Patologia muscolare e tendinea a livello dell’anca a cura del Dr. Stefano Guidotti, ortopedico e fisiatra Firenze Le lesioni delle unità muscolo-tendinee della regione dell’anca e del bacino in genere sono molto frequenti in ambito sportivo e non. Frequentemente la causa della lesione consiste in una vigorosa contrazione muscolare quando il muscolo si trova al suo massimo allungamento come ad esempio avviene per il muscolo ileopsoas quando un calciatore fletta con forza l’anca per colpire il pallone e la gamba sia tenuta ferma o forzatamente estesa da un avversario. Un altro tipo di lesione si realizza quando si verificano sforzi ripetuti. Quando è presente un dolore muscolare a livello dell’anca è necessario considerare numerosi gruppi muscolari, dato l’alto numero di strutture anatomiche che si trovano in questa area anatomica: addominali, i flessori : ileopsoas, sartorio, retto femorale e gli adduttori. Il sintomo più comune è il dolore localizzato sul muscolo interessato, aggravato dal suo uso in attività fisica intensa. La localizzazione profonda dei muscoli dell’anca rende difficile l’esame obiettivo e non sempre è possibile l’esatta localizzazione del muscolo lesionato. Lo stiramento degli adduttori dell’anca è caratterizzato dal dolore inguinale e sulla faccia interna della coscia, esacerbato dall’abduzione passiva forzata. Così quello dei flessori dell’anca è caratterizzato dall’esacerbazione alla flessione dell’anca sotto resistenza o al suo stiramento passivo. Una lesione dell’ileopsoas causa tipicamente un dolore localizzato alla coscia mediale o inguinale profondo, mentre il dolore da stiramento del sartorio è più superficiale e laterale. Solitamente in questi casi l’esame radiografico è poco rilevante, mentre un’ecografia o una risonanza magnetica possono fornire utili informazioni a confermare il sospetto diagnostico formulato con l’anamnesi e l’esame clinico. Il trattamento prevede il riposo, il ghiaccio e gli antinfiammatori all’inizio, poi terapia strumentale antalgica e analgesica come correnti, laserterapia, diatermia associati ad esercizi di articolarità e stretching ed infine il rinforzo muscolare attraverso tutte le sue fasi fino agli esercizi specifici per lo sport praticato, in genere non prima di quattro, cinque settimane dall’inizio del trattamento. Nelle forme in cui è interessata la giunzione osteotendinea o si è realizzata una calcificazione o una fibrosi all’interno del muscolo può essere di grande aiuto l’uso della terapia con onde d’urto (ESWT) . vai alla home page torna ad argomenti