Cambiamenti climatici e ciclo dell’acqua Vincenzo Ferrara Firenze: 5 novembre 2012 Circolazione generale dell’atmosfera Cella di Hadley in espansione verso più alte latitudini e a maggiore vorticità anticiclonica. Cella di Farrel: Ampiezza correnti occidentali maggiore con maggiore velocità correnti zonali e minore velocità di onda. Cella polare: a maggiore vorticità ciclonica, ma con più ridotte dimensioni. Estate 2012 ARTICO ITALIA Andamento temperatura Anni e decenni più caldi DECENNI 1) 2001-2010 2) 1991-2000 3) 1981-1990 4) 1941-1950 5) 1971-1980 6) 1961-1970 7) 1931-1940 8) 1951-1960 9) 1921-1930 10) 1881-1890 ITALIA MONDO Premessa La sicurezza idrica, assieme alla sicurezza energetica ed alla sicurezza alimentare, è una delle più grandi sfide che l’umanità dovrà fronteggiare e non solo a causa dei cambiamenti del clima, che rimane il fattore di maggior rischio, ma anche a causa della forte espansione di domanda d’acqua, dell’inquinamento delle acque di superficie e delle acque sotterranee e, più in generale, a causa dell’attuale uso ormai insostenibile delle risorse idriche. Premessa • Il problema della disponibilità futura delle risorse idriche deve essere visto da entrambi i lati: dal lato dell’offerta e dal lato della domanda. • Dal lato dell’offerta, bisogna mettere in conto i cambiamenti del clima che porteranno ad una diversa distribuzione geografica e stagionale delle precipitazioni e ad un diverso regime pluviometrico (intensità e variabilità), con conseguenze dirette sulla disponibilità d’acqua • Dal lato della domanda, bisogna mettere in conto la crescita della popolazione mondiale (9 miliardi entro il 2050) con le esigenze, per tutti, di crescita socio-economica (energia) e, per oltre 80% di essa, di una migliore alimentazione e di migliori condizioni di vita e di benessere (agricoltura, salute, igiene). Scenari di innalzamento della temperatura media globale LATO OFFERTA IPCC-AR4 2007 Projected Changes in Annual Precipitation LATO OFFERTA IPCC-AR4 LATO OFFERTA Disponibilità acqua oggi e domani Criticità oggi e domani LATO DOMANDA Tutta la fascia subtropicale soprattutto boreale è sotto stress idrico. I tassi medi annui di prelevamento sono quasi pari ai tassi medi annui di disponibilità. Al 2050 la domanda mondiale d’acqua, secondo le tendenze attuali, sarà quasi doppia (WWRD). Essendo insufficienti le acque di superficie si prelevano sempre più le acque di falda. Tra i primi 10 paesi al mondo che prelevano sempre più acque di falda c’è l’Italia. Ecco cosa dice il WWDR dell’UNESCO: “ The global groundwater abstraction rate has at least tripled over the past 50 years and continues to increase at an averaged annual rate of 1 to 2%.” LATO DOMANDA Confronto distribuzione usi idrici LATO DOMANDA Confronto distribuzione usi idrici Confronto depurazione acque reflue OGGI: Domanda d’acqua superiore alle disponibilità • • • • • Bacino del Nilo (Egitto, Sudan, Etiopia) Bacino Indo (Pakistan) e bacino Helmand (Afghanistan) Bacino Rio Grande (Messico) Bacino Murray (Australia) (rimedio previsto smart water grid) Bacino Colorado (USA) (rimedio previsto smart water grid) OGGI: Emungimenti catastrofici da falde e da laghi • Falde India centro-nord (abbassamento 50 metri in 50 anni +F,As) • Falde del NW Cina (abbassamenti analoghi a quelli indiani +F,As) • Lago Ciad (prosciugato l’Hedegia in Nigeria e deviato il Logore in Camerun) • Lago d’Aral (prosciugato il Syr Daria in Kazhakstan, deviato l’Amu Daria in Turkmenistan) “ The global groundwater abstraction rate has at least tripled over the past 50 years and continues to increase at an averaged annual rate of 1 to 2%.” Conseguenze sociali della distribuzione geografica della popolazione diversa dalla distribuzione geografica delle risorse idriche • Tensioni e conflitti fra Paesi confinanti per l’accaparramento delle risorse idriche disponibili (casi attuali: Palestina-Israele, India-Pakistan nel Kashmir, Siria-Iraq, Georgia-Russia) • Tensioni e conflitti all’interno dello stesso Paesi (casi attuali: India meridionale tra Kamataka e Tamil-Nadu, Cina centro orientale tra monte e valle della diga delle Tre Gole sul Fiume Giallo, Mozambico tra regione a nord e a sud della diga Cahora Bassa sullo Zambesi) • Tensioni e conflittualità in futuro si potrebbero avere anche tra sponda nord e sponda sud in area mediterranea e tra regioni del nord e regioni sud in Italia. Nazioni Unite - Obiettivi del Millennio e Rio+20: L’accesso all’acqua pulita per l’alimentazione e i servizi igienici è un diritto universale di tutti i popoli e tutti gli individui (nota: NON è un diritto di chi ha l’acqua) Le conseguenze dei cambiamenti climatici: EUROPA – ITALIA LATO OFFERTA Europa tra il 2080 e il 2100 Variazione delle portate dei corsi d’acqua Prima della fine del secolo le portate dei fiumi nel sud Europa potrebbero ridursi del 60% e fino al 80% nei mesi estivi Il potenziale idroelettrico potrebbe ridursi dal 20 al 50% Acqua Agricoltura Zone marino costiere Turismo LATO OFFERTA Sintesi dei maggiori impatti sull’Europa Europa settentrionale: diminuzione ondate di gelo, aumento delle precipitazioni nelle aree settentrionali più estreme, aumento della estensione forestale, miglioramento della produzione agricola, aumento della disponibilità d’acqua. Europa centrale: aumento della siccità invernale, aumento della intensità delle precipitazioni estreme, aumento dei rischi di esondazione dei fiumi, aumento dei rischi di alluvione, moderata diminuzione complessiva della disponibilità d’acqua Europa meridionale: aumento delle ondate di calore, aumento della siccità estiva, diminuzione della estensione forestale ed aumento degli incendi boschivi, diminuzione della produzione agricola, diminuzione della disponibilità d’acqua, inondazioni costiere in area mediterranea. Italia: variazioni delle temperature e delle precipitazioni al 2100 (scenario A2) Inverno Temperature Precipitazioni Estate Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia Dipendenti soprattutto dalle variazioni di temperatura • Riduzione ghiacciai e permafrost alpino • Maggiori rischi sanitari Dipendenti soprattutto dalla variazione delle precipitazioni: • Maggiori rischi idrogeologici • Maggiori rischi di desertificazione Dipendenti dall’innalzamento del livello del mare e da eventi estremi • Maggiori rischi costieri Principali conseguenze di second’ordine dei cambiamenti climatici in Italia Risorse naturali • Risorse idriche • Biodiversità • Foreste Territorio • Suolo e difesa del suolo • Costa e difesa della costa • Insediamenti umani • Infrastrutture Settori socio economici • Agricoltura • Turismo • Pesca • Energia • Salute Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia Dipendenti soprattutto dalle variazioni di temperatura • Riduzione ghiacciai e permafrost alpino Ghiacciai: stato ed evoluzione Dei circa 4474 km2 di superficie glaciale che ricoprivano le Alpi al 1850, nel 2000 ne rimanevano 2272, pari al 51%. Attualmente, la superficie glaciale italiana ammonta a poco meno di 500 km2, circa un quinto del totale alpino. La riserva idrica totale dei ghiacciai italiani è attualmente scarsa: circa 15-25 km3 d’acqua, corrispondenti al 40-68 % del volume del Lago Maggiore. Con le attuali tendenze, le parti ad alta quota e più prossime alle vette dei grandi ghiacciai del Monte Bianco, del Monte Rosa e dell’Ortles-Cevedale, potranno conservarsi, ma le parti minori poste al di sotto della quota di 3500 m tenderanno ad estinguersi nel giro di alcuni decenni. Ghiacciai: settori interessati • A monte: aumento rischio frane e valanghe, impatti sul turismo invernale, impatti sulla produzione di energia idroelettrica. • A valle: minore disponibilità risorse idriche per usi agricoli, usi industriali ed usi idropotabili Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia Dipendenti soprattutto dalla variazione delle precipitazioni: • Maggiori rischi idrogeologici • Maggiori rischi di desertificazione Correlazione tra piovosità e rischio idrogeologico Cambia la distribuzione delle piogge: Aumenta la probabilità di occorrenza dell’intensità delle precipitazioni su brevi tempi di campionamento (dalle ore alle decine di ore), cambia poco sui lunghi tempi di campionamento (anno anni). Diminuiscono i tempi di ritorno a parità di intensità estreme delle precipitazioni. Attenzione: IL TEMPO DI RITORNO NON E’ UNA COSTANTE NEL TEMPO, ma varia al variare delle condizioni climatiche e territoriali. Valutare i tempi di ritorno sugli eventi del passato e proiettarli poi sul futuro implica che: -Il clima non cambia nel tempo: il clima del futuro sarà esattamente uguale a quello del passato, comprese precipitazioni e distribuzione precipitazioni. -Il suolo e l’uso del suolo non cambiano nel tempo: suolo ed uso del suolo del futuro saranno esattamente uguali al passato, comprese attività umane e valori esposti. Climate Change & Return Period Change Se cambia la statistica delle precipitazioni… … cambiano i tempi di ritorno In figura l’ipotesi di variazione della deviazione standard di 1 per mille per anno (distribuzione di Gumbel) . Rischio Frana Tempo di ritorno in dimunuzione… FLOWS colamento di detriti, di terra o misto di detriti e rocce IN AUMENTO LE COLATE DI DETRITI su arco alpino e pre-alpino, versanti dei rilievi calabresi meridionali e dei rilievi siciliani nord orientali, versanti dei rilievi di specifiche aree montuose peninsulati (tra cui Versilia e penisola Sorrentina) DEBRIS FLOWS colate rapide di fango e colate detritiche torrentizie; IN AUMENTO LE COLATE RAPIDE DI FANGO lungo tutto l’Appennino in corrispondenza di terreni a prevalente componente argillosa. IN AUMENTO anche le FLASH FLOODS (inondazioni improvvise) in tutte le aree pedemontane alpine ed appenniniche. FALLS crollo per distacco di rocce, di detriti e di masse di terra IN AUMENTO I CROLLI DI ROCCIA E DETRITI sulla catena alpina sulle aree di alta montagna soggette a deglaciazione, e sulla catena appenninica nelle aree con affioramenti di rocce litoidi. Rischio Frana Tempo di ritorno in aumento… SLIDE (planar) frane di scorrimento planare o di scorrimento dello strato superficiale superiore rispetto a quello sottostante. IN GENERALE DIMINUZIONE SLIDE (rotational) frane di scorrimento rotazionale, o con rotazione dello strato superficiale superiore rispetto a quello sottostante. IN GENERALE DIMINUZIONE Maggiori rischi di desertificazione Nelle presenti condizioni climatiche e con gli attuali utilizzi del territorio, circa il 30% del territorio italiano è già oggi affetto da problemi di desertificazione. Per il futuro il rischio desertificazione è funzione dei cambiamenti del clima e dei cambiamenti di uso del suolo. Le criticità sono legate soprattutto alla disponibilità di acqua, al degrado dei suoli e degli agro-ecosistemi. Tr in diminuzione, più marcata al sud, per siccità e rischio desertificazione Desertificazione Il 51,8% dell’intero territorio nazionale è a rischio di desertificazione, a causa di fattori climatici e podologici. Rientrano le intere aree di Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, Basilicata e Campania, nonché parte di Lazio, Abruzzo, Molise, Toscana, Marche e Umbria. I processi di desertificazione, accentuati dal cuneo salino, riguardano anche molte aree costiere e alcune foci dei fiumi. Con la desertificazione si creano condizioni sfavorevoli a sostenere processi vitali Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia Dipendenti dall’innalzamento del livello del mare e da eventi meteomarini estremi • Cuneo salino nelle falde costiere Maggiori rischi costieri Di tutte le coste italiane, che hanno una lunghezza complessiva di circa 8300 km, quelle più vulnerabili ai cambiamenti del clima sono le coste basse che si estendono per circa 4000 km, ma il rischio di erosione e allagamento delle piane costiere depresse interessa circa 14001500 km, cioè il 35% delle coste basse ed il 20% delle coste italiane. L’intrusione del cuneo salino, invece, interesserà di più le coste settentrionali (soggette a maggior pressione delle acque marine) di quelle meridionali. Cambiamenti climatici e biosfera acquatica • Modifiche in peggioramento della qualità delle acque soprattutto per eutrofizzazione (nelle acque più inquinate da fosfati e nitrati). • Modifiche alla catena alimentare (in acque non inquinate): sfavorito il fitoplankton, favorito lo zooplankton. • Cambiamenti (in acque inquinate e non) degli equilibri degli ecosistemi acquatici e della biodiversità per l’aumento medio della temperatura e la diminuzione dell’ossigeno disciolto. • Attese conseguenze secondarie sulla fauna migratoria. • Attesa la proliferazione di vettori patogeni. IPCC-AR4 2007 Acqua LATO DOMANDA Distribuzione stimata usi idrici in Italia (66 km cubici per anno equivalente a 1143 m3 per persona per anno) Usi agricoli Quantità utilizzate Quantità perse Quantità prelevate % agr Usi industriali 686 60,0 107 (39,6) (6,2) 143 12,5 (8,3) 69 (3,9) % ind Usi civili 9,5 % civ Totale quantità % tot 74 6,5 867 (50,1) 76 64 5,5 276 (15,9) 24 (4,3) 6,0 (3,7) 829 72,5 176 15,5 138 12,0 1143 100 (47,9) (10,1) (8,0) (66,0) • Dati (in verde) espressi in metri cubi per persona per anno (1 metro cubo = 1000 litri). • I dati in grassetto e fra parentesi sono espressi in km cubici per anno (1 km cubo = 1 miliardo di metri cubi). Elaborazioni su dati Relazione Coviri 2009 e Relazione Passino alla CNCC 2007 Uso delle risorse idriche del Po Il caso del Fiume Po I volumi complessivamente derivati per i diversi usi sono stati valutati dall’Autorità di bacino, come segue: Potabile: 2,5 km3 /anno (11.1%) Industriale: 1,5 km3/anno (6,7%) Cuneo salino (escluso energia) Usi elettrici: 2,0 km3/anno (8,9%) (idro e termo): Agricoltura: 16,5 km3/anno (73,3%) Prevedibile una accentuata variabilità delle portate giornaliere e mensili, sovrapposta ad un andamento in diminuzione delle portate medie annuali Il cuneo salino che alla foce del Po è passato negli ultimi 40 anni da 2 km a 20 km, potrebbe arrivare fino a 80100 km entro il 2100 Biodiversità a rischio Uso acqua in agricoltura Alcuni prodotti di uso comune Acqua utilizzata (in litri) 1 lattina di birra (330 ml) 100 1 tazza di caffè americano (125 ml) 140 1 tazzina di caffè espresso italiano 80 1 tazza di thè (250 ml) 35 1 fetta di pane (30 g) 40 1 mela (100 g) 70 1 arancia (100 g) 50 1 bicchiere di vino (125 ml) Attività Lavaggio delle mani o dei denti a rubinetto aper t o Scarico acqua pulizia wc (sciacquon e ) Lavaggio stoviglie in lavastoviglie Doccia Lavaggio 5 kg di biancheria in lavatrice Bagno in vasca da bagno Lavaggio autovettura Innaffiare 1000 mq di giardino Quantità media di acqua utilizzata (in litri) 3 10 20 40 100 200 200 15.000 1 bicchiere di succo di frutta (200 ml) 1 hamburger (150 g) 1 fetta di formaggio brie o camembert (100 g) 1 foglio di carta A4 per fotocopiatrici 1 maglietta di cotone (T-shirt) 1 paio di jeans 1 paio di scarpe di cuoio (da uomo) 120 150-200 2500 550 10 2000 10000 8000 Quantità medie di acqua necessaria per alcuni prodotti o utilizzata per uso domestico In alto a sinistra le perdite medie degli acquedotti di alcune città italiane ACQUA ENERGIA SHALE GAS e SHALE OIL con Fracking (dati incerti): Ogni m3 di shale gas prodotto comporta l’uso di 10 m3 di acqua Ogni kg di shale oil prodotto comporta l’uso di 25 m3 di acqua (dati medi in assenza di riuso dell’acqua) Necessità di acqua di raffreddamento per la produzione di 2000 MWe a ciclo aperto e a ciclo chiuso. ACQUA ENERGIA Proiezioni consumi energetici, consumi d’acqua, acqua necessaria per l’energia Mondo 2005 2020 2035 2050 6.290 7.840 8.600 9.450 14.456 14.150 15.000 15.300 Consumo acqua (litri/capite) 289.000 253.000 243.000 214.000 Acqua per energia 1800 km3 1900 km3 2050 km3 2030 km3 17 14 13 Popolazione (milioni) Consumo energia (kWh/capite) (scenario 450 ppm) (litri /kWh) 20 18 16 14 Efficientamento max (scenario 450 ppm) (litri/ kWh) 20 Rapporto WWRD UNESCO Sintesi dei problemi che si pongono in Italia Aspetto idrologico. Questo problema non è solo una questione di bilancio idrologico, ma ha profonde implicazioni sull’agricoltura, il turismo, la salute, la produzione industriale, l’urbanizzazione , e, non ultimo, sul settore assicurativo. Aspetto ecosistemico e agroforestale. Questo significa che tutti i sistemi ecologici, forestali e dell’ambientali naturale del mediterraneo tenderanno a “migrare” verso l’Europa centro occidentale e settentrionale, con le conseguenti modifiche anche del paesaggio e con profonde implicazioni soprattutto nei settori dell’agricoltura, del turismo e tempo libero e nel settore residenziale. Aspetto marino costiero. Questo problema ha forti implicazioni, oltre che sulla perdita di biodiversità, su tutte le attività produttive condotte nelle zone costiere, ma soprattutto sulle attività ricreative e turistiche e perfino sul patrimonio storico, artistico e culturale, come nel caso di Venezia. Aspetti territoriali e socio-economici. Le ripercussioni secondarie sono connesse alle implicazioni ed alle conseguenze dirette ed indirette che derivano dagli aspetti precedenti. Tutto ciò potrebbe anche creare tensioni sociali nella produzione della ricchezza nazionale e nella distribuzione della ricchezza. STRATEGIA DI ADATTAMENTO prevenire le conseguenze negative e i danni. •Ridurre la vulnerabilità dell’ambiente e del territorio a impatti e conseguenze per: Ambiente naturale e risorse naturali (acqua, biodiversità, ecosistemi, qualità ambiente naturale) Ambiente antropizzato (aree a rischio geologico, idrogeologico, costiero, aree urbane e industriali, territorio asservito ad infrastrutture e reti) Ambiente socio-economico & sviluppo (produzione energia, produzione agricola ed agroalimentare, turismo, pesca, salute, sicurezza sociale). •Prevenire i danni all’economia ed allo sviluppo e sfruttare le nuove opportunità: Prevenzione proattiva: riduzione dei rischi e difesa collettiva (pianificazione territoriale ed economica) Prevenzione reattiva: riduzione dei rischi ai gruppi critici e riparazione dei danni (pianificazione delle emergenze e ripristino) Prevenzione assicurativa: difesa di specifici interessi a basso rischio e alto danno (risarcimento del danno). L’adattamento è sinonimo di pianificazione integrata sostenibile • L’adattamento è il modo di pianificare il territorio e l’uso delle risorse naturali in condizioni ambientali NON stazionarie, ma anche il mezzo attraverso cui un Paese rende concreta la capacità di prevenire e gestire il rischio presente (e futuro) discriminando tra rischio residuo (che produce una condizione di emergenza) e rischio pianificabile. • L’adattamento a condizioni di rischio NON stazionario sul territorio è uno stimolo alla ricerca scientifica ed all’ innovazione tecnologica, industriale e metodologica, che consente di risparmiare enormemente sui costi di intervento sui rischi naturali e assicura la sostenibilità della gestione del territorio e delle risorse naturali di un paese. Difendersi: rafforzare i sistemi di protezione ambientale per mantenere la pianificazione e le attività esistenti Convivere: ripianificare l’uso delle risorse naturali e del territorio per adeguare ed ottimizzare le attività nel nuovo contesto Ritirarsi: abbandonare territorio e/o le attività esistenti per cercare nuove opportunità di sviluppo e impostare una nuova pianificazione Principali problemi di adattamento in Italia • Pianificazione e gestione della risorsa acqua, in relazione alla prospettiva futura di diminuzione complessiva delle risorse idriche, di incremento degli eventi meteorologici estremi (alluvioni e siccità), e dei rischi idrogeologici; • Pianificazione e gestione degli usi del territorio e delle risorse ambientali naturali, in relazione alla prospettiva di migrazione verso nord (verso più alte latitudini) e verso l’alto (verso più alte quote) di tutti gli ecosistemi; • Pianificazione e gestione delle aree costiere e delle risorse marine, in relazione alla prospettiva di innalzamento del livello del mare e di incremento dei rischi marino costieri ; • Prevenzione delle tensioni sociali con la riprogrammazione di alcuni settori socio economici particolarmente sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici, quali: agricoltura e sicurezza alimentare, pesca, turismo, infrastrutture, insediamenti umani ed industriali. Cosa si potrebbe fare GESTIONE INTEGRATA RISORSE IDRICHE Aspetti organizzativi • Organizzazione della gestione sostenibile delle risorse idriche basata sulle unità geografiche ed idrologiche naturali, costituite dai bacini idrografici, a loro volta raggruppate ed interconnesse fra loro in un unico coordinamento territoriale integrato individuato nel “distretto idrografico”. • Organizzazione degli investimenti, ottimizzata sulle finalità e gli obiettivi: qualità ambientale, sicurezza idrica, sicurezza idrogeologica, sicurezza energetica ed alimentare. GESTIONE INTEGRATA E FLESSIBILE DELLE RISORSE IDRICHE Strumenti di governance: Smart Water Grids Dotate delle nuove tecnologie smart (smart meters, trasducers, sensosi e monitors, ecc) e gestite da sistemi integrati informatici (computers, sistemi di telerilevamento satellitario, sistemi di osservazioni e previsioni meteo, sistemy di early warning) Organizzate ed interconnesse in analogia con le smart grid elettriche (prelievi, scarichi, invasi, serbatoi, potabilizzatori,depuratori, stazioni di pompaggio, utenti ecc.) Il ruolo strategico delle tecnologie ICT e della multifunzionalità di invasi, riserve e serbatoi d’acqua _______________________________________________ Accumulo di energia da fonti rinnovabili variabili e generazione energetica (smart grid elettriche) Riduzione rischi siccità e alluvioni, e presidio idraulico per le emergenze. Regolazione idraulica e bilancio degli usi plurimi dell’acqua ______ Ricadute collaterali (per grandi invasi): Sport acquatici e tempo libero + Stabilizzazione microclimi locali + Rischio esondazioni - Smart water grids • Strumento avanzato e flessibile di programmazione, gestione e controllo in “tempo reale” delle risorse idriche • Strumento di gestione parsimoniosa ed efficiente delle risorse idriche, • Strumento di riequilibrio della disponibilità d’acqua nei diversi contesti geografici, con riferimento sia ai diversi ambiti territoriali sia ai diversi bacini e distretti. • Strumento di garanzia della multifunzionalità delle infrastrutture idriche in relazione ai diversi usi e in relazione alla prevenzione del rischio siccità ed alluvioni, • Strumento di garanzia per i cittadini e le comunità territoriali dello stesso diritto di accesso all’acqua, bene comune, eliminando monopoli localistici e privilegi precostituiti. • Strumento di trasparenza per i cittadini che collegandosi via internet, sono informati della situazione esistente e delle attività di gestione che vengono condotte sulle risorse idriche. Principali conclusioni Le risorse idriche sono sotto pressione nelle aree subtropicali delle medie latitudini, ma in particolare in area mediterranea ed in Italia. Regime idrologico da riequilibrare con prelievi e concessioni agganciate all’effettivo bilancio idrico. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche appaiono particolarmente rilevanti in Italia, compresa la crescita dei rischi di siccità ed alluvioni. Misure di adattamento ai cambiamenti climatici (per le conseguenze di primo e secondo ordine interconnesse). La qualità delle acque tende sensibilmente a peggiorare per il concomitante concorso dei cambiamenti del clima e della pressione antropica. Usi dell’acqua a ciclo chiuso. Rinaturalizzazione e recupero processi e funzioni biogeochimiche del reticolo idrografico. Con i cambiamenti del clima e lo sviluppo umano non ci sono situazioni di equilibrio stazionario. Gestione e controllo di gestione in condizioni NON stazionarie: Smart water management. Strumenti di gestione: smart water grid In un mondo che cambia la sicurezza idrica e l’uso sostenibile delle risorse idriche va garantita e certificata. Introdurre la “water footprint” aiuta produttori e consumatori a individuare servizi e prodotti con alta efficienza idrica e a basso impatto sull’ambiente acquatico e naturale. Grazie per l’attenzione