propri vecchi confini nazionali , quindi tecnicamente, dal punto di vista militare, avrebbe dovuto risultare come vincitore ed, invece, fu il grande sconfitto. Infatti, sia la Germania sia l'Austria si trovarono l'insurrezione in casa: i propri operai, i propri marinai ed i propri soldati scioperarono contro il regime, di fatto non riconobbero più il governo che li aveva mandati alla guerra e combatterono contro di esso: volevano "fare come in Russia", dove nel 1917 interi reparti di soldati, su incitamento dei bolscevichi, abbandonarono il fronte e ritornarono ai propri campi, da cui mancavano ormai da tre anni. Tutto questo avvenne negli ultimi mesi del 1918, quando i marinai di Kiel, in Germania, si ammutinarono e il movimento socialista di Berlino proclamò lo sciopero, insieme a quello austriaco di Vienna. Il governo tedesco fu costretto a chiedere la pace e si arrivò prima all'armistizio e poi ai trattati di pace. Tuttavia rimase un pericoloso mito che porterà lutti e tragedie a tutta l'Europa: quello dei generali tedeschi che, vincitori sul 23 campo, si sentivano traditi alle spalle dai socialisti e dai sindacalisti comunisti tedeschi. E' la famosa: "Pugnalata alle spalle", su cui Hitler più tardi baserà gran parte della sua propaganda elettorale e, poi, del suo potere. Rapidamente come era iniziata, in poche settimane la guerra finì, nel Novembre del 1918 L'entrata in guerra dell'Italia L'Italia si era dichiarata neutrale, fin dall'inizio, ma dentro il paese crescevano le spinte per farlo entrare in guerra: lo strano era che tali spinte provenivano sia dall'estrema destra che dall'estrema sinistra e il governo era sensibile alle spinte che venivano dai circoli militaristi e della corte. Al governo c'era Salandra con un forte Ministro degli Esteri: Sidney Sonnino. Era opinione prevalente fra i liberali moderati, guidati da G. Giolitti, fra i Cattolici, guidati da Don Sturzo, e fra i socialisti pacifisti, guidati da Serrati e Turati, che entrare in guerra non sarebbe servito ad ottenere il Trento e Trieste, bastavano semplici 24 trattative con l'Austria e la Germania per ottenere lo stesso risultato senza dover fare la guerra. Sonnino chiese all'Austria dei compensi alle loro conquiste nei Balcani, ricordando che questa era una clausola pecisa della Triplice Alleanza, già il 3 Novembre del 1914, pochi mesi dall'inizio delle ostilità. Ricevette un immediata rifiuto dell'Austria, il cui imperatore non voleva cedere il Trentino, perché erano territori direttamente appartenenti alla sua famiglia, gli Asburgo, da secoli, ma ottenne parere positivo dalla Germania, la quale continuerà a fare pressione sugli austriaci per concedere quanto gli italiani chiedevano pur di impedire che essi entrassero in guerra a fianco dell' Intesa Anglo-francese. Tali pressioni dei tedeschi ottengono il successo sperato, quando quattro mesi dopo, il 9 Marzo del 1915, il governo austriaco accetta di cedere il Trentino all'Italia, purché non entri in guerra contro gli Imperi Centrali: Germania e Austria-Ungheria. Questa volta il nostro ministro degli esteri, Sonnino, tira ancora più la corda: non si accontenta e chiede ancora di più. E' lecito ritenere che ormai il governo aveva deciso di entrare in guerra, senza consultare il Parlamento che era a maggioranza pacifista e senza nessun dibattito pubblico nel paese. 25 Infatti, un mese e mezzo dopo, il 26 Aprile del 1915, a Londra il governo italiano firma un patto segreto con la Francia e la Gran Bretagna nel quale dichira di impegnarsi a dchirarare guerra all'Austria in cambio del Trentino, dell'Alto Adige, di Trieste, di Gorizia, dell' Istria, di molte isole della Dalmazia (la costa adriatica di fronte al Veneto e alla Romagna), di Valona e di Saseno in Albania, nonché del Dodecanneso (dodici isole intorno a Rodi, di fronte all'attuale Turchia ed, oggi, di nazionalità greca). Tre sono gli aspetti principali di questo patto: il primo è che esso fu stipulato in forma segreta, segreta anche al Parlamento italiano, a molti membri del governo stesso e, perfino, ai generali italiani; il secondo concerne il totale rovesciamento delle alleanze, perché in questo modo l'Italia passa dalla alleanza con tedeschi e austriaci all'alleanza con le forze dell' Intesa, i loro diretti nemici e questo comporterà un rovesciamento di fronte: la gran parte del nostro esercito già schierato sul fronte occidentale, contro la Francia fino allora nemica, dovrà essere spostato molto rapidamente ad oriente e schierato contro l'Austria, fino ad allora nostra amica; fatto che puntualmente avvenne in mezzo ad ogni sorta di difficoltà e ritardo che 26 costrinsero l'esercito italiano in posizioni molto sfavorevoli, su tutto il fronte Nord-Est; il terzo elemento, annunciatore di future sventure per l'Italia, fu la rottura del principi di nazionalità: infatti l'Italia chiedeva territori fuori dalla sua sfera nazionale, come l'alto dige e, soprattutto, la Dalmazia; fatto che le verrà puntualmente rimproverato al tavolo delle trattative, proprio degli americani, i quali si opporranno a cancedere all'Italia la Dalmazia. Tutto questo farà nascere un altro mito tristissimmo, cavalcato da D'Annunzio e Mussolini, quello de: " La vittoria mutilata", secondo cui il nostro paese, vincitore con 600.000 morti al fronte non avrebbe avuto il compenso che meritava e che gli era stato promesso. Queste erano le clausole del trattato di Londra, con cui l'Italia si schierava con l'Intesa. Il 3 Maggio del 1915 l'Italia denuncia pubblicamente di abbandonare la Triplice Alleanza con Austria e Germania; appare chiaro a tutti che qualcosa bolle in pentola e Giolitti protesta in favore del neutralismo, è appoggiato da tutti i parlamentari pacifisti e dai movimenti di massa cattolici e socialisti: la maggioranza del Parlamento. 27 Ma il Parlamento non viene riunito; domina la manifestazione di massa: le piazze sono in mano agli interventisti e ai nazionalisti, guidati da D'Annunzio, il quale fin dal 4 Maggio, dallo scoglio di Quarto, presso Genova, da cui partì Garibaldi per liberare il Sud Italia, proclama un famoso discorso che darà inizio ad una serie di manifestazioni interventiste e nazionaliste a favore dell'entrata in guerra dell'Italia. Il 24 Maggio 1915 l'Italia dichiara guerra all'Austria: inizia così l'avventura della guerra del'15-18 che porterà all'Italia 600.000 morti e un milione di invalidi e grandi sconvolgimenti sociali e politici, nonché trasformazioni economiche irreversibili. La guerra si svolgerà tutta sul fronte Nord-orientale, soprattutto sulla linea lungo il fiume Isonzo, sarà essenzialmente una guerra di trincea e,quindi, senza sostanziali avanzamenti da una parte e dall'altra ma con una quantità enorme di morti e di sofferenze, perché il nostro "generalissimo" L. Cadorna scelse la tattica degli attacchi frontali su vasta scala e con grande impiego di mezzi umani e materiali: una tattica molto dispendiosa in vite e in denaro. Due sono le sconfitte più importanti dell'esercito italiano: quella facente seguito la " Strafexpedition" (spedizione punitiva) degli austriaci sul Trentino, che comportò la perdita di Asiago, poi 28 riconquistato nel Giugno del 1916 e quella di Caporetto, avvenuta il 24 Ottobre 1917, causata dall'abilità manovriera delle divisioni tedesche inviate su questo fronte da quello rurro che, ormai, si era arreso dopo lo scoppio della Rivoluzione Russa. Questo fu un episodio molto grave della nostra storia, ancora oggi oggetto di polemiche, perché fu un'occasione in cuiil nostro esercito dimostrò tutta la sua impreparazione, soprattutto per quanto riguarda gli alti comandi. Il governo Salandra si era dimesso il 19 Giugno del 1916, proprio per gli insuccessi militari di cui si era assunta tutta la responsabilità: nessuno allora aveva il coraggio di andare contro il volere dei militari e del generalissimo ! Gli era succeduto il governo Boselli, appoggiato anche dai socialisti riformisti Bissolati e Bonomi: fu questo governo che dovette fronteggiare la disfatta di Caporetto e sostituire il generalissimo Luigi Cadorna, considerato il responsabile della sconfitta, con il generale Armando Diaz. Tuttavia anche questo governo fu costretto a dimettersi e salì al potere Vittorio Emanuele Orlando che riuscirà a ricompattare il paese e a contenere l'avanzata tedesco-austriaca sul Piave, ottenendo quello che tutti gli alleati considerarono un vero e 29 proprio miracolo: la fermata dell'avanzata nemica e lo stabilirsi di un fronte stabile di resistenza e difesa sul Piave; la pianura Padana era salva, ma a quale prezzo ! Sarà nell'Ottobre del 1918 che gli italiani si vendicheranno, quando Diaz, molto aiutato dai successi alleati sugli altri fronti e, soprattutto, dalle insurrezioni e dalle rivolte interne alla Germania e all'Austria, lancerà l'offensiva che si concluderà con la vittoria di Vittorio Veneto che si concluderà il 29 Ottobre con la richiesta di resa incondizionata dell'Austria e con la firma della resa dell'Austria il 3 Novembre 1918, a Villa Giusti, vicino a Padova. Con la firma di questa resa si può dire che le aspirazioni risorgimentali si sono definitivamente realizzate e l'Italia è completamente riunita: dalla Sicilia alle Alpi, come avevano predicato tutti i nostri patrioti. Da questo punto di vista, ma solo in questa particolare visione, questa guerra potrebbe essere chiamati per gli italiani come la quarta guerra di indipendenza, facente seguito a quella del 1848, quella del 1856 e quella del 1866. In queste condizioni e con il governo Orlando più saldo che mai l'Italia affronterà la Conferenza di Parigi, che dovrà porre fine con una pace duratura a tutti i conflitti dell' umanità, perché 30 troppo gravi erano state le perdite di questa guerra, enormi i danni e troppo paurose le conseguenze di una futura guerra, affrontata con le armi ormai a disposizione. Purtroppo questa nobilissima aspirazione non avrà seguito e le paci che seguiranno non saranno durature: solo due decenni dopo, un' altra guerra, ancora più terribile, come già era allora immaginabile, colpirà l'umanità. I trattati di pace La Conferenza di Pace si inaugura a Parigi il 18 Gennaio 1919 e vi partecipano solo le nazioni vincitrici: quelle perdenti devono solo aspettare le decisioni di costoro e, questo, sicuramente non fu un buon inizio. Le nazioni considerate vincitrici sono ben 27, delkle quali però le più importanti sono la Francia, la Gran Bretagna e gli U.S.A. Questi ultimi erano entrati nella guerra di malavoglia ma si dimostrarono subito decisivi per il successo finale, soprattutto grazie alla loro potenza industriale ormai di gran lunga superiore a quella di ogni altro stato europeo. 31 Erano anche lo stato che aveva prestato denaro a tutti i loro alleati europei e nei confronti del quale tutti, francesi e inglesi compresi, erano molto indebitati e, quindi, la lro opinione era molto ascoltata e rispettata. Il presidente degli U.S.A., Woodrow Wilson, aveva stilato un anno prima, nel Gennaio del 1918 i famosi 14 punti, con i quali fissava i principi di una eventuale pace. In essi si diceva che: il commercio doveva essere libero come la navigazione; gli armamenti dovevano essere ridotti in tutto il mondo; nazionalità doveva essere garantita l'indipendenza ad ogni e le colonie dovevano essere sistemate e progressivamente abolite; infine, si chiedeva l'istituzione di una Società delle Nazioni che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi internazionali evitando le guerre guerreggiate Questi quattordici punti costituirono una svolta nella politica estera statunitense, perché per molt tempo essere era stata "isolazionista", gli U.S.A. non volevano cioè occuparsi delle quesdtioni europee e rimanere concentrati sui problemi del continente americano. Questa era l'essenza della cosidetta "Dottrina Monroe", dal presidente James Monroe che, nel 1823 aveva proclamato lo 32 slogan: " L'america agli americani", in cambio mai gli Stati niti sarebbero intervenuti nelle questioni interne dell'Europa. Così,però, come abbiamo visto, non è stato. Wilson, esponente del partito Democratico, aveva portato gli U.S.A. in guerra in Europa nel 1917; e questo in barba al fatto che l'anno prima, nel Novembre del 1916, fosse stato rieletto presidente anche grazie al fatto che era riuscito a tenere, fino ad allora, la nazione fuori dalla guerra in Europa. Troppi erano gli interessi che legavano l'economia americana a quella europea ed, in particolare, a quella inglese; in particolare l'attacco continuo dei sottomarini tedeschi che bloccavano il libero commercio marittimo colpiva a sangue l'economia americana e, quindi, l'intervento in guerra divenne necessario anche la maggioranza degli americani non avrebbe voluto farla quella guerra lontana e poco comprensibile. Ormai le elezioni erano passate, se ne sarebbe riparlato fra quattro anni, in un tempo che Wilson sperava ormai vederlo vinvitore di una guerra già conclusa. Fece bene i suoi calcoli, infatti riuscì a partecipare alla conferenza di pace da protagonista, con tutti gli interlocutori profondamente indebitati sia economicamente sia moralmente con la potenza degli U.S.A. 33 Il 28 Aprile del 1919 fu firmata la " Convenzione della Società delle Nazioni", con lo scopo dichiarato di promuovere la cooperazione fra i popoli e il rispetto reciproco: fu l'antesignana delle Nazioni Unite, ma rimase sulla carta, perché gli Stati Uniti si ritirarono da essa, anzi non entrarono neanche, quando alla morte di Wilson, salì al potere un repubblicano, Harding, che condivideva le tesi isolazioniste della maggioranza dei cittadini americani. Gli U.S.A. si ritirarono nel loro splendido isolamento, convinti di poter far meglio da soli,. Anche la Russia, che ora si chiama U.R.S.S., non entra nella Società delle Nazioni, perché sviluppa una politica internazionale autonoma, tesa al conseguimento della rivoluzione comunista in ogni paese e diretta dalla Terza Internazionale (Comintern), la cui sede è fissata a Mosca. La defezione di questi due stati importantissimi toglie molta importanza alla Società delle Nazioni che rimane uno strumento in mano alla Francia e all' Inghilterra, le quali sono potenze coloniali e quindi tese a far prevalere i loro interessi in questa direzione. La Conferenza di Parigi si divide in cinque trattati separati di pace. 34 Il primo è quello firmato a Versailles, il 6 Giugno 1919, con la Germania, il nemico più pericoloso e più potente: la Germania deve cedere l'Alsazia e la Lorena alla Francia; la Prussia Orientale deve essere ceduta alla Polonia; Danzica deve essere città libera e collegata con un corridoio alla Polonia; Perderà tutte le colonie, che saranno date a Inghilterra e Francia, La riva sinistra del Reno sarà occupata dagli alleati e perderà la sovranità aerea per 15 anni; L'esercito tedesco non potrà avere più di 100.000 soldati professionisti, gli armamenti devono essere sotto controllo degli alleati e si deve costituire una fascia smilitarizzata di 50 Km sulla riva destra del Reno; Infine, la peggiore delle condizioni, una indennità di guerra da pagare alle potenze vincitrici enorme di ben 269 miliardi di marchi in oro da pagare in ben 42 annualità. Queste condizioni furono tremende e condizioneranno l'economia tedesca per tutti i due decenni successivi, dando una grande aiuto a Hitler per dimostrare ai tedeschi che il Trattato era profondamente ingiusto, tanto più in consiederazione del fatto che il popolo tedesco si era comportato bene in combattimento. 35 Il trattato di Saint-Germain riguarda l'Austria, e quindi direttamente i compensi all'Italia, viene firmato il 10 Novembre 1919: l'Austria deve cedere il Trentino, l'Alto Adige, Trieste e l'Istria all'Italia; deve cedere la Slovenia, la Croazia, la Bosnia-Erzegovina e la Dalmazia alla Iugoslavia; deve riconoscere l'indipendenza della Cecoslovacchia e dell'Ungheria e fare ingrandire la Romania e la Polonia conil proprio territorio; non può assolutamente riunirsi alla Germania; deve pagare forti indennità di guerra alle potenze vincitrici. Questo trattato è considerato una sconfitta per il governo italiano: già sei mesi prima il primo ministro italiano, Orlando, e il ministro deli esteri, Sonnino, avevano abbandonato la Conferenza di Parigi in segno di protesta per il fatto che gli americani non vlevano dare la Dalmazia all'Italia. Il governo era caduto e sostituito da quello di Francesco saverio Nitti, ma anche questo governo non aveva ottenuto di più alla firma del trattato con l'Austria. Il terzo trattato è quello di Neully, firmato il 27 Novembre del 1919 in cui si impone alla Bulgaria, potenza sconfitta,di accettare 36 l'indipendenza della Iugoslavia e la perdita di territori a favore della Grecia. Gli altri trattati sono quelli del Trianon che fissano i confini della nuova Ungheria, considerata anch'essa potenza sconfitta in quanto alleata dell'Austria, come lei costretta a cedere molti territori agli stati confinanti, e quello di Sevres che fissa i nuovi confini della Turchia e smembra il vecchio impero Ottomano. Quest'ultimo trattato è molto importante, perché tenta di risolvere questioni che poi invece esploderanno come quelle del Medio Oriente, degli arabi e degli ebrei, dei Curdi e del Canale di Suez, nonché la gestione dei pozi petroliferi dell'Iraq e dell'Arabia. Problemi che rimarranno di fatto irrisolti, perché le due potenze coloniali principali, Francia e Inghilterra, baderanno soprattutto a spartirsi questi territori che, l'indipendenza. 37 poi, vorranno giustamente, 38