Cambiamenti climatici
e ciclo dell’acqua
Vincenzo Ferrara
Firenze: 5 novembre 2012
Circolazione generale dell’atmosfera
Cella di Hadley in espansione verso più alte
latitudini e a maggiore vorticità anticiclonica.
Cella di Farrel: Ampiezza correnti occidentali
maggiore con maggiore velocità correnti zonali
e minore velocità di onda.
Cella polare: a maggiore vorticità ciclonica, ma
con più ridotte dimensioni.
Estate 2012
ARTICO
ITALIA
Andamento temperatura
Anni e decenni più
caldi
DECENNI
1)
2001-2010
2)
1991-2000
3)
1981-1990
4)
1941-1950
5)
1971-1980
6)
1961-1970
7)
1931-1940
8)
1951-1960
9)
1921-1930
10) 1881-1890
ITALIA
MONDO
Premessa
La sicurezza idrica, assieme alla sicurezza
energetica ed alla sicurezza alimentare, è una
delle più grandi sfide che l’umanità dovrà
fronteggiare e non solo a causa dei cambiamenti
del clima, che rimane il fattore di maggior
rischio, ma anche a causa della forte espansione
di domanda d’acqua, dell’inquinamento delle
acque di superficie e delle acque sotterranee e,
più in generale, a causa dell’attuale uso ormai
insostenibile delle risorse idriche.
Premessa
• Il problema della disponibilità futura delle risorse idriche deve
essere visto da entrambi i lati: dal lato dell’offerta e dal lato
della domanda.
• Dal lato dell’offerta, bisogna mettere in conto i cambiamenti
del clima che porteranno ad una diversa distribuzione
geografica e stagionale delle precipitazioni e ad un diverso
regime pluviometrico (intensità e variabilità), con conseguenze
dirette sulla disponibilità d’acqua
• Dal lato della domanda, bisogna mettere in conto la crescita
della popolazione mondiale (9 miliardi entro il 2050) con le
esigenze, per tutti, di crescita socio-economica (energia) e, per
oltre 80% di essa, di una migliore alimentazione e di migliori
condizioni di vita e di benessere (agricoltura, salute, igiene).
Scenari di innalzamento
della temperatura media globale
LATO OFFERTA
IPCC-AR4
2007
Projected Changes in Annual Precipitation
LATO OFFERTA
IPCC-AR4
LATO OFFERTA
Disponibilità
acqua
oggi e domani
Criticità oggi e domani
LATO DOMANDA
Tutta la fascia subtropicale
soprattutto boreale è sotto stress
idrico. I tassi medi annui di
prelevamento sono quasi pari ai
tassi medi annui di disponibilità.
Al 2050 la domanda mondiale
d’acqua, secondo le tendenze
attuali, sarà quasi doppia (WWRD).
Essendo insufficienti le acque di superficie si prelevano
sempre più le acque di falda. Tra i primi 10 paesi al mondo
che prelevano sempre più acque di falda c’è l’Italia. Ecco
cosa dice il WWDR dell’UNESCO:
“ The global groundwater abstraction rate has at least
tripled over the past 50 years and continues to increase
at an averaged annual rate of 1 to 2%.”
LATO DOMANDA
Confronto distribuzione usi idrici
LATO DOMANDA
Confronto distribuzione usi idrici
Confronto depurazione acque reflue
OGGI: Domanda d’acqua superiore alle disponibilità
•
•
•
•
•
Bacino del Nilo (Egitto, Sudan, Etiopia)
Bacino Indo (Pakistan) e bacino Helmand (Afghanistan)
Bacino Rio Grande (Messico)
Bacino Murray (Australia) (rimedio previsto smart water grid)
Bacino Colorado (USA) (rimedio previsto smart water grid)
OGGI: Emungimenti catastrofici da falde e da laghi
• Falde India centro-nord (abbassamento 50 metri in 50 anni +F,As)
• Falde del NW Cina (abbassamenti analoghi a quelli indiani +F,As)
• Lago Ciad (prosciugato l’Hedegia in Nigeria e deviato il Logore in
Camerun)
• Lago d’Aral (prosciugato il Syr Daria in Kazhakstan, deviato l’Amu
Daria in Turkmenistan)
“ The global groundwater abstraction rate has at least tripled over the past 50 years
and continues to increase at an averaged annual rate of 1 to 2%.”
Conseguenze sociali della distribuzione geografica della popolazione
diversa dalla distribuzione geografica delle risorse idriche
• Tensioni e conflitti fra Paesi confinanti per l’accaparramento
delle risorse idriche disponibili (casi attuali: Palestina-Israele,
India-Pakistan nel Kashmir, Siria-Iraq, Georgia-Russia)
• Tensioni e conflitti all’interno dello stesso Paesi (casi attuali:
India meridionale tra Kamataka e Tamil-Nadu, Cina centro
orientale tra monte e valle della diga delle Tre Gole sul Fiume
Giallo, Mozambico tra regione a nord e a sud della diga Cahora
Bassa sullo Zambesi)
• Tensioni e conflittualità in futuro si potrebbero avere anche tra
sponda nord e sponda sud in area mediterranea e tra regioni del
nord e regioni sud in Italia.
Nazioni Unite - Obiettivi del Millennio e Rio+20: L’accesso all’acqua pulita
per l’alimentazione e i servizi igienici è un diritto universale di tutti i popoli e tutti gli individui
(nota: NON è un diritto di chi ha l’acqua)
Le conseguenze
dei cambiamenti climatici:
EUROPA – ITALIA
LATO OFFERTA
Europa tra il 2080 e il 2100
Variazione delle portate dei corsi d’acqua
Prima della
fine del
secolo le
portate dei
fiumi nel sud
Europa
potrebbero
ridursi del
60% e fino al
80% nei mesi
estivi
Il potenziale
idroelettrico
potrebbe
ridursi dal 20
al 50%
Acqua
Agricoltura
Zone marino costiere
Turismo
LATO OFFERTA
Sintesi dei maggiori impatti sull’Europa
Europa settentrionale: diminuzione ondate di gelo, aumento delle precipitazioni nelle
aree settentrionali più estreme, aumento della estensione forestale, miglioramento
della produzione agricola, aumento della disponibilità d’acqua.
Europa centrale: aumento della siccità invernale, aumento della intensità delle
precipitazioni estreme, aumento dei rischi di esondazione dei fiumi, aumento dei rischi
di alluvione, moderata diminuzione complessiva della disponibilità d’acqua
Europa meridionale: aumento delle ondate di calore, aumento della siccità estiva,
diminuzione della estensione forestale ed aumento degli incendi boschivi, diminuzione
della produzione agricola, diminuzione della disponibilità d’acqua, inondazioni costiere
in area mediterranea.
Italia: variazioni delle temperature e delle precipitazioni
al 2100 (scenario A2)
Inverno
Temperature
Precipitazioni
Estate
Principali conseguenze di prim’ordine dei
cambiamenti climatici in Italia
Dipendenti soprattutto dalle variazioni di temperatura
• Riduzione ghiacciai e permafrost alpino
• Maggiori rischi sanitari
Dipendenti soprattutto dalla variazione delle
precipitazioni:
• Maggiori rischi idrogeologici
• Maggiori rischi di desertificazione
Dipendenti dall’innalzamento del livello del mare e da
eventi estremi
• Maggiori rischi costieri
Principali conseguenze di second’ordine
dei cambiamenti climatici in Italia
Risorse naturali
• Risorse idriche
• Biodiversità
• Foreste
Territorio
• Suolo e difesa del suolo
• Costa e difesa della costa
• Insediamenti umani
• Infrastrutture
Settori socio economici
• Agricoltura
• Turismo
• Pesca
• Energia
• Salute
Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia
Dipendenti soprattutto dalle variazioni di
temperatura
• Riduzione ghiacciai e permafrost alpino
Ghiacciai: stato ed evoluzione
Dei circa 4474 km2 di superficie glaciale che ricoprivano le Alpi
al 1850, nel 2000 ne rimanevano 2272, pari al 51%.
Attualmente, la superficie glaciale italiana ammonta a poco
meno di 500 km2, circa un quinto del totale alpino.
La riserva idrica totale dei ghiacciai italiani è attualmente
scarsa: circa 15-25 km3 d’acqua, corrispondenti al 40-68 %
del volume del Lago Maggiore.
Con le attuali tendenze, le parti ad alta quota e più prossime
alle vette dei grandi ghiacciai del Monte Bianco, del Monte
Rosa e dell’Ortles-Cevedale, potranno conservarsi, ma le
parti minori poste al di sotto della quota di 3500 m
tenderanno ad estinguersi nel giro di alcuni decenni.
Ghiacciai: settori interessati
• A monte:
aumento rischio frane e valanghe, impatti sul
turismo invernale, impatti sulla produzione di
energia idroelettrica.
• A valle:
minore disponibilità risorse idriche per usi agricoli,
usi industriali ed usi idropotabili
Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti
climatici in Italia
Dipendenti soprattutto dalla variazione delle
precipitazioni:
• Maggiori rischi idrogeologici
• Maggiori rischi di desertificazione
Correlazione tra piovosità e rischio idrogeologico
Cambia la distribuzione
delle piogge:
Aumenta la probabilità di
occorrenza dell’intensità delle
precipitazioni su brevi tempi
di campionamento (dalle ore
alle decine di ore), cambia
poco sui lunghi tempi di
campionamento (anno anni).
Diminuiscono i tempi di
ritorno a parità di intensità
estreme delle precipitazioni.
Attenzione: IL TEMPO DI RITORNO NON E’ UNA COSTANTE NEL TEMPO, ma varia
al variare delle condizioni climatiche e territoriali.
Valutare i tempi di ritorno sugli eventi del passato e proiettarli poi sul futuro implica che:
-Il clima non cambia nel tempo: il clima del futuro sarà esattamente uguale a quello del passato, comprese
precipitazioni e distribuzione precipitazioni.
-Il suolo e l’uso del suolo non cambiano nel tempo: suolo ed uso del suolo del futuro saranno esattamente
uguali al passato, comprese attività umane e valori esposti.
Climate Change &
Return Period Change
Se cambia la statistica
delle precipitazioni…
… cambiano i tempi di ritorno
In figura l’ipotesi di variazione della
deviazione standard di 1 per mille per
anno (distribuzione di Gumbel) .
Rischio Frana
Tempo di ritorno in dimunuzione…
FLOWS
colamento di detriti, di terra o misto di detriti e rocce
IN AUMENTO LE COLATE DI DETRITI su arco alpino e pre-alpino, versanti dei
rilievi calabresi meridionali e dei rilievi siciliani nord orientali, versanti dei rilievi di
specifiche aree montuose peninsulati (tra cui Versilia e penisola Sorrentina)
DEBRIS FLOWS
colate rapide di fango e colate detritiche torrentizie;
IN AUMENTO LE COLATE RAPIDE DI FANGO lungo tutto l’Appennino in
corrispondenza di terreni a prevalente componente argillosa.
IN AUMENTO anche le FLASH FLOODS (inondazioni improvvise) in tutte le aree
pedemontane alpine ed appenniniche.
FALLS
crollo per distacco di rocce, di detriti e di masse di terra
IN AUMENTO I CROLLI DI ROCCIA E DETRITI sulla catena alpina sulle aree di alta
montagna soggette a deglaciazione, e sulla catena appenninica nelle aree con
affioramenti di rocce litoidi.
Rischio Frana
Tempo di ritorno in aumento…
SLIDE (planar)
frane di scorrimento planare o
di scorrimento dello strato superficiale superiore rispetto a quello sottostante.
IN GENERALE DIMINUZIONE
SLIDE (rotational)
frane di scorrimento rotazionale, o
con rotazione dello strato superficiale superiore rispetto a quello sottostante.
IN GENERALE DIMINUZIONE
Maggiori rischi di desertificazione
Nelle presenti condizioni
climatiche e con gli attuali
utilizzi del territorio, circa il
30% del territorio italiano è
già oggi affetto da problemi
di desertificazione. Per il
futuro il rischio
desertificazione è funzione
dei cambiamenti del clima e
dei cambiamenti di uso del
suolo.
Le criticità sono legate
soprattutto alla disponibilità
di acqua, al degrado dei
suoli e degli agro-ecosistemi.
Tr in diminuzione, più marcata al sud, per siccità e rischio desertificazione
Desertificazione
Il 51,8% dell’intero territorio nazionale è a rischio di desertificazione, a causa
di fattori climatici e podologici. Rientrano le intere aree di Sicilia, Sardegna,
Puglia, Calabria, Basilicata e Campania, nonché parte di Lazio, Abruzzo,
Molise, Toscana, Marche e Umbria.
I processi di desertificazione, accentuati dal cuneo salino, riguardano anche
molte aree costiere e alcune foci dei fiumi.
Con la desertificazione si creano condizioni sfavorevoli a sostenere processi
vitali
Principali conseguenze di prim’ordine dei cambiamenti climatici in Italia
Dipendenti dall’innalzamento del livello del mare e da eventi
meteomarini estremi
• Cuneo salino nelle falde costiere Maggiori rischi costieri
Di tutte le coste italiane, che hanno una
lunghezza complessiva di circa 8300 km,
quelle più vulnerabili ai cambiamenti del
clima sono le coste basse che si estendono
per circa 4000 km, ma il rischio di
erosione e allagamento delle piane
costiere depresse interessa circa 14001500 km, cioè il 35% delle coste basse ed
il 20% delle coste italiane.
L’intrusione del cuneo salino, invece,
interesserà di più le coste settentrionali
(soggette a maggior pressione delle acque
marine) di quelle meridionali.
Cambiamenti climatici e biosfera acquatica
• Modifiche in peggioramento della qualità delle acque
soprattutto per eutrofizzazione (nelle acque più inquinate da
fosfati e nitrati).
• Modifiche alla catena alimentare (in acque non inquinate):
sfavorito il fitoplankton, favorito lo zooplankton.
• Cambiamenti (in acque inquinate e non) degli equilibri degli
ecosistemi acquatici e della biodiversità per l’aumento medio
della temperatura e la diminuzione dell’ossigeno disciolto.
• Attese conseguenze secondarie sulla fauna migratoria.
• Attesa la proliferazione di vettori patogeni.
IPCC-AR4
2007
Acqua
LATO DOMANDA
Distribuzione stimata usi idrici in Italia
(66 km cubici per anno equivalente a 1143 m3 per persona per anno)
Usi
agricoli
Quantità
utilizzate
Quantità
perse
Quantità
prelevate
%
agr
Usi
industriali
686 60,0
107
(39,6)
(6,2)
143 12,5
(8,3)
69
(3,9)
%
ind
Usi
civili
9,5
%
civ
Totale
quantità
%
tot
74
6,5
867
(50,1)
76
64
5,5
276
(15,9)
24
(4,3)
6,0
(3,7)
829 72,5
176 15,5
138 12,0
1143 100
(47,9)
(10,1)
(8,0)
(66,0)
• Dati (in verde) espressi in metri cubi per persona per anno (1 metro cubo = 1000 litri).
• I dati in grassetto e fra parentesi sono espressi in km cubici per anno (1 km cubo = 1 miliardo di metri cubi).
Elaborazioni su dati Relazione Coviri 2009 e Relazione Passino alla CNCC 2007
Uso delle risorse idriche del Po
Il caso
del Fiume Po
I volumi complessivamente derivati per i diversi usi
sono stati valutati dall’Autorità di bacino, come segue:
Potabile:
2,5 km3 /anno (11.1%)
Industriale:
1,5 km3/anno (6,7%)
Cuneo salino
(escluso energia)
Usi elettrici:
2,0 km3/anno (8,9%)
(idro e termo):
Agricoltura:
16,5 km3/anno (73,3%)
Prevedibile una accentuata
variabilità delle portate
giornaliere e mensili,
sovrapposta ad un
andamento in diminuzione
delle portate medie annuali
Il cuneo salino che alla foce
del Po è passato negli ultimi
40 anni da 2 km a 20 km,
potrebbe arrivare fino a 80100 km entro il 2100
Biodiversità a rischio
Uso acqua in agricoltura
Alcuni prodotti di uso comune
Acqua
utilizzata
(in litri)
1 lattina di birra (330 ml)
100
1 tazza di caffè americano (125 ml)
140
1 tazzina di caffè espresso italiano
80
1 tazza di thè (250 ml)
35
1 fetta di pane (30 g)
40
1 mela (100 g)
70
1 arancia (100 g)
50
1 bicchiere di vino (125 ml)
Attività
Lavaggio delle mani o dei denti a rubinetto aper t o
Scarico acqua pulizia wc (sciacquon e )
Lavaggio stoviglie in lavastoviglie
Doccia
Lavaggio 5 kg di biancheria in lavatrice
Bagno in vasca da bagno
Lavaggio autovettura
Innaffiare 1000 mq di giardino
Quantità
media di
acqua
utilizzata
(in litri)
3
10
20
40
100
200
200
15.000
1 bicchiere di succo di frutta (200 ml)
1 hamburger (150 g)
1 fetta di formaggio brie o camembert (100 g)
1 foglio di carta A4 per fotocopiatrici
1 maglietta di cotone (T-shirt)
1 paio di jeans
1 paio di scarpe di cuoio (da uomo)
120
150-200
2500
550
10
2000
10000
8000
Quantità medie di acqua necessaria per alcuni prodotti o utilizzata per uso domestico
In alto a sinistra le perdite medie degli acquedotti di alcune città italiane
ACQUA ENERGIA
SHALE GAS e SHALE OIL con Fracking (dati incerti):
Ogni m3 di shale gas prodotto comporta l’uso di 10 m3 di acqua
Ogni kg di shale oil prodotto comporta l’uso di 25 m3 di acqua
(dati medi in assenza di riuso dell’acqua)
Necessità di acqua di raffreddamento
per la produzione di 2000 MWe a ciclo aperto e a ciclo chiuso.
ACQUA ENERGIA
Proiezioni consumi energetici, consumi d’acqua, acqua necessaria per l’energia
Mondo
2005
2020
2035
2050
6.290
7.840
8.600
9.450
14.456
14.150
15.000
15.300
Consumo acqua
(litri/capite)
289.000
253.000
243.000
214.000
Acqua per energia
1800 km3
1900 km3
2050 km3
2030 km3
17
14
13
Popolazione (milioni)
Consumo energia
(kWh/capite)
(scenario 450 ppm)
(litri /kWh)
20
18
16
14
Efficientamento max
(scenario 450 ppm)
(litri/ kWh)
20
Rapporto WWRD UNESCO
Sintesi dei problemi che si pongono in Italia
Aspetto idrologico.
Questo problema non è solo una questione di bilancio idrologico, ma ha profonde
implicazioni sull’agricoltura, il turismo, la salute, la produzione industriale,
l’urbanizzazione , e, non ultimo, sul settore assicurativo.
Aspetto ecosistemico e agroforestale.
Questo significa che tutti i sistemi ecologici, forestali e dell’ambientali naturale del
mediterraneo tenderanno a “migrare” verso l’Europa centro occidentale e settentrionale,
con le conseguenti modifiche anche del paesaggio e con profonde implicazioni
soprattutto nei settori dell’agricoltura, del turismo e tempo libero e nel settore
residenziale.
Aspetto marino costiero.
Questo problema ha forti implicazioni, oltre che sulla perdita di biodiversità, su tutte le
attività produttive condotte nelle zone costiere, ma soprattutto sulle attività ricreative e
turistiche e perfino sul patrimonio storico, artistico e culturale, come nel caso di Venezia.
Aspetti territoriali e socio-economici.
Le ripercussioni secondarie sono connesse alle implicazioni ed alle conseguenze dirette
ed indirette che derivano dagli aspetti precedenti. Tutto ciò potrebbe anche creare tensioni
sociali nella produzione della ricchezza nazionale e nella distribuzione della ricchezza.
STRATEGIA DI ADATTAMENTO
prevenire le conseguenze negative e i danni.
•Ridurre la vulnerabilità dell’ambiente e del
territorio a impatti e conseguenze per:
Ambiente naturale e risorse naturali (acqua,
biodiversità, ecosistemi, qualità ambiente naturale)
Ambiente antropizzato (aree a rischio geologico,
idrogeologico, costiero, aree urbane e industriali,
territorio asservito ad infrastrutture e reti)
Ambiente socio-economico & sviluppo (produzione
energia, produzione agricola ed agroalimentare, turismo,
pesca, salute, sicurezza sociale).
•Prevenire i danni all’economia ed allo
sviluppo e sfruttare le nuove opportunità:
Prevenzione proattiva: riduzione dei rischi e difesa
collettiva (pianificazione territoriale ed economica)
Prevenzione reattiva: riduzione dei rischi ai gruppi
critici e riparazione dei danni (pianificazione delle
emergenze e ripristino)
Prevenzione assicurativa: difesa di specifici interessi a
basso rischio e alto danno (risarcimento del danno).
L’adattamento è sinonimo
di pianificazione integrata sostenibile
• L’adattamento è il modo di pianificare il territorio e l’uso delle
risorse naturali in condizioni ambientali NON stazionarie, ma
anche il mezzo attraverso cui un Paese rende concreta la
capacità di prevenire e gestire il rischio presente (e futuro)
discriminando tra rischio residuo (che produce una condizione di
emergenza) e rischio pianificabile.
• L’adattamento a condizioni di rischio NON stazionario sul
territorio è uno stimolo alla ricerca scientifica ed all’
innovazione tecnologica, industriale e metodologica, che
consente di risparmiare enormemente sui costi di intervento sui
rischi naturali e assicura la sostenibilità della gestione del
territorio e delle risorse naturali di un paese.
Difendersi:
rafforzare i sistemi di protezione ambientale
per mantenere la pianificazione e le attività esistenti
Convivere:
ripianificare l’uso delle risorse naturali e del territorio per
adeguare ed ottimizzare le attività nel nuovo contesto
Ritirarsi:
abbandonare territorio e/o le attività esistenti per cercare
nuove opportunità di sviluppo
e impostare una nuova pianificazione
Principali problemi di adattamento in Italia
•
Pianificazione e gestione della risorsa acqua, in
relazione alla prospettiva futura di diminuzione complessiva delle
risorse idriche, di incremento degli eventi meteorologici estremi
(alluvioni e siccità), e dei rischi idrogeologici;
•
Pianificazione e gestione degli usi del territorio e
delle risorse ambientali naturali, in relazione alla
prospettiva di migrazione verso nord (verso più alte latitudini) e verso
l’alto (verso più alte quote) di tutti gli ecosistemi;
•
Pianificazione e gestione delle aree costiere e delle
risorse marine, in relazione alla prospettiva di innalzamento del
livello del mare e di incremento dei rischi marino costieri ;
•
Prevenzione delle tensioni sociali con la
riprogrammazione di alcuni settori socio economici
particolarmente sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici, quali:
agricoltura e sicurezza alimentare, pesca, turismo, infrastrutture,
insediamenti umani ed industriali.
Cosa si potrebbe fare
GESTIONE INTEGRATA RISORSE IDRICHE
Aspetti organizzativi
• Organizzazione della gestione sostenibile delle risorse
idriche basata sulle unità geografiche ed idrologiche
naturali, costituite dai bacini idrografici, a loro volta
raggruppate ed interconnesse fra loro in un unico
coordinamento territoriale integrato individuato nel
“distretto idrografico”.
• Organizzazione degli investimenti, ottimizzata sulle finalità
e gli obiettivi: qualità ambientale, sicurezza idrica,
sicurezza idrogeologica, sicurezza energetica ed
alimentare.
GESTIONE INTEGRATA E FLESSIBILE
DELLE RISORSE IDRICHE
Strumenti di governance:
Smart Water Grids
Dotate delle nuove tecnologie
smart (smart meters, trasducers,
sensosi e monitors, ecc) e gestite
da sistemi integrati informatici
(computers, sistemi di
telerilevamento satellitario,
sistemi di osservazioni e
previsioni meteo, sistemy di early
warning)
Organizzate ed interconnesse in
analogia con le smart grid
elettriche (prelievi, scarichi,
invasi, serbatoi,
potabilizzatori,depuratori,
stazioni di pompaggio, utenti
ecc.)
Il ruolo strategico delle tecnologie ICT
e della multifunzionalità
di invasi, riserve e serbatoi d’acqua
_______________________________________________
Accumulo di energia da fonti rinnovabili
variabili e generazione energetica
(smart grid elettriche)
Riduzione rischi siccità e alluvioni, e
presidio idraulico per le emergenze.
Regolazione idraulica e bilancio degli
usi plurimi dell’acqua
______
Ricadute collaterali (per grandi invasi):
Sport acquatici e tempo libero +
Stabilizzazione microclimi locali +
Rischio esondazioni -
Smart water grids
• Strumento avanzato e flessibile di programmazione, gestione e controllo in
“tempo reale” delle risorse idriche
• Strumento di gestione parsimoniosa ed efficiente delle risorse idriche,
• Strumento di riequilibrio della disponibilità d’acqua nei diversi contesti
geografici, con riferimento sia ai diversi ambiti territoriali sia ai diversi bacini
e distretti.
• Strumento di garanzia della multifunzionalità delle infrastrutture idriche in
relazione ai diversi usi e in relazione alla prevenzione del rischio siccità ed
alluvioni,
• Strumento di garanzia per i cittadini e le comunità territoriali dello stesso
diritto di accesso all’acqua, bene comune, eliminando monopoli localistici e
privilegi precostituiti.
• Strumento di trasparenza per i cittadini che collegandosi via internet, sono
informati della situazione esistente e delle attività di gestione che vengono
condotte sulle risorse idriche.
Principali conclusioni
Le risorse idriche sono sotto pressione nelle aree subtropicali delle medie latitudini,
ma in particolare in area mediterranea ed in Italia. Regime idrologico da
riequilibrare con prelievi e concessioni agganciate all’effettivo bilancio idrico.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche appaiono
particolarmente rilevanti in Italia, compresa la crescita dei rischi di siccità ed
alluvioni. Misure di adattamento ai cambiamenti climatici (per le conseguenze
di primo e secondo ordine interconnesse).
La qualità delle acque tende sensibilmente a peggiorare per il concomitante
concorso dei cambiamenti del clima e della pressione antropica. Usi dell’acqua a
ciclo chiuso. Rinaturalizzazione e recupero processi e funzioni biogeochimiche
del reticolo idrografico.
Con i cambiamenti del clima e lo sviluppo umano non ci sono situazioni di equilibrio
stazionario. Gestione e controllo di gestione in condizioni NON stazionarie:
Smart water management. Strumenti di gestione: smart water grid
In un mondo che cambia la sicurezza idrica e l’uso sostenibile delle risorse idriche va
garantita e certificata. Introdurre la “water footprint” aiuta produttori e
consumatori a individuare servizi e prodotti con alta efficienza idrica e a basso
impatto sull’ambiente acquatico e naturale.
Grazie
per l’attenzione