Responsabile: Dott. Massimo Valsecchi Redazione: NEWSLETTER N. 4 - 2012 D.ssa Giuseppina Napoletano [email protected] Dott. Federico Gobbi [email protected] Dott.ssa Emma Conti [email protected] ACQUE PERICOLOSE.. SCHISTOSOMIASI Dott.ssa Chiara Postiglione [email protected] Caso clinico Recapiti: tel. 045 8075918 – 5956 tel. 045 601 3563 Un uomo di 30 anni rientra in Italia dopo un soggiorno di 3 settimane in Malawi, per un’esperienza di volontariato. Quindici giorni dopo il rientro presenta febbre elevata; si sottopone ad una ricerca per malaria che risulta negativa e, dopo una settimana di terapia sintomatica, la febbre regredisce. Dopo un mese ricompare la febbre accompagnata da sintomi respiratori lievi. La presente newsletter e le edizioni precedenti sono reperibili nel sito della Regione del Veneto al seguente indirizzo: http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla +Persona/Sanita/Prevenzione/Stili+di+vit a+e+salute/Malattie+viaggiatori+interna zionali/Newsletter.htm Nel sito del Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 all’indirizzo: http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn ews.html Supporto tecnico: Lucrezia Tognon Andrea Comin Durante il mese successivo questa sintomatologia si ripresenta saltuariamente e, o regredisce spontaneamente, o con il solo uso di antipiretici. Dopo cinque mesi dal viaggio compaiono ematuria e difficoltà ad urinare. L’uomo si sottopone a diversi accertamenti, tra cui un'ecografia dell’addome inferiore che mostra stenosi ureterale destra, con ispessimento della parete vescicale. Effettua allora una cistoscopia con esame bioptico: nei campioni prelevati vengono trovate uova di Schistosoma haematobium. Su consiglio del medico di base, l’uomo contatta il Centro per le Malattie Tropicali di Negrar per ottenere indicazioni sulla terapia antiparassitaria da assumere. Nel frattempo esegue intervento endoscopico per posizionamento di stent ureterale. Al viaggiatore viene spiegato che lo Schistosoma si contrae facendo il bagno in laghi e fiumi infestati, e che in Africa questo parassita è presente in quasi tutti i corsi d'acqua dolce. In effetti il paziente, fino a quel momento, conservava un bellissimo ricordo delle nuotate fatte nel paradisiaco lago Malawi, insieme ai suoi compagni di viaggio… Il paziente, al quale viene chiesto se altre persone si fossero bagnate nel lago, riferisce di far parte di un gruppo di almeno 15 persone, partite insieme per andare a fare un’esperienza di volontariato in Malawi, e che tutti avevano fatto il bagno nel lago. Vengono pertanto contattati i compagni di viaggio con il consiglio di effettuare esami medici per escludere la presenza di schistosomiasi. Tutti i compagni di viaggio hanno così effettuato il test sierologico per schistosomiasi, presso il laboratorio di parassitologia dell’ospedale di Negrar. Alcuni di essi hanno affermato di avere avuto, dopo il viaggio, sintomi come febbricola, diarrea e, in alcuni casi, ematuria. Una finestra sul mondo In effetti tutti sono risultati positivi alla sierologia per schistosoma con valori molto alti, e quasi tutti avevano uova di S. haematobium nelle urine e di S. mansoni nelle feci. Una delle compagne di viaggio, una ragazza di 24 anni, è risultata ricoverata in un ospedale di Roma dove, scoperta una stenosi ureterale alta, aveva subito intervento chirurgico con applicazione di nefrostomia. La ragazza, che aveva già ricevuto anni prima diagnosi di endometriosi, non aveva minimamente collegato la sua sintomatologia al viaggio, e non ne aveva parlato ai medici che la tenevano in cura. I prelievi istologici del materiale operatorio sono stati analizzati dal laboratorio di parassitologia, con ritrovamento di uova di S.haematobium. Tutti i viaggiatori sono stati trattati con Praziquantel 40 mg/Kg/ die per 3 giorni. A distanza di mesi, al nostro caso indice è stato rimosso lo stent ureterale, e anche alla ragazza è stata rimossa la nefrostomia con intervento di ricostruzione. Entrambi hanno ripreso la normale funzione urinaria. Tutti i viaggiatori del gruppo si sono mostrati molto stupiti di come un’esperienza per loro così piacevole, come il bagno nel lago Malawi, in una bellissima cornice di una natura apparentemente incontaminata, abbia potuto avere simili conseguenze. Il lago Malawi però, come molti altri corsi d’acqua dolce in Africa, è fortemente infestato da schistosomi e tale condizione non è visibile ad occhio nudo. Infatti, è solo attraverso una giusta informazione riguardo al luogo da visitare che avrebbero potuto venire a conoscenza di questo pericolo e quindi attuare una semplicissima misura profilattica: non bagnarsi in acqua dolce. Schistosomiasi detta anche bilarziosi Le schistosomiasi sono infestazioni causate da elminti trematodi appartenenti al genere Schistosoma. Si stima che l’85% dei casi si verifica in Africa. Sono note 5 specie in grado di causare malattia umana: S. mansoni, diffuso in Africa e in America latina, Caraibi compresi; S. haematobium in Africa, Medio Oriente e isole dell’Oceano Indiano; S. japonicum in Indonesia, parte della Cina e del Sud-est asiatico. Le altre due specie sono il mekongi, diffuso in Cambogia e Laos, e l’intercalatum, in parte dell’Africa centro-occidentale: ma queste due specie sono raramente riportate come causa di infestazione (Figura 1). Fig. 1 Distribuzione globale della schistosomiasi. Adattato da Gryseels et al. col permesso di Elsevier. 4 - 2012 – Schistosomiasi 2 Una finestra sul mondo Ciclo biologico Fig. 2 Ciclo biologico del parassita. Fonte CDC di Atlanta Le persone affette eliminano le uova del parassita con le feci ( S. mansoni) o con le urine (S. haematobium); le uova si trasformano in miracidi, che penetrano nell’ospite intermedio (molluschi di acqua dolce), dove si trasformano in cercarie, che vengono rilasciate nelle acque. Così ricomincia l’infestazione umana con la penetrazione attraverso la cute di queste larve (Figura 2 e Figura 3). Fig. 3 Fasi larvali rilasciate nelle acque dai molluschi vettori e in grado di penetrare la cute e infestare l’uomo 4 - 2012 – Schistosomiasi 3 Una finestra sul mondo Epidemiologia Ci si infesta nuotando, facendo il bagno e guadando acque contaminate. L’infestazione non si può contrarre in acqua salata (oceani o mari). La distribuzione è molto focale e determinata da: presenza dei molluschi vettori competenti, persone infestate e inadeguate condizioni sanitarie. Molti casi associati a viaggi, per lavoro o per turismo, sono acquisiti in Africa sub-sahariana. Località frequentemente visitate e riportate come siti di infestazione sono: regione Banfara in Burkina Faso, regione popolata dai Dogon in Mali; lago Malawi, lago Tanganika, lago Victoria, il fiume Omo in Etiopia, il fiume Zambesi e il fiume Nilo. E' importante ricordare che tutti i corsi d’acqua dolce in Africa possono essere contaminati e quindi sede di infestazione. Manifestazioni cliniche L’infestazione determina quadri sintomatologici differenti nelle varie fasi del ciclo evolutivo del parassita. Inoltre le differenti manifestazioni possono essere in relazione a fattori epidemiologici (aree a bassa o elevata endemia) e a differenti livelli immunitari della popolazione. In linea generale si distinguono 4 fasi con tempi di manifestazioni molto differenti: • Fase I: Dermatite da cercarie. La penetrazione transcutanea del parassita può causare una dermatite maculo-papulare che può comparire da qualche ora ad una settimana dopo l’esposizione, autolimitante nel giro di qualche giorno, caratterizzata da lesioni eritemato-papulose accompagnate da prurito (Figura 4). Tale manifestazione è di solito associata alla presenza di una precedente sensibilizzazione. Fig. 4 Dermatite da cercarie • Fase II: Febbre di Katayama. Quando presente, ha un’incubazione di 4-12 settimane e si manifesta con febbre elevata continua o continuo-remittente, tosse, dolori muscolari diffusi, diarrea e sintomi respiratori, epatomegalia e, in un terzo dei casi, splenomegalia. E’ sempre presente marcata eosinofilia. • Fase III: Schistosomiasi recente (qualche mese dopo l’infestazione). L’avanzare di una reazione infiammatoria cronica porta ad una patologia che nelle forme da S. mansoni, S. japonicum, S. mekongi e S. intercalatum si manifesta con la comparsa di dolore addominale, soprattutto ai quadranti inferiori, diarrea, sangue occulto nelle feci. S. haematobium causa invece ematuria, che rappresenta il primo segno della malattia, solitamente 10-12 4 - 2012 – Schistosomiasi 4 Una finestra sul mondo settimane dopo l’infestazione; disuria e infezioni batteriche secondarie sono frequenti. • Fase IV: Schistosomiasi tardiva. Le uova di tutte le specie e i granulomi associati causano ostruzione alla circolazione sanguigna a livello del fegato, con conseguente ipertensione portale. Ciò è particolarmente evidente nelle forme da S. mansoni, S. japonicum e S. mekongi . E’ possibile un progressivo aumento di volume della milza fino a quadri di ipersplenismo. In fase terminale il paziente accusa scompenso epatico con ittero e ascite. Nella schistosomiasi urinaria da S. haematobium disuria, ematuria ed infezioni batteriche secondarie sono frequenti anche nella fase tardiva, associate a proteinuria, calcificazioni vescicali, parziale o totale occlusione ureterale, coliche renali, idronefrosi, insufficienza renale. L’infestazione da S. haematobium può causare complicanze genitali nel 30-35% delle donne infette, talvolta con infertilità causata da ostruzione tubarica. E’ stato dimostrato, inoltre, che il parassita ha un ruolo causale in alcuni tipi di carcinoma vescicale. La diffusione delle uova nel SNC può dare anche sintomi neurologici focali tra cui crisi epilettiche. La mielite trasversa è invece la più comune manifestazione neurologica di infestazioni da S. mansoni e S. haematobium e si presenta con paresi differenti a seconda del segmento di midollo spinale coinvolto. In età scolare la schistosomiasi causa significativi ritardi della crescita ed anemia; i bimbi affetti possono manifestare deficit di memoria e riduzione della capacità cognitiva. Diagnosi In generale esistono tre approcci diagnostici: • Diagnosi di sospetto: attraverso l'anamnesi di soggiorno per i turisti o prolungata residenza (immigrati) in regioni endemiche per schistosomiasi, con storia di contatti accidentali o abituali con acque dolci; attraverso markers clinici (epato-splenomegalia in zone non endemiche per malaria e leishmaniosi), esami strumentali (ecografia) e bio-umorali (ematuria in area endemica). • Diagnosi parassitologica diretta: identificazione delle uova nelle urine (Figura 5), nelle feci (Figura 6) o in biopsie tissutali. • Diagnosi parassitologica indiretta: identificazione di anticorpi sierici specifici (dopo adeguata terapia il titolo anticorpale tende a ridursi e a negativizzarsi nel corso di mesi/anni, purchè non si verifichino reinfestazioni), o dosaggio di antigeni parassitari su sangue, feci e urine. Questi test si positivizzano 6-8 settimane dopo l’esposizione all’acqua contaminata. Fig. 5 Un uovo di Schistosoma haematobium con la tipica spina a una estremità e all'interno il miracidio. (Fonte: CDC Atlanta) 4 - 2012 – Schistosomiasi 5 Una finestra sul mondo Fig. 6 Un uovo di Schistosoma mansoni Nelle fasi II e III (pag. 4) un’ipereosinofilia periferica è sempre presente. Inoltre è frequente un significativo incremento delle IgE totali. In fase tardiva spesso l’eosinofilia è assente ed una pancitopenia può riflettere un ipersplenismo secondario. L’ecografia può essere molto utile nella diagnosi e stadiazione della fibrosi epatica. L’ecografia vescicale può essere usata in aree endemiche come metodo di diagnosi e screening della schistosomiasi vescicale, attraverso il riscontro di pseudo-polipi e calcificazioni parietali, poiché in queste aree anche un semplice ispessimento della mucosa parietale deve indurre al sospetto. E’ molto importante considerare lo screening in persone asintomatiche che hanno avuto esposizione al parassita in corso di un viaggio. Terapia Il Praziquantel è il farmaco di scelta. Ha un ottimo assorbimento orale, e un’emivita di 1- 1,5 ore. Il metabolismo è prevalentemente epatico, l’escrezione per via renale. E’ escreto anche nel latte materno. Si è dimostrato molto efficace nei confronti di tutte le specie patogene per l’uomo. Tale farmaco non è registrato in Italia, e può essere procurato solo tramite i Centri specialistici di Medicina Tropicale. Per ciò che riguarda il dosaggio, purtroppo, attualmente non esistono schemi univoci confermati da opportuni studi randomizzati; gli schemi più utilizzati nei vari Centri specializzati in malattie tropicali prevedono: • 60 mg/Kg/die per S. japonicum e S. mekongi e 40 mg/Kg/die per le altre specie, dividendo il dosaggio in due somministrazioni distanziate di 4 ore, da uno a tre giorni di terapia. E’ stata paventata recentemente l’insorgenza di resistenza al Praziquantel, infatti, in alcune aree dell’Egitto e del Kenya in cui l’utilizzo è stato massiccio, sono stati riportati casi di infestazioni da S. mansoni e S. haematobium non responsive a numerosi cicli di trattamento, tuttavia tale resistenza non è stata a tutt’oggi inequivocabilmente provata. I corticosteroidi sono usati per trattare la sindrome di Katayama in associazione al praziquantel; nella schistosomiasi neurologica si somministrano, oltre al farmaco antiparassitario, corticosteroidi e anticonvulsivanti. 4 - 2012 – Schistosomiasi 6 Una finestra sul mondo Prevenzione Il controllo e la prevenzione della schistosomiasi rappresentano uno dei problemi più complessi di salute pubblica nelle aree endemiche. I settori su cui operare sono: • la lotta ai molluschi vettori intermedi; • un trattamento chemioterapico di massa nelle zone ad alta endemia che ha costi minori di uno screening e può ridurre morbosità, prevalenza e trasmissione della parassitosi; • educazione sanitaria volta a far comprendere alla popolazione locale i meccanismi alla base della trasmissione e a ridurre i contatti con le acque infestate; • gestione delle acque reflue e delle risorse idriche. Misure efficaci per inattivare le cercarie includono il trattamento dell’acqua con iodio o cloro o l’uso di filtri di carta. Un'altra misura efficace è lasciar riposare l'acqua per 48/72 ore prima dell'uso. Per i viaggiatori è importante tener conto che, quando si va in zone endemiche per schistosomiasi, va assolutamente evitato fare il bagno o guadare acque dolci. E’ importante, inoltre, bere acqua sicura perché, anche se lo schistosoma non si trasmette bevendo acqua contaminata, ci si può infettare attraverso il contatto delle labbra o della bocca. In caso di contatto accidentale con acqua potenzialmente contaminata, può aiutare asciugare vigorosamente la parte con un asciugamano, ma questo non può essere considerato una misura protettiva efficace. Bibliografia • Scaglia M., Gatti S., Rondanelli E.G. Parassiti e parassitosi umane . Selecta Medica, pag 569-583. • CDC The yellow book : CDC health information for International Travel 2012 • Manuale per il Controllo delle Malattie Trasmissibili (Rapporto ufficiale dell’American Health Association) 18° Edizione a cura di D.L. Heymann • Darren J Gray, Allen G Ross, Yue-Sheng Li, Donald P McManus. Diagnosis and management of schistosomiasis BMJ 2011; 342:d2651 doi: 10.1136/bmj.d2651 • http://www.cdc.gov/parasites/schistosomiasis/gen_info/faqs.html 4 - 2012 – Schistosomiasi 7