PARTE 7 u 2 l`età della restaurazione

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L’ETA’ DELLA RESTAURAZIONE (p. 280)
1. IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE (p. 281)
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Il Congresso di Vienna si tenne dal novembre 1814 al giugno del 1815. Protagoniste furono le
nazioni che più si erano impegnate per sconfiggere Napoleone (Austria, Prussia, Russia,
Inghilterra). Si proposero di cancellare gli sconvolgimenti politici e territoriali provocati dalla
Rivoluzione francese e da Napoleone, restaurando l’ordine precedente. I Paesi furono restituiti ai
legittimi sovrani (principio di legittimità).
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I Paesi posti sul confine orientale con la Francia furono rafforzati nell’eventualità di un nuovo
tentativo di espansione territoriale da parte di questa. Con la stessa intenzione fu creato il Regno
dei Paesi Bassi e rafforzato il regno di Sardegna. Si cercò di creare una situazione di equilibrio.
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LA SANTA ALLEANZA: i Sovrani di Russia, Prussia, Austria firmarono una Santa Alleanza, con la
quale si impegnavano a governare secondo i principi del Cristianesimo. L’accordo si trasformò in
breve in un patto politico, con l’adesione anche dell’Inghilterra, e l’impegno, da parte dei sovrani
difendere militarmente l’ordine costituito a Vienna.
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Con La Restaurazione, quasi ovunque, in Europa torna a imporsi l’assolutismo. Fa eccezione
l’Inghilterra dove si mantiene una monarchia parlamentare. Anche in Francia, in Svezia e nei paesi
Bassi i sovrani concedono costituzioni che riconoscono ai cittadini la libertà di stampa, di pensiero e
di associazione. In Francia Luigi XVIII capisce che era necessario mantenere alcuni dei cambiamenti
portati da Napoleone, come l’uguaglianza di tutti i francesi davanti alla legge e la figura dei
funzionari statali, dimostratisi molto efficaci nell’amministrare il Paese. Il re istituisce un
parlamento (le leggi dovevano comunque essere approvate dal sovrano) e un sistema elettorale
censitario molto ristretto.
2. LA LOTTA POLITICA (p. 285)
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Furono chiamati reazionari coloro che erano favorevoli all’assolutismo e al ritorno al passato, a
un’alleanza tra i sovrani e la Chiesa in quanto ritenevano che solo la religione poteva insegnare
l’obbedienza e il rispetto delle leggi.
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I liberali (espressione del ceto sociale borghese), invece, si opponevano all’assolutismo e lottavano
per il riconoscimento a tutti gli uomini dei diritti fondamentali (libertà di pensiero, religione, parola,
stampa e associazione), garantiti da una Costituzione. Volevano che il potere legislativo fosse
affidato a un parlamento eletto dai cittadini.
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I democratici avevano gli stessi obiettivi dei liberali ma, a differenza di questi, che ritenevano che il
diritto di voto dovesse essere regolato in base alla ricchezza, erano favorevoli al suffragio
universale maschile e all’instaurazione di una forma di governo repubblicana.
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La chiesa cattolica condivideva le posizioni dei reazionari e condannava sia il liberalismo che la
democrazia. Fa eccezione un gruppo di cattolici che si definivano liberali il cui motto era: “Dio e
libertà”; questa corrente, fondata dal francese Lamennais, si diffuse soprattutto in Francia, Belgio e
Italia.
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Nacquero in questo periodo numerose società segrete . La più famosa fu la Carboneria, che si
proponeva di far trionfare gli ideali del liberalismo e si diffuse in Italia, Francia, Spagna e Grecia. I
suoi membri non conoscevano l’identità dei capi né i piani dell’organizzazione, veniva usato un
linguaggio in codice.
3. LE RIVOLTE DEGLI ANNI VENTI (p. 287)
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Ebbero tutte l’obiettivo di porre fine all’assolutismo e ottenere una costituzione.
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Nel 1820 il re di Spagna, dopo la ribellione di parte dell’esercito, fu costretto a giurare fedeltà alla
costituzione di Cadice emanata nel 1812, durante l’occupazione di Napoleone.
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Anche a Napoli e a Palermo, sempre nel 1820, il re, Ferdinando I, dopo l’ammutinamento di parte
dell’esercito , concesse una costituzione e promise di convocare le elezioni.
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Le potenze europee si riunirono e decisero di intervenire con la forza per evitare che tali rivolte si
propagassero anche altrove. L’Austria intervenne a Napoli, soffocò la rivoluzione e la costituzione
venne revocata.
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Nel marzo 1821 in Piemonte, alcuni reparti dell’esercito, guidati da Santorre di Santarosa,
marciarono su Torino. Gli insorti speravano nell’appoggio di Carlo Alberto, nipote del re Vittorio
Emanuele I , che abdicò a favore del fratello Carlo Felice. Carlo Alberto, con l’aiuto di truppe
austriache, soffocò la ribellione.
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In Spagna, invece, fu la Francia a intervenire nel 1823 per riportare l’ordine con le armi.
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La Grecia si ribellò al dominio dell’Impero turco; i greci rivendicavano la propria autonomia e la
possibilità di parlare la propria lingua e praticare la loro religione. Inghilterra, Francia e Russia
appoggiarono i greci, inviarono una flotta che riuscì a sconfiggere i turchi. La pace di Adrianopoli
(1829) riconobbe l’indipendenza della Grecia la cui corona fu affidata a un principe tedesco che
regnò in modo assoluto.
4. LE AGITAZIONI DEGLI ANNI TRENTA (p. 290)
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In Francia, alla morte di Luigi XVIII (1824), salì al trono il fratello Carlo X, che soppresse la libertà di
stampa e limitò alcune libertà previste dalla costituzione. Il popolo di Parigi insorse e il re fuggì. La
corona andò a suo cugino Luigi Filippo d’Orleans (proclamato “re dei francesi”) che permise
l’adozione di una nuova costituzione, secondo la quale il governo (i ministri) dovevano rendere
conto del loro operato al Parlamento.
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La rivoluzione si propagò ai Paesi Bassi: tre province si dichiararono indipendenti, si diedero una
costituzione e affidarono la corona a un principe tedesco. Il nuovo regno del Belgio ottenne il
riconoscimento della Francia e dell’Inghilterra.
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Nel 1831 si verificarono sollevazioni in Polonia (contro la Russia) e in Italia, nel ducato di Modena
(contro L’Austria), ma senza successo.
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Nel 1832 in Inghilterra venne varata una riforma elettorale che aumentò del 50% il numero dei
votanti, che divennero così il 5% della popolazione.
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